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La cantante ucraina Jamala ha vinto l’Eurovision Song Contest, nella finale che si è tenuta sabato sera a Stoccolma, in Svezia. Jamala, che rappresentava l’Ucraina, ha cantato la canzone “1944”, ha vinto con 544 punti, che erano assegnati in parte in base ai voti delle giurie nazionali in parte in base al televoto del pubblico. L’Australia è arrivata seconda, con la cantante Dami Im – nata in Corea del Sud – e la canzone “Sound of Silence”. Sergej Lazarev della Russia, che cantava “You Are the Only One” ed era dato per favorito prima della finale, è arrivato terzo. Francesca Michielin, che rappresentava l’Italia, è arrivata 16esima. La canzone di Jamala parla della deportazione dei Tatari della Crimea compiuta dall’Unione Sovietica di Josip Stalin: nel 1944, circa 250mila persone di questo gruppo etnico, dopo essere stati accusati di collaborare con la Germania nazista, furono deportati dalla Crimea all’Uzbekistan, dove molti morirono per fame e malattie. La bisnonna materna di Jamala era una dei Tatari deportati, e il testo della canzone è stato giudicato da molti commentatori critico nei confronti della Russia: Jamala ha vinto a sorpresa, dato che tutti i bookmakers consideravano come strafavavorito Sergej Lazarev della Russia, la cui canzone ricordava quella che vinse l’Eurovision dell’anno scorso.
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Jamala dell’Ucraina ha vinto l’Eurovision. A sorpresa: ha cantato “1944”, una canzone sulla deportazione dei Tatari di Crimea molto critica verso la Russia.
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Cominciamo oggi un esperimento settimanale di raccolta e segnalazione dei film in uscita ogni venerdì nei cinema italiani. Lo facciamo perché ci sembra utile avere a portata di mano una lista dei nuovi film da poter vedere al cinema durante il weekend, ma anche consci dei limiti della cosa: del fatto che probabilmente alcuni di voi hanno già visto questo o quel titolo, vista la facilità con cui li si può reperire su Internet in lingua originale, e che il criterio selettivo mescola inevitabilmente cose di qualità molto diversa tra loro. Nel caso dei film usciti oggi, per esempio, mescola il consigliato I ragazzi stanno bene, film indipendente candidato all’Oscar per il miglior film, e robe più improbabili Holy Water, film su un carico di viagra che finisce nell’acquedotto di un paesino inglese. Ah, e si parla un gran bene anche di Rango. I ragazzi stanno bene Regista: Lisa Cholodenko Attori: Annette Bening, Julianne Moore, Mark Ruffalo, Mia Wasikowska, Josh Hutcherson, Yaya DaCosta, Rebecca Lawrence, Kunal Sharma, Amy Grabow, Eddie Hassell
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I film che escono oggi. Esperimento di segnalazione settimanale dei film in uscita: oggi c'è The kids are all right, bello e candidato all'Oscar.
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L’illustratore svedese Patrik Svensson ha realizzato una serie di illustrazioni con i nomi di diversi personaggi famosi in cui ha inserito alcuni elementi distintivi di ciascuno: la “G” di Van Gogh è quindi un orecchio, la “C” di Chaplin il suo famoso bastone e la “S” di Michael Jackson diventa il profilo del cantante mentre fa uno dei suoi passi di danza più famosi. Gli altri lavori di Svensson si possono vedere sul suo sito e sulla sua pagina di Facebook. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
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Firme famose, ripensate. L'illustratore svedese Patrik Svensson fonde i nomi dei personaggi famosi con alcune delle ragioni per cui sono famosi.
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Da inizio anno buona parte dell’umanità è alle prese con la più grave pandemia degli ultimi decenni, causata da un coronavirus che ha portato a milioni di infezioni e a oltre 450mila morti in tutto il mondo. L’emergenza sanitaria non è ancora finita e saranno necessari mesi prima che sia sotto controllo, si spera anche con l’aiuto di un vaccino. Se l’attuale coronavirus non esistesse, inutile dirlo, staremmo tutti meglio: ma cosa accadrebbe se scomparissero tutti i virus dalla faccia della Terra? BBC Future lo ha chiesto a virologi ed esperti di ecosistemi arrivando a una conclusione piuttosto netta: sarebbe probabilmente un disastro.
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Cosa succederebbe se sparissero tutti i virus? bBC lo ha chiesto a virologi ed esperti di ecosistemi arrivando a una conclusione piuttosto netta: sarebbe probabilmente un disastro.
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Simón Prades è un illustratore e grafico freelance nato nel 1985 che vive a Saarbrücken, in Germania, laureato in graphic design: nonostante la giovane età ha già pubblicato i suoi lavori in tutto il mondo e tra i suoi clienti ci sono New York Times, New Yorker, HarperCollins, Bloomberg, Atlantic, Guardian, VICE, New Republic. Le illustrazioni di Prades spesso raffigurano sagome di persone sconosciute o di personaggi famosi “riempite” con altri disegni, per creare un effetto di “doppia esposizione”: i suoi lavori sono realizzati con inchiostro, matite e acquerelli, che per Prades sono il mezzo migliore per esprimere il suo immaginario fantastico, tra natura, memoria e sogni. I lavori di Prades si possono vedere sul suo sito, sulla sua pagine su Behance e su Twitter. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
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Le illustrazioni surreali di Simon Prades. Raffigurano sagome di persone sconosciute o di personaggi famosi "riempite" con altri disegni, sono usate da alcune delle più grandi testate del mondo.
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Slate ha ripreso di recente un vecchio articolo in cui Mario Vittone – che ha lavorato per la guardia costiera ed è un aerosoccorritore (quelli che si calano dagli elicotteri per salvare persone in mare) – ha spiegato che, in molti casi, quando qualcuno sta annegando, non sembra che stia annegando. Forse per colpa di luoghi comuni, film e serie tv, molte persone potrebbero pensare che l’annegamento sia qualcosa che avviene in modo plateale, con urla e evidenti schizzi d’acqua. Vittone ha scritto che non lo è quasi mai: che rendersene conto potrebbe diventare fondamentale se ci si dovesse trovare vicino a qualcuno che sta annegando. Secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili – quelli ISTAT dal 1995 al 2012 – in ognuno di quegli anni in Italia sono morte circa 400 persone per annegamento: in media 6-7 per ogni milione di abitanti. In circa un caso di annegamento su dieci l’adulto vede il bambino annegare senza avere idea che stia succedendo. Vittone ha scritto che «per avere un’idea di quanto apparentemente tranquillo e poco drammatico possa essere un annegamento, basta questo fatto: è la seconda causa di morte accidentale tra chi ha meno di 15 anni, subito dietro agli incidenti stradali» e circa un annegamento su due avviene entro 20 metri da un adulto. Vittone cita uno studio, pubblicato nel 2006 sulla rivista della guardia costiera statunitense, che spiegava in cinque punti la situazione di chi sta annegando, parlando della Instinctive Drowning Response, la reazione istintiva all’annegamento:
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Come capire se qualcuno sta annegando. Spesso non succede in modo plateale come nei film, con urla e braccia agitate: quando qualcuno sta annegando, non sembra.
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I dinosauri erbivori talvolta lasciavano perdere le abbondanti e rigogliose piante di cui si nutrivano per mangiare gli antenati dei nostri odierni gamberetti e granchi. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori guidato dalla paleontologa Karen Chin (Università del Colorado), analizzando i resti fossili degli escrementi di alcuni dinosauri vissuti circa 75 milioni di anni fa. La temporanea interruzione della dieta vegetariana consentiva di assumere sostanze nutritive, come proteine e calcio, importanti nel periodo della posa delle uova. I dinosauri vengono spesso associati allo stereotipo di spietati e feroci animali carnivori, ma ne esistevano migliaia di specie molto più mansuete e che si cibavano di piante. Ricostruire la dieta di animali vissuti decine di milioni di anni fa non è semplice e, a seconda dei casi, per farlo ci si deve basare su prove dirette o indirette. In passato i paleontologi hanno trovato fossili di dinosauri morti mentre si stavano nutrendo, quindi con il cibo fossilizzato nel loro apparato digestivo. Un’altra preziosa fonte di informazioni è lo sterco dei dinosauri, ma trovarne reperti fossili è molto raro. Gli escrementi tendono a fermentare, decomporsi ed essere assorbiti rapidamente dal suolo, soprattutto nel caso di quelli prodotti dagli animali erbivori e costituiti per lo più da fibre. I coproliti (dalle parole greche kopros, cioè sterco, e lithos, pietra) che si conservano meglio sono quelli dei carnivori, perché costituiti dai minerali delle ossa delle prede che i dinosauri trituravano con i loro denti.
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I dinosauri erbivori erano vegetariani fino a un certo punto. Mangiavano gli antenati dei nostri crostacei, quando avevano bisogno di più proteine e calcio: i ricercatori lo hanno scoperto analizzando la loro cacca fossile.
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Mercoledì 29 luglio gli amministratori delegati (CEO) delle quattro aziende tecnologiche e di Internet più grandi e ricche al mondo, con un valore complessivo intorno ai 5mila miliardi di dollari, hanno partecipato a un’audizione del Congresso degli Stati Uniti, rispondendo a domande e critiche sulla posizione dominante delle loro società sul mercato e alle accuse di agire nei fatti in un regime di monopolio. La sessione davanti alla Commissione della Camera che si occupa di libera concorrenza sul mercato (antitrust) è durata quasi cinque ore ed è stata ampiamente seguita dai media statunitensi, soprattutto per la sua portata simbolica considerato che da sola l’audizione non potrà portare a cambiamenti sostanziali. Jeff Bezos di Amazon, Tim Cook di Apple, Mark Zuckerberg di Facebook e Sundar Pichai di Google hanno partecipato a distanza in videoconferenza, dalle sedi delle loro aziende, a causa della pandemia da coronavirus in corso. Hanno risposto sobriamente alle domande, dissentendo talvolta con i loro interlocutori, ma evitando di confrontarsi in modo diretto o aggressivo, nonostante venissero bruscamente interrotti mentre cercavano di rispondere e alcune domande fossero piuttosto incalzanti.
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Com’è andata l’audizione dei CEO delle grandi piattaforme al Congresso. I capi di Facebook, Google, Amazon e Apple hanno risposto per cinque ore alle domande sulla loro posizione dominante sul mercato, faticando a difendersi.
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Nella sua quasi decennale storia il Post ha sperimentato rubriche diverse, e dobbiamo dire che quasi sempre sono state apprezzate abbastanza da garantirsi lunga vita, e da confortarci sulle idee che a noi piacevano. Questo vale su tutto per i Peanuts, e non era detto: parliamo di strisce a fumetti, formato anomalo sui siti di informazione, e parliamo di strisce datate, alla loro prima replica, benché replicate quotidianamente in decine e decine di paesi del mondo. Ma appunto, i Peanuts sono immortali e spesso attualissimi, e da subito sono diventati una delle pagine quotidianamente più frequentate sul Post. Con qualche giornata di maggior successo, però, e queste sono le strisce del 2019 più viste e condivise di tutte. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
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Le vostre strisce dei Peanuts preferite del 2019. Tra quelle pubblicate ogni giorno sul Post: la vostra c'è?.
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Da quando per la prima volta, il 24 ottobre, Berlusconi annunciò in un comunicato che non si sarebbe ricandidato a premier e suggerì come data per le primarie il 16 dicembre è passato solo un mese, ma è già accaduto di tutto e di più. Fino a una settimana fa sembrava che i candidati fossero 11, poi qualcuno ha suggerito che fossero raddoppiati. Negli ultimi giorni altri candidati si sono fatti avanti, altri ancora si sono ritirati e qualcuno ha annunciato che appoggerà qualcun altro. Come ha dichiarato uno dei candidati: «Rischiamo che sia un circo Barnum». Per fare un po’ di chiarezza in quello che è accaduto in questo mese partiamo dai (pochi) dati certi che ci sono. La data della votazione è stata confermata giovedì dopo una riunione tra Berlusconi e i vertici del PdL: le primarie si svolgeranno in un unico turno il 16 dicembre. Le regole sono divise in 55 articoli e sono state ultimate a metà novembre (le potete leggere qui). Inizialmente sembrava che non si dovesse votare in un’unica data, ma dall’ultima riunione sembra invece che il voto sarà in tutte le regioni il 16 dicembre.
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E le primarie del PdL? un breve riassunto delle candidature e delle smentite delle ultime settimane, per cercare di capirci qualcosa il giorno prima che si votino le altre.
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Periscope è la nuova applicazione di Twitter per trasmettere in diretta una ripresa fatta con il proprio smartphone, da qualche giorno disponibile per il download sugli iPhone (su Android arriverà a breve). In pochi giorni Periscope è entrato nella classifica delle prime cento applicazioni gratuite dell’App Store e ha ampiamente superato Meerkat, un sistema simile per trasmettere video in diretta dal proprio smartphone, sempre sfruttando Twitter. Di Periscope si sta discutendo e scrivendo molto, sia per gli esperimenti più vari che stanno provando i suoi primi utenti, sia per il modo in cui potrebbe cambiare il modo di comunicare attraverso i social network. Una giornalista del Guardian lo ha provato per un po’, e ha fatto una lista delle dieci tipologie di persone in cui è molto probabile imbattersi mentre lo si usa. 1. Il giornalista professionista Giornalisti e testate sono stati molto più veloci a provare Periscope di quanto lo fossero stati con Meerkat, probabilmente perché Periscope ha un’interfaccia più semplice ed esplicitamente user-friendly. Finora Verge, il Guardian, Sky News e BBC hanno trasmesso notizie usando l’app, e la giornalista di Sky News Kay Burlay l’ha utilizzato dietro le quinte del dibattito britannico del 2 aprile.
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10 tipi di persone che troverete su Periscope. Il giornalista, quello che guarda nel frigo, il pervertito: la lista, un po' seria un po' no, fatta dal Guardian.
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A Vieste, in provincia di Foggia, domenica 3 e lunedì 4 ottobre si terranno le elezioni amministrative: tra le uniche due liste candidate, una si chiama “Civi Civica Vieste”, ha gli occhi stilizzati di un rapace notturno nel logo e come candidato sindaco un torinese, Gianluca Citoli, peraltro considerato vicino al sindaco uscente Giuseppe Nobiletti. È infatti una cosiddetta “lista civetta”, cioè creata appositamente senza che rappresenti un vero gruppo politico. Ma diversamente dal solito, non è un’operazione segreta, bensì rivendicata dal suo responsabile: lo stesso Nobiletti, che in questo modo non dovrà superare un quorum previsto per le elezioni con una sola lista candidata, e che quindi di fatto ha già vinto le elezioni con un mese di anticipo. Vieste ha quasi 14mila abitanti ed è uno dei centri più importanti del Gargano, particolarmente frequentato dai turisti durante i mesi estivi. Ma il candidato Lorenzo Spina Diana, oppositore del sindaco uscente, non è riuscito a presentare la propria lista, “Vieste Libera”, e non sarà presente alle elezioni. Le uniche due approvate dalla commissione elettorale circoscrizionale di Manfredonia (da cui dipende Vieste) sono “Vieste Sei Tu”, con candidato il sindaco uscente Giuseppe Nobiletti – che aveva vinto per pochi voti le elezioni del 2016 – e “Civi”.
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A Vieste le comunali sono tra il sindaco uscente e una lista dichiaratamente civetta. Giuseppe Nobiletti, candidato al suo secondo mandato, l'ha creata perché se fosse stato solo avrebbe dovuto raggiungere un quorum.
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Il 26 dicembre Google ha augurato di nuovo “buone feste” con un doodle al posto del suo tradizionale logo. L’illustratore dei doodle di “buone feste” è Matt Cruickshank, che ha disegnato le animazioni del 25 e 26 dicembre (il titolo della canzone è Seabird di Matthew Saxton). Nel doodle c’è l’immagine di un portone addobbato che introduce a un video di YouTube dedicato ai viaggi di Natale. I doodle di “Buone feste” sono una tradizione che va avanti da molti anni: nel 2013 ci fu una collezione di diversi disegni naif, e nel 2012 un gruppo di giocattoli in due puntate successive (per molti anni le “puntate” successive nei vari giorni festivi erano state fino a cinque). Tutti i doodle festivi hanno sempre avuto un’identità più legata ai giochi e alla stagione fredda, che alle tradizioni. Nel 2014 il doodle sulle “Buone feste” è un’immagine graficamente più infantile di quelle del 2013.
