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Mercoledì il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha inviato al governo una lettera per proporre di chiudere tutte le attività “non essenziali” nella regione per contenere l’epidemia di coronavirus. Le proposte valgono soltanto per il territorio della Lombardia, il più interessato dal contagio, che sta avvicinando al collasso il sistema sanitario. Si parla di tutti i negozi che non vendono generi alimentari o di prima necessità, bar, ristoranti, alberghi e i servizi terziari. Questa mattina, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva invitato la Lombardia e le altre regioni a fare richiesta ufficiale di misure più restrittive in caso le ritenessero necessarie. Le richieste saranno valutate, ha detto Conte, aggiungendo che però, oltre alle necessità della salute, ci sono anche altri interessi che vanno valutati, come ad esempio la libertà dei cittadini. Su questi temi, ha concluso: «Non affidiamoci a istanze emotive».
La Lombardia ha chiesto di poter chiudere tutte le attività non essenziali. Con una lettera inviata al governo per rendere più drastico l'intervento contro l'epidemia del coronavirus: si parla di negozi, bar, ristoranti, alberghi e tanto altro.
È uscito per Isbn Edizioni Kansas City 1927 Anno II. Dalla Z di Zeman alla A di Andreazzoli di Diego Bianchi e Simone Conte, con le illustrazioni di Zerocalcare. Il libro – seconda puntata di un’idea nata l’anno passato con molto successo – raccoglie le schede pubblicate ogni settimana su Facebook che descrivono le partite della Roma nel campionato 2012-2013, iniziato con grandi aspettative per il ritorno di Zeman come allenatore, proseguito con la sua sostituzione con Andreazzoli a metà campionato, e finito male con la sconfitta in finale di Coppa Italia contro la Lazio. ***
Che a noi le cose facili ce fanno schifo. Uno dei momenti alti del campionato della Roma in un anno con molti bassi, nel nuovo libro di Diego Bianchi e Simone Conte.
Domenica Riccardo Staglianò ha raccontato su Repubblica la crescente attività del microlavoro online, e il suo esperimento con i siti che offrono centesimi per impieghi piccoli e veloci, in maggior parte di promozione e pubblicità in rete: Microlavoratori di tutto il mondo, uniamoci. Le nuove corvée digitali non devono coglierci impreparati. Ieri sera, per dire, ne ho fatte cinque diverse. Trascritto un biglietto da visita. Redatto una breve recensione cinematografica. Tentato di descrivere delle foto piuttosto astratte con parole chiave il più possibile sensate. Finto di entusiasmarmi per un sito di scommesse online, dandogli un “mi piace” su Facebook. E infine cliccato su due diverse pubblicità di Google di negozi che vendono abiti da matrimonio, come se dovessi sposarmi a breve. Questa febbrile, innaturale, mercenaria attività internettiana mi ha preso quasi un’ora. Per un compenso complessivo di 1 dollaro e 65 centesimi. Si scrive crowdworking, lavoro della folla, è sembra una cosa bella, democratica, che profuma di futuro. Ma si legge cottimo 2.0, e puzza di laboratori clandestini, sfruttamento e alienazione di un passato dickensiano o di un presente cantonese. In un gioco al ribasso delle retribuzioni che non conosce tregua.
I microlavori in rete. Riccardo Staglianò di Repubblica ha provato a dedicarsi agli impieghi online a cottimo pagati tra i dieci centesimi e il mezzo euro.
Oggi esce Habemus Papam, il nuovo film di Nanni Moretti, e questa introduzione alle uscite cinematografiche potrebbe anche chiudersi qui: non c’è altro da sapere. Il Post aveva scritto abbondantemente di Habemus Papam quest’estate: ieri il direttore è andato a vedere il film – gli è piaciuto – e Ludovico Bessegato ha ricordato la carriera di Moretti da autore di cortometraggi. Probabilmente anche a causa dell’uscita di Habemus Papam, non c’è molto altro di significativo: chi aveva cartucce da sparare ha evitato di doversi misurare col venerdì di Moretti. L’unica altra cosa meritevole di segnalazione, per gli appassionati del genere, è l’uscita di Scream 4. Habemus papam Regia: Nanni Moretti Attori: Nanni Moretti, Margherita Buy, Michel Piccoli, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Franco Graziosi, Camillo Milli
I film che escono oggi. C'è Habemus Papam, il nuovo film di Moretti, e praticamente nient'altro.
Il Terzo Fidanzato della nonna aveva i piedi troppo grandi per essere considerato intelligente. Scemo non era, perché sapeva oziare con grazia e costanza, ma, date le dimensioni dei piedi, l’attenzione riservata alla sua testa non poteva essere molta. Il nonno Guglielmo, che vantava diverse amanti, diceva che quello – il rivale non lo chiamava mai per nome – parlava solo per dare aria alla bocca: «Agli stupidi piace mettere la stupidità in vetrina, e non c’è niente di meglio della parola per questo». Al nonno piaceva incasellare in sentenze le cose del mondo. Sentenziava masticando il sigaro e fingendo un’aria da marinaio di molti mari, proprio lui che odiava l’acqua, non esclusa quella del lavabo. Liberale di ferro, beffeggiava le blande simpatie socialiste della nonna: «Chiudi tre dei tuoi in una stanza e dopo mezz’ora avranno quattro opinioni differenti». Passava molte ore del giorno a scrivere un romanzo che non finiva mai, ma secondo la nonna non aveva mai scritto un rigo: «È una posa per tenere a distanza mocciosi e villani». Nessuno, però, osava forzare il Pensatoio, lo stanzino dove il nonno passava quasi tutto il giorno, tranne quando pioveva, perché allora usciva a passeggiare senza l’ombrello, solo, con il cappello di feltro dalla tesa slabbrata. Era buddista, ma di Budda non sapeva un granché. Però capiva di briscola e di storia e scriveva lettere al Gazzettino, mai pubblicate perché coprivano d’insulti gli amministratori della città lagunare: tutti «sozzi figli di preti sciocchi», a sentir lui. La nonna, invece, spumeggiava su tutto. Se c’era da spendere mezza lira diceva: «Meglio di no», e quel meglio di no capitava due dozzine di volte al giorno. A dispetto dei suoi settant’anni, era alta e diritta, forte e bella, una pantera canuta. Il suo bagno era un poema: ornato di clisteri beige, ocra, neri e tinta pelle. Ce n’erano due o tre su ogni braccio dell’appendiabiti di smalto, mentre pigiami e mutande erano relegati in un comò verde, dove una ciotola di vetro di Murano ospitava una decina di collane di perle matte e di murrine. I clisteri, nei giorni della loro gloria, raggiunsero il numero di sedici, con le quattro perette da un 1/4, da 1/2, da 3/4 e da litro. Le sacche erano tondeggianti, a pera, a zucca, a cantalupo, tutte di tela cerata, e i tubi di gomma opaca sembravano, riflessi nel pallore del mosaico, tentacoli di creature marine dai becchi ricurvi. I tre domestici – Teresa, la figlia Loretta, e Renato – facevano per sei. Loretta, ventenne, era belloccia, e aveva gli occhi storti, che guardavano in basso, ma quando te li puntava addosso sapevi che ti odiavano, e che altro non sapevano fare. Renato aveva una gamba un po’ più corta dell’altra, e zoppicava. Era il mio preferito e sapeva fare di tutto, pescare nel fiume con fiocina e coltello, ma anche spiumare il pollo destinato alla casseruola di Teresa. E lei, Teresa, era un portento. Brutta di una bruttezza rara, aveva cinquant’anni ben portati ed era più forte di un mulo, e non meno cocciuta. Zia Maria – Donna Maria per gli estranei – era invece di bell’aspetto, prigioniera di una fierezza che affascinava e allontanava gli uomini: veniva corteggiata con discrezione anche dagli spiriti più appassionati e audaci, una non piccola condanna.
Non tutti i bastardi sono di Vienna. È il titolo del libro di Andrea Molesini che ha vinto il premio Campiello, e questo è il primo capitolo.
Filmone della serata, a Venezia, è “La Talpa”, con Colin Firth e Gary Oldman, del regista svedese Thomas Alfredson. Colin Firth era con sua moglie, la produttrice italiana Livia Giuggioli. Gary Oldman era con sua moglie, la cantante inglese Alexandra Edenborough. Thomas Alfredson era con un’elegante signora che i più appassionati di celebrities e tappeti rossi tra di voi sapranno identificare, ma noi no, al momento. Però sembravano tutti volersi molto bene. E allegri erano anche gli altri fotografati oggi, croati o cinesi che fossero. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Ba-cio, ba-cio! (da Venezia). Le migliori foto dalla mostra del cinema di Venezia, dove lunedì c'erano molte coppie.
Il governo degli Stati Uniti vorrebbe far chiudere l’account su Twitter di al-Shabaab, la milizia islamista che vessa la Somalia dal 2006. Le autorità statunitensi hanno confermato al New York Times di aver messo sotto stretta sorveglianza l’attività online dell’account @HSMPress, ma non hanno detto quali provvedimenti potrebbero assumere contro il profilo sul social network. L’ipotesi di chiudere l’account non piace, però, ai sostenitori della libertà di pensiero e di parola, che temono si potrebbe creare un pericoloso precedente. (Breve storia di al-Shabaab)
Gli USA contro un account di Twitter. È quello di Al-Shabaab, il gruppo armato islamista che combatte il governo somalo ed è su Twitter da due settimane: deve avere libertà di espressione?.
La rete fissa e mobile di Vodafone non funziona a molti utenti in tutta Italia. Le prime segnalazioni sono avvenute verso le 15 e sono proseguite nelle ore successive. Come segnala il sito Downdetector, oltre che l’Italia i problemi sembrano riguardare diversi altri paesi europei in cui è presente Vodafone, tra cui Regno Unito, Germania e Spagna. Gli utenti non riescono a effettuare chiamate, mandare messaggi o connettersi a Internet. Alcuni utenti segnalano che non funziona neanche il 190, il numero telefonico di assistenza di Vodafone. Al momento la società non ha diffuso nessun comunicato su cosa abbia causato il problema.
La rete fissa e mobile di Vodafone non funziona a molti utenti.
Anche se la fama più grande gli venne dal telefilm del “Tenente Colombo” in tv, Peter Falk aveva recitato in più di quaranta film al cinema, ricevendo due nomination per l’Oscar all’inizio della carriera per “Sindacato assassini” nel 1960 e “Angeli con la pistola” nel 1961. Poi ebbe molti ruoli, più spesso da comprimario ma anche da protagonista. Abbiamo eliminato a malincuore il suo ruolo minore nel fantastico “Questo pazzo pazzo pazzo mondo” e abbiamo scelto i suoi cinque film migliori, secondo il Post. 1. Una strana coppia di suoceri (1979)
I 5 migliori film di Peter Falk. A noi piacciono più quelli dove si ride, ma era bravo in tutto.
L’account ufficiale YouTube di Star Wars ha diffuso il primo video “dietro le quinte” del Risveglio della Forza, il nuovo film della saga fantascientifica che uscirà fra dieci giorni nei cinema italiani. Il video alterna spezzoni di scene già viste in altri trailer a brevissimi video girati sul set, con gli attori che scherzano o ricevono indicazioni. Il momento più divertente del video mostra John Boyega, uno dei due co-protagonisti del nuovo film, che si fa firmare un pupazzo di Han Solo da Harrison Ford. In un’altra scena notevole viene mostrato il modello a scala naturale dell’astronave Millennium Falcon usato per le riprese. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
C’è un video girato dietro le quinte di “Star Wars: Il risveglio della Forza”. Mostra per la prima volta alcuni set del film, oltre a qualche gag fra gli attori: il film esce esattamente fra 10 giorni.
Lo stilista americano Jeremy Scott è direttore artistico di Moschino dall’ottobre del 2013 e da allora ha rilanciato la casa di moda italiana, che non si era mai ripresa dalla morte del suo fondatore, Franco Moschino, avvenuta nel 1994. Grazie a Scott nell’ultimo anno le vendite di Moschino sono cresciute del 20 per cento. Sull’ultimo numero della rivista New Yorker, dedicato alla moda, Lizzie Widdicombe ha scritto un ritratto di Scott intitolato Barbie Boy, in cui spiega come ha fatto a rendere Moschino di nuovo popolare, re-inventandone lo stile e rivolgendosi a un nuovo target di clienti. Secondo Scott, «niente è mai alla moda, niente è mai fuori moda» e per questo non segue le tendenze di cui parlano le riviste del settore e che si possono osservare sulle passerelle di altri marchi. Come ha spiegato al Guardian, Scott è convinto che uno stilista debba essere prima di tutto una persona in grado di comunicare e che il suo scopo sia proporre abiti divertenti.
Jeremy Scott, lo stilista che ha rilanciato Moschino. Alla morte di Franco Moschino erano seguiti vent’anni di crisi: come lui, Scott prende in giro la moda e sguazza nella cultura pop.
Con una serie di tweet sulla cosiddetta “guerra commerciale” con la Cina, ieri il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha contribuito a far crollare le borse, con pesanti perdite per alcune delle più importanti aziende statunitensi che più dipendono dalle esportazioni e dalle importazioni di prodotti sul mercato cinese. S&P 500, l’indice di Wall Street che raccoglie le più importanti società per azioni degli Stati Uniti, ha perso più del 3 per cento, mentre l’indice dei titoli tecnologici NASDAQ ha perso quasi il 3,8 per cento. Dopo avere annunciato nel weekend di avere trovato un accordo con la Cina per sospendere l’introduzione di dazi sugli scambi commerciali – notizia che non aveva trovato conferme in Cina – martedì Trump ha sostanzialmente dichiarato il contrario sostenendo di essere “l’uomo dei dazi” e di volere proseguire sulla strada della tassazione delle importazioni. La notizia ha aggiunto nuove incertezze tra gli investitori, già preoccupati dalla possibilità di una crisi economica, con pessimi risultati per la borsa statunitense e per diverse altre borse occidentali.
C’è stata una pessima giornata in borsa, anche per via dei tweet di Trump. In pochi giorni il presidente degli Stati Uniti ha smentito sé stesso sul tema dei dazi contro la Cina, portando nuovo pessimismo e incertezze sui mercati.
Negli Stati Uniti si sta cominciando a discutere molto di Thrive, un documentario ideato e finanziato in gran parte da Foster Gamble (erede del fondatore della nota multinazionale Procter & Gamble) e sua moglie, che è uscito l’11 novembre 2011 (11/11/11) su internet: con molti sostenitori e un movimento che sta facendo proselitismo, e molti critici preoccupati della sua influenza e del suo messaggio. Un articolo sullo Huffington Post lo ha così descritto: Ci sono state molte proiezioni nella Bay Area di un film indipendente chiamato Thrive. È un lungo documentario, con un tono pseudoscientifico e new age, che sarebbe abbastanza innocuo se non mascherasse un’agenda politica reazionaria e libertaria che è in stridente contrasto con il tono tranquillizzante della presentazione.
Thrive, l’enciclopedia del complottismo. Un documentario americano prodotto da un ricco ereditiero accumula popolarità (e preoccupazioni) in rete grazie a una formidabile concentrazione di paranoie e deliri.
