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Wohl - * Dave Wohl – ex cestista e allenatore di basket statunitense * Louis de Wohl – scrittore e astrologo europeo
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Eccellenza Campania 1995-1996 - L'Eccellenza Campania 1995-1996 è stata la quinta edizione del campionato italiano di calcio di categoria. Gestita dal Comitato Regionale Campania della Lega Nazionale Dilettanti, la competizione rappresentava il sesto livello del calcio italiano e il primo livello regionale. Parteciparono complessivamente 32 squadre, divise in due gironi. Al termine della stagione sono state promosse alla categoria superiore Arzanese, Pro Ebolitana e Sanità: le prime due come vincitrici dei due gironi in cui è strutturata la competizione, la terza come vincitrice dei play-off nazionali. Stagione = Novità Al termine della stagione precedente, lasciarono il campionato di Eccellenza Campania le promosse , Terzigno, Giovani Lauro, e le retrocesse Sibilla Bacoli, Campania, Afragolese, Pontecagnano Faiano, Libertas Alfaterna. Dal Campionato Nazionale Dilettanti retrocedettero tre squadre campane, l'Acerrana, il Portici e il Pro Salerno (in estate fusosi con l'Ebolitana per dar vita alla Pro Ebolitana), mentre dalla categoria inferiore furono promosse Mondragonese, Puteolana 1909, Atripalda e Sanzese, alle quali si aggiunse la ripescata Fiamma Sangiovannese. Formula La quinta edizione del campionato di Eccellenza Campania era divisa in due gironi da sedici squadre ciascuno. I gironi furono stilati attraverso criteri geografici: nel girone A furono inserite dodici squadre dell'hinterland napoletano e quattro squadre del casertano; nel girone B parteciparono nove squadre della provincia di Salerno, cinque squadre della irpine e due squadre del napoletano Le squadre si affrontarono in gare di andata e ritorno, per un totale di 30 incontri per squadra. Erano assegnati tre punti per la vittoria, uno per il pareggio e zero per la sconfitta. Furono promosse nel Campionato Nazionale Dilettanti le vincitrici di ciascun girone, mentre retrocedettero in Promozione le ultime due classificate di ciascun girone. Il piazzamento in seconda posizione garantiva l'accesso ai play-off nazionali; in caso di arrivo a pari punti di due o più squadre in una posizione valevole per la promozione o la retrocessione era prevista la formula dello spareggio per definire la posizione finale delle squadre. Girone A = Squadre partecipanti Club Città Stagione 1994-1995 Acerra (NA) 18° nel C.N.D./H Arzano (NA) 11° in Eccellenza Campania/A Boscoreale Boscoreale (NA) 7° in Eccellenza Campania/A Ercolano (NA) 4° in Eccellenza Campania/A Fiamma Sangiovannese Napoli 4° in Promozione Campania/B Frattese ClubUfficiosamente noto come Pozzuoli Calcio. Pozzuoli (NA) 3° in Eccellenza Campania/A Maddalonese Maddaloni (CE) 9° in Eccellenza Campania/A Precedentemente noto come Sud Marcianise. Marcianise (CE) 8° in Eccellenza Campania/A Melito Melito di Napoli (NA) 6° in Eccellenza Campania/A Mondragonese Mondragone (CE) 1° in Promozione Campania/A Pietramelara Pietramelara (CE) 13° in Eccellenza Campania/A Portici (NA) 15° nel C.N.D./H Pozzuoli (NA) 1° in Promozione Campania/B Sanità Napoli 5° in Eccellenza Campania/A San Pietro Napoli 10° in Eccellenza Campania/A Stasia Sant'Anastasia (NA) 12° in Eccellenza Campania/A Classifica finale Squadra 1\. 63 30 19 6 5 60 23 +37 2\. Sanità 61 30 18 7 5 35 11 +24 3\. 61 30 18 7 5 56 22 +34 4\. Frattese Club 48 30 12 12 6 26 18 +8 5\. 46 30 13 7 10 28 20 +8 6\. Stasia 44 30 12 8 10 29 24 +5 7\. 39 30 9 12 9 33 29 +4 8\. San Pietro 39 30 9 12 9 24 25 -1 9\. Mondragonese 39 30 11 6 13 29 37 -8 10\. Melito 36 30 10 6 14 31 35 -4 11\. Pietramelara 35 30 7 14 9 26 26 0 12\. Fiamma Sangiovannese 35 30 9 8 13 28 36 -8 13\. 34 30 9 7 14 25 39 -14 14\. Boscoreale 33 30 9 6 15 28 40 -12 15\. 29 30 8 5 17 30 49 -19 16\. Maddalonese 14 30 3 5 22 15 69 -54 Legenda: Promossa al Campionato Nazionale Dilettanti 1996-1997. Retrocesse in Promozione 1996-1997. Note: :Tre punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta. Spareggio 1º posto = = Verdetti finali *Arzanese e, dopo i play-off nazionali, Sanità promossi al Campionato Nazionale Dilettanti. *Acerrana e Maddalonese retrocessi in Promozione. Girone B =Squadre partecipanti Club Città Stagione 1994-1995 Angri (SA) 7° in Eccellenza Campania/B Ariano Valle Ufita Ariano Irpino (AV) 14° in Eccellenza Campania/B Atripalda Atripalda (AV) 1° in Promozione Campania/C Audax Salerno Salerno 12° in Eccellenza Campania/B Castel San Giorgio Castel San Giorgio (SA) 10° in Eccellenza Campania/B Cilento Castelnuovo Cilento (SA) 11° in Eccellenza Campania/B Vallo della Lucania (SA) 8° in Eccellenza Campania/B Gragnano (NA) 2° in Eccellenza Campania/B Grotta Grottaminarda (AV) 5° in Eccellenza Campania/B Irpinia Mercogliano (AV) 9° in Eccellenza Campania/B Pagani (SA) 3° in Eccellenza Campania/B Poseidon Paestum (SA) 13° in Eccellenza Campania/B Pro EbolitanaNata dalla fusione tra Ebolitana e Pro Salerno. Eboli (SA) 16° nel C.N.D./H (come Pro Salerno) Sanzese Sanza (SA) 1° in Promozione Campania/D Solofra Solofra (AV) 4° in Eccellenza Campania/B Sorrento (NA) 6° in Eccellenza Campania/B Classifica finale Squadra 1\. Pro Ebolitana1 punto di penalizzazione. 72 30 23 4 3 74 22 +52 2\. Atripalda 63 30 19 6 5 46 25 +21 3\. 62 30 18 8 4 73 23 +50 4\. 54 30 16 6 8 54 34 +20 5\. 54 30 16 6 8 41 29 +12 6\. 4 punti di penalizzazione. 45 30 14 7 9 36 23 +13 7\. 43 30 11 10 9 50 36 +14 8\. Irpinia 39 30 11 6 13 34 40 -6 9\. Ariano Valle Ufita 38 30 11 5 14 39 42 -3 10\. Sanzese 33 30 8 9 13 40 44 -4 11\. Poseidon 31 30 8 7 15 34 48 -14 12\. Solofra 29 30 7 8 15 27 54 -27 13\. Castel San GiorgioA fine stagione si trasferì a Nola ed assunse la denominazione di Virtus Nola. 28 30 8 4 18 43 62 -19 14\. Grotta 26 30 6 8 16 23 46 -23 15\. Cilento 23 30 6 5 19 26 76 -50 16\. Audax Salerno 22 30 5 7 18 28 64 -36 Legenda: Promossa al Campionato Nazionale Dilettanti 1996-1997. Eliminata ai play-off nazionali. Retrocesse in Promozione 1996-1997. Note: Tre punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta. *Pro Ebolitana penalizzata di 1 punto. *Paganese penalizzata di 4 punti. Verdetti finali *Pro Ebolitana promossa al Campionato Nazionale Dilettanti. *Atripalda eliminato ai play-off nazionali. *Cilento e Audax Salerno retrocessi in Promozione. Note Campania
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Alnmouth - Alnmouth è un piccolo centro urbano della regione di Northumberland, nel nord dell'Inghilterra. Si trova poco distante dalla strada principale A1068 per Ashington, circa 4 miglia (6.5 km) a sud-est di Alnwick. Situata sulla foce del fiume Aln, la cittadina è stata in passato un importante porto commerciale di Northumberland, interessato principalmente dall'esportazione di cereali, e da traffici di contrabbando. Il porto conobbe il suo declino quando il fiume cambiò il suo corso nel 1806, dopo una violenta bufera. A ricordo dei suoi traffici sono rimasti nel villaggio numerosi granai. Oggi, Alnmouth è una frequentata popolare meta turistica, servita dalla stazione ferroviaria di Alnmouth, situata a Hipsburn, a un miglio da Alnmouth. Fa parte della Costa del Northumberland, riconosciuta Area of Outstanding Natural Beauty (Area di eccezionale bellezza naturale). Qui, secondo la testimonianza di Beda il Venerabile (Historia ecclesiastica gentis Anglorum, IV, 28), Teodoro di Tarso presiedette il grande sinodo, nel quale alla presenza di re Ecgfrith di Northumbria, Turnberht fu deposto dalla cattedra di vescovo nel 684 mentre al suo posto fu eletto san Cutberto fu eletto vescovo di Lindisfarne The Gentleman's Magazine, volume XXXVIII, 1852 pagina 500 da Google Ricerca libri.. Secondo l'Encyclopaedia Metropolitana, Alnmouth fu fortificata dai Francesi durante il regno di Elisabetta I Encyclopaedia Metropolitana, volume XIV, 1845 pagina 349 da Google Ricerca libriJames Dugdale - The New British Traveller, J. Robins 1819, p.703. Un'esaustiva storia della cittadina fu redatta nel 1851 da Willian Dickson, sotto il titolo di Four Chapters from the History of Alnmouth (Quattro capitoli dalla storia di Alnmouth). La cittadina, nel 1860, fu scelta da George Percy, V duca di Northumberland, presidente del Royal National Lifeboat Institution, come una delle 14 stazioni meteorologiche e fu pertanto equipaggiata di un barometro The Yearbook of Facts in Science and Art 1861, pp.267-268. Note Altri progetti Collegamenti esterni * Categoria:Parrocchie civili del Northumberland
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Lică Movilă - Collegamenti esterni Categoria:Calciatori della Nazionale rumena
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Oxythyrea funesta - Species: Oxythyrea funesta Oxythyrea funesta (Poda, 1761) Oxythyrea funesta (Poda, 1761) - photos by P. Korzunovich and V. Gumenyuk Category:Nikolaus Poda von Neuhaus taxa
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mooned - passato semplice e participio passato di moon ; mooned * * Wikizionario, edizione inglese
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Cincinnati Open 1986 - Singolare - Il singolare del torneo di tennis Cincinnati Open 1986, facente parte della categoria Grand Prix, ha avuto come vincitore Mats Wilander che ha battuto in finale Jimmy Connors 6-4, 6-1. Teste di serie # Mats Wilander (campione) # Jimmy Connors (finale) # Stefan Edberg (semifinali) # Joakim Nyström (terzo turno) # Mikael Pernfors (semifinali) # Martín Jaite (primo turno) # Emilio Sánchez (quarti di finale) # Johan Kriek (primo turno) 9. Kent Carlsson (quarti di finale) 10. Emilio Sánchez (terzo turno) 11. Matt Anger (secondo turno) 12. Tim Wilkison (quarti di finale) 13. Kevin Curren (quarti di finale) 14. David Pate (terzo turno) 15. Horacio de la Peña (terzo turno) 16. Ramesh Krishnan (primo turno) Tabellone =Finali= = Parte alta = Sezione 1 Sezione 2 = Parte bassa = Sezione 3 Sezione 4 Collegamenti esterni Categoria:Cincinnati Open 1986
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Santuario della Madonna del Lares - Il santuario della Madonna del Làres è una piccola chiesetta situata circa 3 km a monte dell'abitato di Bolbeno (TN), si trova a 793 m s.l.m. ed è detto "del lares" perché edificato al centro di una radura delimitata da larici. Architettura La facciata è a timpano lenese e riporta la scritta "Ave Maris Stella", dipinta nel 1872 da Valentino Pupin da Schio; sulla destra si erge un piccolo campanile a comignolo. Il pronao è sostenuto da quattro colonne cilindriche di granito e il tetto è ricoperto di zinco; anche l'interno del santuario è dipinto dal Pupin. L'icona miracolosa thumb|upright=1|left|Il santuario all'imbrunire L'icona della Madonna con bambino e rosa in mano, che la leggenda ritiene miracolosa, è collocata nella nicchia dell'altare. L'icona che si può ammirare oggi è una copia eseguita nel 1971 da Marisa Ritter delle suore della Nigrizia di Verona basandosi su delle vecchie fotografie, perché l'originale del XVI secolo, di cm 30 x 40 venne rubato. La leggenda L'edificazione del santuario è legata alla leggenda mariana, di comune riscontro nell'arco alpino, del dipinto trovato dai pastori appeso ad una pianta (nel caso della Madonna del Lares un larice del bosco delle Pianèze). Il quadro, nell'intento di esporlo in un luogo di maggior passaggio, fu collocato al vicino Dos Tomplìz, detto anche Belvedere. Ma il giorno dopo il dipinto fu trovato appeso allo stesso larice delle Pianèze. Il dipinto fu spostato per diverse volte, ma veniva sempre ritrovato nella sua ubicazione originale, fin tanto che venne lasciato presso il larice e custodito in un tabernacolo. Altri progetti Collegamenti esterni * Madonna del Lares su Google Maps * Madonna del Lares Categoria:Santuari dedicati a Maria Categoria:Chiese di Borgo Lares Madonna del Lares
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ascoltassero - terza persona plurale del congiuntivo imperfetto di ascoltare :*:
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Epatocita - Gli epatociti sono le cellule del fegato. Spesso poliploidi, o binucleati, presentano citoplasma eosinofilo (per i tanti mitocondri), una grande quantità di reticolo endoplasmatico liscio e rugoso, golgi multipli, molti perossisomi. L'imponente dotazione di organelli riflette la miriade di funzioni cui il fegato, e dunque l'epatocito, fa fronte (se non esplicito, il luogo ove il processo avviene è il citosol): * metabolismo dei lipidi. Ossidazione dei trigliceridi per la produzione di energia (perossisomi e mitocondri), sintesi di colesterolo e fosfolipidi (reticolo liscio), conversione dei glicidi e delle proteine in acidi grassi e trigliceridi; * metabolismo dei carboidrati. Regolazione della glicemia tramite la glicogenosintesi, la glicogenolisi, la glicolisi, e la gluconeogenesi; * metabolismo delle proteine. Sintesi degli aminoacidi non essenziali, deaminazione degli aminoacidi e produzione d'urea (citosol, tranne una tappa che avviene nei mitocondri), sintesi di proteine plasmatiche come il fattore VIII della coagulazione e l'albumina (reticolo endoplasmico rugoso, golgi); * detossificazione di tossine come l'etanolo (nel citosol tramite l'alcol deidrogenasi, ma anche nei perossisomi), e molti farmaci (reticolo liscio grazie al citocromo P450), che possono essere resi solubili dall'attacco di gruppi ossidrile e poi venire eliminati con l'urina, o con la bile; * produzione di bile, riversata nel duodeno per emulsionare i trigliceridi e quindi assorbirli (questa è l'unica funzione digestiva del fegato). * deposito di glicogeno, trigliceridi, acidi grassi, colesterolo, fosfolipidi, vitamine liposolubili e idrosolubili, ferro, rame e altri sali minerali. * immunitaria, grazie alle cellule di Kupffer (macrofagi), che tramite fagocitosi eliminano microrganismi patogeni, e cellule ematiche invecchiate. Lobuli epatici Cordoni epiteliali di epatociti formano il lobulo epatico, l'unità morfologica più semplice del fegato. È un'area di forma grossolanamente poligonale delimitata esternamente dalle triadi portali (venula terminale portale, arteriola da arteria epatica, dotto biliare, vaso linfatico) e in mezzo dalla vena centrolobulare, che drenerà poi nelle vene epatiche. La venula e l'arteriola fondono il sangue che trasportano a livello dei sinusoidi, disposti a raggiera dalla vena centrolobulare. Essi sono capillari fenestrati delimitati da almeno tre tipi di cellule: * cellule di Kupffer, che provvedono alla emocateresi, i cui prodotti sono passati agli epatociti che li scaricano nella bile; queste cellule,soltanto in un secondo momento acquistano la loro identità perché derivano da precursori midollari * cellule di ITO, che hanno un ruolo cruciale nel rimpiazzo degli epatociti che in caso di infezioni (epatite) o di intossicazione (ad esempio, per intossicazione alcolica) muoiono. Esse infatti producono Hepatocyte Grow Factor, HGF, che agisce su un recettore tirosin chinasico espresso dagli epatociti, e li induce alla proliferazione. In caso di grave danno, inoltre, si trasformano in miofibroblasti provocando la cirrosi. In condizioni fisiologiche, invece, secernono la scarsissima matrice dello spazio di Disse (vedi oltre) e immagazzinano vitamina A in gocce lipidiche; * cellule endoteliali. Tra le cellule endoteliali e gli epatociti si individua lo spazio del Disse, bagnato dal plasma che fuoriesce dai sinusoidi. Per aumentare ulteriormente la superficie di scambio, gli epatociti hanno molti microvilli. Lo spazio del Disse si allarga alla periferia del lobulo nello spazio di Mall, da dove poi il liquido interstiziale si scarica nei dotti linfatici delle triadi portali. C'è uno spazio del Disse sopra e sotto ogni epatocito. A lato, invece, si scarica la bile, che drena dapprima nei canalicoli biliari, posti fra due epatociti e divisi dal sinusoide tramite giunzioni occludenti; poi, nello spazio periportale, in duttuli biliari ricoperti di colangiociti; dunque nei dotti biliari interlobulari, fino al dotto coledoco. Note Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Fegato Categoria:Tessuti (istologia) Categoria:Tipi cellulari
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Zhang Juanjuan - Ha vinto tre medaglie olimpiche nel tiro con l'arco. In particolare ha conquistato l'oro alle Olimpiadi di Pechino 2008 nella gara individuale femminile, la medaglia d'argento nella stessa edizione dei giochi nel torneo a squadre femminile e precedentemente una medaglia d'argento alle Olimpiadi di Atene 2004 nella gara a squadre. Nel 2006 ha ottenuto una medaglia d'argento ai giochi asiatici tenutisi a Doha nel torneo a squadre. Biografia Nata in una famiglia di contadini della provincia di Shandong, nel nord della Cina, inizia a praticare dapprima il lancio del disco, il lancio del giavellotto e il tiro. All'età di 14 anni si avvicina al tiro con l'arco grazie ad uno dei allenatori e il talento che dimostra la porta a vincere a 15 anni otto medaglie d'oro ai giochi provinciali del 1996. Nel 2001 viene selezionata per la nazionale femminile cinese, squadra con la quale vince il suo primo campionato del mondo ai Mondiali di Tiro con l'arco di Pechino. Un anno dopo i giochi olimpici di Atene si sposa e nel 2010 ha un figlio. In seguito diventa vice direttrice di un centro sportivo nella città natale nella Cina orientale, dove gestisce il programma di tiro con l'arco Shandong. Il centro ha anche programmi di pentathlon moderno, scherma e windsurf. Olimpiadi estive 2004 Zhang ha rappresentato la Cina alle Olimpiadi estive del 2004, posizionandosi 5º nella classifica individuale femminile con un punteggio di 663. Nel primo turno di eliminazione, ha affrontato la francese Aurore Trayan, 60ª nel ranking di qualificazione, che ha sconfitto per 135 a 122. Al secondo turno ha affrontato la 28ª nella classifica, l'arciere polacca Iwona Marcinkiewicz contro la quale ha vinto per 166 contro 157, avanzando negli ottavi. Ha perso poi contro la 21ª nel ranking ed futura medaglia di bronzo Recurve women, Alison Williamson di Gran Bretagna con un punteggio di 165-161, finendo 10º nella tiro con l'arco individuale femminile. Olimpiadi estive 2008 Alle Olimpiadi estive del 2008 a Pechino, Zhang ha finito la classifica individuale con un totale di 660 punti. Al primo turno ha superato l'ucraina Tetyana Berezhna con 109-97, al secondo la cinese di Taipei Yuan Shu Chi con un punteggio di 110 contro 105 dell'avversaria. Negli ottavi ha sconfitto per 110 a 98 la russa Natalia Erdyniyeva, nei quarti, con 106 a 101 la coreana Joo Hyun-Jung e si e aggiudicata la semifinale contro un'altra sudcoreana Yun Ok- Hee con 115 a 109, realizzando un nuovo record mondiale. Il 14 agosto vince la medaglia d'oro olimpica battendo per 110 a 109 la leggendaria Park Sung-Hyun (l'unica donna ad aver mai segnato più di 1400 punti sul turno da 1440, record mondiale di qualificazione di 70 metri con 682 punti e doppio oro alle Olimpiadi di Atene.), diventando la prima cinese a vincere una medaglia d'oro olimpica nel tiro con l'arco e la prima non coreana a vincere una medaglia in questa competizione dal 1984. Insieme a Chen Ling e Guo Dan, partecipa anche alla gara a squadre femminile. Il suo punteggio di 660 aggiunto ai 645 di Chen e ai 636 punti di Guo portano la squadra cinese in terza posizione. Questo da loro l'accesso diretto ai quarti di finale, dove sconfiggono la squadra indiana per 211 a 206. Nella semifinale contro la Gran Bretagna, segnando 208 punti contro i 202 delle britanniche, si assicurano il posto in finale dove affrontano la Corea del Sud, che vince l'oro con 224 punti, contro i 215 punti della Cina che vince la medaglia d'argento. 2015 sfida "Mission Impossible" Zhang, in quanto una dei sette migliori arcieri provenienti da tutto il mondo, è stata invitata a Nanchino ad apparire nel popolare programma televisivo cinese Mission Impossible. Lo spettacolo andato in onda il 22 febbraio 2015 su Jiangsu Broadcasting Corporation è stato visto da 250 milioni di spettatori cinesi. Un altro finalista era l'arciere austriaco Peter O. Stecher. La sfida consisteva nel scagliare frecce contro degli anelli che colpiti cadevano a terra. Alla fine, Zhang è arrivata ad un pareggio con Stecher, ognuno di loro colpendo sette anelli su quindici colpi. Palmarès nota: R = disciplina recurve (bersaglio esterno fisso 70 m) Anno Manifestazione Sede Evento Disciplina Risultato Prestazione Note 2001 Campionato mondiale Pechino individuale R 2001 XII Campionati Asiatici Hong Kong individuale R 2003 XIV Campionati Asiatici Nuova Delhi a squadre R 2004 Giochi della XXVIII Olimpiade Atene a squadre R Team 2006 Coppa del Mondo Mérida individuale R 2006 Coppa del Mondo Meteksan stagione 2 a squadre R 2006 Coppa del Mondo Meteksan stagione 3 Coparco GP a squadre R 2006 Coppa del Mondo Meteksan stagione 3 Coparco GP individuale R 2006 Coppa del Mondo Meteksan stagione 4 Emau a squadre R 2006 XV Giochi asiatici Doha individuale R 2007 Coppa del Mondo stagione 2 Varese a squadre R 2007 Coppa del Mondo stagione 3 Adalia a squadre R 2007 Coppa del Mondo stagione 4 Dover individuale R 2008 Giochi della XXIX Olimpiade Pechino individuale R Team 2008 Giochi della XXIX Olimpiade Pechino a squadre R Team 2008 Coppa del Mondo stagione 2 Parenzo a squadre R 2008 Coppa del Mondo stagione 3 Adalia a squadre R 2008 Coppa del Mondo stagione 4 Boé individuale R Note Voci correlate Tiro con l'arco ai Giochi della XXVIII Olimpiade - Individuale femminile * Tiro con l'arco ai Giochi della XXVIII Olimpiade - Squadre femminile * Tiro con l'arco ai Giochi della XXIX Olimpiade - Individuale femminile * Tiro con l'arco ai Giochi della XXIX Olimpiade - Squadre femminile Altri progetti Collegamenti esterni
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inesprimibile - m e f sing # ; i | ne | spri | mì | bi | le formato da in- ed esprimibile *indicibile, indescrivibile, indefinibile, inenarrabile, ineffabile *vago, indefinito *esprimibile, descrivibile, definibile :*
