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Da lunedì 26 aprile nella provincia autonoma di Bolzano saranno rilasciati i primi “Corona-pass”, certificati che consentono di entrare in alcune aree oppure partecipare ad attività riservate solo a chi può dimostrare di far parte di tre categorie di persone: i vaccinati, i guariti dal COVID-19 e i negativi a un test per il coronavirus (nei primi due casi il certificato è valido sei mesi, nel terzo 72 ore dalla realizzazione del test). I “Corona-pass” dell’Alto Adige saranno i primi certificati di questo tipo a essere usati in Italia: saranno una versione locale della “certificazione verde COVID-19”, per ora solo annunciata dal governo e che una volta introdotta potrà essere usata per spostarsi tra regioni a diverso rischio epidemiologico.
La provincia autonoma di Bolzano avrà un suo “Corona-pass”. Tra pochi giorni i vaccinati, i guariti e i negativi al test rapido potranno usare un certificato speciale per fare cose vietate a tutti gli altri.
Ieri Roberto Formigoni, governatore della Lombardia da poco rieletto, si è lasciato intervistare da una condiscendente giornalista del Giornale per eludere ogni contestazione sui suoi rapporti con Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi della presunta ghenga Carboni. Poteva essere l’occasione per dare delle spiegazioni, Formigoni l’ha usata per dire in sostanza “non rompetemi le scatole” e disegnare arrogantemente un clima da colpo di stato alla vigilia delle ultime elezioni regionali che lo costringeva a ogni tipo di soluzione. Ma nel merito delle sue conversazioni registrate, niente. La sua tesi che però si trattasse di conversazioni “normali” è ogni giorno meno convincente. Ieri sera il sito di Repubblica Milano ha pubblicato questa criptica e stranissima comunicazione tra il governatore e Martino.
“Chi, io?”. Le intercettazioni che riguardano Formigoni chiedono ogni giorno nuove spiegazioni, ma il governatore nega l'evidenza.
Ce n’è una al giorno. Quella di tre giorni fa era la richiesta a Napolitano di dimissionare Fini, che sappiamo essere stata un escamotage per far tacere Bossi. Quella di due giorni fa la grande manifestazione di piazza a Roma. Quella di ieri è stata l’allargamento della maggioranza. Vi alludeva nel pomeriggio Denis Verdini, quando sospirava affermando con l’aria di uno che la sa lunga che magari al momento di chiedere la fiducia il governo sarà votato da più parlamentari di quanti non lo avessero fatto al momento dell’insediamento. Lo ha confermato Francesco Nucara, repubblicano del gruppo misto, che ha spiegato che “l’iniziativa è già riuscita” e che coinvolte tanti deputati “basta per formare un gruppo alla Camera”. L’obiettivo di Berlusconi è allargare la maggioranza a un gruppo di parlamentari – definito “gruppo di responsabilità nazionale” – che possa allungare la vita della legislatura e soprattutto disinnescare i finiani e demolire il loro potere contrattuale, rendendo non determinante il loro voto. I nomi e i numeri che si fanno sono gli stessi della volta scorsa, scrive oggi Carmelo Lopapa su Repubblica, se non fosse per il fatto che alcuni hanno già dato la loro disponibilità e lunedì Nucara, promotore dell’adunata, renderà conto a Berlusconi.
Ricomincia la campagna acquisti? berlusconi tenta di allargare la maggioranza, ripartono i corteggiamenti ai parlamentari centristi e del gruppo misto.
Giovedì sera i rappresentanti di 130 paesi hanno trovato un accordo per imporre una tassa minima globale sui guadagni delle grandi multinazionali e ridurre le operazioni di elusione fiscale che finora hanno consentito a numerose aziende di non pagare tasse, o pagarne pochissime, in molti paesi in cui erano attive. L’accordo è stato fortemente voluto dall’amministrazione americana di Joe Biden ed è stato coordinato dall’OCSE, l’organizzazione che raggruppa 35 dei paesi più sviluppati al mondo, tra cui l’Italia. Gran parte degli elementi di questo accordo erano già stati precisati dai ministri delle Finanze del G7 il mese scorso, ma l’accordo di giovedì è importante perché include alcune delle economie più grandi del mondo come la Cina e l’India, e in generale tutti i paesi membri del G20.
L’accordo globale per tassare le multinazionali. L'hanno firmato 130 paesi, compresi Stati Uniti, Cina e India, e dovrebbe contribuire a ridurre l'elusione fiscale.
Da oggi si può scaricare sui dispositivi mobili più diffusi Immuni, l’app scelta dal governo italiano per il tracciamento dei contatti per limitare il contagio da coronavirus. Immuni era stata annunciata a metà aprile ma il lancio ufficiale era stato rimandato di diverse settimane a causa di contrattempi e ripensamenti da parte del governo. Immuni si può scaricare in tutta Italia e impostare con le proprie informazioni, ma per i primi tempi sarà pienamente funzionante soltanto in Liguria, Puglia, Abruzzo e Marche, le quattro regioni scelte per la fase di sperimentazione. In un comunicato stampa il governo ha precisato che le quattro regioni «potranno gradualmente attivare gli avvisi dell’app» a partire dall’8 giugno, quindi fra una settimana. Non è chiaro se nel frattempo le autorità sanitarie avranno accesso ai dati raccolti dai singoli telefoni, e se l’app inizierà a raccogliere i dati anche degli utenti che vivono nelle altre regioni.
Da oggi si può scaricare Immuni. È stata rilasciata l'app scelta dal governo per il tracciamento dei contatti: nelle prossime settimane funzionerà pienamente solo in 4 regioni.
Oltre a essere stati entrambi presidenti degli Stati Uniti, Barack Obama e George Bush hanno almeno un’altra cosa in comune: sono entrambi mancini, e come loro almeno il dieci per cento delle persone. Nonostante il mancinismo sia così diffuso, solamente negli ultimi anni i ricercatori si sono concentrati con maggiore incisività sull’argomento, come racconta Shirley S. Wang oggi sul Wall Street Journal. Lo studio delle differenze tra chi usa prevalentemente la mano destra o la sinistra permette di comprendere meglio il funzionamento del nostro cervello. Secondo quale mano usiamo di norma, i ricercatori possono trovare importanti indizi sul possibile sviluppo di particolari malattie legate al cervello come la dislessia, la schizofrenia e la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Studi recenti suggeriscono, per esempio, che chi è ambidestro – e quindi usa indistintamente sia la mano destra sia la sinistra – possiede in media probabilità maggiori di contrarre l’ADHD rispetto a chi è mancino. Si stima che gli ambidestri siano circa l’uno per cento della popolazione.
Essere mancini conviene? sono più creativi e brillanti ma guadagnano peggio e sembrano essere più esposti ad alcune malattie mentali, spiega il Wall Street Journal.
Per il terzo anno consecutivo, Game of Thrones è la serie televisiva più scaricata illegalmente attraverso BitTorrent, il sistema per la distribuzione e la condivisione di file su Internet. L’ultimo episodio della quarta stagione, andato in onda negli Stati Uniti il 15 giugno, è stato scaricato 8,1 milioni di volte: cioè oltre due milioni di volte in più rispetto all’ultimo episodio della terza stagione, che era stato il più scaricato del 2013 con 5,9 milioni di download (la classifica tiene conto dei singoli episodi più scaricati in assoluto). Dato che Breaking Bad – la serie seconda classificata nel 2013 – è finita, nella classifica del 2014 sono avanzate rispettivamente al secondo e terzo posto The Walking Dead e The Big Bang Theory, da terze e quarte che erano. Al quinto posto c’è invece Gotham, iniziata nel settembre di quest’anno, mentre più in basso ci sono alcune serie già presenti in classifica l’anno scorso. L’ultimo posto, curiosamente, è occupato da una serie animata. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le serie tv più scaricate illegalmente nel 2014. La prima è la solita (avete capito, Game of Thrones), ma dietro ce ne sono una in onda da quasi dieci anni e un cartone animato.
Le persone che usufruiscono del cosiddetto “reddito di cittadinanza” e che fino ad ora hanno trovato lavoro sono 28.763, secondo i dati dell’ANPAL (Agenzia Nazionale delle Politiche Attive per il Lavoro). Di questi, il il 67,2% ha ottenuto un contratto a tempo determinato, il 18% a tempo indeterminato e il 3,8% ha un contratto di apprendistato. Inoltre, il 67,9% ha un’età inferiore ai 45 anni e il 41,4% sono donne. In totale le persone che percepiscono il reddito di cittadinanza sono circa 2 milioni e 300mila, ma di queste solamente 791mila hanno i requisiti per aderire al “Patto per il lavoro“, cioè quel percorso che dovrebbe accompagnare i beneficiari del reddito di cittadinanza a trovare lavoro, vincolandolo ad accettare almeno una di tre offerte di lavoro ritenute “congrue”. Per avviare questo percorso sono necessarie alcune condizioni, tra cui essere senza lavoro da non più di due anni, e per attivare il percorso bisogna passare per un colloquio con un centro per l’impiego, che fin qui hanno svolto in 331mila.
28mila persone che ricevevano il “reddito di cittadinanza” hanno trovato lavoro finora. Sulle 791mila che avevano i requisiti per aderire al "Patto per il lavoro", dicono i dati ufficiali.
Apple e IBM hanno annunciato una collaborazione senza precedenti nella loro storia per favorire la diffusione degli iPhone e degli iPad nelle aziende, con applicazioni e soluzioni studiate appositamente per chi lavora nelle imprese. L’accordo è insolito per una società come Apple, che fino a ora aveva sempre lavorato da sola alla progettazione e allo sviluppo dei suoi prodotti e del suo software, coinvolgendo raramente altre società e mai di dimensioni enormi come nel caso di IBM. Tim Cook, il CEO di Apple, ha però spiegato che in ambito aziendale la sua società è stata fino a ora poco presente se confrontata con IBM, che fornisce da anni servizi e programmi per organizzare e gestire il lavoro in azienda. Da questo punto di vista, ha detto Cook, le due società sono complementari e potranno collaborare mantenendo una giusta distinzione dei loro ruoli. Vecchi nemici In passato i rapporti tra Apple e IBM sono stati alquanto burrascosi. Negli anni Ottanta IBM era uno dei principali produttori di computer al mondo e Steve Jobs, il cofondatore di Apple, considerava l’azienda il suo nemico numero uno, da sconfiggere a tutti i costi con computer e programmi più innovativi e differenti. Trent’anni fa, per una pausa del Super Bowl, l’evento sportivo più seguito negli Stati Uniti, Jobs fece realizzare il leggendario spot “1984” nel quale IBM, senza essere direttamente nominata, era identificata come una sorta di Grande Fratello reazionario, interessato a mantenere il suo regime e a impedire qualsiasi tipo di rivoluzione. I nuovi Macintosh di Apple – rappresentati da una donna con un martello che sfasciava lo schermo su cui appariva il Grande Fratello – erano la soluzione per cambiare lo stato delle cose e fare qualcosa di nuovo.
Perché Apple e IBM lavoreranno insieme. Dopo essersi guardate male per anni, le due società hanno stretto un accordo per favorire l'utilizzo degli iPhone e degli iPad nelle aziende.
Bartolomeo Cristofori è ritenuto l’inventore del pianoforte, alla fine del Seicento, per via degli interventi innovativi che studiò sul clavicembalo, lo strumento a tastiera più usato al tempo. Della sua vita non si conosce molto (e il suo unico ritratto, di cui restano le foto, andò distrutto a Berlino durante la Seconda Guerra Mondiale), ma i documenti dicono che era nato a Padova il 4 maggio 1655, 360 anni fa. Nel 1688 Bartolomeo Cristofori fu portato da Ferdinando de’ Medici a lavorare a Firenze sugli strumenti musicali della famiglia granducale, con interesse e insistenza del granduca per il suo lavoro inventivo e innovativo sulle meccaniche degli strumenti dell’epoca. Ma non è chiaro come i due si conobbero, anche se alcuni storici ipotizzano che il primo incontro avvenne durante una visita di Ferdinando a Venezia durante i giorni del carnevale. Cristofori accetto l’incarico con una paga di 12 scudi al mese e creò negli ultimi anni del XVII secolo due nuovi strumenti a tastiera, variazioni della spinetta, strumento a tastiera a corde pizzicate. Nello stesso periodo ideò alcuni altri prototipi, sempre di strumenti a tastiera.
Bartolomeo Cristofori, l’inventore del pianoforte nel doodle di oggi. Nato oggi 360 anni fa, a Padova, ci mise un po' di tempo prima di ottenere l'ammirazione mondiale che merita per la sua invenzione.
Prendendo come spunto il lapsus di qualche giorno fa del deputato Davide Tripiedi del M5S alla Camera («Sarò breve e circonciso»), Stefano Bartezzaghi spiega su Repubblica di oggi le due principali tendenze della lingua italiana: la prima è quella che porta ad abbreviare le parole e a fare acronimi (e il successo di Ruzzle dopo quello di Scarabeo ne è un sintomo); la seconda è il permanere nella nostra lingua di un certo compiacimento per l’enfasi e le lungaggini (e l’annuncio all’altoparlante delle stazioni per dire che il treno sta arrivando al binario ne è un esempio). Ma allora lo sparuto deputato grillino che a Montecitorio ha detto sarò «breve e circonciso» era, oltretutto, controtendenza? La lingua, si dice, si accorcia, abbiamo a disposizione meno spazio, meno tempo, meno caratteri, meno fiato e lui invece aggiunge una sillaba oltretutto rovinosa. E lo fa proprio mentre promette di essere breve. Chissà, avrà voluto incrociare l’essere “conciso” con un quadrisillabo come “circoscritto” o addirittura un pentasillabo come “circostanziato”. Ma se la matematica non è un’opinione, il dizionario non è aritmetica, e la somma non gli ha giovato.
Sarò breve e circonciso. Stefano Bartezzaghi su cosa succede nella nostra lingua tra parole lunghe e parole corte.
foto: LIU JIN/AFP/Getty Images Microsoft ha da poco raggiunto un accordo con Baidu.com, il motore di ricerca più usato in Cina. La società offrirà i servizi per la versione in inglese del sito attraverso il proprio motore di ricerca Bing. Al momento non sono stati diffusi molti altri dettagli sull’accordo e sulla sua durata, ma i responsabili di Baidu hanno comunque annunciato che Bing inizierà a comparire sulle pagine del motore di ricerca cinese entro la fine dell’anno.
Microsoft porta Bing in Cina. La società si è alleata con il motore di ricerca Baidu per le ricerche in lingua inglese, convivendo con la censura.
Il tribunale di sorveglianza di Roma non ha accolto la richiesta degli avvocati di Marcello Dell’Utri – uno dei fondatori di Forza Italia, oggi in carcere a Rebibbia (Roma) per una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa – di scarcerare l’ex senatore per motivi di salute. Dell’Utri ha 76 anni, è cardiopatico e diabetico e ha un tumore alla prostata che gli è stato diagnosticato lo scorso luglio. I suoi avvocati avevano già chiesto la sua scarcerazione per motivi di salute lo scorso anno, ma a dicembre la Corte di Cassazione aveva deciso che Dell’Utri non poteva essere scarcerato per via della gravità dei suoi reati, nonostante gli stessi consulenti della procura avessero parlato di incompatibilità tra le sue condizioni di salute e il suo stato di detenuto. Il reato di “concorso esterno in associazione mafiosa” non esiste nel codice penale. Deriva infatti dalla “fusione” di due diversi reati: l’associazione per delinquere di tipo mafioso, articolo 416 bis, e l’articolo 110, che prevede il concorso di persone in altri reati. Dell’Utri è stato condannato in maniera definitiva nel 2014.