Sandy Douglas beve una Coca-Cola al giorno: una di quelle piccole, nella bottiglia di vetro. Poi basta: al massimo, se ne beve un’altra nel pomeriggio, preferisce una Coca Zero per evitare di assumere troppe calorie. Queste informazioni non sarebbero particolarmente interessanti o significative se non fosse che da gennaio Sandy Douglas è il presidente di Coca-Cola North America: l’uomo il cui lavoro è vendere quanta più Coca-Cola è possibile, cerca di non berne più di una al giorno per non fare del male alla sua salute. Questa storia sintetizza bene l’attuale problema di Coca-Cola, raccontato dal settimanale americano Bloomberg Businessweek in un lungo articolo scritto dai giornalisti Claire Suddath e Duane Stanford. Coca-Cola è la più grossa azienda di bevande del mondo ma nel 2013 le sue vendite sono diminuite del 2 per cento rispetto all’anno precedente, e il calo ormai dura da nove anni consecutivi. Le entrate della società nel 2013 sono state di 46,8 miliardi di dollari, mentre nel 2012 furono 48 miliardi. Questa tendenza arriva da lontano e non coinvolge solo Coca-Cola: tutto il settore delle bibite gassate sta attraversando un periodo di grossa crisi, dovuta soprattutto a un cambiamento nelle abitudini alimentari degli americani, che sono il bacino di consumatori principali per molte aziende che producono bibite. Negli ultimi anni negli Stati Uniti si sono diffuse molte campagne di sensibilizzazione a favore di un’alimentazione più sana – la più famosa è quella promossa da Michelle Obama – e in generale c’è stata una presa di coscienza riguardo i danni per la salute del junk food, il cibo servito nei fast food. Risultato: la Coca-Cola è finita nella parte sbagliata dello stile di vita di quasi tutti i consumatori americani.
Coca-Cola e il mondo che cambia. Come la più grande azienda di bevande al mondo pensa di interrompere il calo delle sue vendite, dovuto a un epocale cambiamento culturale e di abitudini.
«Le varianti nascono come reazione al vaccino» è una bufala che circola molto tra i “no vax” Diversi militanti dell'organizzazione neofascista si sono presentati appoggiando il candidato del centrodestra, perlopiù con la Lega
“Con amore, per il comunismo”. Il testo dell'intervento di Nichi Vendola al congresso della FGCI del 1985.
Domenica a Perugia si vota per le elezioni comunali e il favorito è il sindaco uscente, Andrea Romizi, candidato di Forza Italia appoggiato da tutto il centrodestra. Il suo principale avversario sarà con ogni probabilità il popolare giornalista del TG3 Giuliano Giubilei, candidato del centrosinistra. Ma in tutto ci sono ben altri otto candidati: è l’elezione più affollata nella storia della città. Se nessuno riuscirà a raggiungere il 50 per cento più uno dei voti, un secondo turno tra i due candidati più votati si terrà il prossimo 9 giugno. Gli altri candidati sono Francesca Tizi, del Movimento 5 Stelle; l’ex deputata ed ex ministra Katia Belillo, candidata di una coalizione di liste di sinistra; Cristina Rosetti, ex capogruppo del Movimento 5 Stelle in comune oggi candidata da indipendente con la lista #Noicittadini; l’imprenditore Marco Mandarini, ex candidato dell’Italia dei Valori e nipote di un famoso presidente di regione del PCI, oggi candidato con le liste Perugia Partecipata e Alternativa riformista; Carmine Camicia, consigliere comunale centrista che oggi si candida con la lista Perugia con il cuore; Salvatore Iacobelli, candidato sindaco per la lista cattolica Popolo della Famiglia; Antonio Leonardo Ribecco, candidato del movimento neofascista CasaPound.
Guida alle elezioni comunali di Perugia. Il sindaco uscente di centrodestra, che vinse a sorpresa, è favorito contro il suo famoso avversario di centrosinistra.
Tra le non poche attività i cui affari sono cresciuti durante la pandemia c’è anche quella di chi si fa pagare per dare consigli e fare lezioni su come giocare a certi videogiochi. La figura degli allenatori di videogiochi esiste da più di un decennio – “Vuoi diventare bravo ai videogiochi? Assumi un ragazzo online”, diceva nel 2006 un titolo del Wall Street Journal – ma negli ultimi tempi attorno a queste figure si è sviluppato quello che il Guardian ha definito «un nuovo e fiorente settore»: che dai primi mesi del 2020 in poi è «esploso», e che sembra poter avere ancora ottimi margini di crescita. Già nell’aprile 2020, Bloomberg citò dati secondo i quali «il settore legato a corsi e lezioni per videogiocatori, di persona oppure tramite lezioni via streaming» era verosimilmente superiore al miliardo di dollari. E tutto lascia pensare che da allora abbia continuato a crescere, più o meno di pari passo con la crescita di interessi verso gli eSport (cioè la pratica competitiva e spesso professionistica di alcuni videogiochi) e in conseguenza del successo di videogiochi online multigiocatore come Fortnite, Apex Legends o Call of Duty: Warzone. Spesso si tratta di videogiochi in modalità “battle royale” (in cui, in breve, si combatte tutti-contro-tutti, e alla fine vince uno solo), di cui è piuttosto semplice apprendere le regole e i meccanismi di base, ma nei quali diventa molto complicato riuscire a primeggiare, vista l’alta concorrenza.
Esistono anche gli allenatori di videogiochi. Ci sono da anni, ma di recente il settore si è organizzato ed è cresciuto: tra le altre cose, per assecondare gli interessi di allievi diversi.
Jack Ely, musicista e cantante statunitense dei Kingsmen, gruppo rock che negli anni Sessanta ha portato al successo la canzone Louie Louie, è morto a 71 anni nella sua casa di Redmond (in Oregon), dopo una lunga malattia. Ely era nato a Portland, in Oregon, nel 1943. Da bambino i genitori gli fecero studiare pianoforte ma quando nel 1956 vide per la prima volta Elvis Presley in televisione, decise di cambiare strumento e iniziò a suonare la chitarra. La storia del successo di Jack Ely iniziò proprio in quegli anni e non fu legata solamente alla sua passione per la chitarra e per la musica di Elvis, bensì anche a una canzone: Louie Louie, scritta nel 1955 da Richard Berry, un musicista e cantautore americano. Si tratta di una semplice ballata che racconta la storia di un marinaio giamaicano che fa ritorno a casa dalla donna che ama.
È morto Jack Ely, quello di “Louie Louie”. Aveva 71 anni, la sua versione di una canzone dei Kingsmen diventò famosissima e persino oggetto di un'indagine dell'FBI.
Mario Monti ieri è stato intervistato da Daria Bignardi durante la terza puntata delle Invasioni Barbariche. Nel corso dell’intervista Monti ha discusso della sua candidatura e dei suoi progetti politici, incartandosi un po’ quando ha dovuto commentare il suo atteggiamento nei confronti di Sinistra Ecologia e Libertà e le idee della sua lista sui temi dei diritti civili. Monti si è poi sottoposto a un test di cultura popolare, ha scritto – con qualche difficoltà – un tweet in diretta e non si è sottratto all’idea di fare amicizia con un cane, per non essere da meno rispetto a quanto fatto da Berlusconi pochi giorni fa.
Monti alle Invasioni Barbariche. Ha twittato in diretta (con qualche difficoltà), si è un po' incartato sui diritti civili e si è sottoposto alla prova del cane, per non essere da meno rispetto a Berlusconi.
Aggiornamento delle 20.45: la legge sui rendiconti dei partiti politici e sulle modifiche alla Commissione di garanzia (che ha il compito di verificare bilanci e rendiconti dei partiti stessi) è stata approvata definitivamente con 148 sì, 44 no e 17 astenuti. Hanno votato a favore Pd, Fi, Cor, Ap; contro M5S e Sel si è astenuta Sel. La nuova legge sblocca i fondi ai partiti per il periodo 2013-2014. ***
La legge sui rendiconti dei partiti è stata approvata. In via definitiva al Senato: permetterà di sbloccare i finanziamenti pubblici per il 2013 e il 2014 saltando i controlli sui bilanci.
Il 7 aprile del 1979, quarant’anni fa, decine di persone, appartenenti o simpatizzanti o considerate vicine alla formazione di sinistra extraparlamentare Autonomia Operaia, furono arrestate in un’operazione che diede inizio a uno dei capitoli più discussi e controversi della storia giudiziaria italiana degli scorsi decenni. Fu una vicenda che coinvolse centinaia di persone ma che ebbe come protagonisti, mediatici e non solo, da una parte l’intellettuale e attivista Toni Negri, dall’altra il magistrato Pietro Calogero. Come su tante altre questioni di quegli anni, gli arresti del 7 aprile – e soprattutto i processi che ne seguirono – provocarono divisioni nette e dolorose nella politica e nella società italiana, e ancora oggi non c’è un vero consenso storico sul caso, anche se le critiche a come il processo fu impostato e portato avanti negli anni sono diventate predominanti. Autonomia Operaia era un movimento di estrema sinistra di ispirazione marxista e operaista che nacque nel 1973 in parte dall’esperienza di Potere Operaio, un altro gruppo che si era sciolto quell’anno e che era guidato tra gli altri da Negri, docente all’università di Scienze Politiche di Padova. Autonomia Operaia fu uno dei tanti movimenti extraparlamentari di quegli anni che portò avanti istanze di lotta rivoluzionaria con comizi, pubblicazioni e proteste, e che sviluppò al suo interno anche frange favorevoli a uno scontro violento con le istituzioni. Alcuni militanti di Autonomia Operaia nel corso del tempo si unirono a gruppi armati come Prima Linea o i Nuclei Operai Armati.
Gli arresti del 7 aprile, 40 anni fa. Nel 1979 cominciò uno dei capitoli più controversi della storia giudiziaria repubblicana, con protagonisti i leader di Autonomia Operaia e il magistrato Pietro Calogero.
In questi giorni in cui il nuovo film dei Muppets è uscito negli Stati Uniti (in Italia si parla di febbraio) Slate ha raccontato la storia di Mah Nà Mah Nà (o Manàmanà, o come lo conoscete), lo stacchetto musicale diventato famoso con i Muppets e poi riproposto in mille altre versioni e occasioni. La canzone divenne nota con la prima puntata dei Muppets andata in onda negli Stati Uniti nel novembre del 1969 all’interno del programma televisivo americano per bambini Sesame Street, ma Slate spiega che la melodia era stata composta da un musicista italiano, Piero Umiliani, autore soprattutto di colonne sonore di film, e fu usata per la prima volta nel 1968 in una scena di un semi-documentario (del genere volutamente scandaloso dei mondo movie) sulla sessualità in Svezia: “Svezia: Inferno e Paradiso”, girato da Luigi Scattini.
Da dove viene Manàmanà. Il motivetto dei Muppets viene da un film soft-porno italiano del 1968, per chi non lo sapeva.
Nonostante spesso siano considerate degli ecomostri che deturpano i paesaggi rurali, le turbine eoliche sono diventate più imponenti e potenti che mai. Gli impianti di nuova generazione sono ancora più grandi e possono resistere anche a una tempesta artica. Il progenitore dei nuovi modelli è un impianto con un rotore largo 164 metri realizzato da una società mista formata dalla danese Vestas Wind Systems e da Mitsubishi Heavy Industries. Ogni pala della turbina è lunga 80 metri, più o meno come l’intera apertura alare di un Airbus A380. Il settore dell’eolico è molto competitivo, ed è raro che le aziende permettano di dare un’occhiata da vicino ai progetti che stanno sviluppando, per paura che arrivino informazioni ai loro rivali. Questo mese, però, Vestas ha permesso a Bloomberg di visitare e fotografare i suoi prototipi. Le nuove unità oltre a essere più grandi sono diventate anche più efficienti. L’anno scorso gli impianti eolici hanno aumentato la loro produzione del 23 per cento a livello mondiale, raggiungendo la quota record di potenza installata pari a 63,5 gigawatt, l’equivalente di 63 reattori nucleari alla massima potenza. L’eolico oggi è il settore di produzione di energia a bassa emissione di CO2 più diffuso al mondo. Nonostante fuori dal settore se ne siano accorti in pochi, la crescita dell’eolico ha permesso alle aziende produttrici di risollevare le loro azioni e i loro guadagni dopo il crollo avuto durante la crisi finanziaria. Stando alle previsioni, questo venerdì Vestas dovrebbe registrare un aumento dei suoi profitti per il quinto trimestre consecutivo, superando così la crisi che dal 2011 costrinse l’azienda a tagliare tremila posti di lavoro.
L’eolico va molto bene. Crescono gli investimenti e gli impianti, e in Danimarca hanno costruito la turbina più grande del mondo.
All’inizio dell’estate Miley Cyrus – di fama internazionale grazie al personaggio di “Hannah Montana” in una popolare serie tv per teenager – ha registrato dal vivo alcune delle sue canzoni preferite, accompagnata dalla sua band. I video delle registrazioni verranno pubblicati sul suo canale YouTube, in una serie chiamata “The Backyard Sessions”. La prima canzone della serie, uscita giovedì, è Lilac Wine, scritta da James Shelton e famosa nella versione di Nina Simone, ma soprattutto in quella di Jeff Buckley. Cyrus ne ha fatta una sua versione, molto soul.
Miley Cyrus canta Lilac Wine. La cover è la prima di una serie registrata dal vivo, che si chiamerà "The Backyard Sessions".
È stato diffuso un nuovo trailer di Inside Out, il nuovo film della Pixar che in Italia uscirà il 19 agosto 2015. Il film racconta quello che succede nella testa di una ragazza adolescente, le cui emozioni – come quelle dei suoi genitori – sono impersonate da alcuni personaggi umanoidi. Rispetto ai trailer usciti finora, quello appena uscito spiega un po’ meglio come funziona il film e come si svolge la storia per i personaggi che rappresentano le emozioni. Inside Out è stato scritto e diretto da Pete Docter, il regista di altri noti film della Pixar come Monsters & Co. e Up.
Il nuovo trailer di “Inside Out”, il prossimo film della Pixar. In Italia uscirà il 19 agosto 2015: i protagonisti sono alcuni omini che rappresentano le emozioni di una ragazza adolescente.
In media uno statunitense trascorre un terzo della sua giornata dormendo, almeno stando ai dati diffusi dal Bureau of Labour Statistics. Le donne dormono undici minuti in più e dedicano anche in media 29 minuti di tempo in più rispetto agli uomini alla cura della casa e alla cucina. I maschi mangiano e bevono per quattro minuti in più rispetto alle donne, e dedicano anche più tempo all’attività fisica. Gli statunitensi impiegano buona parte del loro tempo libero guardando la televisione. Le persone senza un diploma di scuola superiore passano circa due terzi di tempo in più davanti alla tv rispetto a chi ha conseguito una laurea. L’Economist ha messo insieme i dati del Bureau, mettendo in ordine le attività svolte a seconda del tempo dedicato, da uomini e donne.
