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595847 | trajicito - seconda persona singolare dell'imperativo futuro attivo di trājiciō # terza persona singolare dell'imperativo futuro attivo di trājiciō ; trā | jĭ | cĭ | tō * * vedi trājiciō |
7046097 | Hannes Jochum - Palmarès =Giocatore= Competizioni nazionali * :Wolfsberger: 2011-2012 Note Altri progetti Collegamenti esterni |
456769 | enzimopatia - f sing # malattia dovuta a difetti di enzimi ; en | zi | mo | pa | tì | a da enzima e -patia :*: * |
9911863 | Situation - * Situation – singolo degli Yazoo del 1982 * Situation – singolo di Don Toliver del 2018 |
5878368 | Giovanni Lubrano di Ricco - Biografia Quale Presidente del WWF Campania, dagli anni '80 combatte varie battaglie in tutta la regione contro l'abusivismo edilizio e le cave selvagge. A lui si deve, tra le altre, l'istituzione della Riserva naturale Cratere degli Astroni e della Riserva marina di Vivara. Viene eletto al Senato della Repubblica nel 1994 nel collegio uninominale di Giugliano con i Progressisti e fa parte del gruppo parlamentare dei Verdi; viene riconfermato nel 1996 nel medesimo collegio, come esponente verde de L'Ulivo. Nel 1998 presenta il primo disegno di legge per l'introduzione nel codice penale dei delitti contro l'ambiente, elaborando la definizione giuridica di "ecomafia", integralmente introdotta nell'ordinamento nazionale solo dopo la sua morte con la Legge 68/2015. A lui si deve anche la norma di legge che prevede la istituzione dell'Ente Parco geopaleontologico di Pietraroja per lo studio, la tutela e valorizzazione dell'area in cui fu rinvenuto il fossile dello Scipionyx samniticus. È stato anche giudice della Corte Suprema di Cassazione. Si spegne il 23 gennaio 2015, pochi giorni prima di compiere 82 anniAddio all'ambientalista Giovanni Lubrano di Ricco napoli.repubblica.it. Note Collegamenti esterni Categoria:Politici della Federazione dei Verdi Categoria:Senatori della XII legislatura della Repubblica Italiana Categoria:Senatori della XIII legislatura della Repubblica Italiana |
553844 | limitaturum - accusativo maschile singolare del participio futuro (limitaturus) di limitō # nominativo neutro singolare del participio futuro (limitaturus) di limitō # accusativo neutro singolare del participio futuro (limitaturus) di limitō # vocativo neutro singolare del participio futuro (limitaturus) di limitō * (pronuncia classica) vedi limitaturus, limitō |
8192493 | Ottocaro I di Stiria - Biografia Ottocaro era figlio del conte Ottocaro V († 1020), signore del Chiemgau e balivo (vogt) di Traunkirchen, e della moglie Willibirg (?), figlia del conte Arnoldo II di Wels-Lambach e sorella del vescovo Adalberone di Würzburg. Tra i suoi lontani antenati vi è il conte Aribone di Traungau (Aribonidi) che fu nominato margravio della marcha orientalis dal re carolingio Ludovico III il Giovane nell'871. Nel 1035 il nonno materno di Ottocaro, Arnoldo II, fu nominato margravio di Stiria al momento della deposizione del duca Adalberone di Carinzia da parte dall'imperatore Corrado II. Ottocaro viene attestato per la prima volta come conte nella parte orientale del Chiemgau dall'anno 1048. Alla morte di Arnoldo II nel 1055, Ottocaro, attraverso sua madre, ereditò le terre allodiali e il titolo margraviale del nonno. Egli visse nel Traungau, nella fortezza di Steyr, castello che diede il nome al margraviato. Dal 1056 Ottocaro è noto come margravio della Marchia Carantana ("marca della Carantania"), in seguito denominata marca di Stiria (in tedesco Steiermark). Ottocaro servì anche vogt dei monasteri di Traunkirchen, Lambach, Obermünster a Ratisbona e Persenbeug. Nel 1074 fu co-fondatore dell'abbazia di Admont. Durante la lotta per le investiture, rimase un fedele sostenitore del re Enrico IV. Ottocaro morì a Roma mentre si stava recando in pellegrinaggio in Terra Santa. Matrimonio e figli Ottocaro sposò Willibirg di Eppenstein, forse figlia del duca Adalberone di Carinzia. Essi ebbero * Adalberone II di Stiria, margravio di Stiria dal 1064 al 1082; * Ottocaro II di Stiria, margravio dal 1082 al 1122. Adalberone II succedette a suo padre perseguendo, nel contesto della lotta per le investiture, il sostegno a Enrico IV e per questo entrò in conflitto con suo fratello minore Ottocaro II, il quale era invece alleato di Gregorio VII; Adalberone fu bandito e infine assassinato nel 1082. Bibliografia * Altri progetti |
435951 | stallavano - terza persona plurale dell'indicativo imperfetto di stallare :*: |
7591790 | Lanivo - Lanivo è una città e comune del Madagascar situata nel distretto di Vohipeno, regione di Vatovavy-Fitovinany. La popolazione del comune rilevata nel censimento 2001 era pari a unità. Note Voci correlate Comuni del Madagascar Categoria:Comuni del distretto di Vohipeno |
9278838 | Ghiacciaio Sharpend - Il ghiacciaio Sharpend è un ghiacciaio lungo circa 2,4 km situato nella regione centro-occidentale della Dipendenza di Ross, in Antartide. Il ghiacciaio, il cui punto più alto si trova a circa , si trova in particolare nella zona meridionale della dorsale Convoy, dove fluisce verso sud-est lungo il versante sud-orientale delle cime Staten Island, fino ad arrivare nella parte centro-settentrionale della valle Alatna, vicino al flusso del ghiacciaio Benson. Storia Il ghiacciaio Sharpend è stato mappato dai membri di una spedizione del Programma Antartico della Nuova Zelanda, condotta dal 1989 al 1990 e comandata da Trevor Chinn, e così battezzato in virtù della sua conformazione, e in particolare del suo termine: in inglese, infatti, "sharp end" significa "termine affilato". Note Voci correlate Ghiacciai dell'Antartide Collegamenti esterni Sharpend, Ghiacciaio Sharpend, Ghiacciaio Sharpend, Ghiacciaio |
5741386 | Alfredo Andreini - Effettuò una vasta raccolta di insetti raccolti in particolare a Capo Verde (1908), in Libia (1913) e in Eritrea. Ha collaborato con il Museo di storia naturale sezione di zoologia La Specola. In geometria pubblicò nel 1905 un elenco di 25 tassellazione dello spazio uniformi convessi che rimase l'elenco più completo pubblicato fino al 1991, quando Norman Johnson completò l'elenco completo di 28 moduli. Bibliografia A. Andreini, Sulle reti di poliedri regolari e semiregolari e sulle corrispondenti reti correlative, Mem. Società Italiana della Scienze, Ser.3, 14 (1905) 75–129. * Cesare Conci e Roberto Poggi (1996). Memorie della Società entomologica Italiana, 75: 159–382. |
210950 | dischiumeresti - seconda persona singolare del condizionale presente di dischiumare :*: |
5053817 | Malpolon - Malpolon è un genere di serpenti della famiglia Lamprophiidae. Tassonomia Comprende le seguenti specie: * Malpolon insignitus () * Malpolon monspessulanus () - colubro lacertino o colubro di Montpellier Note Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Lamprophiidae |
4603528 | Lac-Mégantic - Lac-Mégantic è una cittadina dell'Estrie nel Québec, in Canada. Prende il nome del lago sul quale si affaccia la cittadina. Disastro ferroviario Il 6 luglio 2013 un treno merci che trasportava petrolio è deragliato ed esploso nel centro cittadino. Più di 30 edifici sono stati rasi al suolo. Risultano 42 vittime e 5 dispersi. Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Municipalità del Québec |
8643109 | Roveto - * Castagna Roscetta della valle Roveto – varietà autoctona di castagna che rientra tra i prodotti agroalimentari tradizionali abruzzesi * Civitella Roveto – comune italiano della provincia dell'Aquila in Abruzzo * Comunità montana Valle Roveto – parte della Comunità montana Montagna Marsicana * San Vincenzo Valle Roveto – comune italiano della provincia dell'Aquila in Abruzzo * San Giovanni Valle Roveto – frazione del comune italiano di San Vincenzo Valle Roveto * Stazione di Civitella Roveto – stazione della ferrovia Avezzano-Roccasecca * Valle Roveto – valle nell'Appennino abruzzese, nella Marsica Pagine correlate Roveto ardente |
4081712 | Marcel Dionne (disambigua) - Marcel Dionne può riferirsi a diverse voci. Persone Marcel Dionne (1951), hockeista su ghiaccio canadese *Marcel Dionne (1931-1998), uomo politico e imprenditore canadese Luoghi Centre Marcel Dionne, struttura sportiva polivalente a Drummondville, Québec |
6715654 | Gracefield - Gracefield è un comune del Canada, situato nella provincia del Québec, nella regione di Outaouais. Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Municipalità del Québec |
179028 | Carlo Fenzi - Carlo Fenzi (1823 – 1881), politico italiano. Citazioni su Carlo Fenzi Nel carattere di Carlo Fenzi due sentimenti predominarono sempre; il senso del vero ed il senso del retto. Il primo, lo condusse ben presto a far ragione di quella settaria, che pone le parole in luogo dei fatti, e turba la ragione con paradossi che si fanno accettare soltanto da fantasie malate; il secondo, lo salvò sempre dall'associare il suo nome ad opere che egli reputasse disoneste. In questo, né rancori partigiani, né riguardi ad amici lo fecero deflettere dai suoi propositi. (Marco Tabarrini) *Quantunque poco più che ventenne, Carlo Fenzi era entrato nella politica con tutta la sodezza d'un uomo fatto. Dotato di squisito buon senso, e di schietto, tenace, cavalleresco e arditissimo animo, non prendeva partiti dei quali non avesse prima bene bene persuasa la ragione al suo riflessivo intelletto, e la moralità alla sua scrupolosa coscienza; presili, li proseguiva con perseveranza, e voleva vederne la fine. (Giuseppe Montanelli) *Restaurato colla vittoria il predominio austriaco in Italia , Carlo Fenzi portò con dignità e senza inutili iattanze la parte del vinto; ma con quella tenacità di propositi che gli era propria, fu tra i primi a bandire la formula – bisogna ricominciare. – E come egli aveva il giudizio che non rifiuta le lezioni dell'esperienza, fu pure tra quelli i quali capirono che a ricominciare cogli stessi mezzi, e per l'istessa via, si sarebbero ripetuti gli stessi errori, per far capo alle medesime catastrofi. (Marco Tabarrini) Altri progetti Categoria:Politici italiani |
840150 | Dysphania neglecta - Species: Dysphania neglecta Dysphania neglecta , Karpologiya Chenopodiaceae 347. (2014) * Type: Nepal. [Karnali zone]: Far West Nepal, Jumla prov. [distr.], Jumla town, 29°16’28’’N, 82°11’01’’E, weed in the city, 2400 m, 2013-09-23, 241. : BM BM000832632, Isotype: MW. = = : 347 = = * * Category:Alexander Petrovich Sukhorukov taxa Category:BM |
4711484 | Fools for Luck (film 1917) - Fools for Luck è un film muto del 1917 diretto da Lawrence C. Windom e prodotto dalla Essanay di Chicago. La sceneggiatura di James Campbell si basa su Talismans, lavoro teatrale di Kenneth Harris pubblicato su The Saturday Evening Post (in data non precisata)AFISilent Era. Trama Il contabile Philander Jepson si affida ai portafortuna e alle zampe di coniglio per giocare d'azzardo, rivelandosi un giocatore molto fortunato. Durante una vacanza, incontra la bella Brunhilda della quale si innamora. Di ritorno in città, gli capita di passare sotto una scala e, da quel momento, la fortuna gli volta le spalle. Infatti, i genitori di Brunhilda, avendo saputo di quello che reputano un vizio, gli vietano di frequentare la figlia. Poi, perde al poker e perde anche il lavoro. Philander butta via tutti i suoi portafortuna gettandoli fuori dalla finestra e accetta un lavoro di dieci dollari la settimana. A poco a poco, l'ex contabile raggiunge il successo nel suo nuovo lavoro. Si riconcilia anche con Brunhilda e Philander reputa di essere finalmente un uomo veramente fortunato. Produzione Il film fu prodotto dalla Essanay Film Manufacturing Company e dalla Perfection Pictures. Distribuzione Il copyright del film, richiesto dalla Essanay Film Mfg. Co., fu registrato il 22 settembre 1917 con il numero LP11464. Distribuito dalla George Kleine System, il film uscì nelle sale cinematografiche statunitensi l'8 ottobre 1917Library of Congress. Non si conoscono copie ancora esistenti della pellicola che viene considerata presumibilmente perduta. Note Bibliografia The American Film Institute Catalog, Features Films 1911-1920, University of California Press, 1988 ISBN 0-520-06301-5 Voci correlate Filmografia della Essanay Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Film basati su opere teatrali Categoria:Film commedia drammatica Categoria:Film diretti da Lawrence C. Windom |
3704247 | Basilica della Macarena - La Basilica della Macarena, in spagnolo Basílica de Santa María de la Esperanza Macarena o più semplicemente Basilica de la Macarena, si trova nell'omonimo quartiere ed è una delle chiese più importanti di Siviglia. La chiesa ospita la Virgen de la Macarena, rappresentazione della Madonna che diventa protagonista dei festeggiamenti della Semana Santa.. Storia e descrizione La chiesa de la Macarena venne costruita nel 1949 e al suo interno è possibile anche visitare, nel museo allestito nel Tesoro, una collezione di traje de luz donati come ex voto dai toreri e la piattaforma d'argento che serve per trasportare la scultura della Virgen de la Macarena, realizzata attorno al 1650 da Luisa Roldán. Durante la Semana Santa questa raffigurazione viene infatti portata, all'alba del venerdì santo, nella Cattedrale per il festeggiamenti della settimana precedente la Pasqua. Note Bibliografia Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Chiese di Siviglia Siviglia Categoria:Chiese neobarocche della Spagna |
721932 | Duomo di Ravenna - Il duomo di Ravenna, ufficialmente cattedrale metropolitana della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, è il principale luogo di culto cattolico della città di Ravenna, sede vescovile dell'arcidiocesi di Ravenna-Cervia. L'edificio attuale è il frutto di un intervento radicale avvenuto nel XVIII secolo, consistente nella demolizione dell'antica cattedrale, la basilica Ursiana, e la costruzione di una nuova in stile barocco. La cattedrale, elevata alla dignità di basilica minore da papa Giovanni XXIII il 7 ottobre 1960, è sede della parrocchia di San Giovanni in Fonte appartenente al Vicariato Urbano dell'arcidiocesi di Ravenna-Cervia. Storia = L'antica basilica Ursiana La cattedrale fu progettata in ragione del trasferimento della capitale dell'Impero romano d'Occidente da Milano a Ravenna, previsto per l'anno 402. Legato all'elezione di Ravenna al rango di capitale fu anche il trasferimento della cattedra vescovile da Classe. Il trasferimento, così come l'erezione della cattedrale, furono effettuati dal vescovo Orso. Costruita al centro della città, fu consacrata il 3 aprile 407 e dedicata alla Risurrezione di Gesù, in greco antico Hagìa Anástasis, che, dal nome del fondatore, prese la denominazione di "basilica Ursiana". La chiesa, in stile paleocristiano, misurava circa 60 metri di lunghezza contro 35 di larghezza ed era caratterizzata da una pianta priva di transetto e con l'aula suddivisa in cinque navate (le quattro laterali della medesima larghezza, quella centrale larga quanto due laterali) da archi a tutto sesto, quindici per lato, poggianti su colonne marmoree; la navata mediana terminava con un'abside, internamente semicircolare ed esternamente poligonale, affiancata dal pastophorion da una parte e dal diaconicon dall'altra, elementi presenti ancora in varie chiese ravennati, come quella di San Giovanni Evangelista e la basilica di San Francesco. La pianta della cattedrale mostrava una chiara analogia con le strutture della Basilica maior di Milano (fondata nel 350 circa) e della Basilica C di Nicopoli, in Epiro (metà del VI secolo), sebbene queste ultime fossero dotate di navata trasversa. Nel X secolo venne costruito il campanile cilindrico e, dal 1112, l'interno della cattedrale venne interessato da un importante intervento di rifacimento della decorazione musiva che ne adornava le pareti: sulla parete dell'arco trionfale, in alto vi era Cristo risorto tra gli apostoli e, in basso, a sinistra San Pietro invia Sant'Apollinare a Ravenna e, a destra, Sant'Apollinare giunge alle porte di Ravenna; nei pennacchi vi erano infine da una parte Abele e dall'altra Caino, entrambi nell'atto di sacrificare a Dio con, all'imposta dell'arco, due palme. La parete dell'abside, nella quale si aprivano cinque monofore ad arco, era caratterizzata da una decorazione su due registri: in quello inferiore Sant'Apollinare orante tra due teorie di vescovi e, in quello superiore, intervallati alle finestre, da sinistra, Sant'Ursicino, la Vergine orante, San Giovanni Battista e San Barbaziano, con all'estrema destra il Martirio di Sant'Apollinare. Il catino presentava al centro la Risurrezione di Gesù tra le Marie al Sepolcro (a sinistra) e Giovanni e Pietro al Sepolcro (a destra). Dell'antica decorazione dell'abside rimangono, nel Museo arcivescovile di Ravenna, alcuni frammenti, quali la Vergine orante per intero, le teste di San Barbaziano, Sant'Ursicino, San Pietro e San Giovanni e quella del monaco presente nella scena del Martirio di Sant'Apollinare. I caratteri stilistici della composizione, quali le forme dei volti, caratterizzati da bocche piccole e una certa ieraticità, il panneggio lineare delle vesti e i capelli scriminati, presentano una vicinanza con i mosaici della cappella di sinistra della cattedrale di San Giusto a Trieste e dell'abside centrale della basilica di San Marco a Venezia, entrambi attribuibili a maestranze veneziane legate al linguaggio bizantino dell'ultimo quarto dell'XI secolo, pur essendo presenti relativamente pochi soggetti bizantini, quali la Risurrezione di Cristo e Abele e Caino offerenti, e iscrizioni non in greco antico, ma in lingua latina. La cattedrale attuale Maffeo Nicolò Farsetti venne nominato nel marzo 1727 arcivescovo di Ravenna da papa Benedetto XIII. Egli volle, riprendendo un'idea già presa in considerazione dal suo immediato predecessore Girolamo Crispi,. la costruzione di una nuova cattedrale nel moderno stile barocco al posto di quella antica e incaricò del progetto l'architetto riminese Giovan Francesco Buonamici, che aveva già conosciuto monsignor Farsetti quando aveva dipinto la cerimonia della sua consacrazione episcopale avvenuta nella cattedrale di Benevento, e che a Ravenna aveva già operato negli anni 1731-1732 per la realizzazione dell'arredo barocco del presbiterio della basilica di San Vitale. Egli prese le mosse da un progetto di Giuseppe Sardi, ispirato, secondo la volontà dell'arcivescovo, alla romana chiesa di Sant'Ignazio di Loyola in Campo Marzio e, dopo l'approvazione del progetto nel gennaio 1734, il 30 luglio dello stesso anno, dopo una prima parziale demolizione della chiesa antica, venne posata la prima pietra. I lavori, dopo la morte di Farsetti (6 febbraio 1741), si protrassero fino ai primi anni dell'episcopato del suo successore, Ferdinando Romualdo Guiccioli, e terminarono nel 1745 con la costruzione del portico, originariamente non previsto dal progetto; il 14 aprile di quell'anno, mercoledì della Settimana santa, la cattedrale fu aperta al culto, ma il tempio venne consacrato soltanto il 13 aprile 1749 dall'arcivescovo Guiccioli. Sebbene terminata da neanche trent'anni, all'inizio del settimo decennio del secolo XVIII, la nuova cattedrale presentava già degli importanti difetti, tanto che, tra il 1772 e il 1774, si dovette procedere, su progetto di Cosimo Morelli, ad un restauro. Inoltre, nel 1780-1782, per volontà dell'arcivescovo Antonio Cantoni, la cupola originaria a pianta ottagonale venne sostituita da una nuova a pianta ellittica, progettata in stile neoclassico dal faentino Giuseppe Pistocchi. L'abbattimento dell'antica cattedrale e la perdita della ricca decorazione musiva, a favore di un nuovo edificio, sollevò numerose polemiche, tra le quali quelle dell'architetto e monaco camaldolese Paolo Soratini che, in un primo momento, aveva partecipato con Buonamici alla direzione dei lavori per la costruzione della cattedrale barocca. Descrizione = Ubicazione La cattedrale della Risurrezione sorge in luogo dell'antica basilica Ursiana, al lato dell'antico cardo maximus della città romana, nel settore occidentale dell'attuale centro storico di Ravenna, con la facciata che dà su piazza Duomo. La chiesa, fin dall'antichità, fa parte di