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2.9k
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XTRA |
How many |
Faces wall (who didn’t make it bang or Olufsen?) |
Beosound 9000 |
Beolab 90 (no compromise) |
Classics refurbished |
“I try to do things that when you see them, they’ll do what you expect them to do” |
Factory 1 ??? |
Anodize |
Dancing robots |
Unique as a plant in the world |
[^1]: l |
# Porsche Design ha creato una versione speciale del nuovo smartphone pieghevole Honor |
*Debutta in Europa Honor Magic V2, anche in edizione limitata Srs in collaborazione con il marchio di Lipsia, che lo “pimpa” in una versione dai tanti rimandi motoristici.* |
[Link per le foto](https://drive.google.com/drive/folders/1oL5kXAFXVCN-x7cIGg3ZqpXic-aHv8EZ) |
Dopo l’ingresso nel mondo degli smartfold nel XXXLINK, Honor rilancia con V2, uno smartphone pieghevole che - spiega il brand - condensa il lavoro di due anni e incorpora più di 200 innovazioni tecnologiche. Il debutto europeo del dispositivo è accompagnato da una edizione limitata firmata Porsche Design, presentata nella Porsche Experience Center di Lipsia: il nome completo è Porsche Design Honor V2 Rsr. |
La collaborazione viene descritta come un incontro tra “l’approccio umano centrico di Honor” e “l’estetica purista e funzionale di Porsche Design”, oltre che l’unione tra le “ultime innovazioni” del brand tecnologico e “l’eleganza senza tempo” di quello tedesco. Ci sono tanti rimandi alla lunga storia di car design di Porsche in questa versione del dispositivo, con uno sbilanciamento forte nel recupero della matrice più audace, sportiva e - diciamolo - positivamente aggressiva del marchio. Per esempio la curva del cofano della 911 è stata presa come riferimento per la linea di volo della parte posteriore dello smartphone, ma è tutta la narrazione che circonda la collaborazione a puntare su valori comuni come velocità e potenza. Interessante l’idea di lavorare su una presa migliorata per lo smartphone, così da offrire agli utenti “un’esperienza da auto sportiva nel palmo della mano”. |
La colorazione e l’impiego di materiali unici e all’avanguardia sono le altre caratteristiche peculiari del Magic V2 Srs: il colore è unico per questa versione limitata (Porsche Agate Grey), che usa un innovativo scudo antigraffio (NanoCrystal Shiedl), pesa poco più della versione base (234 grammi contro 231) e la eguaglia nello spessore sotto al centimetro (9,9mm). Tra i dettagli tecnici si legge che la resistenza ai graffi è dieci volte superiore mentre il grado di durezza è superiore a 7 nella scala Mohs. |
Per il resto, la versione Porsche Design eredita tutte le caratteristiche innovative del Magic V2, tra cui segnaliamo il modulo fotocamera con tre lenti, il sistema di oscuramento che garantisce una visione confortevole anche con uso prolungato, la batteria da 5000mAh e una forte attenzione per l’interfaccia e l’ottimizzazione del software, che erano forse il vero punto debole della versione V1. Del resto, parliamo di un dispositivo con un fattore di forma così estremamente innovativo che stiamo ancora capendo come usarlo e a cosa esattamente ci serva, al di là dell’entusiasmo per una categoria di device che stanno traghettando lo smartphone nella sua nuova era. |
# Porsche Design “pimps”Honor’s new foldable smartphone in limited edition. |
#### Honor Magic V2 debuts in Europe, also in a limited edition in collaboration with the German design studio, which "pimps" it in a version with many automotive references. |
After entering the arena of foldable smartphones in 2023 with the Magic VS, Honor is back with V2, a device that, according to the brand, condenses two years of work and incorporates more than 200 technological innovations. The European debut of the device is accompanied by a limited edition designed by Porsche Design and presented at the Porsche Experience Center in Leipzig: the full name is Porsche Design Honor V2 RSR. |