Il tribunale di sorveglianza di Roma ha deciso che Marcello Dell’Utri rimarrà in carcere.
Come ogni anni Forbes, la rivista statunitense di economia e finanza, ha pubblicato la lista delle 100 celebrities più pagate del 2017: o meglio, degli ultimi 12 mesi, dal giugno 2016 al giugno 2017. Il concetto di celebrità usato da Forbes è semplice: lo sono tutte le persone famose, qualsiasi cosa facciano. L’anno scorso la prima in classifica era la cantante Taylor Swift, che quest’anno è invece 49ª. Il suo posto l’ha preso il rapper e imprenditore Sean Combs, che negli anni si è fatto di volta in volta chiamare Puff Daddy, Puffy, Diddy e P. Diddy: l’anno scorso aveva guadagnato 55 milioni di euro (senza calcolare le tasse e eventuali percentuali pagate agli agenti); quest’anno ha guadagnato 115,9 milioni di euro, più del doppio. Un notevole contributo l’ha dato la vendita – per circa 70 milioni di dollari – di un terzo di Sean John, la sua marca di abbigliamento. Dietro di lui ci sono Beyonce e J.K. Rowling. Le cento celebrità della lista hanno guadagnato in tutto circa 4,5 miliardi di dollari e l’ultimo della classifica è il calciatore svedese Zlatan Ibrahimovic, con 28,5 milioni di euro. Le donne sono 16 su 100, gli statunitensi circa un terzo, i paesi rappresentati 12 (senza l’Italia e con 12 britannici); la più giovane persona della lista è Kylie Jenner, che ha 19 anni. Questa è invece la lista dei primi 25, in cui si scopre che LeBron James guadagna meno di James Patterson e che Phil McGraw ha fatto più soldi di Bruce Springsteen. Si scopre anche che l’attore Mark Wahlberg è al 20º posto: c’entrano un paio di film azzeccati (per esempio l’ultimo Transformers) e qualche attività parallela (è testimonial di AT&T e protagonista di Wahlburgers, un reality show sulla catena di fast-food di cui è proprietario insieme al fratello).
Le celebrities più pagate del 2017. Al primo posto c'è Sean Combs (che magari conoscete con un altro nome): dietro di lui un po' di gente che vi aspettereste e altri che invece proprio no.
Il regista e attore Nanni Moretti, 59 anni, ha fatto un breve intervento a favore del Partito Democratico durante l’evento di chiusura della campagna elettorale di Pier Luigi Bersani, ieri a Roma. «Sono qui perché, nonostante lo spot elettorale “Smacchiamo il giaguaro”, voterò Partito Democratico», ha detto in apertura.
L’intervento di Nanni Moretti per Bersani, ieri a Roma. «Sono qui perché, nonostante lo spot elettorale "Smacchiamo il giaguaro", voterò Partito Democratico».
La moka fu inventata da Alfonso Bialetti nel 1933. All’epoca la Alfonso Bialetti & C. Fonderia in Conchiglia (oggi Bialetti Industrie) si occupava principalmente della produzione di semilavorati in alluminio. Aveva sede a Crusinallo, una piccola frazione del comune di Omegna: oggi fa parte della provincia Verbano Cusio Ossola. Bialetti aveva aperto l’officina nel 1919, dopo aver passato diversi anni a lavorare in Francia in alcune fabbriche di alluminio. Secondo la versione più popolare e credibile della storia, Bialetti ebbe l’idea alla base della moka intorno agli anni Venti, osservando alcune lavandaie che facevano il bucato in una vasca con al centro un tubo dal quale fuoriuscivano acqua calda e sapone che si distribuivano sui panni. Questa procedura di bollitura e distribuzione dell’acqua fu alla base del progetto. La moka è composta da quattro elementi in alluminio, ai quali si aggiunge una guarnizione sostituibile e un manico in bachelite. Il brevetto originale prevedeva che la sua forma fosse unicamente ottagonale. Per quanto oggi ne circolino diverse varianti, la forma della moka Bialetti e i materiali con i quali viene prodotta non sono mai cambiati: di fatto la caffettiera è sempre la stessa, da ottant’anni. Il nome moka deriva dalla città di Mokha nello Yemen, una delle prime e più rinomate zone di produzione del caffè, in particolare della pregiata qualità arabica.
Gli 80 anni della moka. La storia dello strumento che ha cambiato il modo di bere il caffè, ed è rimasto uguale ad allora.
Durante un annunciato evento-presentazione a San Francisco, il CEO di Apple Tim Cook ha appena mostrato per la prima volta in pubblico il nuovo iPad (che a quanto pare non si chiamerà “iPad HD”, come era stato anticipato dalle voci dei giorni scorsi), con grande enfasi ed eccitazione. Dopo aver illustrato le novità tecniche del tablet, i responsabili di Apple hanno ceduto la scena ai produttori di giochi dedicati, per poi tornare sulleApp di Apple: GarageBand e iMovie, aggiornati, e iPhoto. In Italia il nuovo iPad sarà disponibile dal 23 marzo. (Che cosa c’è nel nuovo iPad)
Il nuovo iPad. È stato presentato pochi minuti fa da Tim Cook di Apple, in Italia arriva il 23 marzo.
Tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana ce ne sono diverse che hanno visitato i padiglioni di Expo a Milano: il premier Matteo Renzi in compagnia di Vladimir Putin ma anche Alberto di Monaco con un paio di occhiali 3D. Tra le manifestazioni di affetto più notevoli, invece, segnaliamo il bacio tra Anna Faris e Chris Pratt alla prima di “Jurassic World” a Los Angeles e quello ancora più tenero tra due grandi amici, Ian McKellen e Patrick Stewart, alla prima del film “Mr Holmes” a Londra. Infine, i capelli bianchi di Jon Bon Jovi ci ricordano che tocca a tutti invecchiare, anche se questo sembra non valere per Paul McCarney e Keith Richards. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Bon Jovi incanutito, Alberto di Monaco con gli occhialoni e gli altri che valeva la pena fotografare questa settimana.
Sabato 7 gennaio a New York c’è stata la prima grande nevicata della stagione invernale: sono caduti tra i 13 e i 20 centimetri di neve, a seconda dei quartieri, che hanno coperto le strade e i parchi della città. La nevicata era prevista, ma non così forte, e ci sono stati i soliti disagi ai trasporti, con alcuni voli cancellati. La nevicata è stata ovviamente l’occasione per scattare fotografie suggestive che raccontano anche dei molti che se la sono goduta, andando nei parchi a sciare o a lanciarsi con lo slittino. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
New York sotto la neve. Nel weekend ne sono caduti fino a 20 centimetri: in molti ne hanno approfittato andando a sciare o a gettarsi con lo slittino a Central Park.
Domenica 16 ottobre si è conclusa la 60esima edizione del London Film Festival, il festival di cinema che si svolge con il patrocinio del British Film Institute e che ogni anno dà la possibilità di vedere i migliori film presentati nei festival di tutto il mondo nel resto dell’anno. Il premio per il miglior film è stato vinto da Certain Women di Kelly Reichardt. Il premio per la miglior opera prima è invece andato alla regista Julia Ducournau, per Raw. Il premio per il miglior documentario è stato vinto da Starless Dreams di Mehrdad Oskouei: parla di un gruppo di giovani iraniane che si trovano in un centro di detenzione per essere state coinvolte in crimini di qualche tipo. Il premio alla carriera è stato assegnato al regista Steve McQueen. Il festival è iniziato il 5 ottobre con la proiezione di A United Kingdom e si è concluso ieri con quella di Free Fire: nel mezzo sono passati di lì Rosamund Pike, Amy Adams, Colin Firth, Nicole Kidman, Michael Fassbender, Alicia Vikander, Lupita Nyong’o, Tom Felton, Marion Cotillard e Jermey Renner, tra gli altri. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto più belle del London Film Festival. Che è finito ieri e dove sono passati Colin Firth, Nicole Kidman, Michael Fassbender, Alicia Vikander, Lupita Nyong'o, Marion Cotillard e la pioggia, come prevedibile.
The Leftovers – Svaniti nel nulla è la serie tv che riprende questa sera in Italia su Sky Atlantic con la seconda stagione, iniziata la notte scorsa negli Stati Uniti. La serie è un adattamento del romanzo The Leftovers di Tom Perrotta, è prodotta da HBO e racconta la storia della misteriosa sparizione del 2 per cento della popolazione mondiale, avvenuta di colpo in un giorno di ottobre senza nessuna spiegazione. Il racconto è concentrato sulle vicende degli abitanti di una piccola città vicino a New York, dove la vita è cambiata e succedono diverse cose inquietanti, con numerosi colpi di scena (alcuni piuttosto avventati secondo i critici). La serie ha ottenuto comunque un buon seguito nella prima stagione: è stata ideata oltre che dallo stesso Perrotta da Damon Lindelof, conosciuto soprattutto per essere sceneggiatore di Lost. Da qui in poi moltissimi spoiler su tutta la prima stagione, avvisati.
“The Leftovers”, dove eravamo rimasti. Riassuntone precipitoso della prima stagione della serie TV con la gente scomparsa di colpo, che è ripresa lunedì su Sky Atlantic.
A Milano oggi, 24 marzo, ci sarà uno sciopero dei dipendenti di ATM, la società che si occupa della gestione dei trasporti pubblici. Lo sciopero di ATM è stato proclamato dal sindacato Sol Cobas, riguarderà bus, tram e metropolitana e durerà dalle 18 alle 22. Nonostante si tratti di sole quattro ore lo sciopero potrebbe causare molti disagi ai cittadini che dovranno spostarsi in quelle fasce orarie, quelle in cui moltissimi si spostano per tornare a casa dopo il lavoro o uscire per passare fuori la sera. Per seguire in diretta la stato del servizio si può fare riferimento all’account twitter di ATM che fornirà in tempo reale aggiornamenti sulla situazione dello sciopero. 24/3, #sciopero SOL COBAS: a #Milano servizi regolari fino alle 18 e dalle 22 fino a fine servizio. Info: https://t.co/efkDYne3Wd.
Le cose da sapere sullo sciopero dei trasporti di oggi a Milano. Inizierà alle 18 e durerà fino alle 22, saranno coinvolti bus, tram e metropolitana.
Domenica si è chiusa a Milano la quarta edizione di Bookcity, una manifestazione di quattro giorni dedicata ai libri che – forte della sua collocazione geografica nella città dei maggiori editori italiani – ha occupato rapidamente un posto importantissimo nella geografia dei festival ed eventi che si occupano di promuovere i libri. Le cifre ufficiali del Comune e dei promotori sono state di 150 mila visitatori di cui 27 mila studenti provenienti da 250 scuole, 200 luoghi della città, 250 case editrici coinvolte, 250 volontari, 1500 ospiti, 800 eventi, tra presentazioni, dibattiti, mostre, reading e seminari: ma dopo le recenti rivelazioni sui numeri gonfiati del Salone del Libro di Torino, sulle cifre ufficiali in generale è meglio ritrovare una certa cautela. E come per ogni altro festival è impossibile stabilire quanti libri siano stati effettivamente venduti, ma l’impressione generale è che il rapporto tra la quantità degli appuntamenti e quella delle vendite penda decisamente a favore dei primi. La particolarità di Bookcity è che a differenza dei festival più noti che si svolgono nelle città di provincia in sedi abbastanza vicine da permettere al pubblico di spostarsi da un evento all’altro anche a piedi o in bicicletta, e di “occupare la città”, questo è un caso raro – forse unico: a Torino o Roma si svolgono fiere molto concentrate – di evento diffuso che si svolge in una grande città, in cui i tantissimi appuntamenti non sono soltanto in centro, ma anche sparsi nella cosiddetta «Grande Milano». Quest’anno, per esempio, ci sono stati incontri anche a Bresso, Sesto San Giovanni, Bruzzano, San Giuliano Milanese o Rozzano. Il modello di Bookcity è Pianocity, tre giorni di concerti sparsi per la città che si svolge a Milano ogni maggio dal 2011. Bookcity è organizzata dal Comune di Milano e da un Comitato promotore formato da quattro fondazioni: Mondadori, Rizzoli-Corriere della sera, Feltrinelli e Scuola per Librai, che fa capo al Gruppo GeMS. Anche se si tratta delle fondazioni di quattro tra i primi cinque gruppi editoriali italiani (l’unico che manca è Giunti, quarto per fatturato), la decisione di affidare la gestione alle fondazioni, invece che alle case editrici, è stata presa per evitare battaglie tra i grandi editori per accaparrarsi i posti e gli orari migliori, oltre che per garantire anche la presenza degli editori più piccoli. Sabato sera alla festa Milano Book Party, organizzata da un gruppo di piccoli editori, sono entrati in 2000 pagando, come biglietto di ingresso, 1 euro più un libro. La Fondazione Alberto ed Arnoldo Mondadori, peraltro, è stata creata dagli eredi Mondadori e, quindi, oltre che il Gruppo Mondadori, che continua a finanziarla, riguarda anche Luca Formenton, presidente di Bookcity e proprietario del Gruppo il Saggiatore. La Fondazione Mondadori si è occupata del piano scuola, Rizzoli e GeMs degli aspetti più amministrativi. In posizione più laterale ci sono l’AIE, l’Associazione Italiana Editori, l’AIB, Associazione Italiana Biblioteche, e l’ALI, Associazione Librai Italiani.
Come funziona Bookcity. Informazioni per milanesi e non milanesi sul festival di libri assai particolare che si è appena concluso.
Per gli assassini della letteratura, uccidere è una faccenda spesso banale, non tanto per le motivazioni ma per le modalità, che sono alquanto limitate e devono essere plausibili: accoltellamento, avvelenamento, strangolamento, annegamento, investimento, spintone da un piano elevato con conseguente caduta, taglio della gola, colpi di pistola e colpi in testa, mazzate varie, esplosione, rogo. Di conseguenza, anche le armi usate sono ripetitive: coltelli, pistole, asce, seghe, martelli, fucili, pale, chiavi inglesi e iniezioni letali; una delle poche variazioni possibili è offerta dalla moltitudine di oggetti contundenti da sbattere in testa alla vittima. Da qui in poi troverete molti spoiler, quindi occhio. – Leggi anche: 16 libri piaciuti quest’anno alla redazione del Post
Le migliori armi del delitto nella letteratura. Bottiglie di champagne, vipere, libri e l'indimenticabile cosciotto d'agnello di Roald Dahl.
È un giochino facile e un po’ stucchevole quello di esibire in tv le ignoranze delle persone, e farsi quattro risate trascurando che se gli interpellati fossimo noi ci sono mille cose su cui faremmo figuracce. Quando poi le Iene lo hanno portato davanti a Montecitorio per sottolineare le ignoranze dei parlamentari è anche diventato un po’ demagogico: attaccare i politici viene bene, e bisognerebbe vedere i giornalisti che conducono i quiz suddetti interrogati sul funzionamento delle istituzioni per capire quanto solida sia la loro, di preparazione. Ma tolta la patina ammiccante e burlona, le informazioni sulla preparazione delle nostre classi dirigenti sono scientificamente interessanti: entomologicamente interessanti. Sarebbe bello che queste iniziative servissero a migliorarla, questa preparazione: sarebbe bello che invece che livellare tutto verso il basso (“sono ignoranti come me, anch’io posso fare il deputato!”) ci suggerissero di votare persone più competenti e straordinarie, la prossima volta. Con questa speranza nel cuore, segnaliamo la riproduzione del format delle Iene avviata dal sito di Wired che lo ha declinato sulle competenze tecnologico-pop, chiedendo ai parlamentari cose di Facebook e Steve Jobs. Le prime due puntate (in caso dovessero funzionare, le trovate qui).