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Come Google ci ha augurato buone feste dal 1999 a oggi. Tutti i doodle di buone feste - animati, luccicanti e bestiali - ai suoi utenti.
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Il 3 marzo è uscito in Italia Suffragette, il film che racconta la storia di alcune donne britanniche che nei primi anni del Novecento lottarono per ottenere, tra le altre cose, il diritto al voto. Il film è stato diretto dalla regista britannica Sarah Gavron e nel cast ci sono Carey Mulligan, Helena Bonham Carter, Anne-Marie Duff e, con un piccolo ruolo, Meryl Streep. Tutti i personaggi sono ispirati in varia misura a persone realmente esistite, così come lo sono le vicende raccontate: ispirate ai fatti avvenuti tra il 1912 e il 1918 in Inghilterra che portarono all’approvazione nel 1928 della prima legge sul voto alle donne. Alcuni critici hanno riconosciuto al film il merito di aver fatto conoscere qualcosa in più sulle vicende e i personaggi di quegli anni, altri hanno invece criticato le eccessive semplificazioni di Suffragette, accusandolo per esempio di essere un film “troppo facile”. Suffragette è però un film che vale la pena vedere, anche perché il 10 marzo sarà il 70esimo anniversario dal giorno in cui, dopo la fine del fascismo, si svolsero in Italia le prime elezioni amministrative in cui poterono votare le donne. Quelle elezioni – e quelle del 2 giugno 1946 in cui italiani e italiane scelsero tra monarchia e repubblica – furono in parte una conseguenza di quanto fatto dalle suffragette britanniche nei primi anni del Novecento.
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Le storie vere raccontate nel film “Suffragette”. Che è uscito il 3 marzo e che parla di alcune delle protagoniste del movimento britannico per il diritto di voto delle donne.
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Entro il prossimo 10 aprile il Parlamento dovrà approvare il Documento di economia e finanza (DEF, qui avevamo spiegato cos’è), il programma economico proposto dal governo, approvato dal Parlamento e poi spedito alla Commissione europea in cui si illustrano i piani economici per i successivi tre anni. Mancano poche settimane e i partiti usciti vittoriosi dalle elezioni, Lega e Movimento 5 Stelle, vogliono inserire nel DEF le loro idee e i loro programmi. Il DEF però viene elaborato dal governo e quindi per farlo avranno bisogno di trovare una maggioranza in Parlamento, un compito che al momento continua a sembrare molto complicato. Nonostante le difficoltà, i leader politici di Movimento 5 Stelle e Lega ostentano sicurezza. «Il DEF sarà la prima occasione per incidere, con le proposte del Movimento 5 Stelle, sulla qualità della vita dei cittadini», ha detto la scorsa settimana Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle: «Si tratta del primo atto che dovremo fare a livello parlamentare perché lo dobbiamo approvare entro il 10 aprile. Sicuramente è una questione importante e noi cercheremo di inserire quelli che sono i nostri obiettivi per il programma».
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Tutti vogliono fare il DEF. Lega e M5S dicono che sta a loro a scrivere il documento in cui si riassumono i piani economici del governo per i prossimi 3 anni, ma devono prima formare un governo.
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Hans-Peter Burghof è docente universitario e direttore dell’Institute of Banking and Financial Services dell’Università di Hohenheim. Il settimanale tedesco Spiegel lo ha intervistato a proposito della crisi finanziaria italiana, e l’economista ha dato un giudizio molto duro sulla nostra situazione e sulle responsabilità del governo, sostenendo che, dal punto di vista dei mercati finanziari, “colpire l’Italia è una cosa ragionevole”. Secondo Burghof, l’Italia “non è innocente, per quanto riguarda il suo declino”. Il ministro Giulio Tremonti sarebbe in grado di garantire credibilità alla politica economica italiana, ma sono le “chiacchiere imprudenti” di Silvio Berlusconi a scatenare le reazioni del mercato, in particolare quando mette in discussione i richiami all’austerità del suo stesso ministro.
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“Colpire l’Italia è una cosa ragionevole”. L'Italia si merita le speculazioni finanziarie, spiega un economista tedesco intervistato dallo Spiegel.
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Oggi è iniziata la maturità, l’esame di Stato per la fine delle scuole superiori, con la prima prova scritta, quella di italiano. Gli studenti ammessi, circa mezzo milione, hanno dovuto scegliere tra quattro tipologie di tracce, uguali per tutte le scuole d’Italia: nell’analisi del testo è uscito un brano da Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani. Le altre tracce invece sono state queste: • Saggio breve – Ambito artistico-letterario La solitudine, con quadri di Edward Hopper, Giovanni Fattori e Edward Munch, e testi di Francesco Petrarca, Emily Dickinson, Alda Merini e Salvatore Quasimodo.
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Tutte le tracce dei temi della maturità. Che è iniziata oggi per mezzo milione di studenti con la prima prova, quella di italiano.
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Avengers: Infinity War – l’ultimo film della Marvel dedicato ai suoi famosi personaggi – ha incassato 630 milioni di dollari nel suo primo weekend al cinema, la cifra più alta di sempre. Il precedente record di incassi nel primo weekend al cinema era di Fast & Furious 8, che nel fine settimana di Pasqua del 2017 aveva incassato 543 milioni di dollari in tutto il mondo: in quel caso però il film era stato distribuito da subito anche in Cina e in Russia, dove invece non è ancora uscito Avengers: Infinity War. Dei 630 milioni di dollari incassati, 380 milioni arrivano da 52 mercati esteri, 250 milioni sono invece stati incassati negli Stati Uniti. Avengers: Infinity War è uscito il 25 aprile nei cinema italiani. È il 19esimo film del Marvel Cinematic Universe, cioè il ciclo di film di supereroi ambientati nello stesso universo iniziato nel 2008 con Iron Man, e tira le fila di tantissime storie già raccontate in precedenti film. In tutto, in Avengers: Infinity War, ci sono 76 personaggi. Il film dura due ore e quaranta minuti. Se dovete ancora vederlo, cominciate da qui.
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“Avengers: Infinity War” ha incassato 630 milioni di dollari nel suo primo weekend al cinema, la cifra più alta di sempre.
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Tra il 2013 e il 2018 la durata media delle canzoni nella classifica Billboard Hot 100, la più citata per la musica pop internazionale, si è abbassata da 3 minuti e 50 secondi a 3 minuti e 30 secondi. I calcoli li ha fatti il sito americano Quartz, che ha analizzato anche la durata di una serie di famosi dischi pop e hip hop degli ultimi anni per dimostrare che le canzoni pop si stanno accorciando. Non è davvero una novità: da tempo critici ed esperti musicali evidenziano questo fenomeno, attribuendone le cause principali all’espansione dei servizi di musica in streaming. L’anno scorso, infatti, lo streaming ha superato i download digitali e le vendite delle copie fisiche degli album per quanto riguarda gli incassi totali dell’industria discografica mondiale. Servizi come Spotify e Apple Music hanno decine di milioni di abbonati paganti nel mondo (i dati più recenti risalgono alla scorsa estate, quando i due servizi contavano rispettivamente 83 e 40 milioni di abbonamenti).
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Le canzoni pop si stanno accorciando? le analisi sulle classifiche degli ultimi anni suggeriscono di sì, e c'entra – avete indovinato – la musica in streaming.
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Nel novembre del 2016 circa cento camion partirono da Treviso per conto della casa d’aste inglese Sotheby’s con destinazione Fiera di Milano. Nei loro viaggi trasportarono 434 auto, 159 motocicli, 58 imbarcazioni e 134 biciclette: in tutto 817 lotti che tra il 25 e il 27 novembre dello stesso anno vennero venduti complessivamente per 51 milioni di euro in una delle aste automobilistiche più ricche di sempre. Tutti i lotti erano stati proprietà di una sola persona, l’imprenditore trevigiano Luigi Compiano, che li aveva acquistati nell’arco di diciotto anni servendosi di almeno 36 milioni di euro sottratti dai caveau dell’azienda portavalori di famiglia, provocandone la bancarotta. In diciotto anni Compiano stipò i mezzi acquistati in undici capannoni in una zona industriale alle porte di Treviso, senza mai farne mostra in pubblico. In questi capannoni trovarono spazio dei pezzi unici nella storia dell’automobilismo: una rarissima Ferrari 275 GTB da oltre 3 milioni di euro, quattro Testarossa, una Maserati MC12 prodotta in cinquanta esemplari, due modelli di Lancia Delta HF Integrale cinque volte campione del mondo nel rally e sette Rolls-Royce, il tutto comprato sapientemente ma in modo ossessivo insieme a un sacco di altra roba.
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La rovinosa bancarotta di un imprenditore ossessivo-compulsivo. Per anni Luigi Compiano accatastò auto, moto e barche con i soldi sottratti alla sua azienda, secondo una perizia a causa di un disturbo che ne condizionò la capacità di intendere e di volere.
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Fin dall’antichità, come dicono quelli bravi, molte comunità di persone hanno delegato ad altre persone la gestione dei loro interessi e della “cosa pubblica”, con forme varie di assemblee e riunioni in cui erano discusse e assunte decisioni. Fu comunque necessario attendere fino al XII secolo per avere qualcosa di paragonabile all’idea che abbiamo oggi di parlamento, quando Ruggero II di Sicilia della dinastia degli Altavilla convocò al Palazzo dei Normanni di Palermo una riunione di dignitari e rappresentanti delle diverse realtà territoriali del regno. In ambito anglosassone la parola “parlamento” fu usata per la prima volta nel 1236, anno in cui fu inserita in un documento del regno di Enrico III, ma per indicare un tipo di assemblea in voga già da secoli. La storia – sfumata e ancora molto dibattuta – della nascita dei primi parlamenti in senso moderno fa da sfondo ai giorni nostri, dove i parlamenti sono il sistema di gestione degli stati più diffuso al mondo. I parlamenti con due camere sono i più comuni, fatta eccezione per grandi paesi orientali come la Cina e per diversi stati del vicino oriente, che utilizzano una sola camera. Le aule in cui si discutono e si votano le leggi si somigliano molto, anche se si trovano in capitali distanti tra loro migliaia di chilometri e con culture diverse. Sono quasi tutte semicircolari, con i seggi disposti intorno al banco in cui siedono il presidente e poco più in basso i rappresentanti del governo. E in qualsiasi parlamento del mondo ci sono parlamentari molto attenti, altri annoiati a morte, altri sempre pronti a votare con convinzione o per convenienza, in quel gioco che nel bene e nel male dura da secoli e che chiamiamo democrazia.
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I parlamenti degli altri. Le foto da mezzo mondo delle aule in cui si discutono e votano le leggi, tra cappucci bianchi, donne velate e stelle rosse sul soffitto.
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Martedì mattina c’è stata un’operazione dei carabinieri di Roma che ha portato all’arresto di almeno 38 persone, accusate a vario titolo di far parte di un’associazione a delinquere con a capo Salvatore Nicitra, un ex boss della Banda della Magliana, organizzazione criminale molto attiva tra gli anni Settanta e Ottanta. Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Roma, Viterbo, Terni, Padova e Lecce, oltre che in Spagna e in Austria. Per l’accusa Nicitra, che è già in carcere dal giugno del 2018, negli anni avrebbe assunto il controllo, con modalità mafiose, del settore della distribuzione e gestione delle apparecchiature per il gioco d’azzardo (slot machine, videolottery, giochi e scommesse on line), nella zona nord di Roma. Le indagini hanno portato al sequestro di beni mobili e immobili del valore complessivo di 15 milioni di euro.
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A Roma sono state arrestate 38 persone accusate di far parte di un’associazione a delinquere guidata da un ex membro della Banda della Magliana.
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Martedì un gruppo di stilisti, aziende di moda e rivenditori, guidati dallo stilista belga Dries Van Noten, ha pubblicato una lettera aperta per invitare l’intero settore a fare dei cambiamenti e a rispondere, in particolare, a due problemi noti da tempo ma che sono stati aggravati dalla crisi dovuta al coronavirus: il momento di arrivo delle collezioni nei negozi e gli sconti. Il gruppo ha messo insieme la proposta dopo averne discusso durante tre riunioni su Zoom (una popolare piattaforma per videochiamate). Per prima cosa, i firmatari chiedono che la collezione autunno/inverno si trovi nei negozi a prezzo pieno da agosto a gennaio e che la collezione primavera/estate si possa comprare da febbraio a luglio. L’obiettivo è risolvere la discordanza tra gli abiti proposti dai negozi e la stagione in corso: gli abiti primaverili sono già disponibili in pieno inverno mentre le vetrine dei negozi espongono cappotti già in estate. Il flusso di nuovi arrivi dovrà essere equilibrato, così da garantire sia continue novità sia il «tempo necessario perché i prodotti vengano desiderati».
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Una proposta per cambiare la moda dopo il coronavirus. Non mettere più i cappotti in vetrina a luglio e fare sconti solo due volte l'anno.
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Dario Di Vico critica sul Corriere della Sera lo sciopero nazionale dei trasporti che si terrà domani, definendolo un’arma spuntata e fine a se stessa e proponendo ai sindacati e ai lavoratori di studiare forme di protesta e mobilitazione diverse e meno rituali. Domani gli autoferrotranvieri di tutt’Italia sciopereranno ancora una volta per il rinnovo del loro contratto che è stato firmato per l’ultima volta nel 2007. Come è avvenuto in svariate altre occasioni il fermo di tram, bus e metropolitane finirà per colpire gli strati più deboli del mercato del lavoro perché le cosiddette fasce orarie di salvaguardia non sono più da tempo uno strumento che va veramente in aiuto degli utenti. Il traffico delle grandi città e soprattutto quello che si muove dall’hinterland verso il centro non può essere più inscatolato in un unico format come ai tempi del fordismo e la grande massa dei lavoratori precari e a partita Iva, che si sposta durante il giorno in segmenti orari fortemente differenziati e che spesso non ha un unico indirizzo in cui lavora, subisce interamente il peso dello sciopero del trasporto locale.
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Lo sciopero dei trasporti è un’arma spuntata. Dario Di Vico sul Corriere invita a pensare a nuove e più efficaci forme di lotta sindacale.
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Aggiornamento di mercoledì mattina: Nelle prime ore di mercoledì la bomba che era stata trovata a Fano è stata rimossa dagli artificieri dell’Esercito ed è stata fatta affondare in mare, dove probabilmente verrà fatta esplodere. Il sindaco di Fano Massimo Seri ha comunicato questa mattina che gli abitanti a cui ieri sera era stato chiesto di lasciare le loro case per motivi di sicurezza potevano rientrare. Oggi comunque le scuole della città rimarranno chiuse per evitare ulteriori disagi. ***
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La grande evacuazione di Fano. Circa 23.000 persone hanno dovuto lasciare la loro casa dopo il ritrovamento di una bomba della Seconda guerra mondiale che era stata innescata accidentalmente.
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La BCE ha annunciato oggi le sue prime misure per far fronte alle conseguenze della pandemia di coronavirus. Anche se le decisioni sono state apprezzate da vari esperti e sono articolate in modo da potere essere ulteriormente ampliate, l’annuncio non è riuscito a ridare ottimismo ai mercati finanziari: c’entra probabilmente una frase infelice pronunciata dalla presidente Christine Lagarde durante la conferenza stampa. Tutti i principali indici europei sono in calo e lo spread tra titoli di stato italiani e tedeschi è salito in poche ore di oltre 60 punti. – Leggi anche: Che cos’è il “bear market”?
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Cosa vuole fare la BCE, in tutto questo. E perché una frase della presidente Christine Lagarde ha provocato l'aumento degli spread e un nuovo ribasso degli indici di borsa.