un complesso ecclesiale di notevole importanza che include anche il palazzo arcivescovile (alle sue spalle, all'interno di parte del quale è accolto il Museo arcivescovile) e, posti all'interno di un giardino situato alla destra della cattedrale, il Battistero Neoniano (del V secolo) e il campanile cilindrico (iniziato nel X secolo). Esterno = Facciata L'esterno della cattedrale della Risurrezione è caratterizzato dalla facciata barocca, che dà su piazza Duomo. Nella parte inferiore, questa presenta un largo portico, terminato nel 1745, il quale si apre sull'esterno con un'arcata su ciascun fianco e tre su quello anteriore; ad ognuna di queste ultime corrisponde una campata coperta con volta a vela e unita alle altre da una campata di sezione minore voltata a botte e adornata da una nicchia vuota sulla parete. Mentre le arcate laterali poggiano su pilastri, quella centrale, a serliana, si basa su due colonne tuscaniche in granito rosa alte 4,80, provenienti dall'antica basilica Ursiana insieme a quelle in marmo greco venato che sorreggono il timpano del portale centrale; ai lati di quest'ultimo si aprono due portali minori, ciascuno dei quali è sormontato da un cornicione con decorazione vegetale in stucco e da una finestra a lunetta. La parte superiore della facciata, in parte occultata dalla trabeazione superiore del portico, presenta un grande finestrone rettangolare incorniciato da due coppie di lesene corinzie che sorreggono idealmente un cornicione con soprastante timpano semicircolare. Campanile e cupola Alla sinistra della cattedrale, leggermente arretrato rispetto alla facciata e addossato alla navata laterale di sinistra, così che vi si possa accedere da una porta tra la prima e la seconda cappella, si eleva la torre campanaria, caratterizzata dalla forma cilindrica della sua struttura, la cui sommità raggiunge i 35 metri. Nella torre si aprono quattro livelli principali di finestre: quello inferiore è costituito da sette monofore; il secondo, invece, da bifore e vani murati; il terzo da sei trifore poggianti su colonnine; il quarto, corrispondente alla cella campanaria, venne ricostruito dopo un incendio nel 1658 e dà sull'esterno con sei trifore, delle quali il vano centrale è più ampio rispetto ai due laterali. All'interno della cella, montato su un'intelaiatura lignea, si trova il seguente "doppio" di 4 campane (dal 1914 fisse per l'instabilità della torre): Nome Nota Diametro Peso Fonditore Anno Grossa Re3 calante 1369 mm 1500 kg Marco Antonio Baldini (Roncofreddo) 1807 Mezzana Fa3 calante 1072 mm 830 kg Giacinto Landi (Imola) 1658 Mezzanella La♭3 931 mm 500 kg Giulio Scaramelli (Ravenna) 1769 Piccola La3 calante 818 mm 380 kg Antonio Balestra (Cesena) 1825 All'incrocio tra la navata centrale e il transetto della cattedrale, si eleva la cupola neoclassica, costruita con base ellittica nel 1780-1782 da Giuseppe Pistocchi in luogo dell'originale a base ottagonale; essa presenta un tamburo nel quale si aprono otto finestre con timpano triangolare alternate a lesene, ed è sormontata da una lanterna che, alla sua sommità, raggiunge i 47,40 metri di altezza. Interno L'interno della cattedrale, in un solenne stile barocco, presenta una pianta a croce latina e una ricca pavimentazione in opus sectile, posta 3,50 metri più in alto rispetto al livello del pavimento dell'antica basilica Ursiana. Navate e cappelle laterali L'aula si articola in tre navate: quella centrale è coperta con volta a botte lunettata che si innesta su un alto cornicione poggiante idealmente su lesene corinzie, il quale continua anche nel transetto e nell'abside e che reca, nell'area della navata, la seguente iscrizione: thumb|Interno della navata laterale di sinistra con il pavimento in opus sectile. Le navate laterali, invece, si articolano in tre campate a pianta quadrata coperte con cupolette, alternate a cinque campate a pianta rettangolare coperte con volta a botte. La divisione delle navate fra di loro, risalente nella forma attuale ai restauri del 1772-1774, è costituita da tre arcate a tutto sesto, ciascuna delle quali poggia su due colonne in marmo pregiato, provenienti dall'antica basilica Ursiana; in corrispondenza di ognuna di esse si apre, sulla rispettiva navata laterale, una cappella a pianta rettangolare e volta a botte, il cui ingresso è anch'esso costituito da un arco poggiante su due colonne antiche. Le cappelle sono intervallate da ambienti con soffitto piano, illuminati da finestre rettangolari e contenenti dei confessionali neoclassici. Nella prima cappella di destra si trova un altare in marmi policromi, sormontato da una pala raffigurante San Cristoforo, opera del bolognese Antonio Rossi.upright=1.4|thumb|destra|Il sarcofago di Sant'Esuperanzio. La mensa dell'altare della cappella successiva, il quale risale al 1701 ed è sormontato da un Crocifisso ligneo policromo, è costituita dal sarcofago di Sant'Esuperanzio (secondo decennio del V secolo), il quale ospita le spoglie del vescovo ravennate da cui prende il nome e, dal 1809, anche quelle dell'arcivescovo Massimiano; sul lato anteriore sono raffigurati, a bassorilievo, al centro Cristo benedicente tra San Paolo con un libro (a sinistra) e San Pietro con la croce (a destra), il tutto incorniciato da due colonne tortili e, più internamente, da due palme; le fiancate sono decorate con motivi ornamentali a forma di croce (a sinistra) e il monogramma di Cristo (a destra), quest'ultimo raffigurato anche sul retro tra due pavoni e due cipressi. Nella terza cappella, sull'altare, vi è la pala con i Santi Pier Crisologo, Romualdo e Pier Damiani, di Giuseppe Milani (XVIII secolo). Al centro dell'ancona dell'altare della prima cappella di sinistra, la quale è dedicata a Sant'Apollinare, vi è la pala di Jean-Baptiste Wicar con Gesù tra i santi Antonio e Giacomo; nella cappella di mezzo vi è un dipinto di Guido Cagnacci con San Francesco Saverio (inizi del terzo quarto del XVII secolo), mentre nella terza vi è la tela San Pietro che invia Sant'Apollinare a Ravenna, di Filippo Pasquali (XVII secolo). Originariamente, la controfacciata della navata centrale era adornata da una grande tela raffigurante il Banchetto di re Assuero (1620), legato alle vicende narrate nel Libro di Ester; il grande dipinto, opera del ferrarese Carlo Bononi, si trova sulla controfacciata della chiesa ravennate di San Giovanni Evangelista, dal refettorio del cui convento essa proveniva. Ambone del vescovo Agnello Sotto la terza arcata tra la navata centrale e la navata di destra, vi è il pregevole ambone del vescovo Agnello, realizzato tra il 557 e il 570 per l'antica basilica Ursiana, poi smembrato e le sue due parti murate nel passaggio dietro il coro prima di essere ripristinato nel 1913 per volontà dell'arcivescovo Pasquale Morganti, sotto la direzione del soprintendente ai Monumenti della Romagna Giuseppe Gerola. Il pregevole manufatto, della tipologia a torre e interamente realizzato in marmo greco, si compone di una pedana raggiungibile tramite due serie di gradini sui due lati e chiusa, davanti e dietro, da un doppio parapetto che, rispetto allo stato originale, sopravvive soltanto nell'area centrale e non nelle due laterali, che dovevano chiudere due scale più lunghe rispetto alle attuali. Sia il parapetto anteriore, sia quello posteriore, sono bombati verso l'esterno nella parte centrale e decorati da 36 formelle rettangolari contenenti bassorilievi con figure di animali, i quali sono orientati simmetricamente verso il centro a gruppi di tre su ogni fila. Il bestiario rappresentato contempla, dall'alto al basso, agnelli, pavoni, cervi, colombe, anatre e pesci, e va letto come la rappresentazione visiva di tutta la creazione che diventa il luogo concreto dell'amore di Dio, come un nuovo giardino dell'Eden rigenerato nella Parola di Dio che poi viene annunciata a tutte le genti da ogni creatura. Crociera e transetto La crociera è sottolineata dalla presenza della cupola neoclassica a pianta ellittica di Giuseppe Pistocchi; essa, internamente, è illuminata dalle finestre del tamburo e della lanterna e la sua calotta è decorata con cassettoni esagonali e suddivisa in otto settori da doppi costoloni. I due bracci del transetto si sviluppano con uno schema analogo a quello della navata centrale: sono coperti con volta a botte lunettata e illuminati da grandi finestroni rettangolari. Le coppie di lesene corinzie sorreggono idealmente il cornicione, sul quale vi è la seguente iscrizione in lingua latina, tratta dalla sequenza pasquale Victimae Paschali, che continua anche nell'abside: Cappella del Santissimo Sacramento Nella parete di fondo del braccio sinistro del transetto, un arco costituisce l'accesso alla cappella del Santissimo Sacramento, costruita a partire dal 28 novembre 1612 fino al 1620 per volere dell'arcivescovo Pietro Aldobrandini su progetto di Carlo Maderno. L'ambiente è a croce greca, con il vano centrale coperto con una bassa cupoletta priva di tamburo o lanterna, ed è illuminato da due finestre a lunetta che si aprono nei due bracci laterali. A ridosso della parete di fondo del braccio centrale, invece, vi è l'altare in marmi policromi, sulla cui mensa poggia il pregevole tabernacolo, realizzato a Roma nei medesimi materiali. Al centro dell'ancona, incorniciato tra le due colonne corinzie in pavonazzetto che sorreggono il timpano spezzato di coronamento, si trova la pala di Guido Reni raffigurante Mosè e la raccolta della manna nel deserto, realizzata tra il 1614 e il 1616. Dello stesso pittore e della sua scuola sono gli altri dipinti che adornano la cappella: il Redentore e arcangeli in gloria, nella cupola, e Melchisedec che benedice Abramo e le sue genti vittoriose, nella lunetta sopra l'altare, sono di Guido Reni e Giovan Francesco Gessi; i Profeti posti nei pennacchi della cupola e i dipinti dei sottarchi, tra cui otto Santi, le tre Virtù teologali e le quattro Virtù cardinali, sono di Giovanni Giacomo Sementi. Le pareti sono riccamente decorate con stucchi. Cappella della Madonna del Sudore Nella parete di fondo del braccio destro del transetto si apre la cappella della Madonna del Sudore, che venne costruita a spese della cittadinanza di Ravenna dopo che fece voto alla Vergine per essere liberata dalla peste del 1629; al suo interno venne posta un'immagine ritenuta miracolosa, in quanto avrebbe sudato sangue una prima volta in quanto colpita con un coltello da un soldato ubriaco (allora, infatti, era posta per strada), e una seconda nel 1512. L'ambiente, portato a termine nel 1659 (il 25 maggio dello stesso anno si ebbe al suo interno la traslazione dell'immagine miracolosa), si articola in un vano centrale coperto con cupoletta priva di tamburo e lanterna, nel quale si innestano due corti bracci laterali con volta a botte e grandi finestre a lunetta, ed un'abside a pianta rettangolare; la volta di quest'ultima è a vela con lanterna ellittica, riccamente decorata con stucchi di ispirazione berniniana, scolpiti da Pietro Martinetti. Pietro Bracci ideò nel 1759 l'altare in pregiati marmi policromi, con due coppie di colonne corinzie e un elaborato timpano posti ad incorniciare l'ancona ad altorilievo; questa, in marmo di Carrara, raffigura vari angeli, tra i quali due centrali che sostengono il tabernacolo con ante dorate all'interno del quale è custodita l'immagine miracolosa del XIV secolo. Il dipinto della cupola, raffigurante la Madonna in gloria tra i cori di angeli è opera di Giovanni Battista Barbiani (prima metà del XVIII secolo), mentre di suo nipote Andrea sono gli Evangelisti nei pennacchi. = Sarcofago di San Barbaziano = thumb|Il sarcofago di San Barbaziano. Nel braccio di sinistra della cappella, a pavimento, vi è un sarcofago della seconda metà del V secolo, proveniente dall'antica chiesa di San Lorenzo in Cesarea, situata tra Ravenna e Classe, all'interno del quale, nel 1658, vennero poste le reliquie di san Barbaziano, confessore di Galla Placidia. L'arca, che è interamente realizzata in marmo greco, è riccamente decorata a bassorilievo; sul lato anteriore otto colonne (quelle agli angoli sono accoppiate) dividono lo spazio in cinque nicchie, le due esterne contenenti ciascuna un vaso con al suo interno una pianta, le tre centrali ospitanti tre figure, che rivelano una rigidità eccessiva, analoghe a quelle presenti sul sarcofago di Sant'Esuperanzio: al centro Cristo benedicente con il libro aperto, a sinistra San Paolo con un libro in mano e a destra San Pietro con la croce. Su ciascun lato vi è un candelabro a tre piedi e la parte posteriore, solo abbozzata, raffigura due agnelli che affrontano il crismon; il disegno sul coperchio, che si ripete sui due lati, ma più semplice su quello posteriore, raffigura una corona contenente il monogramma di Cristo, l'alfa e l'omega e quattro rosette, il tutto affiancato da due croci gemmate (sul retro le croci sono semplici e all'interno della corona vi è solo il crismon). = Sarcofago del beato Rinaldo = thumb|destra|Sarcofago del beato Rinaldo. Nel braccio di destra della cappella, appoggiato alla parete, a pavimento, si trova il sarcofago del beato Rinaldo: l'arcivescovo ravennate Rinaldo da Concorezzo, morto il 18 agosto 1321, venne tumulato all'interno di un antico sarcofago in marmo greco risalente agli anni tra il 420 e il 430. Sulla parte anteriore dell'arca, incorniciate tra due colonne e, più internamente, da due palme, si trovano tre figure: quella centrale raffigura Cristo in trono con la mano destra protesa e il libro delle Scritture aperto nella sinistra, dal basamento del quale sgorgano i quattro fiumi del Giardino dell'Eden, descritti nel Libro della Genesi (); ai suoi due lati vi sono Paolo con una corona in mano (a destra, cui il Cristo ha appena donato la corona tende la mano) e Pietro con una corona in mano e la croce (a sinistra), entrambi incedenti verso il trono. Sul retro, vi è il monogramma di Cristo fra pavoni e tralci di vite, ricorrenti anche sulle fiancate (il monogramma da una parte, un vaso con i tralci dall'altra) e, sui lati del coperchio, da una parte il crismon entro una ghirlanda, dall'altra una croce fra degli agnelli. Abside e presbiterio Oltre la crociera, in asse con la navata centrale, si trova la profonda abside, con terminazione semicircolare, quest'ultima caratterizzata dal catino riccamente decorato con cassettoni in stucco. L'intera area è occupata dal presbiterio, rialzato di alcuni gradini rispetto al resto della chiesa. Al centro, trova luogo l'altare maggiore, fatto costruire nel 1760 dall'arcivescovo Guiccioli, realizzato in preziosi marmi policromi quali porfido verde antico, bianco di Carrara, nero orientale e alabastro cotognino e decorato con bronzi dorati di Bartolomeo Borroni; all'interno di esso sono custodite le reliquie dei primi nove vescovi di Ravenna. Originariamente, esso era caratterizzato dalla presenza di una doppia mensa, che permetteva la celebrazione contemporaneamente da ambo i lati, ed era sormontato da un ciborio in argento, donato dalla popolazione di Ravenna nel 1512 e successivamente saccheggiato dai francesi. Mentre in posizione più avanzata rispetto all'altare si trovano a destra il moderno ambone (realizzato nel 1996 su progetto di Diego Rinaldini reimpiegando un mosaico del III secolo con il Nodo di Mosè) e a sinistra la sede in finto marmo, più vicino ad esso, sulla sinistra, trova luogo un antico Crocifisso del XIII secolo, il quale nel 1512, contemporaneamente alla Madonna del Sudore, avrebbe grondato sangue e ritratto i piedi per salvarli dalle fiamme appiccate dai soldati guasconi e ferraresi. L'opera, che fino alla fine degli anni 1990 era situata in una cappella laterale della chiesa ravennate di San Domenico, è in legno cavo ingessato, telato e dipinto, ed è caratterizzata dalla particolare croce a forma di Y. Nell'abside, lungo la parete di fondo semicircolare, trovano luogo su più livelli gli stalli lignei del coro, al centro dei quali (nella medesima posizione di quella settecentesca) si trova la moderna cattedra, realizzata nel 1997 da Ilario Fioravanti; quest'ultima si compone del seggio sopraelevato su due serie di gradini e caratterizzato da un alto schienale, e dal dossale che reca gli stemmi in bronzo dorato di papa Giovanni Paolo II e dell'arcivescovo Luigi Amaducci. Al di sopra del coro, intervallati da lesene corinzie, ai lati di una pala centrale raffigurante la Resurrezione di Gesù di ambito romano (dipinto tra il 1720 e il 1727, già nella seconda cappella di sinistra) si trovano quattro dipinti del 1821 con soggetti relativi alla storia dei primi anni della comunità cristiana di Ravenna:. nel primo di sinistra, San Severo entra nella tomba, di Gioacchino Giuseppe Serangeli, il vescovo di Ravenna è raffigurato mentre entra volontariamente nel sepolcro dopo che gli era stata indicata in una visione la data certa della sua morte; il secondo da sinistra raffigura Sant'Apollinare fa precipitare il tempio di Apollo ed è opera del fiorentino Giuseppe Collignon;. seguono San Pier Crisologo moribondo presso l'altare di San Cassiano a Imola, di Pietro Benvenuti, e Sant'Orso consacra la cattedrale di Ravenna, di Vincenzo Camuccini. Ambulacri e cappelle del capocroce Oltre il transetto, nel capocroce, le due navate laterali continuano in altrettanti ambulacri, ciascuno di una campata, che poi si uniscono dietro l'abside con uno stretto corridoio, senza formare però un vero e proprio deambulatorio. L'ambulacro di destra termina con una stanza all'interno della quale era custodito un altorilievo raffigurante San Marco evangelista, commissionato nel 1492 a Matteo da Ragusa e Giovanni Antonio da Milano e ivi posizionato nel 1828, in luogo del quale si trova attualmente l'accesso alla cappella funeraria degli arcivescovi di Ravenna, ricavata nel 2014 in alcuni locali retrostanti la cattedrale, che ospita le spoglie di Luigi Amaducci ed Ersilio Tonini. Sull'ambulacro si affaccia la cappella dedicata a Sant'Ursicino, martire a Ravenna nel III secolo, il cui martirio è raffigurato nel dipinto di Cesare Pronti posto sull'altare ottocentesco tra due colonne in marmo africano. La cappella che si apre sull'ambulacro di sinistra è il cosiddetto coro d'inverno, costruito nel 1852, con al suo interno gli stalli lignei usati dai canonici della cattedrale per le celebrazioni feriali; mentre a ridosso della parete di fondo si trova l'altare marmoreo con la pala Madonna col Bambino tra i vescovi Orso e Rinaldo, sormontata dalla tela ovale con San Gregorio Magno, ambedue di autore ignoto, lungo le pareti laterali vi sono quattro lunette: la prima a destra è di Marco Palmezzano e raffigura la Deposizione di Gesù nel sepolcro; le altre tre, di Carlo Bononi, raffigurano il Trionfo di Mardocheo (seconda a destra), il Banchetto di Ester (prima a sinistra) e Maria Maddalena nella casa del Fariseo (seconda a sinistra). Nell'ambulacro di sinistra si trova una lunetta dipinta da Guido Reni raffigurante Elia nel deserto. Organo a canne Nella cattedrale si trova l'organo a canne Mascioni opus 487, costruito nel 1936. Lo strumento, restaurato da Michelotto nel 1995, è a trasmissione elettrica e dispone di 51 registri. Il materiale fonico si articola in due corpi contrapposti, ciascuno dei quali è collocato sulle cantorie ai lati del presbiterio, entro casse simmetriche; ognuna di esse presenta una decorazione neoclassica a rilievo ed una mostra formata da 21 canne di principale con bocche a scudo allineate orizzontalmente. La consolle, mobile indipendente, è situata a pavimento alla destra dell'altare maggiore e dispone di tre tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note; i registri, le unioni, gli accoppiamenti e gli annullatori sono azionati da placchette a bilico poste ai lati e al di sopra delle tastiere. Note Bibliografia * * * * *Paola Novara, La Cattedrale di Ravenna: storia e archeologia, Ravenna, D.Monatanari, 1997 Voci correlate Ravenna * Arcidiocesi di Ravenna-Cervia * Parrocchie dell'arcidiocesi di Ravenna-Cervia * Risurrezione di Gesù * Architettura barocca * Architettura neoclassica Altri progetti Collegamenti esterni * * Ravenna Categoria:Chiese dell'arcidiocesi di Ravenna-Cervia Categoria:Architetture barocche di Ravenna Categoria:Architetture neoclassiche della provincia di Ravenna Ravenna Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo Categoria:Arcidiocesi di Ravenna-Cervia Duomo Categoria:Chiese barocche dell'Emilia-Romagna Categoria:Chiese neoclassiche dell'Emilia-Romagna |