The collaboration is described as a meeting between "Honor's human-centered approach" and "the purist and functional aesthetics of Porsche Design", as well as a union between the "latest innovations" of the technological brand and the "timeless elegance" of the German one. |
There are many references to Porsche's long history of car design in this version of the device, with a strong emphasis on recovering the brand's boldest, sporty and - let's say it - aggressive matrix. For example, the curve of the hood of the 911 has been taken as a reference for the flight line of the back of the smartphone, but the entire narrative surrounding the collaboration focuses on common values such as speed and power. The idea of introducing an improved grip for the smartphone looks interesting, offering users "a sports car experience in the palm of your hand". |
The color specific to this device (Porsche Agate Grey) and the use of unique and cutting-edge materials are the other peculiarities of the Magic V2 SRS, which uses an innovative anti-scratch shield (NanoCrystal Shield), weighs just a bit more thatn the base version (234 grams compared to 231) and matches it in thickness just under a centimeter (9.9 mm). Among the technical details, the scratch resistance is ten times higher, while the hardness is above 7 on the Mohs scale. |
Moreover, the Porsche Design version inherits all the innovative features of the Magic V2, including the triple-lens camera module, the darkening system that ensures comfortable viewing even during prolonged use, the 5000mAh battery, and a strong focus on interface and software optimization, which were perhaps the real weaknesses of the V1 version. After all, this is a device with such an innovative form factor that we are still figuring out how to use it and what exactly we need it for, beyond the excitement of a category of devices that heralds a new era for smartphones. |
# Flipper Zero è una celebrazione della cultura visuale hacker |
*Oggetto di culto per i geek di mezzo pianeta e tool divisivo capace di mettere a rischio le nostre sicurezze in ambito tecnologico, Flipper Zero è figlio, anche esteticamente, delle controculture che vengono dagli anni ’90.* |
L’avete visto su TikTok, un simpatico delfino che sblocca portiere delle Tesla, cambia i prezzi sui cartelloni dei distributori di benzina, spegne di colpo tutti i tv di un centro commerciale. Per non parlare di quando un ragazzino in Wisconsin ha costretto al reboot gli iPhone della sua scuola. Per tutto il resto, potete trovare mille altre storie (e tutorial) nelle stanze di discussione di Reddit. Flipper Zero è “il coltellino svizzero delle antenne”, come l’ha chiamato The Verge. Sulla pagina kickstarter che l’ha lanciato (con una raccolta finale di quasi 5 milioni) viene definito come "a portable multi-tool for pentesters and hardware geeks in a toy-like body”. Si può connettere via infrarosso o Bluetooth, via Nfc o Rfid, ha una antenna che “parla” con i dispositivi a frequenza sub-1Ghz (vedi appunto le Tesla) e una serie di piccole porte per connessioni Gpio. Così, riesce a penetrare svariati sistemi, raccogliere dati, spegnere dispositivi. Amazon ha smesso di venderlo, nell’aggiornamento iOS 17.2 Apple ha dovuto inserire una patch per difendere gli iPhone da una vulnerabilità legata proprio al Flipper Zero. Che è un dispositivo che a vederlo così penseresti che sia innocuo sembra un po’ un giochino ispirato all’estetica y2k, una strana versione di un tamagotchi grande appunto poco più di un coltellino svizzero, con pulsanti arancioni e un piccolo schermo retroilluminato sempre in una calda tinta arancio, dove il protagonista è appunto lui, il delfino. |
“L’abbiamo pensato come un tool educativo per testare le vulnerabilità della tecnologia che usiamo tutti i giorni”, spiega connettendosi dalla Serbia Valeria Aquamine, art director di Flipper Zero. |