Le Iene di Wired. Gli impietosi video sulla preparazione tecnologica dei nostri parlamentari.
Slow Food: buona o cattiva? Se ne parla parecchio sui giornali degli ultimi giorni: La Stampa oggi dedica a questo tema una pagina dal titolo “Slow Food è di destra o di sinistra?”, Limes pubblica un articolo di Antonio Pascale. Al centro della discussione due libri: uno del giornalista inglese Geoff Andrews (“Slow Food. Una storia tra politica e piacere“, il Mulino) e uno di Luca Simonetti (“Mangi chi può. L’ideologia di Slow Food”, Pagliai). Slow Food è un’associazione fondata da Carlo Petrini alla fine degli anni Ottanta. I suoi obiettivi li racconta bene il libro di Andrews: la salvaguardia della biodiversità, la conservazione delle tradizioni culinarie, la promozione di tecniche agricole non invasive e abitudini come il rispetto dei tempi naturali, dell’ambiente e della salute dei consumatori. In sintesi, un nuovo modello di abitudini alimentari.
Contro Slow Food. Slow Food è di destra o di sinistra?.
Si prospettano problemi per le aziende che investono nell’energia rinnovabile. Negli anni che hanno preceduto la crisi del 2008 i governi hanno lavorato per agevolarle, aiutandole con sussidi economici. Ora però la crisi e i prezzi alti dell’energia stanno spingendo i governi a tagliare parte di quei sussidi, mettendo in difficoltà chi investe nel settore. E complicando i piani dell’Unione Europea, che prevede di rendere pulito il 20 per cento dell’energia utilizzata entro il 2020, tagliando così del 20 per cento le emissioni di gas serra rispetto al 1990. Il Wall Street Journal racconta la storia dello spagnolo Salvador Guerra Salamo. La sua famiglia ha investito 7 milioni di euro per un impianto di pannelli solari da 2.1 megawatt, ma la Spagna è a un passo dal tagliare parte degli aiuti economici per l’energia rinnovabile, anche a chi sta la già producendo — una categoria che dovrebbe essere protetta dal governo. Senza quei sussidi, l’impresa di Guerra rischierebbe di fallire. Secondo il racconto dell’uomo, otto anni fa fu suo figlio, allora quindicenne, a convincerlo a investire nell’energia rinnovabile dopo una lezione a scuola sul fotovoltaico.
Come la crisi minaccia le energie rinnovabili. I governi europei stanno tagliando i sussidi alle aziende che investono in energia verde, mettendo in difficoltà l'intero settore.
Farhad Manjoo, giornalista ed esperto di tecnologia del New York Times, ha scritto un articolo per ricordare il futurologo Alvin Toffler, morto il 27 giugno 2016, e riflettere sul modo in cui le novità – dalla nascita dello Stato Islamico al pilota automatico delle Tesla – colgono impreparate le persone. Secondo Manjoo, dagli anni Ottanta in poi non si è più investito nel fare previsioni e per questa ragione siamo sensibili al cosiddetto “shock del futuro”, dal nome del più famoso libro di Toffler, Future Shock, pubblicato nel 1970 (in italiano con il titolo Lo choc del futuro): le crisi globali e locali sarebbero dovute all’incapacità di affrontare i cambiamenti rapidi degli ultimi anni. Manjoo pensa soprattutto al modo in cui i social network stanno cambiando la vita delle persone, dal modo di fare e leggere i giornali, al rapporto tra cittadini e politica, fino alle possibilità organizzative e di comunicazione che danno alle organizzazioni terroristiche. Al fatto che esistono molte diseguaglianze nel mondo dovute alle differenze nell’accesso alla tecnologia, e a come i governi debbano avere a che fare con le grandi aziende tecnologiche (come Google e Facebook, per esempio) per questioni che riguardano i diritti dei cittadini, tra le altre cose.
La fine delle previsioni. L'esperto di tecnologia del New York Times spiega come abbiamo smesso di immaginarci il futuro.
Da più di due mesi l’attore statunitense Shia LaBeouf è alle prese con un gruppo di troll e sostenitori di Donald Trump molto agguerriti, che stanno facendo di tutto per impedirgli di portare avanti un progetto artistico nato proprio come protesta nei confronti del nuovo presidente degli Stati Uniti. LaBeouf ha dovuto cambiare più volte sede per la sua videoinstallazione, si è confrontato direttamente con chi prova a boicottarla e ha subìto un arresto per avere spintonato uno dei suoi contestatori a inizio febbraio. Nonostante tutti gli sforzi e i cambi di programma, i troll sono sempre riusciti a trovarlo e a impedirgli di portare avanti il suo progetto contro Trump, a conferma del fatto poco incoraggiante che se un troll vuole davvero trovarti, ti trova. Shia LaBouf, conosciuto soprattutto per i film della recente serie Transformers, aveva iniziato il suo progetto artistico “He will not divide us” (“Non ci dividerà”) nel giorno dell’insediamento di Trump, il 20 gennaio scorso. Una videocamera fissa montata all’esterno del Museum of the Moving Image (MOMI) nel Queens, a New York, avrebbe dovuto riprendere i visitatori interessati a ripetere davanti alla telecamera la frase “He will not divide us”, come una specie di mantra. Il progetto sarebbe dovuto durare 4 anni, quanto un mandato presidenziale, con una trasmissione in diretta streaming delle immagini diffuse sul sito hewillnotdivide.us.
Se un troll vuole trovarti, ti trova. La storia infinita della video-installazione contro Trump di Shia LaBeouf e delle persone che la perseguitano organizzandosi online.
Su Repubblica di oggi il direttore Mario Calabresi torna sulla sballata discussione sulla scorta di Roberto Saviano, innescata dal senatore Vincenzo D’Anna di ALA e poi proseguita da Giuliano Ferrara sul Foglio. Calabresi scrive che “I libri di Roberto Saviano si possono criticare, sezionare, smontare, ma in modo onesto e non per strizzare l’occhio ai casalesi”, come scrive abbia fatto D’Anna: c’è differenza tra criticare una persona e rifiutare di proteggerla, e Saviano non si è scelto la vita che si è trovato davanti dopo Gomorra. Ho incontrato Roberto Saviano per la prima volta a maggio del 2008, il suo libro era uscito due anni prima e da 19 mesi viveva sotto scorta. Aveva 28 anni e stava infagottato in un girocollo di lana blu, anche se a New York faceva già caldo. Era arrivato negli Stati Uniti per partecipare a un festival di letteratura. Venne invitato ad una cena in cui l’ospite d’onore era Salman Rushdie, i due non si erano mai visti e mi trovai tra loro quando cominciarono a parlare di libri pericolosi e di vite blindate. In quel suo primo viaggio americano Saviano venne messo sotto protezione dell’Fbi, l’autore di Versi Satanici invece si muoveva liberamente per Manhattan.
Il gusto di attaccare Saviano. Mario Calabresi spiega il compiaciuto giochino con cui i critici di Saviano lo mettono in pericolo.
Qualcomm ha rifiutato la proposta di acquisto della settimana scorsa da parte di Broadcom, che aveva offerto circa 105 miliardi di dollari (130 miliardi se si comprendono 25 miliardi di debiti netti). In un comunicato, Qualcomm ha spiegato di ritenere insufficiente l’offerta e di non avere interesse nell’unirsi a Broadcom, anche considerate le grandi complicazioni sul piano antitrust che potrebbero derivare dalla loro unione. Broadcom è uno dei più grandi produttori al mondo di semiconduttori e Qualcomm è nota soprattutto per la produzione dei microprocessori Snapdragon (ARM), utilizzati in centinaia di milioni di smartphone e altri dispositivi in giro per il mondo. Il fatto che nella nota si parli di una stima non adeguata per il valore dell’azienda fa intuire che, con un’offerta più importante, Qualcomm potrebbe ripensarci. La trattativa è del resto ancora all’inizio e potrebbe richiedere molti mesi prima di arrivare a un accordo.
Qualcomm ha rifiutato la proposta da 130 miliardi per farsi acquisire da Broadcom, ma non è ancora finita.
Concita De Gregorio su Repubblica di oggi racconta come si diventa presidenti della Repubblica, nel primo di una serie di articoli che saranno pubblicati nei prossimi giorni. Dei vecchi non è rimasto più nessuno. È un bene, diranno in molti. Non del tutto, però, se si son portati via insieme all’indecenza dell’antico malaffare anche le chiavi della più misteriosa delle alchimie politiche lasciando i nuovi – i barbari, gli ignari – davanti a una gigantesca porta chiusa. Tutto può cambiare, nella geografia e nella grammatica della politica passata attraverso mutazioni d’epoca ciclopiche e arrivata fin qui al tempo nuovo, il tempo in cui tutto è diverso. Ma c’è una cosa – una sola – che non cambia. Come si fa un Presidente. Cosa governa il gioco, quali sono le regole che portano alla nomina più ambita: quella che dura sette anni, un’eternità quando l’unità di misura del potere sono i giorni. Il segreto, quello, è intatto. Non c’è tsunami che possa violarlo. Il varco per entrare nella porta si trova all’incrocio fra il calcolo e il caso, fra l’esperienza e l’ignavia. Lo conosce Giulio Andreotti, venti volte ministro e sette presidente del consiglio, che aveva 29 anni quando all’alba dell’11 maggio 48 bussò alla porta di Luigi Einaudi, una villetta sulla Tuscolana, per convincerlo che il suo essere zoppo non gli avrebbe impedito di fare il presidente: “Del resto anche Roosevelt”, gli rammentò con discrezione… Ma per la prima volta, questa volta, Andreotti non ci sarà. Se avesse potuto votare, fra qualche settimana, avrebbe eletto il suo dodicesimo presidente. L’unico politico vivente insieme ad Emilio Colombo ad essere arrivato sin qui dalla Assemblea Costituente: Teresa Mattei se n’è andata pochi giorni fa ed era da molto fuori dalla politica, delusa e lontana. Ma Andreotti sta molto male, la sua famiglia non lascia che nessuno lo avvicini.
Per caso, per obbligo, per sbaglio o per dispetto. Concita De Gregorio racconta come si diventa presidenti della Repubblica (almeno fino a ieri).
Dal 25 novembre è disponibile su Netflix 3%, una serie tv di fantascienza da 8 puntate da 45 minuti ciascuna. 3% non ha avuto una promozione particolare: è stata girata in portoghese – produzione e attori sono brasiliani – e parte da premesse un po’ trite, e cioè una specie di gara di sopravvivenza fra ragazzi ventenni (tipo Hunger Games, diciamo). 3% però non è una serie per ragazzi: non ha storie d’amore o scene particolarmente strappalacrime – anzi, alcune sono molto dure – e tratta in maniera molto sensibile temi come la diseguaglianza sociale e la disabilità. Nonostante il budget piuttosto ridotto – cosa evidente nelle pochissime scene girate all’aperto – è ben scritta e recitata e con un’ottima regia (il produttore della serie è il regista uruguaiano César Charlone, che nel 2003 fu nominato all’Oscar per la migliore fotografia per City of God). Abbiamo messo insieme una serie di informazioni base per saperne di più, senza spoiler (su Netflix la serie è disponibile anche in inglese e coi sottotitoli in italiano).
“3%” è una sorpresa. Pochi hanno visto questa nuova serie di fantascienza di Netflix, ma quei pochi ne parlano molto bene.
Quando lunedì scorso alle 5 di pomeriggio è uscita dal Moma, Marina Abramovic aveva messo fine a una delle performance artistiche più lunghe della storia. Dal 14 marzo, giorno di inaugurazione della sua retrospettiva, l’artista di Belgrado è rimasta seduta su una sedia dell’atrio del museo sei giorni a settimana, sette ore al giorno. Il New York Times racconta com’è andata:
Il primato di Marina Abramovic al Moma. Settecento ore su una sedia del museo a fissare in silenzio il pubblico di fronte a sé.
L’Economist Intelligence Unit, una società di analisi e consulenza finanziaria di proprietà del gruppo editoriale del settimanale economico inglese The Economist, ha pubblicato le previsioni di quali saranno i paesi del mondo che registreranno la maggiore o la minore crescita economica nell’arco del 2012, calcolata in base alla variazione del prodotto interno lordo. La crescita maggiore (+23 per cento) si avrà in Libia, anche se gli analisti precisano che nel corso della guerra che ha portato alla fine di Gheddafi nel 2011 l’economia libica aveva sofferto moltissimo. Un altro paese ora ufficialmente non più in guerra, ma dalla situazione ancora incerta, come l’Iraq, è in quinta posizione (+10 per cento). Al secondo posto, con un +15 per cento, la Mongolia, in cui da mesi è in corso una forte crescita degli investimenti minerari. La Cina continua gli ottimi risultati economici degli ultimi anni, anche se leggermente ridimensionati a causa della crisi globale, ed è in decima posizione con una crescita del PIL intorno all’8%. I risultati peggiori sono dei paesi europei, che occupano otto delle ultime dieci posizioni. Gli unici paesi non europei a entrare in classifica sono il Sudan, che a causa della secessione del Sud Sudan dello scorso luglio ha perso tre quarti delle sue riserve di petrolio e perderà anche l’8% circa del suo prodotto interno lordo, e lo Swaziland, governato da uno dei pochi monarchi assoluti rimasti nel mondo, re Mswati III. Le altre posizioni sono tutte dei paesi europei, con i risultati peggiori per i paesi più colpiti dalla crisi: la Grecia perderà oltre il 7% del PIL nel corso del 2012, il Portogallo il 4%, e Italia, Lussemburgo, Olanda, Spagna, Germania e Irlanda pochi decimi di punto percentuale.
Chi cresce di più (e di meno) nel 2012. Il grafico dell'Economist spiega come andrà l'economia mondiale quest'anno: chi è al primo posto? Ma, soprattutto, come se la cava l'Italia?.
Nella notte tra sabato e domenica la Marina italiana, la Guardia Costiera e la nave Aquarius della ong SOS Mediterranée hanno soccorso in sei diverse operazioni 629 migranti, tra cui 123 minori non accompagnati e 7 donne incinte. L’Aquarius stava trasportando i migranti verso l’Italia, ma il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha chiesto a Malta di accoglierli e ha minacciato di chiudere i porti italiani. Quindi, per come stanno ora le cose, la nave non potrà attraccare in Italia. Da quando ha ricevuto l’indicazione delle autorità italiane di attendere nuovi ordini, la nave Aquarius naviga a nord di Malta, da dove potrebbe arrivare in poche ore sulle coste della Sicilia. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha scritto su Facebook di aver chiesto a Malta di accogliere la nave, senza successo, e che l’Italia si limiterà ad inviare dei medici su due motovedette. Stando a SOS Mediterranée, in tarda serata il governo italiano ha chiesto alla ong di restare ferma in un tratto di mare a metà strada fra Italia e Malta.
Il governo vuole chiudere i porti a una ong che trasporta seicento migranti. La nave Aquarius di SOS Mediterranée sta navigando verso l'Italia, ma il ministro degli Interni Matteo Salvini ha annunciato che non intende farla approdare.
In questi giorni il dibattito politico italiano, al di là delle primarie interne ai partiti, ruota intorno alle modifiche della legge elettorale con cui si andrà a votare nella primavera del 2013. È un tema centrale perché dalla legge elettorale dipende il funzionamento del meccanismo di rappresentanza delle intenzioni degli elettori, nonché le alleanze e le strategie dei partiti, quale e quanto larga sarà la prossima maggioranza in Parlamento e soprattutto se ci sarà una maggioranza. La situazione attuale è nota. La legge elettorale in vigore è il cosiddetto “Porcellum” (legge n. 270 del 21 dicembre 2005 o “legge Calderoli”): il soprannome venne dato dal politologo Giovanni Sartori in un articolo sul Corriere della Sera del primo novembre 2006 perché Calderoli stesso, primo firmatario della legge, la definì «una porcata» e disse che era stata pensata appositamente per non far vincere con una maggioranza chiara il centrosinistra alle elezioni del 2006, come oggi confermano senza problemi molti esponenti del centrodestra allora al governo (anche l’UdC votò a favore).
