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Durante la terza ora di Interstellar, quando Cooper (Matthew McConaughey) sembrava essere sul punto di un’epifania, mi sono reso conto di non riuscire a stare attento. Non è che il film era brutto. È che dopo due ore e mezza seduto sulla stessa poltrona proprio non riuscivo a pensare al profondo significato esistenziale della scena che stavo vedendo. Volevo solo che finisse. Forse c’entrano gli sceneggiatori del film, certo. Ma io sarei stato sicuramente più attento e interessato durante la terza ora di film se solo ci fosse stato un piccolo accorgimento che non ha niente a che vedere con la sceneggiatura: se solo ci fosse stato l’intervallo. Agli inizi del cinema, gli intervalli servivano soprattutto perché i film erano registrati su più di una pellicola; e quindi bisognava cambiare bobina ogni volta che la precedente era finita. Quando i cinema risolsero la questione utilizzando più di un proiettore, comunque, gli intervalli restarono. Questo perché avevano anche un altro scopo: permettere una pausa al pubblico. Certi film – Via col Vento, Lawrence d’Arabia, Ben Hur, Gandhi – addirittura usavano l’intervallo per scandire la loro struttura narrativa. Oggi i film più visti al cinema sono mediamente 20 minuti più lunghi rispetto a vent’anni fa. Il sito di cultura pop Vulture a un certo punto ha addirittura iniziato a indicare quali sono le scene durante cui è meglio andare in bagno durante i film particolarmente lunghi. Ma quello che ci serve è una soluzione più drastica. Se un film dura più di due ore e mezza, ridateci l’intervallo.
Serve il ritorno dell’intervallo al cinema? dato che i film diventano sempre più lunghi, scrive Slate, è giunto il momento di riesumare una vecchia tradizione: ci sarebbero vantaggi per tutti.
Oggi, martedì 5 gennaio, e domani, giorno dell’Epifania, l’Italia tornerà in zona rossa. I giorni di zona rossa sono quelli con le misure più restrittive tra quelle decise dal governo con il decreto legge del 18 dicembre, che comunque permette una certa libertà di movimento anche in questi giorni grazie ad alcune deroghe. Il 6 gennaio sarà l’ultimo giorno di zona rossa nazionale previsto dal decreto di dicembre, ma lunedì è stato approvato un nuovo decreto che stabilisce nuove regole per i prossimi giorni e fino al 15 di gennaio, di cui abbiamo scritto più ampiamente qui. Le restrizioni e le regole per contenere i contagi da coronavirus nel periodo delle feste sono il risultato di una sovrapposizione di DPCM e decreti legge, cosa che ha provocato una certa diffusa confusione. La differenza principale fra i giorni in cui l’Italia è in zona rossa rispetto a quelli in cui è in zona arancione è che nel primo caso sono vietati tutti gli spostamenti, sia dentro che fuori dal proprio comune. Tranne quelli per lavoro, salute o necessità, e tranne per quelli giustificati dalla “deroga sulle visite”, quindi per andare in un’altra casa, rispettando alcuni limiti. In tutti questi casi è necessaria l’autocertificazione.
Oggi l’Italia torna in zona rossa per due giorni. Tutto quello che si può fare e non si può fare in Italia oggi e domani.
Alle 16:30 di ieri, giovedì 4 ottobre, i membri del governo Monti si sono riuniti per un lungo Consiglio dei ministri, terminato in serata con la presentazione di alcuni nuovi provvedimenti tra i quali una serie di “misure urgenti per l’innovazione e la crescita: agenzia digitale e startup”. Si tratta del secondo decreto sulla crescita approvato dal Consiglio e punta a incentivare la nascita di imprese nel campo delle nuove tecnologie, con agevolazioni e strumenti fiscali e soluzioni per favorire l’arrivo di investimenti dall’estero. Oltre al secondo “Decreto Crescita”, ieri il governo ha anche presentato una serie di provvedimenti per aumentare la trasparenza nelle amministrazioni locali ed evitare che si ripetano casi come quelli del Lazio, dove le spese del Consiglio regionale sono risultate fuori controllo. Il governo ha anche approvato nuove soluzioni per le aree in cui si è verificato il terremoto del maggio scorso, a partire dall’Emilia: la cosiddetta “spending review” non sarà applicata fino alla fine del 2013, non ci saranno sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità 2011 da parte dei Comuni ed è stato formalizzato un protocollo di intesa per la messa a disposizione dei fondi per la ricostruzione. Tra le altre cose, il Consiglio dei ministri ha anche approvato un primo regolamento per ridurre gli organici delle Forze armate, che dovranno passare dalle attuali 190mila a 170mila unità entro il 2016.
Il nuovo “decreto crescita” in 20 punti. Le cose da sapere sulle decisioni del governo per l'innovazione, dalla digitalizzazione della pubblica amministrazione alle startup.
Tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana c’è Diane Keaton, che è stata ospite di Jimmy Fallon nel suo programma “The Tonight Show Starring Jimmy Fallon”: i due si sono sfidati ad una partita di beer pong (un gioco in cui gli sfidanti lanciano una pallina da ping pong con lo scopo di fare centro nel bicchiere di birra che si trova dal lato dell’avversario) e sembrano essersi divertiti molto. A New York c’è stata l’annuale serata di gala organizzata da Time al Lincoln Center per festeggiare la Time 100, la famosa lista delle cento persone più influenti del mondo: tra gli ospiti c’erano Amy Adams, Claire Danes e Lena Dunham. Pochi giorni dopo, sempre a New York, è stata presentata la prima di “24: Live Another Day”, la nuova stagione della famosa serie tv con protagonista Jack Bauer, l’agente antiterrorismo interpretato da Kiefer Sutherland. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Jimmy Fallon che scherza con Diane Keaton, il cast di Mad Men e Grace Jones, tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana.
I carabinieri del ROS hanno annunciato di avere eseguito misure cautelari nei confronti di alcuni miliziani dello Stato Islamico (o ISIS) accusati di essere dietro il sequestro del cooperante italiano Federico Motka, rapito in Siria nel 2013 e liberato dopo diversi mesi probabilmente a seguito del pagamento di un riscatto da parte del governo italiano. Motka fu rapito insieme al britannico David Haines, che fu decapitato nel settembre 2014. La polizia ha detto che due dei sospettati sono stati arrestati in Belgio, tre sono in fuga e uno si sospetta che sia stato ucciso. Tre degli accusati – i più violenti, ha detto la polizia – sono nati o cresciuti nel Regno Unito e sono membri del gruppo soprannominato “i Beatles”, responsabile della detenzione di diversi ostaggi occidentali in Siria. La polizia ha aggiunto che Motka fu trasferito 11 volte durante la sua detenzione e in diverse occasioni incontrò altri occidentali tenuti in ostaggio dall’ISIS.
Sono stati arrestati alcuni dei miliziani dell’ISIS accusati di essere dietro il sequestro del cooperante italiano Federico Motka.
Nella sua rubrica di venerdì su Repubblica Michele Serra decide di smontare una leggendaria battuta sovversiva di un film di Paolo Villaggio, che col tempo è diventata fondamento di antintellettualismi gratuiti e pigri. Io è da molti anni che volevo dirlo, e forse è arrivato il momento giusto: la corazzata Potemkin è un capolavoro irripetibile, Eisenstein un colosso del Novecento, e imbucarsi nelle scomode salette d’essai per vedere quel genere di cinema, quando andavo al liceo, fu una fortuna e un privilegio. Le cagate pazzesche, in pullulante schiera, sono venute dopo, così come la ripulsa facile e cinica di tutto ciò che puzza di cultura, di bellezza, di fatica intellettuale. Risi molto anche io, quando sentii quella battuta, la giudicai liberatoria. Fu invece – senza volerlo – un mattone in più sul muro che ci imprigiona.
«La corazzata Potemkin capolavoro irripetibile». Michele Serra contro il Paolo Villaggio che fu rivoluzione e ora è conformismo "che ci imprigiona".
La procura di Torino ha fatto sapere che – in seguito a un esposto presentato dalla sindaca di Torino Chiara Appendino e dal presidente del Piemonte Sergio Chiamparino – la casa editrice Altaforte, vicina a CasaPound e finita in mezzo a contestazioni e polemiche per la sua presenza al Salone del Libro, è indagata per “apologia di fascismo”, il reato introdotto dalla famosa legge Scelba. Non sembra però affatto probabile che la casa editrice venga condannata, nonostante i suoi dirigenti si dichiarino fascisti. Contrariamente al nome, infatti, la legge si occupa di punire soprattutto chi tenta di ricostruire il vecchio partito fascista, piuttosto che chi lo difende o esprime opinioni favorevoli al fascismo. La legge fu approvata nel 1952 per attuare la XII disposizione finale della Costituzione, che proibisce la ricostruzione del partito fascista. È composta da dieci articoli, il primo dei quali spiega che si verifica una “ricostruzione” del partito fascista quando:
Come funziona il reato di “apologia di fascismo”. Tanto per cominciare la legge non punisce la semplice "apologia", ma i tentativi di ricostruzione del partito fascista.
Come ogni gennaio, chiuse le liste dei migliori film dell’anno appena finito, molti giornali e siti compilano liste dei film più attesi dell’anno appena iniziato. Si sa già praticamente tutto quello che uscirà, anche se qualche film alla fine potrebbe slittare al 2018 (o potrebbe uscire prima in America e arrivare in Italia nel 2018). Di molti ci sono già i trailer, di altri giusto qualche immagine, di altri ancora si sa solo che usciranno, con qualche piccola informazione su attori e trama. Dopo aver letto molte di quelle classifiche, abbiamo fatto una nostra lista dei film più attesi del 2017: sono quelli di cui più si parlerà (di alcuni si parla già), quelli di cui probabilmente scriveremo e quelli che con ogni probabilità andremo a vedere. Di alcuni sono già usciti trailer che aiutano a farsi un’idea più precisa, altri sono attesi e considerati importanti perché il regista e gli attori sono famosi o perché la storia raccontata e l’approccio sembrano promettere bene. Quando lo sapevamo, abbiamo indicato il mese di uscita in Italia, altrimenti c’è quello di uscita negli Stati Uniti: ma in entrambi i casi potrebbero cambiare, soprattutto per i film da marzo in poi. I film italiani non ce li siamo dimenticati: sono alla fine, dopo tutto il resto.
I film più attesi del 2017. Alcuni perché grandi e ambiziosi, altri perché descritti come bellissimi, altri ancora solo perché ci sono attori importanti e storie interessanti.
La Costa Concordia, naufragata davanti all’isola del Giglio due anni e mezzo fa, se ne è allontanata mercoledì e ha iniziato il suo primo viaggio da allora e il suo ultimo, trainata da due rimorchiatori verso il porto di Genova, dove arriverà nel fine settimana per essere smantellata. Il percorso della Costa Concordia – che è cominciato muovendosi verso ovest per allontanarsi dalle isole dell’Arcipelago Toscano e poi si indirizza verso nord tra la Corsica e l’Elba, riavvicinandosi successivamente alla costa toscana e ligure – può essere seguito in tempo reale grazie a questa mappa del sito Marine Traffic. (Premendo sul tasto “X” si nasconde la scheda informativa della nave, utilizzando i comandi nella parte destra della mappa si può ridurre lo zoom.) Qui invece ci sono le foto della Costa Concordia in viaggio. width='100%';height='450';border='1';shownames='false';zoom='9';maptype='3';trackvessel='247359600';remember='false';language='it';showmenu=false;
Costa Concordia, la rotta in tempo reale. Il percorso della nave sulla mappa, man mano che si sposta verso Genova tra isole e altre imbarcazioni.
È appena uscito per Laterza il libro di Giuseppe Culicchia Torino è casa nostra. A dieci anni dall’uscita di Torino è casa mia, Culicchia ha scritto una nuova versione della sua “guida” di Torino che descrive la città come se fosse un appartamento, in cui ogni capitolo e ogni zona della città corrisponde a una stanza. Ne è nato questo libro, aggiornato con tutto quello che è cambiato in questi dieci anni a Torino, e nella vita di Culicchia. Questa è la nuova introduzione. ***
Torino è casa nostra. Giuseppe Culicchia ha esteso a tutti un vecchio pensiero (prima era solo casa sua), e ha riscritto la guida racconto della sua città.
Il procuratore generale di Milano, Antonio Lamanna, ha espresso parere favorevole alla richiesta di Silvio Berlusconi di scontare la propria pena in affidamento in prova ai servizi sociali. Ora dovrà esprimersi il tribunale di sorveglianza, probabilmente entro pochi giorni. La pena avrà una durata solo formale di 12 mesi: in realtà saranno poco più di 10 poiché scatterà il meccanismo della “liberazione anticipata”, che prevede uno sconto finale della pena di un mese e mezzo. Per capirci, quindi, in questo momento sia la difesa (i legali di Berlusconi) che l’accusa (la procura) chiedono l’affidamento di Berlusconi ai servizi sociali: per questo, salvo sorprese, il tribunale dovrebbe acconsentire a questa soluzione. Il primo agosto del 2013 Berlusconi era stato condannato in via definitiva a 4 anni di reclusione per evasione fiscale nell’ambito del processo Mediaset: tre anni erano stati cancellati grazie all’indulto del 2006. All’ex presidente del Consiglio resta dunque da scontare solamente un anno di condanna. Contestualmente all’avvio dell’affido ai servizi sociali, Berlusconi dovrà rispettare alcune limitazioni come il divieto di uscire di casa tra le 23 e le 6 del mattino (salvo permessi accordati di volta in volta), l’impossibilità di fare viaggi all’estero (gli già stato ritirato il passaporto) e il divieto di uscire dalla regione in cui presta servizio salvo per particolari necessità, da documentare e sottoporre al magistrato competente. Tra le restrizioni ci sarà anche il divieto di frequentare persone pregiudicate e l’obbligo di tenersi periodicamente in contatto con l’assistente sociale che gli è stato assegnato.
Berlusconi ai servizi sociali, dice la procura. La richiesta dell'ex PresdelCons è stata accolta dall'accusa, ora si esprimerà il tribunale.
Mentre domenica 20 marzo, per la prima volta dopo 88 anni, un presidente degli Stati Uniti in carica atterrava all’Avana, Cuba, a meno di 400 chilometri di distanza, a Miami, un gruppo di manifestanti cubani protestava contro quella stessa visita. «Mi vergogno del nostro presidente oggi. Sono stato arrestato a Cuba per non sostenere Fidel e non ho perso la forza di lottare», ha raccontato uno di loro. In molti tenevano cartelli con le foto dei membri delle loro famiglie che si trovano ancora oggi in carcere per essersi opposti al regime di Castro, altri sventolavano bandiere e striscioni che accusavano Obama di «corteggiare il governo cubano». Le proteste, a cui hanno partecipato circa 200 persone, si sono tenute a Little Havana, un quartiere residenziale di Miami, dove si trova una grande comunità di esuli cubani che è il prodotto di un vasto fenomeno di immigrazione iniziato nel 1953. Tre grandi migrazioni La storia delle migrazioni da Cuba verso la Florida può essere suddivisa in tre grandi momenti. A partire dalla rivoluzione cubana (il periodo compreso tra il 1953 e il 1959, segnato dall’ascesa al potere di Fidel Castro che destituì la dittatura di Fulgencio Batista) le tensioni tra Cuba e Stati Uniti si inasprirono sempre di più: nel 1962 gli Stati Uniti imposero a Cuba un embargo commerciale, economico e finanziario, destinato a durare fino al 2014.