La giornata dello statunitense medio. È fatta per un terzo di ore di sonno e di molta televisione, per i meno istruiti: il grafico dell'Economist.
Jean Pierre Mustier, amministratore delegato del gruppo bancario Unicredit, ha annunciato che lascerà il suo incarico a fine mandato, nell’aprile del 2021. Mustier, che è francese e ha 59 anni, era diventato amministratore di Unicredit nel 2016, dopo essere stato vicedirettore generale della divisione Corporate & Investment Banking del gruppo. Mustier ha spiegato che la sua decisione è dovuta innanzitutto a una divergenza di vedute con il Consiglio di amministrazione del gruppo in merito al piano strategico da lui presentato un anno fa, che prevedeva per il triennio 2020-2023 «l’esubero» di 8.000 persone, la chiusura di 500 filiali e la distribuzione agli azionisti di 7 miliardi di euro: «Nel corso degli ultimi mesi, tuttavia, è emerso che la strategia del Piano Team 23 e i suoi pilastri fondanti non sono più in linea con l’attuale visione del Consiglio di Amministrazione. Di conseguenza ho preso la decisione di lasciare il Gruppo alla fine del mio mandato ad aprile 2021, in modo da consentire al Consiglio di definire la strategia futura», ha detto Mustier.
L’amministratore delegato di Unicredit Jean Pierre Mustier lascerà il suo incarico a fine mandato, nell’aprile del 2021.
Ieri sera il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha annunciato che non consentirà lo sbarco nei porti italiani della nave Aquarius, gestita dalla ong SOS Mediterranée, in arrivo dalla Libia con circa seicento migranti tra cui molti minorenni. È una decisione con pochi precedenti ma tutto sommato attesa; il governo Gentiloni aveva minacciato di farlo nell’estate del 2017, e Salvini aveva promesso più volte che avrebbe adottato un approccio ancora più duro nei confronti dell’immigrazione. Ma l’Italia può davvero decidere di chiudere i porti alle navi che trasportano migranti? Il testo più citato da chi sostiene questa corrente di pensiero è l’articolo 19 della Convenzione ONU sul diritto del mare del 1982 (PDF). Stabilisce che il passaggio di una nave nelle acque di un altro stato è consentito finché «non arreca pregiudizio alla pace, al buon ordine e alla sicurezza dello Stato costiero». Al comma 2g, che elenca le attività che possono essere considerate offensive, c’è anche lo «scarico di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti nello Stato costiero». Secondo questa linea di pensiero, le navi delle ong consentono che gruppi di persone entrino illegalmente in Italia, e quindi possano essere fermate.
Salvini può davvero chiudere i porti ai migranti? qualcuno dice di sì, ma in realtà diverse leggi nazionali e trattati internazionali lo vietano.
Mentre un piccolo numero di concerti estivi italiani è stato riprogrammato e organizzato nel rispetto delle stringenti misure di prevenzione legate al coronavirus, la stragrande maggioranza dei grandi eventi previsti per l’estate è stata cancellata o rinviata al 2021. Da settimane si discute dell’impatto della pandemia sui lavoratori dello spettacolo, dai musicisti ai fonici, dagli attori teatrali ai tecnici e ai facchini che rendono possibile gli eventi di questo tipo. Il discorso dei rimborsi dei biglietti dei concerti è strettamente collegato, ed è finito al centro di una polemica che ha coinvolto ministri, addetti ai lavori e perfino Paul McCartney, che avrebbe dovuto esibirsi in uno dei concerti più attesi dell’estate italiana. La legislazione attuale prevede, in sostituzione dei biglietti di eventi cancellati, i voucher: cioè buoni da spendere in futuro per altri eventi. In tanti però chiedono il rimborso: cioè la restituzione dei soldi, anche perché gli altri eventi sono e saranno molto pochi per il prevedibile futuro. È comunque possibile che le cose cambino: il governo ha dato rassicurazioni sull’introduzione di formule che prevedano anche i rimborsi, e il Parlamento discuterà a breve un emendamento apposito, ha confermato al Post Sergio Battelli, il deputato del Movimento 5 Stelle che l’ha presentato.
La discussione sui voucher e i rimborsi per i concerti. L'intervento di Paul McCartney ha movimentato un dibattito che va avanti da settimane, e che potrebbe risolversi a breve.
Stamattina si è tenuta la seconda prova scritta della maturità, che è diversa da indirizzo a indirizzo e riguarda le materie che più caratterizzano il tipo di scuola che gli studenti hanno frequentato nel loro corso di studi. Gli studenti del liceo Classico hanno tradotto dal greco un brano del filosofo Artistotele tratto dall’Etica nicomachea, un insieme di appunti che riguarda varie questioni morali; in particolare, il paragrafo da tradurre è stato preso dal frammento 1155a, e contiene alcune valutazioni sull’amicizia. Si può dire che il testo assegnato oggi sia più difficile di quelli che solitamente vengono scelti per la maturità. Un po’ per la complessità della sintassi di Aristotele, che al contrario di molti altri autori greci prevede molte contrazioni e parole sottintese, un po’ perché al liceo Classico raramente si traduce Aristotele dal greco: di solito viene studiato durante le ore di filosofia, tradotto in italiano.
Maturità 2018: la traduzione della versione di greco di Aristotele. È un testo piuttosto complesso tratto dall'"Etica nicomachea": parla dei pregi dell'amicizia.
Michele Emiliano, presidente della Puglia eletto col centrosinistra, ha scritto su Facebook di voler incontrare Alessandro Di Battista, ex parlamentare e uno dei più noti esponenti del Movimento 5 Stelle, per chiedergli di convincere il governo a spostare il gasdotto TAP, attualmente in costruzione e da anni al centro di un caso politico in Puglia. Emiliano ha da tempo posizioni simili a quelle del M5S sull’ILVA di Taranto e il TAP, i cui lavori sono iniziati sotto i governi del centrosinistra. In un post pubblicato oggi su Facebook ha scritto: Ho bisogno dell’aiuto di Alessandro Di Battista.
Michele Emiliano dice che ha bisogno di Alessandro Di Battista. In un post su Facebook ha chiesto il suo aiuto per convincere il governo a spostare il gasdotto TAP.
Il Leone d'oro è andato a “L'événement” di Audrey Diwan, mentre Paolo Sorrentino ha vinto il Gran premio della giuria È considerata la prima scrittrice, la prima storica e una delle prime femministe della storia: Google la celebra con un doodle
Eravamo moderni. Un saggio rilegge gli anni Ottanta a partire da cosa è successo dopo.
In un’epoca in cui i successi elettorali di partiti e candidati molto estremisti hanno sollevato allarmi – sia negli Stati Uniti che in Europa – per la salute delle democrazie, dello stato di diritto e dei cosiddetti “valori democratici”, le battaglie per la promozione di uno di quei valori, cioè la libertà di espressione, hanno a volte protagonisti non scontati. Negli Stati Uniti, per esempio, i movimenti di opinione più vicini alla sinistra negli ultimi mesi hanno criticato con preoccupazione i frequentissimi attacchi del presidente Donald Trump contro la stampa, ma allo stesso tempo hanno accolto con soddisfazione e sollievo la decisione delle grandi società tecnologiche di censurare arbitrariamente – e a volte chiudere del tutto – le pagine di persone, testate e attivisti dei quali non condividono le idee, e che considerano pericolose. BuzzFeed News ha dedicato di recente un lungo articolo a una persona che si trova, per sua scelta, al centro di queste storie: si chiama Marc Randazza ed è un avvocato specializzato in casi che riguardano il Primo Emendamento della Costituzione statunitense, cioè proprio quello che difende la libertà di espressione come un principio sacro per la democrazia americana. Più il mondo odia quello che qualcuno ha da dire, scrive BuzzFeed, più Randazza vorrà difendere quel qualcuno in tribunale e permettere che possa dire la sua. Storicamente, negli Stati Uniti, questo tipo di attività ha significato cose molto diverse: difendere produttori di film porno, per esempio, oppure artisti. Di recente, significa soprattutto difendere neonazisti: non le loro idee ma il loro diritto di esprimerle, in base allo stesso stato di diritto che protegge tutti senza eccezioni, ma che i neonazisti non condividono nonostante lo usino per i propri interessi. È complicato. La storia di Randazza permette di ragionare su cosa siano oggi la libertà di espressione e la censura, su quali limiti abbiano e su quali soggetti siano in grado di difendere o comprimere il diritto di ciascuno di dire la sua opinione.
L’uomo che difende il diritto di parola dei nazisti. Marc Randazza è un avvocato statunitense famoso e controverso, impegnato a ridefinire il concetto di censura e libertà di espressione sui social network.
Quest’estate “Internet” diventerà “internet”, almeno secondo l’Associated Press Stylebook, una guida stilistica sull’uso della lingua inglese molto apprezzata, rivolta innanzitutto ai dipendenti di Associated Press, una delle più grandi agenzie di stampa internazionali, ma usata come bibbia dai giornalisti e i professionisti della comunicazione di mezzo mondo. La modifica è stata annunciata lo scorso fine settimana in occasione dell’incontro annuale della American Copy Editors Society (ACES, l’associazione no-profit che riunisce i revisori di testi americani), e ha immediatamente fatto nascere un dibattito: scrivere “Internet” con la “i” minuscola è giusto o sbagliato? C’è chi sostiene che sia un riconoscimento tardivo del fatto che il termine “Internet” circoli ormai da troppo tempo per essere ancora scritto con l’iniziale maiuscola. Per altre persone invece è semplicemente una scelta sbagliata: il termine Internet per come lo conosciamo si riferisce in modo specifico a una grande rete formata da network più piccoli e quindi dovrebbe essere scritto con la “i” maiuscola, per distinguerlo dalle vecchie forme di “internet”, intese come network di computer collegati tra loro. Le reazioni all’annuncio non sono state molto moderate, almeno su Internet. «Che peccato», ha titolato Seth Maxon su Slate; il New Republic, invece, ha dichiarato: «finalmente». Anche le riposte al tweet con cui l’account ufficiale della guida stilistica di AP ha annunciato l’imminente modifica hanno rivelato opinioni contrastanti: «Provate a cambiare l’iniziale di Internet da maiuscola a minuscola e vi aspetta un mare di guai», ha scritto un follower arrabbiato, mentre un’altra utente ha risposto: «Allora i sogni si realizzano».
Alla fine “Internet” si scriverà con la lettera minuscola. Almeno secondo l'autorevole guida stilistica di Associated Press, ma ovviamente ci sono pareri contrari.
Nell’ultima settimana – tra venerdì 11 e giovedì 17 settembre – in Italia sono stati registrati 9.845 casi di contagio da coronavirus, un calo del 4 per cento rispetto ai sette giorni precedenti. È la prima volta da otto settimane consecutive in cui il numero dei casi diminuisce: un dato in controtendenza rispetto ai principali paesi europei, dove in molti casi – Spagna e Francia soprattutto – i numeri sono per il momento assai più preoccupanti. !function(){"use strict";window.addEventListener("message",(function(a){if(void 0!==a.data["datawrapper-height"])for(var e in a.data["datawrapper-height"]){var t=document.getElementById("datawrapper-chart-"+e)||document.querySelector("iframe[src*='"+e+"']");t&&(t.style.height=a.data["datawrapper-height"][e]+"px")}}))}();
I dati della settimana sul coronavirus in Italia. Per la prima volta da otto settimane i nuovi casi calano leggermente: anche il numero dei morti è sceso di poco, pur restando il secondo più alto dalla prima metà di luglio.
Nei giorni precedenti al referendum consultivo per l’autonomia tenuto lo scorso 22 ottobre in Lombardia, c’erano state molte polemiche sull’acquisto di migliaia di dispositivi per consentire il voto elettronico. Per comprare 24.000 tablet la regione aveva speso circa 23 milioni di euro, una cifra giudicata eccessiva dalle opposizioni. Il presidente Roberto Maroni aveva risposto alle polemiche spiegando che l’acquisto dei dispositivi era «un investimento, non una spesa, perché i tablet poi rimangono in dotazione alle scuole come strumento didattico». Ad alcuni mesi di distanza sembra che le scuole coinvolte non siano molto soddisfatte dei dispositivi, che in realtà non possono nemmeno essere definiti dei veri tablet. Meet VIU-800, the most versatile #identity management device in the market https://t.co/lxTJXvUOqc pic.twitter.com/Z1LL79Pu1u
I tablet usati nel referendum in Lombardia non sono dei veri tablet. Il presidente Roberto Maroni aveva promesso che sarebbero stati donati alle scuole, che però non sanno cosa farsene.
Zootropolis (Zootopia in inglese) è il nuovo film d’animazione Disney, nei cinema da giovedì 18 febbraio. È il 55esimo “Classico Disney” – cioè i film animati prodotti dalla Walt Disney Animation Studios – ed è il terzo in cui sono protagonisti animali antropomorfi e non compare nessun essere umano: gli altri due sono Robin Hood, del 1973, e Chicken Little – Amici per le penne, del 2005. Il film è stato girato in computer grafica ed è ambientato in una città – Zootropolis – in cui convivono diversi tipi di animali antropomorfi che camminano su due gambe, parlano, pensano e fanno lavori di ogni tipo. I protagonisti del film sono una volpe e una coniglietta e la storia è costruita come se fosse un poliziesco: c’è qualcuno da trovare, bisogna mettere insieme gli indizi e bisogna farlo in poco tempo. Il film non è ancora uscito negli Stati Uniti e non ci sono quindi dati attendibili su incassi e opinioni del pubblico. I critici che l’hanno già visto ne hanno invece parlato piuttosto bene e il Metascore di Zootropolis, fatto aggregando le recensioni dei principali critici di cinema, è 76 su 100.
È uscito “Zootropolis”. È il nuovo film d'animazione Disney, quello del famoso trailer dei bradipi: è una commedia ma anche un poliziesco.
Bill Gates e Warren Buffett sono due degli uomini più ricchi d’America e hanno un piano in mente: convincere i loro colleghi del club dei miliardari a donare metà dei loro patrimoni per attività benefiche. L’iniziativa dell’ex amministratore delegato di Microsoft e del celebre investitore potrebbe cambiare di colpo il modo di fare beneficenza, almeno tra i ricchi. Se tutti i 400 personaggi più danarosi degli Stati Uniti presenti nella lista di Forbes partecipassero all’operazione, in un colpo solo si potrebbe raccogliere una cifra che supera i 600 miliardi di dollari. Gates e Buffett si erano già incontrati nel maggio dello scorso anno a New York a una cena, cui avevano anche partecipato il sindaco della città – Michael Bloomberg – e la celebre presentatrice di talk show Oprah Winfrey. Nessuno dei partecipanti all’incontro si era però sbottonato: i mezzi di informazione avevano ipotizzato qualcosa sui contenuti del meeting e sulla possibilità che si trattasse di beneficenza, ma in mancanza di elementi la notizia divenne rapidamente poco interessante.
Il mondo salvato dai ricchi. Dipartimento "magari": Bill Gates e Warren Buffett chiedono agli altri miliardari di dare metà dei loro soldi in beneficenza.