111957 | acutissimo - m sing # acuto ; a | cu | tìs | si | mo * |
160252 | Rhinolophus hillorum - Species: Rhinolophus hillorum Hipposideros hillorum , 1989 : Liberia. * * , 1989. American Museum Novitates, 2946: 4. * Guinea * Liberia * Nigeria * Cameroon Category:Karl Friedrich Koopman taxa Category:Eponyms of John Edwards Hill |
8937450 | Giovanni I da Ceccano - Biografia Dai suoi genitori, Landolfo ed Egidia, nacquero altri due figli: Stefano, che abbracciò la carriera ecclesiastica e divenne diacono di sant’Elia a Ceccano, che si trovava all’interno del castello, e divenne, poi, priore ed abate del monastero di Fossanova nel 1208 e cardinale e camerario di Innocenzo III nel 1212; e Mabilia che nel 1188 sposò il conte Giacomo di Tricarico in Basilicata (Annales Ceccanenses., p. 288). Nel 1189 il conte ceccanese sposò Rogasia (o Rogasiata), figlia di Pietro, conte di Celano (Annales Ceccanenses., p. 288) e sorella di Rinaldo, arcivescovo di Capua. Dei figli del Conte Giovanni si conoscono i nomi di: Landolfo, Berardo, Tomasia e Adelasia che erano ancora in vita il giorno in cui il padre Giovanni redasse il suo testamento. Ma un altro figlio, Teobaldo, figura nel testamento di Landolfo nel 1264, il quale lo ricorda come suo fratello. Alla morte del padre Landolfo, avvenuta il 16 maggio 1182 (Annales Ceccanenses, p. 287), Giovanni poteva avere circa 22 anni, e come capo della Contea, nel novembre dello stesso anno si recò a Velletri, accompagnato dallo zio Giordano e dal fratello Stefano, per rendere omaggio al nuovo papa e rimettere nelle mani di Lucio III, eletto papa nel settembre del 1181, i suoi feudi e riceverne l’investitura. Con questo atto, Giovanni mostrò la sua intenzione di rompere con la tradizione ghibellina della sua casata e di dare inizio ad un nuovo corso politico negli affari della Contea. Giovanni, infatti, aveva intenzione di potenziare la signoria di Ceccano, non più in opposizione al potere temporale della Chiesa, ma riconoscendo e concordando con le esigenze del papato. Il monastero benedettino di Fossanova non era distante dalla città di Velletri e fu facile a suo zio Giordano, allora abate in quel monastero, mantenere contatti frequenti con la corte papale, curando gli interessi della sua Abbazia, nonché quelli della famiglia. Certamente il nipote Giovanni avrà contribuito, soprattutto finanziariamente, al successo delle iniziative di suo zio Giordano, eletto cardinale di Santa Prudenziana, poiché esse contribuivano al rafforzamento del suo disegno politico, volto al consolidamento della Signoria ceccanese all'interno di quella che era la struttura temporale della Chiesa. Giovanni si impegnò nella ricerca di importanti alleanze, perfettamente consapevole dell'importante posizione geografica di Ceccano, situata sulla via maestra dello scontro tra papato e impero per il controllo della Sicilia. Giovanni sapeva bene che, per la Sicilia, si poteva giungere anche attraverso l'Abruzzo e questa consapevolezza lo condusse ad allearsi con i grandi feudatari d'Abruzzo, Molise e Puglia, i quali si erano schierati contro Tancredi, riconoscendo Enrico di Svevia come legittimo erede al Regno di Sicilia. Giovanni, infatti, rafforzò questa scelta politica dando in sposa, nel 1188, sua sorella Mabilia al conte Giacomo di Tricarico in Basilicata. La sua scelta politica, infatti, lo metteva dalla parte dell'Impero negli affari di Sicilia. Probabilmente, Giovanni era giunto a questa decisione seguendo i consigli dello zio cardinale, il quale, durante la sua permanenza in Germania alla corte dell'Imperatore, avrà rappresentato gli interessi della propria casata, oltre a quelli della Chiesa. Nel 1190 Giovanni fu nominato cavaliere con il tocco della spada, questa è la più antica testimonianza di un’investitura cavalleresca nel Lazio meridionale. Ciò denota l'alto rango cui era pervenuta, in quel periodo, la famiglia dei conti di Ceccano. Oltre ad essere un grande guerriero, Giovanni fu un abile uomo politico e signore, il quale ebbe a cuore l'interesse delle sue terre e il benessere dei suoi sudditi. Amava le feste, i tornei e lo sfarzo. Al contempo, però, si preoccupava della propria anima e di quella dei suoi familiari perciò, fece abbellire chiese e cappelle in tutta la sua Contea. A Ceccano fece ricostruire la chiesa di San Giovanni Battista, che era stata distrutta a causa di un incendio nell’ottobre del 1180. Il giuramento di fedeltà a Papa Innocenzo III Nel 1202 Giovanni I prestò giuramento di fedeltà a papa Innocenzo III, nella sala del trono del palazzo papale di Anagni, diventando vassallo della chiesa. Ponendo una mano sul Vangelo, recitò le parole: > ”Io Giovanni di Ceccano giuro di mantenermi d'ora in avanti fedele al Beato > Pietro e alla Romana Chiesa, come pure al mio signore papa Innocenzo ed ai > suoi successori canonicamente eletti, e che lo sarò non solo con parole e > cerimonie ma con i fatti, anche sotto avverse condizioni, e di rimanere tale > finché mi scorre sangue nelle vene. Mi guarderò dal rivelare ad altri quanto > mi verrà comunicato sia a viva voce, sia lettere o messaggeri, se ciò > dovesse arrecar danno alla Chiesa. E se dovessi venire a conoscenza di > azioni tramate contro la Chiesa, cercherò innanzitutto di prevenirle, se e > nel mio potere, altrimenti ne informerò le autorità ecclesiastiche > personalmente se possibile, altrimenti con lettere sigillate, per via di > messaggeri sicuri o di persone mie fidate. Giuro inoltre di difendere > Ceccano e tutte le mie terre ed altre che mi venissero affidate dal Beato > Pietro; m'impegno altresì di accorrere alla difesa delle terre della Chiesa > se insidiate, di aiutare a riconquistare quelle perdute e preservarle e > difendere contro qualsiasi nemico. Tanto io giuro di fare con lealtà, senza > frode o malizia con l'aiuto di Dio e di questi santi evangeli” Pochi mesi dopo il giuramento, il papa gli consegnò il feudo di Sezze. Il conte Giovanni non possedeva solo Ceccano, ma era signore anche delle terre di Carpineto, Arnara, Patrica, Cacume, Monteacuto, Giuliano, S. Stefano, Maenza, Rocca Asprana, Prossedi, Pisterzo e Montellanico, e aveva beni in Piperno, Sezze, Ninfa, Alatri, Frosinone, Torrice e Ceprano. Dopo il giuramento, Giovanni operò per dare un assetto politico al Lazio Meridionale secondo le intenzioni di Innocenzo III. La costruzione della chiesa di Santa Maria a Fiume Nel 1196 Giovanni fece costruire sulle fondamenta del tempio di Faustina, moglie dell’imperatore Antonino Pio, la chiesa di Santa Maria a Fiume a valle del ponte di Ceccano, un'opera di grande valore artistico. La nuova chiesa fu consacrata nel luglio 1196, nel giorno della festa di San Giacomo, alla cerimonia parteciparono vescovi e membri del clero provenienti dai paesi limitrofi (Ferentino, Segni, Anagni, Segni, Veroli, Alatri e Terracina), come descritto negli "Annales Ceccanenses": al sermone del cardinale Giordano, seguirono la cerimonia di consacrazione, l'offerta di numerosi doni, sia da parte del cardinale, sia del conte Giovanni, e un sontuoso banchetto di cui vengono indicate anche le varie pietanze e i cibi offerti: pane, vino, mucche, maiali, galline, polli, oche, nonché pregiate spezie come pepe, cinnamomo, zafferano, le quali son testimonianza del grado di ricchezza a cui i conti da Ceccano erano giunti. Assente alla cerimonia perché infermo, il conte Giovanni si presentò in chiesa dopo il sermone del cardinale Giordano, tra lo stupore di tutti i presenti che pensarono a una guarigione miracolosa. Alla chiesa, Giovanni fece dono di una patente di franchigia che poggiò personalmente sull’altare (Annales Ceccanenses, pp. 292-293). L’atto lasciava alla chiesa ampie libertà dai carichi fiscali, dall’ordinazione e destituzione dei preti e la rendeva inviolabile, per cui, chiunque si fosse rifugiato all’interno delle sue mura, non poteva essere punito. La chiesa veniva, inoltre, legata al patronato del conte, egli si riservava il privilegio di intervenire contro chiunque si fosse macchiato di colpe contro la famiglia dei de Ceccano e imponeva al Capitolo il suo intervento su eventuali azioni illecite compiute da laici e da ecclesiastici della sua comunità. Il cardinale Giordano donò invece dei paramenti sacri e una pianeta ricamata con preziosi fregi. La sconfitta di Ruggero dell'Aquila Il conte Ruggero dell’Aquila, figlio di Riccardo conte di Fondi, approfittando del sorgere di alcuni contrasti tra i feudatari pontifici, nel maggio 1216 decise di compiere un'incursione saccheggiando molte terre, tra cui Ceccano. Dalla "Cronaca di Ceccano": > "Il 23 maggio all'epoca del sig. Innocenzo III papa, venne il conte Ruggiero > dell'Aquila con il suo esercito nel territorio di Ceccano, devastò le messi > di Santa Maria a fiume e le brucio un mulino e due Mulini di San Clemente e > poi tornando indietro albergò nel territorio di Castro. Il giorno seguente > cominciò a far ritorno a Fondi e il sig. Giovanni da Ceccano lo inseguì, lo > raggiunse nel territorio del castello di Vallecorsa, prevalse su di lui, il > conte fu messo in fuga ed il sig. Giovanni prese nel suo esercito Roberto > dell'Aquila, zio del conte, con settanta cavalieri scelti ed altri uomini. > La preda degli animali, e altra la preda, fu roba infinita" Ruggero invase il territorio della contea di Ceccano, devastando e bruciando le messi della chiesa di Santa Maria a Fiume, distruggendo anche tre mulini di San Clemente e rubando del bestiame. Sicuramente Ruggero non si avventurò nelle terre di Ceccano con il semplice scopo di razziare tutto ciò poteva, ma il gesto fu, di certo, anche un tentativo di sfidare e umiliare il conte Giovanni, sperando di infliggere un duro colpo al prestigio della casata ceccanese. Lo scontro, però, non si tenne a Ceccano. Con brillante astuzia militare, conscio di essere in netta inferiorità numerica, Giovani evitò di combattere Ruggero in uno scontro campale e si trincerò nei suoi castelli ben protetto dalle loro mura, aspettando il momento propizio per sferrare il colpo decisivo al suo rivale. Mentre Ruggero stava tornando verso le sue terre, nei pressi di Vallecorsa, Giovanni lo aggredì, sbaragliando le forze nemiche che si diedero alla fuga. Questa grande vittoria accrebbe notevolmente il prestigio di Giovanni. L'assalto e la distruzione di Morolo Dopo la morte di Innocenzo III (16 luglio 1216), Giovanni condusse una lunga guerra contro la famiglia romana dei Colonna e i conti da Supino. Neanche due mesi dopo lo scontro avuto con il conte dell’Aquila, Giovanni scese di nuovo in campo. Sapendo cosa sarebbe accaduto in tutta la Contea se i suoi nemici avessero preso il sopravvento, il giorno 22 luglio 1216 attaccò e bruciò il castello di Morolo, al tempo sotto Tommaso da Supino, vassallo della Chiesa, ed alleato di Ruggero dell'Aquila, assieme al quale aveva un tempo saccheggiato i territori del conte di Ceccano. Il castello fu incendiato, morirono 424 persone fra uomini, donne, vecchi e fanciulli. Oddone Colonna, sua sorella Mabilia e sua figlia, furono condotti prigionieri a Ceccano. Gli abitanti rimasti, militari e civili, dovettero prestare giuramento di fedeltà e sottomissione al potere ceccanese. Tommaso si dichiarò, sotto giuramento, fedele e perpetuo vassallo, e diede al conte Giovanni suo figlio in ostaggio, come pegno della sua sincera fedeltà. Stando agli Annales Ceccanenses, l’esatta somma dei beni di resa che confluirono nelle casse della tesoreria ceccanese fu di ben 1000 libbre di provesini, che Tommaso versò in cambio del rilascio di sua moglie e sua figlia e infine consegnò a Giovanni Colonna , cardinale, il signor Ottone Colonna assieme ai suoi soldati. L’episodio di Morolo diede forza a quei personaggi ostili al conte di Ceccano, che si insediarono alla corte del nuovo pontefice Onorio III, eletto papa il 18 luglio 1216, due giorni dopo la morte di Innocenzo III. La scomunica da parte del vescovo di Ferentino Tra il maggio e l'ottobre 1217 il papa nominò rettore della Campagna il cardinale Giovanni Colonna, che ebbe così la possibilità di difendere la sua famiglia dalle pretese del conte di Ceccano. Onorio III propose allora un compromesso e riconfermò i diritti feudali di Giovanni da Ceccano su Sezze. Ma presto sorsero nuovi contrasti e, nello stesso anno, il papa accusò Giovanni da Ceccano di ingratitudine, privandolo definitivamente del feudo di Sezze ma, poiché il conte non rimise in libertà le persone e non restituì i beni ecclesiastici, Giovanni fu scomunicato dal vescovo di Ferentino. Papa Onorio era caritatevole, pio e onesto, ma non era un diplomatico, anzi, era influenzabile dalla curia e spesso si rimetteva al giudizio dei prelati che gli stavano intorno, senza alcuna valutazione politica. In effetti, gli avvenimenti alla base della scomunica di Giovanni ebbero motivazioni prettamente politiche: ridurre il prestigio del Conte da Ceccano verso il papa, i suoi cittadini ed i confinanti, e frenare l'espandersi territoriale del feudo ceccanese. È facile comprendere, dunque, dietro questa congiura politica, l'intrigo di Giovanni Colonna, nominato Cardinale nel 1212, e che Giovanni aveva umiliato a seguito della battaglia di Morolo. Tuttavia, l'unico effetto di tale azione fu l'allentamento dei legami tra il conte e il papa; ma il conte, lungimirante, non si spaventò e non reagì alle provocazioni. La situazione di attrito non dovete andare per le lunghe, come dimostra, infatti, la presenza del vescovo di Ferentino al momento della stesura del testamento di Giovanni. Dalla lettura attenta del testamento si evince che la situazione tra Giovanni la Chiesa si era normalizzata qualche tempo prima, con il bacio della pace tra il conte e l'abate di Fossanova. Il testamento del conte Giovanni I Non si conosce con precisione la data della sua morte, che dovrebbe, ad ogni modo, cadere tra il 5 aprile 1224, data in cui fu redatto il testamento, ed il 16 aprile 1227. Dalla lettura del suddetto documento, si comprende la consistenza del patrimonio del conte, essendo ben dodici i castelli che egli lasciava ai suoi successori, oltre a diversi beni. Al primogenito Landolfo lascia i castelli di Ceccano, Arnara, Patrica, Cacume, Monteacuto, Giuliano, Amaseno, Pisterzo e Carpineto. A Berardo quelli di Maenza, Rocca Asprana e Prossedi. Lasciò loro anche molti possedimenti a Montelanico, Alatri, Frosinone, Torrice, Ceprano, Piperno, Sezze e Ninfa. Alle figlie Tomasia e Adelasia lasciò quanto offrì al tempo del loro matrimonio, aggiungendo ulteriori beni e cento monete d'oro. A sua madre Egidia lasciò l'usufrutto del castello di Ceccano, vita natural durante. Il conte donò inoltre, alle chiese di San Giovanni e San Nicola, una "gualchiera". Note Bibliografia Edoardo Aldo Papetti; Il lungo viaggio di Egidia 1190-1191 : da Ceccano a Santiago di Compostela, 2004 * P. Pressutti; Regesta Honorii papae III, 1888 * C. Mastroianni; Il braccio meridionale del chiostro di Fossanova: ipotesi sulla cronologia e sulle maestranze che parteciparono al progetto di ricostruzione, in Rivista cistercense, 2004 * Michelangelo Sindici; Ceccano: l'antica Fabrateria, Atesa Editrice, 1984 * Edoardo Papetti; I Conti di Ceccano tra re, imperatori e papi, Litotipografia Francesco Ciolfi, Cassino, 2006 * Edoardo Aldo Papetti; I conti di Ceccano nei secoli XII e XIII, Nuova Stampa, Frosinone, 2003 * Augustin Theiner; Codex diplomaticus dominii temporalis S. Sedis, 1861 * Mario Colone. Pierluigi Mirra; S. Maria a Fiume, Associazione Culturale “La Colomba”, Ceccano, 1992 Collegamenti esterni |
48262 | Disposizioni foniche di organi a canne/Francia/Occitania/Haute- Garonne/Toulouse - Disposizioni foniche di Tolosa raggruppate per edificio:Capoluogo Basilique Saint-Sernin Lourdes |
3005736 | Repond - L'apparecchio Repond è un risponditore telefonico automatico prodotto dalla Brondi per conto della SIP negli anni '80. Il Repond nasce come succedaneo economico della segreteria telefonica ma, contrariamente a quest'ultima, non è in grado di memorizzare alcun messaggio eventualmente pronunciato da chi origina la chiamata: fornisce solo alcune frasi prestabilite programmabili dall'utente cui la chiamata è diretta. Il repond si collega alla rete telefonica per mezzo di una presa telefonica tripolare passante, alla quale va poi collegato un normale apparecchio telefonico. Se il Repond è collegato, dopo il secondo squillo di chiamata occupa la linea e "legge" il messaggio che l'utente ha composto. La programmazione del Repond avviene tramite una tastiera numerica simile ad una normale tastiera telefonica, inizia sempre con asterisco e finisce sempre con cancelletto, a particolari combinazioni numeriche corrispondono particolari frasi preimpostate; sul pannello ribaltabile che copre la tastiera vi è un breve riepilogo delle frasi disponibili ed il relativo codice di programmazione. Il messaggio "letto" dal Repond inizia sempre con la frase "Risponde il numero", associata al tasto asterisco, e comprende sempre la frase "si prega richiamare", anch'essa associata al tasto asterisco. Dopo aver letto il messaggio preimpostato, il Repond riaggancia (libera cioè la linea telefonica) predisponendosi a ricevere una nuova chiamata. Il Repond è alimentato da 4 pile di tipo AAA ("mini stilo"). Il Repond è stato fornito in opzione e dietro pagamento di canone maggiorato agli utenti SIP negli anni '80. La programmazione e la tabella dei codici Asterisco (*) premuto la prima volta inizia la fase di programmazione e corrisponde al messaggio "Risponde il numero" In questa fase della programmazione i tasti da 0 a 9 corrispondono alla parola associata (zero,uno, due, ... nove), eventuali combinazioni particolari di tasti non vengono interpretate; la seconda pressione del tasto asterisco registra il messaggio "Si prega richiamare" e predispone l'apparecchio alla programmazione della seconda parte del messaggio: in questo caso i tasti da zero a nove corrispondono ancora alla parola associata, mentre ad alcune combinazioni vengono assegnate porzioni di frase o parole particolari: 10 = "dieci"; 11 = "undici"; 12 = "dodici"; 13 = "una"; 14 = "dopo le..."; 15 = "al numero..."; 16 = "di mattina"; 17 = "di sera"; 18 = "di pomeriggio"; 19 = "domani". Si conclude la programmazione premendo il tasto cancelletto, che permette anche di riascoltare il messaggio composto. Per esempio, se impostassimo il codice * 0 1 2 3 * 19 14 10 16 15 1 2 3 4 #, il Repond risponderebbe così: "Risponde il numero zero uno due tre, si prega richiamare domani dopo le dieci di mattina al numero uno due tre quattro" per poi riagganciare. Non esiste un controllo del senso logico di quanto viene programmato: è possibile infatti programmare il Repond in modo da produrre messaggi privi di significato sfruttando opportunamente le combinazioni predisposte. Il codice * 1 * 14 19 12 # originerà la frase "risponde il numero uno, si prega richiamare dopo le domani dodici". Voci correlate Telefono Categoria:Telefonia |
735620 | José Eduardo Serrão - José Eduardo Serrão, Brazilian entomologist. Departamento de Biologia Geral, Universidade Federal de Viçosa, 36570-000, Viçosa, Minas Gerais, Brasil Category:Taxon authorities Category:Entomologists |
1280346 | Paragortonia leptoforma - Species: Paragortonia leptoforma Paragortonia leptoforma & , 2001: 52 * : Mexico, Oaxaca, Tehuantepec. * : OSU. male ♂; leg. P.H. Freytag & L.P. Gibson; 1965-06-28. accessed 2021-09-29. Category:OSU Category:John Andrew Chemsak taxa Category:Felipe Arturo Noguera-Martínez taxa |
6361441 | Köhnə Orand - Köhnə Orand è un comune dell'Azerbaigian situato nel distretto di Lerik. Categoria:Comuni del distretto di Lerik |
3826625 | Provincia di Satipo - La provincia di Satipo è una provincia del Perù, situata nella regione di Junín, di cui è la più grande provincia e quella situata più a Est. La provincia di Satipo si trova nella foresta pluviale amazzonica peruviana. La sua capitale è la città di Satipo. Geografia antropica =Suddivisioni amministrative È divisa in 8 distretti: * Coviriali (Coviriali) * Llaylla (Llaylla) * Mazamari (Mazamari) * Pampa Hermosa (Mariposa) * Pangoa (Pangoa) * Río Negro (Río Negro) * Río Tambo (Puerto Ocopa) * Satipo (Satipo) Note Altri progetti Satipo |