La legge elettorale e il premio di maggioranza al 42,5%. Che cosa prevede l'emendamento approvato ieri che ha fatto infuriare il PD, e a che punto sono le infinite trattative fra i partiti.
Il ministro della Difesa italiano, Ignazio la Russa, è un assiduo frequentatore delle trasmissioni televisive di approfondimento politico. A causa delle sue intemperanze e del suo carattere combattivo – digiamo – i dibattiti cui partecipa il ministro si trasformano in caotici confronti verbali, ed esibizioni squinternate che una volta La Russa è riuscito a portare anche dentro l’aula della Camera con sonore conseguenze per la maggioranza. Ce n’è abbastanza per essere diffidenti della capacità di un uomo dotato di poco equilibrio e molte insicurezze di assolvere a un ruolo piuttosto importante e delicato, soprattutto di questi tempi. E se no, ce n’è abbastanza per mettere insieme, a futura memoria – sperando che arrivi un giorno in cui sapremo dimenticarcene – una raccolta entomologica delle più impressionanti perdite di controllo di La Russa, il ministro della Difesa che non sa chi sia Lukashenko. Annozero, lo scorso dicembre. Uno studente di Scienze Politiche della Sapienza racconta la sua esperienza sulle manifestazioni contro la riforma universitaria del ministro Gelmini. La Russa lo interrompe, dà dei vigliacchi a chi protesta e poi non si ferma più.
Il nostro ministro della Difesa. Una raccolta delle intemperanze televisive di Ignazio La Russa, un uomo che non ha paura di nessuno.
Un articolo del Foglio si inserisce nel dibattito di questi giorni – settimane, mesi, anni – sul ruolo del Senato, mentre in Parlamento si discute di una riforma che se approvata ne ridimensionerebbe molto dimensioni e funzioni. La gran parte del dibattito – nella politica e sui giornali – si sta concentrando in questi giorni su come “salvare il Senato”, e quindi restituirgli elettività, influenza e competenze rispetto ai progetti iniziali del governo, come chiede l’opposizione e la minoranza interna del PD; il Foglio sostiene invece che sarebbe meglio abolire il Senato una volta per tutte e passare al monocameralismo, sistema rispettabile e funzionante adottato già da diverse democrazie moderne, invece che cercare precarie vie di mezzo. Una scelta del genere sarebbe stata però un po’ più laboriosa e politicamente complicata, perché avrebbe comportato modifiche più radicali della Costituzione. Certe volte fa piacere essere d’accordo pure con Pino Pisicchio, presidente del Gruppo misto alla Camera: “Credo che sia giusto riflettere tutti insieme però sulla mission del Senato. Se questa mission non c’è più, allora forse ha ragione chi ha detto che è giusto abolirlo del tutto”. Volendo farla più filosofica, basterebbe prendere sul serio il “lodo Cacciari”, per chiamarlo così. Il filosofo e già fondatore del Pd ripete allo sfinimento, e non da ieri, che la “riformetta” del Senato così non va, e che la scelta logica e politica era di abolirlo e basta, il Senato. Da subito. Monocameralismo perfetto, senza intrugli.
Abolire il Senato. Anche il Foglio chiede al governo di cambiare la riforma che si sta discutendo: ma per fare il contrario di quello che dicono gli altri.
Questa canzone di George Michael di cui si parla mi ha fatto tornare in mente quei tempi in cui I want your sex faceva scandalo, e io ero giovane, e per associazione giovane-canzoni-imbarazzisessuali, quell'altra storia pisana su Against all odds. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di Conor O’Brien. Questa canzone di George Michael di cui si parla mi ha fatto tornare in mente quei tempi in cui I want your sex faceva scandalo, e io ero giovane, e per associazione giovane-canzoni-imbarazzisessuali, quell’altra storia pisana su Against all odds. The wonder of you L’aveva scritta un cantautore americano, Baker Knight,.
Tvsvizzera.it, il sito della televisione pubblica svizzera in lingua italiana RSI, sta pubblicando un reportage particolare su Expo: una serie di vignette del giornalista e disegnatore Dario Campagna sui padiglioni e sulle tipologie di persone che si possono trovare all’interno dell’Esposizione. Campagna ha disegnato per esempio il disperato “buttadentro” del padiglione della Lituania, che cerca di convincere i visitatori a entrare, ma anche la poca preparazione dello staff Expo con l’inglese e l’intelligente trovata della Colombia, che regala fiori ai passanti per convincerli a visitare il padiglione (non ne vale la pena, comunque, fiori o non fiori). Tutte le vignette si possono trovare qui. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le vignette satiriche svizzere su Expo 2015. Le pubblica il sito della televisione in lingua italiana RSI, prendono in giro padiglioni e visitatori.
Prendete un qualsiasi venerdì sera: i locali, i ristoranti e i cinema sono pieni di amici, coppie e famiglie che passano il tempo insieme. Persone da sole, invece, pochissime: probabilmente chi non ha qualcuno con cui uscire trascorre il weekend sul divano di casa a fare qualcosa per conto suo. Fin qui niente di strano: ma forse ci perdiamo qualcosa se decidiamo automaticamente di restare a casa quando non abbiamo impegni “sociali”? «Le persone non fanno altro che rinunciare a fare qualcosa solo per il fatto che sono sole», spiega Rebecca Ratner, professoressa di marketing alla Robert H. Smith School of Business. Ratner ha passato quasi cinque anni a studiare perché le persone sono così riluttanti a divertirsi da sole e come, di conseguenza, si divertano meno in generale. «Il punto è che sarebbero probabilmente più felici a uscire e fare qualcosa».
Dovremmo fare più cose da soli. Per esempio andare al ristorante, o al cinema o nei musei: secondo un recente studio evitiamo di farlo per paura del giudizio degli altri, che invece se ne infischiano.
Il 31 dicembre del 2013 cesserà in tutto il mondo la produzione del Volkswagen T2, probabilmente il modello di pulmino più famoso di sempre, diffuso in decine di paesi e nel tempo diventato un pezzo della cultura pop occidentale e soprattutto di quella hippie statunitense. I T2 sono in produzione dal 1950 e secondo Volkswagen sono il modello prodotto più a lungo nella storia delle automobili. Al momento i T2 – che sono noti con molti nomi diversi, da Kombi a Bulli a Transporter – sono prodotti soltanto da Volkswagen Brasile, che ha annunciato in estate la fine della produzione per l’entrata in vigore nel paese di leggi più restrittive sulla sicurezza e l’ambiente. Le nuove norme richiedono, per esempio, l’installazione di ABS e airbag su tutte le auto nuove, cosa difficilmente realizzabile sui T2. Per l’occasione Volkswagen Brasile realizzerà un’edizione speciale di 600 vetture: avranno una carrozzeria bicolore bianca e azzurra, e alcuni dettagli vintage che richiamano i primi modelli degli anni Sessanta e Settanta. Costeranno 26 mila euro l’uno, parecchio se paragonati ai circa 15 mila euro con cui è possibile acquistare il modello precedente. I T2 sono assemblati in Brasile dal 1957: da allora ne sono stati prodotti più di 1,5 milioni di esemplari..single-post-new article figure.split-gal-el .photo-container .arrow::after{content:' FOTO'} #gallery-5{margin:auto}#gallery-5 .gallery-item{float:left;margin-top:10px;text-align:center;width:20%}#gallery-5 img{border:2px solid #cfcfcf}#gallery-5 .gallery-caption{margin-left:0} L’idea del pulmino venne nel 1946 a Ben Pon, un importatore olandese della Volkswagen: mentre visitava gli stabilimenti tedeschi a Wolfsburg notò un Maggiolino, prodotto sempre dall’azienda tedesca, modificato per trasportare i materiali pesanti. Pon abbozzò così lo schizzo di un pulmino partendo da un Maggiolino: il posto del guidatore era molto spostato in avanti e il pulmino poteva trasportare fino a 690 chili. Dopo tre anni il progetto andò in produzione e nel novembre del 1949 ne fu assemblato il primo modello, soprannominato Splittie perché il parabrezza era suddiviso in due parti. Nel 1951 ne fu realizzato un nuovo modello con il serbatoio posizionato davanti al cambio, la ruota di scorta dietro al sedile anteriore e un portellone posteriore, tutti elementi che furono mantenuti fino al 1967. Dal 1967 al 1979 Volkswagen realizzò più di due milioni della nuova versione di T2, che avevano invece il parabrezza unito. In quegli anni i T2 si diffusero moltissimo, soprattutto negli Stati Uniti dov’erano diventati una delle vetture preferite dei giovani e degli hippie: era molto facile ribaltare i sedili, usandolo così per fare viaggi lunghi, e trasportare oggetti grandi e larghi come surf, strumenti musicali o semplicemente stipare molta gente, motivo per cui diventarono presto uno dei simboli della cultura “on the road”. Grazie alla sua fama e diffusione, il T2 ha anche numerosi nomignoli che cambiano da paese a paese. “Kombi” deriva dalla parola tedesca Kombinationskraftwagen, che vuol dire station wagon; in Germania è chiamato anche “Bulli”, in Danimarca “Rugbrød”, negli Stati Uniti e in Regno Unito “Transporter”, in Olanda “Clipper”. I T2 sono stati utilizzati anche come furgoni della polizia tedesca, ambulanze, pilotina per gli aeroporti; compaiono in migliaia di foto, copertine di dischi e film e serie tv, da Little Miss Sunshine a Lost, dove un T2 fu protagonista di una scena memorabile.
La fine del Volkswagen T2. Da dicembre cesserà la produzione del pulmino più famoso del mondo, simbolo della cultura hippie e protagonista di una fantastica scena di Lost.
Perché è “pompe funebri” il nome delle agenzie che si occupano dei funerali? Cosa ci sta a fare la parola “pompe” in quel solenne contesto? È un dubbio linguistico molto frequente, oggetto di numerose ricerche su Google, ed è tornato vivace in questi giorni di discussioni intorno a un funerale e alla sua organizzazione. Ma le creative spiegazioni che si leggono su molti siti internet e che sembrano affascinare molti lettori non sono proprio affidabili. Sappiamo tutti qual è l’uso dell’espressione “pompe funebri”: quello di “impresa che si occupa di cerimonie funerarie”. L’espressione più comune, infatti, è “impresa di pompe funebri” che si usa a volta omettendo “impresa”. Le “pompe funebri” a essere esatti, dovrebbero essere la cerimonia stessa, e”sono stato alla pompa funebre di mio nonno” un’espressione corretta.
Perché si chiamano “pompe funebri”. Perché è una parola che viene dal latino e non ha niente a che fare con le storielle che avete letto su internet.
La procura di Perugia ha deciso di sospendere le indagini sull’esame in lingua italiana del calciatore Luis Suarez, tenuto la settimana scorsa all’Università per Stranieri di Perugia e al centro di un’indagine per presunte irregolarità. Lo ha detto all’ANSA il procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone, citando le ripetute fughe di notizie avvenute negli ultimi giorni sulla direzione presa dalle indagini, che riguardano sia l’università sia gli agenti del calciatore sia la Juventus, la squadra con cui in quei giorni era in trattative per trasferirsi dal Barcellona. «Sono indignato per quanto successo finora, compreso l’assembramento dei mezzi d’informazione sotto alla procura. Faremo in modo che tutto questo non accada più», ha detto Cantone. Repubblica scrive che in particolare Cantone si sia molto arrabbiato per la notizia data da alcuni giornali italiani su un eventuale interrogatorio di Suarez, previsto nei prossimi giorni. Le indagini, ha aggiunto Cantone all’ANSA, «saranno tutte riprogrammate in modo da garantire la doverosa riservatezza».
La procura di Perugia ha sospeso le indagini sull’esame di Luis Suarez.
Thomas Piketty è un importante economista francese della Paris School of Economics e il suo nuovo libro Capital in the Twenty-First Century (Il Capitale nel ventunesimo secolo, o nell’originale in francese Le capital au XXIe siècle), che offre una rigorosa analisi della natura della ricchezza accumulata, è in testa a molte classifiche di vendita. Il New York Times aveva descritto Piketty come un economista di sinistra ma moderno, che parla di disuguaglianza e si confronta apertamente con le teorie marxiste, senza però prendere derive anticapitaliste o contro la proprietà privata. Steven Erlanger parlando del suo ultimo lavoro, aveva scritto: «Il suo libro mina le nostre solide idee sulla bontà del capitalismo avanzato e prevede un netto aumento della disuguaglianza della ricchezza nei paesi industrializzati, con conseguenze deleterie e profonde per la democrazia e i suoi valori di giustizia e equità. […] Il suo libro non è nulla meno di un ampio tentativo di capire la società occidentale e le regole economiche che le reggono. E nel processo demolisce l’idea che la ricchezza fa bene a tutti (la cosiddetta teoria Trickle-down, per cui la ricchezza dei più ricchi, in qualche modo si distribuisce a tutti)».
Il libro di economia di cui tutti parlano. Lo ha scritto il francese Thomas Piketty, è primo su Amazon negli Stati Uniti ed è lungo 685 pagine.
A ottobre l’ex-modella Cara Delevingne è stata fotografata a Parigi con una felpa blu con la scritta bianca “The future is female” (Il futuro è donna). Sempre a ottobre anche la sua compagna, la cantante Annie Clark, meglio conosciuta come St Vincent, ha indossato un capo con la stessa scritta. Da allora la felpa e soprattutto lo slogan hanno avuto moltissimo successo e centinaia di persone hanno pubblicato su Instagram e Tumblr foto in cui indossano o fanno indossare alle loro figlie magliette simili, oltre che svariati gadget in cui viene replicata la frase. Molti di loro però non conoscono la storia dietro quelle parole, che viene raccontata in un articolo dal New York Times. La maglietta originale risale agli anni ’70: era stata disegnata per Labyris Books, la prima libreria femminista a New York, aperta nel 1972 da Jane Lurie e Marizel Rios, che scelsero come loro slogan la frase “il futuro è donna”. Nel 1974 chiesero a Liza Cowan – fotografa agli esordi che realizzava bottoni con sopra frasi femministe – di fabbricare bottoni con il motto della libreria.
Storia di una maglietta femminista. Quella con lo slogan "The future is female": è tornata di moda dopo che l'ha indossata Cara Delevingne, ma fu inventata per una libreria di New York degli anni '70.
Un capodoglio che era stata trovata spiaggiata in Spagna lo scorso febbraio è morta perché aveva mangiato troppa plastica. Nel suo stomaco sono stati trovati circa 30 chili di plastica, spazzatura che probabilmente era stata inghiottita dalla balena in mare e che ha bloccato il suo apparato digerente. Il capodoglio era un esemplare ancora piuttosto giovane, lungo poco più di 10 metri e pesante 6 tonnellate (gli esemplari adulti pesano fino a 10 volte di più). #MedioAmbiente lanza una #campaña para concienciar sobre el peligro de las #basurasmarinas para la #Fauna Ejemplo: La necropsia de un #Cachalote varado ? detectó en su aparato digestivo 29 kg de basura ?#StopBasurasMarinas #Concienciación ♻️+inf: https://t.co/mLjhNreLlx pic.twitter.com/dqejUXFkWS
Un capodoglio spiaggiato in Spagna è morto perché aveva mangiato troppa plastica. Nel suo stomaco sono stati trovati 30 chili di plastica e altra spazzatura.