Dal 5 luglio al 7 gennaio 2018 nelle sale del Musée des Arts Décoratifs di Parigi si aggireranno molte molte persone, e diversissime tra loro: fashion blogger, direttrici di riviste, giovani stilisti, signore di una certa età a volte con le amiche a volte con mariti trascinati dietro, semplici appassionati di cose belle: ad attirarli è la mostra Christian Dior: Designer of Dreams, dedicata ai 70 anni dell’azienda francese, la più grande mai organizzata al mondo e la prima in Francia da trent’anni. Sono esposti, nello spazio di tremila metri quadri, più di 300 vestiti, realizzati dal 1947 a oggi dagli stilisti che l’hanno diretta: il fondatore Christian Dior, il giovane successore Yves Saint Laurent, Marc Bohan che vi rimase dal 1960 al 1988, Gianfranco Ferrè, il rivoluzionario John Galliano, il belga Raf Simons e Maria Grazia Chiuri, la prima e unica donna. La mostra approfondisce la storia, il carattere e la rivoluzione stilistica introdotta da Christian Dior, con filmati, lettere, fotografie, e poi dedica una piccola retrospettiva a ogni singolo stilista, spiegando i capi innovativi che ognuno disegnò per Dior e come li plasmò sul suo gusto. In alcune stanze gli abiti sono suddivisi in una sorprendente scala cromatica, altre invece sono tematiche, come quelle dedicate alle contaminazioni con il gusto e le tradizioni di altri paesi e momenti storici, o quella sull’impiego di stampe e fiori.
C’è una gran mostra di moda a Parigi. È quella sui 70 anni di Christian Dior: 300 abiti in 3.000 metri quadri di sale, tra cui una riproduzione di Versailles.
Il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso dei commissari dell’acciaieria ex ILVA contro l’ordine di spegnimento dell’altoforno 2, emesso dal tribunale di Taranto a dicembre. Ora quindi potranno proseguire le operazioni di messa in sicurezza dell’impianto: domani infatti sarebbe dovuta iniziare l’ultima fase delle operazioni di spegnimento, che si sarebbe dovuta concludere il prossimo 18 gennaio. L’altoforno 2 era stato sequestrato dopo la morte dell’operaio Alessandro Morricella, nel giugno del 2015, e i commissari avevano chiesto una proroga per la messa in sicurezza dell’impianto. Lo scorso 10 dicembre, però, Francesco Maccagnano, giudice del tribunale di Taranto, aveva respinto la richiesta, ribaltando il parere positivo alla proroga espresso dalla procura il giorno precedente. La decisione del tribunale del Riesame dovrebbe evitare la cassa integrazione per 3.500 lavoratori che era stata annunciata da ArcelorMittal – che gestisce l’impianto in affitto – proprio in risposta all’ordine di spegnimento dell’altoforno.
Il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso dei commissari dell’ex ILVA contro lo spegnimento dell’altoforno 2.
Lunedì 14 ottobre, esattamente un mese fa, Paul McCartney ha scritto una lettera al presidente della Russia Vladimir Putin, chiedendogli di occuparsi della liberazione dei 28 attivisti di Greenpeace e dei 2 giornalisti arrestati per aver cercato di salire a bordo di una piattaforma petrolifera nel Mare Artico, martedì 24 settembre. Sebbene l’accusa nei loro confronti sia passata da pirateria a vandalismo, e nonostante vari appelli nel mondo a favore della loro scarcerazione, gli attivisti e i giornalisti sono ancora detenuti in un carcere di San Pietroburgo. Poiché non ha ricevuto risposta da Putin, McCartney ha pubblicato la lettera sul proprio sito. Caro Vladimir,
La lettera di Paul McCartney a Putin. Ha chiesto al presidente russo, che conosce personalmente, di liberare i 28 attivisti di Greenpeace in prigione da settembre.
Negli ultimi giorni, quotidiani, radio e tv hanno raccontato la storia di tre studenti di una scuola superiore di Napoli che, seppur arrivati secondi a un concorso internazionale di robotica, non avevano soldi per andare a disputare la finale a Boston, negli Stati Uniti. Nelle ore successive vari enti, aziende e persone – tra cui il Senato, Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle e Vincenzo De Luca, presidente della Campania – si sono offerte di dare alla scuola i soldi necessari. Il problema è che non è vero che la scuola è già in finale, e comunque la finale a cui dovrebbe eventualmente partecipare sarà in Spagna, non a Boston. È iniziato tutto il 10 novembre quando, durante un evento pubblico, qualcuno dell’Istituto Tecnico Industriale “Augusto Righi” di Napoli ha parlato per la prima volta di problemi economici nel partecipare al concorso e alla sua finale. Secondo Repubblica a parlare sono stati i tre studenti in gara, che hanno detto: «Non è facile per le scuole italiane e del Mezzogiorno in particolare competere con le scuole dei grandi colossi economici mondiali nel settore della ricerca aerospaziale senza strutture adeguate e senza nemmeno i soldi per andare a Boston per la finale internazionale di una competizione».
La bufala della scuola di Napoli che non può andare a una finale a Boston. Non si è qualificata, e la finale comunque non è a Boston: sembra che la scuola abbia diffuso informazioni false, e i giornali non le abbiano verificate.
La mattina di domenica 6 maggio 1945 Edward Kennedy ricevette una di quelle notizie che ogni giornalista aspetta tutta la vita: era stato scelto per assistere a uno degli eventi più importanti del secolo. Nel suo caso si trattava della resa della Germania nazista alla fine della Seconda guerra mondiale, il conflitto più grande e sanguinoso che l’umanità avesse mai visto. L’esercito statunitense gli chiese di fare una promessa: non avrebbe dovuto diffondere la notizia della resa fino a che non gli fosse stato dato il permesso. Kennedy promise ma non riuscì a restare fedele alla sua parola per più di 24 ore. La notizia che Kennedy, all’epoca corrispondente di Associated Press, avrebbe dovuto tenere sotto embargo, come si dice in gergo, era attesa da giorni in tutto il mondo. Una settimana prima, il 30 aprile, Adolf Hitler si era suicidato nel suo bunker di Berlino; due giorni dopo la guarnigione nazista della capitale tedesca si era arresa e il 4 maggio l’intero esercito tedesco nel nord Europa aveva fatto lo stesso. La vittoria degli alleati era oramai assicurata, ma la situazione politica europea era delicatissima. «Sono giorni difficili», scrisse all’inizio di maggio il comandante in capo dell’esercito alleato, il generale Dwight D. Eisenhower, che dopo la guerra sarebbe stato per due volte presidente degli Stati Uniti: «Nulla si può fare se non con la più grande cautela».
La resa della Germania nazista. La storia del giorno in cui la vittoria degli Alleati diventò ufficiale e del giornalista che, esattamente 70 anni fa, lo raccontò per primo e la pagò cara.
Sull’ultimo numero del New York Times Magazine c’è un lungo articolo intitolato “Lo strano caso dello studioso di Joyce scomparso”. Racconta la storia di John Kidd, un eccentrico ricercatore che a metà degli anni Ottanta ottenne una certa fama, non solo tra gli specialisti, legata all’Ulisse di James Joyce, uno dei romanzi più significativi e complessi del Novecento. Nel 2002 Kidd fu descritto dal Boston Globe come un fallito che parlava con i piccioni dopo aver perso il suo lavoro all’Università di Boston; poco dopo «sparì», nel senso che nessuno in città lo vide più e divenne impossibile sapere cosa gli fosse successo. L’autore dell’articolo del New York Times Magazine, il giornalista e autore radiofonico Jack Hitt, aveva contattato Kidd per lavoro molto tempo prima del 2002 e negli ultimi dieci anni ha più volte cercato di scoprire cosa gli fosse successo: quest’anno finalmente ci è riuscito e lo ha raccontato.
La gran storia dello studioso americano che era stato dato per morto e invece è vivo. John Kidd divenne famoso per le sue accuse alla prima edizione critica dell'Ulisse di Joyce, poi sparì: un giornalista ha scoperto cosa gli è successo.
L’OCSE (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha realizzato una mappa che mostra i paesi coinvolti in tutto il mondo nella produzione della Nutella, la popolare crema spalmabile prodotta da Ferrero. L’Organizzazione ha deciso di studiare la Nutella come esempio di prodotto alimentare nell’economia della globalizzazione: non solo perché è diffusa ovunque (ogni anno ne vengono vendute circa 250 mila tonnellate in 75 paesi diversi) ma soprattutto per la quantità di paesi coinvolti nella sua realizzazione. La sede di Ferrero si trova in Italia, cinque fabbriche sono in Europa, una in Nord America, due in Sud America e una in Australia. Alcune materie prime sono fornite localmente, come i barattoli o il latte, ma la maggior parte proviene da zone molto lontane tra loro: le nocciole dalla Turchia, l’olio di palma dalla Malesia, il cacao dalla Nigeria, lo zucchero dal Brasile e dall’Europa, e la vanillina da una fabbrica francese in Cina. La mappa mostra anche alcuni uffici di vendita – in Giappone, Messico e Sudafrica – ma l’OCSE specifica che ce ne sono molti di più di quelli rappresentati.
Dove viene fatta la Nutella. Le nocciole sono turche, lo zucchero brasiliano o europeo, il cacao nigeriano: lo mostra una mappa dell'OCSE.
«Mi informo su Instagram», ha detto qualcuno in un gruppo di studenti delle scuole superiori a due giornalisti del Post che gli stavano parlando di come si verifica l’attendibilità di una notizia qualche mese fa. Ci sono certe cose che accomunano gli adolescenti di tutte le epoche, ma di certo il rapporto con le tecnologie digitali di quelli di oggi, gli appartenenti alla cosiddetta “generazione Z”, gli unici davvero considerabili nativi digitali, è una novità. Mentre in Italia i giornali tradizionali fanno confusione tra i “millennial” e quelli che sono venuti dopo, si può provare a fare qualche previsione su come il rapporto dei più giovani con i mezzi di comunicazione digitale cambierà l’informazione e immaginare un giornale per la generazione Z, ora che i suoi membri più vecchi iniziano (hanno 21-22 anni) a essere adulti.
«Mi informo su Instagram». Cosa dovrebbe esserci in un giornale per la generazione Z, quella dei veri giovani d'oggi che qualcuno ancora confonde con i millennial.
Sei in coda allo sportello di un ufficio postale, davanti a te ci sono almeno venti persone e sei rassegnato all’idea di perdere un bel po’ di tempo in attesa, però ti annoi. Allora tiri fuori dalla tasca il tuo iPhone, cerchi l’icona di Color e avvii l’applicazione. Fai una foto della fila, tanto per fare, e scopri così che lì con te c’è una certa Rosalba cui piacciono i fiori e le gite in montagna, almeno così ti sembra guardando le immagini che ha deciso di scattare e condividere con tutti quelli che nei paraggi stanno usando Color. Commenti una sua foto, vedi che Rosalba tira fuori il suo telefono Android e ti risponde. Forse è antipatica, forse uscirete dall’ufficio postale per un caffè, forse non succederà nient’altro. Da qualche ora sull’App Store di Apple (e a brevissimo nello store per Android) è comparsa Color, una piccola applicazione che ti permette di condividere le tue fotografie con le persone che si trovano nello stesso luogo in cui ti trovi tu, siano amici o perfetti sconosciuti. Color è stato sviluppato da una start-up guidata da Bill Nguyen, il fondatore del sistema per l’ascolto della musica online Lala, acquistato verso la fine del 2009 da Apple per una cifra che si ipotizza superi gli 80 milioni di dollari. Di recente Nguyen aveva acquistato per 350mila dollari il dominio internet Color.com, attirando verso di sé l’attenzione di esperti e investitori curiosi di scoprire quale potesse essere il suo nuovo progetto. E ora lo sappiamo: si tratta di un social network locale per condividere momenti della propria vita e le proprie passioni tramite la fotografia.
Che cos’è Color. La nuova applicazione per condividere foto con le persone che si trovano vicino a te, anche sconosciute.
23.13. Spiega il Corriere della Sera: C’è il rischio di nuove scosse tra Finale Emilia e Ferrara. E non solo. Le attività sismiche possono estendersi alle zone limitrofe. A dirlo è il governo, con una relazione presentata nel corso di una conferenza stampa convocata a sorpresa nel mezzo del Consiglio dei ministri per analizzare il rapporto della Commissione grandi rischi sulla sismicità dell’area colpita. Poi l’annuncio di voler rafforzare le iniziative per fare fronte all’emergenza.
Terremoto Emilia, nuovi allarmi. In serata il Consiglio dei Ministri ha presentato una relazione che "non esclude" nuove scosse e ipotizza quanto basta per generare nuove paure: le altre notizie di oggi.
Roberto Speciale – oggi parlamentare del Pdl, in passato comandante della Guardia di Finanza – è stato condannato in secondo grado a diciotto mesi di reclusione per peculato. La condanna si riferisce a un episodio avvenuto durante l’estate del 2005: il generale era in vacanza a Predazzo, vicino Trento, e si fece portare un carico di spigole e altro pesce con un aereo della Guardia di Finanza. Quando il pilota dell’aereo apprese che quello che doveva portare da Pratica di Mare a Verona non erano delle autorità bensì dieci casse di pesce, si rifiutò, ma poi un ufficiale gli ordinò di partire e portare il carico a destinazione. Speciale era stato assolto in primo grado. La storia del carico di pesce non fu un caso isolato, e molte altre cose vennero fuori grazie a un’inchiesta di Carlo Bonini su Repubblica. Sembra infatti – la procura della Corte dei Conti ha chiuso l’istruttoria due anni fa – che Speciale utilizzasse in modo “illegittimo” due bimotori ATR che su sua richiesta erano stati trasformati in aerei di lusso per sé e per i suoi familiari. Il risarcimento chiesto dalla Corte dei Conti è stellare: quasi quattromila euro per ogni ora “abusiva” di volo, per ognuno dei duecentocinquanta voli “abusivi”. Più il danno di immagine arrecato alla Guardia di Finanza, più i fondi riservati di cui non si hanno più tracce, che ammontano a quasi settecentomila euro.
L’ex comandante della Finanza Roberto Speciale condannato per peculato. Si era fatto spedire un carico di pesce con un aereo della Finanza, quando era in villeggiatura.
Dana Stevens, che si occupa di cinema per Slate, ha scritto un articolo su tre delle più famose scene girate dal regista Mike Nichols. «Ci sono solo tre tipi di scene: il conflitto, la seduzione o la negoziazione», amava dire il poliedrico regista statunitense Mike Nichols, morto il 20 novembre all’età di 83 anni. Era un concetto che ripeteva di frequente nelle interviste, spesso aggiungendo il consiglio della sua ex socia di commedie Elaine May: «Nel dubbio, vai con la seduzione».
Le tre scene più belle di Mike Nichols. Dana Stevens racconta su Slate il conflitto, la seduzione e la negoziazione nei film del grande regista statunitense morto giovedì.