5678303 | Foresta decidua - Il termine foresta decidua può riferirsi a: * Foresta decidua temperata – bioma terrestre che si sviluppa nelle zone temperate di tutto il planisfero * Foresta mediterranea decidua – ecosistema mediterraneo * Foresta decidua secca del Madagascar occidentale – ecoregione che occupa la parte nord-occidentale del Madagascar |
4340840 | Distretto di El'sk - Il distretto di El'sk (in bielorusso: Ельскі раён) è un distretto (raën) della Bielorussia appartenente alla regione di Homel'. Altri progetti Collegamenti esterni El'sk |
525996 | Hospital Information System - Uno Hospital Information System (HIS) o Sistema Informativo Sanitario (SIS) è uno strumento informatico o meglio l'insieme integrato di strumenti informatici utilizzati in ambito sanitario per gestire i flussi amministrativi e clinici di un ospedale. Tipicamente contempla: * Anagrafica Centrale * Archivio dei referti * Sistema di gestione dei pazienti (Accettazione/Dimissione/Trasferimento - ADT) * Rendiconto * Analisi dei costi In particolare, nell'utilizzo degli HIS, si stanno delineando due reti orientate a strutturare: # Electronic Health Record (EHR) / Cartella Clinica Elettronica (CCE) : i dati clinici di cui può disporre il cittadino # Electronic Medical Record (EMR) / Cartella Clinica Sanitaria (CCS): i dati di proprietà del sistema sanitario. Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), è invece un documento interamente gestito dal paziente che può decidere di oscurarne o modificarne anche interamente il contenuto. Un HIS deve essere in grado di gestire in maniera coerente ed integrata EHR ed EMR, deve poter scambiare dati sanitari con altri sistemi (PACS, RIS, etc), e permettere l'archiviazione di questi dati in archivi personali (tipicamente Smart Cards). Una prerogativa di questi sistemi è l'utilizzo di protocolli di comunicazione e specifici standard clinici: # Classificazione ICD # Raggruppamenti omogenei di diagnosi # HL7 # OPS301 Interfacce di comunicazione A seconda del livello di integrazione con i sistemi informatici ospedalieri, uno HIS è in grado di gestire uno scambio di informazioni con: * Laboratory Information System (LIS) * Sistema informatico radiologico (RIS) * Software dei reparti * Sistemi regionali Categoria:Software medicale Categoria:Sistemi informativi |
335078 | decamperesti - seconda persona singolare del condizionale presente di decampare :*: |
674421 | Ixodes cuernavacensis - Species: , 1966 |
4406674 | La tramontana - La tramontana è un brano musicale composto da Daniele Pace e Mario Panzeri, classificatosi al 5º posto del Festival di Sanremo 1968 nell'interpretazione di Gianni Pettenati ed Antoine. 45 giri Dopo il Festival viene pubblicato il singolo del cantante francese contenente il brano e Voglio andare in guerra., mentre per Pettenati il disco si intitola La Tramontana/Voglio tornare a casa mia. Traduzioni Una versione in spagnolo del brano è incisa dal gruppo Los Catinos, conosciuti proprio per delle cover in spagnolo di canzoni italiane, nel 1968, con il titolo in italiano (Belter, 07-417), testo di José Carreras, inserita nella raccolta del 1999 dal titolo Singles Collection (Graffiti, 32-785). Cover La cantante portoghese di Lisbona Amália Rodrigues ne canta una versione https://www.letras.mus.br/amalia-rodrigues/1879074/, anche già i citati Los Catinos la fecero in spagnolo. Classifiche Il 45 giri di Antoine ottiene un successo inatteso, raggiungendo il 1º posto nella hit parade dei più venduti in Italia.Hit Parade Italia - Classifica Commentata del 15 marzo 1968 Classifica settimanale miglior posizionehttp://www.hitparadeitalia.it/hp_weeks/index.html Classifica (1968) Posizione Artista Italia 3 Antoine Alla seconda settimana passa alla prima posizione in classifica e vi rimane per 5 settimane. Classifica annualehttp://www.hitparadeitalia.it/hp_yends/hpe1968.htm Classifica (1968) Posizione Artista Italia 5 Antoine Italia 99 Gianni Pettenati Note Collegamenti esterni Categoria:Brani musicali del Festival di Sanremo 1968 |
4285670 | Ursone da Sestri - Biografia Nato probabilmente a Genova, o nella Riviera di levante, alla fine del XII secolo, Ursone fu una personalità politica di rilievo nella Repubblica di Genova della prima metà del Duecento. Fu attivo in varie missioni diplomatiche per la Repubblica, come quelle che portarono il veronese Pecoraro di Mercatonuovo ad assumere la carica di podestà della città e fu, probabilmente, uno dei continuatori anonimi degli Annali del Caffaro negli anni ‘20 del Duecento. Ursone è noto soprattutto per il suo poema, in più di mille esametri latini, Historia de victoria quam Ianuenses habuerunt contra gentes ab imperatore missas. In esso è celebrata la vittoria ottenuta dai genovesi, per terra e per mare, nel 1242 in uno scontro - in realtà di scarso rilievo - con Federico II e i suoi alleati, tra cui i pisani. Il poema, che racconta gli eventi in chiave epica, è ricco di excursus paesaggistici e moraleggianti e di invettive contro gli avversari di Genova; molto spazio è dato, altresì, ai discorsi dei comandanti degli eserciti contrapposti (in particolare Ansaldo De Mari e Oberto Pallavicino). Ursone fu autore, inoltre, di una raccolta di Fabulae Morales in versi, che andarono però perdute. Le opere di Ursone, ricordate e apprezzate dal preumanista Geremia da Montagnone nel XIII secolo e dall'umanista ligure Giacomo Bracelli nel XV secolo, circolarono per lungo tempo in forma manoscritta, come confermano eruditi seicenteschi (Schiaffino, Soprani e Oldoini) e, più tardi, lo Spotorno. L'editio princeps del de victoria fu pubblicata nel 1853 a cura di Tommaso Vallauri per gli Historiae Patriae Monumenta, sulla base di un manoscritto ritrovato da Ercole Ricotti e appartenuto al marchese Massimiliano Spinola, ma oggi apparentemente perduto. Il testo fu poi riedito da G.B. Graziani nel 1857, da R. Centi nel 1993 e, in edizione critica, da C. Fossati nel 2021. Opere Historia de victoria quam Ianuensis habuerunt contra gentes ab imperatore missas, 1243. *Fabulae Morales, 1249. Bibliografia Fiorenzo Toso, La letteratura ligure in genovese e nei dialetti locali, vol. 1, Le Mani, Recco, 2009. * * Ursone notaio, Poema della vittoria, cura e traduzione di Roberto Centi, Fabbiani, La Spezia, 1993. * Sara Calculli, Ursone da Sestri, in Dizionario biografico degli italiani. Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma, vol. 97 (2020). URL consultato il 5 luglio 2023 * Ursone da Sestri, Historia de victoria quam Ianuenses habuerunt contra gentes ab Imperatore missas, edizione critica, traduzione e commento a cura di Clara Fossati, SISMEL - Edizioni del Galluzzo, Firenze, 2021 (Edizione Nazionale dei Testi Mediolatini d'Italia, 57). * Nicolò Campodonico, rec. a Ursone da Sestri, Historia de victoria..., a cura di C. Fossati, Firenze 2021, in «Studi medievali», 62 (2021), II, pp. 845-853. Voci correlate Vernazza |
1194806 | Clivina lepida - Species: Clivina lepida , 1866 [accessed on December 3, 2018] Category: Accepted species name Category: Extant species |
8407921 | Ligustrum sinense - Il ligustrum sinense è una specie di ligustro originaria della Cina, di Taiwan e del Vietnam. È anche naturalizzato in Riunione, isole Andamane, Isola Norfolk, Costa Rica, Honduras, Panama e gran parte degli Stati Uniti orientali e meridionali. Il Ligustrum lucidum è talvolta chiamato anche "ligustro cinese". Altri progetti Categoria:Oleaceae |
181142 | Saint-Jean-sur-Couesnon - Saint-Jean-sur-Couesnon è un comune francese di 1.072 abitanti situato nel dipartimento dell'Ille-et-Vilaine nella regione della Bretagna. Società =Evoluzione demografica= Note Altri progetti Saint-Jean-sur- Couesnon |
1246314 | Glenea ossifera - Species: Glenea ossifera , 1894 [accessed on January 5, 2019] Category: Accepted species name Category: Extant species |
495605 | Melizoderes - Species (7): Melizoderes , 1850 * : Melizoderes carinata Blanchard, 1852 Methille Butler, 1881 * Orekthen Funkhouser, 1930 * Blanchard 1852 in Gay, Hist. Chile, 7, 266. Melizoderes - Taxon details in World Auchenorrhyncha Database Category:Maximilian Spinola taxa |
1470189 | Crisobolla - La Crisobolla, o Bolla d'Oro (in latino: bulla aurea, in greco: Κρυσόβουλλος, leggi crysòbullos), cioè "sigillo aureo", era un particolare tipo di documento ufficiale in uso presso la cancelleria imperiale di Costantinopoli e adottato poi nel Medioevo anche presso le corti occidentali. Il termine deriva dal greco antico χρυσός (chrysos), cioè "oro", e dal latino bulla, cioè "oggetto rotondo", con riferimento al sigillo impresso in calce ai documenti ufficiali: dal sigillo stesso il termine passò ad indicare per estensione l'intero documento. Caratteristica della bolla aurea era l'impressione del sigillo in oro, ad indicare la particolare importanza dell'editto. Tradizione bizantina Il Crysòbullos Lògos (Κρυσόβυλλος Λόγος, cioè "Legge del Sigillo d'Oro"), o semplicemente Crisobolla, era un documento ufficiale emanato dalla cancelleria palatina dell'Impero bizantino sancente i più importanti atti imperiali. L'ideologia imperiale bizantina identificava l'Imperatore quale sovrano dell'unico legittimo impero universale, scelto direttamente da Dio. In tale ottica le bolle imperiali erano particolarmente utilizzate nella politica estera, presentando attraverso di esse quali atti di concessione imperiale i risultati delle trattative diplomatiche, spesso sostenute tra pari. In tal modo consentivano all'Impero di mantenere una formale condizione di superiorità anche coi vicini più potenti. Per circa otto secoli venne mantenuto l'uso di emettere le Crisobolle unilateralmente, senza obblighi per la controparte. Ciò tuttavia risultava svantaggioso per i Bizantini nel far rispettare gli impegni stipulati alle potenze straniere, cosicché a partire dal XII secolo essi iniziarono a inserire nelle Bolle formule vincolanti di giuramento. Nel XIII secolo l'uso passò alle cancellerie dell'Impero di Nicea e dell'Impero di Trebisonda. Elenco Tra i più importanti documenti di questo tipo emessi in Oriente vi sono: * la Crisobolla del 992 dell'imperatore Basilio II Bulgaroctono sulla riduzione delle tasse doganali ai mercanti Veneziani; * la Crisobolla del 1082 dell'imperatore Alessio I Comneno sui diritti commerciali di Venezia in Oriente; * la Crisobolla del 1126 dell'imperatore Giovanni II Comneno sui diritti commerciali veneziani. Uso occidentale Dalla tradizione bizantina l'uso della bolla si estese nel Medioevo in Europa occidentale con le Bolle pontificie, le Bolle imperiali e quelle emanate dagli altri sovrani occidentali. La maggior rarità con cui si ricorse all'uso dell'oro nell'emanazione delle Bolle in Occidente, fece sì che le Bolle d'Oro finissero per risultare collegate a documenti di particolare importanza. Elenco Tra i più importanti documenti di questo tipo emessi in Occidente vi sono: *la Bolla d'oro del 1186 dell'imperatore Federico Barbarossa sui diritti feudali dell'arcidiocesi di Tarantasia; *la Bolla d'oro di Sicilia del 1212 dell'imperatore Federico II di Svevia sulla conferma della regalità di Ottocaro I di Boemia; * la Bolla d'oro di Eger del 1213 dell'imperatore Federico II di Svevia sui diritti del Papato e della Chiesa nell'Impero; * la Bulla Aurea del 1214 dell'imperatore Federico II di Svevia sulle cessioni territoriali al re Valdemaro II di Danimarca; * la Bulla Aurea del 1222 del re Andrea II d'Ungheria; * la Goldenen Freibrief del 1224 del re Andrea II d'Ungheria; * la Bolla d'oro di Rieti del 1234 * la Bolla d'oro di Rimini del 1235 dell'imperatore Federico II di Svevia sui diritti dell'Ordine Teutonico sulla Terra di Chełmno; * la Bulla Aurea del 1267 del re Bela IV d'Ungheria; * la Bulla Aurea del 1348 del re Carlo I di Boemia; * la Bolla d'oro del 1356 dell'imperatore Carlo IV di Lussemburgo e del Reichstag sulle norme di successione imperiale; * la Bulla Aurea del 1702 dell'imperatore Leopoldo I d'Asburgo. Voci correlate Bolla papale * Bolla (documento) Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Diritto bizantino Categoria:Documenti sovrani |
371187 | rettificarono - terza persona plurale dell'indicativo passato remoto di rettificare :*: |
553157 | Gas d'acqua - Con il termine gas d'acqua si intende comunemente una miscela gassosa composta da idrogeno, monossido di carbonio e anidride carbonica in proporzioni che variano a seconda della temperatura a cui il gas viene generato. Questo viene ottenuto insufflando, in gasogeni, vapor d'acqua su carbone rovente, la reazione sarà: `C + H2O(g) → CO + H2 ΔH = +28.400 cal`/mole A sua volta l'ossido di carbonio reagisce con l'acqua dando origine alla reazione: `CO + H2O(g) → CO2 + H2 ΔH = -9.800 cal`/mole Siccome la temperatura non è relativamente elevata e la reazione è esotermica, l'equilibrio sarà spostato a destra e quindi la reazione finale sarà data dalla somma: `C + 2 H2O(g) → CO2 + 2 H2 ΔH = +18.600 cal`/mole Essendo la prima e la terza reazione endotermiche bisogna alternare l'insufflazione di vapor d'acqua ed aria in modo tale da fornire il calore necessario. Il processo avviene secondo 4 fasi: #soffiaggio di aria, #soffiaggio di vapore ascendente, #soffiaggio di vapore discendente, #lavaggio. Innanzitutto occorre raggiungere la temperatura opportuna, altrimenti non avverrà nessuna reazione. Quindi si insuffla aria (fase 1) e la reazione tra carbonio e ossigeno, essendo esotermica svilupperà calore, però si creerà sia monossido di carbonio che anidride carbonica; inizia ora la fase 2 in cui viene immesso vapor d'acqua dal basso e si avrà la produzione di gas d'acqua; subito dopo si passa alla fase 3 in cui si insuffla vapor d'acqua dall'alto facendo così continuare la produzione di gas d'acqua. La temperatura è scesa a valori favorevoli per far avvenire la reazione, per cui, una volta completata, si passa al lavaggio per liberare la griglia dall'idrogeno e dal carbonio che si sono depositati. Il gas d'acqua si usava un tempo come carburante alternativo nelle auto a gasogeno, miscelato con gas d'aria. Voci correlate Gas d'aria *Gas misto Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Gas Categoria:Produzione di idrogeno |
2643507 | Idropulitrice - thumb|right|Idropulitrice usata per pulire una piazza L'idropulitrice è una macchina che, grazie ad un getto d'acqua ad elevata pressione, rimuove sporco ed incrostazioni da qualsiasi superficie solida. Storia Principio di funzionamento Una pulitrice è normalmente costituita di: * pompa dell'acqua ad alta pressione; *motore elettrico, che può essere anche un motore endotermico; * tubo per acqua ad alta pressione che comunemente sopporta pressioni fino a 300 bar, tuttavia, per applicazioni speciali esistono idropulitrici in grado di superare i 1600bar (ad esempio per rimuovere graffiti); * pistola; * lancia; * ugello. Il motore fa girare una pompa ad alta pressione la quale, per mezzo di pistoni in ceramica o acciaio, mette in pressione l'acqua. Un'apposita valvola di regolazione, consente di regolare la quantità d'acqua che si intende far riciclare in testata, in questo modo è possibile variare il rapporto pressione / portata dell'acqua in uscita (tuttavia è buona norma non far riciclare acqua, in quanto la stessa aumentando di temperatura tende ad usurare le parti interne del gruppo pompante oltre a quelle della valvola di regolazione). L'acqua in pressione può essere scaldata attraverso la serpentina di una caldaia montata a bordo macchina. L'acqua ad alta pressione percorre tutto il tubo, quindi attraversa la pistola e lancia per fuoriuscire da un ugello con foro calibrato in base alla pressione di lavoro ed alla portata dell'acqua. Ad esempio: avendo un'idropulitrice con portata pari a 1800 l/h e dotandola di un ugello 4055 si otterrà un getto con apertura a ventaglio di 40° ed una pressione d'esercizio pari a 180 bar (nella scelta dell'ugello è fondamentale verificare quale sia la pressione massima di esercizio della macchina indicata nella documentazione tecnica della stessa); angoli maggiori ampliando la superficie di applicazione riducono la forza di impatto abbassando la qualità di pulizia, angoli minori riducendo la superficie di applicazione, aumentano la forza di impatto e migliorano il risultato in pulizia. Per dare un'idea, normalmente nel settore lavaggio auto sono impiegati ugelli a 25°, nel settore pulizia camion sono invece preferiti ugelli a 15° (come quello impiegato nella foto). Tipologie L'idropulitrice può essere alimentata con corrente elettrica o con combustibile liquido (benzina o gasolio), come fluido di pulizia impiega l'acqua che grazie all'elevata pressione d'impatto sulla superficie funge da mezzo meccanico di rimozione dello sporco. Esistono diversi tipi di idropulitrici, alcune offrono la possibilità di essere alimentate con acqua calda, altre, dotate di riscaldatore a bordo permettono in riscaldamento dell'acqua (anche fino allo stadio vapore). Molte permettono l'utilizzo di uno o più prodotti chimici. Esistono inoltre idropulitrici dotate di un sistema automatico di riutilizzo dell'acqua (tuttavia in questo caso l'acqua non potrà essere nuovamente riscaldata in quanto le parti in sospensione contenute nella stessa formerebbero degli strati solidi che nel tempo otturerebbero la serpentina del riscaldatore). Caratteristiche L'idropulitrice consente di lavorare con un alto rendimento in quanto, a seconda della potenza del motore, è possibile creare un getto d'acqua estremamente potente e concentrato su una piccola superficie; tale getto, a seconda del tipo di ugello montato, può essere puntiforme, e in questo modo può essere usato anche per tagliare la pietra, oppure può essere a ventaglio, come generalmente usato per la pulizia e la rimozione di incrostazioni; utilizzando appropriati accessori, infine, è possibile effettuare anche operazioni di sabbiatura ad acqua e di schiumatura. Sul mercato si possono trovare idropulitrici di diverse fasce di prezzo e quindi diverse caratteristiche; le portate in acqua possono variare da 4 a oltre 100 litri minuti (l/min), le pressioni più comuni oscillano da 80 bar ad oltre 200 bar (nel contesto pulizia). Oltre alla pressione di lavoro massima e alla portata d’acqua, nella scelta dell’idropulitrice ideale è da tenere in considerazione la presenza e la tipologia di accessori, sia in dotazione che nell’eventualità di acquisto futuro. Molte idropulitrici di diverse marche sono vendute in differenti kit: il kit auto con spazzola dedicata e contenitore detergente, il kit casa con l’apposito accessorio lavapavimenti, il kit giardino ecc. Ovviamente la presenza di un buon numero di accessori ne aumenta il prezzo totale. Inoltre, la possibilità di acquistare separatamente anche in futuro gli accessori e parti di ricambio è importante nel caso di usura di alcune parti della macchina o danneggiamento di alcuni accessori. Altro punto da valutare è la maneggevolezza dell’idropulitrice con la presenza di apposite maniglie, rotelline per il trasporto, la lunghezza del tubo ad alta pressione che collega la pistola ad alta pressione alla macchina, il peso e l’ingombro complessivo dell’apparecchio che avrà nel ripostiglio. Non meno importante è valutare il servizio di assistenza post vendita. Molte marche tra i più affidabili e conosciute effettuano il ritiro del prodotto guasto e la riconsegna direttamente a domicilio con conseguente risparmio di tempo rispetto alla classica consegna al centro assistenza più vicino. Sicurezza La potenza della idropulitrice genera un potenziale pericolo per l'operatore e per l'ambiente circostante se usata senza le dovute precauzioni. Normativa Nella Comunità Europea le idropulitrici sono soggette a restrizioni sulle emissioni di rumore attraverso la Direttiva 2000/14/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dell'8 maggio 2000 sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri concernenti l'emissione acustica ambientale delle macchine ed attrezzature destinate a funzionare all'aperto.Direttiva 2000/14/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dell'8 maggio 2000 sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri concernenti l'emissione acustica ambientale delle macchine ed attrezzature destinate a funzionare all'aperto Note Altri progetti Categoria:Strumenti per la pulizia Categoria:Trattamenti superficiali |