I cubani di Miami. Storia della più importante comunità cubana che vive in Florida, conservatrice e anti-castrista.
L’azienda tecnologica taiwanese HTC, uno dei principali produttori di smartphone Android, ha annunciato che domani sarà sospesa la contrattazione delle sue azioni in vista di un “grande annuncio”. Secondo analisti e osservatori, l’azienda potrebbe annunciare di essere stata acquisita da Google, confermando le notizie non ufficiali sulle trattative tra le due società circolate nelle ultime settimane. HTC ha diversi problemi finanziari e ha avuto perdite per buona parte dell’anno, pur essendo un importante partner commerciale di Google per lo sviluppo dei cellulari Android. Google potrebbe avere deciso di acquisire solo parte della società, come la sua divisione per la realtà virtuale. Google non è nuova ad acquisizioni di questo tipo: nel 2011 aveva acquisito Motorola, vendendola poi nel 2014 a Lenovo, che ne detiene tuttora la proprietà. Nell’ultimo anno Google ha comunque messo in piedi una propria divisione per lo sviluppo hardware, sfruttando la collaborazione con altre aziende produttrici di cellulari e altri dispositivi come LG.
HTC potrebbe essere acquisita presto da Google, dicono gli analisti.
Oggi doveva essere una giornata molto affollata per i viaggi spaziali: in una sola giornata ci sarebbero dovuti essere ben quattro lanci, la prima volta per così tante partenze oltre l’atmosfera. Alcuni erano in programma a pochi minuti di distanza l’uno dall’altro, ma le condizioni del meteo e imprevisti tecnici hanno portato al rinvio di tutti e quattro i lanci. Questa sorta di gran finale del 2018, benché rinviato di qualche giorno a seconda dei casi, dimostra quanto sia diventata dinamica l’industria spaziale, con grandi opportunità offerte non solo dai grandi enti governativi, ma anche dalle aziende private come SpaceX di Elon Musk e Blue Origin di Jeff Bezos. La concorrenza è sempre più serrata, ma le difficoltà restano, e nessuno vuole correre il rischio di fallire nel proprio lancio, da qui i frequenti rinvii di qualche ora o giorno per assicurarsi che sia tutto in ordine e il meteo sia adeguato.
Tutti e quattro i lanci spaziali di martedì sono stati rinviati ¯\_(ツ)_/¯. Doveva essere una giornata storica con molti lanci nel giro di poche ore, ma problemi tecnici e meteo avverso hanno costretto tutti a rinviare.
Domenica a Livorno si vota per eleggere il nuovo sindaco e per rinnovare il consiglio comunale. Filippo Nogarin, eletto nel 2014 con il Movimento 5 Stelle, e primo sindaco non di sinistra o centrosinistra nella storia della città dal 1946, non si è ricandidato scegliendo di presentarsi, invece, alle elezioni europee. Domenica, alle comunali, a Livorno si potrà scegliere tra nove candidati: il centrosinistra, dicono gli ultimi sondaggi, dovrebbe essere favorito, ma non abbastanza per vincere al primo turno ed evitare il ballottaggio dove, sempre secondo i dati, potrebbero arrivare la candidata del M5S, quello della sinistra o del centrodestra. I candidati e le candidate Luca Salvetti, giornalista televisivo locale, è il candidato del centrosinistra sostenuto da Partito Democratico, Mdp-Articolo1 e da due liste civiche (Salvetti non è iscritto al PD). Stella Sorgente, attuale vicesindaca della giunta Nogarin con varie deleghe e insegnante di contrabbasso nei licei musicali, è la candidata del Movimento 5 Stelle, mentre l’ex assessora del Movimento 5 Stelle alle Politiche Sociali Ina Dhimgjini ha deciso di presentarsi per conto proprio, con la lista civica Livorno a Misura. Marco Bruciati, professore di liceo, è il candidato appoggiato da Potere al Popolo e dalla lista civica Buongiorno Livorno, composta soprattutto da persone piuttosto giovani.
Guida alle elezioni comunali di Livorno. Cosa può succedere nella città dove cinque anni fa il centrosinistra subì una delle sue sconfitte più clamorose.
Inizia oggi l’edizione 2016 del Consumer Electronics Show (CES), la più importante fiera di prodotti tecnologici organizzata ogni anno nel Nordamerica e una delle più importanti nel mondo. La fiera si tiene a Las Vegas, in Nevada. Il CES esiste in varie forme da quasi cinquant’anni: la prima edizione si tenne nel 1967 e da allora è sempre stato sfruttato dalle società tecnologiche – grandi e piccole – per mostrare i loro nuovi prodotti e per presentare concept e prototipi di vario tipo, che spesso però rimangono solo tali e non finiscono sul mercato. La fiera è organizzata in spazi espositivi giganteschi con centinaia di stand, dove appassionati, esperti, giornalisti e investitori osservano le principali novità. Alcune grandi aziende al CES organizzano anche cicli di conferenze e spettacoli con presentazioni di vario tipo: da qualche anno sono soprattutto le aziende orientali a farlo, come Samsung e Sony, mentre altre occidentali come Microsoft si sono via via smarcate dal CES, preferendo l’organizzazione di eventi separati durante l’anno per avere più attenzioni da parte della stampa. Nei giorni che precedono l’apertura ufficiale del CES, buona parte degli espositori inizia già a mostrare i propri prodotti, con anteprime di vario tipo. Come succede da qualche anno, il tema più interessante e discusso è legato alle automobili elettriche e che un giorno si guideranno da sole. Faraday Future, un’azienda nata da poco e di cui si parla molto per un ipotizzato (ma improbabile) coinvolgimento di Apple, ha mostrato la FFZERO1, una concept car elettrica che può raggiungere i 320 chilometri orari e che serve per dimostrare progressi e capacità di questo tipo di automobili. Ford ha invece mostrato un nuovo sensore che servirà per fare in modo che i veicoli si guidino da soli, interpretando le informazioni raccolte su ciò che li circonda. Volkswagen, ancora alle prese con lo scandalo legato ai suoi motori diesel truccati, ha presentato una propria concept car elettrica, ma non ci sono ancora piani molto chiari circa il suo impegno nel settore delle automobili elettriche a costi più bassi degli attuali e quindi più accessibili.
Le novità e gli aggeggi del CES 2016. Le prime foto dall'enorme fiera tecnologica di Las Vegas, tra caschi per la realtà virtuale, cani robot, automobili avveniristiche e noiosi tablet.
Martedì 25 agosto il famoso fisico Stephen Hawking ha presentato alcune nuove teorie sui buchi neri a un pubblico di stimati scienziati e giornalisti presso l’Istituto Reale di Tecnologia di Stoccolma. Hawking si è concentrato su una cosa che si chiama “paradosso dell’informazione”, intorno al quale si scervellano gli scienziati che studiano i buchi neri. In breve: il paradosso riguarda il fatto che i dati sulla stella che dà origine a un buco nero sembrano perdersi al suo interno e sono presumibilmente destinati a scomparire quando il buco nero, inevitabilmente, scompare. Tuttavia, secondo il nostro modo di pensare al funzionamento dell’universo, queste informazioni non possono essere perse del tutto, e infatti i fisici credono generalmente che non lo siano davvero. Ma dove finiscono allora quelle informazioni, una volta che il buco nero che le ha assorbite scompare? È roba da cervelloni, ma senza una spiegazione per questo apparente paradosso, alcune delle leggi di base che noi pensiamo esistano nell’universo traballano.
La nuova teoria di Stephen Hawking sui buchi neri. Potrebbe risolvere uno dei più grandi problemi legati ai buchi neri, il "paradosso dell'informazione" (EH?).
Più di un secolo fa il chimico danese S.P.L. Sørensen introdusse il concetto di pH, fondamentale ancora oggi per lo studio di tanti processi chimici, per determinare l’andamento delle reazioni e per le applicazioni pratiche che trova nella medicina, nel trattamento delle acque e nell’agronomia. Sørensen ideò la scala di misura l’acidità e la basicità di una soluzione acquosa: le soluzioni con un pH inferiore a 7 sono acide, mentre quelle superiori a 7 sono basiche. Søren Peder Lauritz Sørensen nacque il 9 gennaio 1868 a Havrebjerg, un piccolo paese a ovest di Copenhagen, figlio di un agricoltore. Dai 18 anni di età Sørensen cominciò a frequentare l’Università di Copenhagen: inizialmente voleva intraprendere una carriera nella medicina, ma l’incontro con il chimico S.M. Jørgensen lo convinse a seguire una specializzazione in chimica.
S.P.L. Sørensen e la scala del pH. La storia del chimico danese che introdusse il concetto di pH e la scala di misura di acidità e basicità delle soluzioni.
Fino al 20 luglio 2014 il Palazzo delle Esposizioni di Roma ospita Pasolini Roma, una mostra sul rapporto tra lo scrittore e regista Pier Paolo Pasolini e la città di Roma. Pasolini, che era nato nel 1922 a Bologna e aveva passato la giovinezza tra Bologna e il Friuli, arrivò a Roma con sua madre nel 1950. A Roma costruì il successo del suo lavoro letterario e cinematografico, spesso legandolo alla città, alle sue persone e alla sua cultura, fino a quando fu ucciso al Lido di Ostia nel 1975. La mostra si sviluppa cronologicamente in sezioni progressive attraverso questi 25 anni e contiene moltissimo materiale, anche inedito, tra cui manoscritti originali di sceneggiature, poesie, romanzi, saggi e articoli, corrispondenza con amici, intellettuali e artisti, i disegni e i dipinti di Pasolini, i suoi autoritratti, ma anche la galleria ideale di pittori a lui contemporanei come Morandi, Mafai, De Pisis, Rosai e Guttuso. Oltre alla mostra il Palazzo delle Esposizioni ha programmato una serie di eventi collaterali per approfondire i temi proposti, attraverso proiezioni cinematografiche, concerti e incontri con persone che hanno da raccontare i loro rapporti ed esperienze con Pasolini.
Pasolini e Roma. Le immagini della mostra aperta a Roma sui 25 anni di intenso rapporto di Pasolini con la città.
Ogni anno il New York Times pubblica una lista di dieci libri illustrati per bambini usciti negli Stati Uniti, giudicati i migliori soprattutto dal punto di vista della bellezza e del valore artistico dei disegni. Quest’anno, a causa della pandemia da coronavirus, ha dovuto annullare il premio dedicato a questa categoria di libri che dal 2017 assegnava insieme alla New York Public Library, ma ha comunque messo insieme una lista – di undici invece di dieci. Solo uno è già stato pubblicato anche in italiano, ma in quasi tutti i libri il testo è marginale e facile da capire. Uno è senza parole e si “legge” solo guardando le illustrazioni.
I migliori libri illustrati per bambini del 2020. Secondo il New York Times: ce n'è uno che spiega la Terra, uno sulla balbuzie e uno che racconta senza parole il viaggio di una barchetta di carta.
Dopo un lungo periodo in positivo, i conti per Nintendo rallentano. La società giapponese accusa il colpo con il primo dato annuale in negativo a causa di una parziale flessione nelle vendite della propria console per videogiochi Wii. I profitti sono diminuiti del 36% su base annua attestandosi intorno ai 3,8 miliardi di dollari. Stando alle stime di Nintendo, entro la fine del nuovo anno di riferimento (marzo 2011) saranno vendute 18 milioni di console, un numero inferiore rispetto ai 20,53 milioni di Wii vendute durante l’ultimo anno. La scelta di ridurre sensibilmente il prezzo della console, passata da 250 a 200 dollari, ha consentito alla società di mantenere alto il volume delle vendite nel corso del periodo natalizio evitando una maggiore flessione dei risultati. Le minori vendite, dicono gli analisti, saranno probabilmente compensate dalle prestazioni sul mercato della console portatile DS.
Nintendo rallenta, colpa della Wii. La console inizia a subire la concorrenza, i profitti sono diminuiti del 36% circa.
Facebook sta sperimentando una nuova opzione per gestire meglio la fine di una relazione sul suo social network, suggerendo agli utenti diversi sistemi per avere sotto controllo i post e gli altri contenuti che possono vedere i propri ex. Finora le uniche opzioni disponibili erano non seguire più una persona con cui si è avuta una relazione, rimuoverla dagli amici o – nei casi più drastici – bloccarla completamente in modo da non permetterle di vedere più nulla delle proprie attività su Facebook. Queste opzioni lasciavano comunque riaffiorare vecchi ricordi, per esempio nelle fotografie in cui si era taggati con il proprio partner, visibili a tutti i propri amici. Le nuove opzioni per gestire la fine di una relazione su Facebook vengono mostrate quando si cambia la voce “Situazione sentimentale”, nella sezione “Familiari e relazioni” dell’area “Informazioni” del proprio profilo. Se si era indicata la persona con cui si stava insieme, e questa è presente su Facebook, il sistema propone una serie di strumenti. Il social network propone di lasciare le cose come sono, oppure di oscurare i nuovi post del proprio ex nella sezione “Notizie”: se si sceglie questa opzione, Facebook non suggerirà più il nome di quella persona quando si taggano gli amici nelle fotografie o quando se ne menziona qualcuno nei singoli post.
Facebook aiuta a dimenticare gli ex. Il social network sta sperimentando una serie di opzioni per gestire meglio la fine di una relazione.
Dallo scorso giugno su Instagram c’è un profilo che raccoglie fotografie di posti di tutto il mondo che sembrano essere usciti da un film del regista Wes Anderson, quello di I Tenenbaum, Le avventure acquatiche di Steve Zissou e Grand Budapest Hotel, tra gli altri. L’immaginario di Anderson è molto riconoscibile, per le palette di colori che sceglie per le scenografie e per le inquadrature simmetriche, ad esempio. Il profilo si chiama accidentallywesanderson, è stato ispirato da un subreddit che ha più o meno lo stesso nome e ha più di 84mila seguaci: chiunque può mandare a un indirizzo email immagini di posti che gli ricordano un film di Wes Anderson, perché siano incluse nella raccolta. Wally Koval, il creatore del profilo, ha detto a Vogue che ha cominciato usando le fotografie raccolte su Reddit, ma nel giro di poco tempo hanno iniziato ad arrivargli moltissime altre immagini ogni giorno. Sotto ogni immagine ci sono delle informazioni sul luogo che raffigura e la sua storia.
Il cinema di Wes Anderson che c’è nel mondo. Un account di Instagram raccoglie gran foto simmetriche di posti in tinta pastello, che sembrano usciti da “Moonrise Kingdom”.
La Francia, per decisione del presidente Emmanuel Macron, presterà al Regno Unito l’Arazzo di Bayeux, un tessuto ricamato nell’XI secolo che racconta la battaglia di Hastings e la conquista normanna della Gran Bretagna, condotta da Guglielmo il Conquistatore nel 1066 d.C., ed è considerato un importante documento storico medievale. L’arazzo, lungo 70 metri e alto 50 centimetri, era un’opera di propaganda che voleva legittimare il dominio normanno e instaurare una buona convivenza con gli anglosassoni sottomessi. È la prima volta in 950 anni, scrive il Guardian, che l’Arazzo esce dalla Francia, dov’è conservato nella città normanna di Bayeux. La decisione sarà annunciata da Macron giovedì durante un incontro con la prima ministra britannica Theresa May nell’accademia militare di Sandhurst, e simbolicamente attesterà il forte legame tra i due paesi. Il prestito durerà cinque anni e non si sa ancora dove l’arazzo sarà esposto in Regno Unito. C’erano stati tentativi precedenti di ottenerlo in prestito: nel 1953 per l’incoronazione della regina Elisabetta II, e poi nel 1966 per i 900 anni della battaglia di Hastings. L’Arazzo si è allontanato raramente dalla stessa Bayeux: nel 1803 Napoleone Bonaparte lo fece esporre a Parigi, e nel 1945 fu mostrato al Louvre dopo essere stato sequestrato dai nazisti.