Gisaengchung, il film del regista sudcoreano Bong Joon-Ho, ha vinto la Palma d’Oro al festival di Cannes, uno dei più importanti concorsi del cinema mondiale. È una commedia sulle storie intrecciate di due famiglie, una squattrinata e una molto ricca, dello stesso regista di Okja e Snowpiercer. Il Grand Prix, considerato una specie di secondo posto, è invece andato ad Atlantique della regista francese Mati Diop, un film sulla storia di un gruppo di operai della periferia di Dakar, in Senegal. Il premio della giuria lo hanno vinto due film: Les Misérables del regista maliano Ladj Ly e Bacurau dei brasiliani Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles. Il primo è un film poliziesco che racconta le tensioni etniche e sociali della periferia parigina, mentre il secondo racconta una storia fantastica ambientata in un piccolo e misterioso villaggio brasiliano.
I vincitori del festival di Cannes. “Gisaengchung” del sudcoreano Bong Joon-Ho ha vinto la Palma d'Oro, Antonio Banderas ha vinto come miglior attore.
Questa settimana Kobe Bryant ha ricevuto due premi: il premio come “icona” agli ESPY Awards e poi il Legend Award ai Nickelodeon Kids’ Choice Awards (i premi organizzati dalle rete televisiva Nickelodeon), per cui è stato ricoperto di un liquido color oro. Sembrava comunque contento. Ci sono ufficialmente due nuovi allenatori italiani all’estero, da questa settimana: Antonio Conte presentato a Londra e Carlo Ancelotti a Monaco di Baviera (ma lui oltre alla solita maglietta ha ricevuto dei pantaloncini tradizionali bavaresi). Intanto un calciatore si è sposato con una tennista: Bastian Schweinsteiger con Ana Ivanović. Chi vuole può anche riguardarsi una specie di sottocategoria del Celebripost: quello di Wimbledon, con le decine di personaggi famosi e celebrità di ogni tipo che ogni anno si fotografano sugli spalti. Valeva la pena riprendere Hugh Grant e Beyoncé con Jay Z. Di prime cinematografiche ce ne sono meno del solito, è estate, sapete come va: ma a quella di Jason Bourne si sono visti Alicia Vikander e Matt Damon (nel mirino), mentre a quella di Cafè Society Woody Allen con la moglie e Patti Smith con Kristen Stewart. I politici da fotografare erano tanti, a partire dal presidente ugandese Yoweri Museveni che fa una telefonata a bordo strada e il turco Devlet Bahçeli, del Partito del Movimento Nazionalista, vittima dello scherzo fotografico più vecchio di sempre. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Kobe Bryant ricoperto d'oro e un gatto famoso, tra quelli che valeva la pena fotografare questa settimana.
Domenica 10 maggio si sono tenute le elezioni in molti comuni della regione autonoma a statuto speciale del Trentino-Alto Adige. Si è votato anche in Valle d’Aosta, un’altra regione a statuto speciale, ma lo spoglio delle schede è iniziato nella mattina di oggi. Bolzano – Luigi Spagnolli, il candidato del Partito Democratico e del Südtiroler Volkspartei, ha ottenuto il 40,6 per cento dei voti (mancano ancora circa un quarto delle sezioni) ed è quindi ampiamente in testa rispetto al candidato del centrodestra Alessandro Urzì, che si è fermato al 13,2 per cento. I due candidati si confronteranno al ballottaggio tra due settimane. Spagnolli è sindaco della città dal 2005. Il candidato della Lega Nord Carlo Vettori ha ottenuto l’11 per cento dei voti, la candidata di SEL Cecilia Stefanelli il 10,6 per cento e Rieder Rudi del Movimento 5 Stelle il 9,4 per cento.
Elezioni comunali in Trentino-Alto Adige, come sono andate. Il centrosinistra ha vinto a Trento e in molti comuni più piccoli, ma sarà in ballottaggio contro il centrodestra a Bolzano.
Tra le migliori foto di animali della settimana ci sono moltissimi cuccioli, rigorosamente accompagnati dalle proprie mamme: un elefante di tre settimane nello zoo di Ostrava, in Repubblica Ceca; Winnie, un cucciolo di ippopotamo allo zoo di Bristol, in Inghilterra, e un cucciolo di 15 giorni di cercocebo dal collare al Tierpark di Berlino. Ci sono poi un gufo e un pappagallo rosso in un bar di Tokyo, dove è possibile interagire con diversi uccelli esotici. Infine, uno strano esemplare di maiale domestico originario del Vietnam, chiamato maialino pancia a tazza. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Lo sguardo del gufo. Tanti cuccioli accompagnati dalle loro mamme e una signora circondata da centinaia di orsetti di peluche, tra le migliori foto di animali della settimana.
Domani, dalle 10 alle 19, gli iscritti del Movimento 5 Stelle potranno votare sulla piattaforma Rousseau per esprimere la loro opinione su un eventuale “patto” tra il Movimento 5 Stelle e altri partiti per le elezioni regionali in Umbria, che saranno il 27 ottobre. Il blog del M5S spiega che gli iscritti «saranno chiamati ad esprimersi sulla proposta fatta dal Capo Politico su un “patto civico per l’Umbria”, ovvero sulla possibilità di sostenere alle elezioni regionali in Umbria un candidato Presidente civico con il sostegno di altre forze politiche». Nel testo non viene mai nominato, ma il più probabile alleato del M5S è il Partito Democratico. Il quesito sottoposto agli iscritti sarà: «Sei d’accordo con la proposta avanzata dal capo politico del “patto civico per l’Umbria”, sostenendo alle elezioni regionali un candidato presidente civico, con il sostegno di altre forze politiche?»
Domani sulla piattaforma Rousseau ci sarà un voto sul cosiddetto “patto civico per l’Umbria”.
L’ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, è arrivato martedì all’Isola del Giglio e giovedì salirà a bordo della nave per la prima volta dal naufragio del 13 gennaio 2012. Il tribunale di Grosseto pochi giorni fa ha infatti concesso a Schettino di accompagnare i periti che si occuperanno di fare delle indagini sul generatore diesel d’emergenza della nave. La Costa Concordia è stata raddrizzata nel settembre del 2013 e la rimozione del relitto è prevista entro il giugno 2014. Secondo quanto scrive il Tirreno, Schettino ha detto: «Sono qui per assistere i miei consulenti impegnati negli accertamenti necessari a comprendere le cause e le dinamiche del mancato funzionamento di alcune apparecchiature». Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le nuove foto della Concordia. Domani l'ex comandante Schettino tornerà sulla nave per la prima volta dal naufragio, per assistere a una perizia.
1. Chi è Ed Sheeran? Un cantautore ventitreenne la cui musica mescola suoni folk acustici con elementi hip-hop come il rap e il beat-box. Pubblica con Atlantic Records e ha scritto musica per Taylor Swift, gli One Direction e Jessie Ware; ha avuto il suo primo grande successo quando ha cantato una versione live della sua canzone “You Need Me, I Don’t Need You” su YouTube nel febbraio del 2010. A oggi il video ha avuto più di 8 milioni di visualizzazioni.
Sei cose su Ed Sheeran. Guida minima per chi non ha familiari teenager, per chi li accompagna stasera al Forum a Milano o è stato ieri sera al PalaLottomatica di Roma.
Nelle votazioni online di martedì 15 marzo, gli iscritti al Movimento 5 Stelle hanno scelto come candidato sindaco per il comune di Napoli Matteo Brambilla, un ingegnere originario di Monza. Gli iscritti potevano scegliere tra i tre candidati che erano stati più votati al primo turno delle “comunarie”, le primarie del M5S: alla votazione hanno partecipato 574 iscritti su circa 5 mila e Brambilla ha ottenuto il 48 per cento delle preferenze, pari a 276 voti, la seconda classificata Lucia Francesca Menna ne ha presi 189 e la terza, Stefania Verusio 109. Nel suo video di presentazione Matteo Brambilla spiega che «a dispetto» del suo cognome vive a Napoli dal 2006 perché ha sposato una napoletana. Spiega di aver deciso «di prendere parte al progetto Napoli perché, come diceva Totó, ogni limite ha una pazienza, e la pazienza, in questi anni nel vedere la città depredata e saccheggiata dai suoi amministratori» lo ha fatto arrivare «al limite».
Chi è Matteo Brambilla, candidato a sindaco di Napoli del Movimento 5 Stelle. È un ingegnere nato e cresciuto a Monza che vive a Napoli da 10 anni: ha ottenuto 276 voti alle comunarie e i risultati delle votazioni online sono stati criticati e derisi.
«Siamo di fronte alla più grande bolla finanziaria della storia. Vale 100 miliardi di euro e io penso che collasserà, insieme a tutto il sistema economico basato sui combustibili fossili, intorno al 2028». Jeremy Rifkin è uno dei più famosi e discussi attivisti ambientali del pianeta e, mentre è seduto in una sala dell’albergo Four Seasons di Milano per presentare il suo ultimo libro, Un Green New Deal Globale, pubblicato da Mondadori, parla della fine del capitalismo e dell’avvento di un nuovo mondo ecologicamente sostenibile con la naturalezza di chi descrive il sorgere del Sole domattina. «Ci serve un piano», continua, «e velocemente». Ma nelle sue parole non si sente la disperata urgenza e l’indignazione di Greta Thunberg: Rifkin parla con la sicurezza inscalfibile di qualcuno che il futuro lo ha già visto. Sono in molti a credere che Jeremy Rifkin sia in effetti una specie di profeta. In oltre venti best-seller pubblicati negli ultimi 40 anni ha dipinto grandi scenari futuristici, arrivando a volte a cogliere temi e argomenti che sarebbero divenuti rilevanti con anni di anticipo. Ha partecipato a un numero incalcolabile di conferenze in giro per il mondo. È ascoltato dalle persone più potenti della Terra, siano essi manager della Silicon Valley, ministri europei o leader cinesi, ma è anche odiato dalla destra conservatrice, che lo accusa di usare l’ambientalismo come scusa per introdurre nuove tasse e aumentare i poteri dello Stato. Ed è detestato da una parte significativa della comunità scientifica, che non gli perdona le sue dure critiche contro le biotecnologie e la genetica, portate avanti spesso con toni e tattiche spregiudicate.
Jeremy Rifkin, profeta imperfetto. Abbiamo parlato con uno dei saggisti e attivisti più discussi al mondo, in Italia per presentare un libro sul collasso della «più grande bolla finanziaria della storia».
Oggi dalle 15 la Camera discute e vota sulla domanda di autorizzazione a eseguire perquisizioni domiciliari negli uffici di Giuseppe Spinelli, stretto collaboratore di Berlusconi. La domanda è stata presentata dalla procura di Milano, che accusa il premier di concussione e prostituzione minorile. La Giunta ha dato parere negativo, sostenendo che la competenza sui presunti reati è del tribunale dei ministri e non della procura di Milano.
La Camera in streaming. Dalle 15 si discute della domanda di perquisizione a Berlusconi e della competenza del tribunale di Milano.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
La pm dei minori del caso Ruby contesta Maroni. «Le parole del ministro non corrispondono a quella che è la mia diretta e personale conoscenza del caso».
Alla Saatchi gallery di Londra, nell’ambito della mostra «Pangaea: New art from Africa and Latin America», sono esposte 19 tavole dell’artista Vincent Michéa. La mostra riunisce sette artisti dall’Africa e nove dall’America Latina, e Michéa pur essendo francese – è nato a Figeac nel 1963 – rappresenta il Senegal, dove si è trasferito nel 1986 dopo essersi laureato a Parigi in Arti grafiche e design. Michéa iniziò a lavorare come fotografo e graphic designer, e infatti l’attenzione alla grafica è molto presente nei suoi lavori: si tratta soprattutto di acrilici su tela quadrati, che riproducono in colori brillanti e vivaci panorami di Dakar, famosi dischi jazz e soprattutto autoritratti e ritratti di personaggi celebri. Il colore viene steso in una sorta di trama meccanica fatta di puntini, che ricorda lo stile pop-art di Roy Lichtenstein. Oltre a icone del mondo delle arti e della musica non soltanto africana (come la modella francese Katoucha e la cantante americana Aretha Franklin), Michéa ha realizzato anche la serie L’Amour c’est du Cinéma, dove riproduce baci da film famosi, tra cui Da qui all’eternità e La Dolce Vita.
I ritratti a puntini di Vincent Michéa. Le tavole brillanti esposte alla Saatchi gallery di Londra, con personaggi e scene di film famosi.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha multato Apple per 10 milioni di euro e Samsung per 5 milioni di euro per avere violato il “Codice del Consumo”, con alcuni aggiornamenti per i loro smartphone che avrebbero “provocato gravi disfunzioni e ridotto in modo significativo le prestazioni, in tal modo accelerando il processo di sostituzione degli stessi”. La decisione rientra nell’ampio dibattito sulla cosiddetta “obsolescenza programmata”, la presunta pratica seguita dai produttori per rendere obsoleti i loro prodotti, nel caso degli smartphone, con sistemi operativi e software che richiedono più risorse per poter funzionare. La multa da 5 milioni di euro per Samsung è per avere “insistentemente proposto” ai suoi utenti di aggiornare i Galaxy Note 4 con una nuova versione di Android, senza informarli sui “gravi malfunzionamenti dovuti alle maggiori sollecitazioni dell’hardware”, che in alcuni casi hanno anche richiesto interventi di manutenzione dei dispositivi non coperti da garanzia.
L’Antitrust ha multato Samsung e Apple per gli aggiornamenti che rallentano gli smartphone. Dovranno pagare rispettivamente 5 e 10 milioni di euro, ma è una decisione controversa che riguarda la presunta "obsolescenza programmata".
La sera di sabato 30 gennaio (in Italia nella notte tra sabato e domenica) si è tenuta a Los Angeles, California, la 22esima edizione degli Screen Actors Guild Awards: i premi consegnati agli attori e alle controfigure di cinema e tv dallo Screen Actors Guild (SAG), il sindacato di cui fanno parte più di 100mila attori americani. I SAG Awards sono una sorta di anteprima dei premi Oscar e hanno la particolarità di premiare attori e attrici e non, come succede nella maggior parte degli altri premi, i film e altre categorie professionali del mondo del cinema. Durante la cerimonia di premiazione sono stati assegnati 16 premi: sei per il cinema, nove per la televisione e un premio speciale alla carriera. Il premio più importante dei SAG Awards è quello per il miglior cast di un film: l’hanno vinto gli attori e le attrici di Il caso Spotlight, che parla di un’inchiesta del Boston Globe che nei primi anni del 2000 scoprì molti casi di pedofilia – e molti tentativi di copertura di quei casi – all’interno della diocesi cattolica di Boston: in Italia uscirà il 18 febbraio ed è tra i film favoriti per l’Oscar. Idris Elba ha invece vinto il premio come miglior attore non protagonista in un film (Beasts of No Nation) e quello come miglior attore in un film per la tv o mini-serie (Luther). Non era mai successo che un attore vincesse due premi per due diversi ruoli in una stessa edizione dei SAG Awards. Se ne parla anche perché Idris Elba è nero e nelle ultime settimane ci sono state molte critiche verso gli Oscar, accusati di voler candidare e premiare solo attori bianchi. Leonardo DiCaprio ha ricevuto il premio per il miglior attore protagonista e Brie Larson quello per la miglior attrice non protagonista.