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Se dite con voce stentorea “EA Sports” a un appassionato di videogiochi, lui risponderà a colpo sicuro: “It’s in the game”. Questo per via del piccolo e popolarissimo jingle che introduce alcuni dei videogiochi sportivi più famosi al mondo, come quelli di calcio della serie FIFA. Il tizio che dice “EA Sports” in quel modo inconfondibile si chiama Andrew Anthony e qualche anno fa ha registrato questo video tutorial per spiegare come si fa a dire “EA Sports” come lo dice lui. Se poi volete vedere com’è fatto Andrew Anthony di persona – e che effetto fa sentirselo dire di persona, “EA Sports” – questo video fa per voi.
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Guida per dire “EA Sports” come quello che dice “EA Sports”. Lo spiega in un video che gira da anni online la voce più conosciuta dagli appassionati di videogiochi sportivi.
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Un giudice dell’Illinois, negli Stati Uniti, ha ordinato a Google di consegnare i dati relativi a un anno di email, foto, localizzazioni e altri contenuti informatici dell’attore statunitense Jussie Smollett e del suo manager Frank Gatson. I dati, che riguardano il periodo dal novembre 2018 al novembre 2019, dovranno essere consegnati al procuratore speciale Dan K. Webb che sta indagando su come è stato gestito un caso giudiziario che ha coinvolto l’attore lo scorso anno. Al momento nessun responsabile di Google ha commentato l’ordine del giudice. Smollett – che è afroamericano e gay – lo scorso gennaio aveva raccontato di essere stato aggredito da due uomini bianchi fuori da un negozio di alimentari a Chicago: secondo la sua testimonianza, di cui negli Stati Uniti si parlò parecchio, i due uomini lo avevano picchiato e avevano usato insulti omofobi. Smollett aveva aggiunto che i due gli avevano urlato degli slogan pro-Trump. Col passare dei giorni erano sorti parecchi dubbi sull’aggressione e il 21 febbraio Smollett era stato arrestato a Chicago con l’accusa di avere raccontato cose false alla polizia, per essere poi rilasciato su cauzione.
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Un giudice dell’Illinois ha ordinato a Google di consegnare email, foto e dati personali dell’attore Jussie Smollett, nell’ambito di un’inchiesta legata alla presunta aggressione denunciata da Smollett lo scorso gennaio.
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Gentili parlamentari del Movimento Cinque Stelle, abbiamo ricevuto la vostra risposta. Ci sembra molto interessante e vorremmo valutarla per le cose che scrivete qui, non per gli insulti che ogni giorno alcuni di noi subiscono da vostri dirigenti. Vogliamo incoraggiare quella parte di voi che – nel rispetto di un voto contrario all’Esecutivo sulle politiche economiche o sulle sue scelte di governo – ha desiderio di confrontarsi per il bene del Paese sulle regole. Come succede in tutte le democrazie mature. Quindi, noi ci siamo. Senza puntare ad altro che non sia il bene del Paese.
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La nuova lettera del PD per il M5S. Firmata da Renzi, Speranza, Serracchiani e Moretti: propone un nuovo incontro per discutere alla larga degli "insulti".
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La cantante irlandese Sinéad O’Connor si è convertita all’Islam e ha cambiato nome in Shuhada. Ha dato la notizia su Twitter, dove ha ringraziato «i fratelli e le sorelle musulmani» per averla accolta nella Umma, la comunità che unisce tutti i musulmani del mondo. Ha spiegato che la decisione è stata «la naturale conclusione di qualsiasi viaggio teologico intelligente» e ha pubblicato un video in cui canta l’azan, il richiamo alla preghiera. O’Connor, che ha 51 anni, è famosa per successi degli anni Novanta come “Nothing Compares 2 U”; nel 1992 aveva cambiato legalmente nome in Magda Davitt e nello stesso anno aveva fatto parlare di sé dopo aver strappato una foto di Papa Giovanni Paolo II in una puntata del Saturday Night Live, per richiamare l’attenzione sulle accuse di abusi sessuali da parte di preti cattolici in Irlanda. Negli ultimi anni aveva sofferto di depressione e disturbi mentali, e aveva raccontato di aver tentato più volte il suicidio. Thank you so much to all my Muslim brothers and sisters who have been so kind as to welcome me to Ummah today on this page. You can’t begin to imagine how much your tenderness means to me ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
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Sinéad O’Connor si è convertita all’Islam.
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UAL Corporation, la holding che controlla la compagnia aerea americana United Airlines, ha confermato l’imminente fusione con la società Continental Airlines. L’accordo vale circa 3 miliardi di dollari e porterà alla creazione della più grande compagnia aerea su scala globale. La fusione è stata approvata dai consigli di amministrazione delle due società nel pomeriggio di ieri. L’accordo prevede uno scambio alla pari di pacchetti azionari, senza l’utilizzo di alcun bonus. Stando ai primi dati forniti dal Wall Street Journal, la nuova compagnia avrà l’8% di traffico aereo in più rispetto a Delta Air Lines, per ora la prima società aerea d’America.
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La più grande compagnia aerea del mondo. Le americane United Airlines e Continental Airlines si uniscono con un accordo da 3 miliardi di dollari.
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Da anni Facebook raccoglie dati sulle telefonate e gli SMS inviati tramite gli smartphone che utilizzano Android. La pratica è stata confermata da Facebook, che però non ha fornito spiegazioni chiare sulle ragioni della raccolta e le scarse informazioni fornite agli utenti. Facebook in questi giorni è sotto forti pressioni da parte dei media e della politica in seguito al caso Cambridge Analytica, una società che ha utilizzato milioni di dati provenienti da Facebook per le sue campagne di marketing senza averne titolo (lo abbiamo raccontato qui, mentre qui trovate un podcast sulla vicenda), portando diversi utenti – non è ancora chiaro quanti – a cancellarsi da Facebook o verificare con più attenzione le impostazioni del proprio account. Prima di eliminare i loro account, molti iscritti hanno utilizzato l’opzione “Scarica una copia dei tuoi dati di Facebook” per ottenere un archivio di tutte le attività svolte sul social network: dagli aggiornamenti del profilo ai post condivisi, dalle foto agli altri contenuti pubblicati. Dopo avere ottenuto i loro archivi, in molti hanno segnalato di avere trovato file nei quali erano elencate le telefonate effettuate tramite il loro smartphone, comprendenti nomi, numeri di telefono, orario di inizio e durata della conversazione. Altri hanno segnalato che le chiamate elencate riguardavano solo i contatti più stretti, come le comunicazioni con i membri della propria famiglia.
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Facebook raccoglie dati su SMS e chiamate tramite Android. Se ne sono accorti gli utenti che hanno chiesto l'archivio dei loro dati, gli iPhone invece non sono coinvolti.
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Per le circa 410mila famiglie che avevano fatto domanda del reddito di cittadinanza nel marzo del 2019, il prossimo 30 settembre scadrà la prima tranche del sussidio. Dopo 18 mesi dall’introduzione della misura di aiuto economico, che fu fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle per abbattere la povertà nel paese ma anche per favorire l’inserimento lavorativo di coloro che non avevano un impiego, ci sono ancora alcuni aspetti critici: sia perché a detta di molti osservatori il “patto per il lavoro” previsto nell’accordo per il reddito di cittadinanza non è stato così efficace, sia perché ora c’è un’importante novità per il rinnovo della domanda di reddito di cittadinanza. Il reddito di cittadinanza viene riconosciuto per un periodo massimo di 18 mesi ai nuclei familiari in possesso di determinati requisiti legati alla cittadinanza e alla situazione economico-patrimoniale: per esempio, è necessario avere un ISEE inferiore ai 9.360 euro e un patrimonio immobiliare diverso dalla prima casa di abitazione inferiore a 30mila euro. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio statistico dell’INPS, aggiornati all’8 settembre, nel 2020 hanno percepito almeno una mensilità di reddito di cittadinanza 1 milione e 248mila nuclei familiari, per un totale di circa 3 milioni e 165mila persone, con un assegno mensile medio di 570 euro.
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I problemi del reddito di cittadinanza. Il 30 settembre scade la prima tranche di chi fece domanda nel 2019: a 18 mesi dall'erogazione dei primi assegni, ecco gli aspetti critici e le novità in arrivo.
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Martedì pomeriggio la Camera dei Deputati ha approvato a larghissima maggioranza – 553 voti a favore, 12 contrari e 2 astenuti – la riforma che ridurrà il numero dei parlamentari, da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori. La riforma è stata votata dal Movimento 5 Stelle, il partito che l’ha più voluta, insieme agli alleati del Partito Democratico, di Italia Viva e di Liberi e Uguali, ma anche dai maggiori partiti di opposizione: Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Hanno votato contro, tra gli altri, i parlamentari di +Europa e Noi con l’Italia. L’approvazione della riforma è arrivata dopo un lungo e acceso dibattito parlamentare in cui molti deputati sono intervenuti per criticarla duramente, pur annunciando di volerla votare. In diversi poi hanno detto di condividere l’idea di ridurre il numero dei parlamentari, ma hanno contestato le modalità con cui è stata scritta e approvata la legge. Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva, ha per esempio detto che avrebbe votato la riforma per disciplina di partito, ma che avrebbe anche raccolto le firme tra i parlamentari per organizzare il referendum abrogativo.
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La Camera ha approvato definitivamente il taglio del numero dei parlamentari. Con 553 voti a favore e 14 contrari, nell'ultimo dei quattro passaggi parlamentari previsti per le riforme costituzionali: ma non è ancora legge.
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Così come è successo per Matthew McConaughey, anche Bradley Cooper − che oggi compie 40 anni, e auguri − ha iniziato la sua carriera partendo da ruoli da belloccio in film non proprio indimenticabili – anche se di grandissimo successo, come quelli della saga Una notte da leoni – prima di “rinascere” a un certo punto della sua carriera e dare modo di apprezzare le sue qualità. Tutto è successo non troppo tempo fa, nel 2013, quando per la sua interpretazione nel film Il lato positivo – Silver Linings Playbook ha ottenuto la sua prima candidatura agli Oscar, prima di riceverne una seconda l’anno successivo per il film American Hustle. Prima di allora Bradley Cooper ha recitato in diverse serie tv (ha esordito in un episodio di Sex and The City, prima ancora aveva presentato il programma Treks in a Wild World sul canale Lonely Planet) e poi una serie di film poco importanti e di commedie: oggi è al cinema nel nuovo film di Clint Eastwood, American Sniper, dove interpreta l’infallibile cecchino Chris Kyle. Questo ruolo secondo molti gli varrà di nuovo almeno una nomination all’Oscar, e quindi insieme a questo compleanno riaprirà la discussione: Bradley Cooper è un grande attore o no? Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
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I 40 anni di Bradley Cooper. Ha iniziato con ruoli da belloccio ma negli ultimi anni ha messo insieme due nomination all'Oscar e un film di Clint Eastwood: è una specie di nuovo McConaughey?.
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Salvatore Caiata, deputato eletto col Movimento 5 Stelle ma formalmente espulso dal partito, ha annunciato ieri di essere passato a Fratelli d’Italia, il partito della destra radicale guidato da Giorgia Meloni. «Torno a casa perché il mio percorso politico si è sviluppato nel centrodestra all’università», ha spiegato Caiata durante una conferenza stampa. Caiata, noto per la sua attività di imprenditore a Siena e per essere il presidente del Potenza calcio, era stato espulso dal M5S poco prima delle elezioni per via di un’indagine per riciclaggio a suo carico aperta dalla procura di Siena (poi archiviata). Caiata però riuscì lo stesso a farsi eleggere, e da allora faceva parte del gruppo misto.
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Il deputato eletto col M5S Salvatore Caiata, noto per essere il presidente del Potenza Calcio, è passato a Fratelli d’Italia.
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Amazon e Hachette hanno annunciato di avere trovato un accordo che mette fine a un lungo e discusso contenzioso sulla vendita degli ebook e dei libri su carta. Nessuna delle due società ha dato informazioni precise sui termini del nuovo contratto, ma Hachette ha spiegato che d’ora in poi potrà determinare il prezzo dei suoi libri in formato elettronico con maggiore autonomia. Amazon, da oggi, ha ricominciato a trattare i libri di Hachette nello stesso modo in cui era solita fare prima del contenzioso fra le due società (negli scorsi mesi aveva reso più complicate le procedure per acquistare un libro di Hachette). I termini dell’accordo, però, entreranno ufficialmente in vigore all’inizio del 2015. La disputa tra le due società era iniziata in primavera, in seguito alla scadenza del precedente contratto. Hachette aveva accusato Amazon di avere rimosso buona parte dei sistemi per preordinare i suoi libri dal sito e di avere ritardato la pubblicazione di alcuni titoli, confidando in questo modo di spingere l’editore ad aderire alla politica di vendita di Amazon. Questa politica prevede un prezzo iniziale per ogni nuova edizione in formato ebook a 9,99 dollari negli Stati Uniti, inferiore rispetto a quello che voleva applicare Hachette. Nel contratto non si dice esplicitamente se Hachette seguirà la regola dei 9,99 dollari. Da quello che si è capito potrà però ricevere da Amazon incentivi e compensazioni per fare qualcosa del genere. Il contratto parla infatti di “migliori condizioni di vendita” per gli ebook che saranno venduti a prezzi inferiori rispetto agli attuali.
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Amazon e Hachette hanno fatto pace. Dopo mesi di accuse e un boicottaggio dei titoli, è stato trovato un accordo per la vendita degli ebook a prezzi più convenienti per i lettori.
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Domenica 26 e lunedì 27 maggio, si voterà per le elezioni amministrative in 564 comuni italiani, di cui 16 capoluoghi. In Italia ci sono circa 8.100 comuni e verrà rinnovato quindi circa il 7 per cento dei consigli comunali e dei sindaci: si tratta comunque di un’elezione che avrà una rilevanza nazionale, perché è la prima volta che si vota da quando è nato il governo di coalizione PD-PdL-Scelta Civica che sostiene Enrico Letta. Gli aventi diritto al voto alle amministrative sono circa 6,9 milioni. Dove e come si vota La lista completa dei comuni al voto è disponibile sul sito del ministero dell’Interno. Tra i 564 comuni ci sono due capoluoghi di regione, Ancona e Roma, e 14 capoluoghi di provincia: Avellino, Barletta, Brescia, Iglesias, Imperia, Isernia, Lodi, Massa, Pisa, Siena, Sondrio, Treviso, Vicenza e Viterbo. Domenica 26 maggio si voterà anche per eleggere il consiglio regionale della Valle d’Aosta.
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Guida alle amministrative 2013. Domenica e lunedì si vota in 16 capoluoghi di provincia: il più importante è Roma, ma ci sono in giro decine di storie e cose interessanti.
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Norbert Baksa è un fotografo ungherese che lavora spesso con la moda che ha avuto un’idea che in questi giorni gli ha procurato attenzioni in tutto il mondo ma soprattutto violente critiche: usare la crisi dei migranti nell’Europa orientale come contesto per un servizio fotografico di vestiti di lusso. Il progetto si intitola Der Migrant (Il migrante) e Baska ha pubblicato alcune delle foto questa settimana sul suo sito, promuovendolo via Twitter e Facebook, scatenando così le critiche di molti, che hanno trovato la scelta sgradevole: ma ottenendo, complici l’idea e le foto delle modelle, alcune meno vestite, moltissima attenzione dai media e dai social network. Le foto mostrano una modella (Monika Jablonczky) in situazioni ambientate al confine dell’Ungheria, dove centinaia di persone arrivano dirette in diversi stati dell’Europa: la modella è raffigurata ad esempio con la maglietta aperta mentre si scatta una foto (con uno smartphone che ha sulla cover il simbolo di Chanel), mentre lotta con la polizia, o in diverse situazioni dietro il filo spinato.
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Le contestate foto di moda di una “modella migrante”. Le ha scattate un fotografo ungherese, ricevendo molte critiche e sollevando una vecchia questione sugli effetti delle "provocazioni".