La Francia presterà al Regno Unito il famoso Arazzo di Bayeux.
Questa mattina a Roma c’è una manifestazione di Cgil, Cisl e Uil contro le politiche del governo su lavoro e crescita. È la prima manifestazione a cui partecipano gli iscritti dei tre principali sindacati italiani da sei anni a questa parte. Il corteo è partito intorno alle 9 da piazza della Repubblica e arriverà in piazza San Giovanni. Al termine del corteo sono previsti gli interventi dei segretari dei tre sindacati, tra cui anche il nuovo leader della Cgil Maurizio Landini.
Oggi a Roma c’è una manifestazione di Cgil, Cisl e Uil contro le politiche del governo su lavoro e crescita.
Oggi negli Stati Uniti andrà in onda la 500esima puntata dei Simpson. La serie animata, che negli anni ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo e che Time nel 1999 ha definito “la serie televisiva del secolo”, è stata ideata da Matt Groening e James L. Brooks nel 1986. La prima puntata dei Simpson andò in onda, sempre su Fox, il 17 dicembre del 1989. Durava mezz’ora, formato che per 23 stagioni non è mai stato abbandonato, se si esclude il film prodotto nel 2007. In Italia i Simpson sono arrivati alla 22esima stagione, trasmessa a partire dallo scorso 23 gennaio su Italia Uno e che si concluderà mercoledì prossimo, il 22 febbraio. In occasione del traguardo delle 500 puntate, USA Today ha chiesto a Matt Groening quali fossero secondo lui gli episodi migliori dei Simpson fino a questo momento. Matt Groening ha risposto così. – praticamente ogni episodio con Telespalla Bob.
I migliori episodi dei Simpson. Li ha scelti Matt Groening, che li ha inventati 25 anni fa, oggi che negli Stati Uniti va in onda la cinquecentesima puntata.
Da alcune settimane nel Regno Unito viene osservata con attenzione la variante B.1.617.2 del coronavirus, derivata dalla cosiddetta “variante indiana” ritenuta una delle principali cause della grave ondata di COVID-19 che ha interessato l’India tra aprile e maggio. La variante sta causando un aumento significativo di nuovi casi positivi in alcune aree del Regno Unito e un maggior numero di ricoveri. La campagna vaccinale è a uno stadio relativamente avanzato e dovrebbe consentire di ridurre la portata di un’eventuale nuova ondata, ma ci sono dubbi sulla protezione offerta dai vaccini per chi è ancora in attesa della seconda dose. La variante B.1.617.2 era stata rilevata all’inizio dell’anno e isolata con maggior frequenza a partire da aprile. Era stata poi definita come una “variante d’interesse” dalle autorità sanitarie britanniche e in seguito da altre istituzioni. Dalle analisi sulle sue caratteristiche erano infatti emersi elementi per ritenere che avesse una capacità di diffondersi più velocemente, rispetto alla versione iniziale del coronavirus emersa tra la fine del 2019 e le prime settimane del 2020.
Una variante da tenere d’occhio. B.1.617.2 deriva da quella "indiana" e sta causando un nuovo aumento dei casi nel Regno Unito, ma i vaccini possono evitare il peggio.
È morto a 87 anni lo scrittore e sceneggiatore William Goldman, vincitore dell’Oscar per aver scritto Butch Cassidy e Tutti gli uomini del presidente. Nel primo caso era una sceneggiatura originale, nel secondo una sceneggiatura non originale, scritta a partire dall’omonimo libro dei giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein. Goldman è morto nella sua casa di New York, per le complicazioni dovute a un tumore al colon. Goldman aveva scritto anche le sceneggiature di Detective’s Story, La fabbrica delle mogli, Il maratoneta, La storia fantastica e Misery non deve morire (in alcuni casi adattando per il cinema romanzi di cui era stato autore). Era noto anche per una sua frase spesso citata: «nessuno sa niente», scritta in Adventures in the Screen Trade.
È morto lo scrittore e sceneggiatore William Goldman. Aveva 87 anni, aveva vinto l'Oscar per "Butch Cassidy" e "Tutti gli uomini del presidente" e aveva scritto "Il maratoneta" (libro e film).
La recente squalifica dalla squadra olimpica della velocista statunitense Sha’Carri Richardson, risultata positiva al principio psicoattivo della cannabis (THC), ha reso nuovamente attuale un dibattito laterale ma ricorrente sugli effetti della marijuana in ambito sportivo. Sebbene rientri nella lista di sostanze proibite dall’Agenzia mondiale antidoping (WADA), la marijuana non è generalmente descritta nella letteratura scientifica come una sostanza la cui assunzione da parte degli atleti sia in grado di determinare un miglioramento evidente delle prestazioni fisiche. E ciononostante il consumo di marijuana tra alcuni atleti è una pratica attestata da ricerche specifiche, peraltro limitate e rese più difficili dalle generali proibizioni esistenti in molte parti del mondo. Un libro di prossima pubblicazione, scritto dal giornalista americano Josiah Hesse e intitolato Runner’s High (un riferimento al cosiddetto “sballo del corridore”), descrive e analizza una cultura nascosta dell’uso di marijuana tra gli atleti professionisti, in parte agevolata in tempi recenti dalle progressive legalizzazioni e dall’evoluzione della percezione collettiva riguardo ad alcuni tipi di sostanze stupefacenti.
La marijuana influisce sulle prestazioni sportive? gli studi suggeriscono di no, o che semmai ne determini un peggioramento, ma molti atleti riferiscono di trarne beneficio.
Se in molti si aspettavano che la risposta di Amazon ad Apple per rendere più competitivo il suo Kindle nei confronti di iPad sarebbe stata in termini di arricchimento di funzioni, la prima mossa invece è semplicemente sul piano della convenienza economica, ma è una mossa piuttosto coraggiosa e robusta: da oggi Kindle costa 70 dollari meno, passando da 259 a 189 dollari. Un prezzo che rende la scelta del Kindle vantaggiosissima per chi sia in cerca di un buon lettore di libri e giornali digitali senza ambire all’imbattibile ricchezza di funzioni accessorie di iPad. E senza dimenticare che al momento, e ancora per un bel po’, il catalogo inglese di libri offerto da Amazon sarà irraggiungibile da Apple (sui giornali invece le offerte già si equivalgono, tutto sommato: per gli italiani è anzi più ricca quella di iPad). Ma la scelta di Amazon è diretta con efficacia ancor maggiore al suo concorrente più prossimo, il Nook di Barnes & Noble che aveva appena introdotto un modello solo wi-fi da 149 dollari ma che costa 199 dollari nella versione 3G (come è Kindle) e che dunque a questo punto si trova scavalcato: Kindle cosa 10 dollari meno.
Ora Kindle costa il 27% in meno. In risposta al nuovo economico lettore solo wireless di Barnes and Noble, Amazon porta il suo a 189 dollari: e iPad costa quasi il triplo.
Expo o non Expo, Milano è cambiata tantissimo in termini di architetture, in questo Millennio, con una accelerazione negli ultimi cinque anni. La zona espositiva – la nuova “Fiera” – si trova a nordovest della città, fuori dai suoi confini intuitivi ma in una zona che ormai è in continuità con la città, e collegata dalla stessa metropolitana. Ma intanto, nel vero centro della città le architetture nuove sono tantissime, in una trasformazione che non ha eguali nella storia delle città italiane degli ultimi decenni. Le aree più trasformate sono quella di Porta Nuova (nella zona nord del centro della città) – un vero quartiere ridisegnato, grattacieli a parte – e della vecchia “zona Fiera” dove è finito il primo dei tre grattacieli previsti nel quartiere rinominato “CityLife”. Ma altre costruzioni, torri, edifici sono nati e stanno nascendo in diverse zone della città e ai suoi limiti, come si vede dai luoghi che permettono di osservarne lo skyline, o muovendosi nelle tangenziali che circondano il centro. Un catalogo completo sarebbe molto esteso – ci sono poi stati molti interventi meno “emergenti” e vistosi, anche nelle zone centralissime – e alcuni già ce ne sono: qui abbiamo raccolto una selezione di alcune cose più vistose, per mettere ordine nelle visioni dei milanesi e dare un’idea agli altri. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le ultime architetture di Milano. Mentre a nordovest si preparava Expo, lo skyline del centro di Milano è cambiato tantissimo: un'antologia per milanesi e forestieri.
Padania Classic è un “progetto di ricerca visiva” nato nel 2010 con l’obiettivo di raccontare la Padania, le sue architetture e i comportamenti umani delle persone che ci abitano. Il progetto è stato realizzato dal fotografo e artista Filippo Minelli: negli anni hanno collaborato con lui molti utenti, che hanno postato e condiviso tramite i social e il sito di Padania Classics le loro fotografie. Le immagini raccolte da Minelli documentano “in chiave tragica e ironica” il paesaggio contemporaneo di quell’area del Nord Italia che, scrive il sito, non è formalmente riconosciuta da nessuno ma negli anni si è comunque affermata come “un elemento incredibilmente presente nella routine dei suoi abitanti, riconoscibile sia nel paesaggio che nei comportamenti umani”. Grazie a un progetto di crowdfunding, il sito Padania Classics ha raccolto le sue fotografie e le sue analisi in un libro in vendita online: L’atlante dei classici padani. Il libro ha 720 pagine, circa mille immagini, illustrazioni, infografiche e testi in italiano e in inglese: è edito da Krisis Publishing, il concept e le fotografie sono di Filippo Minelli e i testi di Emanuele Galesi. L’atlante dei classici padani è diviso in 18 capitoli, 12 dei quali sono online in anteprima: dentro si trovano molte cose tipiche della Padania, relative alla sua urbanistica, all’inquinamento, al consumo del suolo, al “fenomeno Lega” e anche alla “simpatica proliferazione di palme nelle nebbiose province” dell’Italia del Nord.
Cos’è la Padania, in un libro. Il progetto Padania Classic ha raccolto nel libro "L'atlante dei classici padani" fotografie e testi su una regione che non esiste ma che tutti conoscono.
Domani il presidente degli Stati Uniti Barack Obama presenterà una nuova imposta sul reddito per le persone che guadagnano più di un milione di dollari all’anno. La nuova tassa viene chiamata legge Buffett in riferimento al miliardario Warren Buffett, che ha più volte denunciato che gli americani più ricchi, come lui, pagano in proporzione molte meno tasse rispetto ai normali lavoratori. Buffett ha spiegato che gran parte dei suoi guadagni deriva dagli investimenti, che sono tassati al 15 per cento – un’aliquota molto bassa – e che in definitiva lui paga meno tasse della sua segretaria, che paga un’aliquota del 35 per cento. La “tassa Buffett” rimedierà a questo squilibrio del sistema fiscale americano, garantendo che i milionari paghino almeno la stessa percentuale di quella pagata dai contribuenti della classe media. La notizia non è ancora ufficiale, è arrivata al New York Times da un funzionario dell’amministrazione che ha aggiunto che Obama non specificherà l’aliquota della nuova tassa né ne quantificherà il gettito. L’imposta riguarda lo 0,3 per cento dei contribuenti, meno di 450.000 persone. I ricavi della nuova tassa serviranno a finanziare l’American Jobs Act, una manovra per rilanciare l’economia americana che prevede circa 450 miliardi di dollari di investimenti in opere pubbliche e incentivi fiscali a famiglie e imprese. Si tratta inoltre un primo passo verso la riforma del sistema fiscale americano e un messaggio lanciato da Obama ai repubblicani e ai suoi elettori: i democratici sono disposti ad accettare tagli ai programmi sanitari come Medicare e al Medicaid per ridurre il deficit ma in cambio chiederanno di alzare le tasse ai più ricchi. Negli Stati Uniti le tasse ai ricchi sono state drasticamente abbassate durante l’amministrazione Bush, e sono tutt’ora terreno di aspro scontro politico (i repubblicani sono contrari tout court a qualsiasi aumento delle tasse).
Obama e le tasse sui ricchi. La Casa Bianca è sul punto di proporre una "legge Buffett" per riequilibrare il sistema fiscale americano, ma i repubblicani non vogliono saperne.
Estate, superi il confine per passare qualche giorno in ferie all’estero, ti ricordi di dover controllare la posta elettronica, ma non c’è una connessione WiFi disponibile e sei costretto a collegarti tramite cellulare: è un attimo, pochi secondi, solo guardare la posta, che sarà mai? Sarà che ti costerà una fortuna. Nonostante l’impegno dell’Unione Europea, che ha posto dei limiti sulle tariffe, il traffico dati in roaming dall’estero costa ancora un capitale e rende la navigazione online un lusso per pochi, disposti a spendere decine di euro per una manciata di megabyte. Gli operatori telefonici si difendono sostenendo che il roaming internazionale richiede costi di gestione molto alti, che inevitabilmente si riflettono sul prezzo finale richiesto ai clienti. L’impressione è che le compagnie lucrino più del dovuto sulle connessioni su rete cellulare dall’estero, condizione che limita le possibilità di comunicazione degli utenti e che costituisce anche un freno non solo per chi vuole rimanere in contatto con gli amici o leggere il Post oltre confine, ma anche per chi è in cerca di affari.
Quanto costa internet in vacanza all’estero. In Europa per una manciata di megabyte si spendono decine di euro e negli Stati Uniti i costi spesso raddoppiano.
Chi vince un Oscar viene invitato a salire sul palco e dire due parole di ringraziamento (davvero due: i tempi sono molto brevi a causa della diretta televisiva), poi viene accompagnato nel backstage, dove si può lasciare andare a reazioni più naturali e in alcuni casi anche meno composte: a Rami Malek, che ha vinto il premio per il Miglior attore, e a Jaime Ray, Miglior cortometraggio per Skin, è venuto da mettersi una mano in fronte, Lady Gaga ha pianto (e dopo l’esibizione con Bradley Cooper avevano ancora cose da dirsi). Poi c’è chi si è fatto baciare e abbracciare, pollici in alto, facce ancora incredule e sorrisi sempre più larghi. Tutti i vincitori degli Oscar 2019
Nel backstage degli Oscar. Dove chi ha appena vinto un premio può lasciarsi andare a festeggiamenti meno composti e ordinati.
Cosa sarà è la serie di incontri online sull’”autunno che ci aspetta” organizzata dal festival Pensavo Peccioli, che avrebbe dovuto tenersi lo scorso marzo ed è stato rinviato a causa del coronavirus. Il Post è partner del progetto e ospiterà le dirette delle conversazioni in streaming ogni giorno: venerdì alle 18,30 Chiara Alessi intervista Marta Barone.
Cosa sarà, con Marta Barone. Un appuntamento del festival online di cui il Post è partner, con un ospite al giorno.
La Ocean Sole è una società di Nairobi, in Kenya, che si occupa di ottenere nuovi oggetti riciclando i materiali. È specializzata nel riciclo delle infradito (in inglese “flip-flop”) che vengono trasformate in giocattoli per bambini. La storia dell’azienda, che oggi impiega diverse decine di persone, è iniziata nel 1997 sull’isola di Kiwayu, parte dell’arcipelago di Lamu, nell’Oceano Indiano e di competenza del Kenya. Le sue spiagge erano ricoperte di rifiuti e tra questi c’erano centinaia di infradito portate a riva dalle correnti oceaniche. I ragazzini del luogo le usavano per costruirsi giocattoli improvvisati, e la naturalista di origini keniane Julie Church suggerì di ripulire le spiagge e riciclare i rifiuti in modo organizzato. Negli anni seguenti, grazie ad alcuni grandi ordini da parte del WWF e di altre organizzazioni naturalistiche, i costruttori di giocattoli dalle infradito si sono fatti conoscere in giro per il mondo.