585738 | Scarabaeus rufipes - Scarabaeus rufipes may mean: * Scarabaeus rufipes , 1758 (senior primary homonym) * Scarabaeus rufipes , 1907 (junior primary homonym) |
1368178 | Euonymus spraguei - Species: Euonymus spraguei Euonymus spraguei , J. Coll. Sci. Imp. Univ. Tokyo 30(1): 59–60 1911 Euonymus kuraruensis Hayata * : 30(1): 59–60 * * category:Bunzo Hayata taxa |
566661 | Altopiani di Colfiorito - Gli Altopiani di Colfiorito (o Altopiani Plestini) sono un complesso di sette altopiani carsici, situati nell'Appennino umbro-marchigiano, posti ad un'altitudine compresa tra i 750 e gli 800 , lungo lo spartiacque appenninico, a cavallo del confine tra il territorio del comune di Foligno e quello di Serravalle di Chienti. Territorio =Morfologia miniatura|L'oasi di Colfiorito sotto la neve Delimitati a ovest e a est da due dorsali calcaree che culminano in numerose vette oltre i 1.000 , le più rilevanti delle quali si trovano a nord, monte Pennino (1.571 m), monte Acuto (1.300 m) e monte Prefoglio (1.322 m) e a est, monte Tolagna (1.405 m), sono separati da alture più dolci e comunicano tra loro per mezzo di numerose valli. Derivano dal prosciugamento, naturale per effetto del carsismo o per bonifica dell'uomo, di sette conche lacustri, di cui rimane solo l'attuale palude. I sette altopiani prendono il nome di: * Piano di Colle Croce * Piano di Annifo * Piano di Colfiorito o del Casone * Piano di Arvello * Palude di Colfiorito * Piano di Ricciano * Piano di Popola e Cesi Idrografia L'area degli altipiani è di spartiacque tra il sistema idrografico tirrenico (Menotre e Vigi) e quello adriatico (Chienti) seppure, per la particolare conformazione, non ben definito. Il bacino imbrifero, di oltre 9.150 ettari, di cui circa 5.000 coltivabili, è caratterizzato da conche chiuse ed estesi fenomeni carsici, un reticolo idrografico poco organizzato che non presenta emissari di superficie. Il drenaggio delle acque avviene tramite inghiottitoi naturali di origine carsica nei Piani di Annifo, Arvello, Ricciano e nella Palude di Colfiorito. I Piani del Casone e di Popola sono bacini naturalmente chiusi che vennero bonificati da Giulio Cesare Varano alla metà del Quattrocento (1458-1464), tramite la costruzione di una rete di canali artificiali che si immettevano in un collettore sotterraneo di circa 200 m di lunghezza, detto Botte dei Varano. Nel corso della ricostruzione seguita al sisma del 1997, fu trovato anche un collettore di epoca romana, la Botte dei Varano è stata dismessa e sostituita da un nuovo collettore sotterraneo ad essa parallelo. L'uscita a valle del collettore sotterraneo, nei pressi di Serravalle di Chienti, Per quello che riguarda l'apporto idrico, gli Altopiani di Colfiorito sono caratterizzati dall'assenza di immissari, poiché dai rilievi circostanti scendono solo piccoli fossi stagionali e le numerose sorgenti situate ai bordi dei piani hanno portata modesta (la sola Fonte Formaccia, sul Piano del Casone, origina un piccolo torrentello). Il grosso degli apporti idrici è costituito da quelli meteorici (pioggia e neve), che determinano una forte andamento stagionale del sistema idrico, tanto che le regioni più basse dei Piani, soprattutto sul Piano di Ricciano, risultano spesso allagate d'inverno per poi tornare a prosciugarsi completamente d'estate. L'acqua è costantemente presente unicamente nella conca della palude di Colfiorito su un'area tondeggiante estesa per circa 100 ha. Già protetta internazionalmente dal 1976 dalla convenzione di Ramsar, per la presenza di una torbiera, la ricchezza di specie vegetali e per l'avifauna, intorno ad essa è stato istituito nel 1995 il Parco regionale di Colfiorito. La palude, i Piani di Annifo e Arvello, il Piano di Ricciano e la Selva di Cupigliolo sono classificati Siti di Importanza Comunitaria (SIC). Geologia L'origine del bacino è dovuta alle depressioni tettoniche avvenute durante l'ultima fase del sollevamento dell'Appennino (fine Terziario - inizi Quaternario) e successivamente modificate dall'azione del carsismo e dell'erosione. Il fenomeno del carsismo è fortemente presente e ben visibile: ciò è dimostrato dall’elevata presenza di inghiottitoi e doline, conformazioni rocciose caratteristiche dei territori soggetti al fenomeno del carsismo, un fenomeno chimico in cui l’acqua, penetrando le rocce sedimentarie di tipo calcareo (costituite da Carbonato di Calcio - CaCO3 -) produce due tipi di reazioni chimiche: la reazione di dissoluzione e la reazione di precipitazione. Il territorio è inoltre caratterizzato da un’elevata attività sismica dovuta proprio ai movimenti delle faglie attive della Catena Appenninica. Storia thumb|Castelliere del monte Cassicchio sugli altopiani di Colfiorito Il sistema di altopiani rappresentò fin dalla preistoria un punto nodale della comunicazione tra il mar Tirreno e il mare Adriatico. Le testimonianze umane più antiche sono rappresentate da ritrovamenti di manufatti in pietra e da asce a margini rialzati, rinvenute ai piedi del Monte Trella, e datati alla fine del III millennio a.C. (età del bronzo antico). L'area fu poi occupata da insediamenti stabili a partire dall'inizio dell'età del ferro. Agli inizi del VI secolo a.C. si riscontra un significativo aumento demografico, accompagnato dall'affermazione nella zona dei Plestini, una popolazione umbra che arriva ad occupare un territorio di 120–130 km². Nel IV secolo a.C., in seguito alle spinte espansionistiche di Roma verso nord, l'intera area viene lentamente romanizzata e inizia un processo di urbanizzazione che porta alla nascita della città di Plestia, che arriverà a diventare municipio romano. Lo storico romano Appiano indica i pressi del Lacus Plestinus (la palude presente sul Piano del Casone prima della bonifica) come luogo di una battaglia della II guerra punica avvenuta nel 217 a.C., solo tre giorni dopo la dura sconfitta dei Romani ad opera di Annibale nella battaglia del Lago Trasimeno. Il generale cartaginese Maarbale, al comando degli astati e di parte della cavalleria dell'esercito cartaginese, annientò 4.000 cavalieri guidati dal proconsole Centenio, inviato a presidiare il valico montano. Durante la costruzione del collettore sotterraneo moderno è tornato alla luce un ulteriore collettore di epoca romana, di cui era andata persa la memoria. Al contrario dei lavori di bonifica successivi, l'opera romana non era intesa a prosciugare il Lacus Plestinus, ma serviva probabilmente a stabilizzarne il livello rispetto alle forti variazioni stagionali e a salvaguardare la città di Plestia dalle inondazioni invernali. Monumenti e luoghi d'interesse Necropoli di Colfiorito * Resti dell'abitato di Plestia * Castelliere del Monte Orve * Chiesa di Santa Maria di Pistia * Botte dei Varano * Museo archeologico "Umbri Plestini" * Museo naturalistico del Parco di Colfiorito * Convento di Brogliano Note Bibliografia Ettore Orsomando et al., Gli Altipiani di Colfiorito Appennino umbro-marchigiano. Storia e Ambiente, Comunità montana Monte Subasio ed Ente Parco Regionale di Colfiorito, 1997 *E. Orsomando e F. Battoni, Museo naturalistico del parco di Colfiorito. Guida alle sezioni espositive, Ente Parco di Colfiorito e Comune di Foligno, 2002 Altri progetti Colfiorito Categoria:Foligno Categoria:Territori dell'Umbria Categoria:Territori delle Marche Categoria:Serravalle di Chienti |
281231 | telegraferebbe - terza persona singolare del condizionale presente di telegrafare :*: |
454383 | rimarginare - # attenuare un dolore ; ri | mar | gi | nà | re deriva da ri- e marginare * (ferita, piaga) guarire, richiudere, cicatrizzare * (un dolore) lenire, calmare, placare, sedare * (di ferita) cicatrizzarsi * (un dolore)) riacutizzare * (di ferita)) riaprire * rimarginarsi, rimanrginato * rammarginare :* : |
371666 | pregiudicasse - terza persona singolare del congiuntivo imperfetto di pregiudicare :*: |
170608 | 大胆 - Kanji in questa parola --- 大 | 胆 大胆 (shinjitai kanji, kyūjitai 大膽, hiragana だいたん, romaji daitan) # audace, decisoComposti大胆不敵 (hiragana だいたんふてき, romaji daitanfuteki) # intrepido |
9297346 | Luigi Santucci (militare) - Biografia Nacque a Castel del Piano, provincia di Grosseto, il 21 aprile 1895. Arruolato nel Regio Esercito per svolgere il servizio militare nel gennaio 1915, dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio dello stesso anno, frequentò un corso per allievi ufficiali presso il 52º Reggimento fanteria in zona di operazioni. Nell’agosto 1916 fu nominato sottotenente di complemento ed assegnato al 51º Reggimento fanteria. Con la Brigata Alpi partecipò, in Francia, alle operazioni di guerra sul fronte occidentale rimanendo ferito a Bligny e venendo insignito della Croix de guerre francese con palme. Nel settembre 1934 fu trasferito nel Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea ed assegnato al IV Battaglione indigeno "Toselli", di cui assunse il comando della 2ª Compagnia. Dopo lo scoppio della guerra d'Etiopia partecipò alle operazioni belliche, e cadde in combattimento sull'Amba Tzelleré il 22 dicembre 1935. Fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Onorificenze =Onorificenze italiane= =Onorificenze estere= Note = Annotazioni = = Fonti = Bibliografia * * Voci correlate Francesco Azzi *Agostino Ciarpaglini Collegamenti esterni * Categoria:Militari italiani della prima guerra mondiale Categoria:Ufficiali del Regio Esercito Categoria:Medaglie d'oro al valor militare Categoria:Decorati con la Croix de guerre (Francia) |
560146 | verberent - terza persona plurale del congiuntivo presente attivo di verberō * (pronuncia classica) vedi verberō |
1650964 | Rickettsia prowazekii - La Rickettsia prowazekii è un batterio Gram negativo, alfaproteobatterio, di piccola dimensione, intermedia fra i batteri ed i virus. È un Bacillus aerobio che può diventare un parassita intracellulare obbligato. È agente eziologico del tifo esantematico e della malattia di Brill. Da notare la sua somiglianza con i mitocondri umani. Il tutto rende ancor più plausibile la teoria secondo la quale i mitocondri siano un organello di origine simbiontica (fra cellule eucariotiche primordiali ed un plausibile batterio). Terapia I vaccini contro R.prowazekii furono disponibili a partire dagli anni '40, nel tentativo di ridurre la mortalità registrata nei soldati statunitensi malati di tifo esantematico durante la seconda guerra mondiale. Il vaccino dura per tutta la vita, sebbene possano manifestarsi casi di infezione latente che sfociano nella sindrome di Brill-Zinsser. Il trattamento con tetracicline solitamente dà una risposta positiva. Note Collegamenti esterni Categoria:Batteri patogeni per l'uomo Categoria:Rickettsia |
8794186 | Philippe Jordan - Biografia Nato a Zurigo, figlio del direttore Armin Jordan, ha iniziato a studiare pianoforte all'età di sei anni. All'età di otto anni è entrato a far parte della Zürcher Sängerknaben. Ha riconosciuto di voler diventare un direttore d'orchestra, come suo padre, all'età di 9 anni. I suoi studi di violino iniziarono all'età di 11 anni e a 16 anni è entrato al Conservatorio di Zurigo dove si è diplomato in insegnamento di pianoforte, con il massimo dei voti. Ha studiato teoria e composizione con il compositore svizzero Hans Ulrich Lehmann e ha continuato i suoi studi di pianoforte con Karl Engel. Allo stesso tempo, ha lavorato come assistente di Jeffrey Tate in Der Ring des Nibelungen di Richard Wagner al Théâtre du Châtelet di Parigi. Nella stagione 1994/1995 Jordan è stato nominato primo maestro di cappella e assistente di James Allen Gähres al Teatro UlmSuter, Paul: Theaterlexikon der Schweiz, Chronos Verlag Zürich 2005, Band 2, , S. 938./Philippe Jordan Retrieved 23 May 2016.. L'anno successivo ha debuttato al Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles. Da allora ha diretto al Grand Théâtre di Ginevra, alla Staatsoper di Vienna, allo Châtelet di Parigi, alla Semperoper di Dresda e al Festival Internazionale di Aix-en-Provence. Dal settembre 1998 al giugno 2001 Jordan è stato maestro di cappella e assistente di Daniel Barenboim all'Opera di Stato di Berlino (Staatsoper Unter den Linden) e ora detiene il titolo di Direttore Ospite Principale presso la prestigiosa istituzione berlinese. Jordan è stato direttore principale dell'Opera di Graz e dell'Orchestra Filarmonica di Graz da settembre 2001 a giugno 2004. Nella stagione 2001-2002 Jordan ha fatto il suo debutto operistico negli Stati Uniti dirigendo Samson et Dalila alla Houston Grand Opera, e il suo debutto operistico nel Regno Unito dirigendo Carmen al Glyndebourne Festival Opera. Nella stagione 2002-2003 ha debuttato alla Metropolitan Opera House e alla Royal Opera House di Covent Garden. Ha fatto la sua prima apparizione come direttore alla Bayerische Staatsoper di Monaco nell'aprile 2004 e all'Opéra Bastille di Parigi nell'ottobre 2004. Le sue prime apparizioni al Festival di Salisburgo si sono svolte nell'estate del 2004. Nell'ottobre 2007 Jordan è stato nominato Direttore musicale dell'Opéra National de Paris, a partire dalla stagione 2009-2010 e nell'ottobre 2011 il suo contratto è stato prorogato fino a luglio 2018. Nell'aprile 2015 l'Opéra National de Paris ha ulteriormente prorogato il contratto di Jordan fino al 2021. Jordan dovrebbe concludere il suo mandato all'Opéra National de Paris alla fine della stagione 2020-2021. Nell'ottobre 2011 Jordan è stato nominato direttore principale dei Wiener Symphoniker (Orchestra sinfonica di Vienna), con un contratto iniziale di 5 anni in vigore dalla stagione 2014-2015. Nel dicembre 2016 l'orchestra ha annunciato l'estensione del contratto di Jordan come direttore principale fino alla stagione 2020-2021. È previsto che concluderà il suo mandato con i Wiener Symphoniker alla fine della stagione 2020-2021. Nel luglio 2017 l'Opera di Stato di Vienna ha annunciato la nomina di Jordan come prossimo direttore musicale, a partire dalla stagione 2020-2021. Oltre a dirigere, Jordan si esibisce anche come pianista in recital e musica da camera, come alla Schubertiade Schwarzenberg. Le sue registrazioni commerciali includono le sinfonie di Beethoven con l'Orchestra sinfonica di Vienna. Note Altri progetti Collegamenti esterni * Sito ufficiale della Wiener Symphoniker |
1244447 | Eupogoniopsis niisatoi - Species: Eupogoniopsis niisatoi , 2017 [accessed on January 4, 2019] Category: Accepted species name Category: Extant species |
1335250 | Calceolaria teucrioides - Species: Calceolaria teucrioides Calceolaria teucrioides , 1874 Calceolaria ruiz-pavonii Descole & Borsini *Calceolaria teucrioides var. pumila Griseb. *Fagelia teucrioides (Griseb.) Rusby *, 1874. Abh. Königl. Ges. Wiss. Göttingen 19: 212. * * category:August Heinrich Rudolf Grisebach taxa |
47848 | Valdinievole - Valdinievole è una zona della Toscana, ubicata all'interno del territorio afferente alla provincia di Pistoia.Da sapere= Cenni geografici L'area fa parte del bacino del fiume Arno e si può considerare come una valle laterale del Valdarno inferiore. In senso esteso anche alcune zone dei comuni di Altopascio, Capannori, Cerreto Guidi, Fucecchio, Montecarlo, Marliana, San Marcello Piteglio, Serravalle Pistoiese, Villa Basilica e Vinci possono essere incluse nel comprensorio sebbene facenti parte di altri territori turistici della regione Toscana. Il corso d'acqua principale è però la Pescia Maggiore o Pescia di Pescia che, con la Pescia Minore o di Collodi, si trova nella zona occidentale. Tutti i torrenti e i corsi d'acqua minori della valle scorrono verso la conca del Padule di Fucecchio, che con le colline delle Cerbaie costituisce il margine meridionale dell'area, al confine con la provincia di Firenze. La zona settentrionale e orientale della Valdinievole è collinare o montuosa: ci sono infatti i rilievi pre-appenninici a nord e il Montalbano a est che la divide dalla Piana di Firenze-Prato-Pistoia. A ovest il territorio della Valdinievole è lambito da lievi colline che lo separano dalla Piana di Lucca. Cenni storici Il nome della valle fa riferimento alla Nievole (Nièvole, risalente al latino nebula "nebbia" o più recentemente da amnis "corso d'acqua" nella forma diminutiva amnellae), torrente che scorre nella sua parte centro-orientale, fra i comuni di Marliana, Pieve a Nievole e Monsummano Terme. Prima dell'istituzione della Provincia di Pistoia nel 1929, la maggior parte dell'area si trovava all'interno della Provincia di Lucca, tranne i comuni di Larciano e Lamporecchio che, come l'attuale capoluogo provinciale, erano in Provincia di Firenze. Letture suggerite * Valdinievoleoggi è una testata giornalistica online per tenersi aggiornati sui ciò che accade in Valdinievole.Territori e mete turistiche= Centri urbani = = Altre destinazioni =Come arrivare= In auto La Valdinievole è collegata ai capoluoghi di provincia di Lucca e Pistoia tramite la Strada statale 435 Lucchese. Inoltre vi sono due caselli della Autostrada A11 Firenze-Mare, posti a Montecatini Terme e Chiesina Uzzanese. In treno La Valdinievole è servita dalla linea ferroviaria Firenze-Viareggio, mediante le stazioni di Montecatini Terme-Monsummano, Montecatini Centro, Borgo a Buggiano e Pescia. In autobus Sulla Strada statale 435 sono operati autoservizi a cura di CTT Nord.Come spostarsi Cosa vederethumb|Ingresso del parco *Cosa fareNumerosi stabilimenti termali sono presenti in questo territorio in particolare, come suggerisce il nome, a Monsummano Terme e Montecatini Terme. Trai molti si cita la Grotta Giusti una grotta carsica presente all'intero di uno stabilimento che ha dato il nome all'intera frazione di di Monsummano, all'interno della quale è presente un limpidissimo laghetto con acqua a 36 °C. Fra le varie proposte dello stabilimento, molto suggestiva è l'attività di diving, attraverso la quale è possibile immergersi nel lago sotterraneo della grotta termale.A tavolathumb|left|Brigidini La cialda di Montecatini è una specialità dolciaria tipica della cittadina di Montecatini Terme. Un ristretto numero di pasticcieri della città produce questa specialità nata nella prima metà del Novecento. Il dolce si presenta come un disco dello spessore di circa due millimetri e un diametro di sedici centimetri. Estremamente friabile è composto da due veline della stessa consistenza delle sfoglie dei più noti wafer e un ripieno di mandorle tritate e zucchero. Le cialde vengono tradizionalmente consumate come accompagnamento di gelati, tè, cioccolate calde e vini liquorosi come il tradizionale vin santo. I brigidini di Lamporecchio sono dei dolci tipici di Lamporecchio, in particolare sono delle cialde color giallo-arancio dalla superficie curva, molto friabili, di circa sette centimetri di diametro. Gli ingredienti della pasta usata per fabbricarli sono: zucchero, farina, uova ed essenza liquida di anice (nelle ricette tradizionali e casalinghe si possono usare anche i semi). L'origine del nome della specialità sembra derivare dalle brigidine, monache di un convento di Pistoia devote di Santa Brigida che, verso la metà del XVI secolo, inventarono questi biscotti. Questo dolce è reperibile nella quasi totalità delle fiere, manifestazioni e sagre toscane (e spesso anche in altre regioni), nei luna park e in altre situazioni simili, venduto da ambulanti che lo preparano sul momento.Sicurezza |
140355 | Desmodium infractum - Species: Desmodium infractum Desmodium infractum DC. * Prodr. 2:330. 1825 * |