Il 31 maggio 2016 Dior ha presentato la collezione cruise per la primavera-estate 2017 e la sfilata è stata organizzata a Palazzo Blenheim, nella campagna dell’Inghilterra centrale, vicino a Oxford. Palazzo Blenheim è una residenza aristocratica costruita nel XVIII secolo come dimora dei duchi di Marlborough (la famiglia di cui faceva parte Winston Churchill, che nacque nel palazzo), fa parte del patrimonio dell’umanità dell’Unesco e ha un significato importante nella storia di Dior, che vi organizzò la sua prima sfilata in Regno Unito nel 1954, e poi un’altra nel 1958, sotto la direzione creativa di Yves Saint Laurent. La collezione cruise 2017 è stata disegnata dagli stilisti svizzeri Serge Ruffieux e Lucie Meier, a capo della squadra di stilisti di Dior dopo le dimissioni del direttore creativo Raf Simons nell’ottobre 2015. I capi mescolavano insieme la moda francese e lo stile della campagna inglese: con giacche con ricamati sopra motivi floreali e scene equestri dell’Ottocento, bar jacket (le giacche strette in vita inventate da Dior) in tweed, abiti sagomati nello stile anni Cinquanta di Dior in tagli e tessuti sartoriali inglesi.
La terza sfilata di Dior a Palazzo Blenheim. Ha presentato l'ultima collezione nella residenza aristocratica in cui sfilò per la prima volta in Regno Unito nel 1954, e poi di nuovo nel 1958.
L’azienda farmaceutica statunitense Pfizer e quella tedesca di biotecnologie BioNTech hanno annunciato di avere terminato l’ultima parte (su 3) del test clinico dedicata alla valutazione dell’efficacia del loro vaccino contro il coronavirus. Stando ai dati appena resi pubblici, il vaccino sperimentale offre un’efficacia del 95 per cento, superiore al dato preliminare pari al 90 per cento comunicato una decina di giorni fa su un primo set di dati preliminari. L’annuncio è stato accolto positivamente da esperti e osservatori, anche se resta da chiarire la durata della protezione eventualmente offerta dal vaccino. Pfizer e BioNTech hanno confermato di volere presentare a breve una richiesta per ottenere un’autorizzazione di emergenza da parte della Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia federale degli Stati Uniti che si occupa di farmaci. La procedura consente di accelerare l’introduzione di nuovi farmaci e vaccini, per i quali sono ancora in corso studi e verifiche. Le due aziende faranno domanda per autorizzazioni simili anche in altre aree del mondo, compresa l’Europa.
Il vaccino di Pfizer è efficace al 95 per cento. L'azienda e BioNTech hanno terminato il test clinico e chiederanno ora un'autorizzazione di emergenza per distribuire le prime dosi contro il coronavirus.
L’associazione Antigone, che si occupa di tutelare i diritti delle persone che si trovano in carcere, ha pubblicato il suo Pre-rapporto 2018, in cui illustra le condizioni in cui si trovano le carceri e i detenuti italiani nel corso dei primi sei mesi del 2018. I dati sembrano confermare il trend che era già emerso con il rapporto 2017: dopo un periodo di tregua, le carceri stanno tornando a sovraffollarsi e le condizioni dei detenuti a peggiorare. In controtendenza, il numero di detenuti stranieri sta calando sia in termini assoluti che percentuali. Abbiamo raccolto qui alcuni numeri che illustrano la situazione. Il numero dei detenuti è in aumento Nel sistema penitenziario italiano ci sono 58.759 persone detenute, cioè 8.127 in più rispetto alla capienza massima dei penitenziari. Rispetto alla fine del 2017, i detenuti sono aumentati di 672 unità.
Sei cose da sapere sulle carceri in Italia. I detenuti sono tornati ad aumentare, ma gli stranieri diminuiscono: queste e altre statistiche dall'ultimo rapporto dell'associazione Antigone.
Poco dopo le 18 di giovedì è iniziata l’ultima delle “consultazioni” del presidente incaricato Enrico Letta con i rappresentanti dei partiti, quella con la delegazione del M5S, che ne aveva chiesto la trasmissione pubblica in streaming online, a cui Letta aveva acconsentito. L’incontro è durato un’ora.
Il video di Letta col M5S. Un'ora di confronto in streaming, molto commentato in Rete.
L’ultima serata del Festival di Sanremo sarà ricordata principalmente per la vittoria, un po’ a sorpresa, di Francesco Gabbani con la canzone “Occidentali’s karma”. Prima di arrivare alla premiazione finale, sul palco dell’Ariston si sono alternati molti ospiti, italiani e internazionali. Tra questi ci sono stati i Ladri di carrozzelle, un gruppo musicale composto da persone con diversi tipi di disabilità, lo chef Carlo Cracco, il cantante spagnolo Álvaro Soler, la modella Tina Kunakey Di Vita e il cantante Zucchero. Un ospite meno conosciuto dal grande pubblico ma che ha sorpreso molti per la sua bravura è stato Emanuele Fasano, musicista diventato famoso grazie a un video amatoriale che lo ha ripreso mentre suonava un pianoforte messo a disposizione di tutti alla Stazione Centrale di Milano. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le migliori foto della finale di Sanremo. Fra gli altri c'erano lo chef Carlo Cracco, la modella Tina Kunakey Di Vita e Zucchero, oltre ovviamente al vincitore del Festival.
Negli ultimi giorni ci sono state novità a proposito delle norme che riguardano il pagamento dell’IMU, l’imposta sugli immobili, da parte degli enti ecclesiastici relativamente agli immobili a destinazione non esclusivamente confessionale. Ieri la Camera ha approvato un decreto legge del governo che contiene una piccola modifica alle norme che riguardano l’IMU, che fa parte di un complicato procedimento di modifica delle leggi sulla questione dell’IMU della Chiesa. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato, prima della definitiva conversione in legge. Nel testo approvato ieri, che porta le firme del presidente del Consiglio Monti e dei ministri Grilli e Cancellieri, e su cui il governo aveva posto la fiducia una prima volta l’8 novembre, ci sono molte disposizioni che riguardano tutti gli enti locali, dalle regioni alle province e ai comuni, soprattutto nel campo del controllo e della riduzione delle spese. All’IMU per gli enti non commerciali sono dedicate solo otto righe su diverse decine di pagine, e precisamente il comma 6 dell’articolo 9.
L’IMU e la Chiesa, una volta per tutte. Un po' di chiarezza su cosa sta facendo il governo, tra commi e regolamenti.
Adam Quest è un giovane illustratore e designer polacco, i cui lavori sono stati esposti in numerose mostre e pubblicati già su diversi magazine e riviste: tra i più belli, ci sono delle illustrazioni concettuali su temi d’attualità (da ebola al rapporto coi social network) o su argomenti più generici, realizzate in uno stile che lui stesso definisce “vintage moderno”. Tutti i lavori di Adam Quest si possono vedere sulla sua pagina Behance o su Facebook. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le illustrazioni di Adam Quest. I disegni concettuali sui temi di attualità di un giovane e bravo illustratore polacco.
Il 6 aprile Bob Dylan ha cantato per la prima volta in Cina, al Gymnasium del Gongren Tiyuchang, lo storico Stadio dei Lavoratori di Pechino, e l’8 aprile a Shangai. Sono i primi concerti che Dylan tiene in Cina, lo scorso anno infatti quelli in programma erano stati annullati per ragioni non spiegate dalle autorità cinesi. Probabilmente è questo precedente che ha fatto si che molti commentatori, cinesi e occidentali, si insospettissero nello scoprire che la scaletta delle due esibizioni escludeva alcune delle più famose canzoni di protesta di Dylan, come “The Times They Are A-Changin”, “Hurricane” e “Blowin’ in the wind”. Nel ricco dibattito che c’è stato sui media americani e in rete alcuni ipotizzano una forma di autocensura da parte di Dylan; altri, come Maureen Dowd del New York Times, sostengono che il cantante abbia sottoposto in anticipo la lista dei pezzi che voleva suonare alle autorità e abbia lasciato che alcune delle canzoni più scomode venissero eliminate. Il commento di Dowd è senza appello:
Le polemiche sul tour di Bob Dylan in Cina. Ha suonato per la prima volta a Pechino e Shangai, ma trascurando le sue più famose canzoni "politiche".
Il 24 novembre, il giorno del ventesimo anniversario della morte di Freddie Mercury, esce per 24 Ore Cultura 40 anni di Queen, un libro che raccoglie aneddoti e immagini di quarant’anni di carriera del gruppo inglese, più un cd di interviste inedite. I testi di 40 anni di Queen sono stati scritti dal critico musicale inglese Harry Doherty, uno che non aveva «mai una parola da dire su un tipo brillante di nome David Bowie», come gli rimprovera Roger Taylor nelle premesse al volume (scritte insieme a Brian May), ma che ha avuto la pazienza di ripercorrere passo per passo la storia dei Queen e scegliere foto, manifesti, testi autografi, vip pass e copertine dalla nutritissima collezione privata della band. Doherty ha cominciato a scrivere di musica nel 1970, per la rivista Melody Maker (il settimanale musicale più antico del mondo). Ha poi fondato Metal Hammer ed è stato direttore di Hard n ‘Heavy. ***
40 anni di Queen. Le immagini del libro celebrativo che esce anche in Italia, con la prefazione di Roger Taylor, nel ventesimo anniversario della morte di Freddie Mercury.
È uscito per l’editore Marsilio un libro di Christian Rocca – giornalista, oggi collaboratore della Stampa, già al Foglio e al Sole 24 Ore, per cui ha diretto il mensile IL – intitolato Chiudete Internet, che riprende ed estende un tema che Rocca aveva ospitato in un numero del magazine IL quando ne era direttore. Il titolo è, per ammissione iniziale dello stesso autore, una forzatura di comunicazione, rispetto alla tesi generale: “Chiudete Internet però rendeva meglio, allora come oggi, di Fate pagare Internet, in ogni caso il cuore di quella copertina e di questo libro è l’urgenza e la necessità di cambiare il modello di business della Rete al fine di salvaguardare la società aperta”. Tesi che arriva dopo diverse analisi su dove ci troviamo e come ci siamo arrivati, come nel capitolo sul “Populismo del ’93”. *****
Il populismo italiano è cominciato nel ’93. Col "popolo dei fax": è una delle tesi del nuovo libro di Christian Rocca, intitolato "Chiudete internet".
A distanza di oltre un mese dal naufragio, sul relitto della Costa Concordia proseguono i lavori per la messa in sicurezza della nave, che si trova a pochi metri di distanza dalle coste dell’Isola del Giglio. Ieri i tecnici hanno svuotato quattro serbatoi della nave, recuperando circa mille metri cubi di carburante, mentre le squadre di ricerca dei dispersi hanno programmato un nuovo piano di perlustrazione a bordo. Come spiegano sul Tirreno, i lavori devono proseguire rapidamente perché ci sono forti dubbi sulla stabilità della nave, che sta deformando in parte il fondale. La questione sta proprio qui, in che modo il relitto aderisce alla parte sottomarina delle Scole? Nessuno sa dirlo con certezza, poiché un’ispezione è impossibile. Per questo vale la prova empirica: se la nave non si muove, significa che è ancorata. Tanto più che nell’ultima settimana i movimenti sono stati modesti. Dino Cervetto, ingegnere del Rina (Registro navale italiano) presente nel comitato tecnico-scientifico, spiega che la situazione è tenuta sotto controllo con teodoliti e accelerometri: «Anche quando le onde hanno raggiunto il valore massimo, la Concordia è rimasta dov’era. Anzi, direi che è più stabile dei primi giorni». E sulla fenditura lungo lo scoglio, Cervetto ha un punto di vista non dissimile da quello del geologo Giordan: «Dal video mi pare che la frattura sia piuttosto localizzata. Per il resto la roccia è compatta e la superficie di contatto con lo scafo, a quanto ci risulta, è abbastanza estesa».
Costa Concordia, cosa succede oggi. Nelle ultime ore sono stati rimossi mille metri cubi di carburante dai serbatoi del relitto, preoccupa ancora la stabilità della nave.
Oggi è il giorno in cui ricorre il solstizio d’estate, l’evento che segna – astronomicamente parlando – l’inizio del periodo estivo nel nostro emisfero, quello settentrionale. Il solstizio è un momento specifico, non un intero giorno: è stato questa mattina alle 12:07. Estate e inverno iniziano nel giorno del solstizio, nel quale le ore di luce sono al loro massimo o al loro minimo. L’equinozio, invece, determina l’inizio dell’autunno e della primavera, e in questo caso il giorno e la notte hanno la stessa durata (in realtà non è esattamente così, per una serie di variabili). Equinozi e solstizi sono tra gli eventi astronomici più semplici da notare sulla Terra, e probabilmente anche per questo motivo sono entrati nella tradizione di moltissime culture, dove sono utilizzati per determinare, un poco a spanne, il cambiamento delle stagioni. L’estate durerà fino al prossimo 23 settembre, data dell’equinozio d’autunno.
Cos’è il solstizio d’estate. Oggi è il primo giorno dell'estate astronomica, oltre che quello con più ore di luce dell'anno.
La prima volta che pensò seriamente di diventare una modella professionista, Jillian Mercado decise di cercare qualcuno a cui ispirarsi. Accese il suo computer e si mise a cercare su Internet una modella che le assomigliasse: una persona con una disabilità fisica, in sedia a rotelle. Sono passati sei anni da quel momento: Mercado all’epoca era una studentessa di marketing della moda all’Institute of Technology di New York, le modelle disabili erano rare e la sua ricerca non diede risultati. «Non pensavo sarebbe stato possibile», ha detto Mercado parlando della carriera che desiderava, «non perché pensavo di non esserne all’altezza, ma perché non vedevo nessun altro come me in quel settore. Semplicemente non esisteva niente del genere». Ma Mercado, a cui da adolescente fu diagnosticata una forma di distrofia muscolare, ha contribuito a cambiare le cose. Due anni fa decise di impulso di partecipare a un casting per una campagna pubblicitaria di Diesel Jeans, finendo per essere selezionata (Una delle domande sul questionario del casting era: «Perché dovremmo scegliere te?», a cui Mercado rispose: «Perché voglio cambiare il mondo»). L’anno scorso Mercado ha firmato un contratto con IMG Models, un’agenzia molto grossa che rappresenta alcune delle modelle più importanti del mondo, come Gisele Bündchen, Kate Moss e Heidi Klum, oltre a un gruppo sempre più variegato di modelle emergenti.
Jillian Mercado, modella disabile. Si fa fotografare in sedia a rotelle e quando ha iniziato, 6 anni fa, era praticamente l'unica.
Franco Battiato, uno dei più importanti e amati cantautori italiani della seconda metà del Novecento, è morto a 76 anni. Da anni sulle sue condizioni di salute c’era un certo riserbo, ma si sapeva che non erano buone. L’annuncio della morte è arrivato dalla famiglia, che ha aggiunto che i funerali si terranno in forma privata. Tra gli anni Settanta e Ottanta Battiato era stato tra i più originali e innovativi artisti italiani, raggiungendo un grandissimo successo in particolare con il disco La voce del padrone (1981), nel quale erano contenute alcune delle sue canzoni più celebri come “Cuccurucucù” e “Centro di gravità permanente”. Produsse una gran quantità di dischi, esplorando vari generi, dal pop al progressive rock alla musica sperimentale ed elettronica, che accompagnava con testi notoriamente ricercati che diventarono praticamente un genere letterario.
È morto Franco Battiato. Era stato uno dei più grandi e amati cantautori italiani, aveva 76 anni.