Chi ha vinto i SAG Awards 2016. Sono una sorta di anteprima dei premi Oscar: "Il caso Spotlight" ha vinto il premio più importante, DiCaprio quello per il miglior attore protagonista.
Oggi il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha nominato quattro senatori a vita. Nell’arco del proprio mandato il presidente ne può nominare cinque, in base all’articolo 59 della Costituzione, scegliendoli tra chi ha “illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. Nel mandato precedente Napolitano ne aveva nominato solo uno, Mario Monti. Oltre ai senatori a vita per nomina, gli ex presidenti della Repubblica lo diventano di diritto. Nella storia dell’Italia repubblicana hanno ricoperto la carica oltre quaranta persone (42 più i 4 di oggi, senza contare l’anomalo e momentaneo caso Napolitano): molto spesso uomini politici, altre volte artisti o più raramente industriali e scienziati. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Tutti quanti i senatori a vita. Dal primo agli ultimi, ex presidenti della Repubblica, scultori, poeti e qualche scienziato: quanti sono, secondo voi? E quanti ne sapete, senza guardare?.
Da alcuni giorni sui giornali e nei programmi televisivi di politica si parla sempre più spesso della possibilità che l’attuale governo guidato da Giuseppe Conte possa essere sfiduciato da uno o più dei partiti che compongono la maggioranza, o che le pressioni dei partiti possano portare il presidente del Consiglio a decidere per il cosiddetto “rimpasto” del governo, con un ricambio di tutti o alcuni ministri. Per ora nessun partito della maggioranza – Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali – ha chiesto esplicitamente un rimpasto o minacciato credibilmente una crisi di governo, ma già da qualche tempo ci sono problemi di coesione e il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti ha parlato dell’esigenza di «un rilancio, una ripartenza».
Perché si parla di crisi di governo? da giorni nella maggioranza si litiga su diversi temi, e c'è chi pensa che possa esserci un rimpasto o una nuova maggioranza.
In questi giorni di brutto tempo, grandi piogge e tante neve, molti di voi troveranno ispirazione nella foto della renna che con aria impassibile tiene il muso nella neve – sta davvero cercando dell’erba? o mangia la neve? – che le ricopre anche il muso e il dorso. Altre renne affrontano con coraggio una bufera di neve, mentre tre cavalli dall’aria più avvilita aspettano al freddo la tradizionale benedizione del giorno di Santo Stefano, in Repubblica Ceca. Inuka, il primo orso polare nato ai tropici, festeggia il suo 23esimo compleanno allo zoo di Singapore con ghiaccioli pieni di salmone, bacche e altre golosità, e se neanche questo vi scalda un po’, potete provare coi capibara che si rinfrescano nelle sorgenti calde in Giappone (qui trovate altre foto), un gorilla di due mesi che abbraccia la mamma in uno zoo dell’Illinois, oppure con un’immagine di cammelli nel deserto di Abu Dhabi, piena di afa e luce arancione. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Tempo da renne. Renne impassibili, cavalli dall'aria avvilita e mucche in un campo allagato – ma anche cammelli nel deserto e i fantastici capibara, tra le foto di animali più belle della settimana.
“4” è un progetto di ricerca collettiva del gruppo di fotografi Terra Project e dello scrittore Wu Ming 2. Il libro raccoglie le immagini che rappresentano i quattro elementi – aria, acqua, terra, fuoco – e li trasforma in “pretesti” per leggere il paesaggio italiano. Il progetto è frutto di una pratica collettiva sia nella scelta che nella proposta. Terra Project, gruppo nato nel 2006 e composto dai fotografi Michele Borzoni, Simone Donati, Pietro Paolini, Rocco Rorandelli e coordinato da Anna Iuzzolini, ha proposto fotografie di diversi autori, scattate in diverse situazioni e in vari periodi. L’approccio fotografico del collettivo, come in un diario di viaggio di gruppo, è documentario: raccoglie vedute naturali e paesaggi legati all’uomo, immagini di periferie e città, angoli particolari e personaggi incontrati, lasciando però a chi guarda la possibilità di interpretare e immaginare. I testi non sono semplici didascalie alle fotografie, ma storie che suggeriscono interpretazioni e pensieri sull’immaginario collettivo legato al territorio italiano.
L’Italia di Terra Project e Wu Ming. Un collettivo di scrittori e uno di fotografi raccontano il paesaggio italiano in un libro e una mostra.
Domenica 16 febbraio in 16 regioni italiane sono stati eletti i segretari regionali del Partito Democratico. In molti casi non si sono tenute primarie vere e proprie perché il candidato era unico e sarebbe stata quindi superflua la votazione. Come per le elezioni del segretario nazionale, chi è andato ai seggi ha votato anche per i rappresentanti all’Assemblea regionale, che hanno poi il compito di votare il candidato alla segreteria sostenuto durante le primarie. In molte regioni il dato più rilevante è stato quello della bassa affluenza (fatta eccezione per la Campania con oltre 100mila votanti). Valle d’Aosta Fulvio Centoz è il nuovo segretario regionale del PD: era l’unico candidato. Centoz è sindaco di Rhemes-Notre-Dame, comune sparso nella Val di Rhemes con 128 abitanti e ha fatto parte della segreteria regionale del PD con il ruolo di responsabile del dipartimento Enti locali. La decisione di non organizzare le primarie per la presenza di un solo candidato era stata presa lo scorso 8 febbraio dalla Convenzione del partito.
I nuovi segretari regionali del PD. Sono stati eletti nelle 16 regioni in cui erano previste le primarie, anche se in alcuni casi non si è votato perché il candidato era unico: l'affluenza è stata molto bassa.
Luigi Ferrarella, esperto di cose giudiziarie del Corriere della Sera, mette oggi bene in ordine quello che i giudici hanno voluto dire con la sentenza di assoluzione per Silvio Berlusconi sul cosiddetto “caso Ruby” e i termini in cui è stata formulata, e quello che hanno accolto delle tesi della difesa. Spiegazioni più estese e dettagliate della decisione saranno naturalmente contenute nel documento di motivazione della sentenza. Quando ad Arcore ebbe rapporti sessuali con una prostituta di 17 anni, Silvio Berlusconi non era consapevole che Karima «Ruby» el Mahroug fosse appunto minorenne. E la notte del 27 maggio 2010, quando da Parigi telefonò al capo di gabinetto della Questura milanese Pietro Ostuni per anticipargli che sarebbe arrivata la consigliere regionale Nicole Minetti a prendere in carico una ragazza che gli si segnalava come parente del presidente egiziano Mubarak, giuridicamente questa sua telefonata non ebbe contenuto di minaccia (anche solo implicitamente) costrittiva della volontà dei funzionari di polizia Pietro Ostuni e Giorgia Iafrate: costoro, invece, solo per un eccesso di zelo frutto di una propria condizione psicologica di timore reverenziale, operarono poi fino alle 2 di notte per propiziare un esito (l’affidamento di Ruby a Minetti) sicuramente gradito da Berlusconi benché da lui non illegittimamente preteso. È quanto «racconta», in attesa delle motivazioni tra 90 giorni, il dispositivo della sentenza con la quale ieri la Corte d’Appello di Milano (presidente Enrico Tranfa, relatrice Ketty Lo Curto, a latere Alberto Puccinelli) ha cancellato la condanna di primo grado a 7 anni di carcere, e ha assolto nel merito l’ex premier e attuale leader di Forza Italia, senza alcuna prescrizione e senza richiami alla vecchia insufficienza di prove.
Perché Berlusconi è stato assolto. Lo spiega Luigi Ferrarella sul Corriere, in attesa delle motivazioni della sentenza.
L’uragano Irma, che ha colpito gravemente i Caraibi e vari stati meridionali degli Stati Uniti, non ha dato problemi solo agli umani: nella selezione di questa settimana c’è anche un lamantino in grande difficoltà, spiaggiato nei territori della contea di Manatee, e uno stormo di anatre che nuota dove di solito potrebbe camminare. Sembra piuttosto in difficoltà anche un topolino dato in pasto a un giovane gufo bianco nello zoo di Wuppertal, in Germania: possiamo immaginarci come sia andata a finire, e abbiamo preferito non indagare. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Weekly Beasts. Capre che combattono, lamantini bisognosi di aiuto e cumuli di pelo che nascondono un orangotango, nelle migliori foto di animali della settimana.
Martedì il cosiddetto “decreto Genova”, quello che avrebbe dovuto dare avvio agli interventi più urgenti in città dopo il crollo del ponte Morandi, è finalmente arrivato al ministero dell’Economia per l’ultimo esame prima di essere inviato al presidente della Repubblica. Nel corso della giornata, però, tra le redazioni dei giornali è cominciata a circolare una voce, poi confermata dai tecnici del ministero: negli spazi destinati a indicare le risorse economiche a copertura delle misure stabilite dal decreto, il governo aveva messo solo dei puntini di sospensione. Le cifre mancanti, ha scritto Repubblica, riguardavano «i costi da sostenere per gli aiuti alle aziende, le misure sull’area del porto e della zona franca, la deroga alla legge Madia per le assunzioni nella pubblica amministrazione. Non solo, il testo resta ad alto rischio nell’esame di legittimità per tutta una serie di altri aspetti. Dai risarcimenti imprecisati alla previsione della ricostruzione da affidare a un soggetto diverso da Autostrade, senza la revoca contestuale della concessione (della quale il decreto non si occupa). Salvo pretendere dalla stessa società il finanziamento dell’opera».
L’ultimo pasticcio sul “decreto Genova”. Sembrava che il decreto fosse pronto, dopo settimane di ritardi, ma si è scoperto che mancavano le coperture finanziarie e che dentro il governo aveva infilato un po' di tutto.
Diversi giornali hanno dato la notizia dell’identificazione di un “paziente 1” in Germania che avrebbe dato inizio all’epidemia di coronavirus in Italia e in altri paesi europei. Alcuni articoli hanno usato titolazioni piuttosto categoriche come: «Coronavirus, in Germania a gennaio il primo contagiato europeo: “Da lui l’infezione fino in Italia”», attribuendo nel sommario queste conclusioni a “uno studio” pubblicato sul New England Journal of Medicine. La notizia è stata poi ripresa sui social network da pagine e account sovranisti, con accuse rivolte alle autorità sanitarie della Germania. In realtà la notizia del “paziente 1” tedesco era nota da più di un mese, e a oggi non ci sono prove definitive per sostenere, senza ombra di dubbio, che abbia comportato i contagi in Italia: per stessa ammissione di chi sta tracciando la diffusione del coronavirus. Il paziente 1 tedesco I media tedeschi avevano diffuso la notizia sul primo probabile caso di trasmissione del coronavirus da persona a persona in Europa alla fine di gennaio, citando informazioni fornite dal governo locale della Baviera. L’informazione era stata ripresa da diversi media internazionali, ma l’attenzione mediatica era calata dopo che il caso sembrava essere stato trattato e isolato.
Com’è davvero la storia del “paziente 1” tedesco. Non ci sono ancora prove certe per dire che il contagio da coronavirus in Italia sia partito dalla Germania, a differenza di quanto si è letto su molti giornali.
Giovedì Vittorio Sgarbi è tornato a fare notizia nei modi con cui ha fatto più notizia negli ultimi decenni: le immagini del suo penoso allontanamento forzato dall’aula della Camera dei Deputati sono molto girate, ma accompagnate da un silenzioso commento “ah, ok, è Sgarbi”. Nel circo di fenomeni da baraccone che ha accompagnato la politica italiana delle passate e presenti legislature, Sgarbi si distingue da altri per ricordare – a intermittenza – la sua competenza sulle cose dell’arte e la sua brillantezza di elaborazioni su temi diversi, quando si comporta come una persona normale. Oggi Michele Serra lo spiega nella sua rubrica quotidiana su Repubblica, descrivendo quale sia il contesto che abbia reso Sgarbi quello che è raffigurato nelle immagini di giovedì. La sua maleducazione patologica, il suo imbarazzante narcisismo, la sua aggressività insopportabile, sono stati protetti e nutriti, per decenni, da conduttori e autori televisivi entusiasti di proporre allo spettabile pubblico, come fece Barnum con la Donna Barbuta, l’Uomo che Strilla. Sono stati incentivati e premiati da sponsor politici convinti che l’arroganza e il disprezzo degli altri fossero manifestazioni di “libertà”. E da elettori entusiasti di quell’idea, deprimente e fasulla, di “libertà”. I veri autori di Sgarbi sono loro, non Sgarbi. Sgarbi è solo vittima dei loro applausi. Così un ragazzo intelligente e colto è diventato un fenomeno da baraccone, e addirittura un vice-leader politico, solamente perché la nostra epoca, della cultura e dell’intelligenza, non sa che farsene.
Gli autori di Sgarbi. Conduttori e autori televisivi, ed elettori entusiasti di una fasulla idea di libertà, hanno rovinato una persona colta e intelligente, scrive Michele Serra.
I ballottaggi delle elezioni amministrative si tengono oggi, domenica 19 giugno: sono previsti solo per i comuni con più di 15.000 abitanti in cui nessuno dei candidati sindaco abbia raggiunto (al primo turno di domenica 5 giugno) il 50 per cento più uno dei voti. Nelle cinque grandi città in cui si è votato – Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna – si è andati al ballottaggio: e saranno questi risultati con ogni probabilità a determinare quali partiti potranno dirsi davvero vincitori e sconfitti in queste elezioni amministrative, dopo che il primo turno ha fornito un quadro contraddittorio e privo di veri tratti omogenei. Alle 19 l’affluenza parziale è stata del 36,56 per cento. Al primo turno delle amministrative di Roma ha preso più voti Virginia Raggi del M5S, con il 35,25 per cento, seguita da Roberto Giachetti del PD con il 24,87 per cento. Raggi ha 37 anni, è laureata in Giurisprudenza, è avvocato ed è consigliera comunale uscente. Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, aveva vinto le primarie all’inizio di marzo. Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, ha detto che se votasse a Roma sceglierebbe Raggi. Giorgia Meloni ha lasciato ai suoi elettori libertà di voto. L’ex candidato Stefano Fassina, di Sinistra Italiana, ha detto di essere orientato a votare scheda bianca; i candidati presidenti delle liste di Sinistra per Roma nei municipi hanno detto che non faranno «alcun apparentamento con i candidati del PD al ballottaggio». Alfio Marchini, che era stato sostenuto da Forza Italia, ha detto che voterà scheda bianca e che i suoi elettori «voteranno per chi aderirà» alle sue proposte. Silvio Berlusconi ha confermato di escludere «ogni ipotesi di sostegno al ballottaggio ai candidati del centro-sinistra, anche quando si trovino a competere con i candidati del Movimento 5 Stelle, come a Roma e a Torino». L’ex sindaco di Roma Ignazio Marino in un’intervista a La Stampa ha detto che voterà per il PD solo se Matteo Renzi si prenderà l’impegno di non «fare più porcherie politiche come quelle imposte» a lui, ha parlato molto bene di Raggi («è una persona determinata, non certo inconsapevole delle difficoltà») e ha detto che secondo lui quelli che chiama “suoi elettori” hanno votato Raggi. Nella campagna elettorale tra primo e secondo turno uno degli elementi più importanti è stata la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024: contraria Raggi (che però secondo le sue ultime dichiarazioni sembra essere diventata possibilista), favorevole Giachetti.