1803550 | Jack White - Noto per essere stato il chitarrista e cantante del duo rock The White Stripes, è stato riconosciuto con dodici Grammy Award, tra cui il Producers & Engineers Wing President’s Merit Award. Rolling Stone lo ha classificato al numero 70 nella sua lista del 2010 dei "100 più grandi chitarristi di tutti i tempi". Nel 1997 White fonda i White Stripes con l'allora compagna Meg White, ottenendo la fama internazionale con l'album del 2001, White Blood Cells, sostenuto dal singolo Fell in Love with a Girl. Nel corso della carriera del duo, terminato nel 2011, vennero riconosciuti con sei Grammy Award, un MTV Europe Music Awards, quattro MTV Video Music Awards e un BRIT Award. Successivamente alla fondazione del gruppo rock The Raconteurs, White collabora con la cantautrice Alicia Keys nel brano Another Way to Die, colonna sonora del film basato sulle avventure di James Bond Quantum of Solace. Il brano fa ottenere agli artisti un Satellite Award e una candidatura ai Critics' Choice Awards. Attualmente oltre alla carriera da solista, con cui ha esordito per tre volte al primo posto della classifica statunitense, White è anche membro dei The Dead Weather (batteria e seconda voce). Nel corso della carriera ha inoltre collaborato con Loretta Lynn, Bob Dylan,Wanda Jackson, Jerry Lee Lewis, Christopher Miles, e Beyoncé. Biografia = Infanzia e primi approcci alla musica È nato a Detroit, nel Michigan, il 9 luglio del 1975, ultimogenito dei dieci figli (sei fratelli e tre sorelle) di Gorman M. Gillis, di origini scozzesi e canadesi, e di Teresa Bandyk, di origini polacche, ambedue impiegati presso l'arcidiocesi di Detroit, rispettivamente come addetto alla manutenzione e segretaria del cardinale. Cresce in un quartiere piccolo-borghese nel sud-ovest della città, in una casa di legno a tre piani, la cui costruzione risale al 1911. Fin da piccolo, Jack dimostra la sua passione per la musica: entra a far parte del coro della chiesa e inizia ad ascoltare musica classica. Il ruolo di corista gli permette di entrare a far parte del cast del film I delitti del rosario (The Rosary Murders) nel 1987. Jack White ha iniziato a suonare strumenti (la batteria fu il primo) dall'età di sei anni. Sin da piccolo ascolta musica blues, folk e rock anni sessanta, che avrebbe poi influenzato lo stile dei White Stripes. La scuola di Jack è frequentata soprattutto da ragazzi di colore, ma lui non si appassiona alla musica hip-hop. I suoi cantanti preferiti sono Son House e Blind Willie McTell. In un'intervista del 2005, White rivela a Mike Wallace che la sua vita avrebbe potuto essere del tutto diversa. Infatti era stato ammesso ad un seminario in Wisconsin, dove aveva fatto richiesta per diventare prete. Ma quello che gli fa cambiare idea è il nuovo amplificatore acquistato da poco. Non potendolo portare con sé al seminario, decide di rimanere a Detroit. Dopo essere entrato alla Cass Technical High School di Detroit, dove studia musica, a 15 anni Jack inizia un apprendistato al Muldoon Studio. Il negozio di tappezzeria è di un amico di famiglia, Brian Muldoon, batterista a tempo perso. Privo di qualsiasi interesse per i voti, Jack non resiste molto al college. Uno dei suoi fratelli maggiori funge da catalizzatore, riempiendo la casa di musica e strumenti che probabilmente portano il giovane Jack ad iniziare a interessarsi a batteria e chitarra. Nel frattempo, White e Muldoon formano una band in cui non compaiono altri membri, i Two part resin. Il nome verrà poi trasformato in The Upholsterers soltanto nel 2000. Il nome del loro unico album, Makers of High Grade Suites, è composto da sole tre canzoni. I pezzi sono stati incisi nel 2000, diversi anni dopo la nascita dei White Stripes. Il disco viene pubblicato dall'etichetta Sympathy for the Record Industry Label. Più tardi, White avvia un'attività propria come tappezziere, creando la Third Man Upholstery. Lo slogan del negozio è 'Il vostro mobilio non è morto' (ispirato al famoso motto 'rock is not dead'). I colori adottati da White a rappresentare l'attività sono il giallo e il nero: un furgone giallo, un'uniforme gialla e nera. L'impresa non è mai riuscita a decollare, dal momento che White si rifiutava di chiedere ai clienti un compenso superiore alla spesa effettiva. Inoltre aveva la passione di infilare poesie scritte a mano all'interno dei divani riparati, destinate ai tappezzieri che le avrebbero lette in seguito. Carriera = Gli esordi Il suo primo vero concerto ha luogo a Detroit nel 1990 (a 15 anni) con la band Goober & the Peas, dove si esibisce suonando la batteria. In questo gruppo Jack utilizza ancora il suo vero nome, oppure lo pseudonimo Doc. Dan Miller, membro della band, dice di lui: In questo periodo si esibisce anche in altre band locali o come solista. I Gobber & the Peas si sciolgono nel 1995, Jack ha 20 anni. Dopo due anni di assenza dalle scene, all'incirca nel 1997, a 22 anni, White continua ad esibirsi insieme a Miller, stavolta nel gruppo country "2 Star Tabernacle". Suona il piano e il dobro, e canta in alcuni pezzi. Mentre suona con i 2 Star Tabernacle, viene notato dalla band di Detroit "The Go" grazie alla sua forte presenza scenica e alla scioltezza con cui si mostrava sul palco. White entra così a far parte dei Go, finché soltanto dieci mesi dopo diventano il gruppo più importante nella scena musicale dei sobborghi di Detroit, attirando l'attenzione dell'etichetta di Seattle Sub Pop, la stessa che aveva prodotto i Nirvana. Insieme ai Go incide il loro album di esordio. Nel frattempo però i White Stripes stavano raggiungendo una popolarità notevole. La personalità di White stava offuscando i 2 Star Tabernacle, quindi fu lui stesso a decidere di tirarsene fuori. Nell'altra band invece fu il resto del gruppo a mandarlo via, per le medesime ragioni, oltre al fatto che Jack si sentiva costretto nel ruolo del chitarrista senza poter sperimentare nient'altro. The White Stripes Nei primi anni '90 White conosce Meg White nel bar Memphis Smoke a Royal Oak (sobborgo di Detroit), dove lei lavora come barista. La loro relazione non è mai stata chiarita definitivamente. Prendendosi gioco della stampa, Jack ha proposto due versioni. Secondo la prima si sono sposati il 21 settembre 1996 e hanno quindi divorziato il 24 marzo 2000. Nel suo caratteristico credo non ortodosso, Jack White avrebbe preso il cognome della moglie. Nella seconda sono i due fratelli più piccoli di una grande famiglia (molto improbabile, essendo nati rispettivamente nel luglio del 1975 e nel dicembre del 1974). Jack spiega così la sua avversione nei confronti della stampa scandalistica: Nel 1997 Meg e Jack formano i White Stripes, all'età di 22 e 23 anni. Nel 1998 la band viene assoldata dell'etichetta indipendente di Detroit Italy Records, di Dave Buick. Da allora, i White Stripes compongono un album dopo l'altro, fino ad un totale di sei, inclusi due DVD di esibizioni live. Le performance dei White Stripes sono acclamate in tutto il mondo, dalla critica e dal pubblico. Colpisce il loro stile ibrido, che spazia tra blues (è evidente l'influenza dei gusti personali di Jack, come in Get Behind Me Satan), garage rock e punk. La band ha annunciato il suo scioglimento il 2 febbraio 2011. Jack White ha commentato la decisione con le seguenti parole: Il comunicato finale si conclude così: The Raconteurs I Raconteurs nascono a Detroit nel 2005 da Jack White e dall'amico cantautore Brendan Benson. In formazione ci sono Jack White, Brendan Benson (solista), Jack Lawrence (The Greenhornes, Blanche e Dead Weather) e Patrick Keeler (The Greenhornes). Qualunque ne sia l'origine, l'album, Broken Boy Soldiers, della durata di circa 33 minuti, ricco di reminiscenze rock anni sessanta-settanta, esce nel 2006. In particolare, una certa notorietà è stata raggiunta dal brano di apertura, Steady, As She Goes, e dalla title track del cd, Broken Boy Soldier, quest'ultima pervasa da un'atmosfera dark sottolineata dal videoclip che ne è stato tratto. Dopo un anno di intensa attività live nel maggio 2007 i quattro si sono divisi per tornare a lavorare ai rispettivi altri progetti, non prima di registrare una prima sessione di demo per le tracce del nuovo album. Il disco, che è stato completato nei primi mesi dell'anno successivo, si chiama Consolers of the Lonely ed è uscito nel marzo 2008, insieme al singolo d'accompagnamento Salute Your Solution. Dopo ben 8 anni da quando si sono separati, il supergruppo si riunisce e pubblicano nel gennaio 2019 un EP contenenti due inediti "Sunday Driver" e "Now That Your're Gone". Successivamente, ad aprile annunciano il loro nuovo album "Help Us Stranger", il quale sarà disponibile all'acquisto e in streaming su tutte le piattaforme dal 21 giugno 2019, dopo ben 11 anni dall'uscita del loro album "Consolers of the Lonely" nel 2008. The Dead Weather Nel 2009 Jack White fonda i Dead Weather insieme alla cantante Alison Mosshart dei Kills, con cui aveva collaborato nell'ultima tournée dei Raconteurs, Jack Lawrence, bassista dei Greenhornes e dei Raconteurs, e Dean Fertita dei Queens of the Stone Age alla chitarra. Nel gruppo Jack White suona la batteria. Nel 2009 esce l'album di debutto Horehound. Nel 2010 esce Sea of Cowards e nel 2015 Dodge & Burn, il primo a non essere seguito da una tournée. Carriera solista A partire dal 1999 collabora con numerosi artisti: The Walker-White Trio, The Soledads Brothers, The Hentchmen, The Detroit Cobras, The Von Bondies, Whirlwind Heat, Thee Jenerators', The Fells, Blanche, Mark Ronson, Loretta Lynn, Beck, Brendan Benson. Nel 2001 fonda la casa discografica Third Man Records a Detroit. Successivamente la sede viene trasferita a Nashville, patria della musica country. L'edificio della sede è anche un negozio (in cui si possono acquistare anche e soprattutto vinili) e uno studio di registrazione, e possiede una saletta di 150 posti in cui si è tenuto il primo concerto dei Dead Weather. Il nome dell'etichetta nasce dal film Il terzo uomo, con Orson Welles. Nel gennaio 2012 una puntata di American Pickers, sul canale History, viene dedicata alla Third Man Records√ Jack White in TV su 'History Channel' - Rockol Dal 16 al 20 marzo 2011, in occasione del festival di musica indie SXSW ad Austin, White ha ideato il Third Man Records Rolling Record Store. Si tratta di un furgone, un negozio di dischi (rigorosamente in vinile) ambulante, da cui si possono acquistare anche piatti, un microfono e un impianto di amplificazione per allestire esibizioni live. White giustifica questa idea con il fatto che la maggior parte dei giovani negli Stati Uniti non sono mai entrati in un negozio di musica specializzato. In più, ha dichiarato che il Third Man Records Rolling Record Store visiterà altri concerti e festival negli Stati Uniti.Jack White al volante - Notizie online MTV Nel 2003 si diffonde la notizia che White abbia prestato la voce al singolo del gruppo britannico Electric Six 'Danger! High voltage'. Inizialmente, sia White che gli Electric Six negano il fatto, attribuendo la voce nella canzone a John s O'Leary. Tuttavia, in un'intervista sul canale radio inglese 105.2 il leader del gruppo Electric Six conferma che la voce era quella di White, e che il cantante per quella collaborazione era stato pagato ben 60.000 dollari. Sempre nel 2003, Jack ottiene una parte nel film Cold Mountain, oltre a partecipare in prima persona alla suggestiva ed apprezzata colonna sonora. All'artista viene richiesto di incidere cinque canzoni, tre delle quali verranno cantante anche durante il film. Le canzoni sono: Sittin' on Top of the World, Wayfaring Stranger, Never Far Away, Christmas Time Soon Will Be Over e Great High Mountain. White si dichiara molto felice di aver avuto l'opportunità di far saggiare al pubblico un po' di musica folk. Nel 2008 duetta con Alicia Keys nella canzone Another Way to Die, colonna sonora del film James Bond Quantum of Solace. Nell'estate del 2009 partecipa al documentario musicale It Might Get Loud, incentrato sulle tecniche di utilizzo della chitarra elettrica. Insieme a lui, vengono intervistati Jimmy Page dei Led Zeppelin e The Edge degli U2. Durante lo stesso documentario White incide il suo primo singolo in soli dieci minuti, mentre viene ripreso dalla telecamera. Il nome della canzone è Fly Farm Blues, disponibile su iTunes in versione digitale dall'Agosto 2011 e acquistabile in vinile dalla Third Man Records. Nel novembre 2010 collabora con Daniele Luppi e Norah Jones, prestando la sua voce a tre canzoni dell'album Rome: The Rose with the Broken Neck, Two Against One e The World. Il 4 ottobre 2011 compone la canzone You Know That I Know in The Lost Notebooks of Hank Williams. Il 26 ottobre 2011 viene pubblicato l'album AHK-toong BAY-bi Covered, una raccolta di cover di brani degli U2 fatte da artisti vari. Per l'occasione, White riarrangia la famosissima canzone Love is Blindness. La versione di White verrà utilizzata per la colonna sonora e per il trailer del film 'The Great Gatsby', in uscita nel gennaio 2013. Il 30 gennaio 2012 realizza il singolo Love Interruption, estratto del suo primo album solista, Blunderbuss, pubblicato in data 24 aprile 2012. Il 3 marzo 2012 partecipa al Saturday Night Live come ospite musicale. Il 19 aprile 2014 è stato pubblicato il singolo Lazaretto, che anticipa l'uscita del secondo album da solista di Jack White, Lazaretto. Il 1º aprile precedente era stata diffusa un'anteprima di un altro brano estratto dal nuovo album, High Ball Stepper. Il 23 marzo 2018 esce il suo terzo album da solista Boarding House Reach, che era stato anticipato dal singolo Connected By Love. Il 21 settembre 2018 arriva in esclusiva su Amazon Prime Video Jack White: Kneeling at The Anthem DC, il suo primo film-concerto da solista. Il 18 ottobre 2021 viene pubblicato il singolo Taking Me Back, presente anche nel videogioco Call of Duty: Vanguard. White ha poi rivelato che avrebbe pubblicato due album da solista nel 2022: Fear of the Dawn, uscito l'8 aprile, e Entering Heaven Alive, in uscita il 22 luglio. Vita privata White ha una vera e propria ossessione per il numero 3: Infatti, i colori dei White Stripes sono tre: bianco, rosso e nero. Uno dei loro brani più noti si intitola The Big 3 Killed my Baby, composto da un testo con tre versi per tre strofe, in cui la parola tre viene ripetuta più volte. Le canzoni blues tradizionali sono formate da tre frasi per verso, regola presente anche in diverse canzoni dei White Stripes. I testi di Elephant hanno una parola in font rosso ogni due bianche. Infine, Jack è solito autografare con la firma 'Jack White III'. Il 13 dicembre 2003 viene coinvolto in una rissa con Jason Stollsteimer, leader del gruppo The Von Bondies, fuori da un locale di Detroit. White è accusato di aggressione aggravata ai danni di Stollsteimer. Infine viene dichiarato colpevole di aggressione con la pena minore: una multa di 750 dollari, spese legali incluse, e l'obbligo di cura per il controllo della rabbia. Vita sentimentale Tra la fine degli anni '90 e l'inizio dei 2000 ha avuto una relazione con Meg White, dalla quale ha preso anche il suo nome d'arte. Nel 2003 ha una breve relazione con l'attrice Renée Zellweger, conosciuta nel set di Ritorno a Cold Mountain. Durante l'estate, la coppia è vittima di un incidente automobilistico e Jack riporta una frattura multipla all'indice della mano sinistra che lo costringe a ridisegnare il tour estivo dei White Stripes. Zellweger e White rompono pubblicamente nel dicembre 2004. L'anno seguente conosce la modella britannica Karen Elson. I due si sposano in Brasile il 1º giugno 2005. Il luogo del matrimonio, officiato da uno sciamano, è una canoa sul Rio delle Amazzoni. Il rito viene convalidato più tardi da un prete cattolico. La coppia ha avuto due figli. Divorziano nel 2011. Band attuali The Raconteurs 2005 - In attività (Con Brendan Benson, Jack Lawrence e Patrick Keeler) * The Dead Weather 2009 - In attività (Con Alison Mosshart, Jack Lawrence e Dean Fertita) Band precedenti Two-Star Tabernacle 1998 - ? * The Go 1990 - ? * The Upholsterers 1990 - ? * The White Stripes 1997 - 2011 (Con Meg White) Discografia ; Album e DVD con i White Stripes * 1999 – The White Stripes * 2000 – De Stijl * 2001 – White Blood Cells * 2003 – Elephant * 2004 – Under Blackpool Lights (DVD) * 2004 – The Legendary Lost Tapes * 2005 – Get Behind Me Satan * 2005 – Walking with a Ghost (EP) * 2007 – Icky Thump * 2010 – Under Great White Northern Lights (DVD) ; Album con i Raconteurs * 2006 – Broken Boy Soldiers * 2008 – Consolers of the Lonely * 2019 – Help Us Stranger ; Album con i Dead Weather * 2009 – Horehound * 2010 – Sea of Cowards * 2015 – Dodge & Burn ; Album da solista * 2012 – Blunderbuss * 2014 – Lazaretto * 2016 – Acoustic Recordings 1998 - 2016 * 2018 – Boarding House Reach * 2022 – Fear of the Dawn * 2022 – Entering Heaven Alive Filmografia I delitti del rosario (The Rosary Murders) (1987) – Chierichetto * Ritorno a Cold Mountain (Return to Cold Mountain) (2003) – Nel ruolo di George * Coffee and Cigarettes (Coffee and Cigarettes) (2003) – Se stesso * The Fearless Freaks (2005) – Se stesso * Walk Hard: La storia di Dewey Cox (Walk Hard: The Dewey Cox Story) (2007) – Elvis Presley * Rolling Stones - Shine a Light (Shine a Light) (2008) – Se stesso * Mutant Swinger from Mars (2009) – Mikey * It Might Get Loud (2009) – Se stesso * I Muppet (2016) - Serie TV, se stesso * Killers of the Flower Moon - Film (2023) - Radio show actor Doppiatori italiani Francesco Pezzulli in Coffee and Cigarettes, I Muppet * Massimiliano Alto in Ritorno a Cold Mountain Strumentazione Le chitarre utilizzate nei live da White sono: * JB Hutto Montgomery Airlines del 1965 (regalo di un fan) * Airline Town & Country * Harmony Rocket * Crestwood Astral II degli anni '70 * Kay Hollowbody degli anni '50 * Gretsch Rancher Falcon acustica customizzata * Gretsch Duo Jet color Cadillac Greed * Gretsch Jupiter Thunderbird * Fender Telecaster * Daddy Mojo Stove Pipe Cigar Box * Gretsch Rancher bianca acustica e customizzata (chiamata 'Veronica Lake',dal nome dell'attrice dipinta sulla parte posteriore dello strumento) Altri strumenti suonati da White sono: * mandolino Black Gibson F4 (suonato nel brano "Little Ghost") * organo Hammond A-100 customizzato (utilizzato dal vivo nel tour del 2007 e suonato attraverso un amplificatore Leslie 3300) * pianoforte * pianoforte elettrico (suonato, per esempio, nei brani "The air near my fingers" e "I'm finding it harder to be a gentleman") * marimba (suonata nel brano "The Nurse") * tamburello * batteria Ludwig customizzata (con i Dead Weather; la grancassa portava un'immagine delle tre mogli di Dracula nel tour del 2009, mentre dal 2010 porta un'immagine del Terzo Uomo dall'omonimo film) Gli amplificatori usati da White sono: * Fender Twin Reverb * Silvertone Twin Twelve I pedali usati da White sono: * Big Muff * MXR Microamp * Digi-Tech Whammy Note Voci correlate Meg White Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Cantanti punk blues Categoria:Cantanti rock Categoria:Chitarristi punk Categoria:Chitarristi rock Categoria:Membri dei White Stripes Categoria:Vincitori di Grammy |
4262770 | Jordan Fry - Carriera Figlio dell'attrice Christine Fry, viene lanciato dal film La fabbrica di cioccolato di Tim Burton, dove interpreta il ruolo di Mike Teavee, il ragazzo arrogante e dipendente di videogiochi e televisione. Il suo ruolo successivo è stato nel film d'animazione I Robinson - Una famiglia spaziale, nel quale ha dato la voce al personaggio di Lewis. Filmografia La fabbrica di cioccolato (Charlie and the Chocolate Factory), regia di Tim Burton (2005) *Raising Flagg (2006) *I Robinson - Una famiglia spaziale (Meet the Robinsons), regia di Stephen J. Anderson (2007) - voce *Gone, regia di Heitor Dhalia (2012) Doppiatori italiani Nelle versioni in italiano dei suoi lavori, Jordan Fry è stato doppiato da: *Alex Polidori ne La fabbrica di cioccolato Da doppiatore è sostituito da: *Cinzia Massironi ne La fabbrica di cioccolato (videogioco) Collegamenti esterni Categoria:Attori bambini statunitensi |