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Ella Wyllie - Palmarès = Strada *2019 (Juniores, due vittorie) :Campionati oceaniani, Prova in linea Junior :Campionati neozelandesi, Prova a cronometro Junior Altri successi *2022 (Parkhotel Valkenburg) :Classifica scalatori Watersley Womens Challenge *2023 (Lifeplus Wahoo) :Classifica giovani Itzulia Women Pista *2022 :Campionati oceaniani, Inseguimento a squadre (con Prudence Fowler, Bryony Botha e Ally Wollaston) Piazzamenti = Grandi Giri *Tour de France :2023: 16ª Competizioni mondiali *Campionati del mondo su strada :Yorkshire 2019 - Cronometro Junior: 10ª :Yorkshire 2019 - In linea Junior: 31ª :Wollongong 2022 - Cronometro Elite: 29ª :Wollongong 2022 - In linea Elite: 40ª Altri progetti Collegamenti esterni
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Bowler Nemesis - Il Bowler Nemesis è un fuoristrada sportivo realizzato dalla Bowler Offroad nel 2008. Sviluppo Il mezzo deriva dal Range Rover Sport ed era destinato all'impiego in varie competizioni fuoristrada. Tecnica Il Nemesis è dotato di un telaio tubolare in acciaio, costruito sfruttando la tecnologia space frame. Le sospensioni erano indipendenti e regolabili in base alle esigenze del pilota. La carrozzeria era in fibra di carbonio con rinforzi nel medesimo materiale. Il serbatoio poteva contenere fino ad un massimo di 415 litri di carburante. Poteva essere equipaggiato con cinque diversi propulsori gestiti da un cambio manuale a sei marce: *Un V8 4.0 aspirato *Un V8 4.4 aspirato *Un V8 4.2 sovralimentato mediante compressore volumetrico *Un V8 5.0 sovralimentato mediante compressore volumetrico (questo motore deriva dalla Jaguar XKR) *Un V6 3.0 diesel turbocompresso Note Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Automobili britanniche
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Distretto di Milicz - Il distretto di Milicz (in polacco powiat milicki) è un distretto polacco appartenente al voivodato della Bassa Slesia. Geografia antropica =Suddivisioni amministrative Il distretto comprende 3 comuni. *Comuni urbano-rurali: Milicz *Comuni rurali: Cieszków, Krośnice Altri progetti Collegamenti esterni Milicz
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pomperemmo - prima persona plurale del condizionale presente di pompare :*:
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Gharbiya - Garbiya o al-Garbiya (trascritto anche Garbyya o Gharbiyah) è un toponimo comune nei paesi di lingua araba. Può riferirsi a diversi luoghi: * Regione di Garbiya, Bahrain * Għarb, Malta * Governatorato di Gharbiya, Egitto
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Gruppo della saffirina - Il gruppo della saffirina è un gruppo di minerali facente parte del supergruppo della saffirina. Minerali del gruppo della saffirina Khmaralite * Saffirina Bibliografia saffirina
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Attar - * Attar – divinità fenicia * ʿAbbās ʿAṭṭār – fotografo iraniano * Chaim ibn Attar – rabbino e religioso marocchino * Farid al-Din 'Attar – mistico e poeta persiano * Sarah Attar – atleta saudita
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Simon Albrecht Poppe - Simon Albrecht Poppe (1847–1907), German zoologist. * 1889. Abh. naturw. Ver. Bremen. 10: 517–551. Category:Taxon authorities Category:Zoologists
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Crenicara punctulatum - Species: Crenicara punctulatum Crenicara punctulatum (Günther, 1863) Acara punctulata Günther, 1863 * Crenicara elegans Steindachner, 1875 * Aequidens madeirae Fowler, 1913 * Aequidens hercules W.R. Allen, 1942 ** , , and : Category:Albert Günther taxa
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Campionato europeo di pallanuoto 1997 - * Campionato europeo di pallanuoto 1997 – torneo femminile * Campionato europeo di pallanuoto 1997 – torneo maschile
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Dreadnought - La dreadnought o corazzata monocalibro fu un tipo particolare di nave da battaglia sviluppato a partire dai primi anni del XX secolo; il nome (dall'inglese "non temo nulla") deriva dalla prima unità di questo tipo mai varata, la , entrata in servizio con la Royal Navy britannica nel 1906. La costruzione della Dreadnought generò una profonda impressione negli ambienti delle marine militari dell'epoca al punto da innescare la realizzazione di unità similari da parte di molte altre nazioni; queste navi di nuova concezione, indicate genericamente come "dreadnought", resero di colpo completamente obsolete tutte le classi di navi da battaglia costruite precedentemente, ribattezzate appunto come "pre-dreadnought". Il progetto delle dreadnought si basava su due innovazioni rivoluzionarie: una dotazione di artiglieria consistente principalmente in un gran numero di cannoni pesanti e di calibro uniforme (da cui il termine alternativo di "corazzata monocalibro" o all-big-gun ship usato per indicarle), in quantitativo decisamente maggiore rispetto alle navi precedenti, e un apparato propulsivo basato su turbine a vapore, un sistema di nuova ideazione. Le dreadnought divennero ben presto un simbolo della potenza militare di una nazione, andando a costituire il capitolo centrale di una serie di corse agli armamenti in Europa (principalmente tra Regno Unito e Impero tedesco, ma con riflessi su tutte le potenze continentali) e in Sudamerica (tra le nazioni di Brasile, Argentina e Cile): i progetti successivi derivati dalla Dreadnought originale si susseguirono molto rapidamente con continui incrementi delle dimensioni, dell'armamento, della corazzatura e della velocità delle unità, al punto che nel giro di cinque anni dalla sua entrata in servizio la nave capostipite risultava ormai già obsoleta; i modelli più potenziati furono poi indicati con l'appellativo di "super-dreadnought". La costruzione delle dreadnought assorbì ingenti quantitativi di risorse, ma nel corso della prima guerra mondiale si verificò un unico scontro tra due flotte equipaggiate con un gran numero di queste unità, la battaglia dello Jutland (31 maggio–1º giugno 1916) tra tedeschi e britannici. La maggior parte delle dreadnought e delle super- dreadnought originali fu smantellata a partire dagli anni 1920 per effetto delle disposizioni del trattato navale di Washington, e il termine stesso cadde progressivamente in disuso; tutte le navi da battaglia costruite fino al termine della seconda guerra mondiale, comunque, riprendevano le caratteristiche di base delle dreadnought. L'unica dreadnought ancora esistente è la statunitense , conservata come nave museo presso il San Jacinto Battleground State Historic Site. Le origini L'elemento più distintivo delle dreadnought, l'armamento basato principalmente su pezzi di grosso calibro, prese forma nel corso dei primi anni del XX secolo, quando le marine militari puntarono ad aumentare la gittata e la potenza dell'artiglieria imbarcata dalle loro navi da battaglia. La tipica corazzata degli anni 1890 aveva un armamento principale basato su quattro cannoni calibro 305 mm e un armamento secondario con da sei a diciotto cannoni a tiro rapido in calibro compreso tra i 119 e i 191 mm, oltre a un gran numero di pezzi più piccoli (da cui l'appellativo di "corazzata policalibro" usato per indicarla); questo armamento rispondeva alla teoria secondo cui una battaglia navale sarebbe sì iniziata con il tiro dalla lunga distanza, ma entro breve tempo le navi avrebbero serrato le distanze per infliggere colpi più mirati all'avversario, una situazione in cui i pezzi a tiro rapido di piccolo calibro, più celeri da ricaricare rispetto ai grossi calibri, si sarebbero dimostrati di più utile impiego. Già dal 1903, tuttavia, presero a circolare in diverse nazioni serie proposte per la costruzione di una all-big-gun ship, che puntasse prevalentemente sui cannoni di grosso calibro. La progettazione di queste unità iniziò quasi contemporaneamente presso tre marine militari: la Marina imperiale giapponese autorizzò la costruzione nel maggio 1904 della Satsuma, equipaggiata con dodici cannoni da 305 mm.., la Royal Navy britannica iniziò la progettazione nel gennaio 1905 della Dreadnought, nave dotata di dieci cannoni da 305 mm, poi impostata in ottobre., mentre la United States Navy impostò la , unità che imbarcava otto cannoni da 305 mm, nel dicembre 1906.. L'evoluzione verso corazzate dotate principalmente di cannoni di grosso calibro fu dovuta alla considerazione che un simile armamento offriva svariati vantaggi tanto nella potenza di fuoco quanto nel controllo del tiro, oltre al fatto che la guerra russo-giapponese del 1904-1905 aveva dimostrato che le battaglie navali potevano essere combattute, e spesso lo erano, anche a grandi distanze. I cannoni da 305 mm di nuovo tipo avevano una gittata più ampia e potevano sparare proiettili più pesanti rispetto a cannoni di 254 o 234 mm.; vari storici sottolineano poi i vantaggi nel controllo del tiro: a lunga distanza i cannoni erano puntati sulla base dell'osservazione delle colonne d'acqua sollevate dai colpi finiti fuori bersaglio, osservazione che non era facile da interpretare se i colpi sparati appartenevano a molti calibri diversi.. L'artiglieria a lunga gittata Nelle battaglie navali degli anni 1890 l'arma decisiva erano i cannoni di medio calibro, tipicamente pezzi da 152 mm capaci di un tiro molto rapido ma caratterizzati da una gittata relativamente ridotta: nel corso della battaglia del fiume Yalu (17 settembre 1894), la flotta giapponese non iniziò il tiro sui suoi avversari cinesi finché la distanza non fu di 3 900 metri, e la maggior parte dei combattimenti si svolsero a una distanza di 2 000 metri tra le opposte unità.. A queste distanze i cannoni di piccolo calibro avevano una buona precisione, e il loro rapido ritmo di tiro garantiva la possibilità di riversare sull'avversario un grande volume di fuoco; i cannoni navali dell'epoca erano invece troppo inaccurati per poter centrare bersagli posti a distanze più elevate: a breve raggio un proiettile sparato da un cannone segue una traiettoria quasi piatta il che consente di puntare agevolmente il pezzo a vista, mentre a distanze più ampie bisogna aumentare l'elevazione della bocca da fuoco per imprimere al proiettile una traiettoria balistica, con tutti i problemi dati dalla necessità di stabilire con precisione la distanza dell'unità nemica e dal fatto che un'imbarcazione in mare è naturalmente soggetta ai moti nave e in particolare al rollio.. All'inizio del XX secolo, lo sviluppo di siluri dotati di maggior gittata (nel 1903, ad esempio, la US Navy iniziò la progettazione di un siluro capace di raggiungere una distanza di 3 700 metri.) spinse gli ammiragli britannici e statunitensi a prevedere che le battaglie navali del futuro si sarebbero combattute a distanze più ampie di quelle dell'epoca: nel 1900 l'ammiraglio John Fisher, comandante della Mediterranean Fleet della Royal Navy, ordinò di far addestrare i suoi artiglieri su tiri alla distanza di 5 500 metri., mentre nel 1904 il Naval War College statunitense analizzò gli effetti sulle tattiche concernenti le navi da battaglia dell'introduzione di siluri capaci di un raggio compreso tra i 6 400 e i 7 300 metri. La gittata dei pezzi di piccolo e medio calibro era limitata e l'accuratezza del tiro declinava pesantemente più si aumentava il raggio di tiro: i proiettili più leggeri hanno un rapporto inferiore tra massa e superficie frontale, e quindi la loro velocità si riduce più rapidamente a causa della resistenza dell'aria. Inoltre, a lunga distanza il vantaggio di un alto volume di fuoco diminuisce notevolmente: piazzare colpi accurati dipende dalla possibilità di vedere la colonna d'acqua sollevata dai colpi finiti in mare della salva precedente, il che limita la necessità di riversare ampi quantitativi di colpi sulla nave nemica.. Il 10 agosto 1904, nel corso della battaglia del Mar Giallo, la Marina imperiale russa ingaggiò i giapponesi nel duello di artiglieria combattuto alla distanza più elevata fino a quel momento: le navi da battaglia russe erano equipaggiate con telemetri Liuzhol capaci di un raggio effettivo di 4 000 metri mentre le unità giapponesi disponevano di telemetri Barr and Stroud che raggiungevano la distanza di 6 000 metri, ma entrambe le parti furono capaci di colpire l'avversario con i loro cannoni principali da 305 mm alla distanza di 13 000 metri, suscitando vivida impressione in ingegneri e strateghi navali.. Navi di transizione Un passo successivo nell'evoluzione delle navi da battaglia fu di ridurre il numero di pezzi dell'artiglieria secondaria a tiro rapido in favore di cannoni più pesanti, tipicamente pezzi da 234 o 254 mm; un'ulteriore innovazione fu poi quella di installare i pezzi secondari in torrette rotanti collocate a centro nave, invece che in barbette come nelle precedenti classi di unità. Le navi così equipaggiate furono indicate come all-big-gun mixed-calibre o, più tardi, come "semi-dreadnought": questa tipologia comprendeva le britanniche classe King Edward VII e classe Lord Nelson, la russa classe Andrei Pervozvanny, le giapponesi classe Katori, classe Satsuma e classe Kawachi, le statunitensi classe Connecticut e classe Mississippi, la francese classe Danton, l'italiana classe Regina Elena e l'austro-ungarica classe Radetzky. La progettazione di queste classi di unità finì per comprendere discussioni circa il concetto di "corazzata monocalibro".: l'edizione del giugno 1902 del Proceedings of the US Naval Institute conteneva commenti dell'esperto di artiglieria della United States Navy, professor P.R. Alger, circa la proposta di una batteria principale per una nave comprendente otto cannoni da 305 mm montati in torrette rotanti binate, mentre nel maggio 1902 il Bureau of Construction and Repair (l'ufficio incaricato della progettazione e costruzione delle unità statunitensi) propose la costruzione di una corazzata dotata di dodici cannoni da 305 mm in sei torri binate, due collocate alle estremità prodiera e poppiera dello scafo e quattro concentrate a mezza nave.. Nel dicembre 1902 il capitano di corvetta H.C. Poundstone sottopose una relazione al presidente statunitense Theodore Roosevelt circa le navi da battaglia: in una appendice di tale scritto, Poundstone suggerì che un gran numero di cannoni da 279 mm e 229 mm fosse da preferire a un più piccolo numero di pezzi da 305 mm. Il Naval War College e il Bureau of Construction and Repair svilupparono questo insieme di idee nel corso di vari studi intrapresi tra il 1903 e il 1905: simulazioni eseguite nel luglio 1903 mostrarono che «una nave da battaglia armata con dodici cannoni da 280 o 305 mm disposti a esagono risultava equivalente a tre o più navi da battaglia armate convenzionalmente».. Anche la Royal Navy stava sviluppando orientamenti simili. Un primo progetto per un «potente armamento all big-gun in due calibri, cioè quattro pezzi da 305 mm e dodici da 234 mm» iniziò a circolare tra il 1902 e il 1903, ma nel suo programma di costruzioni navali per il biennio 1903-04 l'Ammiragliato optò invece per realizzare ulteriori tre unità classe King Edward VII armate con un miscuglio di pezzi da 305, 234 e 152 mm.. Il concetto di all big-gun fu fatto rivivere nel programma per il biennio 1904-05, riguardante la realizzazione della classe Lord Nelson: restrizioni sulla lunghezza e larghezza dello scafo comportarono che le torrette collocate a centro nave fossero dotate di un unico pezzo invece che di due, dando così un armamento di quattro cannoni da 305 mm e dieci da 234 mm. Il progettista delle Lord Nelson, J.H. Narbeth, propose anche un disegno alternativo per queste unità comprendente un armamento di dodici cannoni da 305 mm, ma l'Ammiragliato si dimostrò non ancora interessato a una simile ideazione.; l'attaccamento a un tradizionale progetto di unità policalibro era legato anche alla necessità di velocizzare il più possibile la realizzazione delle nuove unità, stante lo stato di tensione internazionale dato dallo scoppio della guerra russo-giapponese.. Verso le dreadnought La sostituzione dei cannoni da 152 o 203 mm con pezzi da 234 o 254 mm incrementò la forza d'urto di una nave da battaglia, in particolare sulle lunghe distanze, ma un armamento uniformato solo sui grossi calibri offriva anche altri vantaggi tra cui la semplificazione logistica: ad esempio, nelle analisi riguardanti l'armamento delle nuove unità statunitensi classe South Carolina l'ammiraglio William Sowden Sims e il progettista Homer Poundstone sostennero il vantaggio di una omogeneità nei calibri dei cannoni in termini di rifornimento delle munizioni e di rimpiazzo degli artiglieri rimasti feriti nel corso di un'azione.. Un calibro uniforme per i cannoni era inoltre d'aiuto nel razionalizzare il controllo del fuoco. I progettisti della Dreadnought preferirono un design del tipo all-big-gun perché ciò implicava solo un'unica serie di calcoli nelle procedure di aggiustamento del tiro in azione: un armamento in più calibri diversi comportava la necessità di controllori del tiro separati per ogni calibro, visto che la gittata di un pezzo da 305 mm non era la stessa di uno da 152 mm nonostante la distanza dal bersaglio fosse identica.. Alcuni storici odierni sottolineano che un calibro uniforme dei cannoni fosse particolarmente importante perché la confusione generata dagli impatti di proiettili differenti con l'acqua provocava notevoli difficoltà a una corretta misurazione delle distanze del bersaglio; questo punto però è controverso, visto che i sistemi di controllo del fuoco del 1905 non erano così avanzati da poter utilizzare la tecnica di misurazione delle distanze basata sulle salve sparate., e la confusione data dagli impatti di proiettili di più calibri diversi non sembra sia stata presa in considerazione durante la progettazione delle prime dreadnought.. Tuttavia, la crescente probabilità di ingaggi con il nemico sulle lunghe distanze si rivelò la motivazione più importante per l'imbarco sulle navi da battaglia dei cannoni più pesanti a disposizione all'epoca, e quindi a prediligere il calibro 305 mm in luogo di quello da 254 mm. I nuovi progetti per l'installazione dei pezzi da 305 mm comportarono un considerevole incremento della loro frequenza di fuoco, eliminando uno dei principali vantaggi riconosciuti fino ad allora all'armamento basato su calibri più piccoli: nel 1895 un pezzo da 305 mm era capace di una frequenza di fuoco di un colpo ogni quattro minuti, nel 1902 un rateo di due colpi al minuto era considerato la norma.. Nell'ottobre 1903 l'ingegnere navale italiano Vittorio Cuniberti pubblicò sulla rivista Jane's Fighting Ships un articolo intitolato Una nave da battaglia ideale per la Royal Navy, in cui proponeva il progetto di una nave da 17 000 tonnellate di dislocamento armata con dodici pezzi da 305 mm, protetta da una corazzatura spessa 305 mm e capace di una velocità di 24 nodi (44 km/h).. L'idea di Cuniberti, già sottoposta all'attenzione della Regia Marina italiana, era di utilizzare l'alta frequenza di tiro dei nuovi pezzi da 305 mm per produrre un devastante volume di fuoco pesante che rimpiazzasse quello generato dai cannoni più leggeri. Un qualcosa di simile stava dietro la simultanea transizione della Marina giapponese verso l'impiego di pezzi più pesanti: nel corso della battaglia di Tsushima, i proiettili impiegati dai giapponesi contenevano una proporzione di alto esplosivo più elevata del normale e furono progettati per esplodere al contatto, appiccando incendi sulle navi nemiche invece di tentare di perforarne la corazzatura.. La maggior frequenza di fuoco dei pezzi pesanti gettò poi le basi per l'ulteriore evoluzione dei sistemi di controllo del tiro. Le prime dreadnought In Giappone, le due nuove navi da battaglia ordinate sulla base del piano di costruzioni navali per il 1903-04 furono le prime al mondo a essere impostate secondo lo schema della all-big-gun ship, equipaggiate come erano con otto cannoni da 305 mm; la corazzatura era però relativamente sottile, con conseguente necessità di una sua sostanziale riprogettazione.. Le ristrettezze finanziarie causate dalla guerra russo-giapponese e la scarsa disponibilità di cannoni da 305 mm (che dovevano essere importati dal Regno Unito) portarono al completamento di queste unità con un miscuglio di pezzi da 305 e 254 mm; secondo il progetto originario, poi, l'apparato propulsivo era inoltre ancora basato su tradizionali motori a vapore a tripla espansione, invece di quello più innovativo installato sulla Dreadnought. L'esordio della prima dreadnought si ebbe nell'ottobre 1905 nel Regno Unito. L'ammiraglio John Fisher, ora Primo lord del mare, era stato a lungo un sostenitore dell'introduzione di nuove tecnologie nella Royal Navy e di recente era stato convinto dell'idea di una corazzata all-big-gun, la cui realizzazione aveva sostenuto in un articolo del 1904.. Fisher è generalmente accreditato come il creatore della categoria delle dreadnought e il padre della grande flotta di navi da battaglia monocalibro della Royal Navy, un'impressione che lui stesso fece molto per rafforzare; alcuni storici ritengono tuttavia che l'obiettivo centrale di Fisher fosse la realizzazione degli ancora più rivoluzionari incrociatori da battaglia piuttosto che le dreadnought.. Giusto poco dopo essere entrato in carica come Primo lord del mare, Fisher istituì un comitato per considerare le scelte future in materia di navi da battaglia e incrociatori corazzati. Il primo compito del comitato fu quello di prendere in considerazione la progettazione di una nuova corazzata: le specifiche formulate prevedevano una batteria principale di cannoni da 305 mm e una secondaria di pezzi leggeri per il contrasto agli attacchi di torpediniere, ma senza una batteria di pezzi in calibro intermedio, e una velocità massima di 21 nodi (39 km/h) la quale risultava di due o tre nodi più alta di quella mai raggiunta dalle navi da battaglia fino ad allora costruite.. Il progetto iniziale prevedeva l'installazione di dodici cannoni da 305 mm, anche se problemi con la loro collocazione spinsero il capo progettista a proporre il ritorno a una configurazione tradizionale con quattro pezzi da 305 mm e sedici o diciotto da 234 mm; dopo l'analisi dei rapporti concernenti la battaglia di Tsushima formulati dall'osservatore ufficiale britannico presente allo scontro, l'allora capitano William Pakenham, il comitato si orientò definitivamente per una batteria principale di dieci cannoni da 305 mm e una secondaria anti- siluranti da ventidue cannoni da 76 mm. Il comitato spinse inoltre per dotare la nuova nave di un apparato propulsivo basato su turbine a vapore, cosa senza precedenti per una nave da battaglia: la grande efficienza data dalle turbine consentiva di raggiungere