Guida completa ai ballottaggi. Città per città, chi è contro chi al secondo turno delle elezioni amministrative e cosa è cambiato in queste due settimane (alle 19 l'affluenza è al 36,56%).
Alessio Figalli, matematico italiano di 34 anni, ha vinto la medaglia Fields, spesso descritta come “il Nobel della matematica”. Tra i due premi c’è in realtà una grande differenza: le medaglie Fields (quattro in tutto) vengono assegnate ogni quattro anni a un matematico che abbia meno di 40 anni, mentre i premi Nobel ogni anno, senza limiti di età. Figalli ha studiato al liceo classico e poi alla Normale di Pisa, finendo il dottorato a 23 anni, e dal 2016 insegna al Politecnico di Zurigo. In precedenza aveva insegnato anche all’École Polytechnique di Parigi e all’università del Texas. ANSA ha scritto che «Figalli è stato premiato per le ricerche nella teoria del trasporto ottimale, che si occupa del modo più economico per trasportare oggetti da un luogo a un altro, e agli studi sulle equazioni a derivate parziali e sulla probabilità». Come ha spiegato Kevin Hartnett su Quanta Magazine, gli studi di Figalli hanno «permesso di affinare la comprensione dal punto di vista matematico di svariate cose: dalla forma dei cristalli alla meteorologia, passando dal modo in cui il ghiaccio si scioglie in acqua.
Alessio Figalli ha vinto la medaglia Fields. È un importante premio della matematica, assegnato ogni 4 anni a qualcuno che abbia meno di 40 anni; l’unico italiano a vincerlo finora era stato Enrico Bombieri, nel 1974.
Aggiornamento del 23 ottobre: Facebook ha ammesso che la sua app per smartphone consumava più di quanto dice di fare. Ari Grant, engineering manager di Facebook, ha spiegato che il problema era dovuto a due problemi, e che ora sono stati entrambi risolti. Il primo problema riguardava la CPU e il secondo riguardava l’autoplay dei video in Facebook. Perché i problemi siano risolti serve aggiornare l’applicazione. ***
L’app di Facebook consuma molta più batteria di quanto dice. Alcuni sviluppatori hanno scoperto che ne consuma tantissima, anche quando vengono disattivati gli aggiornamenti in background e soprattutto sugli iPhone.
Subito dopo la vittoria di Vincenzo De Luca alle primarie del Partito Democratico in Campania, sono circolate molte notizie e discussioni riguardo l’effettiva opportunità di quella candidatura: se fosse eletto, infatti, De Luca rischierebbe una sospensione in base alla cosiddetta “legge Severino”, in quanto condannato in primo grado per abuso d’ufficio. Negli ultimi giorni i principali giornali si sono occupati di un’altra storia legata alle elezioni del prossimo 31 maggio in Campania: l’alleanza con l’UdC e le liste che sono state presentate in sostegno a De Luca. Una parte del PD ha criticato De Luca, è intervenuto Roberto Saviano e il PD nazionale ha cercato di trovare una soluzione dicendo alla fine che ci sono persone candidate che è meglio non votare, tanto che qualcuno ha chiesto polemicamente al PD di «fornire l’elenco dei candidati» che sono stati presentati ma che il PD ha consigliato «vivamente di non votare». Le liste a sostegno di De Luca – il cui slogan è “Cambiare ora” – sono state presentate all’inizio di maggio e sono nove. Tra loro, oltre alla lista del Partito Democratico, c’è una lista dell’UdC, una dei Verdi, una del PSI e alcune liste civiche. I nomi più discussi sono molti e appartengono soprattutto alle liste civiche: c’è per esempio Enrico Maria Natale, ex Forza Italia considerato vicino a Nicola Cosentino (ex parlamentare oggi in carcere per vicende di camorra) e il cui padre è stato arrestato due volte per camorra; c’è Rosalia Santoro, moglie dell’editore del sito online Notix Nicola Turco, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa; ci sono Vincenzo De Leo, segretario del Fronte Nazionale a Casal di Principe, candidato nella lista “Campania in Rete” e Carlo Aveta, che ha detto al Corriere che «Su Mussolini serve più serenità». In un’altra lista a sostegno di De Luca, “Campania Libera”, c’è Tommaso Barbato, indagato per una presunta compravendita di voti alle ultime elezioni politiche; ci sono Mario Casillo, Angela Cortese, Nicola Marrazzo, per i quali la procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio per peculato; e c’è Carlo Iannace, chirurgo di Avellino imputato in un processo che ha a che fare con il risarcimento di interventi estetici spacciati come oncologici. Alle elezioni regionali i consiglieri vengono scelti con le preferenze.
Il caso De Luca, stavolta sulle liste. Ci sono nomi molto discussi nelle liste a sostegno del candidato presidente del PD in Campania: ora proprio De Luca e il PD hanno consigliato di non votarli.
Nei giorni scorsi è circolato molto un video che sembra mostrare un cane costretto a immergersi in acqua, girato durante le riprese di Qua la zampa!, un film uscito nei cinema italiani a fine gennaio e tratto dal libro Dalla parte di Bailey. Il film parla di un cane – nella versione italiana doppiato da Gerry Scotti – che si reincarna più volte in altri cani e che, ricordando tutte le sue vite passate, cerca di capire il senso della sua vita. Il video, diffuso dal sito di gossip TMZ e ripreso anche sul Post, aveva suscitato grande indignazione per il trattamento ricevuto dal cane: in realtà American Humane, una ONG indipendente che si occupa del trattamento degli animali sui set cinematografici, ha scoperto che il video è stato manomesso e montato in modo che sembrasse che il cane fosse stato maltrattato, quando in realtà non ha subìto violenze. American Humane ha scoperto che le due scene mostrate nel video – il cane a bordo vasca e poi la scena di “salvataggio” – non sono state girate nella stessa occasione, come il montaggio del video sembra suggerire. Sulla prima scena, American Humane sostiene che il cane “poteva essere trattato con più gentilezza” ma che non è stato maltrattato, e che al termine della seconda scena è stato subito soccorso ed esaminato ma non ha mostrato nessun problema fisico o psicologico. Il cane mostrato nelle scene è stato anzi addestrato per più di un mese a girare scene del genere ed era stato selezionato per la sua disponibilità a entrare in acqua (cosa che ha cercato di fare subito dopo le rimostranze mostrate nella prima scena, dice American Humane). Nelle scene come quella mostrata nel video, inoltre, sul set era presente un esperto certificato da American Humane e cinque esperti fra addestratori e addetti alla sicurezza incaricati di occuparsi della salute del cane.
Il video del cane che viene costretto a nuotare è stato manipolato. Era girato nei giorni scorsi, generando molte critiche: un'associazione dice però che il montaggio è ingannevole.
ll fondatore e presidente di Twitter Jack Dorsey è stato ospite al programma giornalistico condotto da Diane Sawyer sulla rete televisiva americana ABC e ha presentato in onda la lista dei “10 tweet più importanti dell’anno”, ovvero di quelli che la società ritiene i messaggi più importanti o di maggiore impatto diffusi su Twitter da singoli utenti (e non da giornali, siti di news o agenzie di stampa). A differenza degli articoli più condivisi su Facebook – lista che avevamo raccontato qualche giono fa – in questo caso la scelta è stata fatta dall’alto, e quindi i contenuti sono giornalisticamente più robusti. 1. “Bentornato Egitto #Jan25” Wael Ghonim era un responsabile marketing di Google in Egitto e un attivista per i diritti umani nel suo paese, dove contribuì a organizzare le prime manifestazioni di protesta. Venne arrestato e imprigionato per 11 giorni dalle forze di sicurezza del regime del presidente Mubarak. Il giorno del suo rilascio, il 7 febbraio, scrisse su Twitter questo semplice tweet: “Bentornato Egitto #Jan25”.
I dieci tweet del 2011. Jack Dorsey, presidente di Twitter, ha scelto in un programma televisivo della tv statunitense ABC "i 10 tweet più importanti dell'anno".
Ieri Apple ha rimosso dal proprio App Store, il negozio online per acquistare le applicazioni per iPhone e iPad, il riproduttore di file multimediali VLC distribuito da Applidium. La decisione della società è arrivata in seguito alla segnalazione di uno degli stessi responsabili del progetto VLC, che aveva segnalato come la licenza per utilizzare il programma non fosse compatibile con le regole imposte da Apple per l’utilizzo delle applicazioni. Lanciata sull’App Store lo scorso settembre, l’applicazione per riprodurre i video aveva ripetuto il grande successo della sua genitrice usata sui sistemi operativi dei computer, consentendo di superare le limitazioni imposte da Apple, che permette di caricare solamente i video che vende su iTunes sui propri dispositivi portatili, offrendo una soluzione semplice per trasferire e riprodurre i propri video direttamente sugli iPhone e gli iPad. VLC consentiva quindi di riprodurre qualsiasi filmato scaricato online, compresi i film piratati.
Apple ha tolto VLC dall’App Store. La licenza della popolare applicazione per vedere film e video non è compatibile con le limitazioni imposte da Apple.
Negli ultimi giorni tre persone si sono dimesse dai loro incarichi pubblici in seguito all’inchiesta del giornale online Fanpage sulla gestione dei rifiuti in Campania. L’ultimo è stato Biagio Iacolare, presidente di Sma Campania, società di proprietà della regione che si occupa di risanamento ambientale, e protagonista del terzo video pubblicato da Fanpage in cui si vede un mediatore che dice di parlare per conto di Iacolare ricevere una borsa in cui dice di aver messo 50 mila euro.
Una terza persona si è dimessa per l’inchiesta di Fanpage sui rifiuti in Campania. È il presidente di una società pubblica che gestisce rifiuti in Campania: nel video girato dall'infiltrato del giornale un suo collaboratore sembra accettare una tangente.
Nel 2019 in 328 comuni italiani non è nato nessuno. Negli ultimi anni il calo delle nascite e i trasferimenti verso le città o all’estero hanno causato un aumento dello spopolamento dei piccoli comuni. Se questa tendenza verrà confermata nei prossimi anni, molti luoghi che finora sono stati abitati rischiano di non esserlo più. Il problema è complesso, perché lo spopolamento dipende da tante cose come la qualità dei servizi, le opportunità di lavoro e le aspettative delle nuove generazioni. La mancanza di nuovi nati è uno dei segnali più evidenti dell’incertezza che il futuro riserverà a questi paesi. I luoghi dove non nasce nessuno sono quasi tutti borghi abitati da poche decine o al massimo qualche centinaio di persone: piccoli comuni, che però costituiscono l’unica rete sociale in vaste aree d’Italia lontane dalle città, e nel corso degli anni hanno permesso di salvare territori altrimenti totalmente abbandonati.
Dove non nasce nessuno. Sono 328 i comuni italiani in cui nel 2019 non si sono registrate nascite: la mappa da Morterone (Lecco) a Sperlinga (Enna).
Netflix ha escluso dalla serie comedy The Ranch l’attore Danny Masterson, accusato di stupro da quattro donne e attualmente indagato dalla polizia di Los Angeles. Masterson è protagonista della serie insieme ad Aston Kutcher ed è famoso anche per la sit-com That ’70s show. La quarta parte della serie sarà diffusa da Netflix il prossimo 15 dicembre. Le accuse a Masterson si riferiscono a fatti avvenuti all’inizio degli anni Duemila: lui le ha negate, e ha detto di essere deluso dalla decisione di Netflix, sostenendo che il «clima attuale» fa sì che gli accusati siano ritenuti automaticamente colpevoli. Netflix aveva già escluso l’attore Kevin Spacey dalla serie House of Cards, dopo molte accuse di molestie sessuali contro di lui.
Netflix ha escluso dalla serie “The Ranch” l’attore Danny Masterson, accusato di stupro da quattro donne.
Il Consiglio di Stato, l’organo di secondo grado della giustizia amministrativa, ha respinto il ricorso del Politecnico di Milano sulla possibilità di tenere corsi esclusivamente in lingua inglese. La vicenda era iniziata nel 2012, quando il Senato accademico del Politecnico aveva approvato una delibera per introdurre dei corsi di laurea magistrale e di dottorato da tenere esclusivamente in inglese: una misura pensata per attirare ancora più studenti internazionali in un’università già oggi molto aperta in questo senso. Da allora il Politecnico tiene alcuni corsi solamente in inglese, come quello di Progettazione dell’architettura attivo nella sede di Milano. Un gruppo di docenti però aveva fatto ricorso al TAR, sostenendo che i corsi in lingua straniera dovessero limitarsi ad affiancare quelli in italiano. Nel 2013 il TAR aveva dato ragione ai docenti. Dopo un breve passaggio alla Corte Costituzionale che aveva lasciato aperta la questione, ieri il Consiglio di Stato ha confermato il giudizio del TAR.
Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Politecnico di Milano sulla possibilità di tenere corsi solamente in inglese.
Da ieri si parla molto di un comunicato del ministero della Salute nel quale viene definito “preoccupante” l’aumento del numero di casi di morbillo in Italia, dovuto principalmente a una sensibile riduzione delle vaccinazioni, il sistema più efficace per tenere sotto controllo il virus che causa la malattia. Al di là di qualche titolo eccessivamente allarmista sui giornali, il problema non deve essere sottovalutato: potrebbe causare un’ulteriore diffusione della malattia, che in alcuni casi può portare a serie complicazioni, talvolta letali. I numeri Da inizio anno il ministero della Salute ha rilevato più di 700 casi di morbillo in tutta Italia, il 230 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando erano stati rilevati 220 casi (quindi oltre il triplo). Il dato è ulteriormente preoccupante se messo a confronto con il numero complessivo di casi di morbillo di tutto l’anno scorso: 844. In poco più di due mesi si è già quasi raggiunta la quantità di contagi rilevati in un anno intero. Più della metà dei casi di morbillo rientra nella fascia di età tra i 15 e i 39 anni, con un aumento dei contagi tra medici, infermieri e più in generale in ambito sanitario. Le regioni maggiormente interessate sono Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana.
C’è un preoccupante aumento dei casi di morbillo. Nei primi mesi di quest'anno sono stati il 230 per cento in più rispetto allo stesso periodo nel 2016: la causa principale è il calo delle vaccinazioni.
Minimum Fax ha ripubblicato da poco il romanzo di Bernard Malamud Il commesso, tradotto in italiano da Giancarlo Buzzi. Pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1957 e considerato uno dei classici della letteratura americana del Novecento, il libro racconta la storia di un commerciante ebreo a Brooklyn, Morris Bober, che deve affrontare la crisi del suo piccolo negozio di generi alimentari, e del suo incontro con un giovane di origini italiane che comincia a aiutarlo come commesso nel negozio. ***
Come comincia “Il commesso”. Le prime pagine del famoso romanzo di Bernard Malamud, un classico della letteratura americana del Novecento, appena ripubblicato da minimum fax.