206794 | Vangelo arabo dell'infanzia - Vangelo arabo dell'infanzia, o Vangelo siriaco dell'infanzia, vangelo apocrifo in lingua araba e siriaca attribuito a Caifa. Incipit In nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, unico Dio. Con l'aiuto e il favore del Sommo Nume cominciamo a scrivere il libro dei miracoli del Padrone, Signore e Salvatore nostro, Gesù Cristo, libro che si chiama «Vangelo dell'infanzia», nella pace del Signore. Amen. Citazioni Di qui si diressero alla (città del) famoso sicomoro, che oggi si chiama Matarea, e a Matarea il Signore Gesù fece sgorgare una fontana nella quale santa Maria lavò la sua tunica. E dal sudore del Signore Gesù, che essa fece lì gocciolare, si produsse in quella regione il balsamo. (XXIV) *Quando giunsero presso a quel nido, il Signore Gesù domandò ai ragazzi: – È questo il punto dov'era la serpe? – Essi risposero affermativamente, ed ecco, chiamata dal Signore, la serpe uscì fuori immediatamente, a lui sottomessa. Ed egli le disse: – Va', e succhia tutto il veleno che hai inoculato a questo bambino! La serpe strisciò fino al bambino e succhiò tutto il suo veleno. Allora il Signore Gesù la maledisse, e all'istante essa crepò. Il fanciullo invece, carezzato dalla mano del Signore Gesù, si ristabilì. E poiché si era messo a piangere, il Signore Gesù gli disse: – Non piangere, perché presto sarai mio discepolo. Costui è Simone il Cananeo, di cui si fa menzione nel Vangelo. (XLII, 4) Explicit Questi è Colui che noi supplici adoriamo: Colui che ci ha dato l'esistenza e la vita e ci ha tratti fuori dal ventre delle nostre madri; Colui che ha assunto per noi un corpo umano e ci ha redenti, abbracciandoci con eterna misericordia e mostrandoci la sua clemenza con liberalità, beneficenza, generosità e benevolenza. A lui gloria, venerazione, potenza e dominio, oggi e per tutti i secoli in eterno. Amen. Termina il Vangelo dell'Infanzia, interamente, con il soccorso dell'Altissimo Iddio, conforme a ciò che abbiamo trovato nell'originale. Bibliografia Vangelo dell'infanzia arabo siriaco, in I Vangeli apocrifi, a cura di Marcello Craveri, Einaudi, Torino, 2005. ISBN 88-06-17914-4 Voci correlate Vangeli apocrifi *Protovangelo di Giacomo *Vangelo dello pseudo-Matteo *Vangelo dell'infanzia di Tommaso Altri progetti Categoria:Vangeli apocrifi |
2566204 | Esko Aho - Biografia È stato membro del Parlamento finlandese dal 1983 al 2003. Dal 1990 al 2002 è stato presidente del Partito di Centro Finlandese, uno dei tre maggiori partiti politici finlandesi. Inoltre Aho è stato primo ministro dei governi di centro-destra (Partito di Centro, Partito di Coalizione Nazionale, Democratici Cristiani e Partito Popolare Svedese) dal 1991 al 1995. Membro del Club di Madrid Club of Madrid, nel 1991, al tempo della nomina a Primo Ministro, era il più giovane capo di governo in Europa. In particolare è ricordato per avere condotto la Finlandia nell'Unione europea. Lo stesso partito di Aho, che ottiene la maggior parte del proprio supporto dalle aree rurali, si oppose all'ingresso nella UE, ma fu convinto grazie alla diplomazia del Primo Ministro. Il governo di Aho si trovò inoltre a fronteggiare la profonda crisi economica dell'inizio degli anni novanta. La rigorosa politica di tagli e risparmi e i piani per la riduzione della disoccupazione resero il governo impopolare, impopolarità che fu in parte causa della caduta dello stesso nelle elezioni del 1995 e della permanenza del Partito di Centro all'opposizione per otto anni. Nel 2000, Esko Aho perse la corsa alla presidenza della Finlandia in favore di Tarja Halonen. Dopo la sconfitta si ritirò dalla politica attiva, inizialmente per spendere un anno sabbatico alla Università Harvard come docente. Nelle elezioni del 2003 lasciò il parlamento e si ritirò dall'impegno politico. Attualmente è presidente del SITRA, il fondo nazionale finlandese per la ricerca e lo sviluppo. Nell'agosto del 2008 Nokia annunciò che Aho avrebbe assunto la carica di responsabile del settore Corporate Relations and Responsibility e sarebbe diventato membro del consiglio di amministrazione della società; Aho ricopre questi incarichi a partire dal 1º gennaio del 2009. Note Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Politici del Partito di Centro Finlandese |
110174 | Olea chimanimani - Species: Olea chimanimani Olea chimanimani Kupicha * Kew Bulletin. Kew, England 34:71, fig. 1. 1979 * |
9016958 | Federico Augusto Alessandro di Beaufort-Spontin - Biografia = Infanzia Nacque a Namur il 14 settembre 1751 da Carlo Alberto di Beaufort-Spontin (1713-1753), creato nel 1746 conte e marchese di Beaufort-Spontin, e Marie Marguerite Rose Dorothée Victoire de Glymes. Matrimoni Federico di Beaufort sposò in prime nozze Maria Leopoldina Álvarez de Toledo († 1792), figlia di Pedro Álvarez de Toledo, duca dell'Infantado. Dopo la morte della prima moglie sposò la contessa Ernestine Margarete von Starhemberg († 1832), figlia del principe Ludwig von Starhemberg. Duca di Beaufort Fu elevato al rango di duca nei Paesi Bassi meridionali nel 1782 e a conte del Sacro Romano Impero nel 1789. Fu il ciambellano dell'arciduca Carlo d'Austria a Bruxelles, governatore generale dei Paesi Bassi austriaci per conto delle potenze della sesta coalizione nel 1814. Fu anche presidente del concilio privato, ciambellano, e gran maresciallo della corte del re Guglielmo I dei Paesi Bassi.. Morte Il duca di Beaufort morì nell'aprile 1817 a Bruxelles. Discendenza Il duca Federico e Maria Leopoldina Álvarez de Toledo, sua prima moglie, ebbero: * Franziska Philippine Thomas, † 1830; ∞ Francisco de Borja Téllez-Girón, X duca di Osuna, † 1820. Dal suo secondo matrimonio con Ernestine Margarete von Starhemberg nacquero: * Federico Ludovico Ladislao di Beaufort-Spontin (1809–1834), II duca di Beaufort-Spontin; * Valérie Georgine (1811–1887) ∞ I Georg Graf von Starhemberg (1802–1834), II Theodor Graf van der Straten- Ponthoz (1809–1889); * Marie Hermengilde (Gilda) (1813–1880) ∞ Camille Mouchet de Battefort, Comte de Laubespin (1812–1876). Note Altri progetti |
2459476 | Ángel Montoro Sánchez - Carriera =Club Prodotto delle giovanili del , ha debuttato in prima squadra il 31 ottobre 2007, giocando 10 minuti nella partita di campionato persa in casa per 1–5 contro il . Con l'arrivo di Ronald Koeman e gli ingaggi di Hedwiges Maduro e Éver Banega, nel gennaio 2008 ritornò al Mestalla. Nei successivi due anni è stato ceduto in prestito al e al , per poi rientrare nella squadra B del Valencia. Il 25 febbraio 2021 nel ritorno dei sedicesimi di Europa League contro il segna un gol decisivo che permette alla sua squadra, nonostante la sconfitta per 1-2, di passare il turno in virtù del 2-0 dell'andata. Nazionale A livello di nazionale, ha militato nelle formazioni giovanili della Spagna sino all'Under-19, con cui ha vinto il Campionato europeo di calcio Under-19 2007. Palmarès = Club = Competizioni nazionali * :Valencia: 2007-2008 Nazionale * :Austria 2007 Collegamenti esterni |
3543732 | Primo amore (Beckett) - Primo amore è una novella di Samuel Beckett scritta in francese (Premier amour) nel 1946, ma pubblicata solo nel 1970 e tradotta dallo stesso autore in inglese come First Love (1974). In italiano è stata tradotta da Franco Quadri per Einaudi nel 1970. Richiesta da Jérôme Linder per un'edizione limitata, Beckett parlò della novella come di una propria "cassa da morto in cantina"James Knowlson, Damned to Fame, Simon & Schuster, New York 1996, p. 509., ma alla fine cedette e la pubblicò dopo aver ricevuto il Premio Nobel, per l'insistenza di editori e amici ad avere qualcosa di nuovo. In realtà non gli piaceva più. Si pentì d'averne concesso la stampa, ma corresse lo stesso le bozzeIvi, p. 512. mentre era in vacanza ad Alghero, lamentandosene, per lettera, anche l'anno successivo, mentre la traduceva in inglese. In italiano, è stata pubblicata con i tre racconti, Lo sfrattato, Il calmante e La fine e con i 13 Testi per nulla in volume unico (da Einaudi, nei «Supercoralli» nel 1971 e nei «Nuovi coralli» nel 1974 e successivamente). Il testo è stato anche messo in scena o letto a teatro da Michael Lonsdale, Alexandre Fabre o Sami Frey in Francia e da Ralph Fiennes in Australia. Trama e personaggi L'unico personaggio è quello che dice "io" già dalla prima parola. Dice di sé che aveva 25 anni quando suo padre morì, e racconta appunto di suo padre e della tomba di lui e del cimitero dove riposa; poi di un viaggio-ricordo a Ohlsdorf, dove dal cimitero si poteva guardare lontano dall'alto. Quindi, nonostante ritenga che il padre abbia organizzato per lui di restare nella sua casa, racconta di come è stato mandato via dalla casa paterna. Poi racconta di una ragazza che gli ha detto di chiamarsi Lulu; ma dopo qualche pagina, stanco del nome, lei diventa Anna. I due si incontrano su una panchina. Lei sembra invadente anche se non fa quasi niente. Per non incontrarla, lui va via a sdraiarsi al bordo di un campo, ma poi sente la sua mancanza e torna alla panchina. I due si incontrano nuovamente. Lui chiede a lei di cantargli una canzone. Poi vanno a casa di lei, dove lui svuota una stanza e vi si piazza per abitarci. Lei lo lascia fare. Sembra il racconto ingenuo di un uomo accalappiato da una prostituta, e non c'è sesso, almeno non consapevole, perché lui si sveglia con lei al fianco e nuda e sa solo di aver dormito male. Poi un giorno lei dice di essere incinta e che il figlio che aspetta è di lui. Deve esserci un'altra donna in cucina quando lui se ne va, scacciato fuori, poi seduto di fronte alla casa, dove finisce questa specie di amore. Alla fine, si incammina e se si ferma sente le grida venire dalla casa, per non sentire le quali riprende a camminare. Lo stile è lento e malinconico, pieno di umorismo disincantato, con qualche dettaglio che prova a essere ripugnante, e continui dubbi, quasi ottusi. Il riferimento a non aver potuto parlare inglese, fa pensare a un'ambientazione tedesca, più che francese, come durante i viaggi giovanili dell'autore in Germania, ma non vi è ambientazione riconoscibile e il cimitero, la panchina, la stanza potrebbero essere ovunque. Edizioni Samuel Beckett, Premier amour, Éditions de Minuit, Paris, 1970. * id., First Love, Calder, London, 1974. * id., Primo amore (seguito da Novelle e Testi per nulla), trad. Franco Quadri e Carlo Cignetti, Collana Supercoralli, Einaudi, Torino, I ed. 1971. * id., Primo amore - Novelle - Testi per nulla, trad. Franco Quadri, Einaudi, Collana Nuovi coralli n.250, Torino, 1974 - 1982, pp. 5–33. * id., Primo amore, in Racconti e prose brevi, a cura di Paolo Bertinetti, Collana Letture, Einaudi, Torino, 2010, ISBN 978-88-06-20215-6. Note Categoria:Racconti di Samuel Beckett |
8362630 | Stazione di Bronte Casello 54 - La stazione di Bronte Casello 54, meglio nota come Fermata Casello 54, è una fermata ferroviaria della ferrovia Circumetnea, e serve i quartieri meridionali della città di Bronte. Storia La Fermata Casello n. 54 venne costruita a sud della cittadina di Bronte; almeno sino ai primi anni del 2000, essa fungeva da vera e propria stazioncina sussidiaria, e rivestiva una certa importanza per il movimento dei passeggeri della zona, in particolare per gli studenti.. Caratteristiche Il fabbricato è ubicato a sud, si sviluppa su un solo livello ed è rivolto alla sinistra rispetto al senso di marcia della strada ferrata. Sulla parte frontale del fabbricato è presente, a grandi caratteri, la scritta "FERMATA Cas. 54". Il fabbricato è impresenziato, e risulta essere completamente murato da parecchi anni, similmente a tanti altri fabbricati dell'intera tratta ferroviaria. Come altri pochi fabbricati della ferrovia, ha sempre mantenuto la tradizionale colorazione gialla, come la stazione di Paternò. Movimento La fermata di Bronte Casello 54 è servita da treni in servizio fra Catania e Riposto. Al 2024, ci sono 4 treni per Riposto e 5 treni per Catania che effettuano la fermata al suddetto casello, per un totale di 9 treni giornalieri. Note Bibliografia Altri progetti Bronte Casello 54 Categoria:Stazioni ferroviarie attivate nel 1895 |
4806146 | Bill's Reformation - Bill's Reformation è un cortometraggio muto del 1912 diretto da Bert Haldane, interpretato da Harry Royston e da Alma Taylor. Non si conoscono altri dati del film che, prodotto dalla Hepworth, fu distrutto nel 1924 dallo stesso produttore. Cecil M. Hepworth, in gravi difficoltà finanziarie, giunse a tanto per poter recuperare il nitrato d'argento della pellicola. Trama Bill è un alcolizzato. Abbandona la moglie ma, quando questa eredita, lui si ravvede e salva un bambino rapito da una nurse. Produzione Il film fu prodotto dalla Hepworth. Distribuzione Distribuito dalla Hepworth, il film - un cortometraggio di una bobina - uscì nelle sale cinematografiche britanniche nell'aprile 1912. Voci correlate Filmografia Hepworth Collegamenti esterni Categoria:Cortometraggi muti britannici Categoria:Cortometraggi drammatici Categoria:Film Hepworth |
451946 | ATEX - ATEX, dalle parole francesi ATmosphères ed EXplosives (in italiano: "atmosfere esplosive"), è il nome convenzionale dato alla Direttiva 2014/34/UEDirettiva 2014/34/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014 , concernente l’armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative agli apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva (rifusione) Testo rilevante ai fini del SEE dell'Unione europea per la regolamentazione di apparecchiature destinate all'impiego in zone a rischio di esplosione; la direttiva, chiamata anche "ATEX 114" Health and Safety Executive - ATEX and explosive atmospheres o "Direttiva ATEX per le apparecchiature", si rivolge ai costruttori di attrezzature destinate all'impiego in aree con atmosfere potenzialmente esplosive e si manifesta con l'obbligo di certificazione di questi prodotti. Tale direttiva è strettamente correlata Commissione Europea - Equipment for potentially explosive atmospheres (ATEX) alla Direttiva 1999/92/CEDirettiva 1999/92/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 1999, relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive (quindicesima direttiva particolare ai sensi dell'articolo 16, paragrafo 1, della direttiva 89/391/CEE) per la sicurezza e la salute dei lavoratori in atmosfere esplosive; quest'ultima si applica negli ambienti a rischio di esplosione, dove impianti ed attrezzature certificate sono messe in esercizio ed è quindi rivolta agli utilizzatori. Per differenziare questa direttiva dalla prima, la Direttiva 1999/92/CE è chiamata anche "Direttiva ATEX per i luoghi di lavoro" o "ATEX 137". Storia La direttiva 2014/34/UE è entrata in vigore il 30 marzo 2014 ed abroga la direttiva 1994/9/CE con effetto decorrente dal 20 aprile 2016. Le direttive ATEX, in analogia ad altre direttive comunitarie, sono state recepite da norme nazionali in ciascuno stato dell'Unione Europea. Ad esempio in Italia la direttiva 1994/9/CE ha avuto forza di legge con il decreto del Presidente della Repubblica del 23/03/1998 n. 126 (Regolamento recante norme per l'attuazione della direttiva 94/9/CE in materia di apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva). Obbligatorietà La direttiva 2014/34/UE impone la certificazione ATEX a tutti i prodotti commercializzati nell'Unione stessa, indipendentemente dal luogo di produzione e dalle normative in esso in vigore, se installati in luoghi a rischio di esplosione, con l'eccezione di: * Apparecchiature mediche * Apparecchiature e i sistemi di protezione, quando il pericolo di esplosione è dovuto esclusivamente alla presenza di materie esplosive o di sostanze chimiche instabili; * Apparecchiature per uso domestico * Apparecchiature destinate all'uso in luoghi di produzione o stoccaggio di esplosivi * Apparecchiature marittime imbarcate, o comunque offshore * Mezzi di trasporto (esclusi quelli per uso in atmosfere esplosive) * Apparecchiature progettate e costruite specificamente per essere utilizzati dalle forze armate o per la tutela delle leggi e dell'ordine pubblico. Non sono esclusi gli apparecchi a doppio uso. Il rispetto della normativa è necessario per le macchine e per tutti gli equipaggiamenti industriali che si trovano ad operare e a lavorare nelle zone a rischio di innesco di esplosione (zona 1,2,21,22). È per questo motivo che le macchine che operano in zone a rischio di esplosione sono trasformate in modo antideflagrante ("Explosion Proof Protected"). I principali produttori di carrelli, motori, veicoli di vario tipo devono provvedere a che tali macchine siano "Ex protected" in base alla zona gas/polveri (1,2,21,22) in cui le macchine andranno a lavorare. Concetti e definizioni In analogia ad altre direttive comunitarie, l'articolo 2 della Direttiva 2014/34/UE contiene definizioni necessarie per la corretta interpretazione della direttiva. Rispetto ad altre direttive sulla marcatura CE, in considerazione dell'oggetto della direttiva, alcune definizioni sono relative al rischio di esplosione; in particolare, sono definite: * atmosfera esplosiva: una miscela contenente aria, a condizioni atmosferiche, sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri nella quale, dopo l’innesco, la combustione si propaga all’intera miscela non bruciata. * atmosfera potenzialmente esplosiva: un’atmosfera suscettibile di trasformarsi in atmosfera esplosiva a causa di condizioni locali e operative. Altre norme e standard su atmosfere esplosive Il termine "ATEX" è utilizzato sia in riferimento alle due direttive citate, sia in riferimento alle cosiddette "atmosfere esplosive", che sono oggetto di norme e standard anche fuori dall'Unione Europea (utilizzando generalmente il termine "atmosfere esplosive", non "ATEX", che si utilizza in Europa), tra cui: * IECEx (International Certification for Explosive Atmosphere Equipment) * DSEAR (Dangerous Substances and Explosive Atmospheres Regulations) nel Regno Unito * ANZEx, in Australia e Nuova Zelanda Note Voci correlate Marcatura CE Categoria:Direttive dell'Unione europea Categoria:Ingegneria della sicurezza Categoria:Rischio chimico e prevenzione Categoria:Sicurezza dei prodotti |
67800 | Palaeotinea - Genus: † Palaeotinea Species: † Palaeotinea , 1987 Category:Mikhail Vasilievich Kozlov taxa |