la velocità di progetto di 21 nodi senza dover ingrandire lo scafo per poter ospitare i più grandi motori a movimento alternativo capaci di simili prestazioni.. La costruzione della Dreadnought procedette speditamente: la chiglia fu impostata il 2 ottobre 1905 e la nave varata il 10 febbraio 1906 per poi entrare in servizio il 3 ottobre 1906, un'impressionante dimostrazione delle capacità dell'industria cantieristica britannica dell'epoca. Le prime dreadnought statunitensi furono le due unità della classe South Carolina. Progetti dettagliati per la loro realizzazione furono stilati tra il luglio e il novembre 1905, e approvati poi dal Board of Construction il 23 novembre 1905.; la costruzione procedette lentamente: il contratto per la loro realizzazione fu sottoscritto il 21 luglio 1906 e le due navi impostate nel dicembre seguente, dopo il completamento della Dredanought... Caratteristiche I progettisti delle dreadnought cercarono di concentrare la maggior quantità possibile di corazzatura, velocità e potenza di fuoco in una nave dalle dimensioni e dal costo non proibitivi. Il carattere distintivo delle dreadnought era l'armamento all-big-gun, ma esse si caratterizzarono anche per la spessa corazzatura concentrata principalmente in una cintura posta lungo la linea di galleggiamento e in uno o più ponti corazzati; nello scafo dovettero inoltre essere integrati anche un armamento secondario anti-siluranti, sistemi di controllo del fuoco e di comando della nave, e protezioni contro la minaccia dei siluri.. L'inevitabile conseguenza della domanda di sempre maggiore velocità, forza d'urto e autonomia delle unità fu la tendenza a un rapido accrescimento del dislocamento, e quindi dei costi di realizzazione, delle dreadnought. Il trattato navale di Washington del 1922 impose un limite di 35 000 tonnellate al dislocamento delle navi da battaglia, ma il ritiro del Giappone dal trattato negli anni 1930 e lo scoppio della seconda guerra mondiale resero ben presto irrilevante anche questo limite.. Armamento Le dreadnought montavano una batteria principale uniforme di cannoni di grosso calibro, anche se con caratteristiche differenti da classe a classe. La Dreadnought originale montava dieci cannoni da 305 mm, un calibro divenuto standard per la maggior parte delle marine militari impegnate nella corsa alle corazzate monocalibro e utilizzato per tutte le dreadnought di prima generazione; la Kaiserliche Marine tedesca fu una delle poche eccezioni, preferendo per la sua prima classe di dreadnought, la classe Nassau, il calibro di 280 mm per i suoi pezzi principali.. Le dreadnought portavano poi un armamento di artiglieria secondario in calibro più leggero. Le prime dreadnought avevano pezzi di piccolo calibro progettati essenzialmente per contrastare gli attacchi di siluranti leggere, ma in seguito il calibro dei pezzi secondari prese a crescere per contrastare il parallelo incremento del raggio dei siluri e delle dimensioni delle unità siluranti; a partire dalla prima guerra mondiale, poi, si aggiunsero svariati pezzi di artiglieria contraerea.. Le dreadnought imbarcarono anche loro stesse apparati di tubi lanciasiluri: l'idea era che una linea di navi da battaglia così equipaggiate potesse riversare una devastante salva di siluri contro una linea di navi nemiche che si muovesse in parallelo a essa, ma a conti fatti siluri lanciati da navi da battaglia fecero registrare pochissimi centri, mentre le scorte di torpedini ammassate sul ponte potevano causare devastanti esplosioni se centrate dal fuoco nemico.. Posizionamento dei cannoni principali L'efficienza dei cannoni di una nave da battaglia dipende almeno in parte dalla loro collocazione sullo scafo. La Dreadnought, e le corazzate britanniche immediatamente derivate da essa, imbarcavano cinque torri binate per i pezzi da 305 mm: una collocata a prua, una a poppa, una a centro nave e due sui due lati della sovrastruttura principale; questo consentiva a tre torri di fare fuoco in avanti ("in caccia") o indietro ("in ritirata"), e a quattro torri di fare fuoco dalla fiancata ("in bordata"). Le classi Nassau ed Helgoland della Marina tedesca adottarono una configurazione "a esagono" per le loro torri, con una collocata a prua, una a poppa e due lungo ciascuna fiancata: ciò consentiva di montare più cannoni in totale delle navi britanniche, ma manteneva inalterato il numero di pezzi che sparavano in bordata.. I progettisti tentarono varie sperimentazioni. La britannica Neptune disallineò le torri collocate di lato alla sovrastruttura in modo che tutti e dieci i pezzi potessero essere allineati per il fuoco in bordata, una soluzione adottata anche dalle tedesche classe Kaiser; ciò però causava il rischio di danni da esplosione alle parti della nave sopra cui i cannoni sparavano, e sottoponeva a forte stress il telaio dello scafo.. Una soluzione per minimizzare le sollecitazioni al telaio era quella di concentrare le torri lungo l'asse centrale della nave, e per quanto ciò riducesse il numero di pezzi capaci di sparare in caccia o in ritirata aumentava invece quello dei pezzi che sparavano in bordata; l'adozione di questo schema impose di aumentare la lunghezza dello scafo, causando però nuovi problemi: uno scafo più lungo richiedeva una corazzatura più estesa per essere protetto con conseguente incremento di costi e peso della nave, e i magazzini delle munizioni che servivano ogni torre causavano problemi con la collocazione delle sale macchine e dei motori. Per tali ragioni la , che imbarcava un record di quattordici pezzi da 305 mm in sette torri concentrate lungo l'asse centrale non fu considerata un progetto di successo.. La soluzione fu di adottare uno schema di torri sovrapposte le une alle altre, in modo che quella collocata superiormente potesse sparare al di sopra di quella collocata inferiormente. La United States Navy fu la prima ad adottare tale schema già dalla sua prima classe di dreadnought nel 1906, ma le altre marine furono più lente ad adottarlo (la Royal Navy lo introdusse solo con la classe Orion del 1910, i tedeschi con la classe König del 1914) a causa di una serie di potenziali problemi: vi erano preoccupazioni circa l'impatto dell'esplosione dei cannoni della torre superiore sulla torre inferiore, e sollevare le torri rispetto allo scafo sollevava il centro di gravità della nave stessa, con conseguente possibilità di riduzione della sua stabilità. Ciononostante la soluzione a torri sovrapposte garantiva la massima potenza di fuoco, e all'epoca della prima guerra mondiale era ormai divenuta lo standard per le dreadnought. Inizialmente, tutte le dreadnought ebbero due cannoni per torre. Una soluzione al problema della collocazione delle torri fu quella di aumentare a tre o anche a quattro il numero di cannoni per ogni torre: meno torri significava poter contenere la lunghezza della nave o poter dedicare più spazio all'apparato propulsivo, ma comportava d'altra parte che un colpo messo a segno dal nemico su una torre metteva fuori combattimento un numero maggiore di cannoni; inoltre, l'onda d'urto generata dalle detonazioni di un pezzo rischiava di interferire con il puntamento degli altri cannoni della stessa torre, con conseguente riduzione del ritmo di fuoco. La prima nazione ad adottare la configurazione a torri triple fu l'Italia con la Dante Alighieri, seguita poi dalle russe classe Gangut., dall'austro-ungarica classe Tegetthoff e dalla statunitense classe Nevada; la Royal Navy non adottò le torri triple fino alla fine della prima guerra mondiale, introducendole sulle unità classe Nelson, mentre torri quadruple comparvero solo in progetti dei tardi anni 1930 come la britannica classe King George V e la francese classe Richelieu. Calibro e potenza dell'armamento principale Oltre che provare a incrementare il numero di cannoni per nave, si tentò anche di aumentare la potenza di ciascun cannone sia incrementando il calibro dell'arma e quindi il peso del proiettile sparato, sia allungando la canna dell'arma per aumentare la velocità alla volata. Entrambe queste soluzioni consentivano di incrementare la gittata e la capacità di penetrazione delle corazze, ma generavano anche degli svantaggi.: in generale, una maggior velocità alla volata comportava una maggiore usura della canna, con conseguente perdita di precisione di tiro e necessità di sostituzione periodica delle canne stesse, un problema non da poco per l'epoca.. Gli svantaggi dati da cannoni di calibro maggiore erano dovuti alla necessità di cannoni e quindi di torri di più grandi dimensioni; inoltre, proiettili più pesanti comportavano velocità alla volata più ridotte, con conseguente necessità di un maggior angolo di elevazione del pezzo per raggiungere la stessa gittata di un cannone di calibro minore. Proiettili dal peso maggiore avevano però il vantaggio di essere meno rallentati dalla resistenza offerta dall'aria, mantenendo quindi una forte capacità di penetrazione delle corazze anche su tiri alla lunga distanza.. Le varie marine militari affrontarono il problema del calibro dei pezzi principali in differenti maniere. La Marina tedesca generalmente predilesse un calibro più leggero rispetto all'equivalente utilizzato dalla Royal Navy britannica, adottando ad esempio il 305 mm quando i britannici erano già passati al 343 mm; vista la più evoluta industria metallurgica della Germania, tuttavia, i cannoni tedeschi risultavano possedere una velocità alla volata maggiore dei corrispondenti pezzi britannici al punto che un 305 mm tedesco poteva essere considerato equivalente a un 343 mm britannico, con l'aggiunta che avere cannoni più piccoli consentiva di destinare maggior peso alla corazzatura della nave. Con il passare del tempo, comunque, il calibro dei pezzi principali delle dreadnought tese a incrementare. Le britanniche classe Orion, varate nel 1910, ebbero dieci pezzi da 343 mm, mentre le successive classe Queen Elizabeth varate nel 1913 ricevettero otto dei nuovi pezzi da 381 mm; l'aumento del calibro consentiva di ridurre il numero complessivo di cannoni e torri, semplificando la loro distribuzione sullo scafo e portando all'adozione come standard della collocazione delle torri lungo l'asse centrale della nave.. Un ulteriore incremento si ebbe con le dreadnought progettate verso la fine della prima guerra mondiale: le giapponesi classe Nagato del 1917 imbarcarono otto cannoni da 410 mm, rapidamente adottati anche dalle contemporanee classe Colorado statunitensi; sia il Giappone che il Regno Unito progettarono navi da battaglia con cannoni calibro 457 mm, ma il trattato navale di Washington impose un calibro massimo di 410 mm che bloccò per un certo tempo lo sviluppo di pezzi più grandi.. Le uniche navi da battaglia a superare il limite del trattato di Washington furono le classe Yamato giapponesi, impostate nel 1937 (quando il trattato stesso era ormai scaduto) e dotate di nove cannoni da 460 mm.. Alcuni progetti formulati durante la seconda guerra mondiale prevedevano calibri giganteschi, come i cannoni da 508 mm proposti per le tedesche classe H (con Hitler che chiedeva pezzi ancora più grandi, da 609 mm). e i cannoni da 510 mm progettati per le giapponesi classe A-150.; tutte queste proposte comunque non andarono oltre lo stadio di progetto. Armamento secondario Le prime dreadnought tendevano ad avere un armamento secondario molto leggero, principalmente destinato al contrasto di unità siluranti. La stessa Dreadnought originale imbarcava ventidue cannoni da 76 mm capaci di un rateo di fuoco di 15 colpi al minuto., armamento simile alle South Carolina e alle altre prime dreadnought statunitensi.. A questo stadio ci si aspettava che le unità torpediniere portassero i loro attacchi in maniera indipendente e separata dall'azione della flotta principale, e per tale ragione non si prevedeva la necessità di proteggere con scudi o altre forme di corazzatura i cannoni secondari, generalmente installati in posizioni sopraelevate al fine di minimizzare il peso e massimizzare l'arco di tiro.. Nel corso di pochi anni, tuttavia, nell'ambito delle unità siluranti si impose il modello del cacciatorpediniere, nave di maggiori dimensioni e più pesantemente armata rispetto alle torpediniere originali; i cacciatorpediniere, inoltre, tesero a essere impiegati in azioni coordinate con gli incrociatori e le navi da battaglia, imponendo quindi la necessità di proteggere l'armamento secondario tanto dal tiro dell'artiglieria delle siluranti quanto da quello dell'artiglieria delle navi più pesanti. Questa filosofia riguardo all'armamento secondario fu adottata dai tedeschi fin dalle loro prime dreadnought: le classe Nassau, ad esempio, imbarcavano dodici cannoni da 150 mm e sedici pezzi da 88 mm protetti da barbette o casematte corazzate, una sistemazione adottata poi dalle successive classi di dreadnought. La Royal Navy incrementò il calibro dei pezzi secondari prima a 100 mm e poi a 150 mm, quest'ultimo divenuto calibro standard all'inizio della prima guerra mondiale.; gli statunitensi si standardizzarono inizialmente sul calibro di 130 mm, ma passarono al 150 mm nel periodo successivo alla prima guerra mondiale.. All'armamento secondario furono poi assegnati anche altri compiti: si ritenne che un cannone di medio calibro fosse in grado di piazzare un colpo preciso contro il sistema di controllo del fuoco di una dreadnought, molto sensibile ai danni, o che i pezzi di medio calibro potessero risultare utili nel respingere attacchi di incrociatori contro una nave da battaglia rimasta danneggiata.; tra gli anni 1920 e gli anni 1930, poi, compito dell'armamento secondario divenne anche la difesa contraerea, spesso con l'imbarco di pezzi da impiego duale antinave/antiaereo. L'armamento secondario delle dreadnought risultò però, su tutta la linea, insoddisfacente: un colpo di un cannone di piccolo calibro non era in grado di immobilizzare un moderno cacciatorpediniere, mentre i pezzi più pesanti spesso non erano in grado in puntare le veloci siluranti, una circostanza messa bene in luce durante la battaglia dello Jutland; l'installazione dei pezzi in casematte corazzate comportò problemi: collocate molto in basso sullo scafo, tendevano spesso a essere allagate dalle ondate del mare e in molte classi di dreadnought i cannoni secondari furono spesso rimossi dalle casematte e piazzati in torrette girevoli sul ponte principale e attorno alla sovrastruttura. In generale, l'unico sistema veramente efficace per proteggere una dreadnought dagli attacchi delle siluranti veloci era di farla scortare da uno squadrone di propri cacciatorpediniere.. Corazzatura Molto del dislocamento (e quindi del peso) di una dreadnought era destinato alle placcature d'acciaio della corazzatura della nave. I progettisti spesero molto tempo e sforzi per ideare la migliore protezione possibile contro le varie insidie che una dreadnought poteva trovarsi ad affrontare; solo un certo quantitativo di peso poteva però essere destinato alle corazze, pena il peggiorare notevolmente altre caratteristiche come la velocità, il numero di cannoni e la stabilità in mare.. La maggior parte della corazzatura di una dreadnought era concentrata nella cosiddetta "cittadella corazzata": questa era sostanzialmente una scatola con quattro pareti e un tetto corazzati, racchiudente al suo interno le parti vitali della nave. I fianchi della cittadella costituivano la "cintura corazzata" della nave, che iniziava dallo scafo appena davanti alla torre di artiglieria posta più a prua e correva fino alla torre di artiglieria posta più a poppa; le parti terminali della cittadella erano costituite da due paratie corazzate che si estendeva tra le estremità della cintura sia a prua che a poppa, mentre il "tetto" della cittadella era rappresentato da un ponte corazzato. All'interno della cittadella corazzata erano concentrate le caldaie, gli organi motore e i depositi di munizioni per l'armamento principale: un colpo messo a segno in una di queste aree poteva gravemente danneggiare o anche distruggere completamente la nave. Il "pavimento" della cittadella era costituito dalla parte terminale dello scafo della nave, la quale però non era corazzata.. Le prime dreadnought erano destinate a prendere parte a una battaglia campale contro altre navi da battaglia a distanze fino a 9 100 metri: in un simile scenario, i proiettili dei cannoni percorrevano una traiettoria relativamente piatta, e un colpo avrebbe dovuto centrare direttamente la linea di galleggiamento o l'area poco al di sopra di essa per causare danni mortali a una nave da battaglia; per tale ragione, le prime dreadnought concentravano la loro protezione in una cintura corazzata lungo le fiancate della nave, che nella Dreadnought stessa raggiungeva i 280 mm di spessore. Dietro questa cintura erano poi collocati i depositi del carbone, per fornire ulteriore protezione agli organi interni della nave. In uno scontro di questo tipo vi era un pericolo minore di danni indiretti per le parti vitali della nave: un proiettile che avesse colpito sopra la cintura corazzata poteva detonare e spargere schegge in tutte le direzioni, ma queste, per quanto pericolose, potevano essere bloccate anche da una corazzatura più sottile; per tale ragione, i ponti corazzati che proteggevano le parti interne della nave da colpi esplosi sulla sovrastruttura erano molto meno spessi della cintura che correva lungo le fiancate.. In tutte le navi da battaglia la protezione migliore era riservata alla cittadella corazzata. Alcune nazioni, in particolare Regno Unito, Francia e Germania, estesero la cintura e il ponte corazzato fino a coprire la parte terminale della nave o protessero con una cintura corazzatura più sottile le estremità dello scafo; questa corazza "conica" consentiva di proteggere una zona più estesa della nave, il che era utile quando la minaccia principale era costituita da proiettili ad alto esplosivo, ma di converso tendeva a rendere più bassa nel complesso la cintura corazzata, rendendola capace di proteggere solo una piccola striscia al di sopra della linea di galleggiamento: in alcuni casi, con la nave a pieno carico, la cintura stessa veniva a trovarsi interamente al di sotto del livello dell'acqua.. L'alternativa, sviluppata in particolare dagli Stati Uniti, era lo schema di protezione "tutto o niente": la cintura corazzata era alta e spessa e il ponte corazzato molto ispessito, ma nessuna protezione era data alla parte iniziale e finale della nave fuori dalla cittadella o ai ponti più elevati; lo schema "tutto o niente" era più efficace contro i proiettili perforanti e negli scontri combattuti a lunga distanza, e fu ben presto adottato da tutte le principali marine militari nel periodo successivo alla prima guerra mondiale.. La protezione dai proiettili perforanti sparati con traiettoria balistica e dalle bombe sganciate dagli aerei impose poi nuove riprogettazioni della corazzatura; i successivi progetti delle dreadnought comportarono un notevole ispessimento della cintura e del ponte corazzato.: la giapponese classe Yamato portava una cintura corazzata spessa 410 mm e un ponte corazzato spesso 230 mm.. Altro elemento del sistema di protezione delle prime dreadnought era la suddivisione della parte della nave al di sotto della linea di galleggiamento in diversi scompartimenti a tenuta stagna: se lo scafo veniva perforato da colpi d'artiglieria, mine, siluri o a causa di una collisione, in teoria solo una zona circoscritta sarebbe stata invasa dall'acqua senza causare l'affondamento della nave; per rendere questa precauzione ancora più efficace, varie dreadnought non avevano portelli di comunicazione tra una sezione stagna e l'altra.. Una notevole evoluzione della protezione delle dreadnought fu lo sviluppo della controcarena anti-siluro e della cintura anti-siluro, due accorgimenti entrambi destinati ad aumentare la protezione subacquea della nave contro danni causati da mine e siluri; lo scopo di queste protezioni subacquee era di assorbire la forza di una detonazione prima che essa impattasse contro lo scafo vero e proprio: ciò veniva ottenuto costruendo lungo la fiancata dello scafo una paratia interna, generalmente blindata per resistere a eventuali schegge, separata dallo scafo esterno da uno o più scomparti, di solito lasciati vuoti o riempiti di carbone, acqua o nafta.. Propulsione = Le macchine Le dreadnought erano spinte da due o quattro eliche.: la Dreadnought stessa, e tutte le dreadnought britanniche, aveva gli alberi delle eliche azionati da turbine a vapore, mentre la prima generazione di dreadnought costruite in altre nazioni utilizzava ancora i motori a vapore a tripla espansione già divenuti standard per le precedenti corazzate policalibro.. A parità di volume delle macchine, le turbine offrivano una maggiore potenza rispetto ai motori a movimento alternativo. e questo, unitamente alla collaborazione offerta dallo stesso inventore della turbina a vapore, Charles Algernon Parsons, convinse la Royal Navy a optare fin da subito per esse.. Si dice spesso che le turbine avevano anche il beneficio aggiuntivo di essere più pulite e affidabili dei motori alternativi., sebbene nel 1905 i modelli di motore alternativo disponibili fossero ormai più affidabili dei modelli precedenti. Le turbine presentavano però anche svantaggi: alla velocità di crociera, molto più bassa della massima velocità, le turbine erano marcatamente meno efficienti rispetto ai motori alternativi per quanto riguardava il consumo di carburante, una caratteristica molto importante per marine militari che richiedevano per le loro navi una lunga autonomia (come quella statunitense, che pianificava una guerra contro il Giappone nelle acque delle Filippine dopo una lunga traversata dell'oceano Pacifico).; la soluzione a questo problema, che alla fine fu adottata in via generale, fu quella di costruire turbine con riduttori, dove degli ingranaggi riducevano il tasso di rotazione delle eliche dando quindi una maggiore efficienza: questa soluzione richiedeva estrema precisione tecnica nella costruzione degli ingranaggi, e quindi fu difficile da implementare.. Un'alternativa alle turbine fu l'adozione della trasmissione turbo-elettrica, dove le turbine a vapore venivano usate per generare corrente elettrica che era poi impiegata per azionare i motori veri e propri; questa soluzione fu particolarmente apprezzata dalla United States Navy, che la