È stata una giornata molto movimentata alla Camera dei Deputati del parlamento italiano, e la spiegazione di come siano andate le cose in aula finisce tra le cose più lette della settimana. Alla base della protesta c’era un provvedimento che riguardava la Banca d’Italia, e se volete capire se è davvero “un regalo alle banche”, abbiamo provato a riassumere tutta la questione. E poi ci sono le foto dei Grammy, che cosa sta succedendo a Kiev e un piccolo paese della provincia di Cuneo, che ha una storia unica e comune al tempo stesso. – Le foto più belle dei Grammy Beyoncé sul palco col marito Jay Z, Pink sospesa sul pubblico e i Daft Punk – che hanno sbancato – coi caschi e le statuette (e 13 video con le migliori esibizioni della serata)
Sunday Post. Giorni agitati in Parlamento, le foto della Grande bellezza e un piccolo paese in provincia di Cuneo, tra le cose più viste sul Post della settimana.
Ieri il Foglio aveva pubblicato un’intervista con Stefano Fassina, responsabile economia del PD, che potrebbe creare una certa agitazione nel suo partito, oppure essere ignorata sperando che nessuno se ne accorga e ne parli. Fassina infatti diceva cose non del tutto ortodosse (il Foglio aveva già fatto lo stesso colpo con Andrea Orlando sulla giustizia, tre settimane fa): di sicuro riformiste, ma di un riformismo di cui mel Partito Democratico spesso ci si riempie la bocca salvo mettersi di traverso a ogni occasione. Fassina aveva parlato di abbassare le tasse, – “in questo momento, per sostenere la crescita, una rivoluzione fiscale è tra le priorità” – e della necessità di un progetto più concreto sul federalismo fiscale: “la rivoluzione fiscale non può che avvenire simultaneamente alla rivoluzione federalista del nostro paese: non si può sfiorare la tassazione territoriale senza una visione generale della riforma complessiva del fisco”.
La guerra sul federalismo si sposta a sinistra. Per Nichi Vendola "è un pacco", Stefano Fassina del PD lo vuole più incisivo.
È stata una settimana difficile per il governo italiano e per chi ha investito nella sua inedita composizione rispetto a un progetto di cambiamento dell’Italia e della sua politica che potesse trarne avvio e impulso. Il progetto sui conti economici, priorità della sua “reggenza” ha incontrato subito molte delusioni: un po’ era inevitabile, come per ogni novità che attragga troppe aspettative, un po’ era forse evitabile con dimostrazioni di forza maggiori anche nei fatti – e non solo a parole – e maggiore saggezza nella ricerca del consenso. Il primo intoppo sui tagli alla politica e il secondo sulle liberalizzazioni – che hanno dato agli italiani l’impressione della vittoria di due categorie spesso malviste per prepotenze ed egoismo, politici e tassisti – sono stati due bei precoci fallimenti per il prezioso capitale di benevolenza con cui il governo era nato: come uscire di casa con un grande ombrello durante una grandinata e vederlo sfondato prima di girare l’angolo. A casa c’era ancora un altro ombrello, per fortuna, ma più piccolo. C’è un tema su cui c’è ancora ambiguità rispetto all’anno abbondante di lavoro che il governo Monti ha davanti a sé, se riesce a giocarsi meglio la sua forza: l’ambiguità è sull’opportunità di comportarsi come un legittimo governo nella completezza del suo ruolo e della sua responsabilità o come un governo di riparazione dei conti. Che debba e possa essere il primo sta nelle parole di Monti e di diversi ministri – e non si capirebbe che altro debbano fare molti ministri di competenze assai laterali rispetto alle iniziative economiche – e nelle richieste di molti italiani. La “crescita”, quella cosa lì di cui tutti si riempiono la bocca, non dipende da trucchi estemporanei che creino maggiori profitti in giro: dipende da un radicale progetto di riforme e di sviluppo civile e culturale di cui l’Italia ha bisogno. Non siamo finiti in una grave crisi economica perché qualcuno ha smarrito il portafoglio: ci siamo finiti perché siamo un paese che da anni ha gestito sventatamente la sua identità, la sua civiltà, la sua cultura, la sua scuola, le sue prospettive e il suo futuro, e il declino economico è figlio inevitabile di questo percorso. Rischiamo di arrivare alle elezioni del 2013 – anche ammettendo la capacità del governo di arrestare nel frattempo il tracollo – ed essere daccapo: e la prima opportunità per evitare che questo avvenga ce l’ha il governo Monti legittimando l’iniziale impressione di essere capace di qualcosa di diverso, e non basterà prendere il treno per tornare a casa nel weekend, né infilare delle buone battute contro i partiti un giorno sì e un giorno sì.
E dopo Monti? diamo fiducia a questo governo, e appoggiamo i tentativi di riparazione del presente: ma del futuro dovrà occuparsi qualcun altro, noi compresi.
Lo scrittore Mauro Covacich ha scritto per il Corriere della Sera di sabato una estesa riflessione su quello che gli pare essere il cambiamento di molte persone a cui si sentiva simile, raccontando episodi e aneddoti recenti. Chi sono gli altri? Come sono diventati così numerosi? Ma forse erano già tanti e io non l’avevo notato. Andavamo a farci la margherita nelle stesse pizzerie, giravamo per gli stessi centri commerciali, guardavamo le stesse partite, cantavamo le stesse canzoni. Come ho potuto non accorgermi che erano diversi? Tutti insieme eravamo la gente. Poi, d’un tratto gli altri sono cresciuti e, riversandosi nell’ampolla opposta della clessidra, mi hanno lasciato indietro, hanno trasformato me nel diverso, il fighetto minoritario, il granellino attaccato al vetro. Così ora la gente sta di là, anche se non si chiama più così, ora si chiama popolo. Come sono riusciti gli altri a diventare il popolo?
Cosa siamo diventati. Mauro Covacich riflette sul Corriere su cosa sono diventate le persone che fino a poco fa gli sembravano essere uguali a lui, "il popolo".
L’agenzia pubblicitaria BBDO Russia ha prodotto uno spot per sensibilizzare sui rischi della guida veloce. Il video è molto ingegnoso e sfrutta bene le funzioni del player di YouTube: se si schiaccia play quello che si vede è un video di 10 minuti di un’automobile che viaggia lentamente e prudentemente su una strada di campagna; se invece si trascina in avanti il cursore dell’avanzamento del video per scorrere più velocemente il video si vede apparire un nuovo filmato che mostra un brutto incidente d’auto. Tradotto: se andate veloce farete un incidente.
L’ingegnoso spot russo per la sicurezza stradale. Sono due video, in realtà: uno si vede nel normale player, uno si vede solo se si manda avanti veloce.
La NASA, l’agenzia spaziale statunitense, ha annunciato di aver dovuto rimandare la prima passeggiata spaziale di sole donne a causa della mancanza di un numero sufficiente di tute di taglia media a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Nella missione, prevista per il 29 marzo, le astronaute statunitensi Anne McClain e Christina Koch avrebbero dovuto fare una passeggiata spaziale (quella che in gergo tecnico si chiama attività extraveicolare, EVA) per installare delle batterie agli ioni di litio in una coppia di pannelli solari all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale. La NASA ha detto in un comunicato di aver dovuto cambiare i programmi a causa di un problema con le taglie delle tute a disposizione. Anne McClain e Christina Koch avrebbero dovuto indossare rispettivamente per la parte alta del corpo una tuta di taglia larga e una di taglia media. McClain, però, in seguito alla sua prima passeggiata spaziale effettuata il 22 marzo insieme al collega maschio Nick Hague, si è resa conto che la taglia media era più giusta per lei.
La prima passeggiata spaziale di sole donne è stata rimandata: la NASA non ha abbastanza tute di taglia media. Avrebbe dovuto essere il 29 marzo, con le astronaute statunitensi Anne McClain e Christina Koch.
La stagione dei premi cinematografici continua, dopo i Golden Globe e i Bafta, con la Berlinale, il festival del cinema tedesco: si tiene a Berlino ogni anno e quella iniziata il 15 febbraio e che finirà domenica prossima è la 68esima edizione. I film e i cortometraggi proiettati sono circa 400 e quest’anno in concorso ci sono 19 film e 22 cortometraggi; i premi sono assegnati da cinque giurie diverse ma quella che stabilisce il più importante, l’Orso d’oro, è presieduta dal regista tedesco Tom Tykwer affiancato dall’attrice belga Cécile de France, il giornalista spagnolo Chema Prado, la produttrice statunitense Adele Romanski, il compositore giapponese Ryūichi Sakamoto e la giornalista statunitense Stephanie Zacharek. Si sa già intanto che l’attore statunitense Willem Defoe riceverà l’Orso d’oro alla carriera.
Chi si è visto finora alla Berlinale. È iniziato il più importante festival del cinema tedesco e sono già arrivati Wes Anderson, Tilda Swinton, Isabelle Huppert e Bill Murray.
Poco tempo fa vi avevamo parlato dei Golden Globes. Domenica si svolgono gli Academy Awards, meglio conosciuti come Oscar, premi ancora più prestigiosi. E che necessità hanno gli americani, oltre a una naturale propensione all’assegnare premi e fare bei discorsi, di concentrare due cerimonie così importanti (e apparentemente sovrapponibili) in così poco tempo? La prima differenza, quella sostanziale, sta in chi assegna il premio. I Golden Globes sono i premi assegnati dalla stampa di settore, nello specifico da una giuria composta da novanta giornalisti della stampa estera iscritti all’HFPA (Hollywood Foreign Press Association). E qui arrivano le prime critiche, dato che l’HFPA non ha criteri di ingresso propriamente definibili “selettivi”. Gli Oscar, invece, sono assegnati da una giuria (l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, abbreviata in AMPAS) composta da chi nel settore ci lavora o ci ha lavorato personalmente: registi, attori, sceneggiatori, produttori, tecnici. Si conta un totale di oltre 6000 membri. Insomma: ai Golden Globes ti premia la critica, mentre l’Oscar te lo danno i colleghi.
Cosa aspettarsi dagli Oscar. Domenica la premiazione a Los Angeles: una guida per sapere chi vincerà o con chi prendersela se ci saremo sbagliati.
Due operai sono morti in un incidente avvenuto intorno alle 11.30 di questa mattina in un cantiere di Pieve Emanuele, comune della provincia di Milano. I due operai, due italiani di 55 e 47 anni, stavano sistemando delle paratie divisorie tra i binari ferroviari e i terreni vicini, quando una lastra di metallo che stavano spostando è crollata, schiacciandoli. Una terza persona che lavorava con i due uomini è rimasta illesa. Secondo le ricostruzioni dei giornali, il crollo sarebbe avvenuto per una manovra sbagliata con una gru. La linea ferroviaria che collega Milano a Tortona è stata sospesa fra le stazioni Certosa di Pavia e Locate Triulzi per permettere gli accertamenti giudiziari e la messa in sicurezza dei binari.
Due operai sono morti in un incidente avvenuto in un cantiere a Pieve Emanuele, in provincia di Milano.
I mercati finanziari occidentali – soprattutto quelli europei, soprattutto quello italiano – stanno conoscendo oggi un’altra pessima giornata, trascinati giù principalmente da due cose: le voci che continuano a circolare riguardo un imminente downgrade del debito francese da parte delle agenzie di rating (di cui si parla però da qualche mese) e il fallimento delle trattative della cosiddetta “super commissione” sul debito statunitense. L’accordo tra democratici e repubblicani contratto lo scorso agosto riguardo il tetto del debito – trovato al termine di una trattativa complicata ed estenuante – prevedeva il taglio di 2,4 migliaia di miliardi di dollari di spesa pubblica, in due tempi: un primo pacchetto subito, un secondo dopo un ulteriore esame del Congresso, con un’altra scadenza. Quella scadenza era stata fissata per il 23 novembre, cioè dopodomani. Il Congresso aveva istituito una cosiddetta “super commissione” composta da 12 membri, 6 democratici e 6 repubblicani, dando loro mandato di decidere come e dove tagliare. L’accordo prevedeva un’altra clausola, allo scopo di incentivare i 12 a prendere delle decisioni condivise: stabiliva che in assenza di un accordo entro il 23 novembre, sarebbero entrati automaticamente in vigore una serie di tagli lineari per 1,2 migliaia di miliardi di dollari. Metà sulle spese militari, care ai repubblicani, e metà sui programmi di welfare, cari ai democratici.
Che cosa tira giù le borse. Le voci sul declassamento della Francia ma soprattutto il fallimento dei negoziati sui tagli al debito degli Stati Uniti, che avevamo spiegato.
La Grecia ha escluso di avviare azioni legali per ottenere i marmi del Partenone e dell’Acropoli di Atene esposti al British Museum di Londra, nel Regno Unito. Si tratta di una decisione inattesa che, secondo quanto riporta il Guardian, è stata accolta con molta sorpresa dagli attivisti impegnati da anni in questa battaglia. Il nuovo ministro greco della Cultura, Nikos Xydakis, ha annunciato la decisione durante un’intervista alla televisione Mega spiegando che la strada per recuperare le sculture è «diplomatica e politica e non passa attraverso i tribunali internazionali, dove i risultati sono lontani dall’essere garantiti». Il governo greco, impegnato nei complessi negoziati con i creditori della zona euro, si trova in questo momento isolato a livello internazionale. L’avvocata Amal Clooney e altri legali di Londra – incaricati dal governo precedente a quello di Alexis Tsipras – avevano presentato due giorni fa una relazione di 150 pagine sulla questione dei marmi dell’Acropoli e avevano consigliato di fare una richiesta formale al Regno Unito per il loro rimpatrio. Se questa fosse stata respinta, avevano proposto di presentare ricorso alla Corte internazionale dell’Aja e nel caso di un nuovo rifiuto di portare il caso davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
La Grecia rinuncia ai tribunali per recuperare i marmi dell’Acropoli. Il governo ha annunciato la decisione inattesa spiegando che la strada per recuperare le sculture è «diplomatica e politica».
I piloti di Ryanair in Irlanda sciopereranno il 22 e 23 agosto: lo ha annunciato mercoledì il sindacato FORSA-IALPA, dopo un voto tra i suoi iscritti. La possibilità di uno sciopero era discussa da tempo e la decisione segue quella simile dei piloti del Regno Unito, che sciopereranno negli stessi giorni. Le ragioni dello sciopero sono legate alle faticose trattative tra sindacati e azienda per il rinnovo dei contratti dei piloti, per i quali i sindacati vogliono aumenti, maggiori garanzie e un miglioramento del congedo parentale. Gli scioperi di Ryanair ad agosto
I piloti di Ryanair in Irlanda sciopereranno il 22 e 23 agosto.
Ieri sera, a The Show Must Go Off di Serena Dandini su La7, Elio e gli Storie Tese hanno cantato insieme a Giorgia un loro vecchio classico, una canzone più o meno d’amore, più o meno surreale, dedicata a una “ragazza che imbratti i muri del metrò”.
T.V.U.M.D.B. un vecchio classico di Elio e le Storie Tese con Giorgia, ieri sera a The Show Must Go Off.