Un dispositivo educativo che è diventato un grande cult nel mondo dell’hacking. E che costituisce, nelle forme e nell’interfaccia, nei colori e nelle scelte grafiche. anche un grande omaggio a tutta la cultura hacker e al cyberpunk. Perché l’idea di connettersi a ogni dispositivo a disposizione a corta distanza e da lì viaggiare in un mondo di dati sembra proprio uscire da un romanzo del William Gibson prima maniera, quello degli anni 80 e della Trilogia dello Sprawl. E gli omaggi a quell’immaginario e a quegl anni sono tanti nel Flipper Zero. A partire dall’idea di “Flipper”, ricalcata sulla figura di Jones, il cyberdelfino usato dall’esercito nel celeberrimo racconto Johnny Mnemonic, pubblicato da Gibson nell’81 e diventato infine un film con protagonista Keanu Reeves nel 1995. |
Jones è un personaggio tragico, un animale drogato e schiavizzato dalla marina militare, invece il delfino-icona di Flipper Zero, spiega Aquamine, “volevamo che fosse giocoso”. Quindi niente dipendenze e un feeling da delfino-tamagotchi per il personaggio ultra-cute che accompagna l’utente in una serie di illustrazioni deliziose (ed evoluzioni stile Pokemon). Le coordinate estetiche che hanno influenzato il progetto di immagine coordinata del dispositivo sono tantissime e riflettono in pieno il gusto di Aquamine, in bilico tra influenze anni ’90 e suggestioni y2k, e quindi molta fantascienza cyber (*Matrix*) e pre-cyber (i romanzi di P.K. Dick), e poi anime come *Ghost in the Shell* e *Akira*, la pixel art e la cultura giapponese, che si trova anche in alcuni dei font usati sul dispositivo, disegnati a mano, e su tutto il meraviglioso packaging che accompagna il “coltellino svizzero delle antenne” e la sua cover di silicone (ovviamente arancione). “Volevamo che fosse un dispositivo esplicitamente multiculturale”, dice Aquamine. |
Tra gli altri riferimenti l’art director cita il pwnagotchi, un misconosciuto dispositivo per penetrare reti wifi ispirato sempre ai Tamagotchi, e il Siemens C55, un telefono di inizio anni Zero con uno schermo a 256 colori e una serie di caratteristiche molto avanzate per l’epoca. La retroilluminazione era arancione, colore dominante anche nel Flipper Zero. |
“L’arancione è un colore caldo”, racconta a *Domus* Roman Galeev, designer di Flipper Zero, spiegando vari passaggi della progettazione del dispositivo, dal riferimento alle superfici di classe A impiegate nel car design allo studio di quelle caratteristiche che contraddistinguono un dispositivo “per geek”, a partire dall’uso di uno schermo piccolo. Il risultato si distacca sicuramente dal design tecnologico mainstream dei nostri giorni, sempre più leggero e impersonale, ma si accosta a tante piccole cose su cui abbiamo messo like emerse nei nostri feed di Instagram in questi anni, gadget d’epoca o pezzi nuovi dispositivi colorati e complessi come il [Playdate](https://www.domusweb.it/en/design/gallery/2022/06/24/playdate-a-game-boy-designed-for-the-netflix-era.html), altri design di Teenage Engineering e altre reinterpretazioni dell’estetica y2k che piace tanto ai Millennial, vedi [le prime generazioni dello smartfold Motorola Razr](https://www.domusweb.it/en/product-news/gallery/2019/11/14/motorola-razr-is-back-with-a-foldable-display.html), prima che le sue linee si banalizzassero per assomigliare a un Samsung Flip. |
Flipper Zero, frutto del duro lavoro di un team di 50 persone circa, è ancora poco più di un cucciolo, forse un giovane adulto, e già si evolve. Con una versione tutta trasparente, prima di tutto. Fondamentale per il suo futuro, spiegano Galeev e Aquamine, è anche e soprattutto un salto di paradigma, ovvero il trasformare un dispositivo di cui si è parlato tantissimo, forse anche troppo, in qualcos’altro: “questo non è solo un dispositivo, è una piattaforma”, spiegano. Una piattaforma open-source. Il delfinetto può essere infatti nutrito con diverse app che allargano di parecchio il raggio della sua utilità: ce ne sono di legate al mondo dell’hacking, ma anche strumenti di produttività (pomodoro), giochi, un lettore di testi, l’esposimetro e il metronomo e così via. Il delfino vuole nuotare libero e forte, insomma: sarà la community a fare la differenza e sancirne o meno il successo. |