impiegò per tutte le sue dreadnought costruite tra il 1915 e il 1922. I vantaggi di questo metodo erano il suo basso costo, la possibilità di adottare una compartimentazione subacquea molto stretta, e buone prestazioni di poppa; gli svantaggi erano rappresentati dal fatto che le macchine erano pesanti e vulnerabili a danni riportati in combattimento, in particolare in caso di allagamenti degli apparati elettrici.. I motori Diesel furono presi in considerazione da alcune nazioni come alternativa alle turbine: questi offrivano un'autonomia molto elevata e richiedevano meno spazio in lunghezza per essere montati, ma erano anche più pesanti, necessitavano di maggiore spazio in verticale, offrivano meno potenza e in generale venivano ritenuti inaffidabili... Il carburante La prima generazione di dreadnought impiegava il carbone come carburante per le caldaie che alimentavano le turbine a vapore; il carbone era impiegato come carburante fin dalle prime navi a vapore militari, ma presentava diversi svantaggi: caricare il carbone nei serbatoi della nave e trasportarlo poi da questi alle caldaie richiedeva molto lavoro, le caldaie si intasavano di cenere, la combustione generava una densa nube di fumo nero che indicava la posizione di una flotta a chilometri di distanza e interferiva con la visibilità, le segnalazioni e il controllo del tiro della nave, e il carbone stesso aveva un relativamente basso rendimento termodinamico.. Una propulsione basata sulla combustione di olio combustibile offriva maggiori vantaggi sia per i progettisti sia per gli ufficiali in mare: l'olio produceva un fumo meno denso riducendo la visibilità della nave sulle lunghe distanze, e poteva essere riversato nelle caldaie tramite semplici tubature senza impiegare per questo squadre numerose di fuochisti; l'olio aveva un rendimento termodinamico circa doppio del carbone, e questo comportava da un lato che le caldaie stesse potevano essere più piccole, dall'altro che a parità di volume di carburante una nave alimentata a olio sviluppava un'autonomia maggiore di una alimentata a carbone. Vi erano comunque alcuni problemi tecnici con l'alimentazione a olio combustibile, connessi alla differente distribuzione dei pesi rispetto a un'equivalente quantità di carbone, e alla difficoltà a pompare un liquido così viscoso.; il problema principale, comunque, era la necessità per molti Stati di dover importare l'olio combustibile da fonti esterne: per tale ragione, diverse marine militari adottarono una propulsione ad alimentazione duale, bruciando nelle caldaie carbone spruzzato con olio combustibile.. Gli Stati Uniti disponevano di larghe riserve di olio combustibile e la Marina statunitense fu la prima ad introdurre la propulsione alimentata a olio, adottata per la prima volta per le unità classe Nevada del 1911.. Nel Regno Unito, l'ammiraglio Fisher sostenne la necessità di un'alimentazione a olio fin dal 1901., ma questa fu adottata solo a partire dalla classe Queen Elizabeth del 1912; già per la successiva classe Revenge si prospettò l'ipotesi di adottare un'alimentazione mista carbone-olio, ma Fisher insistette per mantenere unicamente la propulsione a olio combustibile.. Svariate altre marine militari mantennero l'alimentazione mista almeno fino alla conclusione della prima guerra mondiale.. La costruzione delle dreadnought Lo sviluppo delle dreadnought si inserì in una corsa internazionale agli armamenti navali già iniziata negli anni 1890: la Royal Navy aveva un notevole vantaggio numerico sulle rivali in materia di corazzate policalibro., ma diverse nazioni come Stati Uniti, Giappone e Germania, avviate a costruire proprie grandi flotte nazionali, stavano ormai progettando o mettendo in cantiere unità secondo lo schema della all-big-gun ship e per continuare a garantirsi il primato sui mari il Regno Unito si impegnò ben presto a procurarsi un solido nucleo di queste nuove unità.. La corsa alle dreadnought accelerò ben presto, ponendo oneri sempre più consistenti alle finanze dei governi impegnati in essa. La realizzazione delle prime dreadnought non era più costosa della costruzione delle corazzate policalibro di ultima generazione, ma il costo delle navi da battaglia non fece che aumentare con il passare del tempo: la costruzione della Dreadnought costò 1 783 000 sterline (171 milioni al cambio attuale), cifra di poco superiore a 1 540 000 sterline (148 milioni odierni) necessario per la costruzione di un'unità dell'ultima classe di pre-dreadnought britanniche, la classe Nelson; otto anni più tardi, la realizzazione di una dreadnought della nuova classe Queen Elizabeth necessitava di 2 300 000 sterline (202 milioni odierni).. Nonostante il loro costo, le dreadnought divennero un elemento cruciale del potere navale di uno Stato: ogni nave da battaglia era un simbolo del prestigio e della potenza di una nazione, similmente alle testate nucleari durante l'epoca della guerra fredda.; tutte le più importanti nazioni europee come Germania, Francia, Russia, Italia e Austria-Ungheria avviarono programmi di costruzione di proprie dreadnought, e diverse potenze secondarie come Impero ottomano, Argentina, Cile e Brasile commissionarono ai cantieri britannici o statunitensi la costruzione di proprie dreadnought.. La corsa anglo-tedesca alle dreadnought La realizzazione della Dreadnought coincise con un periodo di tensioni crescenti tra Regno Unito e Germania: il nuovo Stato tedesco aveva dato avvio negli anni 1890 alla costruzione di una grande flotta da battaglia, come parte di una deliberata politica volta a intaccare la superiorità navale dei britannici; dopo la stipula dell'Entente Cordiale tra Regno Unito e Francia nell'aprile 1904, divenne chiaro che il principale nemico dei britannici sarebbe stato la Germania, avviata ormai alla costruzione di una grande e moderna flotta sotto i dettami delle leggi navali promosse dal großadmiral Alfred von Tirpitz. La rivalità anglo-tedesca per il predominio sui mari gettò le basi per la costruzione delle due più grandi flotte di dreadnought nel periodo precedente la prima guerra mondiale.. La risposta tedesca alla Dredanought fu la classe Nassau, impostata nel 1907, seguita poi dalla classe Helgoland del 1909 per un totale di dieci nuove navi da battaglia costruite o in costruzione, contrapposte alle dodici unità realizzate dai britannici nel medesimo periodo; le unità britanniche erano più veloci e potenti delle loro equivalenti tedesche, ma un rapporto di 12 a 10 nelle nuove costruzioni era molto lontano dal rapporto di 2 a 1 che la Royal Navy puntava a mantenere.. Nel 1909 il parlamento britannico autorizzò la costruzione di quattro nuove navi da battaglia con la speranza che la Germania sarebbe stata disposta a negoziare un trattato per la fissazione di limiti numerici alla realizzazione di nuove dreadnought; se ciò non fosse stato possibile, altre quattro navi da battaglia sarebbero state autorizzate nel 1910. Unito ad alcune riforme sociali, l'aumento delle tasse necessario a sostenere questo piano di costruzioni innescò una crisi costituzionale nel Regno Unito tra il 1909 e il 1910, ma le otto unità progettate, tra cui le quattro super-dreadnought della nuova classe Orion, furono tutte messe in costruzione unitamente a dei nuovi incrociatori da battaglia per Australia e Nuova Zelanda; nello stesso periodo, la Germania impostò solo tre nuove navi da battaglia, portando la superiorità del Regno Unito a 22 dreadnought a 13. La fermezza dei britannici dimostrata dal loro programma di costruzioni portò i tedeschi a cercare una fine negoziata alla corsa agli armamenti: il nuovo obiettivo dell'Ammiragliato di Londra di un vantaggio del 60% rispetto alla Germania si avvicinava all'offerta di Tirpitz di un rapporto del 50% tra le due marine, ma i colloqui naufragarono sulla questione se le navi da battaglia costruite per le nazioni del Commonwealth dovessero essere comprese nel conteggio, oltre che per via di questioni non navali come le richieste tedesche per il riconoscimento del loro possesso dell'Alsazia-Lorena.. La corsa alle dreadnought si intensificò tra il 1910 e il 1911, con la Germania che impostò quattro navi da battaglia ogni anno e il Regno Unito che ne impostò cinque. La tensione raggiunse il massimo con l'approvazione della legge navale tedesca del 1912: questa proponeva la costruzione di una flotta di 33 tra dreadnought e incrociatori da battaglia, superando così la consistenza della squadra navale britannica schierata nelle acque di casa; a peggiorare la situazione per il Regno Unito, gli alleati della Germania iniziarono a loro volta a realizzare proprie dreadnought: l'Italia impostò due nuove unità in aggiunta alle quattro già costruite o in costruzione, mentre l'Austria-Ungheria impostò le sue prime quattro dreadnought. Incrementare ulteriormente il ritmo delle costruzioni era impossibile per il Regno Unito visti gli alti costi dei programmi di Stato sociale avviati all'epoca, e ritirarsi dal Mediterraneo per concentrarsi unicamente nella difesa delle isole britanniche era politicamente inaccettabile e pericoloso per la stabilità dell'Impero britannico; vista la situazione, il nuovo primo lord Winston Churchill spinse il governo britannico ad abbandonare la precedente politica e a cercare una solida alleanza con la Francia, in modo da affidare ai francesi la gestione della situazione nel Mediterraneo mentre i britannici si concentravano nel Mare del Nord per fronteggiare i tedeschi.. Tra il 1912 e il 1913 il Regno Unito impostò dieci super-dreadnought delle nuove classi Queen Elizabeth e Revenge, introducendo nuovi miglioramenti in fatto di armamento, velocità e corazzatura; nello stesso periodo, la Germania impostò solo cinque nuove dreadnought, visto che molte risorse furono spostate per potenziare l'esercito. Stati Uniti e Giappone Le unità statunitensi della classe South Carolina furono le prime dreadnought completate da uno dei rivali del Regno Unito; la pianificazione delle stesse South Carolina era avvenuta prima del varo della Dreadnought, e vi sono alcune speculazioni sul fatto che i progettisti statunitensi fossero stati influenzati nei loro studi da contatti informali con ufficiali della Royal Navy simpatizzanti.. Il Congresso degli Stati Uniti d'America autorizzò la Marina a costruire due navi da battaglia ma senza superare il dislocamento di 16 000 tonnellate: come risultato, le South Carolina dovevano rispettare limiti più rigidi rispetto alla Dreadnought, e per fare il miglior uso del peso riservato all'armamento tutti i cannoni da 305 mm furono montati lungo l'asse centrale in torri sovrapposte, il che garantiva un fuoco di bordata uguale alla Dreadnought ma imbarcando un minor numero di pezzi. Sempre per economizzare sul peso, le South Carolina ricevettero motori a vapore a tripla espansione invece che turbine, e di conseguenza potevano sviluppare solo 18,5 nodi di velocità massima (34,3 km/h) in luogo dei 22,5 nodi (41,7 km/h) della Dreadnought. Per tali ragioni, le prime "vere" dreadnought statunitensi sono spesso considerate quelle della classe Delaware del 1907.; solo dopo pochi anni dall'entrata in servizio, le South Carolina non potevano più operare tatticamente insieme alle altre dreadnought a causa della loro bassa velocità, e furono destinate a operare insieme alle più vecchie pre-dreadnought.. Le due unità classe Delaware furono le prime navi da battaglia statunitensi a raggiungere la velocità delle dreadnought britanniche; la decisione di realizzare la classe come navi da dieci cannoni e 20 500 tonnellate di dislocamento invece che da dodici cannoni e 24 000 tonnellate fu molto criticata: la batteria secondaria soffriva a causa degli spruzzi di acqua di mare e la prua era molto bassa sull'acqua. Lo schema alternativo per una nave da dodici cannoni presentava pro e contro, perché i due cannoni in più e una casamatta più bassa avevano dei "costi nascosti": le due torrette laterali indebolivano la tenuta del ponte superiore, e i magazzini delle munizioni per esse venivano a trovarsi molto vicini alle fiancate della nave, debolmente protette contro attacchi subacquei... La Marina statunitense continuò a espandere la sua flotta da battaglia impostando due nuove dreadnought all'anno fino al 1920; gli statunitensi continuarono a prediligere i motori a triplice espansione fino alla classe Nevada del 1912, che montò per la prima volta delle turbine: ciò era dato da un lato da un approccio molto più cauto alla costruzione di questa nuova tipologia di unità, e dall'altro dalla preferenza per una elevata autonomia alla massima velocità.. Dopo la sua vittoria nella guerra russo-giapponese del 1904-05, il Giappone iniziò a essere preoccupato per un potenziale conflitto contro gli Stati Uniti; il teorico Satō Tetsutarō sviluppò la teoria secondo cui il Giappone doveva possedere una flotta da battaglia almeno pari al 70% di quella statunitense: ciò doveva garantire ai nipponici la possibilità di vincere due battaglie decisive, una contro la United States Pacific Fleet all'inizio della guerra e una contro la United States Atlantic Fleet che sarebbe inevitabilmente accorsa in aiuto della prima.. La prima priorità per il Giappone fu inizialmente quella di ripristinare le pre-dreadnought catturate ai russi al termine del conflitto, e di completare le nuove unità della classe Satsuma appena impostate; le Satsuma furono progettate prima della Dreadnought, ma ristrettezze finanziarie date dal recente conflitto comportarono il loro allestimento con un armamento in calibro misto, tanto da farle classificare come "semi-dreadnought". Le successive unità della classe Kawachi, impostate nel 1909 e completate nel 1912, furono le prime dreadnought giapponesi vere e proprie, equipaggiate come erano di dodici cannoni da 305 mm che tuttavia appartenevano a due diversi modelli con differente lunghezza della canna, fatto che rendeva difficile il controllo del fuoco nei tiri a lunga distanza.. Altre nazioni Rispetto ad altre nazioni la Francia fu lenta a iniziare la costruzione di dreadnought, insistendo per completare prima la pianificata classe Danton di pre- dreadnought consistente in sei unità impostate tra il 1907 e il 1908; solo nel settembre 1910 fu impostata la prima dreadnought della nuova classe Courbet, facendo della Francia l'undicesima nazione a entrare in campo nella "corsa alle dreadnought".. Nel suo studio del 1911, Paul Bénazet sostenne che tra il 1896 e il 1911 la Francia decadde dal secondo al quarto posto nella classifica delle maggiori potenze navali mondiali, e attribuì ciò a problemi di routine di manutenzione e di abbandono.; la stretta alleanza stipulata con il Regno Unito rese comunque questa ridotta forza più che adeguata per i bisogni della Francia. La Regia Marina italiana iniziò la costruzione della sua prima dreadnought, la Dante Alighieri, nel 1909, dopo voci circa l'avvio della realizzazione di un'unità simile da parte dell'Austria-Ungheria; a questa seguirono altre cinque dreadnought, tre della classe Conte di Cavour del 1910 e due della classe Caio Duilio del 1913, consentendo alla marina italiana di mantenere un certo vantaggio sui suoi avversari austro-ungarici. La costruzione delle unità classe Francesco Caracciolo fu cancellata alla fine del primo conflitto mondiale e le Cavour e le Duilio, ricostruite e rimodernate, costituirono il cuore della flotta da battaglia italiana fino all'inizio della seconda guerra mondiale.. Nel gennaio 1909, gli ammiragli austro-ungarici fecero circolare un documento in cui chiedevano l'immediata costruzione di una flotta di quattro dreadnought. Una crisi costituzionale in corso nell'impero tra il 1909 e il 1910 impedì che nuove costruzioni fossero approvate dal governo, ma ciò nonostante due dreadnought furono impostate per decisioni spontanee degli stessi costruttori navali, in particolare grazie alle manipolazioni messe in piedi dal capo di stato maggiore della marina ammiraglio Rudolf Montecuccoli; queste costruzioni furono poi confermate dal governo unitamente all'ordine per altre due unità. Le prime quattro dreadnought della classe Tegetthoff dovevano essere seguite da altre quattro unità della nuova e più potente classe Ersatz Monarch, ma queste furono cancellate allo scoppio della prima guerra mondiale.. Nel giugno 1909 l'Impero russo avviò la costruzione di quattro dreadnought della classe Gangut per la Flotta del Baltico, seguite nell'ottobre 1911 da altre tre unità della classe Imperatrica Marija assegnate alla Flotta del Mar Nero; delle sette unità solo una fu completata nei quattro anni stabiliti per la sua realizzazione, e come risultato le dreadnought russe risultarono piuttosto obsolete una volta entrate in servizio: le unità russe assomigliavano più a dei lenti incrociatori da battaglia piuttosto che a vere e proprie dreadnought, a causa dei loro cannoni di calibro più piccolo e della corazzatura più sottile delle dreadnought loro contemporanee... La Spagna realizzò tre unità della classe España, di cui la prima fu impostata nel 1909: costruite nei cantieri spagnoli con l'assistenza dei britannici, le unità risultarono le più piccole dreadnought mai realizzate, ma i lunghi ritardi dovuti al blocco delle forniture di materiali critici dal Regno Unito (in particolare le artiglierie) a causa della prima guerra mondiale fecero sì che all'entrata in servizio le navi risultassero ormai obsolete per i canoni del loro tempo... Il Brasile fu la terza nazione al mondo a disporre la costruzione di una dreadnought vera e propria: nel 1907 il governo brasiliano commissionò ai cantieri britannici due unità della classe Minas Geraes, poi entrate in servizio con la Marinha do Brasil nel 1910; le navi risultavano potentemente armate, imbarcando dodici cannoni da 305 mm in sei torri binate, la più pesante batteria principale imbarcata da un'unità da guerra dell'epoca.. I Paesi Bassi avviarono piani nel 1912 per rimpiazzare le loro pre-dreadnought con una flotta di moderne corazzate monocalibro: nell'agosto 1913 una regia commissione propose l'acquisto di nove dreadnought innescando una lunga serie di discussioni in merito, ma nonostante una legge dell'agosto 1914 avesse stanziato una somma per la costruzione di quattro unità lo scoppio della prima guerra mondiale portò alla cancellazione di questo ambizioso piano... L'Impero ottomano ordinò nel 1911 due dreadnought ai cantieri britannici, la Reshadiye e la Sultan Osman I, ma allo scoppio della prima guerra mondiale entrambe le unità, ormai quasi complete, furono requisite ed entrarono in servizio con la Royal Navy rispettivamente come e ; la requisizione, e l'immediata offerta dei tedeschi agli ottomani di due unità in riparazione (l'incrociatore da battaglia e l'incrociatore leggero ), fu un importante fattore per spingere l'Impero ottomano a entrare in guerra a fianco degli Imperi centrali.. La Grecia ordinò una dreadnought alla Germania e una ai cantieri francesi, ma i lavori furono sospesi allo scoppio del primo conflitto mondiale e in sostituzione il governo ellenico acquistò dagli Stati Uniti due pre-dreadnought della classe Mississippi.. Le super-dreadnought Appena cinque anni dopo l'entrata in servizio della Dreadnought, una nuova generazione di più potenti "super- dreadnought" era in costruzione. Le prime super-dreadnought sono generalmente considerate quelle della classe Orion britannica: ciò che le rendeva "super" era l'incremento del dislocamento di 2 000 tonnellate, l'introduzione dei nuovi cannoni da 343 mm e la collocazione dell'armamento unicamente lungo l'asse centrale della nave; nei quattro anni intercorsi tra la Dreadnought e la Orion il dislocamento era aumentato del 10% e la potenza di fuoco in bordata era raddoppiata.. Le super-dreadnought britanniche furono ben presto raggiunte anche da unità di altre nazioni. In risposta ai 343 mm portati dalle Orion, la statunitense classe New York, impostata nel 1911, imbarcò cannoni da 356 mm, calibro divenuto poi standard nella United States Navy. Il Giappone impostò le due super-dreadnought della classe Fuso nel 1912 seguite poi dalle due classe Ise nel 1914: entrambe le classi imbarcavano dodici cannoni da 356 mm; nel 1917 furono ordinate le unità della classe Nagato, le prime dreadnought a imbarcare pezzi da 406 mm che le rendevano probabilmente le più potenti navi da battaglia all'epoca in circolazione, e per la prima volta interamente realizzate con componenti di produzione giapponese senza alcun elemento di importazione. In Francia, le Courbet furono seguite da tre super- dreadnought della classe Bretagne, unità che imbarcavano cannoni da 340 mm; altre cinque unità della più potente classe Normandie furono cancellate allo scoppio della prima guerra mondiale. L'entrata in servizio delle dreadnought brasiliane innescò una piccola corsa agli armamenti in Sudamerica: l'Argentina ordinò ai cantieri statunitensi due super-dreadnought della classe Rivadavia, armate come le Minas Geraes brasiliane ma dotate di una corazzatura molto più pesante, il Cile ordinò ai cantieri britannici due super-dreadnought della classe Almirante Latorre, armate con dieci pezzi da 360 mm, anche se poi solo una fu effettivamente consegnata ai cileni al termine della prima guerra mondiale... Le super-dreadnought britanniche di ultima generazione, le unità della classe Queen Elizabeth, montarono l'armamento in torri poste lungo l'asse dello scafo in modo da liberare peso e volume per l'installazione di caldaie a olio combustibile di più grandi dimensioni; l'eliminazione di una torre fu compensata dall'introduzione in servizio dei nuovi cannoni da 381 mm, mentre la cintura corazzata fu ispessita e fu introdotta una nuova protezione subacquea. L'elevata velocità di 25 nodi (46 km/h) sviluppabile dalle Queen Elizabeth le fece classificare come la prima generazione di "corazzate veloci".. La debolezza di progettazione delle super-dreadnought, che le distinse dalle navi da battaglia progettate nel primo dopoguerra, era nella disposizione della corazzatura. I loro progetti ponevano enfasi sulla protezione verticale necessaria per i combattimenti a corto raggio, dove i proiettili si abbattevano sui lati delle navi, e presupponevano che una piastra esterna di armatura avrebbe bloccato l'esplosione di qualunque proiettile in arrivo in modo che le strutture interne cruciali, come le basi delle torri, necessitassero solo di una protezione più leggera per