Su IMDb, il più famoso sito di cinema al mondo, ogni film ha una pagina dedicata e gli utenti possono dare un voto a ogni film. Per l’uscita di X-Men: Apocalisse – questa settimana in Italia, la prossima negli Stati Uniti – quelli di IMDb sono andati a vedere quali sono i film sugli X-Men che sono piaciuti di più al pubblico, in base alle centinaia di migliaia di voti che hanno ricevuto sul sito. Quello con più voti ricevuti – 503mila – è X-Men – L’inizio, del 2001: non è però quello con la media voto più alta. I film in classifica sono otto: due sono su Wolverine, cinque sono sugli X-Men e uno è Deadpool. In classifica non c’è ancora X-Men: Apocalisse, che per ora ha poco più di 10mila voti, con un voto medio di 7,8; che lo farebbe andare al terzo posto in classifica, a pari merito con X-Men – L’inizio. 8. Wolverine – L’immortale Voto: 6,7 Votanti: 319mila È uscito nel 2013: è il sesto film della saga e il secondo dedicato a Wolverine, come sempre interpretato da Hugh Jackman. Il regista è James Mangold e nel cast ci sono anche Patrick Stewart (Professor X) e Ian McKellen (Magneto). È una specie di sequel/spin-off di X-Men – Conflitto finale, uscito nel 2006. È ambientato in Giappone e parla di un magnate giapponese della tecnologia che vuole offrire a Wolverine la possibilità di non essere più immortale.
I film sugli X-Men, dal peggiore al migliore. Se volete recuperarli prima di vedere quello nuovo, i centinaia di migliaia di voti espressi su IMDb possono essere d'aiuto.
Inuka è il primo orso polare nato nei Tropici: vive nello zoo di Singapore e oggi, 26 dicembre, compie 23 anni. Per l’occasione il personale dello zoo gli ha preparato una torta fatta di blocchi di ghiaccio in cui sono intrappolati pezzetti di salmone, mele, bacche, panna montata e foglie di gelso. Non è la prima volta che Inuka riceve una festa per il suo compleanno: nel 2000, quando compì dieci anni, parteciparono più di 300 persone che ricevettero una fetta di torta e dei taccuini con la sua foto. L’orso è nato dopo un intensivo programma di riproduzione gestito dallo zoo, dopo che nel 1978 vennero importati i suoi genitori: Nanook, un maschio di undici mesi arrivato dallo zoo di Winnipeg in Canada dopo essere stato catturato nella foresta, e Sheba, una femmina di 14 mesi nata in cattività nello zoo di Colonia, in Germania. Alla nascita, Inuka pesava 500 grammi e il suo nome fu scelto tra altri 390 proposti con un concorso nazionale.
Il compleanno del primo orso polare nato nei Tropici. Le foto di Inuka, che vive nello zoo di Singapore e oggi compie 23 anni.
Secondo le stime ufficiali del governo, alla fine del 2020 il debito pubblico raggiungerà il suo massimo storico: oltre il 155 per cento del PIL, per un totale di quasi 2.500 miliardi di euro. Rispetto al 2019 è un aumento di quasi 20 punti percentuali. A causare questo balzo senza precedenti è stata la crisi prodotta dal coronavirus e le enormi risorse stanziate per affrontarla: ed è un dato che potrebbe peggiorare ancora, dato che l’emergenza – sia sanitaria che economica – non è finita. Stando alle stime del governo quest’anno il PIL calerà dell’8 per cento mentre il deficit – cioè i soldi che spendiamo in più di quelli che incassiamo – dovrebbe raggiungere il 10,4 per cento del PIL (questo rapporto un anno fa era all’1,6 per cento). Ovviamente nessuno trova inopportuno che i governi spendano quanto necessario per contenere le conseguenze della pandemia, anche a costo di travolgere parametri e obiettivi economici che fino a pochi mesi fa sembravano inviolabili: ma è un fatto che tutti i soldi che uno stato prende in prestito – da chi ne acquista i titoli – andranno alla fine restituiti con gli interessi. Per questo motivo banchieri, giornalisti ed economisti esprimono da settimane la loro preoccupazione per quello che definiscono “il macigno del debito pubblico”. L’economista Lucrezia Reichlin, per esempio, ha detto a Repubblica che «non c’è da stare tranquilli»; Carlo Messina, l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, la più grande banca italiana, ha detto al Sole 24 Ore che il debito pubblico sarà «il nodo cruciale» dei prossimi anni.
Saremo indebitati, sarà un problema? quest'anno il debito pubblico italiano raggiungerà il suo record storico, ma secondo esperti ed economisti abbiamo gli strumenti per gestirlo senza che diventi un guaio.
Su una copertina dell’ultimo numero di T Magazine, il mensile di moda, viaggi e design del New York Times, c’è un ritratto in bianco e nero di Nicki Minaj, presentata come la musicista più interessante dell’anno: Minaj ha i capelli raccolti in una coda di cavallo, grandi orecchini d’oro e una camicia bianca. Può sembrare un look piuttosto comune ma chi se ne intende ha subito riconosciuto a chi è ispirato: «Sade», ha confermato Lauren Tabach-Bank, direttrice dello sezione spettacolo di T Mag, aggiungendo «Non sai mai come la prenderanno i lettori ma Sade è rispettata e apprezzata da musicisti di tutti i generi. […] L’effetto è ricercato, elegante e senza tempo». ?The Queen ? #Sade
Sade va sempre di moda. La cantante che fu un pezzo degli anni Ottanta è stata riscoperta dagli americani, che ne hanno fatto t-shirt e tatuaggi.
A proposito della nuova antologia fotografica del Post, alcuni lettori hanno contestato che il termine “celebrities” fosse più presentabile di quello che non intendiamo usare mai se non per citare un vecchio cartone di Bruno Bozzetto. Possono avere ragione, a noi pare però più neutro e tecnico dell’italiano “famosi”, anch’esso travolto dal kitsch. Ma siamo aperti ai suggerimenti: come chiamate senza vergognarvi gli appartenenti a questo gruppo di persone? Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Gente che valeva la pena fotografare questa settimana.
Quando James Taylor sentì per la prima volta Carole King cantare “You’ve got a friend” pensò “ha scritto l’inno nazionale”. Taylor la incise nel 1971 e divenne l’unico numero uno in classifica della sua carriera. Lo stesso anno Carole King mise la canzone in Tapestry, il suo disco più celebre che andò a vendere dieci milioni di copie negli Stati Uniti. Lo ricorda il New York Times annunciando l’arrivo a New York, nel 2010, del nuovo tour – assieme – di James Taylor e Carole King, colonne della storia del songwriting americano degli anni Settanta: il “Troubador Reunion tour”, partito a marzo dalla Nuova Zelanda. I musicisti sono gli stessi con cui i due suonavano quarant’anni fa. Il chitarrista Danny Kortchmar è quello che presentò Taylor a Carole King nel 1969. Dice il New York Times che i concerti del tour sembrano una specie di pranzo del Ringraziamento in famiglia, affollati da affezionati e tenaci fans sulla sessantina: Carole King ha 68 anni e James Taylor 62. Stanno facendo il tutto esaurito ovunque, in tempi di crisi dell’industria musicale.
You’ve got a friend. Carole King e James Taylor sono in tournée insieme, dopo quarant'anni: e i concerti sono delle gran riunioni di famiglia.
Il 25 e 26 ottobre le forti piogge hanno causato alluvioni e crolli nell’alta Lunigiana, in provincia di Massa e Carrara, e in alcune zone della provincia della Spezia, nella Liguria orientale. A una settimana di distanza, la situazione resta molto difficile, e nei prossimi giorni si prevedono nuove piogge nelle zone colpite. Il bilancio complessivo, finora, è di 10 morti e tre dispersi. Sono ancora in corso le operazioni dei sommozzatori dei carabinieri nel mare davanti a Vernazza e Monterosso, nelle Cinque Terre, alla ricerca dei tre dispersi che ancora rimangono a Vernazza. Centinaia di militari dell’Esercito e della Marina, di tecnici, di agenti delle forze dell’ordine e di volontari stanno ancora lavorando per liberare le strade dei paesi bloccate dal fango e ristabilire le forniture dei servizi essenziali (in alcune località la fornitura idrica è stata ripristinata solo oggi). Un numero imprecisato di strade provinciali sono ancora bloccate, Vernazza è raggiungibile solo via mare e rimangono isolate anche alcune frazioni nelle Cinque Terre e nel comune di Calice al Cornoviglio, sempre in provincia della Spezia, con conseguenti notevoli disagi per i residenti.
Cosa succede in Liguria e Toscana. A una settimana dalle alluvioni molti paesi sono ancora isolati: intanto il governo ha aumentato le imposte sui carburanti per finanziare gli interventi.
Domenica pomeriggio un grosso incendio ha bruciato completamente un palazzo che si trova nella parte a sud di Milano, in via Giacomo Antonini, al civico 32, non lontano dalla Fondazione Prada. È conosciuto come Torre dei Moro, è alto sessanta metri, ed era stato concluso nel 2011. Negli appartamenti distribuiti nei 18 piani abitavano 60 famiglie, circa 150 persone. Non ci sono stati morti: tutte le persone che si trovavano negli appartamenti, una cinquantina, sono riuscite a mettersi in salvo. Una ventina di inquilini sono rimasti leggermente intossicati, ma nessuno è stato ricoverato in ospedale. La prima chiamata al numero unico di emergenza, il 112, è stata fatta alle 17.36 da un inquilino. Dalle prime ricostruzioni sembra che l’incendio sia partito da un appartamento al quindicesimo piano: inizialmente si è sviluppato all’interno, poi ha coinvolto anche la struttura esterna che costituisce la facciata e si è propagato a grande velocità in tutto il resto del palazzo fino ai due piani seminterrati. Già alle 18.30 il palazzo risultava completamente in fiamme.
Cosa sappiamo sul palazzo bruciato a Milano. L'incendio è stato spento, non ci sono feriti gravi né morti: l'attenzione dei magistrati si sta concentrando sul rivestimento esterno della struttura.
I tre maggiori leader del centrosinistra si erano trovati assieme ieri (glielo chiedevano in molti da tempo) ed era stato un primo segno: oggi Bersani, Vendola e Di Pietro sembrano essere su rinnovate sintonie – chissà quanto durature – rispetto all’esigenza di sostituire l’attuale maggioranza dopo il nuovo colpo ricevuto dalla credibilità pubblica del presidente del Consiglio con la pubblicazione delle intercettazioni di questi due giorni e l’intensificarsi delle accuse contro di lui. Così oggi Di Pietro ricorda che «noi dell’Idv ieri sera con Sel e Pd abbiamo posto le basi per una coalizione politica e di programma», mentre diversi esponenti dei tre partiti chiedono di nuovo a Berlusconi di lasciare, con rinnovata severità, per quel che può valere. Ma le insistenze in questo senso oggi sono particolarmente nutrite: vi si aggiungono anche Pierferdinando Casini e Gianfranco Fini. Dice il primo:
Può cadere il governo? lo chiedono tutte le opposizioni dopo la pubblicazione delle nuove intercettazioni su Berlusconi, con inedite disponibilità a collaborare tra loro: ma tutti sanno che per quanto insistano, dipende solo dalla Lega.
Il deputato del M5S Luigi Di Maio ha pubblicato su Facebook le foto di uno scambio di successivi messaggi che Matteo Renzi gli avrebbe fatto avere durante la seduta alla Camera per la discussione della fiducia al governo, martedì. Così li presenta Di Maio: LE LETTERE TRA ME E RENZI.
I biglietti di Renzi per Di Maio. Li ha pubblicati l'onorevole Di Maio del M5S su Facebook, "sicuro che a lui non dispiacerà".
Il giornalista e appassionato di fotografia Michele Smargiassi, su Repubblica di domenica 10 novembre, ha scritto del libro Scrittori – Grandi autori visti da grandi fotografi, recentemente pubblicato da Contrasto. Si tratta di una raccolta di 250 ritratti di scrittori del Novecento, selezionati da Goffredo Fofi. Le immagini sono accompagnate da testi di scrittori, giornalisti ed esperti di fotografia che ne raccontano la storia e ne spiegano la scelta. Smargiassi prende spunto dal libro per una riflessione – qui anche in un video – sulle «facce da scrittori», che in molti casi cercano di farci capire con la loro espressione il significato della loro opera, che sono ritratte «senza aura, vittime della loro immagine». Dei libri in mano? Sembrerebbe un bibliotecario. La penna sul foglio? Uno spasimante che scrive all’amata. Sugli altari, i santi si riconoscono perché esibiscono gli oggetti della loro predicazione o del loro martirio. Nessun accessorio, invece, può dare un’identità certa allo scrittore. Resta la faccia. Ma non è forse giusto così? La materia prima dello scrittore non è l’anima? E il volto non è lo specchio dell’anima? Ed eccoli i volti degli scrittori, sui giornali, sulle copertine, in tivù, li riconosciamo, volti nudi, volti significanti, volti-testo che i lettori sbirciano, scrutano, percorrono ruga per ruga in cerca di quel che non ci troveranno, o forse sì, ma cosa troveranno davvero?
Facce da scrittori. Mano sul mento? Sguardo intenso e pensoso? Una raccolta di scrittori in posa, più o meno goffamente.
Per la campagna elettorale in vista delle elezioni europee, che si terranno il prossimo 26 maggio, la Lega sta spendendo decine di migliaia di euro sui social network per promuovere le attività di Matteo Salvini, il suo leader nonché vicepresidente del Consiglio. Gli annunci sponsorizzati su Facebook dalla Lega coprono numerosi argomenti, dalla propaganda contro gli immigrati ai video dei discorsi di Salvini, passando per annunci più pratici su dove e quando saranno organizzati nuovi comizi. Nelle ultime settimane la Lega ha speso su Facebook molto più degli altri partiti, confermando una presenza massiccia sui social network, già riscontrata in occasione di altre campagne elettorali. Negli ultimi giorni il tema della propaganda di Salvini sui social network è diventata di ulteriore attualità in seguito ad alcune accuse, formulate dall’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi (Partito Democratico), che in un’intervista e in un post su Facebook ha sostenuto: «Per me Salvini ha utilizzato i 49 milioni di euro – sottratti al popolo italiano – per la propria macchina Facebook, “la Bestia”. Io sostengo che le loro Fake News siano state pagate dal contribuente. E chiedo: se non è vero, che Salvini mi quereli». Il tema è diventato ulteriormente sentito in seguito alla decisione di Facebook di chiudere 23 pagine accusate di diffondere bufale e incitazioni all’odio, utilizzando soprattutto argomenti riconducibili all’estrema destra. Molte di queste pagine mostravano di sostenere, più o meno indirettamente, le campagne e le posizioni di Lega e Movimento 5 Stelle.
Come la Lega spende i soldi sui social. I dati di Facebook dicono che la pagina di Matteo Salvini è la più attiva tra quelle dei politici italiani, con molte migliaia di euro spese per promuovere le sue attività.
Una serie di foto dei primi anni anni di carriera di Marilyn Monroe è stata venduta a un’asta a Beverly Hills, California, per 352mila dollari. Le foto furono scattate nel 1946 da Joseph Jasgur, quando Marilyn aveva 19 anni e si chiamava ancora Norma Jeane Dougherty. Le foto di Jasgur offrono uno sguardo insolito sui primissimi anni della carriera di Marilyn Monroe, ritratta in pose molto naturali e lontane da quelle più sofisticate e costruite a cui siamo abituati ad associare la sua immagine. Jasgur morì nel 2009 dopo avere passato gli ultimi anni della sua carriera a cercare di tornare in possesso di queste foto. Lo scorso febbraio un giudice ha stabilito che le foto venissero messe all’asta e che il ricavato servisse a pagare i debiti lasciati da Jasgur.