I giocattoli fatti con le infradito. Una società di Nairobi le ricicla per farne elefanti, giraffe e decorazioni.
Mercoledì 9 ottobre aprirà la Fiera del Libro di Francoforte, la più importante in Europa: per i primi tre giorni potranno visitarla solo librai, studenti, professori e giornalisti, mentre dal 12 al 13 ottobre sarà aperta al pubblico. La fiera è stata organizzata per la prima volta nel 1976, mentre dal 1988 viene organizzata una volta all’anno. Durante ogni edizione viene inoltre deciso di approfondire la letteratura di un paese in particolare: quest’anno è stata scelta la letteratura brasiliana, mentre nel 2014 la fiera si occuperà di quella finlandese. Nel 2012 parteciparono alla fiera quasi 300 mila visitatori. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Mercoledì inizia la Fiera del Libro di Francoforte. È la più grande d'Europa e fino all'11 ottobre sarà aperta solo agli addetti ai lavori: le foto.
Martedì scorso la Camera dei deputati ha approvato all’unanimità una mozione parlamentare che, senza nessun valore vincolante e in mezzo a molte altre voci, cita in un breve passaggio la possibilità di creare dei titoli di stato di piccolo taglio, detti “minibot”, come strumento di pagamento dei debiti e dei crediti della pubblica amministrazione. Di per sé è una notizia che potrebbe non dire molto, ma se ne parla da giorni per diversi motivi: i minibot infatti sono un vecchio cavallo di battaglia di Claudio Borghi, principale consigliere economico della Lega, che li ha sempre descritti come lo strumento da usare per prepararsi all’uscita dall’euro; in secondo luogo la mozione è stata approvata con i voti, tra gli altri, di Partito Democratico e +Europa, a quanto si capisce per via di un’incomprensione. Cos’è una mozione parlamentare La prima cosa da chiarire è che una mozione parlamentare è uno strumento con cui una delle due camere dà un indirizzo al governo, di fatto suggerendogli di legiferare in un certo senso o di comportarsi in un certo modo. Non ha però nessun valore vincolante, quindi concretamente i minibot non sono più vicini oggi di ieri.
Cos’è questa storia dei “minibot”, da capo. Cosa sono, quali sono le critiche, cosa dice la mozione parlamentare che li ha riportati in auge e perché il PD l'ha votata (pentendosene).
La casa editrice Taschen ha pubblicato una monografia dedicata al fotografo francese Robert Doisneau – uno dei più popolari e amati del Novecento – curata da Jean Claude Gautrand, tra i più importanti esperti francesi di fotografia, a sua volta fotografo e amico di Doisneau. Il libro raccoglie oltre 400 immagini ed è il più esaustivo pubblicato finora sull’artista: comprende le sue fotografie più famose, come Il bacio all’Hotel de Ville, e composizioni meno conosciute, a volte inedite, che raccontano semplici gesti e scene di vita quotidiana. Le immagini sono accompagnate da citazioni del fotografo, mentre la prefazione è stata scritta dalle figlie, Francine Deroudille e Annette Doisneau. Il libro è distribuito in Italia nell’edizione multilingue italiano, spagnolo, portoghese. Insieme a Henri Cartier-Bresson, Doisneau è stato un pioniere del fotogiornalismo ed è diventato famoso negli anni soprattutto per le foto scattate in strada. Nacque a Gentilly nel 1912 e rimase orfano a 7 anni. Dopo aver studiato litografia, a ventidue anni venne assunto da Renault come fotografo industriale, ma venne presto licenziato perché arrivava spesso al lavoro in ritardo. Nel 1939 iniziò a lavorare per l’agenzia fotografica Rapho, dove rimase per circa cinquant’anni nonostante le pressioni di Henri Cartier-Bresson per convincerlo a passare alla sua agenzia, Magnum Photos. Raccontò la Seconda guerra mondiale lavorando dal fronte e una volta terminata, tornò a Parigi dove, negli anni Cinquanta e Sessanta, si dedicò soprattutto alla fotografia di strada: i suoi servizi vennero pubblicati su prestigiose riviste come Life e Vogue.
Il libro più completo su Robert Doisneau. Pubblicato da Taschen, raccoglie oltre 400 immagini del fotografo francese, tra i più popolari e apprezzati di sempre.
Mercoledì il consiglio d’amministrazione di Fiat Chrysler Automobiles N.V. (FCA) – la società di diritto olandese con domicilio fiscale nel Regno Unito nata il 12 ottobre 2014 dall’unione dei produttori automobilistici Fiat e Chrysler – si è riunito per la prima volta nella sua nuova sede di Londra, nel West End, e ha preso decisioni molto importanti per il futuro del gruppo, di cui fanno parte i marchi Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Abarth, Maserati, Ferrari, Chrysler, Dodge, Mopar, RAM, SRT e Jeep. I provvedimenti approvati dal consiglio di amministrazione di FCA sono tre: separare Ferrari dal gruppo; quotare sulla borsa di New York (e forse in una borsa europea) il 10 per cento delle azioni di Ferrari; vendere cento milioni di azioni di FCA ed emettere un prestito obbligazionario a conversione obbligatoria con scadenza nel 2016 del valore di 2,5 miliardi di dollari, pari a circa due miliardi di euro. Con queste operazioni finanziarie Sergio Marchionne, amministratore delegato di FCA, ha detto agli analisti che il gruppo prevede di guadagnare circa quattro miliardi di euro, che serviranno per finanziare parzialmente i 48 miliardi di euro d’investimenti che FCA aveva annunciato il 6 maggio scorso, in occasione della presentazione del piano industriale fino al 2018. Nello specifico, sembra che i quattro miliardi saranno spesi per rilanciare la produzione Alfa Romeo negli stabilimenti italiani: quello di Cassino, dove verrà costruita la nuova berlina Alfa Romeo Giulia, e quello di Mirafiori, dove dalla fine del 2015 sarà prodotto il SUV Maserati Levante e in un secondo tempo un crossover Alfa Romeo.
Perché Ferrari sarà scorporata da Fiat. Le decisioni prese ieri da Sergio Marchionne e da FCA, spiegate ai non addetti ai lavori.
È una delle immagini più famose del Novecento, quella in cui Tommie Smith e John Carlos si trovano sul podio dei 200 metri alle Olimpiadi a Città del Messico, il 16 ottobre 1968, con i pugni alzati, i guanti neri (simbolo del black power), i piedi scalzi (segno di povertà), la testa bassa e una collanina di piccole pietre al collo (“ogni pietra è un nero che si batteva per i diritti ed è stato linciato”). Smith e Carlos facevano parte dell’Olympic Project for Human Rights («Perché dovremmo correre in Messico solo per strisciare a casa?» sta scritto sul manifesto di quegli atleti) e decisero di correre alle Olimpiadi nonostante il 4 aprile Martin Luther King fosse stato assassinato (e molti altri atleti avessero deciso di non partecipare). Tommie Smith arrivò primo (stabilendo il nuovo record mondiale dei 200 metri), Carlos terzo.
La storia della foto di Tommie Smith e John Carlos. Gianni Mura racconta cosa accadde dopo la famosa premiazione del 1968 alle Olimpiadi di Città del Messico.
Da un paio di giorni diversi giornali italiani parlano con preoccupazione e allarmismo di una presunta campagna dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’agenzia dell’ONU che si occupa di salute, contro “parmigiano, prosciutto crudo, olio e altre eccellenze italiane”, per usare le loro parole. L’OMS, hanno riportato questi giornali, avrebbe paragonato questi prodotti all’alcol e al fumo, e starebbe pensando a tassazioni speciali e all’imposizione di etichette simili a quelle delle sigarette. Non c’è niente che sostenga questa teoria, e l’OMS ha smentito la notizia, che però nel frattempo era stata riportata dai principali giornali italiani con sensazionalismo e toni polemici, e commentata da ministri, politici e associazioni di categoria: che di fatto hanno protestato e annunciato barricate per una notizia che non sembra avere nessun tipo di fondamento. La polemica è cominciata per via di un articolo del Sole 24 Ore pubblicato in prima pagina martedì, intitolato: “Onu, agroalimentare sotto accusa. «Parmigiano e olio come il fumo»”. Nel pezzo non c’è nessuna indicazione sulla provenienza del virgolettato. L’articolo comincia dicendo che «il parmigiano reggiano, il Prosciutto di Parma, ma anche la pizza, il vino e l’olio d’oliva. Tutti rischiano di fare la fine delle sigarette: tassati, e con tanto di immagini raccapriccianti sulle confezioni per ricordare che “nuocciono gravemente alla salute”». Secondo l’articolo, queste possibilità sarebbero in discussione all’OMS in vista di un’assemblea dell’ONU – in programma a New York per il prossimo settembre – sulle malattie non trasmissibili.
L’ONU non ha dichiarato nessuna guerra ai prodotti italiani. E i responsabili della diffusione della notizia infondata – commentata con sdegno da politici e associazioni di categoria – sono i giornali.
Prendi l’iPod, lo colleghi al tuo computer, aspetti, fai partire iTunes, aspetti, scegli i brani musicali che vuoi portare con te, li carichi, aspetti, scolleghi tutto e sei infine pronto per partire dopo aver consumato un bel po’ di tempo. Possibile non esista un sistema più comodo per avere sempre con sé la propria musica preferita? Quelli di Google si sono posti la domanda e sono arrivati a una semplice soluzione: Internet. L’idea è quella di offrire uno spazio online agli utenti dove caricare i propri file musicali, che possono poi essere riprodotti in streaming sui computer e gli smartphone compatibili. In pratica, il motore di ricerca vuole applicare anche alla fruizione della musica la logica del cloud computing. Nel “cloud computing” le risorse come i programmi e i file vengono messe a disposizione in una “nuvola” dalla quale attingere, e dunque possono essere utilizzate da computer e altri dispositivi senza che siano fisicamente presenti sugli stessi. Un esempio familiare può essere quello di Google Docs: il servizio per creare e modificare i documenti è messo a disposizione online e non richiede alcuna installazione sul proprio computer, funziona all’interno del browser.
Musica e nuvole. Google lascia capire di voler dare battaglia a iTunes, grazie al cloud computing.
Franco Venturini sul Corriere della Sera affronta una questione sollevata lunedì dal Financial Times: e cioè se davvero Federica Mogherini, ministro degli Esteri italiano, possa essere considerata “filo-russa” e se questo può rappresentare un ostacolo nella sua eventuale nomina ad alto rappresentare europeo per la politica estera. La settimana scorsa Mogherini ha invitato Vladimir Putin a un incontro a Milano ed è stata di recente al Cremlino, dove ha incontrato il ministro degli Esteri Sergei Lavrov per parlare, tra le altre cose, del controverso progetto del gasdotto South Stream. In generale le sue posizioni sono piuttosto “realiste”, almeno per come le aveva descritte in una lunga intervista al Foglio: Mogherini pensa che con la Russia serva “il dialogo” e che sull’Ucraina “non si può ragionare solo parlando di buoni e cattivi”. Il nostro ministro degli esteri Federica Mogherini è impegnata in una azione di lobbying a difesa della Russia di Putin, o sono in corso pressioni in Europa e sull’Europa per metterla in cattiva luce e impedire così che assuma la carica di Alto rappresentante per la politica estera nella Commissione di Bruxelles che vedrà la luce nei prossimi giorni? Se dovessimo affidarci alla lettura del Financial Times che lunedì dedicava ben due articoli alla questione e in uno di essi sposava la prima tesi, diremmo che è la seconda ad essere più vicina al vero.
Federica Mogherini è “filorussa”? franco Venturini affronta le accuse contro il ministro degli Esteri italiano, a cui suggerisce di stare alla larga dall’Unione Europea.
Il 23 maggio di ottant’anni fa l’auto su cui si trovavano Bonnie Parker e Clyde Barrow, i due criminali che passarono alla storia semplicemente come Bonnie & Clyde, fu colpita da una raffica di proiettili su una strada della Louisiana, vicino a Bienville, durante un’imboscata della polizia (qui l’articolo del New York Times di quel giorno sulla loro morte). L’auto, una Ford, era stata rubata un mese prima in Kansas. La popolarità di Bonnie e Clyde, gli anni della loro fuga e la Ford su cui vennero uccisi – che è ora esposta al Whiskey Pete Casino, in Nevada – divennero una leggenda già negli anni Trenta: non tanto per i crimini commessi dai due, molti dei quali si rivelarono falsi, così come vari dettagli raccontati dai giornali dell’epoca su di loro (la promiscuità sessuale tra Bonnie e i componenti della banda, mai confermata, fu una di queste, o il fatto che la donna fosse descritta come una sanguinaria assassina, mentre pare non impugnò mai un’arma per uccidere qualcuno), bensì perché sembravano amarsi “nel bene e nel male”, sembravano intoccabili e furono gli obiettivi di una delle “cacce all’uomo” più spettacolari della storia americana.
La vita e la morte di Bonnie e Clyde. La storia della leggendaria coppia di criminali e innamorati americani, che furono uccisi dall'FBI ottant'anni fa.
Teniamo gli occhi aperti soprattutto sulla Libia, dove ieri sono cominciate le operazioni delle forze internazionali contro Gheddafi sulla base del mandato dell’ONU. E non perdiamo di vista il Giappone, ché questo potrebbe essere il giorno decisivo: se i sistemi di raffreddamento a Fukushima saranno riattivati, tireremo tutti un bel sospiro di sollievo. Stando a quel che sappiamo, insomma, sarà una giornata particolarmente intensa e occupata da un sacco di cose. Intanto, di seguito trovate gli articoli che sono stati più letti sul Post della settimana scorsa: è una selezione molto condizionata dal disastro in Giappone, e ci mancherebbe altro. Buona domenica, noi siamo qui. – Cosa vuol dire che si è spostato l’asse terrestre, articolo chiarificatore di una cosa ripetuta con troppa vaghezza dai media – Come funziona una centrale nucleare, altro tentativo di rendere chiara una cosa piuttosto complessa – I nostri gemelli malvagi, fotogallery bella e un po’ inquietante – Tutte le balle del ministro Gelmini, un po’ di fact-checking sull’intervista del ministro a Che tempo che fa – Il Giappone dall’alto, foto satellitari del disastro
Sunday Post. Tredici cose che forse vi siete persi dal Post di questa settimana.
Oggi, venerdì 20 settembre, partirà da Tromsø, in Norvegia, la più grande missione di esplorazione scientifica artica della storia, con un obiettivo molto particolare. A bordo del rompighiaccio tedesco Polarstern, un sacco di scienziati di 19 paesi diversi si dirigeranno verso il mare di Laptev, al largo delle coste siberiane, si piazzeranno su una banchisa di ghiaccio e si lasceranno trasportare dalle correnti marine per un anno o forse qualcosa di più, per condurre una lunga serie di studi che ci diranno qualcosa di più sugli effetti del riscaldamento globale sul Circolo Polare Artico. Today is #MOSAiC's start date – stay tuned! #MOSAiCexpedition #Arctic #IceDrift pic.twitter.com/KVQL7KxuBP
Questa nave sta andando a intrappolarsi nel ghiaccio. La Polarstern è partita con decine di scienziati a bordo per farsi trasportare per un anno dalle correnti, nella più importante missione artica di sempre.