bloccare eventuali schegge; questo nonostante il fatto che le dreadnought potessero ormai ingaggiare il nemico anche a 18 000 metri di distanza, raggio dove i proiettili scendevano con un angolo di inclinazione anche di 30° (il cosiddetto "fuoco in precipitazione") potendo quindi atterrare dietro le piastre esterne della corazzatura arrivando a colpire direttamente le strutture interne. I progettisti del dopoguerra dovettero prevedere ponti corazzati spessi da 130 a 150 mm per la protezione dall'alto, mentre le piastre verticali furono rese ancora più spesse; nella progettazione delle navi da battaglia si fece strada il concetto di "zona di immunità", ovvero la distanza più o meno ampia dalla nave nemica in cui sia il tiro orizzontale che quello con traiettoria balistica risultavano entrambi inefficaci contro la corazzatura. Un ulteriore elemento di debolezza era poi la scarsa protezione dalle insidie subacquee, data da progetti concepiti prima che l'uso dei siluri si diffondesse nelle battaglie navali.. La standard type battleship ("nave da battaglia di tipo standard") della United States Navy, di cui i primi esemplari furono le unità della classe Nevada, fu progettata già tenendo conto dei problemi legati ai combattimenti a lunga distanza e al fuoco in precipitazione; la prima unità fu impostata nel 1912, quattro anni prima che la battaglia dello Jutland rendesse palesi i pericoli causati dal tiro a lunga distanza. Importanti elementi della standard type battleship statunitense furono anche le filosofie progettuali della corazzatura "tutto o niente" e del sistema di costruzione "a zattera", secondo cui solo le parti veramente importanti della nave dovevano essere blindate contro tutte le minacce e la conseguente corazzatura doveva mantenere una sufficiente riserva di spinta per mantenere a galla l'intera nave nel caso in cui le zone non protette di prua e poppa non corazzate fossero state perforate e allagate dal tiro nemico. Questo schema mostrò la sua validità durante la battaglia navale di Guadalcanal del 1942, quando la rimase a galla e operativa nonostante avesse incassato 26 colpi di grosso calibro sparati dalle navi da battaglia giapponesi.. Le dreadnought in azione La prima guerra mondiale fu quasi l'opposto del tipo di conflitto per le quali le dreadnought erano state concepite: durante la guerra non ci fu alcuna grande e decisiva battaglia navale sul tipo di Tsushima, il ruolo delle navi da battaglia fu marginale nella guerra terrestre in Francia e sul fronte orientale e poco significativo nella guerra tedesca al traffico navale degli Alleati e nel blocco imposto da questi a danno della Germania.. Grazie alla posizione geografica, la Royal Navy fu in grado con relativa facilità di rinchiudere la flotta d'alto mare tedesca (Hochseeflotte) all'interno del bacino del Mare del Nord, anche se non fu in grado di infrangere la superiorità tedesca nel mar Baltico. Entrambe le parti erano del resto consapevoli che, vista la larga superiorità numerica dei britannici, una qualsiasi battaglia navale aperta tra le due flotte si sarebbe certamente conclusa a favore della Royal Navy, e quindi la strategia tedesca fu improntata a cercare uno scontro limitato nelle più favorevoli condizioni possibili: ad esempio, inducendo uno scaglione della Grand Fleet britannica a combattere separato dal resto, o spingendo il nemico a ingaggiare battaglia vicino alle coste tedesche dove i campi minati, le siluranti e i sommergibili amici potevano riequilibrare i rapporti di forza.. I primi due anni di guerra videro un conflitto limitato nel Mare del Nord, caratterizzato da schermaglie tra le opposte squadre di incrociatori da battaglia che si risolsero negli scontri di Helgoland e di Dogger Bank e in una serie di incursioni tedesche contro le coste dell'Inghilterra; nel maggio 1916, un tentativo dei tedeschi di spingere uno scaglione della flotta britannica a combattere in condizioni sfavorevoli si risolse nella battaglia dello Jutland, il più grande scontro tra dreadnought mai verificatosi ma conclusosi con un risultato più che indecisivo.. Negli altri teatri navali non si verificò nessuna decisiva battaglia navale campale: nel Mar Nero vi furono alcune poco significative schermaglie tra navi russe e ottomane, mentre nel Baltico le azioni furono in larga misura limitate ad attacchi contro i convogli e alla posa di sbarramenti di mine.; nel mar Adriatico si verificò una situazione speculare a quella del Mare del Nord, con la flotta austro-ungarica imbottigliata nelle sue basi dal blocco navale impostole da italiani, francesi e britannici, mentre nel Mediterraneo l'unica azione di rilievo che vide impegnate le dreadnought fu il supporto agli sbarchi anfibi alleati durante la campagna di Gallipoli.. L'andamento del conflitto mise in luce la vulnerabilità delle navi da battaglia nei confronti di armi molto più economiche di esse. Nel settembre 1914 la minaccia dei sommergibili verso le unità di superficie fu messa in luce da una serie di vittoriose azioni degli U-boot tedeschi ai danni degli incrociatori britannici, compreso l'affondamento il 22 settembre 1914 di tre incrociatori corazzati britannici da parte di un unico sommergibile in un'azione durata appena un'ora; le mine rappresentarono un'altra grande insidia, testimoniata dall'affondamento il 27 ottobre 1914 per opera di esse della super-dreadnought appena entrata in servizio.. Lo Jutland fu l'unico maggior scontro tra opposte flotte di dreadnought della storia, ma anch'esso vide un notevole contributo da parte delle altre armi: il piano tedesco prevedeva di utilizzare i sommergibili per infliggere danni ai britannici prima che la battaglia vera e propria iniziasse, e la fuga della Hochseeflotte davanti alla superiore potenza di fuoco della Grand Fleet fu portata a termine grazie alle decise manovre di attacco di incrociatori e cacciatorpediniere, che spinsero i britannici a rompere il contatto per paura di un attacco in massa con i siluri.. Per i tedeschi divenne palese che la Hochseeflotte non poteva prendere battaglia con il nemico senza l'assistenza dei sommergibili, e visto che essi erano destinati alla guerra al traffico mercantile le grandi navi da battaglia rimasero praticamente ferme in porto per tutto il resto del conflitto.. L'insidia delle nuove armi fu la causa anche della perdita di due dreadnought austro-ungariche: la fu affondata in mare aperto dopo essere stata sorpresa e silurata da un piccolo e veloce MAS italiano, mentre la SMS Viribus Unitis fu affondata in porto da sabotatori subacquei che applicarono cariche esplosive al suo scafo. Dopo il 1914 Lo scoppio della prima guerra mondiale bloccò in larga misura la corsa alle dreadnought, con fondi e risorse tecniche dirottate su più pressanti priorità: le fonderie destinate a forgiare i cannoni delle dreadnought furono destinate a produrre invece artiglieria per l'esercito, mentre i cantieri navali furono sommersi dalle richieste di costruzione di unità leggere e mercantili. Le potenze navali minori (Francia, Italia, Russia e Austria-Ungheria) bloccarono del tutto i loro programmi per nuove navi da battaglia, mentre Regno Unito e Germania continuarono a costruire dreadnought e incrociatori da battaglia ma a un ritmo ridotto.: i britannici completarono le ultime unità delle classi Queen Elizabeth e Revenge, anche se le ultime due Revenge furono riclassificate come incrociatori da battaglia della classe Renown; Fisher insistette con la sua idea di navi potentemente armate e molto veloci anche a discapito di una corazzatura molto sottile, come negli incrociatori da battaglia classe Courageous che per i loro appena 76 mm di blindatura furono soprannominati "grandi incrociatori leggeri", ma la battaglia dello Jutland mise bene in luce quanto le unità britanniche risultassero vulnerabili e le sperimentazioni più ardite furono abbandonate.. La Germania completò due unità della classe Bayern di super-dreadnought, entrambe già impostate prima del conflitto, ma altre due unità rimasero incomplete fino alla fine delle ostilità.. Nonostante la tregua nella costruzione di corazzate durante la guerra mondiale, gli anni tra il 1919 e il 1922 mostrarono il pericolo di una nuova corsa agli armamenti navali tra Regno Unito, Giappone e Stati Uniti. Le lezioni dello Jutland spinsero le marine militari a rivedere i loro progetti: l'Ammiragliato britannico si convinse finalmente che la protezione delle sue unità era insufficiente, e gli incrociatori da battaglia della classe Admiral, progettati nel 1916 ed entrati in servizio nei primi anni 1920, incrementarono così tanta corazzatura da raggiungere il dislocamento di 42 000 tonnellate. L'iniziativa della nuova corsa agli armamenti fu dovuta alle marine del Pacifico: il Naval Act of 1916 autorizzò la United States Navy ad avviare la costruzione di 156 nuove navi da guerra, tra cui dieci dreadnought e sei incrociatori da battaglia, portando per la prima volta gli Stati Uniti a minacciare il predominio britannico sui mari.; questo programma partì lentamente (in parte a causa della necessità di assimilare le lezioni dello Jutland) e non fu mai interamente completato: le nuove unità statunitensi comunque (le dreadnought della classe Colorado e gli incrociatori da battaglia classe Lexington) rappresentarono un notevole salto di qualità rispetto alle britanniche Queen Elizabeth e Admiral, in particolare per l'imbarco di cannoni da 406 mm.. Allo stesso tempo, la Marina imperiale giapponese ottenne finalmente l'autorizzazione per una flotta "otto e otto" (otto dreadnought e otto incrociatori da battaglia). Dopo la classe Nagato impostata nel 1916, dreadnought armate con otto cannoni da 406 mm come le loro controparti statunitensi, l'anno successivo furono autorizzate altre due dreadnought e due incrociatori da battaglia: sia le prime, la classe Tosa, sia i secondi, la classe Amagi, dovevano imbarcare dieci pezzi da 406 mm.. La corsa subì un'ulteriore svolta nel 1919, quando il presidente statunitense Woodrow Wilson propose un'ulteriore espansione della flotta chiedendo al Congresso i fondi per la costruzione di dieci dreadnought e sei incrociatori da battaglia in aggiunta a quelli già autorizzati dal programma del 1916; in risposta, la Dieta nazionale del Giappone autorizzò il completamento del programma "otto e otto" incorporandovi anche la costruzione di ulteriori quattro dreadnought., unità che avrebbero dovuto imbarcare nuovi cannoni da 457 mm.. Il Regno Unito, impoverito dalla grande guerra, dovette fronteggiare la prospettiva di essere lasciato indietro da Stati Uniti e Giappone: nessuna nuova unità era stata impostata dopo gli incrociatori classe Admiral, dei quali solo uno, lo , sarebbe poi stato completato. Nel giugno 1919 l'Ammiragliato progettò una flotta di 33 dreadnought e otto incrociatori da battaglia per la cui costruzione sarebbero stati necessari 171 milioni di sterline (circa 7,02 miliardi al cambio attuale) all'anno, quando le disponibilità non andavano oltre gli 84 milioni; come condizione minima, l'Ammiragliato chiese otto nuove unità di prima linea, tra cui gli incrociatori da battaglia classe G3 armati di cannoni da 406 mm e le dreadnought classe N3 armate di pezzi da 457 mm.. Le potenze navali riuscirono a evitare i loro costosissimi programmi di espansione negoziando il trattato navale di Washington nel 1922: il trattato stilò una lista di navi, comprendente la maggior parte delle dreadnought più vecchie e quasi tutte le nuove unità già in costruzione, che dovevano essere demolite o poste fuori uso, e impose un periodo di "vacanza navale" durante il quale non potevano essere impostate nuove navi da battaglia o incrociatori da battaglia, salvo che per le britanniche classe Nelson ormai complete. Le navi sopravvissute alle riduzioni imposte dal trattato, tra cui le più moderne super-dreadnought a disposizione delle tre potenze, formarono il nucleo delle navi di prima linea per tutti gli anni 1920 e 1930 per poi partecipare, dopo diverse modernizzazioni, alla seconda guerra mondiale.. La seconda guerra mondiale Dopo la prima guerra mondiale e dopo il trattato navale di Washington nel 1922 lo sviluppo di nuove navi da battaglia rimase fermo per oltre un decennio finché dal 1935 alcune potenze che non avevano aderito al secondo trattato navale di Londra come il Giappone o la Germania iniziarono lo sviluppo di nuove navi. Dopo la prima guerra mondiale ci si era resi conto che questa tipologia di navi era troppo costosa e complicata da costruire e rifornire (difatti la Tirpitz rimase nascosta fino a che non venne affondata da bombardieri britannici). Era ormai chiara però la superiorità delle portaerei e la vulnerabilità di corazzate e incrociatori da battaglia anche a navi molto più piccole. Note Bibliografia * * * * * * * * Voci correlate Unità militari navali * Nave da battaglia * Nave corazzata * Pre-dreadnought * Nave da battaglia veloce Collegamenti esterni
1021611
Fissurina subtropica - Species: Fissurina subtropica Fissurina subtropica () & in et al., Bull. Natl. Sci. Mus. Tokyo 29(2): 87 (2003). [MycoBank #488836] Graphis subtropica , Hikobia Suppl. 1: 217 (1981). [MycoBank #110711] ::Typification Details: Holotype HIRO, M.Nakanishi 20744 ::Locality: Iriomote Isl., Kyushu, Japan Fissurina subtropica in GBIF * Checklist of Lichens and Allied Fungi of Japan (2018) Category:Minoru Nakanishi taxa Category:Hiroyuki Kashiwadani taxa
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The Puny Soul of Peter Rand - The Puny Soul of Peter Rand è un cortometraggio muto del 1915 diretto da Francis J. Grandon. Trama Produzione Il film fu prodotto dalla Selig Polyscope Company. Distribuzione Distribuito dalla General Film Company, il film - un cortometraggio in una bobina - uscì nelle sale cinematografiche statunitensi il 17 marzo 1915. Voci correlate Filmografia della Selig Polyscope Collegamenti esterni Categoria:Cortometraggi drammatici
579074
Inertanza - L'inertanza è una misura dell'attitudine di una struttura a mettersi in vibrazione a seguito dell'applicazione di una forza. L'inertanza di un punto di una struttura è il rapporto tra l'accelerazione risultante di quel punto e la forza ad esso applicata, per cui si ha: :\mathbf{a}(\omega)=\mathbf{I}(\omega)\mathbf{f}(\omega) dove: * \mathbf{a} è l'accelerazione * \mathbf{I} è l'inertanza * \mathbf{f} è la forza applicata * \omega è la pulsazione. L'inertanza è funzione della frequenza di applicazione della forza e assume il valore massimo in corrispondenza della frequenza di risonanza, in quanto a tale frequenza l'accelerazione che il sistema subisce, a parità di forza di eccitazione, è maggiore. Per alcuni componenti meccanici, l'inertanza \mathbf{I}(\omega) è definita considerando l'accelerazione relativa \mathbf{a}(\omega) tra due terminali dello stesso componente. Per esempio, questo è il caso degli inertizzatori impiegati per ridurre le vibrazioni e noti anche nell'ambito della Formula 1 con il nome di J-damper. L'inertanza è una delle funzioni di trasferimento utilizzate nell'ambito dell'acustica e nello studio delle vibrazioni per caratterizzare la risposta in frequenza di una struttura; si misura applicando accelerometri in corrispondenza dei punti da misurare ed eccitando (cioè mettendo in vibrazione) la struttura mediante "shaker" elettromeccanici o martelletti strumentati. Voci correlate Impedenza meccanica * Impedenza acustica * Mobilità (acustica) * Inertizzatore (dispositivo meccanico) Categoria:Acustica Categoria:Misure nella meccanica
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allasca - terza persona singolare dell'indicativo presente di allascare # seconda persona singolare dell'imperativo di allascare :*: :*:
6167325
Carlotta Brambilla Pisoni - Biografia Inizia a lavorare negli anni ottanta nel mondo della pubblicità. Il suo volto diventa popolare a metà degli anni ottanta, quando assume il ruolo di conduttrice dapprima del programma per ragazzi Caffellatte, in onda su Italia 1 in orario mattutino nel 1987 (presentato assieme al collega Roberto Ceriotti) e in seguito, dal 1989, di Bim Bum Bam, popolare programma Mediaset rivolto a bambini e ragazzi in onda in orario pomeridiano dapprima su Italia 1, poi promosso su Canale 5 e poi di nuovo spostato su Italia 1; Carlotta conduce il programma fino al 2000 assieme a Paolo Bonolis (sostituito poi da Ceriotti), Carlo Sacchetti, Debora Magnaghi, Marco Bellavia, Manuela Blanchard, producendosi anche in molte parodie di celebri film e serie televisive all'interno del programma. Nel 1989 partecipa, con tutto il cast di Bim Bum Bam, alla prima edizione del varietà del sabato sera di Canale 5 Sabato al circo. Ha inoltre recitato come attrice, a partire dal 1986, nei serie televisiva ispirati al cartone animato Kiss Me Licia, che avevano come protagonista Cristina D'Avena: Love Me Licia, Licia dolce Licia, Teneramente Licia e Balliamo e cantiamo con Licia. A partire dagli anni duemila, la sua attività si è concentrata prevalentemente nella conduzione di televendite Mediaset, spesso all'interno dei programmi di Gerry Scotti, oltre a continuare la sua professione di attrice di messaggi pubblicitari. Dal 2018 diventa presentatrice per QVC Italia. Filmografia = Televisione * Love Me Licia – serie TV, 27 episodi (1986) * Licia dolce Licia – serie TV, 32 episodi (1987) * Teneramente Licia – serie TV, 27 episodi (1987) * Balliamo e cantiamo con Licia – serie TV, 35 episodi (1988) Televisione Caffellatte (Canale 5, 1987-1988) * Bim Bum Bam (Italia 1, 1989-1991, 1997-2000; Canale 5, 1991-1997) * Sabato al circo (Canale 5, 1989-1990) * L'allegria fa 90 (Canale 5, 1989) * Evviva l'allegria (Canale 5, 1990) * Luna Party (Canale 5, 1991) * Buon Natale Bim Bum Bam (Canale 5, 1994-1995) * QVC Italia, presentatrice (dal 2018) Collegamenti esterni * Categoria:Attori televisivi italiani Categoria:Conduttori televisivi di Canale 5 degli anni 1980 Categoria:Conduttori televisivi di Canale 5 degli anni 1990 Categoria:Conduttori televisivi di Italia 1 degli anni 1980 Categoria:Conduttori televisivi di Italia 1 degli anni 1990
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Podocyrtis - Genus: Podocyrtis Subgenera: Podocyrtis Type-species: Podocyrtis (Podocyrtis) papalis *SANFILIPPO Annika & RIEDEL William R. (1992), "The Origin and Evolution of Pterocorythidae (Radiolaria): A cenozoic Phylogenetic Study" Micropaleontology vol.38(1), pp1-36. Technical Note 27 : Cenozoic Radiolarian Stratigraphy
343788
Csiromedusidae - Genera: [genera after Gershwin & Zeidler (2010)] Csiromedusidae Gershwin & Zeidler, 2010 Csiromedusa Gershwin & Zeidler, 2010 [cited, p. 25] [stem = Csiromedus-] =cited sources * ; 2010: Csiromedusa medeopolis: a remarkable Tasmanian medusa (Cnidaria: Hydrozoa: Narcomedusae) comprising a new family, genus and species. Zootaxa, 2439: 24–34. Preview
375532
Ceradocus mizani - Species: * , & , 2010 * ; ; 2010: Melitoid amhipods [sic!] of the genera Ceradocus Costa, 1853 and Victoriopisa Karaman and Barnard, 1979 (Crustacea: Amphipoda: Maeridae) from the South China Sea, Malaysia. Zootaxa, 2348: 23–39. Preview
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placarder - affiggere, pubblicare #* placarder une ordonnance de police - affiggere una ordinanza di polizia * dal sostantivo placard * afficher, étaler
9991913
Olimpiadi degli scacchi del 2024 - Le Olimpiadi degli scacchi del 2024 saranno la quarantacinquesima edizione dell'evento, organizzato dalla FIDE. Si svolgeranno a Budapest dal 10 al 23 settembre. Le Olimpiadi prevedono due tornei a squadre per federazioni, open (assoluto, aperto a entrambi i sessi) e femminile. Le squadre in entrambi i tornei sono formate da quattro membri e una riserva, oltre a un eventuale capitano non giocatore. Il torneo si terrà al BOK Sports Hall. Scelta della sede Assegnate nel periodo di crisi internazionale dovuto alla Pandemia di Covid-19, Budapest fu l'unica candidatura disponibile ad organizzare l'evento. Il 9 dicembre 2020 la Federazione Internazionale comunicò di aver dato, dopo aver svolto un'assemblea generale, l'incarico alla federazione ungherese, che aveva stanziato circa 16 milioni di euro. Quella ungherese avrebbe dovuto essere l'edizione numero quarantasei, tuttavia l'edizione originariamente prevista nel 2020, la quarantaquattro, fu prima rimandata al 2021, poi annullata definitivamente, perciò l'edizione di Chennai del 2022 è diventata la quarantaquattresima edizione del torneo. Formato e regolamento Entrambi i tornei sono disputati con il sistema svizzero, sulla lunghezza di 11 turni. La classifica verrà determinata dai match points (2 punti per la vittoria di squadra, 1 per il pareggio, 0 per la sconfitta); in caso di parità, i criteri di spareggio saranno (in sequenza) il punteggio Sonneborn- Berger, i game points (totale dei punti ottenuti dai membri della squadra) e infine la somma dei match points ottenuti dagli avversari, escludendo la squadra con il minor numero di punti. Ogni incontro sarà disputato sulle quattro scacchiere; le squadre potranno essere formate da un massimo di cinque giocatori. Il tempo di riflessione è di 90 minuti per 40 mosse, più 30 minuti per finire, più 30 secondi a mossa di incremento a partire dalla prima mossa. Note Categoria:Scacchi nel 2024 2024 Categoria:Competizioni sportive a Budapest Categoria:Scacchi in Ungheria
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Nazionale di pallamano maschile del Belgio - La nazionale belga di pallamano rappresenta il Belgio nelle competizioni internazionali e la sua attività è gestita dalla Belgian Handball Federation. Competizioni principali Voci correlate Olimpiadi * Campionato mondiale di pallamano maschile * Campionato europeo di pallamano maschile Collegamenti esterni Belgio Pallamano maschile Categoria:Pallamano in Belgio
548086
declinant - terza persona plurale dell'indicativo presente attivo di declinō * (pronuncia classica) vedi declinō
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Jean-Pierre Gasc - Jean-Pierre Gasc (1937–), French herpetologist. * Département Écologie et Gestion de la Biodiversité, Muséum National d'Histoire Naturelle, Paris, France. =1979= =1980= =1986 Category:Taxon authorities Category:Herpetologists
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Phaseolus compressus - *Phaseolus compressus DC. = Phaseolus vulgaris L. *Phaseolus compressus Zoll. & Moritzi = Phaseolus lunatus L.