Le foto di Marilyn Monroe vendute all’asta. Comprate per 352mila dollari: erano state scattate quando aveva 19 anni e si chiamava Norma Jeane Dougherty.
Il cantante milanese Mahmood, con la canzone “Soldi”, ha vinto il Festival di Sanremo 2019. Mahmood, che ha 26 anni, ha battuto in finale Ultimo – che nel 2018 aveva vinto nella sezione “Nuove proposte” – e Il Volo, il trio di musicisti che nel 2015 aveva già vinto Sanremo. Mahmood, che in realtà si chiama Alessandro Mahmoud, è nato a Milano nel 1992 da madre italiana e padre egiziano: la sua carriera musicale è cominciata nel 2012, con la sua partecipazione alla sesta edizione di X-Factor, da cui però fu eliminato alla terza puntata. Leggi anche: la classifica definitiva della finale di Sanremo 2019
Mahmood ha vinto il Festival di Sanremo. È arrivato primo con la canzone "Soldi", in finale ha battuto Ultimo e il Volo: a Sanremo era arrivato vincendo "Sanremo Giovani".
Il Jobs Act, la “legge delega” che indica le linee guida che il governo dovrà seguire per riformare le regole del mondo del lavoro, è stato approvato il 25 novembre dalla Camera dei Deputati. Si tratta di uno dei provvedimenti più importanti e discussi che il governo ha proposto fino ad ora ed è stato duramente criticato dai sindacati e dalla minoranza interna al Partito Democratico. Proprio durante il voto del 25 novembre la legge è stata modificata su richiesta della minoranza del PD che, in parte, ha votato la riforma (in 29 non hanno comunque partecipato alla votazione e in due hanno votato contro). Ora la legge dovrà quindi ritornare al voto del Senato, dove era già stata approvata lo scorso ottobre, per una terza e definitiva approvazione. La commissione al Senato ha approvato il testo della Camera che sarà votato in aula martedì prossimo. Cos’è il Job Act Tecnicamente il Jobs Act è un “disegno di legge delega”, un testo che indica al governo una serie di temi e linee guida per legiferare – dandone la “delega” al governo, appunto – in un certo campo: la regolamentazione del lavoro, in questo caso. Una volta approvata dal parlamento, una legge delega permette al governo di emanare dei “decreti delegati” (chiamati anche “attuativi” o “legislativi”), una serie di atti che hanno immediatamente forza di legge. La Corte costituzionale, se ne viene fatta richiesta, si occupa di verificare che i decreti delegati rispettino lo spirito della legge delega approvata dal parlamento.
Il Jobs Act che torna al Senato. Come è stato modificato alla Camera, quando sarà approvato definitivamente e cosa succede dopo.
Il Commissario per l’emergenza coronavirus Francesco Paolo Figliuolo ha inviato una lettera ai presidenti di regione per invitarli ad aprire «corsie preferenziali» per le vaccinazioni degli adolescenti tra i 12 e i 18 anni, a partire dal 16 agosto, in modo che si possano vaccinare anche senza prenotazione. Come sollecitato a luglio dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS), l’obiettivo della raccomandazione di Figliuolo è raggiungere il 60 per cento di vaccinati con due dosi tra gli studenti in questa fascia di età entro la prima settimana di settembre, ovvero in tempo per l’inizio del nuovo anno scolastico.
Il Commissario Figliuolo ha invitato le regioni a vaccinare gli adolescenti tra i 12 e i 18 anni anche senza prenotazione, a partire dal 16 agosto.
Sabato 24 luglio Michele Usuelli, medico e consigliere regionale lombardo del gruppo “+ Europa – Radicali”, ha detto a Repubblica che Luca Bernardo, medico primario e candidato sindaco del centrodestra per Milano, «porta con sé la sua pistola, a volte anche in reparto». Secondo Usuelli «è una cosa nota nella pediatria milanese». Bernardo, che è primario di pediatria presso l’ospedale Fatebenefratelli di Milano, ha risposto in un’intervista al Corriere della Sera e ha parlato della cosa con alcuni giornalisti in una serie di domande e risposte poi messe sulla sua pagina Facebook.
«Sono entrato con l’arma in ospedale». Lo ha detto Luca Bernardo, pediatra e candidato sindaco a Milano per il centrodestra, che però dice di non averla mai avuta con sé «in corsia».
Uno dei temi in discussione alla riunione di oggi dell’Eurogruppo è la crisi spagnola, insieme agli approcci per aiutare il sistema bancario di quel paese, molto colpito in particolare dalla crisi immobiliare. In Spagna ci sono 1 milione di case invendute sul mercato immobiliare e gli occupati nel settore dell’edilizia sono passati da 2,5 milioni nel 2006 a 1 milione nel 2012. Questi dati sono stati calcolati dal Ceoe, la principale associazione degli imprenditori spagnoli. L’ultimo dato pubblicato dall’Ine (Instituto Nacional de Estadística), l’istituto nazionale di statistica della Spagna, sul valore degli “immobili di nuova costruzione” (questa la voce del rapporto) mostra un ribasso dell’11,2%. Dal 2009 il calo in termini di valore è stato del 21,9%. Le banche spagnole hanno nei loro portafogli circa 150mila case che non riescono a vendere. Molti appartamenti sono tornati in loro possesso perché molte aziende di costruzioni sono fallite e perché molte famiglie non sono più state in grado di pagare i loro mutui sulla casa.
La crisi immobiliare spagnola. È uno dei temi principali della crisi europea, e della riunione a Bruxelles di oggi: da dove è cominciata e cos'è successo.
La Cina ha annunciato che questa settimana Liu He, vicepresidente e principale consigliere economico del presidente Xi Jinping, andrà negli Stati Uniti per continuare i negoziati commerciali sui dazi che da mesi i due paesi si impongono a vicenda in quella che è stata definita una “guerra commerciale”. La notizia arriva un giorno dopo la pubblicazione di un tweet del presidente statunitense Donald Trump che sembrava aver compromesso la continuazione dei negoziati. Nel tweet Trump minacciava di imporre dazi su beni di importazione cinese dal valore di circa 200 miliardi di dollari l’anno a partire da venerdì, una mossa che era stata descritta da rappresentanti del governo cinese come una sorta di ricatto.
Il vicepresidente cinese Liu He andrà negli Stati Uniti per continuare i negoziati sui dazi.
Nel fine settimana è scaduto il termine per presentare emendamenti alla legge di bilancio 2019 in esame alla Camera. Il governo spera ora di riuscire ad approvarla già mercoledì, se necessario ricorrendo alla fiducia, così da portarla rapidamente in Senato. Il testo però è parzialmente incompleto: mancano ad esempio le misure simbolo promesse dal governo, il cosiddetto “reddito di cittadinanza” e la quota 100, mentre i saldi rischiano di dover essere modificati per venire incontro alle richieste dell’Europa. Il Parlamento ha tempo fino alla fine di dicembre per venire a capo delle numerose e complicate questioni che è necessario risolvere prima di approvare la manovra. Il deficit Il problema principale da risolvere è quello del deficit, fissato nel testo della legge di bilancio al 2,4 per cento del PIL, ma che la Commissione Europea vorrebbe venisse portato sotto il 2 per cento. In caso contrario è pronta a chiedere l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, con conseguenze potenzialmente molto negative. La decisione di alzare il deficit fino al 2,4 per cento, cioè ben oltre quanto era accettabile per la Commissione, era stata presa dal governo alla fine dello scorso settembre, dopo una forte pressione da parte del capo del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio (che poi aveva festeggiato la decisione sul balcone di Palazzo Chigi con i suoi colleghi ministri).
La manovra c’è, ma non c’è. È in esame alla Camera, ma non contiene reddito di cittadinanza e "quota 100" e potrebbe cambiare ancora molto per le richieste dell'Unione Europea.
I commentatori politici e il pubblico si stanno viziando, dopo lo scontro Fini-Berlusconi di giovedì. Venerdì ci ha pensato Bossi a consegnare alla Padania una minaccia di caduta del governo, poi ridimensionata. Sabato è stata una giornata stanca, ma stamattina di nuovo Bossi è entrato a gamba tesa chiedendo le dimissioni di Fini da Presidente della Camera. E poi Bocchino che minaccia di lasciare la vicepresidenza del PdL. Il rito domenicale delle sonnolente redazioni online – aspettare che l’ospite di turno pianti qualche grana al programma di Lucia Annunziata (registrato) – ha oggi quindi un inconsueto carico di eccitazione. Almeno fino a stasera, quando gioca la Roma.
I match del giorno. Ieri l'Inter ha vinto con l'Atalanta, stamattina Bossi ha chiesto a Fini di dimettersi, stasera la Roma gioca con la Samp, alle 14.30 Fini è andato dall'Annunziata.
Oggi c’è stata la prima preghiera ufficiale nella moschea di Camlica, nel quartiere asiatico di Üsküdar a Istanbul, la più grande della Turchia. La sua costruzione iniziò nel 2013 per volontà dell’allora primo ministro del paese Recep Tayyip Erdoğan, che l’aveva voluta come lascito del suo governo alla città e al paese e per mostrare la grandezza economica della Turchia. Giovedì centinaia di persone si sono recate alla moschea per la prima preghiera dopo la fine della sua costruzione: tra i fedeli c’erano anche l’ex primo ministro e candidato sindaco per la città di Istanbul del partito Giustizia e Sviluppo – il partito di Erdoğan, ora diventato presidente del paese – e il presidente del Parlamento. L’occasione per la preghiera di oggi è stata la festività di Laylat al-Raghaib, la notte che segna l’inizio dei tre mesi sacri per il calendario islamico: il Rajab, lo Sha’ban e il Ramadan. La moschea di Camlica può ospitare fino a 37500 persone; la cupola è alta 70 metri mentre i sei minareti raggiungono quasi i 110 metri di altezza. Al suo interno sono stati costruiti anche un museo, in cui sono conservati reperti della cultura turco-islamica, una galleria d’arte, una biblioteca e una madrasa, cioè una scuola religiosa dove si studia il Corano. Le foto sono state scattate dal fotografo di Getty Images, Chris McGrath.
Le foto della nuova moschea di Camlica, a Istanbul, la più grande della Turchia. È stata costruita per volere del presidente Recep Tayyip Erdoğan e per completarla ci sono voluti 6 anni.
Francesca Melandri, scrittrice e autrice televisiva, ha scritto un libro molto bello che si chiama “Eva dorme” e che ha dentro due libri in uno: uno è una bella storia d’amore e sentimenti familiari che riguardano la protagonista, Gerda, e la sua bambina Eva. L’altro è una accurata e avvincente ricostruzione delle vicende che hanno riguardato l’integrazione dell’Alto Adige tedesco in Italia, e che fanno da sfondo alla storia di Gerda. Protagonista di queste vicende, e del secondo libro nel libro, è Silvius Magnago – morto lo scorso 25 maggio a 96 anni – leader storico del partito sudtirolese SVP e responsabile dei progressi e dei successi dell’integrazione e degli accordi tra la comunità tedesca e l’Italia. Il racconto di Francesca Melandri in queste parti è un libro di storia, un romanzo e un’inchiesta giornalistica, insieme. Ne pubblichiamo due episodi. Da quando sul fronte russo una granata gli aveva dilaniato una gamba, Silvius Magnago non aveva mai più dormito bene. Il dolore fisico all’arto fantasma era il suo compagno segreto da più di vent’anni. Solo a lui sentiva di rivelare la propria vera natura: la sua forza, rabbia, tenacia e disperazione, il risentimento verso i sani che non sanno cosa sia vivere con la sofferenza nelle carni, ma anche la capacità di focalizzarsi sull’essenziale. Da quando Magnago aveva ricevuto quei pezzi di ruvida carta igienica trafugati dal carcere di Bolzano, però, quello alla gamba gli sembrava niente, in confronto all’altro dolore: non aver fatto nulla per coloro che avevano riposto in lui l’ultima speranza.
Le molte vite di Silvius Magnago. Nel romanzo di Francesca Melandri "Eva Dorme" c'è una bella biografia dei tempestosi rapporti tra Italia e Alto Adige e del loro mediatore.
Il primo ministro della Grecia, George Papandreou, ha annunciato un rimpasto di governo in seguito alle proteste degli ultimi giorni nel paese e alla nascita di un forte dissenso all’interno del Partito Socialista, che ha la maggioranza in Parlamento. La decisione è arrivata poche ore dopo lo sciopero generale di ieri, indetto dai due principali sindacati greci, che ha paralizzato buona parte del paese. Ad Atene ci sono stati diversi scontri tra alcuni manifestanti violenti e le forze dell’ordine, che hanno risposto con cariche e con il lancio di lacrimogeni. Papandreou ha annunciato che non darà le dimissioni da primo ministro, come avevano ipotizzato numerosi analisti politici ieri. Il premier rimarrà al proprio posto e proverà a formare un nuovo governo in grado di sostenere il piano di tagli e privatizzazioni necessari per superare la crisi economica, e ottenere al tempo stesso i nuovi finanziamenti promessi dal Fondo Monetario Internazionale e dall’Unione Europea per stabilizzare l’economia del continente. Il progetto del governo è stato duramente criticato dalla popolazione e ieri alcune migliaia di manifestanti hanno provato a bloccare l’ingresso al Parlamento, per impedire che iniziasse la discussione del piano proposto da Papandreou.
La Grecia verso un nuovo governo. Il premier Papandreou non si dimette e promette un rimpasto per risanare il Paese e ottenere i fondi dall'Europa e dal FMI.
Mercoledì 22 maggio è uscito il numero 3000 di Topolino, a oltre 64 anni di distanza dal primo aprile 1949, quando venne pubblicato il primo numero nel nuovo formato a libretto dopo l’interruzione causata dalla guerra. All’epoca il presidente del Consiglio italiano era Alcide de Gasperi, la NATO non esisteva ancora e a giugno sarebbe stato pubblicato 1984 di George Orwell. E qual era invece la canzone più ascoltata quando uscì il numero 1500 di Topolino? E i film che si guardavano al cinema quando uscì il numero 100, o i libri che si leggevano ai tempi del numero 1000? Le risposte si ottengono cliccando sulle copertine. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
I numeri tondi di Topolino e noi. Chi era il capo del governo in Italia quando uscì il primo numero? E quali libri si leggevano quando uscì il numero 1000? E le canzoni ai tempi del numero 2000?.
È in corso alla National Gallery di Londra, uno dei più importanti musei di arte moderna al mondo, una mostra sul celebre pittore olandese del Seicento Rembrandt van Rijn (noto semplicemente col proprio nome di battesimo, “Rembrandt”). La mostra ha aperto mercoledì 15 ottobre e sarà aperta fino al 18 gennaio 2015. Il biglietto costa circa 22 euro (l’accesso alla collezione permanente della National Gallery, come a quello di numerosi musei di Londra, è invece gratuito). La mostra espone circa 90 fra le opere tarde di Rembrandt, considerato uno dei migliori pittori della storia; quelle cioè che realizzò dopo il 1650, in un periodo in cui ebbe diversi lutti familiari e una situazione economica molto complicata. Sono esposti nella mostra anche diversi autoritratti dello stesso pittore (è stato stimato che ne dipinse in tutto circa 80), genere per il quale è diventato in seguito famosissimo: in generale, riescono a risultare moderni e originali praticamente tutti i ritratti di persona da lui disegnati nel corso della sua carriera. Il soggetto è spesso ritratto seduto, “in posa”, su sfondo scuro: contrariamente a molti simili ritratti disegnati nello stesso periodo – ingessati e un po’ irreali – quelli di Rembrandt sembrano invece molto più verosimili ed efficaci.