La Commissione giustizia del Senato ha approvato ieri la riforma della legislazione sul condominio, che modifica molte norme e introduce molte novità in questioni controverse e da tempo causa di liti e cause legali. È un ambito che interessa moltissimi italiani: secondo alcune stime, circa la metà della popolazione italiana vive in condominio. In concreto, le modifiche sono soprattutto a una serie di articoli del codice civile, che modificano soprattutto le norme intorno alla figura dell’amministratore (a cui si richiedono precisi requisiti e maggiori obblighi, oltre ad essere “licenziabile” in tempi più rapidi) la gestione economica e i quorum delle assemblee di condominio. La commissione parlamentare l’ha approvata in sede deliberante o legislativa: questo significa che, dopo la firma del presidente della Repubblica e la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, diventerà legge senza essere passata da un voto del Parlamento. È una modalità di approvare le leggi a cui si ricorre relativamente di rado, visto che ha bisogno di un ampio accordo tra i partiti in commissione. Le nuove norme entreranno in vigore sei mesi dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.
La riforma dei condomini in 6 punti. Che cosa cambia con le nuove norme approvate ieri per gli amministratori, le assemblee, il riscaldamento e gli animali in casa.
È una raccolta assolutamente autunnale quella degli animali che valeva la pena fotografare negli ultimi sette giorni: piena di zucche e decorazioni di Halloween messe a disposizione degli animali negli zoo e dei colori tipici della stagione, che ricorrono nell’acqua del lago dove plana un cormorano, nella luce di Francoforte mentre un cane attraversa i binari della metropolitana, nel pelo degli Oranghi di Sumatra e di un gibbone ma anche dei cavalli islandesi e di un ragno sulla sua ragnatela. Concludiamo infine con due classici: uno scoiattolo su un ramo e un cane che gioca con le foglie secche di un parco. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Weekly Beasts. Animali buffi con zucche o in colori autunnali, dato che siamo nel pieno della stagione.
La scorsa settimana si è parlato molto di una delle varie conseguenze dei grossi incendi in Australia: la morte di un gran numero di animali selvatici. Non si sa quanti siano gli animali morti, ma è certo che gli incendi hanno avuto – e avranno ancora – un grosso impatto sugli ecosistemi australiani, anche per quanto riguarda alcuni animali che, diversamente dai koala e dai vombati, hanno ricevuto poca attenzione mediatica: per esempio gli onicofori, che sono animali piuttosto interessanti per quanto poco noti. Gli onicofori sono gli appartenenti al phylum Onychophora e si dividono in almeno 180 specie diverse, che si trovano in America centrale e meridionale, nell’estremo sud dell’Africa, nel sud-est asiatico e in Oceania. Per farla semplice: assomigliano ai bruchi, hanno due antenne e per catturare le loro prede (sono carnivori e mangiano insetti) usano una bava appiccicosa che sparano da due protuberanze che hanno sopra alla bocca.
Non pensate solo ai koala, in Australia soffrono anche i bruchi spara-bava. Cioè gli onicofori, una delle specie animali che potrebbero essere state molto colpite dagli incendi.
Di foto scattate con i droni ne abbiamo viste così tante ormai che a volte serve davvero qualcosa di insolito per stupirci: Abstract Aerial Art è un progetto così, realizzato dai fratelli britannici Mike e JP Andrews. Le foto della serie sono state tutte scattate utilizzando un drone e mostrano parti del pianeta difficili da identificare o da riconoscere: per la somma di colori e le contrapposizioni di forme si avvicinano più a dei quadri astratti che alla fotografia paesaggistica. Lo scopo degli Andrews è di mostrare il mondo da una prospettiva diversa, che in pochi hanno la possibilità di vedere. Nessuna foto è stata modificata dopo lo scatto, per mostrare il mondo esattamente com’è, senza filtri o alterazioni. La storia di Abstract Aerial Art inizia nel 2016, quando i due fratelli comprarono un biglietto di sola andata per l’Australia: visitarono il paese per sei mesi e poi tornarono nel Regno Unito, per riprendere la loro vita quotidiana da dove l’avevano lasciata. Ma non andò così. Dopo una discussione al pub, decisero di acquistare un drone e tornare in Australia, di nuovo con un biglietto di sola andata. Atterrarono a Sydney, comprarono un’auto di seconda mano e iniziarono il loro viaggio in cui filmarono e fotografarono dall’alto le parti più remote e sconosciute del paese. Poco dopo si resero conto di aver accumulato un gran numero di immagini totalmente inusuali, e da lì nacque l’idea di riunirle per creare il progetto Abstract Aerial Art.
Il mondo dall’alto sembra un quadro astratto. Siamo ormai abituati alle foto aeree scattate coi droni, ma queste sono diverse.
Sul Corriere della Sera di oggi, Luigi Ferrarella ha scritto un duro articolo contro quelli che ritiene responsabili di non opporsi a sufficienza al ministro dell’Interno Matteo Salvini, diventato in breve tempo il membro più incisivo e popolare del governo Conte a fronte di spregiudicatezza e forzature soprattutto sui migranti. Ferrarella spiega che molti di quelli che stanno intorno a Salvini – fra alleati politici, magistrati e giornalisti – sono restii a criticarlo perché temono di perdere qualcosa: chi i voti e il consenso e chi i lettori, per esempio. Il Consiglio dei ministri sostituito da un solo politico che su Facebook ne sequestra le determinazioni, persone private della libertà senza base legale e soltanto su imposizione di un vicepremier anche ai suoi gregari alleati, e «strappi» istituzionali continuamente allargati a forza di scavalcare il premier, sbeffeggiare il presidente della Camera, sfidare il capo dello Stato, minacciare i magistrati, insultare gli avversari: il problema ormai non è più Matteo Salvini, è chi non tira una riga sotto le ribalderie del ministro dell’Interno.
Salvini non è colpa di Salvini. Ma di alleati politici, magistrati e giornali che non gli vanno contro perché temono di perdere qualcosa, scrive Luigi Ferrarella.
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Una canzone degli Aluminum Group. È troppo grande la città, ma più allegramente e con un gusto per il design.
Lo spot del vino Tavernello con la collaborazione ampiamente sottolineata del “Professor Tini dell’Università di Bologna” e degli “Studenti di enologia dell’Università di Bologna”, aveva fatto discutere già a gennaio quando aveva cominciato a circolare. Una campagna in video fino al 23 gennaio che «vuole sfatare il luogo comune per cui il vino nel tetrapak è di scarsa qualità: l’università nello spot ha una funzione di garante», puntualizza Piero Reinerio, direttore creativo di Armando Testa, l’ agenzia che firma la campagna. Le aziende ci mettono il prodotto, l’ ateneo il suo marchio e l’ autorevolezza. Una forma di co-branding, che si affaccia negli spot televisivi – è il terzo caso in pochi mesi – e può diventare per gli atenei una nuova frontiera per trovare fondi per la ricerca. «Se l’ azienda è valida – dice Tini – che male c’ è? Il consorzio è un nostro partner e finanzia ogni anno una borsa di studio». Ma accostare un ateneo a un prodotto commerciale può avere qualche controindicazione. Dario Braga, prorettore alla ricerca dell’ università di Bologna, avverte: «Questa collaborazione non è priva di rischi: l’ utilizzo del marchio deve avere un ritorno d’ immagine anche per l’ ateneo, può essere un modo per avvicinarsi alla gente se attraverso la pubblicità riesce a divulgare al grande pubblico i risultati di una ricerca. Ma il suo uso deve avere anche un ritorno di risorse da reinvestire in ricerca: solo così ha senso partecipare agli spot». L’ attività per conto terzi dell’ ateneo di Bologna ha raggiunto i 20 milioni di euro nel 2009. Gli spot tv sono il passaggio finale, quello più visibile. È andato in onda fino a un mese fa quello del dentifricio Biorepair («il primo ri3,4 para-smalto», diceva) della Coswell. Nato da una ricerca universitaria. In video a spiegare la scoperta di nuovo un docente: Norberto Roveri, che dirige il Lebsc del dipartimento di Chimica dell’università felsinea.
Alma Mater Tavernella. Uno spot del vino nel cartoccio in onda da mesi suscita nuove critiche in rete: l'Università di Bologna si è svenduta?.
Aggiornamento: il direttore del Tg2 Mario Orfeo ha scritto una replica difendendo il servizio su Newsweek. – — –
Il Tg2 spiega Newsweek sull’Italia. Come ripulire una notizia dalle accuse a Berlusconi e al maschilismo italiano.
La domanda non è stupida come potrebbe sembrare e ha dietro di sé una storia di tutto rispetto. C’è chi se l’è posta in filosofia, a partire dall’antichità, e chi ha cercato una risposta da un punto di vista scientifico. È nato prima l’uovo o la gallina? Il problema Quello dell’uovo e della gallina è un ragionamento circolare. Le galline depongono le uova, quindi un uovo non può esistere senza una gallina. Ma le galline nascono dalle uova e dunque non possono esistere senza presupporre che prima ci fosse un uovo. Da qui deriva un regresso all’infinito in cui le conclusioni richiamano le premesse e le premesse richiamano le conclusioni. Si arriva dunque all’impossibilità apparente di dare una risposta, visto che né l’uovo né la gallina possono esistere senza l’altro.
È nato prima l’uovo o la gallina? la domanda è meno stupida di quanto sembri, ha una storia di tutto rispetto e soprattutto una risposta definitiva.
Facebook ha aggiunto alla sua app per smartphone una nuova opzione, chiamata “Doodle”, che permette di disegnare su un’immagine prima di pubblicarla sul social network. Per accedere alla nuova funzione basta caricare una fotografia attraverso la classica icona della macchina fotografica, toccare l’opzione “Modifica” e infine dalla barra inferiore con le varie opzioni scegliere la voce “Doodle”, quella con l’icona di una matita. A questo punto si può scrivere e disegnare sull’immagine: sulla destra una barra colorata permette di scegliere il colore, mentre facendo scorrere il dito verso sinistra sullo schermo si può impostare lo spessore del tratto.
Come disegnare sulle foto di Facebook, dall’app. Adesso si possono aggiungere scritte e scarabocchi alle immagini prima di pubblicarle tramite l'app per smartphone, più o meno come accade su Messenger.
Il 21 ottobre del 1959, 60 anni fa, venne inaugurato a New York il Guggenheim, museo dedicato all’arte moderna e contemporanea tra i più importanti al mondo, da subito ammirato soprattutto per essere un’opera d’arte in sé. L’edificio venne infatti disegnato dall’architetto Frank Lloyd Wright, che impiegò 15 anni per progettarlo; venne inaugurato a sei mesi dalla sua morte e a 10 da quella del collezionista Solomon Guggenheim, suo committente insieme a Hilla von Rebay, la direttrice della Fondazione S. Guggenheim, nata nel 1937. La forma esterna, in cemento bianco, corrisponde alla rampa a spirale che percorre i sei piani all’interno fino alla cupola in vetro e le opere sono esposte in nicchie e gallerie lungo i muri della spirale. È quasi un «tempio, puro e astratto» e anche per questo privo di gallerie e grandi spazi per gli archivi. È facile immaginare la meraviglia che provocò allora, quando nessuno aveva mai visto niente di simile, tanto che alcuni temevano che la struttura avrebbe sovrastato le opere d’arte stesse; Wright spiegò invece di averla progettata perché si accompagnasse con i quadri esposti in una «sinfonia bella e ininterrotta come mai accaduto prima nel mondo dell’arte».
Il Guggenheim quando nacque. L'edificio disegnato dall'architetto Frank Lloyd Wright fu inaugurato il 21 ottobre del 1959 e divenne subito il museo più opera d'arte del mondo.
Questa notte sono stati consegnati i Grammy, i più importanti premi dell’industria discografica statunitense, tradizionalmente considerati da molti una specie di Sanremo della musica americana: una baracconata poco indicativa del reale stato della musica pop, insomma. Nella cerimonia, che si è svolta al Madison Square Garden di New York ed è stata condotta da James Corden, l’artista che ha vinto i premi più importanti è stato il cantante Bruno Mars: il suo disco 24K Magic ha vinto come miglior registrazione dell’anno e come disco dell’anno, e “That’s What I Like” ha vinto come canzone dell’anno. Kendrick Lamar, il rapper più celebrato degli ultimi anni e arrivato alla cerimonia di stasera come favorito, ha vinto cinque premi, ma principalmente nella categoria del rap: il suo disco DAMN è stato votato migliore disco rap, la canzone “HUMBLE” ha vinto come migliore performance rap e migliore canzone rap, mentre “LOYALTY”, cantata insieme a Rihanna, ha vinto come migliore performance rap. Alessia Cara, 21enne cantante R&B canadese di origini italiane, ha vinto il premio come migliore nuova artista, mentre il britannico Ed Sheeran ha vinto il premio per la migliore performance pop solista (per la canzone “Shape of You”) e per il miglior disco pop, con ÷.
Grammy 2018: le foto più belle. Bruno Mars ha vinto i premi più importanti, mentre Kendrick Lamar e Ed Sheeran sono i vincitori delle categorie rap e pop.
Questa settimana la maggior parte delle persone che valeva la pena fotografare si trovava in Europa, capovolgendo lo stereotipo per cui gli eventi più importanti si svolgono tra Hollywood e New York: molte celebrities americane erano tra Parigi e Milano per le settimane della moda, dove si sono viste, tra le altre persone, anche Rihanna, Kendall Jenner, Michelle Rodriguez, Jada Pinkett Smith ed Heidi Klum. Molti altri personaggi noti, invece, erano a Zurigo per lo Zurich Film Festival: si sono visti Christian Slater e Rami Malek – che hanno presentato la serie tv Mr Robot – Ellen Page, Barbara Bouchet e Christoph Waltz, che ha assistito ad una proiezione speciale di Inglourious Basterds. Infine, Miley Cyrus è stata ospite del programma di Jimmy Fallon (vestita più sobriamente del solito), mentre alla cancelliera Angela Merkel è stato regalato un piccolo ippopotamo di plastica prima di una seduta del parlamento tedesco, e lei è sembrata molto contenta del regalo ricevuto. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Miley Cyrus vestita in modo molto sobrio, Angela Merkel con un piccolo ippopotamo ed Ellen Page a Zurigo, tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana.
I Daft Punk hanno messo in vendita sul loro sito alcuni nuovi gadget promozionali del disco Random Access Memories, pubblicato ormai quasi un anno fa: gli oggetti, come anche le loro immagini promozionali, sono molto anni Settanta (il disco stesso si ispira a canzoni e sonorità dell’epoca). Fra magliette varie e cinture c’è anche un poster che piacerà agli impallinati di Guerre Stellari. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
I gadget anni Settanta dei Daft Punk. E anche le immagini promozionali sono molto anni Settanta: si possono comprare online e c'è anche una sorpresa per i fan di Guerre Stellari.
È stato diffuso il primo trailer di About Ray, film diretto dalla regista Gaby Dellal e con Elle Fanning (nel ruolo del protagonista), Naomi Watts e Susan Sarandon, tra gli altri. Il film racconta la storia di Ray, un ragazzo transgender che prima si chiamava Ramona, e del suo rapporto con la madre, il padre e la nonna. Il film uscirà negli Stati Uniti il 18 settembre.
Il trailer di “About Ray”, il film su un adolescente transgender. Con Elle Fanning, Naomi Watts e Susan Sarandon: uscirà negli Stati Uniti il 18 settembre.