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Deserticossus - Species: Deserticossus Yakovlev, 2006 : Cossus arenicola Staudinger, 1897 by original designation. Category:Roman Viktorovich Yakovlev taxa
622183
médico - medico medico Portoghese * Spagnolo
1372298
Vadoniotus filipalpis - Species: Vadoniotus filipalpis , 1954: 288 Madagascar. * 1954. Les Psélaphides de Madagascar. Mémoires de l’Institut Scientifique de Madagascar, Série E: Entomologie 4 [1953]: 139–344. [original description: p. 288] Category: René Gabriel Jeannel taxa
562643
Hancockia uniflora - Species: Hancockia uniflora Hancockia uniflora , J. Linn. Soc., Bot. 36: 20 (1903) * * Chrysoglossella japonica , Sci. Rep. Yokosuka City Mus. 13: 29 (1967) ** Hancockia japonica () , Wild Orchids Japan Colour: 73 (1971) = = * * 1903. Journal of the Linnean Society, Botany 36(249): 20. = = Category:Robert Allen Rolfe taxa
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Cyriocosmus nogueiranetoi - Species: Fukushima, Bertani & da Silva Jr., 2005 : Rio Branco, Acre, Brazil. : IBSP. female ♀. XI.1996. legit D. Pinz. IBSP 9193. Category:IBSP Category:Caroline Sayuri Fukushima taxa Category:Rogério Bertani taxa Category:Pedro Ismael da Silva Júnior taxa
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Calophaena unifasciata - Species: Calophaena unifasciata , 1861 [accessed on December 2, 2018] Category: Accepted species name Category: Extant species
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Delray Beach Open 2023 - Qualificazioni singolare - Le qualificazioni del singolare del Delray Beach Open 2023 sono state un torneo di tennis preliminare per accedere alla fase finale della manifestazione. I vincitori dell'ultimo turno sono entrati di diritto nel tabellone principale. In caso di ritiro di uno o più giocatori aventi diritto a questi sono subentrati i lucky loser, ossia i giocatori che hanno perso nell'ultimo turno ma che avevano una classifica più alta rispetto agli altri partecipanti che avevano comunque perso nel turno finale. Teste di serie # Christopher Eubanks (qualificato) # Nuno Borges (qualificato) # ~~Yosuke Watanuki~~ (ritirato) # Rinky Hijikata (primo turno) 5. Steve Johnson (ultimo turno, lucky loser) 6. Mattia Bellucci (primo turno) 7. Aleksandar Vukic (ultimo turno, lucky loser) 8. Wu Tung-lin (qualificato) Qualificati # Christopher Eubanks # Nuno Borges 3. Matija Pecotić 4. Wu Tung-lin Lucky loser # Steve Johnson 2. Aleksandar Vukic Tabellone = Sezione 1 = = Sezione 2 = = Sezione 3 = = Sezione 4 = Collegamenti esterni Categoria:Delray Beach Open 2023
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Neobonzia themedae - Species: * * ; 2008: A new cunaxid genus with descriptions of two new species from Brazil (Acari: Prostigmata: Bdelloidea: Cunaxidae). Zootaxa, 1731: 42–50. Abstract & excerpt
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ABN AMRO World Tennis Tournament 1999 - Singolare - Il singolare dell'ABN AMRO World Tennis Tournament 1999 è stato un torneo di tennis facente parte dell'ATP Tour. Jan Siemerink era il detentore del titolo, ma ha perso nel 1º turno contro Fabrice Santoro. Evgenij Kafel'nikov ha battuto in finale 6–2, 7–6(3), Tim Henman. Teste di serie # Àlex Corretja (primo turno) # Evgenij Kafel'nikov (campione) # Tim Henman (final) # Richard Krajicek (secondo turno) 5. Greg Rusedski (semifinali) 6. Karol Kučera (quarti) 7. Thomas Enqvist (primo turno) 8. Goran Ivanišević (primo turno) Qualificazioni Tabellone =Finali= =Parte alta= =Parte bassa= Collegamenti esterni * Categoria:ABN AMRO World Tennis Tournament 1999 Categoria:ATP Tour 1999
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Hexalonche - Familia: Actinommidae Subfamilia: - Genus: Hexalonche Hexalonche *
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Associazione Calcio Femminile Firenze - {{Squadra di calcio |nome squadra= A.C.F. Firenze |nomestemma= |soprannomi = Viola, Gigliate |pattern_b1= _vneckwhite |body1= 5B0CB3 |pattern_la1= _Fioh08 |leftarm1= 5B0CB3 |pattern_ra1=_Fio08h |rightarm1= 5B0CB3 |shorts1= 5B0CB3 |socks1= 5B0CB3 |pattern_b2= _thinsidesonwhite |body2= 5B0CB3 |pattern_la2= |leftarm2= FFFFFF |pattern_ra2= |rightarm2= FFFFFF |shorts2= FFFFFF |socks2= FFFFFF |nazione = |bandiera = Flag of Italy.svg |federazione = FIGC |confederazione = UEFA |annofondazione = 1979 |annoscioglimento = 2015 |rifondazione = |inno = |autore = |città = Firenze |presidente = Andrea Guagni |allenatore = Sauro Fattori |campionato = |stadio = Stadio comunale San Marcellino |capienza = |colori = Viola |simboli = Giglio bottonato |sito = www.firenzecalciofemminile.it }} LAssociazione Calcio Femminile Firenze A.S.D. è stata una società di calcio femminile dilettantistica con sede a Firenze. Fondata alla fine degli anni settanta, ha disputato numerose stagioni in Serie A, massimo livello del campionato italiano di calcio femminile, nella quale milita nella sua ultima fase dalla stagione 2010-2011 alla stagione 2014-2015. Storia Il Firenze nasce nel 1979 con il nome di Polisportiva Oltrarno Firenze per poi assumere il nome di Firenze nel 1986. Dopo alcuni anni tra campionati regionali e Serie B nel 1984 arriva la promozione in Serie A, campionato nel quale rimarrà fino alla stagione 1992-1993, stagione in cui, nonostante la squadra abbia raggiunto il miglior traguardo di tutta la sua storia classificandosi al 3º posto, per motivi economici la società rinuncia alla massima serie per ripartire dalla Serie C. Nel 2005 ritorna in Serie A. Dopo la salvezza nella stagione 2006-2007, retrocede l'anno successivo nella Serie A2, per poi essere nuovamente promossa in serie A al termine della stagione 2009-2010. Nel 2015 viene fondata la sezione femminile della ACF Fiorentina raccogliendo l'eredità dello storico club. Cronistoria Cronistoria dell'A.C.F. Firenze A.S.D. * 1979 - Nasce la Polisportiva Oltrarno Firenze. * 1980 - Si affilia alla F.I.G.C.F.F.I.G.C.F., comunicato ufficiale n. 14 del 20 maggio 1980 dove è citata come "Pol. Oltrarno Firenze" iscrivendosi al campionato di Serie C gestito dal Comitato Regionale LombardoNella stagione 1980 per motivi logistici, non avendo potuto organizzare il Comitato Regionale Emiliano a causa delle dimissioni del Commissario Regionale Mario Cugini e la mancata nomina del Commissario per le Marche e la Toscana, le squadre dell'Emilia-Romagna Marche e nord Toscana furono inserite nei quadri del Comitato Regionale Lombardo della F.I.G.C.F. avente sede a Monza, che gestì un girone lombardo e uno misto per le altre regioni, vinto dalla Pol. Oltrarno Firenze.. * 1980 - 1º nel girone B della Serie C lombarda. Promossa in Serie B. * 1981 - 6º nel girone C della Serie B. * 1982 - 4º nel girone C della Serie B. * 1983 - 2º nel girone B della Serie B. Perde 0-1 lo spareggio promozione del 10 luglio contro l'Alba Pavona Crismatours. È in seguito ammessa in Serie A alla compilazione dei quadri della stagione 1984. * 1984 - 11º in Serie A. Cambio di denominazione in Pol. Mukkilatte Firenze. * 1985 - 9º in Serie A. * 1985-1986 - 10º in Serie A. * 1986 - Cambio di denominazione in A.C.F. Firenze Casa 77. * 1986-1987 - 14º in Serie A. Retrocessa in Serie B a causa dei peggiori scontri diretti con l'Ascoli Sabelli. * 1987-1988 - 2º nel girone B della Serie B. Promossa in Serie A. * 1988-1989 - 7º in Serie A. * 1989 - Cambio di denominazione in A.C.F. Oltrarno Firenze. * 1989-1990 - 8º in Serie A. Cambia denominazione in A.C.F. Firenze. * 1990-1991 - 8º in Serie A. * 1991-1992 - 5º in Serie A. Nei play-off per l'assegnazione dello scudetto perde 0-1 il primo turno il 13 giugno 1992 a Savignano sul Rubicone contro la Lazio. * 1992-1993 - 3º in Serie A. Rinuncia al campionato e si iscrive in Serie C Toscana. * 1993-1994 - Nel girone unico della Serie C Toscana. * 1994-1995 - 1º nel girone unico della Serie C Toscana, ammesso alle finali per la promozione in Serie B. Battendo il Quarticciolo Lazio e la Foroni è promosso in Serie B, ma in seguito rinuncia e si iscrive in Serie C Toscana. * 1995-1996 - 1º girone unico della Serie C Toscana. Promosso in Serie B. * 1996-1997 - 8º nel girone A della Serie B. * 1997-1998 - 13º nel girone A della Serie B. Rinuncia alla Serie B per iscriversi in Serie C Toscana. * 1998-1999 - 1º nel girone B della Serie C Toscana. 3º nei play-off della Toscana (girone di 6 squadre). * 1999-2000 - 1º nel girone B della Serie C Toscana. 4º nei play-off della Toscana (girone di sola andata a 9 squadre). * 2000-2001 - 3º nel girone unico della Serie C Toscana. Promosso in Serie B. * 2001-2002 - 6º nel girone C della Serie B. :Prima fase di Coppa Italia. * 2002-2003 - 2º nel girone C della Serie B. Promosso in Serie A2. :Seconda fase di Coppa Italia. * 2003-2004 - 6º nel girone A della Serie A2. :Secondo turno di Coppa Italia. * 2004-2005 - 2º nel girone B della Serie A2. :Primo turno di Coppa Italia. * 2005-2006 - 1º nel girone B della Serie A2. Promosso in Serie A. :Primo turno di Coppa Italia. * 2006-2007 - 9º in Serie A. :Primo turno di Coppa Italia. * 2007-2008 - 12º in Serie A. Retrocesso in Serie A2. :Primo turno di Coppa Italia. * 2008-2009 - 2º nel girone B della Serie A2. :Prima fase di Coppa Italia. * 2009 - Cambio di denominazione in A.C.F. Firenze A.S.D. * 2009-2010 - 2º nel girone B della Serie A2. Promosso in Serie A. :Quarta fase di Coppa Italia. * 2010-2011 - 11º in Serie A. :Semifinale di Coppa Italia. * 2011-2012 - 9º in Serie A. :Quarti di finale di Coppa Italia. * 2012-2013 - 8º in Serie A. :Ottavi di finale di Coppa Italia. * 2013-2014 - 8º in Serie A. :Quarti di finale di Coppa Italia. * 2014-2015 - 4º in Serie A. :Ottavi di finale di Coppa Italia. * 2015 - Al termine della stagione, il club cede il suo titolo sportivo alla neoistituita Women's. Allenatori Calciatrici Palmarès =Competizioni giovanili * Campionato Primavera: 1 *2012-2013 Altri piazzamenti * :Semifinalista: 2010-2011 Note Collegamenti esterni * *
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Tagliapietra - I Tagliapietra furono una famiglia patrizia veneziana, ascritta al patriziato fra le cosiddette Casade Novissime. Storia Secondo la tradizione, questo nobile casato si trasferì da Burano a RialtoTagliapietra - Dizionario Storico- Portatile Di Tutte Le Venete Patrizie Famiglie, dove diede alla città antichi tribuni. Membri dell'antico Consilium cittadino, i Tagliapietra furono tra le famiglie incluse dal Maggior Consiglio all'epoca della serrata del 1297, benché un ramo ne fosse rimasto escluso; successivamente, tuttavia, anche quest'ultimo vi fu riammesso a seguito dell'aiuto prestato alla Repubblica durante la guerra di Chioggia. Altre fonti, invece, li vogliono originari dell'Istria, da dove giunsero in laguna tra i primi abitanti, esercitando mestieri manuali. Qui, a seguito della guerra contro i genovesi, furono ascritti al patriziato nelle persone di Natale Tagliapietra e di suo figlio Nicolò. Tra i membri più illustri della famiglia si ricorda Contessa Tagliapietra, proclamata beata dalla Chiesa cattolica per la santità della propria vita, il cui corpo riposa ancora oggi in San Maurizio. Membri illustri Francesco Tagliapietra (XIV secolo), ecclesiastico, fu vescovo di Torcello tra il 1303 e il 1312. Note Categoria:Famiglie del patriziato veneziano
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Salomè (opera) - Salomè o Salome, dramma musicale in un atto dall'omonimo poema di Oscar Wilde su libretto di Hedwig Lachmann, musica di Richard Strauss. Prima rappresentazione a Dresda alla Semperoper nell'anno 1905; prima italiana al Teatro Regio di Torino nell'anno 1906. Incipit =LeawingtonAmpia terrazza nella reggia d'Erode, che immette nella sala del banchetto. Narraboth: Com'è bella la principessa Salomè questa sera! Il paggio d'Erodiade: Guarda la luna! La luna ha l'aspetto assai strano. Si direbbe una donna che sorga dall'avello. Narraboth: Ha l'aspetto assai strano. Ella somiglia ad una principessa dai piedi belli come piccole colombe bianche... Si direbbe che danzi. Il paggio d'Erodiade: Ell'è come una donna morta. Lenta sen va. (tumulto dalla sala del banchetto) Primo soldato: Che schiamazzo! Chi son queste belve che urlano? Secondo soldato: Gli ebrei. Eternamente uguali! È sui dogmi lor che vanno discutendo. Primo soldato: Io trovo ridicola la discussione su simili facezie. Narraboth: Quanto è bella la principessa Salomé questa sera! Il paggio d'Erodiade: Tu la contempli sempre. Tu la contempli troppo... Non è permesso fissar la gente sì intensamente. Ten potria venire sventura Narraboth: È tanto bella, questa sera!SchanzerLuogo dell'azione Un'ampia terrazza nella Reggia di Erode Narraboth: Oh, Cielo! Splende, stanotte, Salome, quale Dea! Il paggio d'Erodiade: Vedi, tu Narraboth, la pallente luna? Un'ombra, casa pare, che sorga dall'avello! Narraboth: È molto strana. Essa è quale una graziosa regina, d'onde i piè sien bianche tortore. Par ch'essa danzi, lassù. Il paggio d'Erodiade: Spettrale, essa pare, quale una morta. Per l'étra, pianamente, se'n va. Primo soldato: O, che baccano! Sai, tu, dirmi che belve sien quelle rinchiuse là giù? Secondo soldato: Son gli Ebrei. Essi non mutano. Stanno altercando su la loro religione. Primo soldato: Ma non è ridicolo, forse, altercar sol per questo? Narraboth: È tutta luce, Salome, questa sera! Il paggio d'Erodiade: La guardi sempre, tu... e troppo l'affisi! È cosa audace scrutar l'anime, come tu fai! Guardati... Credi a me! Narraboth: Divina ell'è questa sera! Giovane siriaco"Come è pallida la principessa! Mai l'ho veduta così pallida. Sembra il riflesso di una rosa bianca in uno specchio d'argento" Altri progetti Categoria:Opere liriche
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Turdoides striata - thumb|250px|Turdoides striata juvenile Species: Turdoides striata Subspecies: T. s. malabarica \- T. s. orientalis \- T. s. orissa \- T. s. sindiana \- T. s. somervillei \- T. s. striata Turdoides striata (Dumont, 1823) Turdoides striatus * Dictionnaire des Sciences naturelles 29 p. 268 Category:Charles Dumont de Sainte Croix taxa
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Che cosa dovrebbe fare la Russia con l'Ucraina - Che cosa dovrebbe fare la Russia con l'Ucraina () è un articolo pubblicato il 3 aprile 2022 dall'agenzia di stampa statale russa RIA Novosti, a firma di Timofej Sergejcev. L'articolo esprime l'opinione secondo cui sarebbe necessaria la completa distruzione dell'Ucraina come stato (debellatio), in un contesto motivazionale che mette in dubbio la stessa legittimità valoriale del sostenere l'identità nazionale ucraina. È stato pubblicato nel contesto dell'invasione russa dell'Ucraina allora in corso, lo stesso giorno in cui sono stati scoperti i cadaveri di dozzine di civili dopo la ritirata delle forze russe dalla città ucraina di Buča. L'articolo ha suscitato critiche e indignazione internazionali e, stante la sua riconducibilità da un organo russo di informazione statale, ha alimentato l'accusa della presenza di intenti genocidiari nell'aggressione russa all'Ucraina. Contenuto L'articolo (tradotto integralmente anche in italiano) propugna la rimozione della cultura ucraina e la "rieducazione" su larga scala degli ucraini nei territori occupati dalla Russia durante l'invasione dell'Ucraina del 2022. L'autore insiste sul fatto che l'etnocentrismo dell'Ucraina è una perversione artificiale, che l'esistenza dell'Ucraina è "impossibile" come stato-nazione e che la stessa parola "Ucraina" non dovrebbe esistere. Secondo l'autore, l'Ucraina dovrebbe essere smantellata e sostituita con diversi stati sotto il diretto controllo della Russia. Aggiunge che anche la "componente etnica dell'autoidentificazione" dell'Ucraina sarebbe superata dopo la sua occupazione da parte della Russia. L’autore definisce letteralmente l’identità etnica dell’Ucraina come una “esagerazione artificiale su grande scala della componente etnica nell’autoidentificazione della popolazione dei territori storici della piccola Russia e della Nuova Russia; che i tentativi di «costruzione» dell’Ucraina hanno indubbiamente condotto al nazismo; che “l’ucrainità è una costruzione artificiale antirussa che non ha proprio contenuto di civiltà; è un elemento subordinato a una civiltà straniera e contro natura. Indica l’Occidente come ideatore di tale «invenzione» nonché come lo «sponsor» e la fonte del suo “nazismo”. L'autore afferma che "molto probabilmente la maggioranza" dei civili ucraini sono nazisti che "tecnicamente" non possono essere puniti come criminali di guerra, ma possono essere soggetti a "denazificazione". Afferma che gli ucraini devono "assimilare l'esperienza" della guerra "come lezione storica ed espiazione per la loro colpa". Dopo la guerra, la rieducazione, la reclusione e la pena di morte sarebbero una possibile punizione da infliggere, prima che la popolazione sia "integrata" nella "civiltà russa". L'autore descrive le azioni pianificate dalla Russia come una "decolonizzazione" dell'Ucraina. Autore L'autore del testo, Timofej Sergejcev (), ha svolto attività di consulente per Viktor Pinčuk dal 1998 al 2000, inclusa la campagna elettorale di Pinčuk nel 1998 in Ucraina, ed è stato membro del consiglio di amministrazione di Interpipe Group. Nel 1999 ha lavorato per la campagna presidenziale dell'allora presidente in carica dell'Ucraina Leonid Kučma. Nel settembre 2004 è stato consulente di Viktor Janukovyč. Nel 2010 ha lavorato con Arsenij Jacenjuk. Nel 2012, Sergejcev ha co-prodotto il film russo Matč, criticato per l'ucrainofobia e, due anni dopo, bandito dal territorio dell'Ucraina come propaganda. Secondo Der Tagesspiegel, Sergejcev sostiene che il partito politico pro-Putin "Piattaforma civica" sia finanziato da uno degli oligarchi della cerchia ristretta di Putin. Secondo Euractiv, Sergejcev è "uno degli ideologi del moderno fascismo russo". Reazioni Dmitrij Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Russia, ha ribadito i punti principali dell'articolo pochi giorni dopo la sua pubblicazione. Secondo Medvedev, "un segmento appassionato della società ucraina ha invocato il Terzo Reich"; l'Ucraina perciò - secondo l'articolo da lui pubblicato su Telegram - dovrebbe essere "denazificata" e il risultato sarà un crollo dell'Ucraina come Stato. Medvedev afferma in conclusione che il crollo è un percorso verso "l'Eurasia aperta da Lisbona a Vladivostok" Medvedev: objetivo de Putin será "criar uma Eurásia aberta - de Lisboa a Vladivostok", Observador, 5 aprile 2022.. Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelens'kyj ha invece affermato che l'articolo è la prova dei piani della Federazione Russa di compiere un genocidio di cittadini ucrainiArticle 'What Russia should do with Ukraine' is evidence for future tribunal - Zelensky, Interfax-Ukraine, 5 aprile 2022., Ha osservato, per denotare il genocidio degli ucraini, che nell'articolo sono stati utilizzati i termini "de-ucrainizzazione" e "de-europeizzazione". A suo avviso, questa è una delle prove per un futuro tribunale contro i crimini di guerra russi in Ucraina Zelenskyy on RIA Novosti article: One piece of evidence for a future tribunal, Ukrayinska Pravda, 4 aprile 2022.. Secondo un rappresentante dell'Ucraina ai negoziati di pace russo-ucraini, Mychajlo Podoljak, l'articolo è un appello ufficiale per omicidi di massa di ucraini a causa della loro etnia e dovrà essere considerato, in quanto tale, dai tribunali penali internazionali В ОП напомнили России о международных судах из-за статьи о "перевоспитании" украинцев, Украинская правда, КАТЕРИНА ТИЩЕНКО — ПОНЕДЕЛЬНИК, 4 АПРЕЛЯ 2022.. Il deputato del Bundestag Thomas Heilmann ha intentato una causa contro l'autore dell'articolo, sostenendo che esso potrebbe costituire una violazione della Convenzione sulla prevenzione e la punizione del genocidio. Analisi Secondo Mika Aaltola, direttore dell'Istituto finlandese per gli affari internazionali, l'articolo mostra che la propaganda di guerra russa "si sviluppa in una direzione preoccupante". Secondo Meduza, l'articolo è "essenzialmente un progetto per il genocidio" degli ucraini. Secondo l'esperto di Oxford di affari russi, Samuel Ramani, l'articolo "rappresenta il pensiero tradizionale del Cremlino"Alexander Nazaryan, 'Genocide masterplan': Experts alarmed after Kremlin intellectual calls for 'cleansed' Ukraine, Yahoo News, 5 aprile 2022.. Lo storico americano Timothy Snyder ha scritto che il testo "sostiene l'eliminazione del popolo ucraino in quanto tale". In seguito egli ha notato che vi si utilizza una definizione speciale della parola "nazista": "un nazista è un ucraino che rifiuta di ammettere di essere russo". A suo avviso, l'articolo rivela l'intento genocidiario della Russia. Note Collegamenti esterni Categoria:Relazioni bilaterali tra Russia e Ucraina Categoria:Revisionismo storico Categoria:Invasione russa dell'Ucraina del 2022 Categoria:Propaganda in Russia
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Coptops thibetanus - Species: Coptops thibetanus , 1974 [accessed on December 29, 2018] Category: Accepted species name Category: Extant species
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Adolfo Caminha - Biografia Caminha nacque da Raimundo Ferreira dos Santos e Maria Firmina Caminha. Rimasto orfano all'età di 10 anni, andò a vivere con suo zio a Fortaleza. Nel 1883 si trasferisce a Rio de Janeiro, dove un altro suo parente lo immatricolò in una scuola navale. Nel 1886, pubblicò la sua prima opera: Voos Incertos. Nello stesso anno, fece un viaggio di istruzione negli Stati Uniti. Nel 1887 dopo esser stato promosso a sottotenente, pubblicò i racconti Judite e Lágrimas de um Crente. Nel 1888 tornato a Fortaleza si innamora di Isabel de Paula Barros, la moglie di un alférez, che abbandona il marito per vivere con lui. La coppia aveva due figlie: Belkiss e Aglaís. Nello scandalo che segui, fuggì a Rio de Janeiro, dove avrebbe trascorse il resto della sua vita lavorando come funzionario. Dal 1891, Caminha lavorò per quotidiani come il Jornal do Commercio, la Gazeta de Noticias e O País, usando lo pseudonimo di Félix Guanabarino. Inoltre pubblicò il romanzo A Normalista. Nel 1894, fece un resoconto del suo viaggio negli Stati Uniti, dal titolo No País dos Ianques ("nel paese degli Yankees"). Nel 1895, pubblicò il suo più celebre romanzo Bom Crioulo (descritto come il primo romanzo omosessuale dell'Occidente Homoerotismo Recensione dell'edizione italiana del 2005 su culturagay.it) e anche Cartas Literárias. Nel 1896 fondò un giornale intitolato Nova Revista, e in più pubblicò un nuovo romanzo: Tentação. Povero e debilitato dalla tubercolosi, morì a soli 29 anni, lasciando due romanzi incompiuti (Ângelo e O Emigrado). La sua opera, densamente tragica, fu poco apprezzata all'epoca per via dei temi trattati. Note Altri progetti Collegamenti esterni * * Categoria:Nati nel Ceará Categoria:Scrittori trattanti tematiche LGBT
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sown - sown :*: seminato
840997
Culicoides (Cotocripus) - Species: Brèthes, 1912 Category:Juan Brèthes taxa
2782364
Wahlstedt - Wahlstedt è una città di abitanti dello Schleswig-Holstein, in Germania. Appartiene al circondario (Kreis) di Segeberg (targa SE). Note Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Comuni del circondario di Segeberg
270439
desegretasti - seconda persona singolare dell'indicativo passato remoto di desegretare :*:
1981776
Miconia minutiflora - Species: Miconia minutiflora Miconia minutiflora () , 1828 *Acinodendron minutiflorum (Bonpl.) Kuntze in Revis. Gen. Pl. 1: 245 (1891) **Melastoma minutiflorum Bonpl. in F.W.H.A.von Humboldt & A.J.A.Bonpland, Monogr. Melast. 1(Melast.): 50 (1809) **Tamonea minutiflora (Bonpl.) Krasser in H.G.A.Engler & K.A.E.Prantl, Nat. Pflanzenfam. 3(7): 142, 188 (1893) **Cremanium paniculatum Mart. ex Triana in Trans. Linn. Soc. London 28: 118 (1871 publ. 1872), not validly publ. **Cremanium rubens Griseb. in Fl. Brit. W. I.: 261 (1860) **Cremanium trinitatis Crueg. in Linnaea 20: 111 (1847) **Glossocentrum collinum Crueg. in Linnaea 20: 111 (1847) **Melastoma pendulum Salzm. ex Griseb. in Fl. Brit. W. I.: 257 (1860), pro syn. **Miconia borealis Gleason in Bull. Torrey Bot. Club 55: 118 (1928) **Miconia glossocentra Naudin in Ann. Sci. Nat., Bot., sér. 3, 16: 243 (1851 publ. 1850) **Miconia melaodendron Naudin in Ann. Sci. Nat., Bot., sér. 3, 16: 162 (1851 publ. 1850) **Miconia minutiflora var. latifolia Cogn. in C.F.P.von Martius & auct. suc. (eds.), Fl. Bras. 14(4): 385 (1887) **Miconia trinitatis (Crueg.) Naudin in Ann. Sci. Nat., Bot., sér. 3, 16: 246 (1851 publ. 1850) * : 3: 189 Roskov Y. & al. (eds.) (2018). Species 2000 & ITIS Catalogue of Life Naturalis, Leiden, the Netherlands. category:Augustin Pyrame de Candolle taxa
6524059
Herculaneum (Missouri) - Herculaneum è un comune degli Stati Uniti d'America, situato nello Stato del Missouri, nella contea di Jefferson. Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Comuni del Missouri
358149
sbaccello - prima persona singolare dell'indicativo presente di sbaccellare :*:
311848
Chrysozephyrus inthanonensis inthanonensis - Subspecies: & , 1990. : Thailand, Doi Inthanon. : Coll. H. Sugiyama. male ♂. Chrysozephyrus inthanonensis Murayama & Kimura, 1990: 19–24, figs 11-14 ♂,♀. *Chrysozephyrus inthanonensis inthanonensis Murayama & Kimura; Koiwaya, 2007: 206, 124-1a to 124-1b.