# Zaza Ramen |
Zaza Ramen è un ristorante di Milano, in zona Brera e più precisamente nella celebre via Solferino |
Nel 2024 compie 10 anni |
Come dice il nome, da Zaza Ramen si mangia soprattutto il ramen, il tipico piatto giapponese di pasta in brodo |
“L’ho fatto meno grasso e pesante”, racconta il fondatore Brendan Becht, che aveva visitato il Giappone quando lavorava per il grande Gualtiero Marchesi. |
“Volevo un posto dove si mangiasse bene ma senza essere per forza alta cucina”, spiega lui. |
Becht è un grande amante dell’arte |
I suoi genitori sono collezionisti |
E fin dalla nascita il ristorante ha un programma dedicato all’arte contemporanea |
Oltre a essere frequentato da artisti e galleristi milanesi o di passaggio per Milano |
Per celebrare il decimo compleanno l’artista inglese David Tremlett ha realizzato un lavoro site-specific per la parete di ingresso, due disegni che resteranno visibili fino ad aprire. |
“È un caro amico, lo conosco da quando avevo 16 anni”, spiega Becht. L’idea dell’arte nel ristorante è perfettamente coerente con la sua filosofia. In Giappone il ramen è una pietanza che spesso si mangia velocemente. Zaza Ramen invece un luogo di convivialità, dove si può mangiare anche al bancone e l’arte è di casa. |
Convivialità. |
# Una scala di 100 gradini come simbolo di un luogo dove si lavora a un futuro migliore |
Ha aperto a Berlino Haus 1, la casa colorata rinnovata da Mvrdv come parte del più grand progetto degli Atelier Gardens, che trasformano ex studi televisivi in un hub dedicato a iniziative con un impatto positivo sul pianeta e sulle nostre vite. |
Di Alessandro Scarano |
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Una grande scala abitabile di colore giallo di 100 gradini, che salgono direttamente dal cortile all’ultimo piano della rinnovata Haus 1. Un elemento funzionale che è anche una scultura e si pone come il simbolo del rinnovo non solo di una palazzina di metà anni novanta prima anonima, ma dell’intero complesso degli Atelier Gardens, potente operazione di rigenerazione di un’area con affaccio sulla sterminata spianata dell’ex aeroporto berlinese di Templehof. |
Andiamo per ordine: siamo in un distretto berlinese dalla vocazione industriale, nella parte meridionale della città, incastrato tra la nuova area fu malfamata e ora cool di Neukölln (ma non la sua parte più cool) e appunto lo storico aeroporto dismesso nel 2008 e poi diventato parco (e nuova icona della città). Nella collegatissima Berlino qui passa solo un bus, il 246, e saltuariamente. Niente U-Bahn, niente S-Bahn. Di fronte allo stabilimento dei celebri biscotti Bahlsen, Fabrix, azienda di sviluppo e investimento britannica specializzata in operazioni di questo genere, sta trasformando il sito centenario degli ex studi televisivi Berliner Union Film in un campus di sei acri dedicato all’impresa sociale e ambientale, e all’arte, senza perdere la vocazione cinematografica. Qui hanno trovato una casa il gruppo di branding Thinkfarm, il movimento per la lotta climatica Fridays for future e l’organizzatore di programmi educativi Travelling U, tra gli altri. |
Il masterplan coinvolge lo studio berlinese Hirschmüller Schindele Architekten e i britannici Harris Bugg Studio che curano la parte di landscaping, ed è guidato da Mvrdv. Lo studio olandese si è preso anche in carico la rigenerazione della palazzina di ingresso del complesso, che prima era circondato da un muro, abbattuto come segnale di apertura verso la città. È così che una anonima costruzione della seconda metà degli anni novanta è stata trasformata in Haus 1, un edificio di 1747 metri quadri concepito come “landmark dell’area” e che si pone come “nuova visual identity dell’intero campus”. |
Subsets and Splits