Se oggi Berlusconi vuole difendere il diritto alla privacy a tutti i costi, un articolo di Repubblica ricorda quando fu lui a installare misure di sorveglianza — nascoste ai dipendenti — nella villa ad Arcore: due radiomicrofoni e due miniregistratori che si attivavano al primo rumore. La decisione, almeno stando alle motivazioni ufficiali, venne presa in seguito al sospetto che tra lo staff del presidente ci fosse una talpa, che avrebbe passato informazioni riservate ai giornalisti. Chi è senza intercettazioni scagli la prima pietra. E infatti risulta che anche Silvio Berlusconi, oggi campione di garantismo e difensore della privacy, intercettava. Per non dire che spiava suoi dipendenti e i suoi ospiti per telefono e dal vivo, tanto ad Arcore che a palazzo Grazioli.
“Chi è senza intercettazioni scagli la prima pietra”. Repubblica ricorda le cimici che Berlusconi fece installare ad Arcore.
È uscito mercoledì per Feltrinelli il libro Indagine sul ventennio di Enrico Deaglio, giornalista, conduttore televisivo e scrittore. Deaglio lo definisce “l’ennesimo sfogo di una persona anziana, prevenuta e abbastanza amareggiata“, e dice di averlo scritto per descrivere cosa è stato il ventennio berlusconiano, dalla “discesa in campo” di Berlusconi nel 1994 ad oggi. Il libro alterna il racconto di Deaglio a dodici interviste a testimoni molto diversi tra loro – Silvia Ballestra, Ivan Carozzi, Mario Deaglio, Andrea Jacchia, Gad Lerner, Fausto Melluso, Peppino Ortoleva, Marcelle Padovani, Romano Prodi, Massimo Recalcati, Roberto Saviano e Adriano Sofri – ognuno dei quali racconta le sue impressioni su questi venti anni dal suo particolare punto di osservazione. ***
Il mausoleo di Berlusconi. La storia del monumento funebre ad Arcore, raccontata da Enrico Deaglio nel suo nuovo libro sul "ventennio".
Il prossimo 7 dicembre – il giorno prima delle primarie del Partito Democratico – si svolgeranno le primarie per la scelta del nuovo segretario federale della Lega Nord: le prime nella storia del partito, le prime in cui a votare il segretario saranno direttamente tutti gli iscritti (senza passare dall’elezione di delegati attraverso congressi locali). I “precandidati”, quelli che ieri hanno consegnato i moduli e sono stati ammessi dal comitato esecutivo, sono cinque: il requisito fondamentale era una “anzianità di militanza” nel partito di almeno dieci anni consecutivi. Chi sono i cinque candidati a segretario della Lega: dentro ogni foto ci sono informazioni e storie.
Le primarie della Lega. Chi sono i candidati che il 7 dicembre – un giorno prima delle primarie del PD – si contenderanno la successione a Maroni, tra indipendentisti e vecchie conoscenze.
Nel 2015 fanno l’Expo a Milano, lo saprete. Che cosa sia effettivamente l’Expo è già un tema un po’ più scivoloso. Siamo edotti su tutta una serie di polemiche politiche e retroscena economici – gli appalti, le infiltrazioni criminali, il doppio stipendio di Stanca, eccetera – ma cosa sarà l’Expo è una cosa un po’ più sfuggente. Si chiama “esposizione universale” e avrà luogo fisicamente vicino Rho, dove sono dislocati i padiglioni espositivi della nuova fiera milanese. Una fiera, quindi? Tipo, ma grande. Una fiera delle fiere, diciamo: una fiera universale. Con ricadute su tutta la città e finanziamenti destinati a interventi urbani di ampio respiro. Il tema sarà “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” (così, con le maiuscole). Si tratta di un calderone da riempire, e non abbiamo ancora capito bene come. Oggi sul Giornale qualche idea – “dieci idee”, dice il titolo – ci viene data da Massimiliano Finazzer Flory, assessore alla cultura di Milano. L’articolo merita di essere ripreso e raccontato per alcune espressioni quantomeno bizzarre (una soprattutto: ci arriverete) e perché in generale rappresenta un esempio di un certo tipo di retorica – in questo caso nella sua forma più tipicamente milanese – per cui si mettono in fila una serie di espressioni più o meno abusate, a cominciare da “creatività” e “innovazione” e tutte le loro declinazioni, ma alla fine non si capisce bene di cosa sia parlato. La premessa dell’articolo è che
“Popolo e vip fianco a fianco”. L'Expo 2015 "spiegata" oggi sul Giornale dall'assessore alla cultura di Milano.
Asterios Polyp di David Mazzucchelli è il graphic novel dell’anno per la giuria di Lucca Comics and Games, la rassegna italiana dedicata al fumetto che si è conclusa il 1 novembre. Al libro di Mazzucchelli è stato assegnato il premio Gran Guinigi per la miglior storia lunga pubblicata in Italia nel 2011. Asterios Polyp era uscito nel 2009 negli Stati Uniti ed era stato molto celebrato per la “complessa struttura narrativa, un disegno meticoloso di grande rigore, molte trovate formali e un racconto pieno di idee e riflessioni”. La storia parla di un architetto in crisi di invecchiamento, di identità e di senso, le cui riflessioni sono arricchite da frequenti riferimenti colti e quasi filosofici.
Asterios Polyp è il miglior graphic novel dell’anno. Almeno per la giuria della mostra del fumetto di Lucca, e l'autore ha scritto per ringraziare (paragonandosi ai Milli Vanilli). Sul Post le tavole del libro.
Il sito Gawker.com – il più importante sito della società Gawker Media – chiuderà la prossima settimana, dopo quasi 14 anni di attività. La decisione è stata annunciata il 18 agosto, due giorni dopo che Univision Communications Inc. – la società editoriale che possiede Univision, il più importante canale tv statunitense in lingua spagnola – ha vinto l’asta per l’acquisto del gruppo editoriale Gawker Media. Univision ha comprato Gawker Media in un’asta che si è aperta dopo che a giugno il gruppo aveva dichiarato bancarotta, una decisione dovuta soprattutto alla condanna a pagare un risarcimento di circa 125 milioni di euro all’ex wrestler Hulk Hogan: il processo era iniziato dopo che il sito aveva ottenuto e pubblicato parti di un video in cui lo si vedeva avere un rapporto sessuale con la moglie di un suo amico. https://t.co/yE7pAOS19e to end operations next week: https://t.co/LnvG0ZmD9I
Il sito Gawker chiuderà la prossima settimana. Esiste dal 2002 ed è stato molto letto, ma ha anche fatto cose controverse e discutibili: e due giorni fa la società che lo controlla è stata venduta.
Luigi Di Magistris, ex magistrato oggi sindaco di Napoli, è stato condannato mercoledì 24 settembre in primo grado a un anno e tre mesi di reclusione per abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta “Why Not”. De Magistris, che al tempo dell’inchiesta era pubblico ministero, è accusato di aver ottenuto illegittimamente i tabulati telefonici di alcuni parlamentari, senza averne l’autorizzazione: per lui e per Gioacchino Genchi, consulente informatico, è stata anche decisa l’interdizione dai pubblici uffici per un anno, con la condizionale. Stando alla cosiddetta legge Severino – la legge sulle incandidabilità e incompatibilità che ha determinato tra le altre cose la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore – Luigi De Magistris dovrebbe essere sospeso dall’incarico di sindaco di Napoli. De Magistris ha contestato l’eventuale applicazione della legge Severino e, per il momento, rifiutato di considerare la possibilità delle dimissioni. Dall’inizio L’inchiesta “Why Not” si è conclusa lo scorso ottobre con l’assoluzione in Cassazione di tutti i principali imputati: fu l’inchiesta più famosa di De Magistris e secondo molti analisti e osservatori contribuì alla caduta del governo Prodi nel gennaio del 2008. L’inchiesta riguardava la gestione dei fondi pubblici della Calabria: tra gli altri portò sotto indagine proprio il presidente del Consiglio, Romano Prodi, insieme all’allora presidente della Calabria, Agazio Loiero, e all’allora ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Le indagini dell’inchiesta “Why Not” si chiusero alla fine del 2008, quando per Prodi e Mastella la procura generale chiese l’archiviazione: non c’erano elementi sufficienti nemmeno per arrivare ad aprire il processo. Nel frattempo erano successe parecchie cose: l’inchiesta era stata tolta a Luigi De Magistris, spostato da Catanzaro a Napoli, e presa d’autorità dalla procura generale di Catanzaro. Poi era entrata in gioco la magistratura di Salerno, che era arrivata a sequestrare gli atti dell’inchiesta di Catanzaro: la procura campana indagava su presunte manovre per fermare le indagini di De Magistris. Del conflitto tra le due procure si occuparono il Consiglio superiore della magistratura – che aprì un procedimento disciplinare contro De Magistris – e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Luigi De Magistris si deve dimettere? no, salvo che dopo la condanna non decida come altri nella sua situazione: però la legge Severino prevede che venga sospeso, e lui non ne vuole sapere.
Mercoledì 8 gennaio 63 autisti dell’Azienda Napoletana Mobilità, l’azienda municipale dei trasporti a Napoli, si sono rifiutati di uscire dal deposito per far circolare i mezzi pubblici, sostenendo che i veicoli avessero dei problemi. L’azienda sostiene però che i mezzi non avessero nessun problema – «sono quelli che circolano ogni giorno a Napoli, che hanno regolare idoneità da parte della motorizzazione e vengono costantemente manutenuti» – e che il rifiuto degli autisti, che ha provocato la sospensione di metà delle linee di autobus della città, creando grossi disagi, fosse una ritorsione per un’ispezione avvenuta lunedì notte in un parcheggio dei mezzi pubblici. Durante quell’ispezione, come scrive il Mattino citando una nota dell’azienda, «il personale ispettivo […] ha trovato una porta chiusa con un lucchetto. Scassinata la porta, gli ispettori si sono trovati davanti una stanza arredata con un divano, una scrivania e una credenza. Si tratta di un piccolo vano al piano terra del Parcheggio Brin che l’autista aveva arredato a sua stanza personale e di cui aveva le chiavi. Nel prosieguo dell’attività ispettiva, l’autista è stato trovato mentre dormiva nell’autobus, mentre avrebbe dovuto essere in strada a copertura del turno delle 3.10 del mattino».
Sono giorni particolari per i trasporti pubblici a Napoli. Un'ispezione ha scoperto un autista che dormiva invece di lavorare, in una stanza che si era ricavato nel parcheggio degli autobus: ed è solo una tra tante.
Qualche giorno fa sono stati annunciati i vincitori di un famoso premio di fotografia, Photo Contest 2012, aperto a tutti e promosso dal mensile National Geographic. Grazie alla sua natura di premio rivolto ai lettori, le immagini inviate sono state più di 22.000 e provenivano da più di 150 paesi. Il vincitore del concorso di quest’anno è Ashley Vincent, tailandese, con un’immagine intitolata The Explosion!, che mostra la tigre Busaba mentre si scrolla nello zoo safari di Khao Kheow. Le categorie per presentare le proprie immagini erano tre: Persone, Luoghi, Natura. Oltre alle tre foto vincitrici nelle tre categorie, sono state assegnate menzioni d’onore e premi dal pubblico per le immagini. Le fotografie vincitrici saranno pubblicate nel prossimo numero della rivista.
I vincitori del Photo Contest 2012 del National Geographic. 12 belle fotografie tra le finaliste del concorso della celebre rivista.
Twitter ha smentito che la rimozione degli account fake dal social network abbia un impatto significativo sui numeri e sul traffico della piattaforma, come aveva sostenuto un articolo uscito sul Washington Post. L’articolo sosteneva che Twitter avesse sospeso più di 70 milioni di account falsi durante maggio e giugno, più del doppio che nei mesi precedenti, e che questo avesse provocato un calo degli utenti attivi mensili nel secondo trimestre dell’anno. «Gli account che cancelliamo non contribuiscono al nostro traffico, perché non sono attivi da almeno trenta giorni, o perché li rimuoviamo non appena vengono creati», ha detto Ned Segal, chief financial officer della società. Dopo l’articolo del Washington Post, il titolo di Twitter aveva perso valore in borsa. Da più di due anni Twitter è oggetto di forti pressioni – dagli azionisti e dalla stampa – perché intervenga per contenere la diffusione di notizie false e insulti da parte di troll, account falsi o controllati da software (bot).
Twitter ha smentito che la rimozione di bot e account fake riduca il traffico sul social network.
Il ministero dell’Interno francese ha diffuso oggi un’applicazione per smartphone che invia notifiche nel caso di attentati terroristici in corso. L’app si chiama SAIP (Système d’alerte ed d’information des populations) ed è stata messa a disposizione in tempo per gli Europei di calcio, che inizieranno il prossimo 10 giugno in Francia. Nelle ultime settimane i servizi segreti di diversi paesi hanno segnalato la possibilità che si verifichino attentati nel paese durante l’evento sportivo, consigliando di rafforzare le misure di sicurezza e di controllo. SAIP funziona su iOS e Android, è disponibile in francese e in inglese e può essere scaricata da tutti senza limitazioni, quindi anche dalla versione italiana di Apple Store e di Google Play. L’idea è di fornire uno strumento che possa usare chiunque si trovi in territorio francese, e non solo per Euro 2016. L’applicazione è molto essenziale e serve sia per ricevere notifiche circa particolari emergenze, direttamente dalle istituzioni e quindi in modo affidabile, sia per leggere consigli di vario tipo su come affrontare un attentato e mettersi al sicuro. Dopo l’installazione, SAIP chiede di accedere alla posizione geografica della persona che la sta usando, in modo da inviarle notifiche solo se si verifica un’emergenza in quel posto. L’app dà inoltre la possibilità di aggiungere una decina di altri luoghi in giro per la Francia, in modo da ricevere notifiche nel caso di attentati o crisi di altro tipo dove abitano amici, familiari o conoscenti. Le notifiche non fanno emettere suoni o produrre vibrazioni allo smartphone, in modo da rendere meno identificabile una persona se si è nascosta durante un attacco.
Il governo francese ha fatto un’app di allerta per gli attentati. Invia notifiche e consigli a chi si trova in un luogo in cui è in corso un attacco terroristico ed è stata diffusa in tempo per Euro 2016.
Aggiornamento di martedì 13 ottobre: la Camera dei deputati ha approvato la nuova legge sulla cittadinanza con 310 voti a favore, 66 contrari e 83 astenuti. Il testo passa ora all’esame del senato. ***
Cosa dice la nuova legge sulla cittadinanza. È in discussione alla Camera e introduce la possibilità di ottenere la cittadinanza in seguito a un certo percorso scolastico e una forma di "ius soli".
In Emilia Romagna le scosse di terremoto sono continuate anche la scorsa notte, anche se meno violente rispetto ai giorni scorsi. Secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), dalle 23 di ieri fino alle 10 di questa mattina sono state registrate 16 scosse, tutte intorno alla magnitudo 2 della scala Richter, con un massimo di 2,4. Gli epicentri sono stati tutti localizzati nel modenese, soprattutto tra Mirandola e Finale Emilia. Le scosse della scorsa notte non avrebbero causato feriti né danni. Oggi, intanto, è previsto a Bologna un concerto di solidarietà per le popolazioni colpite dal terremoto in Emilia diretto da Claudio Abbado. Domani, invece, il governo italiano dovrebbe firmare l’ordinanza che permetterà agli studenti delle zone più colpite dal terremoto in Emilia di sostenere gli esami di Stato affrontando solo le prove orali, senza gli scritti, come del resto è stato già fatto a L’Aquila nel 2009.