1476098 | Mario Canciani - Fu noto per il suo impegno verso i poveri, i carcerati e gli ammalati, oltre che per le sue teorie a sostegno dei diritti degli animali.Necrologio sul Corriere della Sera. Biografia Dopo aver studiato filosofia e teologia, appena consacrato sacerdote (1952), si occupa dei giovani seminaristi, approfittando dell'occasione per rileggere la Summa Theologiae di San Tommaso d'Aquino (il teologo da lui preferito). Viene poi mandato come viceparroco a Santa Maria del Buon Consiglio al Quadraro; in seguito è trasferito al Santuario della Madonna del Divino Amore.. Nel 1961 diventa parroco ad Acilia, dove la chiesa di San Pier Damiani (presso Casal Bernocchi) è ancora tutta da costruire. Qui riceve la visita di Paolo VI. Nella minuscola sagrestia scrive i primi libri: La ragione di fronte all'esistenza di Dio (Marietti) – dove critica l'ateismo marxista – e successivamente Cammino alla fede e Cammino nella fede (Paoline). Sperimenta, già prima del Concilio Vaticano II, la messa in italiano con l'altare rivolto verso il popolo. e l'omelia dialogata con la partecipazione dei fedeli.. In Vita da prete racconterà, a distanza di tempo, le sue lotte sociali – avvenute in questi anni – di iniziativa in favore della gente delle borgate romane, vivendo il '68 in opposizione ma a volte anche in simpatia con gli ideali dei contestatori di sinistra. Nel 1974 diventa assistente diocesano dell'Azione Cattolica. Per il Natale del 1975 è trasferito a San Teodoro al Palatino, una chiesa che era rimasta chiusa per decenni e che egli ripopola. Dal 2 maggio 1982 è parroco presso la basilica di San Giovanni dei Fiorentini, vicino al Vaticano. Qui, per circa vent'anni, è parroco e confessore di Giulio Andreotti, il quale non venne d'altra parte mai considerato da Canciani come un parrocchiano più importante dagli altri.. Alla morte di Canciani, i familiari donarono alla Basilica l'organo positivo che amava suonare e sul quale si esercitava anche con musiche da lui stesso composte. Il 20 dicembre 2008, l'organo "Michelangelo Colomeo 1867" viene intitolato alla sua memoria. Monsignor Canciani era inoltre un insigne biblista; così riferiva dei suoi assidui studi, non motivati da un desiderio di erudizione, bensì dalla volontà di svolgere al meglio il difficile compito pastorale fra la gente: Studiò la simbologia dell'asino nel cristianesimo antico – dimostrando che si trattava non di un simbolo negativo, bensì positivo – e ne ricevette apprezzamenti da diverse università estere.. Era vegetariano. e permetteva ai propri fedeli di introdurre in chiesa animali domestici come cani e uccellini, ai quali poteva essere impartita la benedizione. Nel libro Ultima cena dagli esseni avallò la tesi storica secondo cui Gesù – celebrando la pasqua con il calendario esseno – non avesse voluto cibarsi della carne di agnello, sacrificandosi egli stesso come Agnello al posto di ogni altro innocente.Ultima cena dagli esseni, Edizioni Mediterranee, 1995, ISBN 88-272-1115-2 Per queste ragioni, Canciani esortava i fedeli a non mangiare l'agnello a Pasqua; a questo proposito, dichiarò in un'intervista: Nel libro Nell'arca di Noè: religioni e animali (Il Carroccio, 1990) argomentò la tesi secondo cui anche gli animali hanno un'anima. Dichiarò più volte che «anche per gli animali c'è posto in paradiso» e, nonostante le critiche rivoltegli da alcuni ecclesiastici tradizionalisti, poté sempre contare sulla particolare simpatia di Paolo VI e su quella degli altri papi. Memorabile fu per Canciani, il 26 dicembre del 1958, la visita di Giovanni XXIII a Regina Coeli., il carcere dove egli assisteva spiritualmente i detenuti. Canciani fu infatti – sia in parrocchia sia in carcere – un assiduo confessore e amava ripetere che «Dio è smemorato» e perciò perdona sempre i peccati di chi si pente con vero dolore.. Scrisse di condividere la frase, attribuita a Balthasar, secondo cui «L'inferno esiste, ma è vuoto» per l'infinita misericordia di Dio.. Era, oltre che un indulgente confessore, un tenace persuasore morale; con le ragioni del Vangelo dissuase infatti molte donne dall'abortire. e diverse coppie dal divorziare.. Canciani si ispirava, per il proprio operato, alle figure di San Francesco d'Assisi e San Filippo Neri, e in effetti, come le esistenze di questi due grandi santi, così anche la vita di lui si caratterizzò per la sua mitezza, la sua calorosità, la sua fede, la sua capacità di suscitare conversioni, il suo grande amore (non puramente teorico ma sempre ricco di gesti concreti) verso gli ultimi della società e la sua tenera compassione nei confronti degli animali, che, proprio come San Francesco, anche lui chiamava «i nostri fratelli più piccoli». Opere Mario Canciani, Nell'Arca di Noè. Religioni e animali, Edizioni Carroccio, 1990. * * Note Altri progetti Collegamenti esterni Categoria:Scrittori cattolici Categoria:Teorici dei diritti animali Categoria:Sostenitori del vegetarianismo |
8379376 | Robinson Chirinos - Carriera = Minor League (MiLB) Chirinos firmò il 2 luglio 2000 con i Chicago Cubs. Iniziò a giocare nel 2001 nella classe Rookie e nel 2002 militò nella classe A-breve. Nel 2003 e 2004 giocò nella classe A e nel 2005 giocò nella classe A-avanzata. Nel 2006 tornò a giocare nella classe A. Dal 2007 al 2009 giocò sia nella classe A-avanzata che nella Doppia-A. Al termine della stagione 2008 divenne free agent, ma nel gennaio 2009 rifirmò con i Cubs. Nel 2010 militò nella Doppia-A e nella Tripla-A. L'8 gennaio 2011, i Cubs scambiarono Chirinos, Chris Archer, Sam Fuld, Brandon Guyer e il giocatore di minor league Hak-Ju Lee con i Tampa Bay Rays per Matt Garza, Fernando Perez e Zac Rosscup. Major League (MLB) Chirinos debuttò nella MLB il 18 luglio 2011, al Tropicana Field di St. Petersburg contro i New York Yankees, registrando la sua prima valida (un doppio) e segnando il primo punto. Batté il suo primo fuoricampo il 3 agosto contro i Blue Jays. Concluse la stagione con 20 partite disputate nella MLB e 78 nella Tripla-A. Chirinos saltò l'intera stagione 2012 a causa di problemi fisici. L'8 aprile 2013, i Rays scambiarono Chirinos con i Texas Rangers in cambio di una somma in denaro. Giocò durante la stagione solamente in 13 partite di MLB, mentre nella minor league partecipò a 78 incontri, tutti nella Tripla-A. A partire dal 2014, Chirinos iniziò a essere impiegato stabilmente nella MLB. Nel 2014 inoltre partecipò per la prima volta al post stagione. Al termine della stagione 2018, i Rangers declinarono l'opzione di 4.5 milioni di dollari per la stagione successiva, rendendo di fatto Chirinos free agent.Astros agree with Robinson Chirinos | Houston Astros Il 6 dicembre 2018, Chirinos firmò un contratto annuale con gli Houston Astros. Durante la post stagione 2019, Chirinos partecipò per la prima volta alle World Series. Divenne nuovamente free agent alla fine della competizione. Il 15 gennaio 2020, Chirinos firmò un nuovo contratto valido un anno con i Rangers, con inclusa un'opzione della squadra per la stagione 2021.https://www.espn.com/mlb/story/_/id/28491823/rangers-finalize-deals-3b-todd-frazier-reunion-c-robinson-chirinos Il 31 agosto 2020, i Rangers scambiarono Chirinos e Todd Frazier con i New York Mets per due giocatori da nominare in seguito. Divenne free agent a stagione conclusa. Il 15 febbraio 2021, Chirinos firmò un contratto di minor league con i New York Yankees con un invito Spring Training incluso. Prima dell'inizio della stagione regolare, il 10 marzo contro i Pirates, Chirinos venne colpito alle mani da un lancio, fratturandosi il polso destro. Il 16 marzo si sottopose ad un'operazione chirurgica e il 27 marzo venne svincolato dalla franchigia. Tuttavia due giorni dopo, il 29 marzo, Chirinos firmò un nuovo contratto di minor league con gli Yankees. Il 4 luglio venne nuovamente svincolato dalla franchigia, senza aver disputato alcuna partita nella MLB. Il 5 luglio 2021, Chirinos firmò un nuovo contratto con i Chicago Cubs, che lo resero free agent a fine stagione. Il 14 marzo 2022, Chirinos firmò un contratto annuale con i Baltimore Orioles. Carriera internazionale Chirinos venne convocato dalla nazionale venezuelana per partecipare al World Baseball Classic 2017 e nell'ottobre 2018 venne selezionato nella squadra degli MLB All-Star per partecipare alle MLB Japan All-Star Series. Note Altri progetti Collegamenti esterni |
555981 | permutati - nominativo maschile plurale del participio perfetto (permutatus) di permutō # genitivo maschile singolare del participio perfetto (permutatus) di permutō # vocativo maschile plurale del participio perfetto (permutatus) di permutō # genitivo neutro singolare del participio perfetto (permutatus) di permutō * (pronuncia classica) vedi permutatus, permutō |
1200432 | Duvalius magdelainei - Species: Duvalius magdelainei (, 1914) [accessed on December 9, 2018] Category: Accepted species name Category: Extant species |
366808 | Bruma parvus - Species: , 2010 : Indonesia, N Sumatra, HW. II. 28 km S P.Siantar, near Tigadoluk, 1050 m., 2º45'52"N, 99º58'20"E. : ZMUC. male ♂. 10.II.2002. Leg. M. Fibiger. Category:ZMUC Category:Michael Fibiger taxa |
1766001 | Ana Perera - Ana Perera, Portuguese herpetologist. * CIBIO, Centro de Investigação em Biodiversidade e Recursos Genéticos, InBIO Laboratório Associado, Campus de Vairão, Universidade do Porto, 4485-661 Vairão, Portugal. * Tarentola bocagei * Tarentola fogoensis =2017= =2022 Category:Taxon authorities Category:Herpetologists |
7445 | La Corea del Nord chiede l'aiuto del Sud contro le inondazioni - La Corea del Nord ha ufficialmente chiesto aiuto alla Corea del Sud per essere sostenuta negli aiuti contro le inondazioni che da giorni stanno devastando il Paese. La Corea del Sud, anche se fra i due Paesi non sussistono più contatti diplomatici dopo i test missilistici nordcoreani del 5 luglio scorso, ha annunciato che i primi aiuti verranno inviati tempestivamente. La richiesta è stata inoltrata dall'Ufficio della riconciliazione del Nord verso il corrispettivo del sud. La Corea del Nord ha bisogno di cibo e medicine per la popolazione e materiali e macchinari per la ricostruzione, dopo che le violente piogge hanno distrutto villaggi, strade e ferrovie, causando un disastro di dimensioni gigantesche. Secondo le autorità di Pyongyang i morti sarebbero 150, ma la Croce Rossa sudcoreana ha parlato di migliaia fra morti e dispersi. Articoli correlatiFonti Categoria:Asia Categoria:Corea del Nord Categoria:Disastri e incidenti Categoria:Inondazioni |
4698667 | Grandma - * Grandma – film del 1911 prodotto dalla Essanay * Grandma – film del 2010 diretto da William Kwok * Grandma – film del 2011 diretto da Tania Hoser * Grandma – film del 2015 diretto da Paul Weitz |
394001 | Stenommatus pulvereus - Species: † * & , 2006 * ; 2006: Dryophthorine weevils in Dominican amber (Coleoptera: Curculionidae). Transactions of the Kansas Academy of Science, 109(3-4): 191–198. JSTOR Category:Dominican amber Coleoptera |
444940 | Simulium truncatum - Species: * , 1911 |
237280 | scollegano - terza persona plurale dell'indicativo presente di scollegare :*: |
399097 | martoriavi - seconda persona singolare dell'indicativo imperfetto di martoriare :*: |
173374 | Saleich - Saleich è un comune francese di 389 abitanti situato nel dipartimento dell'Alta Garonna nella regione dell'Occitania. Società = Evoluzione demografica = Note Altri progetti Saleich |
33878 | Bataillone - plurale di Bataillon |
96516 | Acalymma vittatum - Species: Acalymma vittatum Acalymma vittatum (, 1775) Crioceris vittata , 1775: * Acalymma vittatum (, 1775): , 1947: * 1947. Diabrotica and two new genera (Coleoptera: Chrysomelidae). Proceedings of the Entomological Society of Washington 49(6): 151–161. . Category:Johan Christian Fabricius taxa Category:New species 1775 Category:Accepted species name |
788449 | Eusteniamorpha subtiliapex - Species: Pace, 2002: 300, figs. 9-11 * : BORNEO: Sabah, Crocker Ra., 1270 m. km 60 r.te Kota Kinabalu-Tambunan. * : MHNG, ♂, 17.V.1987, Burckhardt & Löbl leg. [original description: p. 300, figs. 9-11] Category:Roberto Pace taxa Category:MHNG |
276897 | Thaumapsylla - Species: ... * 2009: A description of four new species of fleas (Insecta, Siphonaptera) from Angola, Ethiopia, Papua New Guinea, and Peru. ZooKeys, 8: 39–61. Abstract PDF |
9338747 | Jens Reynders - Palmarès = Strada *2019 (Wallonie-Bruxelles Development Team, quattro vittorie) :Grand Prix Alfred Gadenne :1ª tappa Tryptique Ardennaise (Kelmis > Bullingen) :2ª tappa Tryptique Ardennaise (Butgenbach > Monschau) :Grand Prix de la ville de Pérenchies *2021 (Sport Vlaanderen-Baloise, una vittoria) :Grote Prijs Beeckman Altri successi *2015 (Juniores) :2ª tappa, 1ª semitappa Aubel-Thimister-La Gleize (Thimister, cronosquadre) *2016 (Juniores) :Classifica traguardi volanti Trophée Centre Morbihan *2017 (Leopard Pro Cycling) :Grote Prijs Léon Robert *2018 (Leopard Pro Cycling) :Grand Prix OST Manufaktur :Grand Prix Scieur-Lambot *2019 (Wallonie-Bruxelles Development Team) :Grand Prix Scieur-Lambot :Classifica a punti Tryptique Ardennaise Piazzamenti = Classiche monumento *Giro delle Fiandre :2023: ritirato *Parigi-Roubaix :2022: 64º :2023: 119º Competizioni mondiali *Campionati del mondo :Yorkshire 2019 - In linea Under-23: 59º Competizioni europee *Campionati europei :Alkmaar 2019 - In linea Under-23: 17º :Plouay 2020 - In linea Under-23: 50º Altri progetti Collegamenti esterni |
235843 | Pseudojuloides atavai - Species: Pseudojuloides atavai Pseudojuloides atavai Randall & Randall, 1981 : BPBM 16902. [Paratypes: AMS I.21716-001 (1), I.21717-001 (1); BMNH 1980.9.17.3 (1); BPBM 6913 (2), 9088 (2), 12955 (1), 13527 (1), 13696 (1); CAS 46961 (1); MNHN 1979-0670 (1); USNM 222675-76 (1, 1)]. : Off West harbor, Pitcairn Island, depth 23 meters. * 1981: A revision of the labrid fish genus Pseudojuloides, with descriptions of five new species. Pacific Science, 35 (1): 51–74, col. pls. 1-3 as figs. 2-14. * 2001: Family Labridae. In: Carpenter & Niem 2001. Species identification guide for fishery purposes. Bony fishes part 4. 6: 3381–3467, Pls. I-V. * |
6172809 | If My Homie Calls - If My Homie Calls è un singolo del rapper statunitense 2Pac, pubblicato nel 1991 ed estratto dall'album 2Pacalypse Now. Tracce #If My Homie Calls (LP version) #Brenda's Got a Baby (radio mix) #If My Homie Calls (instrumental) #Brenda's Got a Baby (instrumental) Collegamenti esterni |
1935211 | Avrainvillea levis - Species: Avrainvillea levis Avrainvillea levis , 1905: , ; * : "Cave Cays, Exuma Chain" [Bahama Islands]. * : M.A. Howe no. 3996; 19 February 1905; NY?. Category:Marshall Avery Howe taxa |
5691238 | Ceragioli - Biografie Enzo Ceragioli – pianista italiano * Giorgio Ceragioli – pittore e scultore * Giorgio Ceragioli – ingegnere italiano Altro 133528 Ceragioli – asteroide |
182355 | Teodulo Mabellini - Teodulo Mabellini (1817 – 1897), compositore italiano. Citazioni su Teodulo Mabellini Così crebbe sempre più in fama: la quale fu tanta che poté, sebbene con paragone esagerato, aver corso per lungo tempo la nota freddura: Bellini è morto, Ma-bellini è vivo! (Arnaldo Bonaventura) *Da molti anni il si occupa della formazione di un trattato di composizione musicale che fra breve sarà pubblicato. È inutile dire quanto opportuna riuscirà questa pubblicazione del celebre maestro, e quanta utilità sarà per recare all'arte l'opera di un uomo così profondamente conoscitore della difficile scienza della composizione musicale, opera della quale è assoluta mancanza in Italia, rispetto alle esigenze del gusto moderno. (Giovanni Masutto) *Teodulo Mabellini fiorì nel momento in cui la corrente tumultuosa del genio Verdiano, nelle irruente gagliarde manifestazioni della sua prima maniera si riversava per le terre d'Italia risvegliandole e fecondandole. Il maestro Pistoiese si sentì soffocato e travolto: onde ben presto intuì che sarebbe stato necessario possedere ali più robuste per gareggiare col volo di quell'aquila e prudentemente si ritirò dall'arringo teatrale. (Arnaldo Bonaventura) Altri progetti Categoria:Compositori italiani |
2683396 | Miami Heat 2000-2001 - La stagione 2000-01 dei Miami Heat fu la 13ª nella NBA per la franchigia. I Miami Heat arrivarono secondi nella Atlantic Division della Eastern Conference con un record di 50-32. Nei play-off persero al primo turno con i Charlotte Hornets (3-0). Risultati Squadra V P % GB 56 26 68,3 - 50 32 61,0 6 48 34 58,5 8 43 39 52,4 13 36 46 43,9 20 26 56 31,7 30 19 63 23,2 37 Roster || Staff tecnico Allenatore: Pat Riley *Vice-allenatori: Bob McAdoo, Stan Van Gundy, Marc Iavaroni, Erik Spoelstra, Jeff Bzdelik, Keith Askins *Preparatore fisico: Bill Foran Collegamenti esterni Categoria:Stagione 2000-2001 delle squadre di pallacanestro 2000-2001 |
4834862 | Uno sconosciuto alla mia porta (film 1956) - Uno sconosciuto alla mia porta (Stranger at My Door) è un film del 1956 diretto da William Witney. È un western statunitense con Macdonald Carey, Patricia Medina e Skip Homeier. Trama Produzione Il film, diretto da William Witney su una sceneggiatura e un soggetto di Barry Shipman, fu prodotto da Sidney Picker per la Republic Pictures e girato nei Republic Studios a Hollywood nel settembre del 1955. Distribuzione Il film fu distribuito con il titolo Stranger at My Door negli Stati Uniti dal 6 aprile 1956 al cinema dalla Republic Pictures. Altre distribuzioni: * in Svezia il 1º ottobre 1956 (Gangstern) * in Danimarca il 1º luglio 1957 (Den fremmede rytter) * in Finlandia il 15 novembre 1957 (Gangsteri) * in Francia il 24 gennaio 1958 (L'inconnu du ranch) * in Germania Ovest il 19 dicembre 1958 (Der schwarze Mustang) * in Austria nel maggio del 1959 (Der schwarze Mustang) * in Brasile (A Lei do Revólver) * in Spagna (Un extraño a mi puerta) * in Italia (Uno sconosciuto alla mia porta) Critica Secondo il Morandini il film è "un po' noioso e inutilmente predicatorio". Promozione Le tagline sono: *The faith of a fighting parson...the fury of a killer's kiss! He shielded an outlaw to save his soul...while his wife fought the love in her heart for a killer! *"I love my husband"..."DO YOU? How can you tell---you've never known anything different." *THE GUMNA AND THE GOOD MAN! For a two-fisted fighting parson, this killer---Clay Anderson---was a challenge. *Your faith can't save this killer...he'll destroy our love! A preacher who shielded an outlaw to save his soul. while his wife fought his efforts to redeem a ruthless killer. Note Collegamenti esterni Categoria:Film western |
877794 | Chalcididae - I Calcididi (Chalcididae ) costituiscono una famiglia di insetti (Hymenoptera: Chalcidoidea) comprendente specie parassitoidi. Generalità Si distinguono dalla maggior parte dei Calcidoidei per alcuni marcati caratteri morfologici condivisi in parte con l'affine famiglia dei Leucospidi. Sono diffusi prevalentemente nelle regioni tropicali dell'emisfero meridionale. Circa 200 specie sono rappresentate nell'emisfero settentrionale. Descrizione I Calcididi hanno un corpo robusto, lungo 3-10 mm, generalmente di colore nero o bruno, spesso con macchie bianche, gialle o rossastre. Capo e sul torace sono profondamente punteggiati. A differenza dei Leucospidi non hanno mai colori metallici e non presentano fenomeni di mimetismo. Il capo porta antenne composte di 13 articoli, con funicolo composto da 7. Il torace mostra tegule rotondeggianti o ovoidali, non allungate. Le zampe posteriori hanno i femori molto ingrossati, percorsi ventralmente da una fila di denti, e le tibie arcuate. Le ali anteriori non si ripiegano longitudinalmente e hanno una vena postmarginale poco sviluppata, lunga quanto la vena stigmale o più corta. La vena stigmale può essere ridotta ad un abbozzo. L'addome ha un ovopositore breve e portato orizzontalmente. Biologia Le larve dei Calcididi sono ectoparassiti o endoparassiti di stadi larvali altri insetti, in particolare Lepidotteri, Neurotteri, Coleotteri, Ditteri e Imenotteri. Gli adulti sfarfallano dalle pupe degli ospiti, nei periodi più caldi dell'anno e si rinvengono prevalentemente su infiorescenze di Apiaceae, Asteraceae, Fabaceae. Sistematica e filogenesi Hanno affinità filogenetica e morfologica con i Leucospidi che in passato erano classificati come sottofamiglia dei Calcididi, nei quali sono stati in passato inseriti al rango di sottofamiglia. I principali caratteri morfologici che contraddistinguono i Calcididi dai Leucospidi sono il mancato ripiegamento longitudinale delle ali anteriori, il ridotto sviluppo della vena postmarginale, l'ovopositore breve e mai ripiegato sul dorso dell'addome, la forma isodiametrica delle tegule. La famiglia comprende circa 1450 specie ripartite in circa 80 generi. La sistematica ripartisce la famiglia in 5 sottofamiglie. Dal punto di vista filogenetico i Calcididi sono un raggruppamento parafiletico, pertanto si presume che in futuro alcune sottofamiglie saranno elevate al rango di famiglia. *Sottofamiglia Chalcidinae. :Generi: :Acanthochalcis, Acrocentrus, Brachymeria, Caenobrachymeria, Chalcis, Conura, Corumbichalcis, Cratocentrus, Hovachalcis, Marres, Megachalcis, Megalocolus, Melanosmicra, Parastypiura, Phasgonophora, Philocentrus, Pilismicra, Plastochalcis, Spatocentrus, Stenochalcis, Stenosmicra, Stypiura, Trigonura, Trigonurella, Vespomorpha *Sottofamiglia Dirhininae. :Generi: :Aplorhinus, Dirhinus, Pseudeniaca, Youngaia *Sottofamiglia Epitraninae. :Genere: :Epitranus *Sottofamiglia Haltichellinae. :Generi: :Allochalcis, Anachalcis, Antrocephalus, Antrochalcis, Aphasganophora, Aspirrhina, Belaspidia, Bucekia, Cephalochalcidia, Chirocera, Ecuada, Euchalcidiella, Euchalcis, Eurycentrus, Halsteadium, Haltichella, Hastius, Hayatiella, Heydoniella, Hockeria, Hybothorax, Indoinvreia, Irichohalticella, Kopinata, Kriechbaumerella, Lasiochalcidia, Nearretocera, Neochalcis, Neohaltichella, Neohybothorax, Neokopinata, Neostomatoceras, Nipponochalcidia, Notaspidiella, Notaspidium, Oxycoryphe, Proconura, Psilochalcidia, Psilochalcis, Rhynchochalcis, Schwarzella, Solenochalcidia, Steffanisa, Steninvreia, Sthulapada, Tainaniella, Tanycoryphus, Tanyotorthus, Thresiaella, Trichoxenia, Tropimeris, Uga, Varzobia, Xenarretocera, Xyphorachidia, Zavoya *Sottofamiglia Smicromorphinae. :Genere: :Smicromorpha Bibliografia Viggiani Gennaro. Lotta biologica ed integrata. Liguori editore. Napoli, 1977. ISBN 88-207-0706-3 Altri progetti Collegamenti esterni * * Categoria:Taxa classificati da Pierre André Latreille |
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