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A trentotto anni Silvio Berlusconi ebbe un incontro che non avrebbe mai dimenticato. Imprenditore edile emergente, anzi molto vistoso, Berlusconi stava edificando a Segrate, alle porte di Linate, una vera e propria città satellite destinata a edilizia residenziale. Un cantiere enorme – costava 500 milioni di lire al giorno di spese e stipendi – un’intensa attività di lobbying, per esempio per ottenere lo spostamento delle linee aeree in decollo e in atterraggio al vicino aeroporto. Che il giovane fosse affetto da mania di grandezza, lo si vide quando portò a termine un favoloso acquisto immobiliare, Villa San Martino di Arcore, una delle più imponenti e belle tra le storiche dimore della Lombardia, una sorta di reggia con un parco secolare, cascine, scuderie, case coloniche, piscine e aziende agricole. All’interno una grande pinacoteca con dipinti del Quindicesimo e Sedicesimo secolo e un’imponente biblioteca di libri antichi.
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Quando Berlusconi chiamò Dell’Utri. Un capitolo del nuovo libro di Enrico Deaglio racconta l'inizio del loro rapporto e della storia per cui Dell'Utri è stato condannato.
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Nell’affannosa e disperata ricerca di identità italiane, ancora più frenetica e delusa in quest’anno di celebrazioni nazionali, oggi Massimiliano Panarari propone sulla Stampa di individuare un tratto più moderno e radicato sì, ma non particolarmente promettente – anche se a Panarari pare bastare – per un paese in drammatico deficit di maturità. Sfuggente e problematica è l’identità italiana, secondo alcuni. Controversa e non pacificata, secondo altri (e, a giudicare dai fatti, si direbbe che questi ultimi non sono lontani dal vero). Se ci allontaniamo dalle grandi narrazioni su cui i nostri connazionali si sono duramente combattuti, e continuano a dividersi, potremmo, invece, trovare una specie di mito fondativo intorno al quale non c’è litigio che tenga. Certo, un mito «minore», trasversale alle ideologie politiche, ma ben presente a tutti quanti gli italiani, indistintamente, e soprattutto a coloro che l’hanno vissuto direttamente nei fondamentali anni della loro adolescenza. Stiamo parlando del liceo, che in questi mesi furoreggia da indiscusso e indiscutibile protagonista sul grande e piccolo schermo. E, si sa, quando un tema diventa oggetto di racconto cinematografico e, soprattutto, televisivo (siamo o non siamo italiani?), allora, bingo!, vuol proprio dire che la questione è parte di un idem sentire (ah, il latino, reminiscenza liceale…), che attraversa tutte le generazioni. Su Rai Uno la fiction Fuoriclasse, ambientata in un liceo scientifico torinese, con la «prof.» di lettere Isa Passamaglia interpretata da Luciana Littizzetto (e il marito separato Neri Marcorè) ha fatto share altissimi (e già avevamo assistito, non molto tempo fa, su Canale 5, alla serie I liceali con Claudia Pandolfi e Giorgio Tirabassi). Al cinema imperversa, all’insegna di un successo imprevisto (ma a conferma della formula «Re Mida» di tutto quello che richiama la stagione liceale), Immaturi, un nome un programma, del regista Paolo Genovese, in cui un gruppo di quasi quarantenni si trova forzatamente (ma entusiasticamente) obbligato a rimettersi sui libri di scuola a causa del kafkiano annullamento del diploma scolastico. Altrettanti drama (come dicono gli specialisti di fiction) e drammi liceal-adolescenziali che ci mostrano un immaginario pop che continua a ruotare, mutatis mutandis, intorno al Compagno di scuola, come avrebbe cantato Antonello Venditti.
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Un popolo di liceali. Massimiliano Panarari suggerisce un nuovo mito fondativo - un po' minore - degli italiani.
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L’azienda piemontese Lurisia ha diffuso un avviso di richiamo di alcune delle sue bottiglie di “La nostra aranciata”, una delle marche più famose di aranciata in Italia. Lurisia ha detto che il provvedimento riguarda le bottiglie di vetro da 750 ml appartenenti al lotto 39.16 e quelle da 275 ml del lotto 38.16, con termine minimo di conservazione 09/2018 (tutte queste informazioni si trovano sul collo della bottiglia). Nel comunicato Lurisia invita a non consumare il prodotto, visto che le bottiglie potrebbero rompersi: dice anche di aprire la bottiglia facendo attenzione, di svuotare l’aranciata al suo interno e riportare la bottiglia vuota al supermercato dove la si è comprata. Per avere più informazioni si può chiamare il servizio clienti di acque minerali s.r.l. al numero verde 800-277756. Il comunicato di Lurisia è stato pubblicato sul sito internet dell’azienda, su quelli delle catene di supermercati Carrefour e Sogegross e anche su Repubblica di carta, sotto forma di un avviso a pagamento.
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Lurisia ha richiamato due lotti di “La nostra aranciata”. C'è il rischio che si rompano le bottiglie: bisogna versare il contenuto e riportare la bottiglia vuota in negozio.
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La circolazione dei treni in arrivo e in partenza da Milano sta lentamente riprendendo dopo l’interruzione di alcune tratte a causa del deragliamento del treno regionale di Trenord, avvenuto nella mattina di giovedì all’altezza di Seggiano di Pioltello. Anche oggi, però, i treni regionali e il servizio metropolitano ferroviario potrebbero accumulare ritardi, essere cancellati o saltare certe stazioni. Dalle 6 di questa mattina è gradualmente ripreso il traffico ferroviario su due dei quattro binari della linea Milano-Brescia, che era stata interrotta: ora sono garantiti i collegamenti della lunga percorrenza e del trasporto regionale tra le principali stazioni della linea, ma i treni potranno comunque subire rallentamenti di circa 30 minuti, cancellazioni o limitazioni di percorso. Su questa pagina del sito di Trenord è possibile rimanere aggiornati in tempo reale sulle tratte e sulle modifiche nei percorsi dei treni: nessuna linea è più in situazione di “grande criticità”, ma la circolazione su molte tratte è ancora categorizzata come “critica”. Su questa pagina, invece, si può seguire in tempo reale lo stato dei treni di Trenitalia.
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I treni e le tratte ferroviarie cancellate dopo il deragliamento del treno fuori Milano. I siti da tenere d'occhio e le cose da sapere sui possibili ritardi, per chi oggi deve arrivare o partire da Milano in treno.
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Venerdì scorso è stato diffuso sulla piattaforma di contenuti in streaming Disney+ l’ultimo episodio della seconda stagione di Mandalorian, la popolare serie tv ambientata nell’universo di Star Wars. Da giorni si parla in particolare di una cosa successa nell’ultima parte dell’episodio, e delle ripercussioni che potrebbe avere per la serie e più in generale per i prodotti della saga che verranno diffusi nei prossimi anni. Occhio: da qui in poi ci sono parecchi spoiler per chi non ha guardato l’ultimo episodio della serie. – Leggi anche: Come proseguirà Star Wars
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Il finale di Mandalorian, spiegato. Se ne parla da giorni, soprattutto per via dell'inaspettato ritorno di un personaggio molto noto della saga di Star Wars.
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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto giovedì sera che non parteciperà al colloquio per una cattedra di professore alla facoltà di legge dell’Università La Sapienza di Roma, che avrebbe dovuto sostenere lunedì prossimo. La notizia del colloquio era stata data dal sito Politico.eu, che aveva visto dei documenti legati al colloquio e aveva ottenuto conferme da otto persone diverse sulla partecipazione di Giuseppe Conte, che prima di diventare presidente del Consiglio era professore di Diritto a Firenze. La partecipazione di Conte al concorso – avevano spiegato diversi giuristi – sarebbe stata contraria alla legge del 2010 che proibisce la partecipazione ai concorsi a persone che potrebbero trovarsi in conflitto di interessi.
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Giuseppe Conte non parteciperà al colloquio per un posto all’università La Sapienza.
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Nell’attesa che si capisca l’impatto dell’arrivo di iPad e le successive evoluzioni di Kindle, Amazon ha annunciato un’impressionante crescita dei profitti del 68% nel primo trimestre 2010. 299 milioni di dollari in guadagni, un azione a 66 centesimi. L’aumento ha superato del 5% quello previsto dagli analisti di Thomnson Reuters, spiega l’Associated Press: i ricavi sono cresciuti del 46%, superando i 7 miliardi di dollari (di 130 milioni). Rispetto alla crescita dei prodotti editoriali (+27%), il settore elettronica è aumentato di quasi il triplo (72%). Amazon non fornisce dati sul numero di Kindle venduti: da questo mese non si acquisteranno più soltanto online ma anche nei negozi della catena Target. Per il prossimo trimestre Amazon prevede dei ricavi più bassi (tra i 6,1 e i 6,7 miliardi), con una crescita rispetto all’anno passato tra il 31 e il 44%, ma più contenuta rispetto alle previsioni degli analisti. Ieri le borse hanno reagito con una perdita del 6% per il titolo.
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Amazon va forte nel primo trimestre: ma adesso c’è iPad. Più 68% per i profitti, e tra poco Kindle sarà in vendita anche nei negozi Target: ma dovranno inventarsi qualcos'altro.
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Venerdì 3 marzo è uscito ÷ (si legge Divide), il terzo e ultimo disco del cantante britannico Ed Sheeran, uno degli artisti di maggiore successo nella musica pop mondiale. ÷ è arrivato a tre anni di distanza dall’ultimo disco di Sheeran, x, che aveva venduto milioni di copie: ÷ potrebbe finire per diventare il disco più venduto del 2017, se Taylor Swift – una che vende anche di più – non ne pubblicherà uno. Nei primi tre giorni ha venduto 432mila copie nel Regno Unito, diventando uno dei più venduti di sempre: probabilmente supererà Progress dei Take That, che vendette 519mila copie nella prima settimana, posizionandosi al terzo posto della classifica dietro 25 di Adele e Be Here Now degli Oasis, che ne vendettero circa 800mila. Sheeran è un personaggio particolare nel panorama del pop mainstream internazionale: è celebrato per il suo talento da autore di canzoni, ma spesso accusato di confezionare dischi senza una vera identità e pensati solo per accontentare il pubblico. Sheeran non ha poi praticamente nessuna delle caratteristiche che rendono fighe le celebrità nel 2017, in un momento del pop in cui, oltretutto, vanno forte soprattutto le cantanti donne, più che gli uomini. Quello che probabilmente è il suo principale rivale per il titolo di più famoso cantante maschio nato negli anni Novanta, Justin Bieber, è completamente diverso da lui, sia per la musica sia per la personalità pubblica.
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Cosa dobbiamo pensare di Ed Sheeran? il suo ultimo disco “÷” – accolto tiepidamente dai critici – diventerà forse il più venduto dell'anno: lui continua a fare bene cose diversissime, ed è la sua fortuna e il suo problema.
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Repubblica e Corriere della Sera oggi accusano Luigi Di Maio, dirigente del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della Camera, di aver mentito sul suo atteggiamento nei confronti di Raffaele Marra, l’ex capo del personale del comune di Roma molto vicino a Virginia Raggi arrestato lo scorso 16 dicembre con le accuse di corruzione e abuso di ufficio. Di Maio, che fa parte del cosiddetto “direttorio” del partito, aveva detto in pubblico di aver chiesto a Virginia Raggi di licenziare Marra, ma di non essere stato ascoltato dalla sindaca. In un’intervista con Lucia Annunziata nel suo programma In 1/2 ora, Di Maio aveva detto di aver chiesto a Marra di andarsene in un colloquio avuto con lui nel suo ufficio alla Camera la scorsa estate, ma secondo Repubblica e il Corriere due messaggi inviati successivamente da Marra a Raggi e da Di Maio a Raggi smentiscono questa ricostruzione. A leggere i messaggi, però, l’accusa di Repubblica e Corriere non sta in piedi; e più tardi il Movimento 5 Stelle ha diffuso l’intera conversazione, a dimostrazione che gli sms di Di Maio non contraddicono quanto aveva detto a Lucia Annunziata. Marra è stato arrestato con l’accusa di aver ricevuto dei soldi per comprare degli appartamenti appartenuti a un ente previdenziale, ed è successivamente stato accusato anche di abuso di ufficio. Il suo arresto è diventato uno dei più gravi problemi della giunta Raggi fino a qui, perché Marra era considerato molto vicino alla sindaca: una sorta di consigliere esperto che aiutava la nascente giunta grillina a muoversi tra le leggi e i regolamenti comunali, e di cui Virginia Raggi si fidava molto (come ha ammesso lei stessa parlando di un errore di valutazione). L’inchiesta che ha portato all’arresto di Marra – un ex ufficiale della Guardia di Finanza che aveva lavorato con Gianni Alemanno come dirigente del comune di Roma – era iniziata nel 2013, quindi per faccende che non hanno a che fare direttamente con il lavoro della nuova giunta di Roma, eletta la scorsa estate. Ma Marra aveva una reputazione di scarsa trasparenza e la sua nomina – e la conseguente grande vicinanza a Raggi – non era stata apprezzata da tutto il Movimento 5 Stelle, portando a qualche screzio interno.
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Le accuse contro Di Maio non stanno in piedi. Repubblica e Corriere dicono che ha mentito sui suoi rapporti con Marra, e pubblicano dei messaggi che però non dimostrano niente.
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Goffredo Fofi, stimato scrittore, intellettuale e critico italiano, ha scritto su Internazionale una recensione positiva di Mia madre, il nuovo film di Nanni Moretti, dicendo che secondo lui rappresenta una svolta nella sua carriera e nei suoi film, che fin qui non aveva particolarmente apprezzato. Nel 1977 o dintorni, Io sono un autarchico di Nanni Moretti fu in Italia il segnale d’inizio di quell’età del narcisismo, studiata dal grande sociologo Christopher Lasch, che andava dilagando nel mondo ricco con la sconfitta dei movimenti, in Italia quelli del ’68 e del ’69. È in definitiva questo il motivo dello scarso entusiasmo con cui ho visto negli anni i film di Moretti, tutti inflazionati dal suo io – peraltro meno interessante di quanto lui non credesse, come quello dei suoi per niente magnifici spettatori – però esemplare della deriva di un’intera generazione e dal suo allontanamento dall’azione e dall’utopia.
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A Fofi è piaciuto il film di Moretti. Uno dei più stimati critici italiani spiega perché “Mia madre” gli ha fatto infine cambiare opinione su uno dei più stimati registi italiani.
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La progressiva diffusione di due funghi potrebbe obbligare i coltivatori a cambiare il tipo di banana più coltivata al mondo, la Cavendish, influendo sulle abitudini alimentari di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. I funghi sono alla base di due serie malattie della pianta, che possono portare a una marcata riduzione della produzione di banane nelle piantagioni. Come spiega l’ultimo numero dell’Economist, il problema di dovere cambiare tipo di banana da coltivare si presentò già in passato. Le esportazioni su grande scala di questi frutti iniziarono negli anni Settanta del diciannovesimo secolo. Dolci e morbidi, divennero diffusi sulle tavole dei più ricchi, come prelibata stranezza proveniente dai lontani tropici. Meno di un secolo dopo, grazie ai progressi nei sistemi di coltivazione e soprattutto del trasporto marittimo, la banana divenne molto diffusa a prezzi più abbordabili anche per i meno ricchi.
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La grande moria delle banane. Due funghi minacciano la varietà più diffusa e i produttori sono alla ricerca di un nuovo tipo più resistente: è già accaduto in passato e non fu così facile.
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Puoi leggere questo articolo in italiano. The first case of the coronavirus infection in Italy was identified on February 20 at the hospital of Codogno, in the province of Lodi. Within two weeks, the whole country was subjected to some of the toughest quarantine measures taken outside of China. Today, after two challenging months of sacrifice and loss, and with the most critical stage of the emergency behind us, more and more people are starting to look for answers. Tens of thousands of children and grandchildren were not able to say goodbye to their loved ones who died in intensive care wards, at home or in nursing homes. They are now wondering whether everything possible was done to save them. Nowhere are these questions more pressing than in Lombardy, the richest and most populous region of the country and the one that was hit first and hardest by the epidemic.
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Two months that shook Lombardy. How the coronavirus epidemic has shattered the confidence of the richest and most populous region of Italy.