Le notizie di oggi sul terremoto. La scorsa notte ci sono state più di dieci piccole scosse tra Mirandola e Finale Emilia, mentre la Protezione Civile ha pubblicato una lista di FAQ.
Vent’anni fa oggi uscì un disco a cui potreste essere molto affezionati, se siete nati tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta: il 30 novembre 1999 uscì …Squérez?, il primo e unico disco pubblicato dalla più famosa boy band nella storia della musica italiana, i Lunapop, e uno dei più grandi successi della musica italiana del tempo. Vendette moltissimo, per qualche anno fu ovunque e ancora oggi ha un discreto fascino sugli adolescenti di vent’anni fa. Proprio come molte boy band, solo uno dei componenti dei Lunapop ha fatto il botto dopo esserne uscito – e che successo – ma dalla pubblicazione del disco sono passati vent’anni: per ricordarne l’anniversario abbiamo messo insieme venti cose riguardo ai Lunapop, al loro unico disco, e a tutto quello che ci girò intorno. 1. Cosa significa Squérez Come spiegava il sito ufficiale della band, di cui si trovano alcune tracce grazie a WayBack Machine, per i Lunapop significava «merda: più nello specifico, la “squerranza” sarebbe traducibile letteralmente in “cacca sciolta”. Merda è anche l’augurio che si scambiano vicendevolmente gli attori al debutto in uno spettacolo teatrale. Anche per questo i Lùnapop, al loro debutto discografico, decisero di intitolare l’album così». In alcune zone del Nord Italia, in effetti, la diarrea viene anche chiamata squaraus.
Venti cose su “Squérez”. Il 30 novembre del 1999 uscì il primo e unico disco dei Lunapop, la più famosa boy band nella storia della musica italiana, e fu un enorme successo.
Un anno fa, e in occasione della pubblicazione del suo quinquennale e decimo aggiornamento, l’Enciclopedia Treccani ha inserito tra le proprie parole l’acronimo LGBTQIA+. La singola voce è poi diventata un ebook per la nuova collana Echi di Treccani Libri che da oggi, giovedì 24 giugno e fino a fine mese, è possibile scaricare gratuitamente. Sia la voce dell’Enciclopedia che il libro sono firmati da Lorenzo Bernini, docente di Filosofia politica all’Università di Verona, dove ha fondato il Centro di ricerca PoliTeSse-Politiche e Teorie della Sessualità, che adesso dirige. Entrambi – voce e libro – raccontano un pezzo di cosa sia stato e di cosa sia oggi il movimento internazionale delle cosiddette minoranze sessuali, ricostruendo le tensioni che nell’ultimo secolo e mezzo lo hanno attraversato, e ancora lo attraversano. Ma smontano anche le approssimazioni e le cose non vere che stanno intorno a quella sigla, che racchiude temi di cui si sta parlando parecchio anche in questi giorni, tra il mese del Pride, le ingerenze vaticane sul ddl Zan e le polemiche attorno alla nuova legge ungherese che vieta di affrontare temi legati all’omosessualità in contesti pubblici frequentati dai minori.
Storie e lotte dentro l’acronimo LGBTQIA+. Raccontate dalla persona che ne ha scritto la voce per l’Enciclopedia Treccani.
Nella notte la nave Ocean Viking delle ong Sos Mediterranée e Medici Senza Frontiere ha soccorso 50 persone che si trovavano su un gommone nel mar Mediterraneo, in acque internazionali al largo della Libia. È il primo grosso salvataggio di migranti che avviene nel Mediterraneo, non lontano dall’Italia, dall’insediamento del nuovo governo: è quindi il primo caso in cui il governo dovrà decidere che atteggiamento avere nei confronti delle navi delle ong. Tra le persone soccorse dalla Ocean Viking ci sono 12 minorenni e una donna incinta; le operazioni di soccorso per portare a bordo della nave i migranti sono durate tre ore. BREAKING:@SOSMedItalia e @MSF_Sea hanno soccorso 50pers. da un gommone in pericolo nelle acque int. a largo della #Libia. Ci sono volute 3 ore per completare le operazioni. 12 bambini sotto i 18 anni e una donna incinta sono fra le persone in salvo a bordo della #OceanViking pic.twitter.com/ttnFWWmjwy
Sos Mediterranée ha soccorso 50 persone al largo della Libia. Tra loro ci sono 12 minorenni e una donna incinta, il nuovo governo italiano dovrà decidere che fare.
È morto a 73 anni il chitarrista Peter Green, che nel 1967 fu tra i fondatori della rock band dei Fleetwood Mac e compose alcuni dei loro primi successi prima di lasciare la band nel 1970. La notizia della morte di Green è stata data dalla sua famiglia, con un comunicato dei loro avvocati. Green, originario di Londra, era considerato uno dei più importanti chitarristi della sua generazione e di sempre. Nel 1966, Green aveva preso il posto di Eric Clapton nei John Mayall & the Bluesbreakers – quando Clapton aveva lasciato la band per formare i Cream – e tre anni dopo fondò con il batterista Mick Fleetwood la band inizialmente nota come Peter Green’s Fleetwood Mac. A loro si aggiunse poi anche il bassista John McVie e negli anni successivi i Fleetwood Mac ottennero i loro primi successi con canzoni come Albatross, Man of the World e Oh Well. Nel 1970, citando problemi di salute mentale, Green lasciò la band e continuò a suonare prevalentemente come solista, con successi minori.
È morto a 73 anni Peter Green, che fu tra i fondatori dei Fleetwood Mac.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera. La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina account. Qui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: qui sotto, online sul Post, c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di William Shatner. Certe volte non è neanche necessario "cantarle".
Franco Cardini è un grandissimo storico e saggista, uno dei più importanti medievisti del mondo, noto anche “al grande pubblico” per le sue apparizioni televisive da osservatore della politica italiana e da intellettuale di destra eterodosso. È nato nel 1940 e compirà settant’anni tra due mesi. Dopodomani, invece, compie settant’anni Francesco Guccini, che è quindi quasi suo coetaneo: e sulla prima pagina del Secolo oggi Cardini celebra sia il cantautore di cui seguì i concerti con un gruppo di fan di destra, “brutti anatroccoli”, sia un suo amico d’infanzia che frequentò sul “grande spiazzato erboso davanti alla chiesa, a Pàvana”, chiedendosi se siano – come immagina – la stessa persona. Chissà se Francesco, un ragazzo della mia età (tutti e due del ’40: nato il 14 giugno lui, d’agosto, il 5, io…) si ricorda del ragazzo fiorentino, “villeggiante” – una parola modesta, che allora, nell’immediato dopoguerra, sembrava evocar sontuose permanenze… – che giocava con lui a biglie di vetro e che lo accompagnava per le passeggiate nei boschi. Magro anche lui, un po’ più alto di me, con un cognome di quelli toscoemiliani dalla desinenza in -ini, come il mio. Mi sono chiesto spesso se quel Francesco abiti ancora là, se sia ancora vivo e in buona salute: se soprattutto sia proprio lui, quel Francesco da Pàvana divenuto poi poeta e bevitore, bandiera di chi “non ci stava” tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, che non ha mai fatto i soldi ma che perdinci nessuno come lui riusciva a riempire nelle notti d’estate la Piazza Maggiore di Bologna, là “tra la Via Emilia e il West”. E nessuno come lui riesce ancora a esprimer quel che ci sentiamo dentro, la rabbia e la delusione, l’amore e la speranza.
“Ti ricordi di Franco da Firenze?”. Lo storico Franco Cardini cerca il suo amico d'infanzia Francesco Guccini, dalle pagine del Secolo, alla vigilia del loro settantesimo compleanno.
Negli ultimi mesi sono circolate sui giornali italiani diverse ipotesi – surreali e tecnicamente impossibili – riguardo una candidatura di Silvio Berlusconi alle elezioni europee, nonostante fosse chiaro fin dall’inizio che l’articolo 4 della cosiddetta “legge Severino” prevede l’incandidabilità di un condannato alla carica di membro del Parlamento europeo. Da alcuni giorni l’attenzione dei media è tornata su una seconda ipotesi, per ora altrettanto priva di fondamento: che alle stesse elezioni, per assicurare che il cognome “Berlusconi” rimanga come capolista, Forza Italia decida di candidare uno dei figli o una delle figlie di Silvio Berlusconi. Quella che segue è allora una piccola guida per orientarsi nella famiglia dell’ex PresdelCons e cercare di capire cosa fanno e chi sono i figli di Berlusconi, oltre a essere figli-di-Berlusconi. Bisogna prima sapere però che Berlusconi si è sposato due volte: la prima nel 1965 con Carla Elvira Dall’Oglio, la seconda nel 1990 con Veronica Lario (da cui ha divorziato nel febbraio di quest’anno). Dal primo matrimonio sono nati Maria Elvira, conosciuta da tutti come Marina, nel 1966, e Piersilvio nel 1969; dal secondo Barbara (1984), Eleonora (1986) e Luigi (1988). Tutti lavorano e sono nella dirigenza delle aziende di famiglia.
Guida alla famiglia Berlusconi. Visto che si parla tanto di candidature di figli e figlie, sarà il caso di orientarsi.
Jacob Weisberg ha 50 anni ed è il capo dello Slate Group, la casa editrice che controlla Slate e Foreign Policy. Le succose informazioni contenute nei documenti sottratti illegalmente a Sony in seguito all’attacco informatico di cui ora si ritiene responsabile la Corea del Nord sono state estesamente riportate da giornali e quotidiani online. Sony ha assunto il superavvocato David Boies per provare a rimettere il dentifricio dentro al tubetto. Durante lo scorso weekend Boies ha chiesto che le testate giornalistiche smettessero di fare articoli sul materiale rubato. Altrimenti, ha avvisato, potrebbero essere ritenuti responsabili di un danno finanziario.
I documenti rubati a Sony sono come le foto rubate a Jennifer Lawrence. Non sono di pubblico interesse, sostiene l'editore di Slate, e quindi le testate non dovrebbero raccontare il loro contenuto.
Da lunedì 7 novembre è disponibile un nuovo aggiornamento di Gmail per iOS, il sistema operativo di Apple per iPhone e iPad, annunciato da Google come “il più grande rinnovamento dell’applicazione degli ultimi quattro anni”. Le novità sono per lo più di tipo estetico, ma ci sono anche alcuni aspetti tecnici interessanti: gli utenti riceveranno l’aggiornamento con il prossimo aggiornamento automatico delle loro app di Google. Una delle novità più importanti è il tasto “Annulla Invio” (Undo Send), utile per quelle volte in cui ci si rende conto di stare inviando un messaggio alla persona sbagliata solo dopo aver premuto invia: con il nuovo tasto si avranno alcuni secondi per rimediare. Il tasto è per il momento un’esclusiva per iOS, non essendo ancora disponibile per Android.
L’aggiornamento di Gmail per iOS. È il più importante degli ultimi anni e tra le altre cose aggiunge il tasto "Annulla invio", che probabilmente vi salverà la vita almeno una volta.
Netflix ha abolito in Italia il mese di prova gratuita che era in precedenza disponibile per i suoi abbonati. Non c’è un comunicato ufficiale a riguardo, ma lo spiega il centro assistenza, aggiungendo che per gli abbonati è comunque possibile disdire in ogni momento il proprio abbonamento. La differenza è che ora un abbonato che dovesse disdire il proprio contratto entro il primo mese dovrà comunque pagarlo (il prezzo minimo è di 7,99 euro al mese). Netflix ha detto che sta facendo dei test in diversi paesi europei per capire cosa fare con il mese di prova gratuito, e che i cambiamenti di queste settimane potrebbero non essere definitivi. Qualche giorno fa Netflix aveva annunciato che da maggio avrebbe alzato negli Stati Uniti il costo dell’abbonamento per la maggior parte dei suoi utenti, ma per ora non ci sono notizie simili riguardanti l’Italia.
Su Netflix Italia non è più possibile avere un mese di prova gratuita.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 21.994 nuovi casi positivi da coronavirus e 221 morti a causa della COVID-19. Le persone attualmente ricoverate sono 15.366 (1.085 in più rispetto a ieri), di cui 1.411 nei reparti di terapia intensiva (127 in più di ieri) e 13.955 ricoverate con sintomi (958 in più di ieri). Sono stati analizzati 174.398 tamponi e testate 106.346 persone. È risultato positivo il 12,6 per cento dei tamponi di cui è stato comunicato il referto. Ieri i contagi registrati erano stati 17.012, i decessi 141. !function(){"use strict";window.addEventListener("message",(function(a){if(void 0!==a.data["datawrapper-height"])for(var e in a.data["datawrapper-height"]){var t=document.getElementById("datawrapper-chart-"+e)||document.querySelector("iframe[src*='"+e+"']");t&&(t.style.height=a.data["datawrapper-height"][e]+"px")}}))}();
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, martedì 27 ottobre.
Il 30 gennaio 1931 a Los Angeles, in California, ci fu l’anteprima di Luci della città: scritto, diretto, prodotto e interpretato da Charlie Chaplin, che ne compose anche le musiche. Chaplin, allora poco più che trentenne, già era tra le persone più famose al mondo; e lo era anche l’uomo che lo accompagnò a quell’anteprima: il fisico Albert Einstein, che ancora era cittadino tedesco e aveva conosciuto Chaplin durante un tour degli Universal Studios, diventandone amico. Albert Einstein e Charlie Chaplin a Los Angeles nel 1931 (AP Photo)
“Luci della città”, novant’anni fa. Fece ridere e fece piangere, e la scena più famosa richiese a Charlie Chaplin settimane di lavoro e centinaia di tentativi.
Grazie alla sua interpretazione di Giorgio VI nel film Il discorso del re, Colin Firth ha da poco vinto l’Oscar come miglior attore protagonista. Il film si occupa della balbuzie che impediva al sovrano di tenere discorsi pubblici e al suo rapporto con il logopedista che lo aiutò a superare il problema. La balbuzie viene studiata da secoli e non è ancora del tutto chiaro quali siano le cause scatenanti, come spiegano sull’Economist. Nel corso degli anni la balbuzie è stata attribuita a diverse cause. Nel secondo secolo Galeno la ricondusse alla secchezza della lingua. Nel diciassettesimo, Francis Bacon disse che era colpa della lingua troppo rigida. Nel ventesimo, l’abbandono da parte dei genitori e anche il sesso orale non realizzato ebbero il loro momento di fama (Il discorso del re, attribuisce il problema alla psicologia). I metodi suggeriti erano i più disparati. Galeno pensava che l’avvolgere la lingua in un panno intriso di succo di lattuga potesse aiutare. Bacon suggeriva il vino. In epoca vittoriana l’uso del bisturi. Gli psichiatri il divano. Niente di tutto ciò ha funzionato (film a parte).
Gli studi sulla balbuzie. Il film con Colin Firth premiato con quattro Oscar ha riportato l'attenzione sui disordini della parola: a che punto è la ricerca.