8782622
Ospedale Santa Chiara (disambigua) - *Ospedale Santa Chiara a Pisa *Presidio Ospedaliero Santa Chiara di Trento *Clinica Santa Chiara a Locarno
3701603
Santy Hulst - Carriera Debutta con l'ADO Den Haag il 29 novembre 2009 nella sconfitta interna 0-2 contro il Feyenoord. Collegamenti esterni
636867
prescelte - f pl #femminile plurale di prescelto f pl #femminile plurale di prescelto #participio passato plurale femminile di prescegliere ; pre | scél | te *elette, predestinate *scelte, preferite, favorite, anteposte, distinte, selezionate *predilette, beniamine *scartate, escluse :*: chosen, selected :*: * *
142155
Ctenopharyngodon - Species (1): * Ctenopharyngodon , 1866 * Steindachner 1866: Verh. zool.-bot. Ges. Wien, 16, Abh., 782. ION * Nomenclator Zoologicus * Category:Franz Steindachner taxa
1697776
Teucrium eriocephalum - Species: Teucrium eriocephalum Subspecies: Teucrium eriocephalum , Linnaea 25: 58 (1852). * Teucrium polium subsp. eriocephalum () & , Collect. Bot. (Barcelona) 14: 92 (1983). Category:Heinrich Moritz Willkomm taxa
506317
Allium rothii - Species: Allium rothii Allium rothii (1843) * 1837-1843 publ. 1843: Abh. Math.-Phys. Cl. Konigl. Bayer. Akad. Wiss. 3: 232, t. 2, fig. 2. * category:Joseph Gerhard Zuccarini taxa Category:Eponyms of Albrecht Wilhelm Roth
544531
condensaremur - prima persona plurale del congiuntivo imperfetto passivo di condensō * (pronuncia classica) vedi condensō
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Unione provinciale dei corpi dei vigili del fuoco volontari dell'Alto Adige - L'Unione provinciale dei corpi dei vigili del fuoco volontari dell'Alto Adige, in tedesco Landesverband der Freiwilligen Feuerwehren Südtirols (sigla LFV- UVF) è l'organismo preposto al coordinamento dell'attività di tutti i corpi antincendio a carattere volontario attivi nella provincia autonoma di Bolzano, in Italia. Storia Le prime norme di regolamentazione per la prevenzione degli incendi e le pene per chi li causava risalgono al 1300–1400 sotto forma di "statuti" o Weistümer, anche se a Merano si sono ritrovati scritti risalenti al 1200 con la presenza di regulae atte allo scopo. A quei tempi era il Saltner (dal lat. saltus) che oltre ai compiti di messo comunale e guardia forestale svolgeva anche la mansione di "vigile" per sventare incendi sia a carattere domestico che boschivo. A Trento, nel 1472 il magistrato consolare aveva provveduto alla distribuzione di "instrumenti contro gli incendj" ai capi quartiere, nel 1563 intimava tutti i muratori, scalpellini e potatori "d'accorrere tosto al salvataggio", nominava una guardia notturna, acquistava delle secchie in cuoio per l'estinzione degli incendi e, nel 1624, istituì una tassa per l'acquisto di altre attrezzature. Con gli statuti dei vari comuni sorgono nuove figure più specializzate come quella del "portatore" che aveva compiti e obblighi ben precisi per quanto riguardava l'intervento in caso d'incendio, venne imposto anche che per ogni casa vi fosse almeno una persona tenuta ad intervenire per l'estinzione d'incendi in paese. La prima metà del 1600 vede la nascita di un'altra figura, quella del "sovrastante del fuoco", che aveva compiti di prevenzione e di intervento in caso di incendio e che veniva coadiuvato dai "giurati" nominati, come il sovrastante, dal consiglio comunale; un esempio di questa organizzazione (il primo documentato) si ha a Pergine nel 1677. A cavallo tra il 1700 e il 1800 i comuni sudtirolesi si mettono in linea, con le direttive contenute nel "Regolamento generale per gli incendi da osservarsi nella città capitale d'Innsbruck e nelle altre città e borghi del Tirolo" del 1787, fatto che porterà, nella seconda metà del 1800, all'istituzione dei "pompieri" e dei "civici pompieri zappatori". Il primo corpo di vigili del fuoco volontari dell'Alto Adige fu fondato nel 1864 a Brunico. Quando dopo il 1918 il territorio tra il Brennero e Salorno passò all'Italia, la successiva ascesa al potere del fascismo portò allo scioglimento coatto di tutte le associazioni ed organizzazioni considerate di "matrice tedesca". Il sistema dei corpi antincendio volontari venne quindi abolito, facendo luogo a una rete di sei corpi professionali permanenti, dislocati nelle sole maggiori città (Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico, Vipiteno ed Egna); nel 1941 questi nuovi corpi entrarono a far parte del corpo nazionale dei vigili del fuoco, venendo inquadrati nel 15º comando provinciale bolzanino. Con la caduta del fascismo, la liberazione e il passaggio all'Italia repubblicana, il sistema dei corpi volontari si riformò spontaneamente: nel 1955 venne quindi fondata l'unione provinciale dei corpi dei vigili del fuoco volontari dell'Alto Adige (Landesverband der Freiwilligen Feuerwehren Südtirols). Con l'entrata in vigore del "secondo statuto" di autonomia del 1972, le competenze amministrative in materia di protezione antincendio furono trasferite alle singole province autonome di Trento e di Bolzano. Ciò portò alla riorganizzazione del sistema dei Vigili del Fuoco altoatesini in chiave essenzialmente volontaria, limitando fortemente la prassi professionistica: i corpi permanenti furono sciolti (ad eccezione di quello di Bolzano) e le divisioni volontarie vennero progressivamente ramificate su tutto il territorio. Mansioni Come sopra accennato, in virtù dello statuto speciale in vigore nella Regione autonoma Trentino-Alto Adige, la gestione del servizio antincendio nel territorio di competenza non fa capo al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ma alle istituzioni provinciali. In Alto Adige l'amministrazione provinciale attribuisce ai corpi dei vigili del fuoco volontari i seguenti compiti, sanciti dalla legge provinciale numero 15 del 18 dicembre 2002: * protezione antincendi preventiva e difensiva * prestazione di soccorsi tecnici (misure di soccorso e di aiuto a persone, animali, ambiente e cose, per la prevenzione e il contenimento di pericoli e danni di ogni tipo) * aiuto in caso di calamità Organizzazione Nella provincia autonoma di Bolzano sono attivi 306 corpi di vigili del fuoco volontari dislocati presso tutti i comuni (alcuni comuni hanno più corpi nel loro territorio), a loro volta suddivisi in 9 distretti. A essi si affiancano cinque corpi permanenti a carattere professionale: uno di tipo generalista con sede a Bolzano, uno dedicato al civico aeroporto e tre a presidio delle maggiori agglomerazioni industriali della provincia. La grande capillarità del sistema è concepita ai fini di ridurre al minimo i tempi d'intervento (anche a meno di 10 minuti dalla chiamata d'emergenza al numero abilitato) e di disporre di personale esperto della conformazione morfologico- urbanistica di tutto il territorio provinciale. Qualora poi le emergenze siano di tale gravità da impedire ai vigili volontari del territorio di competenza di farvi efficacemente fronte, la prassi prevede un afflusso di rinforzi a carattere "scalare": dapprima vengono richiamati i corpi volontari dei distretti limitrofi, poi (solo nei casi più seri) anche i corpi permanenti del capoluogo e dei poli industriali. In quanto volontari, gli aderenti ai corpi comunali prestano il proprio servizio (sia negli interventi di soccorso che nell'organizzazione di attività di esercitazione, formazione, controllo delle attrezzature, amministrazione, reperimento di mezzi finanziari e via discorrendo) a titolo gratuito, nel tempo libero, durante le ferie o (nei casi che lo richiedono) allontanandosi giustificatamente dal posto di lavoro. Le fonti di finanziamento del sistema sono le istituzioni pubbliche (sovvenzioni vengono erogate da comuni, comprensori e provincia) e le donazioni liberali di cittadini o soggetti giuridici. La natura volontaria consente infine ai corpi locali di non dover far fronte a costi per il personale. Con l’approvazione da parte della Giunta Provinciale del nuovo Statuto dei Corpi, essi vengono inquadrati come “ODV” (organizzazione di volontariato), privatizzando nei fatti l’apparato antincendio volontario Sudtirolese. Ad oggi rimangono dubbi e perplessità sulla legittimità dell’atto amministrativo deliberato dalla Giunta Provinciale Alto Atesina, non avendo nel contempo legiferato con le opportune modifiche legislative. Rimangono altresì controverso la legittimazione dei Corpi volontari VVF Alto Atesini dopo la privatizzazione degli stessi nello svolgere il servizio antincendi provinciale senza una stipula di convenzione tra Provincia Autonoma di Bolzano e Corpi VVF volontari. In ultimo rimane ambigua la possibilità di mantenere la qualifica di “vigili del fuoco” in quanto ente di diritto privato privo di alcuna autorità di pubblica sicurezza. Nella vicina Provincia Autonoma di Trento e nella Regione Autonoma Valle D’Aosta, dopo un acceso dibattito interno tra Istituzioni e rappresentanze locali dei Vigili del Fuoco volontari, si è’ invece optato per il mantenimento dei Corpi VVF volontari Trentini e per il personale volontario del Corpo Valdostano VVF in un inquadramento pubblicistico, pur concedendo agli stessi ambia autonomia gestionale e amministrativa, mantenendone quindi le stesse peculiarità giuridiche conferite ai vigili del fuoco permanenti. Onorificenze interne L'Unione elargisce alcune onorificenze ai soci più meritevoli, istituite con la delibera del Direttivo Provinciale datata 24 marzo 1972: : Croce d'onore d'oro :(concessa "a persone che per il servizio antincendi in Alto Adige hanno svolto prestazioni eccellenti" o che "rischiando la loro vita hanno salvato altre persone"La stessa insegna è anche utilizzata come medaglia di lungo servizio per i membri del Direttivo Provinciale, nelle due classi d'oro (20 anni di appartenenza) ed argento (10 anni di appartenenza) : Medaglia d'onore in oro :(concessa quale riconoscimento "a persone, che hanno svolto prestazioni eccellenti per il servizio antincendio dell'Alto Adige") : Medaglia d'onore in argento :(concessa quale riconoscimento "a persone, che hanno svolto prestazioni eccellenti per il servizio antincendio dell'Alto Adige") : Croce d'oro al merito di lungo servizio (40 anni di servizio) : Croce d'argento al merito di lungo servizio (25 anni di servizio) : Croce di bronzo al merito di lungo servizio (15 anni di servizio) : Croce d'oro al merito di lungo servizio per vice-comandanti (40 anni di servizio) : Croce d'argento al merito di lungo servizio per vice-comandanti (25 anni di servizio) : Croce di bronzo al merito di lungo servizio per vice-comandanti (15 anni di servizio) : Croce d'oro al merito di lungo servizio per comandanti e direttivo distrettuale (40 anni di servizio) : Croce d'argento al merito di lungo servizio per comandanti e direttivo distrettuale (25 anni di servizio) : Croce di bronzo al merito di lungo servizio per comandanti e direttivo distrettuale (15 anni di servizio) Note Bibliografia Christoph Sternbach, 50 Jahre Landesverband und Bezirksverbände der Freiwilligen Feuerwehren Südtirols - ein Bericht zur Entwicklung des Feuerwehrwesens in Südtirol von 1955 bis 2005, Vilpiano, Landesverband, 2005. Voci correlate Medaglie e decorazioni degli enti locali italiani * Corpo forestale provinciale della Provincia autonoma di Bolzano * Federazione dei vigili del fuoco volontari della Provincia autonoma di Trento Collegamenti esterni Sito ufficiale dell'Unione provinciale * Categoria:Corpi del vigili del fuoco Categoria:Enti e associazioni di soccorso in Italia
2352535
Ed Johnson (cestista) - Carriera Venne selezionato dai Seattle SuperSonics al terzo giro del Draft NBA 1968 (34ª scelta assoluta). Palmarès :Joventut Badalona: 1977-78 * EBA Most Valuable Player (1973) Note Collegamenti esterni
8308370
Rio della Misericordia - Il Rio de la Misericordia è uno dei rii che corrono paralleli nel Sestiere di Cannaregio. Prende il nome dalla Scuola Grande della Misericordia che si trova all'incrocio tra questo rio ed il Rio di Noale, quest'ultimo che collega la Laguna Nord con il Canal Grande. Note Voci correlate Rio (Venezia) Altri progetti Misericordia
937638
Anthaxia bicolor - Subgenus: Species: Subspecies: * Anthaxia bicolor , 1835 = Original references = * The World of Jewel Beetles.