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È morto giovedì nella sua casa di Los Angeles a 75 anni Gerry Goffin, musicista e paroliere di canzoni, e primo marito della cantautrice Carole King, con la quale scrisse tra le altre “Will you love me tomorrow”, “Up on the roof” e “You make me feel like a natural woman”. Goffin era nato a Brooklyn l’11 febbraio 1939 e aveva conosciuto Carole King all’università: si erano sposati nel 1959 e avevano composto insieme diverse decine di canzoni che, cantate da interpreti diversi, erano entrate nelle classifiche americane di vendita. La sua morte è stata annunciata dalla sua ultima moglie. Carole King ha dato la notizia fu Facebook, aggiungendo: «Gerry ha avuto un profondo impatto sulla mia vita, era un uomo buono con una forza dinamica, le cui parole e influenza creativa continueranno a risuonare per le generazioni che verranno. La sua eredità per quanto mi riguarda sono le nostre due figlie, quattro nipoti, e tutte le nostre canzoni che hanno toccato milioni e milioni di persone, oltre alla nostra amicizia che è durata tutta una vita». Goffin si era poi risposato e aveva avuto altri tre figli. Gerry Goffin 1939-2014 There are no words. pic.twitter.com/TSxj8B1gdK
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La morte di Gerry Goffin. Aveva scritto "You make me feel like a natural woman" e altre canzoni famosissime, molte con la sua ex moglie Carole King.
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Le email hanno reso obsoleto l’invio delle lettere, quelle materiali di carta coi francobolli e tutto il resto, mettendo in difficoltà diversi servizi postali nazionali, che hanno visto ridursi i loro ricavi. In alcuni paesi le poste sono riuscite ad adattarsi al cambiamento, introducendo servizi “ibridi” per gestire la propria posta con l’aiuto delle nuove tecnologie, mentre in altri casi i servizi postali nazionali hanno dimostrato di non riuscire a innovarsi, anche a causa della politica che spesso ha un forte controllo su come vengono amministrate le poste. Negli Stati Uniti il servizio postale perde circa 25 milioni di dollari al giorno e si è discusso molto, anche al Congresso, sull’opportunità di ridurre il numero di uffici postali e sospendere i servizi al sabato. Come mostra un recente grafico dell’Economist, gli Stati Uniti sono tra i paesi in cui costa meno inviare una lettera. Una busta di dimensioni standard può essere spedita in qualsiasi Stato della federazione al prezzo di 0,45 dollari. Nel Regno Unito, dove fu introdotto il primo francobollo della storia nel 1840, i prezzi per inviare le lettere sono aumentati del 122 per cento in circa dieci anni. Mandare una lettera costa quasi un dollaro. In Italia costa circa 0,79 dollari e, fatti i dovuti aggiustamenti, il costo è diminuito rispetto a un tempo.
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Dove costa meno inviare una lettera? e quanto sono aumentati i prezzi della posta tradizionale? La spiegazione è in un grafico per nostalgici.
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Su Repubblica di sabato 15 marzo Michele Serra spiega com’è fatta la vita di uno scrittore al giorno d’oggi, raccontando come funzionano le tournée per presentare i nuovi libri, con gli incontri con i lettori e i convegni con altri scrittori. Serra immagina cosa succederebbe se Gustave Flaubert pubblicasse oggi Madame Bovary, concludendo che probabilmente scatenerebbe un grande dibattito, ma che un lettore per poter leggere come si deve il libro dovrebbe «chiudersi in casa e non parlarne con nessuno, tantomeno con Flaubert»: in pratica, dice Serra, per capire e apprezzare i libri non servono presentazioni o convegni, anzi, alle volte è meglio starne lontani. Serra dice per questo di preferire i reading, dove si dà spazio solo al testo scritto. I più celebri vanno in tour come star altri si accontentano di vitto e alloggio per partecipare a eventi e reading. In entrambi i casi questa vita pubblica non ha un impatto solo negativo: anzi il rapporto diretto con i lettori può anche stimolare la creatività. Ma attenti a evitare l’effetto Lady Gaga. Una volta varcate le porte del successo (basta anche un successo medio , anche un successo stagionale, anche un successo precario) per uno scrittore le tentazioni pubbliche sono quasi infinite. Tra festival grandi e piccoli, presentazioni in libreria, dibattiti, reading, convegni è possibile stare in tournée quasi tutto l’anno, nella migliore delle ipotesi inanellando un discreto numero di gettoni di presenza, nella peggiore scroccando cena e albergo a committenti quasi sempre felici di averti con loro. Siccome non si sputa nel piatto dove si mangia, ogni considerazione supponente o annoiata su questo fiorente indotto della letteratura è del tutto fuori luogo; anche perché non si può passare la vita a deplorare la tendenza della gente a rimarsene a casa in mutande, inchiodata alla televisione e ad altri schermi domestici, e poi rimproverarla perché affolla i festival letterari, anche solo per avere una dedica malferma su un libro magari mai aperto, né destinato ad esserlo. Però è legittimo chiedersi se tutto questo incontrarsi, parlarsi, toccarsi, complimentarsi, tra scrittori e lettori, abbia una ricaduta positiva sulle rispettive attività, appunto scrivere e leggere. O sia, al contrario, molto divagante e dispersivo rispetto all’attitudine solitaria e silente che apparenta entrambi i protagonisti dello scambio letterario, scrittore e lettore. Per quanto riguarda i lettori non saprei bene che dire. È possibile che la trasformazione degli scrittori in celebrities di vario calibro (ce n’è per tutti i gusti) distolga l’attenzione del pubblico dal testo e la sprofondi nel contesto. Dopotutto avere l’autografo dello scrittore Tizio, o addirittura bere un bicchiere con lui al bar adiacente il luogo del dibattito, può essere un’esperienza più intensa, più breve e soprattutto meno gravosa rispetto alla lettura del suo ultimo romanzo, per altro già ampiamente sviscerato nel corso della presentazione (la scena madre è stata letta da una brava attrice, con pathos ineguagliabile da un lettore ordinario).
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Scrittori nel 2015. Michele Serra riflette sulla vita pubblica di chi fa libri, fatta di festival, presentazioni, autografi e alberghi.
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Garry Winogrand è stato un fotografo statunitense considerato tra i maestri della “street photography”: morto nel 1984 a 56 anni, è conosciuto soprattutto per le fotografie scattate in luoghi pubblici tra New York e il Bronx, il New Mexico e Los Angeles. Dal 15 luglio al 9 ottobre il Man di Nuoro ospiterà la mostra Women are beautiful che espone la collezione completa delle fotografie che composero il famoso libro omonimo, pubblicato nel 1975. Le immagini mostrano diverse giovani donne fotografate soprattutto a New York, per strada, nei parchi o in parcheggi. Se ne parlò molto per le diverse reazioni che suscitarono: per alcuni mostrarono l’emancipazione femminile tra gli anni Sessanta e Settanta, per altri furono l’espressione di un punto di vista maschilista, per la presenza di figure formose in abiti sbracciati o minigonne. Nell’introduzione Winogrand scrisse: «Ogni volta che ho visto una donna attraente ho fatto del mio meglio per fotografarla».
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Le donne di Garry Winogrand. Ritratte per strada, nei parchi, alle feste da uno dei maestri della street photography, in mostra a Nuoro fino a ottobre.
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Il centrodestra ha vinto nella grande maggioranza dei 25 capoluoghi di provincia nei quali si sono tenuti i ballottaggi delle elezioni amministrative, cioè in 16; in 5 ha vinto il centrosinistra mentre in altri tre hanno vinto delle liste civiche. Il centrodestra ha vinto in città importanti come Verona, Genova e L’Aquila, oltre che in posti come Pistoia e Sesto San Giovanni, storicamente governati dal centrosinistra. L’unica vera soddisfazione per il centrosinistra è stata la vittoria a Padova, dove Sergio Giordani ha battuto il sindaco uscente, il leghista Massimo Bitonci. Il Movimento 5 Stelle è stato praticamente assente dai ballottaggi, visto quanto era andato male al primo turno: tra i capoluoghi era presente solo ad Asti, dove ha perso, ma ha vinto a Carrara. A Parma invece è stato rieletto comodamente Federico Pizzarotti, sindaco uscente, eletto col M5S ma poi espulso dal Movimento. Situazione complessiva – 1° turno + #ballottaggi – su 151 comuni superiori: 64 centrosinistra, 56 centrodestra, 8 M5S#maratonayoutrend pic.twitter.com/Rvy8i1N96K
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Ai ballottaggi è andato meglio il centrodestra. Ha vinto a Genova, Verona, L'Aquila e persino a Sesto San Giovanni, mentre il centrosinistra ha vinto a Padova e Lecce e Pizzarotti è stato rieletto a Parma.
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Steve Jobs non concede di frequente lunghe interviste, ma per la D8 Conference, la serie di eventi messa in piedi dal Wall Street Journal per parlare di tecnologia, il capo di Apple ha deciso di fare un’eccezione. Per più di un’ora e mezza Jobs ha risposto alle domande dei giornalisti Walt Mossberg e Kara Swisher di All Things D – la sezione tecnologica online del quotidiano – affrontando numerosi argomenti dal misterioso furto di un prototipo del nuovo iPhone all’iPad passando per i rapporti burrascosi con Adobe. C’era un iPhone nuovo, là fuori Nel corso dell’intervista, Steve Jobs ha confermato che quello ottenuto da Gizmodo era un prototipo della nuova generazione del celebre smartphone. Il dispositivo era in giro per un semplice motivo: non puoi testare un nuovo telefono cellulare solo in laboratorio, occorre vedere come si comporta in mobilità. Jobs ha ventilato l’ipotesi che il telefono non sia stato semplicemente dimenticato su un tavolo di un bar: «C’è una discussione sull’eventualità che sia stato rubato da una borsa e non semplicemente lasciato in un locale». Il CEO di Apple ha poi confermato che le indagini sono ancora in corso per fare chiarezza sull’episodio e che la società cercherà di capire come siano andati effettivamente i fatti: perché su questo genere di cose non si può lasciar correre, ha poi aggiunto Jobs.
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È nato prima iPhone o iPad? la risposta è iPad, ha detto Steve Jobs in un'intervista: prevedendo che manderà in pensione i computer e spiegando perché Flash va abbandonato.
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Domenica 8 novembre si è tenuto all’Ames Reasearch Center della NASA a Mountain View, in California, la cerimonia dei Breakthrough Prize, durante la quale sono stati premiati i migliori scienziati dell’ultimo anno. Il Breakthrough Prize è un premio istituito nel 2012 dalla Breakthrough Prize Foundation, della quale fanno parte, tra gli altri, il fondatore di Google Sergey Brin e il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg: la fondazione distribuisce premi da 3 milioni di dollari, il triplo della somma che riceve un vincitore del premio Nobel, agli scienziati che si sono distinti per le loro scoperte. Quest’anno sono stati assegnati premi per un totale di 22 milioni di dollari. La cerimonia è stata presentata da Seth MacFarlane; sul palco si sono viste diverse celebrità, tra cui Lana Del Rey, Russell Crowe, Hilary Swank e Pharrell Williams. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
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Le foto del “Breakthrough Prize” in California. Sono ricchi premi assegnati ogni anno ai migliori scienziati del mondo (anche da Mark Zuckerberg e Sergey Brin).
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Per la mattina di martedì 10 settembre (in Italia saranno le 19), Apple ha organizzato a San Francisco un evento per presentare le sue ultime novità. Abbiamo messo insieme una guida minima raccogliendo le voci che circolano online, per farsi un’idea con beneficio d’inventario. iPhone 5S Dopo mesi di fotografie del presunto nuovo modello, Apple presenterà infine l’ultima versione del suo smartphone, che salvo sorprese si chiamerà iPhone 5S. Sarà una versione rivista e potenziata del telefono presentato lo scorso anno, come già successo in passato con iPhone 4S e prima ancora con iPhone 3GS. Esteticamente sarà simile a quello attuale, quindi con lo schermo più lungo, e avrà un processore più potente. Il tasto “Home”, l’unico sulla parte frontale, dovrebbe essere aggiornato con un nuovo sistema di riconoscimento delle impronte digitali, cosa che renderebbe più pratico lo sblocco del telefono senza dovere inserire il classico codice numerico. Altre novità dovrebbero interessare la fotocamera, più definita, con un nuovo tipo di flash e una funzione per fare riprese in slow-motion. E potrebbe esserci una versione di colore “champagne”, oltre a quelle classiche bianche e nere.
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Che cosa presenta Apple martedì. Di sicuro la data di arrivo di iOS 7 e poi un nuovo iPhone, o forse due nuovi iPhone, più altre varie ed eventuali.
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L’Agenzia del Territorio ha disposto una variazione dei confini settentrionali tra il Veneto e il Trentino-Alto Adige, facendo passare l’intero ghiacciaio del gruppo montuoso della Marmolada, il più alto delle Dolomiti, dalla provincia di Belluno a quella autonoma di Trento. La variazione è stata stabilita in base a un decreto presidenziale del 1982 firmato dall’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, che però era stato superato da un protocollo di intesa firmato nel 2002 dall’allora presidente della provincia di Trento, Lorenzo Dellai, e dall’ex governatore veneto Giancarlo Galan. Con i nuovi confini — coincidenti con l’ex confine di Stato tra l’Impero Austro Ungarico e il Regno d’Italia — il massiccio della Marmolada passa quindi dal comune bellunese di Rocca Pietore a quelli trentini di Canazei e Vigo di Fassa; Rocca Pietore ha mantenuto solamente il perimetro della stazione di arrivo della funivia in Punta Rocca, a quota 3265 metri. Il governatore del Veneto Luca Zaia ha contestato la variazione e ha dichiarato che ricorrerà in tutte le sedi per difendere il vecchio confine, gli impianti di risalita e le attività economiche venete presenti nel massiccio. Zaia contesterà l’Agenzia del Territorio per aver effettuato la variazione il 24 maggio scorso, quando il nuovo governo non era ancora stato formato, e in presenza di un contenzioso ancora in corso tra Veneto e Trento presso il Consiglio di Stato.
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La Marmolada passerà dal Veneto al Trentino. I confini settentrionali tra Belluno e Trento sono stati revisionati da una decisione dell'Agenzia del Territorio, il Veneto ha annunciato che farà ricorso.
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Giovanni Battistuzzi ha commentato sul Foglio la decisione del comune di Milano di consentire il traffico contromano per le biciclette in via Brera, che attraversa l’omonimo quartiere del centro. Via Brera è la prima strada a senso unico di Milano in cui è consentito alle bici – e soltanto alle bici – di circolare in entrambi i sensi, una pratica che è vista con preoccupazione da qualcuno ma che in realtà è la norma in molte città europee, come spiega Battistuzzi, e ha come obiettivo quello di favorire l’utilizzo delle bici invece delle auto, facilitando e velocizzando gli spostamenti. Via Brera a Milano è un passo verso l’Europa. Lì è stato apposto un cartello sotto quello del senso unico: “Eccetto velocipedi”, che sa molto di inizio novecento per espressione, ma che fa entrare il capoluogo lombardo e l’Italia nella modernità. Cartelli come questo sono prassi comune in tutta Europa, tanto che in molte capitali del nord Europa è raro non trovarli. Tanto che a Berlino, in alcuni quartieri residenziali, nemmeno più ci sono: sono apposti solo quelli, rari, che vietano l’accesso alle bici in senso inverso a quello di marcia. E’ questo il significato dell'”eccetto velocipedi”, poter circolare tenendo la destra in senso opposto a quello delle automobili. Contromano, si direbbe, ma contromano porta con sé un sottobosco di significati luttuosi, terribili, pericolosi, che fa subito pensare: “Questi sono pazzi, contromano in bicicletta? questi sono pazzi”.
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A favore delle bici contromano. In via Brera a Milano ora si può e un articolo sul Foglio la giudica una scelta di civiltà.