Diverse testate giornalistiche americane hanno scritto che, negli Stati Uniti, le imprese faticano sempre più a trovare lavoratori. Questo fatto, dovuto in parte alla pandemia da coronavirus e in parte a cause già esistenti, sta facendo guadagnare potere contrattuale ai dipendenti nei confronti dei datori di lavoro e implica non soltanto, come prevedibile, che gli stipendi stiano generalmente aumentando (in alcuni settori più che in altri), ma anche che le imprese siano sempre più disposte a scendere a patti sulle condizioni contrattuali, concedendo ai dipendenti più flessibilità in termini di orari, più lavoro da casa, più bonus e più possibilità di formazione, come ha scritto il New York Times. Grazie alla rimozione delle restrizioni imposte per contrastare la pandemia, in molti settori le società hanno ricominciato a cercare lavoratori per riprendere le proprie attività a pieno ritmo: a fine aprile, ultimo mese per cui abbiamo il dato, negli Stati Uniti c’erano 9,3 milioni di posizioni aperte, un massimo storico. Allo stesso tempo però, riempire le posizioni vacanti è diventato sempre più difficile benché il numero di disoccupati consentirebbe (in linea puramente teorica) di occuparle: a maggio c’erano per l’appunto 9,3 milioni di individui in cerca di un impiego, il 5,8 per cento della forza lavoro – cioè l’insieme delle persone in età lavorativa che hanno un’occupazione (occupati) o la stanno cercando (disoccupati).
Negli Stati Uniti il mercato del lavoro sta cambiando, a favore dei lavoratori. Aumentano gli stipendi e migliorano le condizioni per molte categorie, mentre in Europa è più complicato.
Una delle telecamere ad alta definizione montate sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ha ripreso la penisola italiana illuminata di notte, con all’orizzonte la Luna che sorge e si riflette nel Mediterraneo. La ISS si trova in orbita a circa 400 chilometri di distanza dalla Terra e ospita a bordo 6 persone, che eseguono esperimenti di vario tipo e lavori di manutenzione nell’ambito della sperimentazione sugli effetti della microgravità sull’organismo umano per periodi di tempo di sei mesi. Tra gli astronauti attualmente a bordo della ISS c’è anche l’italiana Samantha Cristoforetti. (il video non ha audio)
L’Italia di notte con la Luna che sorge, vista dallo Spazio. In un timelapse registrato da una delle telecamere ad alta definizione a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Il 2019 potrebbe essere l’anno in cui le entrate mondiali da abbonamenti a servizi di streaming supereranno quelle dei biglietti venduti nei cinema di tutto il mondo: e anche se non dovesse succedere nel 2019, tutto fa pensare che succederà entro i prossimi due o tre anni al massimo. Lo streaming a pagamento vale già alcune decine di miliardi di dollari ed è in gran crescita: sempre più persone hanno smartphone, tablet e smart tv di qualità sempre maggiore, e le connessioni internet stanno migliorando in tutto il mondo. Ma quanto ancora? Ci aspetta un futuro di abbonamenti a cinque, sette, dieci servizi diversi per ascoltare musica e vedere film e serie tv? Lo streaming a pagamento (quelli bravi dicono SVOD, “subscription video on demand”) è una torta economicamente sempre più grande e invitante. Da anni la fetta più grande ce l’ha Netflix, che ci ha creduto prima e più di tutti, ma ora altre potenti aziende vogliono prendersi la loro fetta: di recente si è parlato molto di Disney e Apple, che quest’anno lanceranno i loro servizi SVOD, ma non sono le sole. La torta diventerà ancora più grande, insomma, ma chissà come saranno le fette: tutto lascia però pensare che tra il 2020 e il 2021 il settore dello streaming a pagamento cambierà molto.
Per quanto streaming c’è posto? netflix comanda il mercato, ma deve – e dovrà – difendersi dalla concorrenza di società con cui nessuno vorrebbe competere: Amazon, Apple e Disney.
La pubblicazione negli Stati Uniti di una nuova ricerca sul presunto legame tra uso dei cellulari e rischio di sviluppare il cancro ha riaperto l’annoso dibattito sugli effetti dei telefonini sulla salute, mai dimostrati con certezza in decenni di ricerche e sperimentazioni. Il nuovo studio è stato diffuso dal National Toxicology Program, un gruppo di lavoro delle autorità sanitarie statunitensi, e riguarda una serie di sperimentazioni sui ratti che hanno sviluppato tumori al cervello e al cuore dopo essere stati esposti a radiazioni elettromagnetiche come quelle prodotte dai cellulari. La ricerca ha già ricevuto critiche di vario tipo per i suoi risultati, ritenuti poco convincenti e probabilmente viziati dal modo in cui è stata condotta la sperimentazione. Cosa dice lo studio I ricercatori hanno messo i ratti in alcuni contenitori dove sono stati esposti a vari livelli di radiazioni, per circa nove ore al giorno per tutto il tempo dell’esperimento. L’esposizione è iniziata prima che nascessero, attraverso le madri, ed è proseguita fino al loro secondo anno di età. Per lo stesso periodo di tempo sono stati allevati altri ratti senza esporli alle onde elettromagnetiche, in modo da avere un gruppo di controllo.
C’è un nuovo controverso studio su cellulari e cancro. È basato su esperimenti di laboratorio sui ratti, ma ci sono molti dubbi sull'affidabilità dei suoi risultati.
Isocrate, uno dei più famosi oratori dell’antica Grecia, è l’autore del testo uscito alla seconda prova della maturità di quest’anno per gli studenti del liceo classico. Il brano scelto fa parte dei paragrafi 34, 35 e 36 dell’orazione Sulla pace, pronunciata attorno al 355 a. C, in cui – semplificando molto – Isocrate invita gli ateniesi a non fidarsi di coloro che fanno pressioni per far tornare Atene una potenza “imperiale” (anche se la prima parte del testo è un’introduzione molto più generica sulla giustizia). Il testo greco si può trovare qui, mentre più sotto trovate la traduzione in italiano. ὁρῶ γὰρ τοὺς μὲν τὴν ἀδικίαν προτιμῶντας καὶ τὸ λαβεῖν τι τῶν ἀλλοτρίων μέγιστον ἀγαθὸν νομίζοντας ὅμοια πάσχοντας τοῖς δελεαζομένοις τῶν ζώων, καὶ κατ᾽ ἀρχὰς μὲν ἀπολαύοντας ὧν ἂν λάβωσιν, ὀλίγῳ δ᾽ ὕστερον ἐν τοῖς μεγίστοις κακοῖς ὄντας, τοὺς δὲ μετ᾽ εὐσεβείας καὶ δικαιοσύνης ζῶντας ἔν τε τοῖς παροῦσι χρόνοις ἀσφαλῶς διάγοντας καὶ περὶ τοῦ σύμπαντος αἰῶνος ἡδίους τὰς ἐλπίδας ἔχοντας. καὶ ταῦτ᾽ εἰ μὴ κατὰ πάντων οὕτως εἴθισται συμβαίνειν, ἀλλὰ τό γ᾽ ὡς ἐπὶ τὸ πολὺ τοῦτον γίγνεται τὸν τρόπον. χρὴ δὲ τοὺς εὖ φρονοῦντας, ἐπειδὴ τὸ μέλλον ἀεὶ συνοίσειν οὐ καθορῶμεν, τὸ πολλάκις ὠφελοῦν, τοῦτο φαίνεσθαι προαιρουμένους. πάντων δ᾽ ἀλογώτατον πεπόνθασιν ὅσοι κάλλιον μὲν ἐπιτήδευμα νομίζουσιν εἶναι καὶ θεοφιλέστερον τὴν δικαιοσύνην τῆς ἀδικίας, χεῖρον δ᾽ οἴονται βιώσεσθαι τοὺς ταύτῃ χρωμένους τῶν τὴν πονηρίαν προῃρημένων. ἠβουλόμην δ᾽ ἄν, ὥσπερ πρόχειρόν ἐστιν ἐπαινέσαι τὴν ἀρετήν, οὕτω ῥᾴδιον εἶναι πεῖσαι τοὺς ἀκούοντας ἀσκεῖν αὐτήν: νῦν δὲ δέδοικα μὴ μάτην τὰ τοιαῦτα λέγω. διεφθάρμεθα γὰρ πολὺν ἤδη χρόνον ὑπ᾽ ἀνθρώπων οὐδὲν ἀλλ᾽ ἢ φενακίζειν δυναμένων, οἳ τοσοῦτον τοῦ πλήθους καταπεφρονήκασιν ὥσθ᾽, ὁπόταν βουληθῶσι πόλεμον πρός τινας ἐξενεγκεῖν, αὐτοὶ χρήματα λαμβάνοντες λέγειν τολμῶσιν ὡς χρὴ τοὺς προγόνους μιμεῖσθαι, καὶ μὴ περιορᾶν ἡμᾶς αὐτοὺς καταγελωμένους μηδὲ τὴν θάλατταν πλέοντας τοὺς μὴ τὰς συντάξεις ἐθέλοντας ἡμῖν ὑποτελεῖν.
La traduzione della versione di Isocrate uscita alla maturità. È tratto dall'orazione "Sulla pace", scritta in greco antico, che parla di concetti astratti come giustizia e ipocrisia: il testo in greco e la traduzione in italiano.
In un’intervista alla rivista People la regista e sceneggiatrice Shonda Rhimes, creatrice delle serie tv Grey’s Anatomy, Scandal e Le regole del delitto perfetto, ha raccontato come ha lavorato con Hillary Clinton per la realizzazione del breve film sulla sua vita che è stato mostrato durante l’ultima serata della convention del Partito Democratico statunitense, il 28 luglio. Il video, che dura circa 12 minuti e ha come voce narrante quella dell’attore Morgan Freeman, ha introdotto il discorso finale di Hillary Clinton. È tradizione che il discorso del candidato sia preceduto da un video che racconti la sua vita (qui c’è quello di Barack Obama per la convention del 2008) e per fare quello su Clinton Rhimes ha intervistato Bill Clinton per tre ore e Obama per 40 minuti. Oltre a loro nel video parlano Betsy Ebeling, amica di Hillary Clinton da quando le due avevano 11 anni, Debbie St. John, una donna sopravvissuta all’11 settembre, e John Dolan, uno dei primi soccorritori dopo l’attentato alle Torri Gemelle. St. John e Dolan hanno raccontato di come Clinton ha lavorato dopo l’11 settembre 2001, quando era senatrice dello stato di New York. Inizialmente Rhimes aveva fatto un film di 30 minuti, che poi ha dovuto tagliare per via dei tempi della convention. La prima parte del video è dedicata all’infanzia di Clinton e alla storia dei suoi genitori, Hugh Ellsworth Rodham e Dorothy Howell Rodham. Rhimes ha detto a People che la cosa migliore di realizzare il video è stata che non ha dovuto inserire un colpo di scena come fa nelle sue serie tv perché nella storia di Clinton c’era già abbastanza materiale narrativo.
Il film biografico su Hillary Clinton fatto da Shonda Rhimes. Ha preceduto il discorso di Clinton alla convention dei Democratici, dura 12 minuti e la voce narrante è di Morgan Freeman.
Alberto Cirio, candidato del centrodestra, sarà il prossimo presidente del Piemonte. Domenica infatti in Piemonte si è votato anche per rinnovare il consiglio regionale, e Cirio ha battuto nettamente il presidente uscente, Sergio Chiamparino, del Partito Democratico. Quando le sezioni scrutinate sono 4.410 su 4.807 , Cirio è al 50,03 per cento dei voti, con tredici punti di vantaggio su Chiamparino, che ha già ammesso la sconfitta congratulandosi con lui. Il centrodestra quindi governerà Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, le principali regioni del Nord Italia. Il Post seguirà lo spoglio dei voti in diretta, qui.
In Piemonte ha vinto Alberto Cirio. Lo scrutinio è in corso ma il presidente uscente Sergio Chiamparino del PD ha già ammesso la netta sconfitta.
Non sono molte le persone rimaste in giro a farsi fotografare in questi giorni, tanto che si fa quasi prima ad elencarli tutti: Chiara Ferragni e Fedez alla consegna dell’Ambrogino d’oro, la prima donna a ricevere il vaccino per il coronavirus in Regno Unito, la soprano Lisette Oropesa e il tenore Andrea Bocelli, le first lady Melania Trump e Jill Biden, cinque astronauti della Nasa; i politici Boris Johnson, Justin Trudeau, Giuseppe Conte, Alexander Lukashenko ed Emmanuel Macron, papa Francesco e gli immancabili reali: la regina thailandese Suthida, la duchessa Camilla di Cornovaglia con il suo cane e Kate Middleton. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Piccola raccolta di chi rimane da fotografare in questi giorni.
Dopo 4 giorni, il sito Butac.it (BufaleUnTantoAlChilo) è stato dissequestrato ed è nuovamente online. Nella mattina di venerdì 6 aprile era stato sottoposto a sequestro preventivo da parte della procura di Bologna, in seguito a una querela per diffamazione per un articolo pubblicato due anni e mezzo fa, nel quale erano segnalate dichiarazioni di un oncologo che promuoveva la “medicina olistica”, pratica senza fondamento scientifico. Il sequestro dell’intero sito, e non del solo articolo, aveva portato a numerose critiche sui social network per una decisione ritenuta sproporzionata. Ora è il solo articolo a essere sotto sequestro preventivo. BufaleUnTantoAlChilo si occupa di segnalare e spiegare le notizie false che circolano spesso online. In questi anni ha ottenuto un buon seguito, soprattutto attraverso i social network, e in alcuni casi ha anche collaborato con la Polizia Postale con la segnalazione di tentativi di truffe online.
Il sito BufaleUnTantoAlChilo è tornato online dopo 4 giorni di sequestro preventivo.
A fine dicembre del 2012 l’utente di Reddit Patrick Anderson (“kepleronlyknows”) pubblicò una mappa che mostrava la più lunga rotta dritta percorribile in nave senza mai cambiare percorso, attraversando buona parte degli oceani che ricoprono il nostro pianeta. Il calcolo era basato su una voce di Wikipedia dedicata ai punti più remoti, l’uno dall’altro, sulla Terra. A distanza di cinque anni, la stima fornita da Anderson è stata confermata da un gruppo di ricercatori, che ha calcolato buona parte delle alternative possibili, arrivando alla conclusione che quella rotta di oltre 32mila chilometri tra Pakistan meridionale e Russia nord-orientale sia davvero la più lunga percorribile in nave. (kepleronlyknows – r/MapPorn)
La rotta dritta più lunga che puoi seguire sulla Terra. L'ha calcolata un gruppo di ricercatori dopo avere visto una mappa su Reddit: è lunga più di 32mila chilometri.
Lunedì i manager di Alibaba, la grande società di e-commerce cinese, cominceranno il road-show, il processo con cui una società cerca di farsi conoscere dagli investitori prima di una quotazione in borsa. Alibaba, infatti, dovrebbe quotarsi alla borsa di New York nelle prossime settimane e la sua offerta pubblica d’acquisto (IPO, nella sigla inglese) potrebbe diventare la più ricca della storia. In una serie di documenti pubblicati venerdì, Alibaba ha fatto sapere che collocherà le azioni a un prezzo tra i 60 e i 66 dollari l’una: moltiplicando la media di questi due estremi per il numero di azioni della società viene fuori un valore di mercato di circa 155 miliardi di dollari, appena cinque in meno del suo principale concorrente, Amazon. Alibaba però, che opera principalmente in Cina, ha un volume di vendite superiore a quello di Amazon ed eBay messi insieme. Durante l’IPO non saranno messe sul mercato tutte le azioni della società (non accade praticamente mai), ma soltanto una parte. Se la società dovesse riuscire a vendere tutte le azioni che ha annunciato di voler mettere sul mercato e se riuscisse a farlo al prezzo massimo di cui si è parlato fino ad ora (66 dollari), la quotazione di Alibaba raccoglierebbe più di 24 miliardi di dollari, cioè la cifra più grande mai raccolta da un IPO, superiore ai 22 miliardi raccolti durante la quotazione della Agricultural Bank of China.
La più grande quotazione in borsa di sempre. Forse sarà quella di Alibaba, la grandissima società cinese di vendite online che potrebbe raccogliere più di 24 miliardi di dollari.