469255
International Standard Bibliographic Description - La International Standard Bibliographic Description (Descrizione Bibliografica Standard Internazionale) o ISBD è un insieme di regole prodotte dalla International Federation of Library Associations and Institutions (IFLA) per rendere universalmente e facilmente disponibili, in una forma accettabile in ambito internazionale, i dati bibliografici di base relativi a tutti i tipi di risorse pubblicati in ogni paese. Storia L'edizione consolidata definitiva è stata pubblicata nel 2011, dopo una prima versione preliminare rilasciata nel 2007, armonizzando e uniformando precedenti standard specifici Lista degli ISBD sostituiti nell'edizione consolidata definitiva. La promozione, revisione e aggiornamento dell'ISBD vengono gestiti dall'ISBD Review Group. Scopo Lo scopo principale dell'ISBD è fornire criteri uniformi per la condivisione delle informazioni bibliografiche tra le istituzioni bibliografiche nazionali, da una parte, e l'intera comunità bibliotecaria e informativa dall'altra. Struttura L'ISBD stabilisce un formato di registrazione suddiviso in 9 aree, per le quali è fissato il contenuto, l'ordine e la punteggiatura. Questo standard è stato adottato dai codici nazionali di catalogazione e utilizzato dalla gran parte delle bibliografie nazionali. Per l'Italia il codice di riferimento sono le Regole italiane di Catalogazione (REICAT), che fanno riferimento all'edizione consolidata preliminare dell'ISBD del 2007. Le aree descrittive sono le seguenti: * Area 0: Area della forma del contenuto e del tipo di supporto; * Area 1: Area del titolo e della formulazione di responsabilità (autore, curatore, traduttore); * Area 2: Area dell'edizione (indica quale edizione dell'opera sia presente in biblioteca); * Area 3: Area specifica del materiale o del tipo di risorsa (ad es., scala e coordinate per materiali cartografici); * Area 4: Area della pubblicazione, produzione, distribuzione ecc.; * Area 5: Area della descrizione fisica o collazione (numero di tomi se l'opera è in più volumi, numero di pagine e formato); * Area 6: Area della formulazione di serie (titolo del periodico oppure della collana editoriale); * Area 7: Area delle note (area jolly, non formale, destinata a registrare informazioni varie e complementari non inseribili nelle altre aree, compresi eventuali riferimenti a repertori o a fonti specializzate); * Area 8: Area dell'identificatore della risorsa (ISBN, ISSN ecc.) e delle condizioni di disponibilità. L'ordine è rigorosamente sequenziale, ma alcune parti possono essere eliminate, mantenendo però intatta la sequenza. Il titolo deve essere sempre posto all'inizio, l'autore o equivalente (curatore, traduttore ecc.) deve seguire necessariamente, e così via. Rispettare la sequenza è necessario per comunicare le informazioni bibliografiche in una maniera chiara, concisa, flessibile e facilmente identificabile anche se non si conosce la lingua utilizzata. Il codice è stato ideato in maniera compatta perché utilizzato inizialmente per catalogare i libri attraverso cataloghi a schede, anche se oggigiorno le stesse regole risultano comode nell'utilizzo informatico su schermi piccoli. Esempio > Da Cimabue a Morandi : saggi di storia della pittura italiana / Roberto > Longhi ; saggi di storia della pittura italiana scelti e ordinati da > Gianfranco Contini. - 11. ed. - Milano : Mondadori, 2008. - lxxxviii, 1139 > p. ; 18 cm. - (I Meridiani / collezione diretta da Giansiro Ferrata). - In > custodia Come si può notare dall'esempio, lo standard utilizza una serie di simboli per distinguere le varie sezioni ". - " (punto spazio trattino spazio); virgole, punti e virgola ed altri segni ("/", "=", …) vengono utilizzati per identificare i diversi elementi dei quali si compone una sezione. Note Voci correlate Biblioteconomia *Bibliografia *ISO 690 *MARC Collegamenti esterni * *ISBD Consolidated edition - Testo completo dell'edizione consolidata (2011) *ISBD Edizione consolidata - Traduzione a cura dell'ICCU (2012) * Full ISBD Examples - Lista di esempi ISBD, in 16 lingue (2013) Categoria:Biblioteconomia e scienza dell'informazione Categoria:Metadati
1309098
Anopsicus reddelli - Species: Gertsch, 1982 : Cueva (Actun) Halmensura, 5 km E Cumpich, Campeche, Mexico. : AMNH. male ♂. 31.X.1974. legit J. Reddell, D. McKenzie, S. Wiley. Category:AMNH Category:Willis John Gertsch taxa
577579
Tubbia tasmanica - Species: Tubbia tasmanica Tubbia tasmanica , 1943: Category:Gilbert Percy Whitley taxa
140806
La Alberca de Záncara - La Alberca de Záncara è un comune spagnolo di 1.853 abitanti situato nella comunità autonoma di Castiglia-La Mancia. Altri progetti Categoria:Comuni della provincia di Cuenca
488963
হয়েছিল - হয়েছিল (hoechilo) # era stato #* সে হয়েছিল (she hoechilo) # erano stati #* তারা হয়েছিল (tara hoechilo)
3064958
Armida, il dramma di una sposa - Armida, il dramma di una sposa è un film del 1970 diretto da Bruno Mattei, sotto lo pseudonimo Jordon B. Matthews noto anche con il titolo La calda voglia. Il film segna il debutto alla regia di Bruno Mattei.Roberto Poppi, I registi: dal 1930 ai giorni nostri, 2002, p.279, Gremese Editore, ISBN 8-884-40171-2 Trama Il soldato Alessio non è in grado di resistere agli orrori della guerra e fugge dal suo reparto. Incontra una giovane donna, Armida, e lei si innamora di lui. Armida nasconde Alessio nella sua casa, dove vivono anche suo marito e sua cugina Lisa. Alessio e Armida hanno una relazione segreta. Anche Lisa si innamora del disertore Alessio, ma lui la rifiuta. Lisa inizia a odiare Armida e la situazione diventa insostenibile. Produzione Armida è un remake del film greco O lipotaktis (1970, regia di Christos Kefalas), di cui Mattei aveva curato il montaggio e sosteneva di aver girato numerose sequenze. Secondo altre fonti, Armida sarebbe solo un rimontaggio di O lipotaktis. Distribuzione Il film è stato distribuito il 3 febbraio 1970 con il divieto per i minori di anni 18. Il manifesto italiano è stato realizzato da Mario De Berardinis. Il film tradotto in inglese fu distribuito con il titolo The Hot Desire. Accoglienza Il film è stato definito "dramma morboso" di stampo erotico, "film dai propositi pacifisti", "film d'arte (...) di ambientazione torbida", "melodramma romantico". Il Morandini gli assegna due stelle. Note Collegamenti esterni Categoria:Film drammatici
630406
Urheber - m # iniziatore # autore ;Ur | he | ber *
770633
Amsacta atricrures - Species: Hampson, 1916 : British E. Africa [Tanzania], Pemba Island. : BMNH. male ♂. legit Burtt. CURRENT STATUS Eyralpenus meinhofi Category:BMNH George Francis Hampson taxa
5184034
Charles L. Gaskill - Filmografia La filmografia - basata su IMDb - è completaIMDb filmografia. Regista *Winning Is Losing - cortometraggio (1912) *The Illumination - cortometraggio (1912) *The Cave Man, co-regia di Ralph Ince - cortometraggio (1912) *The Hieroglyphic - cortometraggio (1912) *The Serpents, co-regia di Ralph Ince - cortometraggio (1912) *The Miracle - cortometraggio (1912) *The Party Dress - cortometraggio (1912) *Written in the Sand - cortometraggio (1912) *Cleopatra (1912) *The Wife of Cain - cortometraggio (1913) *Vampire of the Desert - cortometraggio (1913) *A Sister to Carmen (1913) *A Princess of Bagdad (1913) *A Daughter of Pan - cortometraggio (1913) *The Girl with the Hole in Her Stocking - cortometraggio (1914) *Pieces of Silver: A Story of Hearts and Souls (1914) *Fleur de Lys - cortometraggio (1914) *And There Was Light - cortometraggio (1914) *The Strange Story of Sylvia Gray (1914) *The Moonshine Maid and the Man - cortometraggio (1914) *Underneath the Paint - cortometraggio (1914) *The Breath of Araby - cortometraggio (1915) *The Still, Small Voice - cortometraggio (1915) *Snatched from a Burning Death - cortometraggio (1915) *Miss Jekyll and Madame Hyde - cortometraggio (1915) *The Confession of Madame Barastoff - cortometraggio (1915) *The Common Sin *The Sleep of Cyma Roget, co-regia di Legaren à Hiller (1920) Sceneggiatore *The Miracle, regia di Charles L. Gaskill (1912) *At the Eleventh Hour, regia di William V. Ranous (1912) *The Heart of Esmeralda, regia di W.V. Ranous (William V. Ranous) (1912) *The Higher Mercy, regia di William V. Ranous (1912) *Cleopatra, regia di Charles L. Gaskill (1912) *Two Women and Two Men, regia di Van Dyke Brooke (1912) *The Wife of Cain, regia di Charles L. Gaskill - cortometraggio (1913) *A Sister to Carmen, regia di Charles L. Gaskill - cortometraggio (1913) *A Princess of Bagdad, regia di Charles L. Gaskill (1913) *A Daughter of Pan, regia di Charles L. Gaskill - cortometraggio (1913) *The Girl with the Hole in Her Stocking, regia di Charles L. Gaskill - cortometraggio (1914) *Pieces of Silver: A Story of Hearts and Souls, regia di Charles L. Gaskill (1914) *Fleur de Lys, regia di Charles L. Gaskill - cortometraggio (1914) *And There Was Light, regia di Charles L. Gaskill - cortometraggio (1914) *The Strange Story of Sylvia Gray, regia di Charles L. Gaskill (1914) *The Moonshine Maid and the Man, regia di Charles L. Gaskill (1914) *Underneath the Paint, regia di Charles L. Gaskill - cortometraggio (1914) *The Breath of Araby, regia di Charles L. Gaskill - cortometraggio (1915) *The Still, Small Voice, regia di Charles L. Gaskill - cortometraggio (1915) *Snatched from a Burning Death, regia di Charles L. Gaskill - cortometraggio (1915) *Miss Jekyll and Madame Hyde, regia di Charles L. Gaskill (1915) *The Confession of Madame Barastoff, regia di Charles L. Gaskill - cortometraggio (1915) *Mrs. Dane's Danger, regia di Wilfrid North (1916) *Lights of New York, regia di Van Dyke Brooke (1916) *The Daring of Diana, regia di S. Rankin Drew (1916) *The Common Sin *The Sleep of Cyma Roget, regia di Charles L. Gaskill e Legaren à Hiller (1920) *Le catene del cuore (Let Not Man Put Asunder), regia di J. Stuart Blackton (1924) Attore *The Danger Zone, regia di Robert N. Bradbury (1925) Note Collegamenti esterni
38556
Casaloldo - Casaloldo è una città della Lombardia, situata nell'Alto Mantovano.Da sapere= Quando andare Preferibilmente la primavera e a settembre- ottobre. Clima continentale con estate afosa, autunno inoltrato nebbioso e inverno rigido.Come orientarsi Come arrivare= In aereo Gli aeroporti più vicini sono: In auto * collega: Asola, Piubega e Gazoldo degli Ippoliti * "Strada della calza": collega Casaloldo, Medole e Pozzolengo I caselli autostradali più vicini sono: * Autostrada del Brennero: uscita Mantova nord, poi direzione Brescia, Guidizzolo, Medole * Autostrada Serenissima: uscita Desenzano del Garda, poi direzione Castiglione delle Stiviere e Medole * Autostrada: uscita Cremona, poi direzione Mantova, Asola In treno * In autobus *Come spostarsi Cosa vederethumb|left|150px|Castello dei Casalodi thumb|Chiesa della B.V. Assunta *Eventi e feste Cosa fare AcquistiNei numerosi calzifici dotati di spaccio aziendale è possibile acquistare a prezzi di fabbrica calze e collant da donna, calze da uomo, intimo donna e costumi da bagno. *Come divertirsi Dove mangiare= Prezzi medi *Dove alloggiare= Prezzi medi * *Sicurezza *Come restare in contatto Tenersi informatiNei dintorniminiatura|destra|Colline moreniche * Lago di Garda -- È uno dei grandi laghi lombardi; la sponda orientale è veneta, la punta a nord è trentina. Meta di turismo climatico fin dall'Ottocento, ogni paese rivierasco vive e si sviluppa con il turismo. Mete principali sono Sirmione, Desenzano del Garda, Salò, Riva del Garda, Garda, Peschiera del Garda. * Alto Mantovano -- Terra di confine del Ducato di Mantova, che inseguì il sogno di ottenere uno sbocco sul lago di Garda senza mai realizzarlo, sviluppò le corti di rami cadetti della famiglia Gonzaga. Castel Goffredo, Castiglione delle Stiviere, Carpenedolo conservano l’impianto urbano ed i monumenti di quell’epoca. Il dopoguerra ha registrato un buon sviluppo occupazionale, con un conseguente incremento di benessere e di popolazione. * Solferino -- La famosa battaglia risorgimentale del 24 giugno 1859, che vide gli austriaci sconfitti, consegnò alla storia il nome del paese, al pari del vicino centro di San Martino. Il Museo risorgimentale ricorda l'epopea di quegli anni, assieme all'Ossario che custodisce le ossa di 7.000 caduti di quella carneficina. Il paese conserva anche una rocca ed un castello gonzagheschi. * San Martino della Battaglia -- Contemporanea a quella di Solferino, la battaglia risorgimentale legata nel toponimo al paese vide la sconfitta degli Austriaci durante la seconda guerra d'Indipendenza. Sul colle dello scontro si eleva una torre commemorativa; un ossario custodisce migliaia di resti di caduti degli eserciti contrapposti. * Castiglione delle Stiviere -- Città della Croce Rossa e di San Luigi Gonzaga, protagonista nelle guerre del Risorgimento, fu centro gonzaghesco; conserva un bel nucleo storico che si espande sulle colline moreniche a sud del Lago di Garda. Nel dopoguerra ha vissuto una forte espansione economica che ha favorito una importante crescita demografica, facendone il centro di riferimento dell'Alto Mantovano. * Castel Goffredo -- L’industrializzata “città della calza” dei tempi moderni ha un passato da capitale gonzaghesca che l’ha dotata di un centro storico di rilievo; le piazze, i portici, le chiese, i palazzi la permeano dell’inconfondibile atmosfera che caratterizza l’urbanistica dei Gonzaga. Itinerari * Nelle terre dei Gonzaga -- Un itinerario attraverso i centri, grandi e piccoli, che furono capitali dei rami Gonzaga cadetti: principati, marchesati, ducati che, all'interno della compagine statale mantovana, godevano di una vera e propria indipendenza, spesso battevano moneta e tenevano corti raffinate che rivaleggiavano con quella mantovana, abbellivano i propri centri urbani dotandoli di eleganti architetture – chiese, piazze, palazzi, mura, torri - e di caratteristici scorci urbani come i tipici portici gonzagheschi. * Colline moreniche del lago di Garda -- Sui primi corrugamenti della pianura padana che si fa collina, là dove ha inizio il grande bacino lacuale del Lago di Garda, il percorso tocca paesi e città che furono dominio gonzaghesco, veneziano, scaligero, e divennero poi teatro delle sanguinose battaglie risorgimentali che furono il preludio dell'Unità d'Italia. All'importanza turistica, storica e naturalistica la zona unisce un interesse enologico in quanto area di produzione dei vini dei colli, tokai, merlot e chiaretto. * Luoghi della battaglia di Solferino e San Martino -- L'itinerario percorre i luoghi nei quali si svolse, il 24 giugno 1859, la storica battaglia di Solferino e San Martino.
52349
Davida - Davida f #nome proprio di persona femminile Categoria:Antroponimi femminili-IT
4996334
Larry Knight - Carriera Venne scelto dagli Utah Jazz al primo giro del Draft NBA 1979 con la 20ª scelta. Venne tagliato dai Jazz il 30 settembre, prima dell'inizio del campionato. Giocò una stagione con gli Anchorage Northern Knights, nella CBA, prima di firmare un contratto con i Chicago Bulls. Venne tagliato nuovamente prima dell'inizio della stagione e giocò un altro campionato nella CBA, con i Billings Volcanos. Venne selezionato nel secondo quintetto ideale della lega. Palmarès All-CBA Second Team (1981) Collegamenti esterni
160843
Ctenosaura pectinata - Species: Ctenosaura pectinata Ctenosaura pectinata (, 1834) * Category:Arend Friedrich August Wiegmann taxa
3263854
Lou Ruvo Center for Brain Health - Il Lou Ruvo Center for Brain Health (Centro per la salute cerebrale Lou Ruvo), chiamato ufficialmente Cleveland Clinic Lou Ruvo Center for Brain Health, è un centro neurologico situato a Las Vegas in Nevada, utilizzato per fornire servizi correlati a tutti gli aspetti della cura del paziente, della ricerca e dell'istruzione sui temi di Alzheimer, Parkinson, corea di Huntington, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica e dei disturbi della memoria. Inaugurato nel maggio 2010, è gestito dalla Cleveland Clinic ed è stato progettato dall'architetto Frank Gehry. Note Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Architetture di Las Vegas Categoria:Ospedali degli Stati Uniti d'America Categoria:Architetture di Frank Gehry
627093
Libertia colombiana - Species: Libertia colombiana Libertia colombiana , 1939 Libertia boliviana
691750
Prosotas dubiosa livida - Subspecies: Tennent, 2000. : Solomon Is., Ndeni [Nendo]. : BMNH. Prosotas dubiosa livida Tennent, 2000: 16, figs 3, 4, 25, 26, 51; Tennent, 2002: 93, pl. 46, figs 59-62.
327478
Castel Flavon - Castel Flavon (Haselburg o già Schloss KüepachKhuepach, Arthur von, Familiengeschichte der Khuepach zu Ried, Zimmerlehen und Haselburg, Innsbruck, Wagner, 1951 (Schlern-Schriften, 89). in tedesco) è un castello medievale in Alto Adige, nel comune di Bolzano. Domina il rione di Aslago. Storia Sorto probabilmente sui resti di un castelliere retico, risale ai primi anni del XIII secolo. Primi proprietari furono i signori di Haselberg, originari appunto di Haslach (Aslago); questi, nel 1259, vendettero i loro diritti giurisdizionali sul distretto parrocchiale di Bolzano al conte Mainardo II di Tirolo-Gorizia. Il castello passò poi di mano in mano, fino a che - tra il 1475 e il 1541 - i signori di Fiè (i Völs) non lo modificarono profondamente: è sostanzialmente questa la forma, a tre ali, in cui lo si conosce ora, e anche lo stagno artificiale a monte del castello risale alla loro iniziativa. Numerosi sono gli affreschi cinquecenteschi, alcuni dei quali sono andati perduti nel crollo che nel 1880 ha interessato l'ala nord. Fra gli autori è da citare Bartlmä Dill Riemenschneider, figlio di Tilman Riemenschneider. L'ultima ristrutturazione, su iniziativa dei conti Toggenburg di Bolzano, gli attuali proprietari, è stata effettuata tra il 2001 e il 2002, ed ha interessato l'intera costruzione, con il restauro delle ali est e ovest e il ripristino dell'ala nord. Sono inoltre venute alla luce tracce della costruzione trecentesca, visibili nella sala sotterranea. Note Bibliografia Matthias Schmelzer, Haselburg, in Oswald Trapp (a cura di), Tiroler Burgenbuch, vol. 8: Raum Bozen, Bolzano, Athesia 1989. ISBN 88-7014-495-X, pp. 77-99. * * Hanns-Paul Ties, Die Freiherren von Völs und die Antike. Bildprogramme der Renaissance in den Burgen Prösels und Haselburg (Südtirol), in Stefanie Lieb (a cura di), Burgen im Alpenraum (Forschungen zu Burgen und Schlössern, 14), Petersberg 2012, pp. 171-184. Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Spaur Flavon
567714
meritantem - accusativo maschile singolare del participio presente (meritans) di meritō # accusativo femminile singolare del participio presente (meritans) di meritō * (pronuncia classica) vedi meritans, meritō
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Dolichotis patagonum - Species: Dolichotis patagonum Dolichotis patagonum (, 1780) * Category:Eberhard August Wilhelm von Zimmermann taxa
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Graphium milon - Subgenus: Graphium (Graphium) Species: Graphium milon Graphium (Graphium) milon (Felder & Felder, 1864)
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Villa Papadopoli - Villa Papadopoli, citata anche come villa Papadopoli, Mancini dai cognomi delle famiglie dei proprietari che negli anni si sono succeduti, è un edificio storico situato a Smergoncino, località nei pressi di Cavanella Po, frazione del comune di Adria, in provincia di Rovigo. Il complesso, costruito nel tardo XVIII secolo nei pressi della sponda sinistra del Canalbianco, rispetto al livello del quale si trova in posizione ribassata, è posto al centro dei possedimenti della famiglia Papadopoli in terra polesana ed è costituito dall'edificio principale, posto nell'angolo sud-ovest, dalla cappella gentilizia, edificata nel tardo Settecento e posta alla sua sinistra, e dalle adiacenze prevalentemente destinate ad usi rustici.. Il complesso = Villa La villa propriamente detta si presenta come un edificio sviluppato su due piani, dall'aspetto robusto ma con soluzioni stilistiche povere, ben distanti dall'opulenza del barocco, che unisce un settore mediano scarsamente caratterizzato alla modanatura dei fori del piano terra, dove ripetitivo è l'uso del frontoncino a doppia curva, riminiscenza barocca in epoca neoclassica. All'interno è degno di nota la sala centrale, di grandi dimensioni, che presenta sulle pareti laterali due coppie di porte centinate che richiamano il gusto stilistico di Baldassare Longhena. Del giardino che impreziosiva la facciata della struttura resta solo traccia, pesantemente ridimensionato dopo i lavori che hanno interessato la sede stradale che cinge il complesso, e del quale fa parte un grande leccio (Quercus ilex) ultracentenario annoverato tra gli alberi monumentali della regione Veneto. Cappella gentilizia La cappella e l'annesso campanile vennero innalzati a lato della villa sul finire del Settecento per la comodità di un anziano sacerdote membro della famiglia. Dedicata ai Santi Andrea e Giuditta, conserva al suo interno alcuni crocifissi lignei tra i quali uno di ottima fattura. Note Bibliografia * * Altri progetti Papadopoli Categoria:Architetture di Adria
811452
Grapevine Syrah virus 1 - Genus: Marafivirus Species: Grapevine Syrah virus 1 ICTV Virus Taxonomy 2014
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Jake Harders - Biografia Lavora nel cinema, in teatro, in televisione e in radio. Si è formato e successivamente ha insegnatohttp://www.cssd.ac.uk/data/files/Prospectus_2010/prospectus.pdf p.36 alla Scuola Centrale di Recitazione e Drama di Londra. Il suo agente in Inghilterra è Waring and McKenna. Ha lavorato nel Teatro del West End in Inghilterra e nel festival di Chichester; negli USA, in Islanda, Europa occidentale, Russia ed al Piccolo Teatro di Milano con Headlong ed in Australia. Collabora con Teatr Pieśń Kozła in Poloniahttp://www.cssd.ac.uk/data/files/Alumni_New_Letters/alumninewsletter_winter09.pdf p.23. Nel 2004 ha ricevuto il premio giuriaThe Times | UK News, World News and Opinion al Ian Charleson Awards come miglior attore in Candida ed è stato nominato per il Rolex Mentor and Protégé Arts Initiative Award 2008 dopo il lavoro con Cheek by Jowl. Jake Harders è influenzato principalmenteEveryman and Playhouse Theatre, Liverpool - What's On dal lavoro del regista polacco Jerzy Grotowski. Ha studiato con gli attori del Teatr Laboratorium di Grotowski, della compagnia di Peter Brook, di Complicite, Gardzienice, al Workcenter di Jerzy Grotowski e Thomas Richards, all'Odin Teatret ed al Centro di Grotowski (ora l'Istituto di Grotowski ). Ha esplorato la natura interculturale di questo lavoro nella pratica con gli scambi con Al-Khayal Al-Shaabi in Egitto, e l'Aboriginal Theatre Course a WAAPA in Australia. Crediti =Teatro * Il Crogiulo/The Crucible - (Teatr Pieśń Kozła and Teatr Studio, Wrocław and Warszawa, Poland 2010, dir. Grzegorz Bral) sito * Il malato immaginario/The Hypochondriac - (Liverpool Playhouse and English Touring Theatre, 2009, dir. Gemma Bodinetz) sito Playhouse - sito ETT * Sei personaggi in cerca d'autore/Six Characters in Search of an Author - 'Rupert Goold' and The Cameraman (Headlong at Minerva Theatre, Chichester and Gielgud Theatre, West End, 2008; Sydney Festival and Perth Festival, Australia, 2010, dir. Rupert Goold) sito Chichester - - sito Sydney - sito Perth * Cimbelino - Cornelio (Cheek by Jowl, 2006-7, dir. Declan Donnellan) sito * La commedia degli errori - Balthasar (Shakespeare's Globe, 2006, dir. Christopher Luscombe ) sito * Tito Andronico - (Shakespeare's Globe, 2006, dir. Lucy Bailey) sito * Journey's End - (New Ambassadors Theatre, West End, 2005-6, dir. David Grindley and Tim Roseman) sito * Professor Bernhardi - Father Reder (Oxford Stage Company (ora Headlong), 2005, dir. Mark Rosenblatt) sito * Candida (Oxford Stage Company (ora Headlong), 2004, dir. Christopher Luscombe ) Film * Bel Ami - Storia di un seduttore (Bel Ami), regia di Declan Donnellan e Nick Ormerod (2012) - Giornalista Televisione * Wannabes pilot - (BBC, 2005, dir. Tim Usborn) * Beethoven - (BBC, 2005, dir. Damon Thomas) * Foyle's War - (ITV, 2004, dir. Gavin Millar) Radio * The Picture Man by David Eldridge - Feliks (BBC, 2007, dir. Sally Avens) Note Altri progetti Collegamenti esterni * Categoria:Studenti della Central School of Speech and Drama
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Non c'è fumo senza fuoco - Non c'è fumo senza fuoco (Il n'y a pas de fumée sans feu) è un film del 1972 diretto da André Cayatte. Trama Chavigny, un popoloso sobborgo di Parigi. Joseph Boussard è il sindaco della città. Si stanno preparando le elezioni amministrative; il vicesindaco Edouard Morlaix sovrintende la campagna elettorale avendo a disposizione un paio di teppisti. Costoro uccidono "accidentalmente", simulando un incidente stradale, un attacchino del campo politico avverso. Numerosi cittadini cercano di convincere il dottor Michel Peyrac, un giovane medico integerrimo e stimato, a presentarsi come candidato contro la corrotta amministrazione al potere. Morlaix incarica i suoi scagnozzi di sorvegliare il medico, la moglie e la loro cerchia di amici. Un punto debole viene trovato in Olga, un'amica della signora Peyrac: Olga ha per amante un giovane tedesco, Ulrich Berl, abilissimo fotografo dilettante. Morlaix ricatta Ulrich, a causa di alcuni trascorsi giudiziari, e lo costringe a truccare una fotografia in modo che la signora Peyrac, grazie a un fotomontaggio, appaia fra i partecipanti a un'orgia in casa di Olga. Il fotomontaggio viene inviato alla signora Peyrac, la quale viene invitata a fare pressioni sul marito per spingerlo a rinunciare alla candidatura, pena la diffusione della foto compromettente fra gli elettori di Chavigny. La signora Peyrac, donna onestissima, avverte il marito dichiarandogli il proprio sostegno e invitandolo a non cedere al ricatto. Morlaix invia la foto a tutte le famiglie di Chavigny. Ulrich, colto dal rimorso, si accinge a rivelare il complotto: viene fatto uccidere e la colpa fatta ricadere sul dottor Peyrac il quale viene imprigionato. Olga riesce ad ottenere la liberazione di Peyrac grazie ad un ricatto. Il medico, tuttavia, la cui reputazione è stata distrutta, ritira la propria candidatura. Anche Boussard annuncia di non volere più ricandidarsi, spianando la strada allo spietato e cinico Morlaix. Riconoscimenti 1973 – Festival internazionale del cinema di Berlino ** Orso d'argento, gran premio della giuria ** Premio UNICRIT ** Premio INTERFILM Otto Dibelius Collegamenti esterni Categoria:Film drammatici Categoria:Film diretti da André Cayatte Categoria:Film ambientati in Francia
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ishkosi - ishkosi # zia
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Triocnemidini - Tribus: Triocnemidini Genera:
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Dittersdorf - Dittersdorf è un comune di 463 abitanti della Turingia, in Germania. Appartiene al circondario della Saale-Orla (targa SOK) ed è parte della comunità amministrativa (Verwaltungsgemeinschaft) di Seenplatte. Nel 2010 è stato inglobato nel comune l'ex-comune di Dragensdorf. Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Comuni del circondario della Saale-Orla