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L’azienda di moda statunitense Tommy Hilfiger (si pronuncia così) ha messo in vendita la sua prima collezione di abbigliamento per adulti disabili, chiamata “adaptive collection” e disegnata per la primavera 2018. Due anni fa ne aveva proposta una per bambini disabili e aveva annunciato la versione per adulti nell’ottobre scorso, con 37 modelli maschili e 34 femminili. I vestiti hanno cuciture e cerniere più facili da aprire e bottoni magnetici per sfilarli più facilmente o vestirsi con una mano sola; i pantaloni hanno chiusure in velcro, aperture e orli regolabili per le protesi di braccia e gambe. Al momento la collezione è disponibile solo negli Stati Uniti, dov’è considerato disabile circa il 20 per cento della popolazione ha una qualche forma di disabilità, fisica o mentale; nonostante questo le aziende che offrono vestiti adatti e alla moda sono pochissime. Per la campagna pubblicitaria hanno posato alcune importanti figure del mondo disabile statunitense: l’atleta paralimpico e medaglia d’oro olimpica Jeremy Campbell con un paio di jeans con orlo magnetico che si aggiusta facilmente sulle protesi, la blogger Mama Caxx con un trench dalle chiusure magnetiche, la ballerina paraplegica Chelsie Hill con un vestito a righe dal collo regolabile, e il 18enne chef autistico Jeremiah Josey.
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La prima collezione di Tommy Hilfiger per disabili. Con orli regolabili e chiusure magnetiche, sponsorizzata da atleti paralimpici e famose ballerine paraplegiche.
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Siccome ci è nota e familiare la sensazione di smarrimento di quando si torna dal quieto isolamento delle vacanze e si cerca di rimettersi in pari col resto del mondo, notizie comprese, da qualche estate abbiamo inaugurato questa lista per chi è stato in giro ad agosto e torna oggi alla città, alla nazione, al lavoro, a studiare. Che cosa vi siete persi quest’ultima settimana: le notizie ma anche le cose di cui si è discusso e qualche storia che vi consigliamo. Coi link per approfondire quello che vi interessa di più. Se eravate fuori da due settimane, qui c’è il riassunto della settimana ancora precedente. Prego. La strage di Tianjin, in Cina Mercoledì una serie di enormi esplosioni nel porto di Tianjin, nel nord della Cina, hanno provocato la morte di almeno 112 persone. Sono esplosi dei depositi di sostanze chimiche, ancora non è chiaro perché. L’area nel raggio di tre chilometri dall’esplosione è stata evacuata a causa della fuga di molte sostanze tossiche, tra cui il cianuro di sodio. Le autorità cinesi finora non sono state particolarmente solerti nel comunicare informazioni sulle esplosioni, sulle loro cause e sulle loro conseguenze. I video delle esplosioni e le foto di quello che è rimasto dopo sono particolarmente impressionanti.
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Cosa vi siete persi. Riassunto delle notizie della settimana scorsa, per chi è tornato oggi dalle vacanze: coraggio.
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Il comitato nazionale di garanzia del PD, presieduto da Luigi Berlinguer, ha deciso che Vladimiro Crisafulli e Antonio Papania, inizialmente inseriti nelle liste, non saranno candidati “in base a un criterio di opportunità”. La decisione è stata presa in base alla loro situazione giudiziaria: Crisafulli è stato rinviato a giudizio per concorso in abuso d’ufficio, mentre Papania aveva patteggiato nel 2002 una pena di due mesi e 20 giorni di reclusione per abuso d’ufficio (convertiti in una multa). Entrambi avevano ottenuto il posto in lista partecipando alle primarie dei parlamentari. Oltre a queste due esclusioni, decise «sulla base dell’interpretazione severa di codice etico, statuto, leggi dello Stato», come ha spiegato Berlinguer, ci sono state altre due rinunce volontarie da parte di altri due esponenti siciliani del partito, Bruna Brembilla e Antonio Luongo. I siciliani Mirello Crisafulli e Antonio Papania non saranno candidati per il Pd alle prossime elezioni politiche. Lo ha deciso la commissione nazionale di garanzia presieduta da Luigi Berlinguer “in base a un criterio di opportunità”. Bocciature che rischiano di scatenare la rivolta del partito siciliano, che si era già mosso a difesa dei suoi esponenti.
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Il PD cambia le liste in Sicilia. Vladimiro Crisafulli e Antonio Papania, che avevano vinto le primarie, non saranno candidati per via di guai giudiziari: altri due hanno rinunciato volontariamente.
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Da oggi, lunedì 14 giugno, passano in zona bianca Emilia-Romagna, Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia e la provincia autonoma di Trento, dove per tre settimane consecutive è stata registrata un’incidenza settimanale dei contagi da coronavirus inferiore ai 50 casi per 100mila abitanti. Si aggiungono alle regioni che erano già “bianche”: restano in zona gialla solo Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Bolzano. Nell’ultima settimana tutte le regioni hanno avuto un’incidenza di nuovi casi sotto la soglia di 50 contagi settimanali ogni 100mila abitanti, ma per passare in zona bianca è necessario che questi dati siano confermati per tre settimane consecutive. Se anche la prossima settimana si confermasse quest’andamento, dal 21 giugno saranno in zona bianca tutte le regioni italiane tranne la Valle d’Aosta, che due settimane fa era stata l’unica regione a superare la soglia.
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I nuovi colori delle regioni, da oggi. Più di metà Italia è in zona bianca, da oggi anche Emilia-Romagna, Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia e la provincia di Trento.
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Il 5 giugno esce il nuovo disco di Neil Young assieme alla sua band dei Crazy Horse, il primo dal 1996. Il disco si chiama “Americana” e ieri – dopo un lungo video di presentazione del lavoro in studio – è stato messo online il video di “Oh Susanna”, cover della celeberrima canzone della tradizione americana (risale al 1848): ma una cover molto Neil-Young-and-Crazy-Horse.
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Oh Susanna, di Neil Young. La cover del celeberrimo pezzo americano, nel primo video dal suo disco nuovo.
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Jug Cerovic – architetto di origine serba che lavora da tempo a Parigi, in Francia – ha realizzato una serie di “mappe standardizzate” delle linee di metropolitana di 12 grandi città del mondo, tra cui New York, Mosca, Pechino, Londra, Barcellona e Parigi. Le mappe di Cerovic sono state pensate per essere omogenee tra loro: usano un insieme di simboli standard, le linee solo solo verticali, orizzontali o con un angolo di 45 gradi, e in ciascuna non sono contenute più di cinque linee curve. Cerovic ha voluto dare forme simboliche alle diverse città: il cerchio per Mosca e Parigi, il rettangolo per Pechino e Shanghai e la griglia di un modello stradale per New York e Città del Messico. Cerovic ha spiegato a Slate di avere cominciato a disegnare mappe schematiche simili a queste per la metro di Belgrado, la città dove è nato: «Visto che la città non forniva mappe leggibili e facili da usare ne ho disegnato una serie completa, dettagliata e schematica». Poi Cerovic ha provato a disegnare le mappe della metropolitana di Parigi e Madrid, dove ha trascorso dei periodi per motivi di lavoro: «Col tempo ho sviluppato una serie di simboli, uno standard che poi ho applicato alle altre città. E funziona! Ho finito per fare i disegni di 12 tra le linee di metropolitana più complesse al mondo». Cerovic ha anche provato a convincere le amministrazioni locali ad adottare le sue mappe: dopo difficoltà burocratiche e diversi “no, grazie”, ha deciso di pubblicarle online sul sito inat.fr (INAT è una parola serba difficile da tradurre, un mix di orgoglio e testardaggine) e di renderle disponibili all’acquisto in tre dimensioni diverse.
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Le mappe universali della metropolitana. Come sarebbero quelle di 12 grandi città internazionali se usassero gli stessi criteri e simboli standard.
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Il blogger Scott Hurff ha realizzato una serie di “mappe” per mostrare come si sono evoluti gli ultimi iPhone in rapporto alle aree dello schermo che possiamo raggiungere con il nostro pollice. Hurff ha basato i suoi disegni su una serie di ricerche che dimostrano come la maggior parte degli utilizzatori di smartphone impiega la mano destra e tiene il pollice ancorato all’angolo in basso a destra del telefono. Nell’immagine qui sotto i diversi schermi sono divisi ciascuno in tre parti: l’area verde è la zona che è facile da raggiungere con il pollice; la gialla è quella che si può raggiungere sforzandosi un po’; e la rossa è quella praticamente irraggiungibile senza cambiare l’impugnatura.
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L’immagine che mostra l’evoluzione degli iPhone in rapporto ai nostri pollici. Il blogger Scott Hurff ha realizzato una serie di "mappe" che mostrano quanta parte dello schermo di un iPhone possiamo raggiungere con il nostro pollice in maniera naturale.
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Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera. La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina account. Qui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: online sul Post c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
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Una canzone di Larry Santos. Cambiamo genere, come se fossimo in barca, o sul balcone di casa in queste assurde serate.
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Si discute da mesi, ormai, del futuro dell’Unità e soprattutto dell’assetto societario del suo editore: il giornale ha attraversato una lunga e dolorosa fase di riassetto dei conti, c’è stato un cambio di direzione (da Concita De Gregorio a Claudio Sardo), presto arriveranno anche un restyling e un cambio di formato, Renato Soru dice apertamente e da tempo di “non vedere l’ora” di sbarazzarsi della testata (che aveva comprato nel 2008 per più di 20 milioni di euro, stando alle cifre che circolarono). Il quotidiano ItaliaOggi racconta [pdf] oggi del futuro del giornale – oltre al restyling arriverà anche un inserto di inchieste, U – e di una imminente svolta sul fronte societario. Soru sarebbe infatti intenzionato a “diluire la propria quota”, fermandosi al 20 per cento, e lasciare così la maggioranza della società a Maurizio Mian, imprenditore pisano, insieme a una cordata di altri investitori. Mian era entrato nella società editoriale dell’Unità nel 2009, comprandone il 20 per cento: la sua società si chiama “Gunther Reform Holding” e ha una storia bizzarra e affascinante, che comincia con una leggenda metropolitana. Quella del pastore tedesco Gunther, il “cane più ricco del mondo”.
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Il cane Gunther e l’Unità. Gli sviluppi societari del quotidiano tornano a intrecciarsi con la storia di una immortale leggenda metropolitana, tra ereditieri, musica dance e ville a Miami.
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Sugli alberghi c’è un mondo di gusti. A molti piace stare comodi, punto, ad altri piace stare in posti non anonimi, che facciano sentire lo spirito del luogo. Ci sono però anche luoghi con uno spirito indefinibile, in evoluzione continua, o forse con mille spiriti: come New York. E allora quegli alberghi minimalisti e moderni, categorizzati sotto il nome di “boutique hotel”, diventano meno tutti uguali e inspidi e guadagnano identità. Insomma, se quest’estate avete in programma di andare a Manhattan e non avete mai trovato il posto giusto (o non siete mai andati a Manhattan), il New York Times oggi elenca sei nuovi alberghi del genere, a prezzi “accessibili”: in una città che, spiega l’articolo, ha un costo medio per camera d’albergo altissimo, 238 dollari. Stephen Heyman, il giornalista che li ha provati, ammette che tutto il repertorio “bar sulla terrazza, dock per iPhone, doccia a pioggia” è un po’ noioso: ma le camere sono grandi abbastanza, il servizio buono e i prezzi tollerabili. Sono tutti in un’area piuttosto ristretta, tra la 26ma e la 40ma strada. 1. Distrikt Hotel West 40th street, tra l’Ottava e la Nona avenue; 209 dollari. Ogni piano dell’albergo prende il nome di uno dei quartieri di New York, ma non pensate che prendere una camera al piano “Central Park” voglia dire vista sul parco: al massimo qualche scorcio del fiume Hudson.
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Sei nuovi “boutique hotel” a New York. Suggerimenti per le vacanze: il New York Times consiglia alberghi fighetti - a prezzi "accessibili" - a Manhattan.
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Lunedì 14 aprile Tommy Hilfiger, l’azienda di abbigliamento statunitense fondata dallo stilista Tommy Hilfiger, ha aperto le vendite di una nuova collezione femminile disegnata con la collaborazione dell’attrice Zooey Deschanel, testimonial di tutta la linea (si chiama “To Tommy, From Zooey”). La collezione include vestiti e accessori vari, i prezzi vanno da 98 a 199 dollari, e nelle intenzioni di Hilfiger la collezione dovrebbe richiamare uno stile “nautico” anni Sessanta (definito “modical”, una via di mezzo tra la definizione di “nautical” e il riferimento al movimento britannico MOD). Negli ultimi mesi – già da prima dell’apertura di questa collezione con Deschanel – Tommy Hilfiger, stilista fondatore dell’omonima azienda, ha dato numerose interviste con diverse testate internazionali, interessate a riprendere e raccontare la storia dell’azienda dal 1985 a oggi, fatta di grandi successi ma anche di gravi perdite e poi di altri nuovi recenti successi, dopo che l’azienda – che intanto, nel 1992, si era quotata in borsa – fu venduta a una società di investimenti privata, nel 2006.
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Storia di Tommy Hilfiger. Successi, crisi e rinascita di una delle più note marche di abbigliamento al mondo, dalla sua prima famosa campagna pubblicitaria alla nuova linea con Zooey Deschanel.
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Nell’ultimo periodo si è parlato molto di una nuova via che i migranti provano a percorrere per attraversare il confine tra Italia e Francia. La strada in questione è quella che passa per il Colle della Scala, raggiungibile dall’Italia passando per Bardonecchia, in Piemonte. Il percorso è fattibile in condizioni climatiche favorevoli, ma il freddo e la neve del periodo invernale stanno rendendo molto difficile e pericolosa la traversata: l’argomento è stato trattato da Diego Bianchi, in arte Zoro, in un servizio trasmesso durante la puntata del suo programma Propaganda Live. Sul posto è andato anche Piero Cruciatti, un fotografo freelance che tra il 12 e il 14 gennaio ha realizzato un servizio per l’agenzia fotografica AFP e ha poi raccontato la sua esperienza sul loro blog.
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Le foto dei migranti tra la neve a Bardonecchia. Il fotografo Piero Cruciatti ha passato due giorni nella stazione sciistica affollata di ragazzi che provano a raggiungere la Francia.
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È morto a 64 anni Marco Bogarelli, noto soprattutto per essere stato per diversi anni presidente della divisione italiana di Infront, la società di consulenza che fino allo scorso anno gestiva i diritti televisivi della Serie A di calcio. Da alcuni giorni Bogarelli era ricoverato a Milano dopo essersi ammalato di COVID-19. Bogarelli era nato nel 1956 a Milano, dove aveva studiato all’università Bocconi. Nel 1995 aveva fondato con altri l’agenzia di marketing sportivo Media Partners, che nel 2006 era stata acquisita da Infront, dove aveva lavorato fino al 2016. Negli anni a Infront Bogarelli era diventato molto noto per il suo ruolo nelle contrattazioni, solitamente piuttosto lunghe, dei diritti televisivi con le squadre di calcio italiane. Dal 2016 era entrato nel consiglio di amministrazione della grande società di eventi sportivi Wanda Sports, attiva in tutto il mondo, e aveva deleghe allo sviluppo strategico del gruppo.
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È morto a 64 anni Marco Bogarelli, ex presidente di Infront Italy.
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La neve aggiunge un certo fascino più o meno a qualsiasi fotografia, portandolo poi a livelli notevoli quando i protagonisti sono gli animali: si accentuano i contrasti tra colori, con il nero delle penne di un merlo che risalta, i bianchi si confondono – quello della neve con la pelliccia di una volpe artica, per esempio – e i movimenti si fanno più vigorosi, come la corsa dei cavalli che trainano le slitte, o più impacciati e buffi, come quelli delle pecore che affondano il muso nella neve in cerca di cibo. Poi ci sono scene suggestive, come i cervi eleganti circondati da fiocchi sfocati o cani randagi tristi e infreddoliti su prati tutti bianchi. Abbiamo raccolto le più belle fotografie di animali e neve pubblicate sulle agenzie negli ultimi mesi, da sfogliare sotto le coperte o da utilizzare come nuovo sfondo del desktop. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
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24 belle foto di animali nella neve. Contrasti di colori, paesaggi suggestivi ed espressioni buffe e desolate, tra cerbiatti, orsi e un canguro albino.