La mostra su Rembrandt alla National Gallery. Le foto dell'esposizione che si concluderà a gennaio: contiene le più belle opere tarde di uno dei più bravi e famosi pittori della storia.
La cosa più attesa dopo gli Oscar, è la festa degli Oscar: la maggior parte di attori, registi e ospiti si cambiano vestito e si spostano alla festa organizzata ogni anno dalla rivista statunitense Vanity Fair. E la festa è la più importante e frequentata tra quelle che si svolgono dopo la cerimonia e per questo motivo è anche la più attesa da fotografi e giornalisti che hanno un’occasione ancora di vedere sfilare tutti insieme attori e celebrities varie. Tra le tantissime persone presenti c’erano i vincitori dei premi come migliori attori protagonisti (Frances McDormand e Gary Oldman) e non protagonisti (Sam Rockwell e Allison Janney), ma anche Margot Robbie, Luca Guadagnino, Timothée, Naomi Campbell, Sean Combs, Greta Gerwig e Emma Stone, tra gli altri: quasi tutti fotografati mentre si esibiscono in pose da red carpet, più o meno riuscite, in primo piano, mezzobusto o foto verticali, come fossero figurine. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La festa di Vanity Fair dopo gli Oscar. Le fotografie-figurine di quelli che si sono cambiati d'abito e si sono messi in posa con tanto di statuette appena ricevute.
Oggi il PD ha tenuto la sua assemblea nazionale, l’organo più importante del partito dopo il congresso degli iscritti. All’ordine del giorno c’era la modifica dello statuto per permettere la candidatura alle primarie di altri iscritti al PD oltre al segretario, e la discussione di quali regole adottare per le primarie. Alla fine sono stati votati e approvati tre documenti. Il segretario Bersani ha chiesto e ottenuto che ai documenti non venissero presentati emendamenti. Chi si può candidare Lo statuto del PD dice all’articolo 18, comma 8, che in caso di primarie di coalizione l’unico membro del PD che può concorrere è il segretario. Oggi è stata approvata una deroga a questo articolo. Alle primarie potranno quindi candidarsi anche altri iscritti al PD, come Matteo Renzi e Laura Puppato. Il quorum per la votazione era di 475 delegati. I delegati registrati all’evento erano 612: ci sono stati 575 favorevoli, 8 contrari e un astenuto.
Le decisioni dell’assemblea del PD. Poche e abbastanza chiare: le regole precise delle primarie saranno definite da Bersani insieme agli alleati, Renzi si potrà candidare, si voterà con il doppio turno.
Repubblica ha pubblicato la registrazione della telefonata che ci fu il 18 gennaio scorso tra il Centro di coordinamento dei soccorsi e Bruno Di Tommaso, il direttore dell’Hotel Rigopiano, l’albergo sul versante pescarese del Gran Sasso sommerso e semidistrutto da una valanga in cui sono morte 29 persone. La telefonata fu effettuata poco dopo la chiamata di Giampiero Parete (sopravvissuto alla valanga perché si trovava all’esterno dell’edificio in una zona riparata) al 118, avvenuta intorno alle 17:10 per dare l’allarme su quanto accaduto al Rigopiano. La comunicazione con Parete era stata confusa e difficoltosa a causa delle condizioni atmosferiche e della scarsa ricezione del cellulare. Dopo avere ricevuto notizie della telefonata al 118, il Centro di coordinamento dei soccorsi si mise in contatto con Di Tommaso per avere altri aggiornamenti e chiarimenti. In quel momento, però, Di Tommaso si trovava a Pescara e non aveva idea che il suo albergo fosse stato sommerso da una valanga. Alle richieste di informazioni rispose quindi sulla base degli ultimi aggiornamenti che aveva ricevuto dall’Hotel Rigopiano dopo le scosse di terremoto della mattina del 18 gennaio, negando che ci fossero stati crolli o cedimenti della struttura. Il fraintendimento portò a un rallentamento nella diffusione dell’allarme e nell’organizzazione dei soccorsi. I magistrati nelle settimane scorse hanno comunque spiegato di non ritenere questi contrattempi determinanti e tali da avere influito sulla gestione dell’emergenza.
La registrazione della telefonata che fece fraintendere l’emergenza all’Hotel Rigopiano. Il Centro di coordinamento dei soccorsi si mise in contatto con il direttore dell'albergo, che però non sapeva della valanga e diede informazioni tranquillizzanti.
Il Parlamento ha completato il voto sulle missioni militari italiane attive nel mondo nel corso del 2018. La Camera – che può lavorare anche se il Parlamento è stato sciolto lo scorso 28 dicembre dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – ha infatti approvato un decreto del Consiglio dei ministri di fine dicembre, già approvato in Senato. Hanno votato contro il M5S e Liberi e Uguali, la Lega si è astenuta mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno votato insieme alla maggioranza. Con il decreto, il governo di Paolo Gentiloni ha proposto il rinnovo delle missioni militari già attive nel 2017 e l’avvio di nuove operazioni, la più importante delle quali in Niger. È una prassi che il Parlamento approvi il piano del governo sulle missioni militari, quindi non ci si aspettava nessuna sorpresa nella votazione di oggi. Ci sono un paio di cose da dire, però, sul decreto del governo. Innanzitutto le nuove missioni militari saranno concentrate in Africa – Niger e Tunisia, oltre che un rafforzamento dell’impegno italiano in Libia – e questa scelta evidenzia come le priorità della sicurezza italiana siano oggi legate alla lotta al traffico di persone e alla diffusione del jihadismo. Nel documento approvato dal governo si prevede anche una riduzione dell’impegno militare in Medio Oriente, in particolare in Iraq e in Afghanistan, che dovrebbe bilanciare l’aumento della presenza in Africa senza far crescere complessivamente il numero dei soldati impegnati sul campo. Infine, per quanto riguarda le spese, il governo prevede un budget per le missioni militari un po’ più alto che nel 2017 – si passerà da 1.427 a 1.505 milioni di euro – e per ora sufficiente a dare copertura finanziaria alle missioni solo fino alla fine di settembre 2018 (per arrivare a coprire i costi fino a fine anno si dovranno fare aggiustamenti in corso d’opera).
Dove saranno i militari italiani nel 2018. Il Parlamento ha approvato il decreto sulle missioni militari all'estero: ci sono novità in Niger e in Tunisia, e si spenderà di più che nel 2017.
Solitamente l’estate non è il periodo delle grandi serie tv, che i network americani concentrano in primavera, in autunno o in inverno, quando la gente ha più voglia di stare in casa la sera. Ma l’estate del 2017 coinciderà con uno dei più importanti momenti televisivi dell’anno, cioè la messa in onda della nuova stagione di Game of Thrones, che per ritardi nella produzione è slittata da aprile a metà luglio. Per il resto cominceranno moltissime serie nuove, tra cui alcune promettenti: una sui comici di stand up degli anni Settanta, una sul wrestling femminile e un’altra sul crack a Los Angeles negli anni Ottanta. Quando ormai l’estate sarà quasi finita, invece, comincerà una delle serie più attese dell’anno, scritta dal creatore di The Wire e con James Franco, sull’industria del porno negli anni Settanta. Insieme alle cose nuove, torneranno alcune serie che sono piaciute molto negli ultimi anni, come Orange is the New Black e Broad City.
Le più attese serie tv dell’estate. Quella nuova del creatore di "The Wire", una sui comici americani negli anni Settanta e ovviamente Game of Thrones.
Netflix ha deciso di eliminare dalla serie tv 13 Reasons Why (intitolata in italiano Tredici) una scena che mostra il suicidio di un’adolescente. La scena, che si trova nella prima stagione della serie e mostra il personaggio di Hannah Baker tagliarsi le vene in una vasca da bagno, è stata eliminata da Netflix seguendo quanto consigliato da medici esperti del settore. Ora non viene più mostrata la scena, che durava circa tre minuti, ma solo quello che succede dopo, con il cadavere della ragazza. «Mentre ci prepariamo a lanciare la terza stagione alla fine dell’estate, abbiamo pensato molto al dibattito in corso attorno alla serie. Quindi, su consiglio di esperti medici, tra cui la dottoressa Christine Moutier, capo della “American Foundation for Suicide Prevention”, abbiamo deciso con il creatore Brian Yorkey e con i produttori di modificare la scena in cui Hannah si toglie la vita», si legge nel comunicato di Netflix.
Netflix ha eliminato dalla serie “Tredici” la scena in cui veniva mostrato un suicidio.
Tra le tante cose che Google ha presentato la scorsa settimana durante il suo Google I/O c’era anche una nuova versione di Google Maps, il suo popolare servizio di mappe tra i più usati online. L’edizione rivista e aggiornata non è ancora disponibile per tutti, ma Google dà la possibilità di iscriversi per iniziare a utilizzare le mappe prima degli altri, mentre sono ancora in fase di prova. Per farlo basta avere un account di Google e i primi inviti circolano già da qualche giorno. Le mappe del nuovo Google Maps non sono molto diverse dalle precedenti, il cambiamento più evidente riguarda tutto ciò che sta loro intorno e che serve per fare le ricerche, vedere i luoghi, usare Street View e guardare le foto satellitari dei punti cercati: l’interfaccia, insomma. La classica colonna a sinistra dove comparivano le informazioni e la casella in alto per fare le ricerche sono state eliminate, offrendo molta più visibilità alle mappe.
Il nuovo Google Maps. Come sono fatte e come funzionano le nuove mappe, che tra poco sostituiranno quelle classiche.
Oggi alla Camera cominceranno le procedure per l’elezione del nuovo presidente. Qui avevamo spiegato le regole con cui viene scelto – per le prime tre votazioni serve una maggioranza di due terzi – e qui invece trovate il liveblog del Post in cui raccontiamo la votazione. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La diretta dell’elezione del presidente della Camera. Oggi si svolgeranno probabilmente le prime tre votazioni e sarà un giorno di trattative per cercare di arrivare a domani con un nome condiviso.
Mark Zuckerberg è stato eletto Persona dell’Anno dalla rivista Time. Il ventiseienne fondatore di Facebook ha battuto gli altri quattro candidati, il presidente dell’Afghanistan Hamid Karzai, il movimento ultraconservatore americano Tea Party, i minatori cileni e il fondatore di Wikileaks Julian Assange, eletto Persona dell’Anno dai lettori della rivista. Il caporedattore centrale di Time Richard Stengel ha scritto un articolo intitolato Only connect per spiegare le ragioni della scelta. Nato nel 1984, l’anno in cui è uscito il primo computer Macintosh, è sia un prodotto della propria generazione sia un suo architetto. Il social network che ha inventato è ora vicino ai 600 milioni di utenti. In un solo giorno, circa un miliardo di nuovi contenuti vengono pubblicati su Facebook. È il tessuto connettivo di circa un decimo del paese. Facebook è ora il terzo più grande paese al mondo, e di certo ha più informazioni sui propri cittadini di quante ne abbiano i governi. Zuckerberg, uno che ha abbandonato Harvard, ne è il capo di stato in t-shirt.
Mark Zuckerberg Persona dell’Anno per Time. "Facebook è il terzo più grande paese al mondo, e Zuckerberg ne è il capo di stato in t-shirt".
Pebble è un orologio da polso, ma a differenza dei comuni orologi al posto del quadrante ha uno schermo e funziona collegandosi senza fili al proprio smartphone. Non è ancora in commercio su larga scala, ma i suoi ideatori stanno ottenendo un enorme successo su Kickstarter, il sito web che consente di proporre la propria idea e di farla finanziare entro un certo periodo di tempo con una specie di colletta messa insieme dagli iscritti al servizio. In pochi giorni, l’idea di Pebble ha raccolto 5 milioni di dollari superando di 50 volte l’obiettivo che si era posto il team che lo ha ideato. L’orologio per smartphone potrebbe ricevere ancora altri fondi, considerato che alla fine della raccolta mancano ancora 29 giorni. Come è fatto Pebble ha le classiche dimensioni di un orologio da polso, ma al posto delle lancette ha un quadrante fatto con uno schermo in bianco e nero, simile a quello dei lettori di ebook. Questa scelta permette di far durare molto più a lungo la batteria dell’orologio, che altrimenti con uno schermo a colori illuminato tradizionale si scaricherebbe rapidamente. Pebble può essere collegato agli iPhone e agli smartphone che utilizzano Android attraverso una connessione senza fili a corto raggio (Bluetooth 2.1) e ha un piccolo motore per emettere vibrazioni utile per segnalare la presenza di nuove notifiche a chi lo indossa.
Pebble, orologio per smartphone. Per ora è solo un progetto promettente, ma ha raccolto in pochi giorni 5 milioni di dollari attraverso una colletta online.
Il ministero della Salute ha denunciato – tramite il Comando generale dei Carabinieri del Nas – il Codacons per procurato allarme presso la Procura di Roma, dopo che l’associazione per i consumatori aveva presentato un esposto che citava uno studio sulla presunta pericolosità dei vaccini. Il ministero ha confermato al Post la notizia, dicendo di non avere nulla da aggiungere rispetto a quanto dichiarato in precedenza circa “le affermazioni del Codacons [che] risultano destituite di ogni fondamento e volutamente dirette a creare panico tra la popolazione”. È raro che il ministero della Salute proceda per vie legali, a testimonianza di quanto ritenga grave la campagna portata avanti dall’associazione che raccoglie diverse organizzazioni a tutela dei consumatori. Lunedì 4 dicembre il Codacons aveva presentato presso la procura di Catania un esposto per “omicidio colposo, commercio e somministrazione di medicinali guasti”, facendo tra le altre cose riferimento a notizie di 13 morti di altrettanti bambini che sarebbero state riconducibili in qualche modo ai vaccini. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), che ha il compito di regolamentare i medicinali in Italia, si è attivata per verificare le affermazioni contenute nell’esposto, notando numerose incongruenze. Le 13 morti, per esempio, non sono avvenute in Italia ma in tutto il mondo. L’AIFA ha poi spiegato di non avere trovato “nessuna relazione accertata tra queste segnalazioni e i vaccini”. È poi intervenuto il ministero della Salute, formalizzando la sua denuncia presso la Procura di Roma.
Il ministero della Salute ha denunciato il Codacons per procurato allarme sui vaccini. Dopo un esposto dell'associazione dei consumatori in cui si parlava di "morti sospette".
Nella notte tra domenica 8 e lunedì 9 febbraio la Guardia Costiera italiana ha soccorso una barca partita dalla Libia e finita alla deriva al largo dell’isola di Lampedusa a causa delle brutte condizioni del mare e del tempo. Il barcone aveva a bordo 105 migranti, 29 dei quali sono morti per ipotermia a causa del freddo e del viaggio; 15 sono ancora in gravi condizioni. Le informazioni che arrivano da Lampedusa sono ancora piuttosto incerte e le cifre potrebbero cambiare nelle prossime ore. Nel pomeriggio di domenica 8 febbraio era arrivata una chiamata da un telefono satellitare alla Guardia Costiera di Roma per segnalare la posizione del barcone: due mercantili che si trovavano in zona, il Bourbon/Argos e il Saint Rock, erano stati allora dirottati nell’area per soccorrere i migranti. Due motovedette della Guardia Costiera di Lampedusa sono poi arrivate sul luogo alle 22, hanno completato il trasbordo dei migranti in nottata – 7 dei quali erano già morti a causa dell’ipotermia – e sono ripartite verso l’isola, dove sono arrivate nella giornata di lunedì 9 febbraio dopo un difficoltoso viaggio a causa del mare grosso.
29 migranti sono morti in mare a Lampedusa. Si trovavano su una barca soccorsa ieri notte dalla Guardia Costiera, sono morti di ipotermia: alcuni dopo essere stati soccorsi.