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Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, ci si iscrive qui. Bene, ho fatto un po' di pensieri su questa newsletter, durante la vacanza: se trasformarla per farle ospitare anche scelte meno limitate e definite di "belle canzoni quiete e notturne". E alla fine ho realizzato che ci sono ancora abbastanza belle canzoni quiete e notturne da condividere, e quindi ci sarà tempo per i cambiamenti. Smetteremo quando non avremo niente di nuovo da dire e potremo goderci quello che ci siamo detti già: come hanno fatto i REM. Fiona Apple ha pubblicato il video della registrazione della cover di quella bellissima canzone dei Waterboys che è The whole of the moon, che lei cantò per l'episodio finale della serie The affair. In questi stessi giorni ne hanno fatto una gran versione anche i Bleachers, quelli di cui avevamo parlato per la canzone con Bruce Springsteen. Nel frattempo a Natale ho ascoltato il disco di Ryan Adams: questione spinosa, per le ragioni che ha spiegato Giovanni Ansaldo su Internazionale, ma il disco è un bel disco di Ryan Adams (qui su Spotify). Invece poco fa nella metropolitana mi è uscita dalle cuffie If I can dream di Elvis, e che meraviglia, tutte le volte. p.s. da oggi la versione sul Post della newsletter la pubblichiamo la mattina dopo. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
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Una canzone di Regina Spektor. La sera spesso facciamo cose che non faremmo mai la mattina dopo, o rischiamo di farle.
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Allergan – azienda farmaceutica irlandese produttrice del Botox – ha raggiunto un accordo con un’altra grande compagnia farmaceutica – Pfizer, statunitense e produttrice del Viagra – per una fusione che vale più di 150 miliardi di dollari. Lo scrive il Wall Street Journal, aggiungendo che dalla fusione nascerà il più grosso gruppo del settore farmaceutico per vendite annuali, intorno ai 60 miliardi di dollari. Allergan ha sede in Irlanda: l’operazione è strutturata come un’acquisizione di Pfizer da parte di Allergan, in questo modo la società statunitense trasferirà la sua sede legale in Irlanda e approfitterà così di una tassazione particolarmente favorevole. L’accordo dovrebbe essere reso pubblico oggi, lunedì 23 novembre, e si concluderà tra almeno sette mesi.
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La fusione tra Allergan e Pfizer. Sono due importanti aziende farmaceutiche, famose per produrre Viagra e Botox, tra le altre cose; l'accordo vale più di 150 miliardi di dollari.
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Il parlamentare Santi Cappellani ha lasciato il Movimento 5 Stelle, con cui nel 2018 era stato eletto alla Camera dei Deputati. Cappellani, che è nato a Catania e ha 29 anni, ha inviato una lettera indirizzata al leader Luigi Di Maio e al capogruppo Davide Crippa e riportata dal quotidiano La Sicilia, in cui ha detto che «non avrebbe senso rimanere in una squadra in cui non ci si riconosce più», spiegando di avvertire da tempo la frustrazione di «non potere rappresentare il termine di cui ci fregiamo», (cioè quello di portavoce) e «di non potere più rispondere ai territori per non minare gli equilibri di questo o quel governo». «Ci siamo imborghesiti, siamo finiti in una spirale di autoreferenzialità» ha scritto Cappellani a proposito del M5S, e ha aggiunto una critica alla gestione del movimento in Sicilia: «È in preda all’anarchia, non vi è una linea comune, molto spesso, e senza confronto, vengono prese posizioni contro i nostri stessi alleati di governo e contro le azioni dei nostri stessi ministri. Gli amministratori locali sono abbandonati a se stessi. E mi fermo qui».
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Santi Cappellani ha lasciato il Movimento 5 Stelle.
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Un’azienda controllata di Foxconn, il più grande produttore di dispositivi elettronici al mondo a partire dagli iPhone, ha acquisito Belkin, famosa società statunitense di elettronica che a sua volta controlla i marchi Linksys e Wemo. Secondo il Financial Times, Foxconn pagherà circa 866 milioni di dollari per ottenere il controllo di Belkin, che sarà fusa nelle altre divisioni dell’azienda taiwanese. L’acquisizione è stata annunciata da Foxconn Interconnect Technology, che si occupa della produzione di cavi e connettori per le telecomunicazioni. Belkin esiste da circa 35 anni, ha sede in California ed è conosciuta soprattutto per la produzione di un’ampia serie di accessori per smartphone e computer. Nel 2013 acquisì Linksys, azienda specializzata nella costruzione di punti di accesso a Internet (router). Wemo è la sua divisione che si occupa dei prodotti per la domotica. L’acquisizione annunciata da Foxconn dovrà essere approvata dalle autorità statunitensi.
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La taiwanese Foxconn ha acquisito la statunitense Belkin, con Linksys e Wemo, per 866 milioni di dollari.
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Il canale YouTube Unbox Therapy ha diffuso un video nel quale Lewis Hilsenteger, un esperto di tecnologia, illustra alcune caratteristiche e mostra alcune foto dei nuovi smartphone della casa produttrice sudcoreana Samsung, che saranno presentati probabilmente domenica 1 marzo alla Mobile World Conference 2015 di Barcellona, in Spagna. Hilsenteger non spiega come ha ottenuto le immagini dei due smartphone, che probabilmente si chiameranno Galaxy S6 e Galaxy S6 Edge: diversamente da alcune immagini che erano state diffuse nelle scorse settimane e che mostravano solo alcuni componenti, le foto di Hilsenteger sono ad alta risoluzione dello smartphone già assemblato.
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Le anticipazioni sullo smartphone Samsung Galaxy S6. Un seguito canale di YouTube ha diffuso un video in cui mostra alcune immagini del nuovo Samsung Galaxy e ne spiega le caratteristiche (sono indiscrezioni, niente di certo).
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Marco Rossi Doria, esperto di istruzione e dispersione scolastica, già maestro di strada a Napoli e sottosegretario all’Istruzione, ha scritto sulla Stampa che le manifestazioni di ieri contro la riforma della scuola sono «un paradosso», perché sebbene il governo Renzi abbia «indubbi meriti» in questa vicenda e dopo anni di tagli abbia deciso di investire 3 miliardi, «qualcosa non ha funzionato»: tra chi protestava «c’erano le conservazioni di sempre» ma anche tantissimi docenti e studenti con buoni argomenti e buone intenzioni, e che quindi andrebbero presi sul serio. Quando si ferma la scuola è una cosa seria. La scuola è, infatti, un luogo che unisce molte cose: si impara il sapere dell’umanità in un tempo di radicale mutamento del come e del cosa si impara, si apprende a stare insieme tra coetanei nel mezzo di una crisi educativa generale che è di tutta la società, è il luogo della Repubblica che è più vicino alle attese e ai sentimenti di ciascuno. Sì, perché la scuola – tra bambini, ragazzi, docenti e altri lavoratori – comprende 9 milioni di persone; e, intorno – tra genitori, nonni e altri – almeno altri 20 milioni. Luogo di speranza e artigianale costruzione, di grande inclusione, di dolorose esclusioni, di meravigliose innovazioni fatte da docenti straordinari, di conservazioni inaccettabili e anche di docenze mediocri.
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Le ragioni della scuola e quelle del Governo. Il secondo sta facendo molto per la prima, scrive Marco Rossi Doria, ma qualcosa ha evidentemente sbagliato.
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Nelle news, quest’anno, il momento di vero protagonismo degli animali è stato quando alcuni sono scappati dallo zoo di Tiblisi, in Georgia, dopo un’alluvione: creando problemi, pericoli, e scene fotografiche da film. Spesso le immagini più spettacolari sono quelle di animali che si comportano da animali, indifferenti a contesti e cose che succedono vicino a loro: ma anche quando si comportano sorprendendoci, come una tigre affettuosa o un asino che si sente gatto. C’è stata anche la povera pecora Chris, liberata, ed è diventato un classico l’orso di Boulder che cade dall’albero. Due foto in particolare hanno girato il mondo dopo essere state fatte da testimoni occasionali: la donnola volante col picchio, e l’uomo aggredito dal leone marino. Godetevele tutte, per le feste (coi bambini!), che raccontano e mostrano cose che guardiamo sempre meno spesso. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
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Best of bestie 2015. Le foto di animali più belle dell'anno, meglio del vecchio album delle figurine Panini col facocero e il pangolino.
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Venerdì 17 gennaio, durante un consiglio dei Ministri, il ministro dei trasporti Maurizio Lupi ha presentato il suo “piano nazionale aeroporti” (qui le slide della sua presentazione). Si tratta di una specie di consuetudine di gennaio-febbraio, un periodo nel quale i ministri dei Trasporti degli ultimi anni hanno sempre presentato un loro piano per organizzare il sistema aeroportuale italiano (si parlò di piano aeroporti per due volte quando era ministro Corrado Passera e prima ancora, quando era ministro Altero Matteoli). Secondo il nuovo piano il sistema aeroportuale italiano sarà basato su undici aeroporti strategici: i tre scali intercontinentali di Malpensa, Fiumicino e Venezia a cui si aggiungono Bologna, Pisa-Firenze (se unificheranno la loro gestione), Napoli, Bari, Lamezia Terme, Catania, Palermo e Cagliari. Agli aeroporti strategici si affiancheranno quelli di “interesse nazionale” (tra poco vedremo cosa significa), una lista che comprende praticamente tutti gli altri aeroporti civili aperti al traffico commerciale: Linate, Torino, Bergamo, Genova, Brescia, Cuneo, Verona, Treviso, Trieste, Rimini, Parma, Ancona, Ciampino, Perugia, Pescara, Salerno, Reggio Calabria, Crotone, Comiso, Trapani, Pantelleria, Lampedusa, Brindisi, Taranto, Olbia e Alghero.
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Il nuovo “piano aeroporti”. È una specie di appuntamento fisso di gennaio: quest'anno gli aeroporti definiti "di interesse nazionale" sono aumentati ancora, da 31 a 37.
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Tra gli animali che valeva la pena fotografare questa settimana c’è un pitone usato in un centro massaggi di Giacarta, in Indonesia: pare che i movimenti del serpente e l’adrenalina che provoca nel paziente per la paura abbiano ottimi effetti sul metabolismo, e quindi li usano nelle spa. Sempre da Giacarta arriva una scimmietta che indossa una maschera per fare spettacoli in strada, con un effetto alquanto inquietante: a confronto, gli occhi rossi spalancati della Varecia variegata sono rassicuranti. Un cacciatore inglese e la sua muta di cani sono talmente perfetti da sembrare un quadro, e c’è anche un elefante con una sola zanna in un campo di fiori bianchi. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
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Riposo col pitone. Il suo massaggio è considerato molto utile, ma forse preferite farfalle antiche, piccole zebre e la varecia variegata, tra le migliori foto di bestie della settimana.
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Un altro premio è stato assegnato al Bosco Verticale, il grattacielo coperto di alberi costruito a Milano e progettato dall’architetto italiano Stefano Boeri. Il Council on Tall Buildings and Urban Habitat – associazione che si occupa di sostenibilità ambientale e grattacieli – lo ha scelto come “Best Tall Building Worldwide”, cioè miglior grattacielo in tutto il mondo, per l’anno 2015. Il Bosco Verticale è stato scelto tra quattro finalisti, selezionati in rappresentanza di quattro aree del mondo: il One World Trade Center per le Americhe, la Burj Mohammed Bin Rashid Tower di Abu Dhabi per Africa e Medio Oriente, il CapitaGreen di Singapore per Asia e Australia, e il Bosco Verticale per l’Europa. Il premio è stato assegnato giovedì 12 novembre durante un evento di gala a Chicago e il Bosco Verticale è stato scelto per la sua innovazione. Il Bosco Verticale sono due grattacieli alti rispettivamente 111 metri e 76 metri, costruiti tra il 2009 e il 2014 nel quartiere Isola, quello dove c’è la stazione di Porta Garibaldi. Il nome Bosco Verticale deriva dal fatto che durante i lavori di costruzione sulle ampie terrazze dei due grattacieli sono stati piantati oltre mille alberi, piccoli cespugli e piante da fiore. Piante, alberi e cespugli che negli ultimi mesi sono cresciuti e fioriti: il Bosco Verticale è stato progettato per ospitare tante piante quante ne ospiterebbero 7mila metri quadri di un normale bosco orizzontale. La due torri che formano il Bosco Verticale sono state progettate dal Boeri Studio di Stefano Boeri, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra, uno studio d’architettura che negli ultimi anni si è specializzato nella progettazione di edifici in aree urbane da valorizzare o recuperare. Il Bosco Verticale è stato inaugurato nel 2014 e ha vinto, nel novembre di quello stesso anno, il premio International Highrise Award, un importante premio internazionale assegnato ogni due anni al grattacielo più innovativo del mondo.
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Un altro premio per il Bosco Verticale. Il Council on Tall Buildings and Urban Habitat lo ha scelto tra quattro finalisti come miglior grattacielo dell'anno.
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Penguin Random House, la più grande casa editrice al mondo, ha venduto Author Solutions, un servizio a pagamento – peraltro molto costoso – con cui autopubblicarsi: la decisione sancisce di fatto il ritiro di Penguin Random House dal mercato del self-publishing. Author Solutions è stata comprata dalla società finanziaria americana Najafi Companies, ma non sono stati resi noti i termini economici dell’accordo. Author solutions era stata acquistata da Pearson, il gruppo editoriale di cui fa parte Penguin Random House, il 19 luglio 2012 per 116 milioni di dollari. Nell’annunciare la cessione, Markus Dohl, l’amministratore delegato di Penguin Random House, ha detto: «Con questa vendita, ribadiamo il nostro focus sulla pubblicazione di libri attraverso i nostri 250 marchi editoriali in tutto il mondo, e che il nostro impegno è mettere in contatto i nostri autori e le loro opere con i lettori, ovunque essi si trovino». Penguin Random House annuncia, insomma, la decisione di tornare a fare libri soltanto nel modo tradizionale. Qualche mese fa anche HarperCollins, il secondo editore a livello mondiale, aveva chiuso il suo analogo sito Authonomy.com, la cui pagina oggi, appare abbastanza desolante. Potrebbero essere segnali della fuga dei grandi editori dal self-publishing dopo l’entusiasmo degli anni passati o per lo meno la dimostrazione che oggi la grande editoria non sa ancora come gestirlo. L’acquisizione di Author Solutions nel 2012 aveva sollevato enormi polemiche: Penguin Random House fu accusata di inquinare il proprio marchio e fu anche oggetto di una causa negli Stati Uniti intentata da alcuni autori auto-pubblicati che la accusavano di avere lucrato sulle loro aspirazioni. Accedere ai servizi di Author Solutions, infatti, costava incomparabilmente più delle normali tariffe, anche migliaia di sterline. Se qualcuno decideva di spenderle era per il prestigio della casa editrice e la speranza di entrare nella sua orbita. In questo modo, Author solutions aggirava almeno in parte quelli che sono da sempre i grandi problemi nel rapporto tra editoria tradizionale e self-publishing: in primo luogo pubblicare autori senza averli prima selezionati significa perdere la garanzia di qualità su cui ogni casa editrice si basa e allontanare gli autori più importanti; il fatto poi che il self-publishing, per definizione, imponga testi non selezionati ed editati espone al rischio di pubblicare libri che hanno problemi legali, che istigano a compiere reati gravi o sono frutto di plagio. Ma passare dal self-publishing al co-publishing accentua i problemi di inquinamento di cui sopra.
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Tutto sul self-publishing. Penguin ha venduto il suo sito di auto-pubblicazione, in Italia i grandi editori non sanno bene che fare, intanto il peso dei libri auto prodotti cresce e cambia l'editoria.
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I sindacati dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm hanno indetto uno sciopero di 24 ore per il 9 giugno in tutti gli stabilimenti del gruppo ArcelorMittal Ex ILVA. Lo sciopero è stato convocato per protestare contro il piano industriale presentato da ArcelorMittal al governo il 5 giugno (non ancora ufficializzato ai sindacati), che prevede tra le altre cose 3.300 esuberi su 10.700 occupati. Il 9 giugno si terrà anche un incontro in videoconferenza tra il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e i sindacati metalmeccanici e confederali. Il piano, scrive il Sole 24 Ore, è arrivato venerdì sera ai ministri competenti, cioè Patuanelli, Roberto Gualtieri (ministro dell’Economia e delle Finanze), e Nunzia Catalfo (ministra del Lavoro e delle Politiche sociali), e prevede, oltre ai 3.300 esuberi, anche il rinvio del rifacimento dell’altoforno 5. Prima dell’arrivo del piano, Patuanelli aveva detto: «Do ormai per scontato che arriverà un piano che non è assolutamente in linea con quanto abbiamo discusso per mesi fino a marzo e con quanto si aspetta il governo».
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I principali sindacati dei metalmeccanici hanno indetto uno sciopero il 9 giugno contro il piano presentato da ArcelorMittal al governo, che prevede 3.300 esuberi.
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Gli antenati degli odierni ratti iniziarono a scorrazzare sulla Terra circa 14 milioni di anni fa, diventando nel tempo una delle specie di mammiferi più diffuse del pianeta. Il solo genere Rattus conta oggi 64 diverse specie, che si sono adattate a vivere in climi e condizioni molto diversi, nelle campagne e nei grandi centri urbani. Sono ovunque, si riproducono in fretta e fanno paura ad alcuni, anche se sono molto più giocosi di quanto si possa immaginare. Annika Reinhold, una ricercatrice presso l’Università Humboldt di Berlino (Germania), non è certo la prima a condurre esperimenti con i ratti, ma è probabilmente l’unica ad avergli insegnato con così tanta dedizione a giocare a nascondino. Sotto la sua guida, i ratti hanno imparato le regole dimostrando di gradire molto il nuovo gioco e di essere sempre ben disposti a partecipare a una partita. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Science, offre non solo nuovi spunti sul comportamento dei ratti, ma anche informazioni per comprendere meglio l’apprendimento negli animali.
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La ricerca che ha insegnato ai ratti a giocare a nascondino. In meno di due settimane hanno imparato le regole e dimostrato di divertirsi un sacco.
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Un gruppo di ricerca del Georgia Institute of Technology, guidato dal ricercatore di ingegneria meccanica David Hu, ha studiato i nostri occhi per comprendere meglio il funzionamento delle ciglia e soprattutto capire a che cosa servono realmente. Lo studio ha preso in considerazione alcune ricerche realizzate in passato, secondo cui le persone sprovviste di ciglia (alcuni nascono senza) soffrono di infezioni agli occhi più frequentemente rispetto alla media. Questi risultati avevano fatto ipotizzare che le ciglia servano in qualche modo a proteggere gli occhi, ma non si era capito come. Si disse che forse servivano per tenere alla larga dai bulbi oculari la polvere ed eventuali corpi estranei potenzialmente pericolosi. David Hu e i suoi colleghi hanno poi seguito una strada diversa, ipotizzando che le ciglia non proteggano direttamente gli occhi ma che cambino il flusso d’aria nelle loro vicinanze, in modo da creare turbolenze che fermano la polvere e altre sostanze irritanti, contribuendo intanto a preservare l’umidità sulla superficie dell’occhio.
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Perché abbiamo le ciglia? per proteggere gli occhi, sì, ma come? Una nuova ricerca ipotizza che facciano in sostanza da frangivento.
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Il tribunale del lavoro di Milano ha stabilito che un bambino affetto da autismo dovrà essere mantenuto a vita con un assegno bimestrale pagato dal ministero della Salute, che ha presentato appello contro questa decisione tramite l’Avvocatura Distrettuale dello Stato. La notizia del provvedimento è stata diffusa sull’edizione di martedì di Repubblica con un articolo secondo cui, tra le altre cose, il ministero della Salute non avrebbe fatto ricorso: il ministero stesso ha smentito con un comunicato e ha confermato di aver presentato appello. Al bambino nel 2006 era stato iniettato il vaccino esavalente: il magistrato che si è occupato del caso ha reputato che sia stata “acclarata la sussistenza del nesso causale tra tale vaccinazione e la malattia”. La decisione del giudice sta facendo molto discutere sia in ambiente giuridico sia in ambito accademico, perché fino a oggi nessuna ricerca scientifica ha mai dimostrato una correlazione tra vaccinazioni e autismo. Il tema è discusso da anni e considerata l’assenza di prove è ormai considerato una leggenda metropolitana: molte delle convinzioni errate sull’argomento da parte dell’opinione pubblica derivano da uno studio scientifico pubblicato nel 1998 sulla vaccinazione trivalente, poi ritirato perché scorretto e fraudolento.
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Un’altra sentenza su autismo e vaccini. Un giudice ha condannato il ministero della Salute a mantenere a vita un bambino autistico, ritenendo che la malattia fu "probabilmente" causata dal vaccino esavalente.
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Di recente ho scritto riguardo un certo tipo di rifiuto scientifico – spesso seguito dalle persone molto credenti – che porta i bambini ad allontanarsi dalla moderna cosmologia e li incoraggia ad avere inutili dubbi sul piano religioso. Ma c’è un altro tipo di scetticismo scientifico – spesso mostrato da genitori benestanti e con un buon livello di istruzione – che porta a escludere i bambini dalle vaccinazioni e incentiva quindi l’ammalarsi inutilmente. La cosa andrebbe messa nelle giuste proporzioni. Credere che gli esseri umani siano esistiti all’epoca dei dinosauri è sbagliato. Credere che le vaccinazioni provochino l’autismo o danni al cervello non solo è sbagliato: è anche pericoloso. Anche se a farlo sono pochissime persone, come vedremo. Il dibattito scientifico è univoco. Come qualsiasi medicina, naturalmente, i vaccini hanno effetti collaterali bassissimi, sui quali i medici sono molto preparati. Ma l’associazione tra le vaccinazioni per il morbillo e l’autismo è stata totalmente screditata. Le vaccinazioni per i bambini non comportano la somministrazione di alti livelli di tossine e non compromettono il sistema immunitario. Inoltre, le vaccinazioni permettono di prevenire un’ampia serie di malattie – varicella, difterite, morbillo, orecchioni, pertosse, poliomielite, rotavirus, rosolia, tetano – che per lungo tempo hanno causato il ricovero e in alcuni casi la morte di moltissimi bambini.
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Vaccinarsi è necessario, punto. Anche se sono pochi, i genitori che non vaccinano i loro figli per motivi pseudoscientifici mettono in pericolo tutti, ricorda un editoriale sul Washington Post.
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Da moltissimi anni gli scienziati fanno ipotesi su quello che succede al nostro cervello mentre dormiamo, in particolare alla nostra memoria. Sono stati fatti anche film e serie tv dove i personaggi tentano di imparare delle lingue o di smettere di fumare ascoltando delle registrazioni durante il sonno. È un’idea che prima di essere uno spunto per sketch comici era stata usata tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta per produrre lo Psycho-phone, un fonografo da usare di notte per sottoporsi a varie terapie psicologiche e di cui si era parlato anche sul New Yorker. C’è una parola specifica per indicare la pratica di imparare qualcosa dormendo: ipnopedia. Negli anni Cinquanta gli scienziati misero in discussione l’efficacia dell’ipnopedia e la screditarono, ma un articolo pubblicato all’inizio di agosto sulla rivista Nature Communications ha presentato un risultato che sembra essere in controtendenza con quello che è stato detto finora. Lo studio è stato effettuato da quattro ricercatori francesi guidati da Thomas Andrillon, neuroscienziato del dipartimento di studi cognitivi dell’École Normale Supérieure di Parigi. Ai venti partecipanti allo studio, tutti studenti, sono state fatte ascoltare delle registrazioni di rumore bianco durante il sonno: come questo, o quello dei televisori che si accendono ma non si sintonizzano. Le registrazioni erano in ordine casuale, una di seguito all’altra, con l’unica eccezione di una registrazione ripetuta cinque volte all’interno di una stessa serie e che durava soli 200 millisecondi. I ricercatori hanno rifatto ascoltare agli studenti la stessa serie di registrazioni anche una volta svegli e hanno chiesto loro di identificarne degli schemi: le uniche clip sonore che gli studenti sono stati in grado di distinguere erano quelle ripetute, una cosa difficilissima da fare per chi non avesse già ascoltato altre volte le registrazioni.
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Memorizziamo delle cose anche mentre dormiamo. Lo sostiene un nuovo studio di quattro ricercatori francesi, secondo cui alcuni nostri ricordi si formano durante la fase REM.
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Oggi, a cinquant’anni dall’uscita al cinema di Dr. No, il primo film di James Bond conosciuto in Italia con il titolo: Agente 007 – Licenza di uccidere, è stata presentata la canzone affidata alla cantante inglese Adele del nuovo film (il ventiduesimo della saga) intitolato “Skyfall” che uscirà in Gran Bretagna il prossimo 26 ottobre, e in Italia il 31.
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“Skyfall”, la canzone di 007 di Adele. Per il cinquantenario di 007 al cinema: il film esce a fine ottobre.
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Domenica 8 febbraio si è tenuta allo Staples Center di Los Angeles la 57esima edizione dei Grammy Awards, i più famosi premi discografici statunitensi. Il premio per il miglior disco dell’anno (e per il miglior album rock) è stato assegnato a Beck per Morning Phase, mentre Sam Smith ha vinto quattro premi: miglior artista emergente, canzone dell’anno e “record of the year” (un premio tecnico per la produzione) per la canzone Stay with me e miglior album pop vocale per In the lonely hour. Pharrell Williams e Beyoncé hanno vinto invece tre premi a testa: miglior performance pop e miglior video per Happy e miglior “Urban Contemporary Album” per Girl il primo, e miglior performance R&B, migliore canzone R&B per Drunk in Love e “Best Surround Sound Album” per Beyoncé. Eminem è stato premiato per il miglior album rap dell’anno, mentre il premio per il miglior disco di alternative rock è andato a St. Vincent. Oltre alla premiazione come sempre la cerimonia ha previsto moltissime esibizioni, tra cui quella di Madonna, che ha presentato per la prima volta live il nuovo singolo Living for Love; quella di Rihanna con Paul McCartney e Kanye West, che hanno cantato FourFiveSeconds; quella di John Legend e Common con Glory, canzone nominata agli Oscar; e poi quelle degli AC/DC, di Beck con Chris Martin e di Pharrell Williams insieme al compositore Hans Zimmer. Durante la serata ci sono stati anche due momenti più “seri”, con il messaggio del presidente Barack Obama contro la violenza domestica e un ricordo dell’attore Robin Williams.
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Le foto dei Grammy 2015. Beyoncé con la solita infornata di premi, Rihanna sul palco con Paul McCartney e Kanye West e Katy Perry più sobria di come l'avevamo vista al Super Bowl.
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Quando andiamo al cinema, il momento in cui appare il logo della casa cinematografica sullo schermo è il segnale preciso ci predispone mentalmente alla visione del film. La tradizione di inserire nei titoli di testa – oltre al titolo del film, ovviamente – anche i loghi delle case cinematografiche è vecchia come la storia del cinema: molte di queste immagini sono entrate nell’immaginario collettivo, diventando delle vere e proprie icone. Nel corso degli anni le case cinematografiche più importanti hanno cambiato spesso la loro identità grafica, ma quasi tutte sono rimaste legate a immagini storiche che hanno subìto solo qualche cambiamento: la caratteristica che le lega tutte è la scelta di simboli definiti, come spazi ampi (le stelle, i pianeti, le nuvole) e la dominanza del colore blu, che evoca il mare e il cielo. 20th Century Fox
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Come sono cambiati negli anni i loghi delle case cinematografiche. Storia delle immagini iconiche e famosissime che da quasi un secolo ci dicono: "sta iniziando il film".
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Mercoledì 6 maggio una cinquantina di ristoratori hanno manifestato a Milano, davanti all’Arco della Pace, per protestare contro le misure adottate del governo nei loro confronti, che giudicano insufficienti. Verso la fine della manifestazione una ventina di loro sono stati multati dalla polizia per assembramento illecito, con una sanzione da 400 euro. I partiti di destra hanno criticato l’opportunità delle multe: il segretario della Lega Matteo Salvini, commentando la notizia durante un’intervista tv a 7 Gold, ha accusato esplicitamente il Comune di Milano, governato dal centrosinistra, e la sua dichiarazione è stata ripresa da diversi giornali. In realtà il Comune non c’entra nulla. Fonti della Questura di Milano, che come tutte le questure italiane dipende dal ministero dell’Interno, hanno fatto sapere al Giorno che l’intervento della polizia all’Arco della Pace è stato «inevitabile»: «tutti nel corso di questi giorni sono stati multati per gli assembramenti che si sono creati il 25 aprile, il 20 aprile e anche i gilet gialli in piazza Duomo». La Stampa ha scritto inoltre che il giorno prima della protesta la Questura aveva già avvertito i ristoratori che non avrebbe concesso alcuna autorizzazione a manifestare per via delle restrizioni contro il coronavirus.
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No, il Comune di Milano non ha multato i ristoratori che hanno manifestato in piazza. Lo aveva detto Matteo Salvini, ripreso da diversi giornali, ma il Comune non c'entra nulla con le multe.
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Lunedì 26 settembre si è conclusa Milano Moda Donna, la Settimana della moda italiana iniziata mercoledì 21 settembre, che come da tradizione viene dopo quelle di New York e Londra, ma prima di Parigi. Si è parlato molto dei festeggiamenti per i 50 anni di Bottega Veneta, celebrati con una sfilata all’Accademia di Brera a Milano, e poi della collezione molto eccentrica, con una giostra gigante al centro della passerella, dello stilista tedesco Philipp Plein, che ha anche detto che dal prossimo anno non sfilerà più a Milano ma a New York. I giornali hanno scritto a lungo anche della cena molto lussuosa organizzata da Dolce & Gabbana per 400 persone, a una tavola allestita all’aperto in via Montenapoleone, la strada famosa per i negozi di lusso. La sfilata di Dolce & Gabbana, Milano, 25 settembre 2016 (ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)
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Le sfilate di Milano sono andate male? secondo alcuni esperti la moda italiana sta vivendo una rinascita, per altri gli stilisti emergenti sono ripetitivi e poco originali.
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L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riprenderà i test sull’efficacia contro il coronavirus dell’idrossiclorochina, un farmaco per la malaria che secondo valutazioni preliminari era stato descritto come potenzialmente utile per prevenire l’infezione da coronavirus (senza alcuna conferma scientifica). L’OMS aveva sospeso i test il 25 maggio in seguito a un articolo pubblicato sulla rivista medica Lancet: l’articolo sosteneva che il farmaco aumentasse il tasso di mortalità dei pazienti con COVID-19 e il rischio di un battito del cuore irregolare. L’idrossiclorochina è nota anche perché, a metà maggio, il presidente statunitense Donald Trump aveva detto di avere iniziato una terapia a base di idrossiclorochina per prevenire la COVID-19.
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L’OMS riprenderà i test con l’idrossiclorochina sui pazienti con COVID-19. Dopo averli interrotti a fine maggio; era stata indicata come possibile rimedio al coronavirus da alcuni leader politici tra cui Trump.
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Venerdì il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha firmato un’ordinanza per riaprire alcune attività, tenendo conto «dei dati epidemiologici e sanitari raccolti». Zaia ha annunciato la misura in una conferenza stampa in cui ha spiegato che la precedente parziale riapertura, avvenuta il 13 aprile, non aveva fatto ripartire il contagio: l’incremento del numero delle persone risultate positive aveva continuato a ridursi, così come si era ridotto progressivamente il numero delle persone ricoverate in ospedale e nei reparti di terapia intensiva. L’ordinanza è entrata in vigore alle 15 di venerdì 24 aprile e lo sarà fino al 3 maggio.
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Come riapre il Veneto. Un'ordinanza regionale permette da ieri la vendita di cibo d'asporto e la riapertura di librerie e negozi di fiori, tra le altre cose.
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Una piena nelle Gole del Raganello ha investito gli escursionisti nel Parco nazionale del Pollino, in Calabria: i soccorritori parlano di “diversi” morti e diversi feriti, i giornali scrivono che i morti sarebbero almeno 11. Sembra che i morti facessero parte di due gruppi di escursionisti. La piena del torrente Raganello è stata causata dalla forte pioggia, che aveva bloccato gli escursionisti in un posto pericoloso. Qui trovate gli aggiornamenti di martedì.
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Una piena nelle Gole del Raganello ha causato “diversi” morti nel Parco nazionale del Pollino, in Calabria.
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